GPII 1991 Insegnamenti - Conferimento del sacramento del Battesimo a 42 bambini di diverse nazioni - Città del Vaticano (Roma)

Conferimento del sacramento del Battesimo a 42 bambini di diverse nazioni - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: Nell'acqua e nello Spirito Santo rinascono alla vita divina i nuovi figli della Luce

"Egli vi battezzerà con lo Spirito Santo".


1. In queste parole del profeta Giovanni Battista noi riconosciamo l'annuncio del Battesimo, che Cristo avrebbe istituito come sacramento dell'iniziazione cristiana. Nell'acqua e nello Spirito Santo rinascono alla vita divina i nuovi figli della Luce, coloro che credono "che Gesù è il Figlio di Dio". Una vita nuova, quella che scaturisce dal Battesimo, redenta dal sangue di Cristo, immersa nella sua morte e nella sua risurrezione. Lo Spirito, che all'inizio della missione pubblica di Gesù, squarciando i cieli, discese su di Lui in forma di colomba, accende oggi una nuova vita in questi piccoli. E' la vita della grazia che zampilla fino alla vita eterna e introduce questi bambini nella realtà ineffabile della comunione con Dio, rendendoli fratelli di Gesù Cristo e partecipi di un solo corpo, che è il Corpo Mistico di Cristo.


2. Rivolgo a tutti voi, cari genitori dei battezzandi, ed a voi, padrini e madrine, il mio cordiale saluto. Mi compiaccio perché venendo qui, voi manifestate la chiara intenzione di offrire ai vostri figli, fin dalla tenera età, il dono inestimabile della grazia e della vita divina. Innestati in Cristo come rami nuovi di un'unica pianta, già fin da ora questi piccoli sono amati da Dio Padre come figli nel Figlio. In forza del Battesimo sarà infuso nei loro cuori un germe soprannaturale destinato a crescere e a produrre frutto. Il Padre traccia per loro, oggi, un progetto di vita conforme al modello di Cristo, chiedendo loro di essere un giorno coraggiosi testimoni del Vangelo, autentici discepoli del Salvatore.


3. La Chiesa, accogliendo questi piccoli nella sua comunità e riconoscendo in essi l'immagine del Cristo, vi chiede con fiducia, cari genitori e padrini, di sostenere, accompagnare e incoraggiare il cammino della loro crescita. Tocca a voi, per primi, insegnare il valore della grazia santificante, che li renderà figli adottivi di Dio. Spetta a voi iniziare con loro il dialogo, che porta alla progressiva e gioiosa conoscenza di Cristo. Collaborate con la Chiesa, madre e maestra di vita, affinché, divenendo adulti, questi vostri figli maturino nella fede e nella santità, siano in grado di rendere ragione della speranza che è in loro. Sono certo che non mancherete di educarli all'accoglienza generosa dei segni della vocazione che Dio farà loro conoscere. L'innocenza e la bellezza di questi bimbi offrono a voi tutti motivo di grande gioia; ma la gioia sarà piena se tale bellezza sarà anche e soprattutto spirituale e si rifletterà nella loro vita e nella condotta morale.


4. Invoco dal Signore che la letizia di questo giorno non venga mai meno, e che il bene da voi auspicato per questi vostri figli trovi piena realizzazione in tutto l'arco della loro esistenza. Sostenga e conforti la speranza vostra e della Chiesa la Madre del Redentore, Maria Santissima, Colei che noi riconosciamo beata, perché ha creduto e ha corrisposto al progetto di Dio sopra di Lei.

A Lei affidiamo la vita e la speranza di questi piccoli.

Data: 1991-01-13
Domenica 13 Gennaio 1991

Appello all'"Angelus" nella giornata universale di preghiera per la pace - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: L'Iraq compia un gesto di pace che gli farebbe solo onore di fronte alla storia

Angelus domini.

Carissimi fratelli e sorelle, Il cuore di tutti noi e di milioni di persone nel mondo è colmo di angoscia e di trepidazione di fronte al pericolo imminente che nella regione del Golfo si scateni un conflitto armato, che tutti ritengono possa avere conseguenze disastrose. Oltre ai combattimenti, quanti civili, quanti bambini, quante donne, quanti anziani sarebbero vittime innocenti di una simile catastrofe? Chi può prevedere le distruzioni e i danni ambientali che ne verrebbero e non solo in quell'area? Fin dall'inizio della crisi, e con maggiore insistenza nei giorni scorsi, ho sentito il bisogno di invitare i responsabili delle sorti dei popoli a riflettere sulla estrema necessità di far prevalere il dialogo e la ragione e di preservare la giustizia e l'ordine internazionale senza ricorrere alla violenza delle armi. Nelle condizioni attuali una guerra non risolverebbe i problemi, ma li aggraverebbe soltanto. La soluzione può essere trovata in proposte generose di pace, da una parte e dall'altra. E' questo l'appello che, da parte mia, in quest'ora così decisiva per le sorti di uomini e di popoli sento il dovere di rivolgere a tutte le parti interessate. E' un appello che rivolgo all'Iraq perché compia un gesto di pace che gli farebbe solo onore di fronte alla storia. E' un appello che rivolgo a tutti gli Stati interessati perché organizzino, a loro volta, una Conferenza di pace che contribuisca a risolvere tutti i problemi di una pacifica convivenza in Medio Oriente. Intanto da parte nostra dobbiamo continuare a pregare affinché il Signore illumini tutti i Capi delle Nazioni interessate a cercare le vie che possano condurre realmente alla pace e sia così risparmiata all'umanità la tragica esperienza di una nuova guerra. Come credenti, non dobbiamo mai perdere la speranza e dobbiamo aver fiducia nella Potenza e Misericordia di Dio, che può illuminare le menti degli uomini e sostenere la loro buona volontà.

Con viva fede continuiamo ad invocare il Signore affinché allontani da noi il pericolo che incombe e, in questa domenica dedicata alla preghiera per la pace, la nostra supplica, insieme con quella di tutti i cristiani, diventi un grido unanime implorante il gran dono della Pace. A quest'invocazione sono sicuro che si unisce anche la voce di molti credenti in Dio, convinti come sono che i beni supremi della pace e della giustizia possono e debbono coesistere, perché rispondono alle più profonde esigenze degli uomini e dei popoli. Signore ascoltaci! A Te, Maria, Regina della Pace, affidiamo, con fede, la nostra preoccupazione e la nostra preghiera: che gli uomini intraprendano con fiducia e decisione il cammino della pace! E' l'unico cammino oggi valido per far trionfare la giustizia! E' l'unico cammino degno della civiltà! O Signore, donaci la pace!

Data: 1991-01-13
Domenica 13 Gennaio 1991

Ad un gruppo di lituani in piazza san Pietro - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: "Soffro e prego per il popolo lituano"

Ringrazio tutti i presenti per la partecipazione a questa preghiera comunitaria indirizzata alla nostra Madre, Regina della Pace. Assicuro la mia partecipazione nella preghiera con i presenti e con i rappresentanti. Vedendo il gruppo di lituani, vorrei assicurare il popolo lituano che soffro e prego per loro.

Data: 1991-01-13
Domenica 13 Gennaio 1991

Esortazione ai fedeli a pregare per il Sinodo romano - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: La presenza missionaria nella città deve rispondere veramente alle esigenze dei nostri tempi

La Chiesa di Roma ricorda in questa domenica due eventi molto importanti. Anzitutto il Sinodo Romano, che entra oggi, festa del Battesimo del Signore, nella fase più concreta e decisiva con l'inaugurazione, nelle "Prefetture pastorali", delle Assemblee Presinodali, che si concluderanno il 21 aprile prossimo, domenica del Buon Pastore. Vi partecipano circa 15.000 operatori pastorali, in rappresentanza di parrocchie, comunità religiose maschili e femminili, associazioni e movimenti laicali. E' un momento di intensa comunione nella nostra Chiesa di Roma. Preghiamo perché la progettazione dei contenuti e lo stile della presenza missionaria nella Città, alla vigilia del terzo millennio cristiano, risponda veramente alle esigenze dei nostri tempi.

Data: 1991-01-13
Domenica 13 Gennaio 1991

Si celebra oggi la giornata del seminario nella diocesi di Roma - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: Crescano le vocazioni sacerdotali per le necessità della diocesi e della Chiesa universale

Chiedo, poi, una preghiera particolare per la Giornata del Seminario, che pure oggi si celebra a Roma. E' a tutti noto quanto sia auspicato un incremento delle vocazioni sacerdotali sia per le esigenze della nostra Diocesi, sia per le necessità della Chiesa universale, soprattutto quella missionaria. Il Signore faccia crescere il numero dei Seminaristi e susciti in essi un animo generoso e un ardente desiderio di dedicarsi al servizio di Dio e alla salvezza delle anime.

Maria, la Madre di Gesù, sommo ed eterno Sacerdote, esaudisca le preghiere che eleviamo al Signore per questa speciale intenzione.

Data: 1991-01-13
Domenica 13 Gennaio 1991

Ai membri dell'Associazione santi Pietro e Paolo - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: Trepida in questi giorni l'umanità seriamente preoccupata per il suo futuro

Carissimi!


1. E' ormai diventato quasi tradizionale il nostro appuntamento durante le Festività natalizie, eppure nell'incontrarmi con voi nella sede della vostra Associazione, così vicina alla casa del Papa, sperimento sempre una gioia rinnovata. Il nostro, infatti, è un incontro di famiglia. I 20 anni di vita del vostro Sodalizio sono tutti segnati da fedeltà e devozione verso la Sede Apostolica e da attenta dedizione ai fratelli, specialmente ai più poveri. Mi è ben nota la vostra originale identità di laici desiderosi di offrire una peculiare testimonianza di vita cristiana, di impegno missionario e di generoso servizio al Successore di Pietro. Conosco la vostra disponibilità ed apprezzo l'entusiasmo con cui operate. Per questo vostro prezioso dinamismo religioso vi ringrazio di cuore.

Sia sempre viva in voi la presenza del Signore: a lui ricorrete costantemente e con fiducia. Al centro di ogni attività, nel cuore delle vostre famiglie e di ogni vostra aspirazione arda l'amore di Cristo. Avete la possibilità di intrattenervi con lui nella preghiera; potete sostare in sua compagnia anche qui, nella cappella della vostra sede sociale. Egli nel sacramento eucaristico è, per chi lo cerca, sorgente di luce, di forza e di pace.


2. Ringrazio per la cordiale accoglienza ognuno di voi, giovani ed anziani, stretti da vincoli di fraterna amicizia e di spirituale comunione; vi sono grato per la silenziosa e proficua opera di volontariato che svolgete anche a costo di non pochi sacrifici; vi sono riconoscente per l'apostolato che vi qualifica e in special modo per il servizio, che prestate nella Basilica Vaticana e nelle Celebrazioni Pontificie. Saluto, attraverso di voi, le vostre famiglie e quanti non hanno potuto prender parte a questo nostro incontro. Rivolgo un particolare pensiero al Presidente Gianluigi Marrone ringraziandolo per le sentite espressioni di benvenuto che mi ha indirizzato a nome dell'intera Associazione. Unisco, anche, un grato ricordo per il vostro Assistente spirituale, Monsignor Carmelo Nicolosi.


3. Nelle sue brevi parole il Presidente ha accennato alla situazione attuale nel mondo caratterizzata, accanto a prospettive di speranza, da inquietudini e tensioni. Trepida in questi giorni l'umanità, seriamente preoccupata per il suo futuro. Vi invito, carissimi fratelli, a invocare la misericordia del Signore, perché prevalgano su tutto le ragioni della pace. Ciascun uomo, e ad un titolo singolare il cristiano, deve sentirsi nel suo ambiente apostolo e costruttore di pace: pace che si fonda sul rispetto di Dio e della dignità della persona. Si tratta di un messaggio e di un invito che sono ancor più concreti nel Tempo di Natale, che proprio oggi si chiude. Formulo anche per voi questo auspicio all'inizio del Nuovo Anno, facendo eco agli Angeli che sulla grotta di Betlemme hanno annunciato la pace agli uomini che Dio ama.


4. Mi è parso di riascoltare interiormente questo canto di pace, sostando poc'anzi dinanzi al Presepio da voi qui allestito, come sempre con tanta cura ed apprezzato gusto artistico. La luce divina si diffonde dalla capanna ed attira i pastori, che da varie parti vengono verso il luogo dove li attende il Salvatore. Mentre si appressano al divino Bambino, il loro passo si fa più spedito, si incontrano tra loro, camminano insieme in una atmosfera di quasi palpabile pacata serenità. Non avviene così anche nella nostra esistenza? La fede, la sincera ricerca di Dio rendono più agile la nostra quotidiana fatica e il contatto personale con il Signore trasforma la vita. L'abbraccio tra l'Onnipotente e l'umanità, nel mistero dell'Incarnazione, accende nei credenti la speranza che si traduce in impegno positivo a rinnovare il mondo con l'amore e la fraterna solidarietà. Con questi sentimenti affido a Maria Santissima, da voi venerata come "Virgo Fidelis", i miei più cordiali voti augurali per ciascuno. Restate sempre sotto la sua materna protezione. Restino sotto il suo vigile sguardo le vostre famiglie, la vostra Associazione e le persone a voi care. Vegli il suo cuore di Madre su tutta l'umanità. E possa il ventennale del vostro Sodalizio, che vi apprestate a celebrare, essere occasione, per ognuno di voi, di sempre maggiore fervore spirituale, animati dalla operosa fede di san Pietro e dall'ardore apostolico di san Paolo.

Con affetto imparto a tutti la mia Benedizione Apostolica, per tutti quelli che vi sono vicini, per le vostre famiglie, per i vostri ambienti, per tutti quelli che incontrate, che servite, che assistete.

La vostra è una grande opera di servizio e di carità ed in questo siete veramente conformi con il titolo che portate. Gli Apostoli, ma soprattutto Pietro, dovevano rispondere all'inizio della loro missione a questa fondamentale domanda: "Mi ami tu?".

Io penso che questa domanda rivolta a Pietro tocca anche la vostra Associazione, tocca anche le vostre persone, ciascuno di voi. Cerchiamo tutti insieme, voi insieme con Pietro, di dare una risposta al Signore. "Signore, diceva Pietro, tu sai". Non diceva "Io ti amo" ma diceva "Tu sai".

Allora vi auguro di dare sempre la stessa risposta alla domanda che Cristo fa non solamente a Pietro ma a ciascuno di noi nella persona di Pietro.

Il Signore vi benedica.

Data: 1991-01-13
Domenica 13 Gennaio 1991

Messaggi inviati ad Hussein e Bush - Il dialogo, per evitare una tale catastrofe


A Sua Eccellenza SADDAM HUSSEIN Presidente dell'Iraq Sono profondamente preoccupato per le tragiche conseguenze che la situazione nella regione del Golfo potrebbe portare, e sento il pressante dovere di rivolgermi a lei per ripetere quanto, interpretando i sentimenti di milioni di persone, ho già avuto occasione di dire nei giorni e nei mesi scorsi.

Nessun problema internazionale può essere adeguatamente e degnamente risolto col ricorso alle armi, e l'esperienza insegna a tutta l'umanità che la guerra. oltre a causare molte vittime, crea situazioni di grave ingiustizia che, a loro volta, costituiscono una forte tentazione di ulteriore ricorso alla violenza.

Tutti noi possiamo immaginare le tragiche conseguenze che un conflitto armato nella regione del Golfo avrebbe per migliaia di suoi concittadini, per il suo paese e per tutta l'area, se non per il mondo intero.

Spero sinceramente e imploro sentitamente Dio Misericordioso affinché tutte le parti interessate sappiano ancora trovare, in un franco e fruttuoso dialogo, il cammino per evitare una tale catastrofe. Questo cammino può essere percorso soltanto se ciascuno si sente spinto da un autentico desiderio di pace e giustizia.

Confido che anche lei, signor Presidente, vorrà prendere le decisioni più opportune e compiere gesti coraggiosi che possano essere l'inizio di un vero percorso di pace. Come ho detto pubblicamente domenica scorsa, una dimostrazione di disponibilità da parte sua non mancherà di farle onore dinanzi al suo amato paese, alla regione e a tutto il mondo. In queste drammatiche ore prego affinché Dio la illumini e le conceda la forza di fare un gesto generoso che eviti la guerra: sarebbe un grande passo dinanzi alla storia, perché segnerebbe una vittoria della giustizia internazionale e il trionfo di quella pace a cui aspirano tutti gli uomini di buona volontà.

A Sua Eccellenza Il signor GEORGE BUSH Presidente degli Stati Uniti d'America Sento il pressante dovere di rivolgermi a lei, nella sua qualità di Capo di Stato del paese maggiormente impegnato, in uomini e mezzi, nell'operazione militare in corso nella regione del Golfo.

Nei giorni scorsi, interpretando i sentimenti e le preoccupazioni di milioni di persone, ho sottolineato le tragiche conseguenze che potrebbe avere una guerra in quell'area. Desidero adesso ripetere la mia ferma convinzione che è molto difficile che la guerra porti un'adeguata soluzione ai problemi internazionali e che, anche se una situazione ingiusta potesse essere momentaneamente risolta, le conseguenze che con ogni probabilità deriverebbero dalla guerra sarebbero devastanti e tragiche. Non possiamo illuderci che l'impiego delle armi, e soprattutto degli armamenti altamente sofisticati di oggi, non provochi, oltre alla sofferenza e alla distruzione, nuove e forse peggiori ingiustizie.

Signor Presidente, sono certo che, insieme ai suoi collaboratori, anche lei ha chiaramente valutato tutti questi fattori, e non risparmierà ulteriori sforzi per evitare decisioni che sarebbero irreversibili e porterebbero sofferenze a migliaia di famiglie di suoi concittadini e a tante popolazioni del Medio Oriente.

In queste ultime ore che ci separano dalla scadenza stabilita dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, spero veramente, e mi rivolgo con viva fede al Signore, affinché la pace possa ancora essere salvata. Spero che, con un estremo sforzo di dialogo, la sovranità possa essere restituita al popolo del Kuwait e che l'ordine internazionale, che è la base per una coesistenza tra i popoli veramente degna dell'umanità, possa essere ristabilito nell'area del Golfo e in tutto il Medio Oriente.

Invoco su di lei abbondanti benedizioni divine e in questo momento di grave responsabilità di fronte al suo paese e di fronte alla storia, prego soprattutto perché Dio la illumini per prendere decisioni che siano veramente per il bene dei suoi concittadini e di tutta la comunità internazionale.

Data: 1991-01-15
Martedi 15 Gennaio 1991




Accettata la rinuncia presentata dal Cardinale Ugo Poletti - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: L'arcivescovo Camillo Ruini nominato Pro-Vicario generale di Sua Santità per la diocesi di Roma




1. Quando, oltre 12 anni fa, la Provvidenza volle chiamarmi dalla natia Polonia ad assumere la successione di Pietro in questa Città eterna, il mio pensiero ando subito a colui che avrebbe dovuto aiutarmi nel servizio pastorale alla diocesi che mi veniva affidata. Il Papa Paolo VI di v.m. aveva scelto Lei, Signor Cardinale Ugo Poletti, quale suo Vicario per la Città di Roma e Distretto. Parve anche a me cosa opportuna rivolgerLe, a mia volta, la richiesta di volermi essere accanto nell'assolvimento dei compiti connessi con questo fondamentale aspetto del mio ministero. Ora, nel momento di dar corso alla disposizione del Codice di Diritto Canonico accogliendo la rinuncia, da Lei presentata con docilità ammirevole fin dal 1 aprile del 1989 in anticipo sulla scadenza del 75 anno di età, sento il dovere di attestarLe che in tutti questi anni Ella, venerato fratello, si è sempre dimostrato un validissimo collaboratore, infaticabilmente dedito alle molteplici mansioni del non lieve ufficio affidatoLe.


2. Ricordo con gratitudine la sollecita disponibilità con cui mi introdusse, da principio, nella conoscenza dei complessi problemi della diocesi, offrendomi la possibilità di un approccio ragionato ai diversi aspetti della realtà cittadina.

Ed anche in seguito Ella non manco mai di mettere a mia disposizione la grande sua esperienza pastorale, che s'avvaleva di una eccellente conoscenza delle parrocchie e dei sacerdoti in esse operanti, come pure delle forze religiose e laicali sulle quali contare per le iniziative apostoliche suggerite dall'opportunità pastorale.

Con vivo senso delle urgenze prioritarie nella Chiesa di oggi, Ella ha mostrato innanzitutto costante sollecitudine per il clero della diocesi, curando il contatto personale con i sacerdoti, e per il seminario, migliorandone le strutture ed incrementandone la consistenza numerica. Ha poi sempre promosso un intenso dialogo con i Religiosi e le Religiose, favorendone il coordinato impegno nella pastorale diocesana, pur nel rispetto del carisma proprio di ciascun Istituto. Ha, infine, prestato attenzione privilegiata al laicato cattolico, stimolandone il coinvolgimento apostolico nelle grandi sfide che caratterizzano l'ora presente. In piena sintonia con le indicazioni del Concilio Vaticano II, Ella s'è preoccupata di far loro spazio nelle attività della Chiesa locale, affinché con iniziative appropriate si sforzassero di penetrare di spirito cristiano la mentalità e i costumi, le leggi e le strutture delle rispettive comunità di vita.


3. La lunga e vasta esperienza accumulata nel servizio a questa amata Chiesa di Roma ha rivelato, da ultimo, tutto il suo valore, quando venni nella deliberazione di convocare un nuovo Sinodo diocesano, dopo quello indetto 30 anni or sono dall'indimenticabile mio predecessore, Papa Giovanni XXIII. Ella, Signor Cardinale, mi fu accanto nelle varie fasi della sua progettazione, della preparazione, dell'indizione, del laborioso iter fino all'attuale momento conclusivo. Se anche in questo caso si realizza il detto evangelico: "Uno semina e un altro miete", nessuno potrà sottovalutare il contributo dato dal Cardinale Poletti all'impostazione e allo svolgimento dei lavori. La lucida percezione dei problemi con cui deve misurarsi oggi la Chiesa, che in Roma crede, spera ed ama, Le hanno consentito di orientare l'impegno comune in direzione adatta alla ricerca delle soluzioni opportune.


4. Per tutto questo Le sono profondamente grato, venerato fratello. Nella sua persona e nell'apporto del suo servizio pastorale riconosco un dono singolare della Provvidenza divina, che mi ha voluto assicurare un collaboratore veramente generoso e sollecito. In mezzo alle assillanti preoccupazioni connesse col servizio alla Chiesa universale, mi è stato sempre di grande sollievo il sapere che la cura pastorale di questa carissima diocesi, "mater et caput omnium ecclesiarum", era nelle mani esperte di una persona ricca di sensibilità sacerdotale e a me legata da profonda sintonia di mente e di cuore. Prego il Signore di volerLa ricompensare per lo zelo illuminato profuso in questi anni di intensa attività tra i fedeli di questa Chiesa, fecondata dal sangue degli Apostoli e dei Martiri e sorretta dall'esempio di tanti altri coraggiosi testimoni della fede in ogni epoca della storia.


5. Il Signore La ricompensi anche dell'importante lavoro svolto quale Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, ufficio che Ella ha ricoperto a partire dal luglio 1985. In anni caratterizzati da profonde trasformazioni, Ella ha saputo guidare con grande saggezza l'attività della Conferenza, favorendo il dialogo tra le istanze ecclesiali e quelle civili, alla ricerca sempre di soluzioni che si rivelassero rispettose dei diritti dei credenti ed atte a promuovere il vero bene dei cittadini. Sono certo di interpretare il sentimento di tutti i Vescovi italiani nell'esprimerLe viva riconoscenza per i servizi resi alla Chiesa in questa amata Nazione, la cui storia affonda le radici nel patrimonio dei valori cristiani, qui recati dagli Apostoli e dai primi loro discepoli. La conforti il pensiero di essersi ben inserito nella gloriosa schiera di coloro che, nel corso dei secoli, non hanno risparmiato fatiche per portare Cristo al mondo e il mondo a Cristo, nella ferma convinzione che "non vi è altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale sia stabilito che possiamo essere salvati". Conoscendo il suo amore alla Vergine Santissima, sono lieto di nominarLa, carissimo Signor Cardinale, Arciprete della Patriarcale Basilica di Santa Maria Maggiore, nella certezza che, grazie al suo zelo, la devozione mariana alimentata nell'antico ed illustre Tempio conoscerà nuovi e confortanti incrementi.


6. Desidero ora rendere pubblica la nomina del successore. Dopo aver pregato e riflettuto a lungo, ho deciso di chiamare all'ufficio di mio Pro-Vicario per la Città di Roma e Distretto Monsignor Camillo Ruini, finora Segretario della Conferenza Episcopale Italiana. Ho comunicato al neo-eletto questa mia deliberazione con una lettera.

Sono certo che Monsignor Ruini si accingerà al nuovo lavoro con l'impegno e la generosità che ne hanno sostenuto l'azione in ogni suo precedente incarico. Non gli mancherà peraltro il fattivo apporto di voi tutti, carissimi fratelli e sorelle del Vicariato: l'apporto innanzitutto vostro, venerati fratelli nell'episcopato, che ne coadiuverete l'opera nei vari settori della pastorale diocesana; l'apporto vostro, cari fratelli nel sacerdozio, che spendete le vostre energie nelle parrocchie o nella Segreteria Generale, nei vari Centri pastorali, Uffici, Tribunali, nei quali si articola la complessa struttura del Vicariato; l'apporto, infine vostro, religiosi e religiose, laici e laiche, che con competenza e zelo assicurate il buon funzionamento dei numerosi settori operativi di questo indispensabile strumento di governo della diocesi. In una circostanza singolare come questa, a tutti desidero esprimere la mia viva gratitudine, che nasce dalla consapevolezza di quanto necessaria sia l'opera di ciascuno perché il Papa possa svolgere il suo ministero in questa Chiesa che il Pescatore di Galilea amo fino a spargere per essa il proprio sangue. Affido questo mio sentimento all'intercessione della Vergine Santissima, "Salus Populi Romani", chiedendoLe di voler concedere a ciascuno il sostegno della sua materna protezione e di accompagnarlo nell'anno appena iniziato con ogni desiderato conforto. In nome suo, a tutti imparto l'Apostolica Benedizione.

Data: 1991-01-17
Giovedi 17 Gennaio 1991

Lettera di nominadi S.E. Monsignor Camillo Ruini a Pro-Vicario generale per la diocesi di Roma - Città del Vaticano (Roma)

Al venerato fratello Monsignor Camillo Ruini Vescovo titolare di Nepte Avendo accolto la rinuncia del Signor Cardinale Ugo Poletti all'Ufficio di mio Vicario Generale per la diocesi di Roma, e dovendo provvedere alla scelta del successore, il mio pensiero è andato a Lei, venerato fratello, come a persona particolarmente preparata per assumere l'importante e delicato incarico. La dispone a ciò il lungo tirocinio svolto nei vari campi dell'apostolato, a cominciare da quello impegnativo ed esigente dell'insegnamento teologico, nel quale Ella ha saputo dare ampia prova delle sue doti di intelligenza e di cuore, associando la non comune preparazione culturale a costante e coraggiosa fedeltà nell'adesione alla Parola di Dio e al Magistero della Chiesa. Non meno significativa è stata, fin dai primi anni del suo sacerdozio, l'attività ministeriale a diretto servizio del Popolo di Dio. L'esperienza pastorale così iniziata ebbe poi modo di approfondirsi maggiormente, quando il Vescovo di Reggio Emilia La volle al proprio fianco come suo Ausiliare. Successivamente un nuovo incarico, quello di Segretario della Conferenza Episcopale Italiana, venne ad allargare ulteriormente l'orizzonte pastorale del suo animo sacerdotale. Questa mansione Ella ha ricoperto con singolare impegno e saggezza, acquistando, mediante i quotidiani contatti con Presuli, sacerdoti, autorità e fedeli, una profonda conoscenza della Nazione Italiana e dei suoi problemi pastorali, ivi compresi quelli di questa città di Roma. In considerazione di tutto ciò, ho deciso di affidarLe ora, nella qualità di mio Pro-Vicario, ciò che ho di più mio e di più caro: Roma apostolica, coi suoi incomparabili tesori di spiritualità cristiana e di tradizione cattolica; con le sue forze vive di sacerdoti, di comunità religiose, di laici impegnati; ma anche con le sue innumerevoli esperienze umane, con i suoi mille fermenti e con i suoi problemi, con le sue certezze e le sue inquietudini, con le sue realizzazioni e le sue attese. Nel dichiararLa, pertanto, mio Pro-Vicario per la Città di Roma e Distretto, affidandoLe il pieno esercizio di detto ufficio, Le conferisco, insieme con i doveri, tutti i diritti, le facoltà, le prerogative, di cui fruirono i Vicari Generali per il campo spirituale dei Romani Pontefici miei Predecessori. Sono certo di trovare in Lei, come nel degnissimo suo Predecessore in questo alto incarico, un collaboratore esperto, fidato, generoso, che saprà posporre ogni altro interesse alla cura assidua e affettuosa della Città. E conoscendo la gravità degli oneri che L'attendono nel nuovo lavoro, invoco su di Lei l'onnipotente aiuto del Signore, per l'intercessione della Vergine Santissima "Salus Populi Romani", dei Santi Apostoli Pietro e Paolo e di tutti i Patroni di Roma, che non mancheranno di esserLe accanto nella quotidiana fatica. In pegno dei desiderati aiuti divini, e per rincuorarLa in questo nuovo servizio, che Ella intraprende fiduciosamente "in nomine Domini", Le imparto con affetto una speciale Benedizione Apostolica.

Data: 1991-01-17
Giovedi 17 Gennaio 1991

Messaggio a S.E. Reverendissima Monsignor Janis Cakuls, amministratore apostolico di Riga

Titolo: Preoccupazione per la situazione in Lettonia

Notizie inquietanti sull'aggravarsi della situazione sociale in Lettonia, rendono più vicine al mio cuore di Pastore della Chiesa Universale le preoccupazioni e le speranze della diletta Nazione lettone. Auguro di cuore che attuali tensioni nel Baltico possano risolversi in modo pacifico, in conformità alle norme del diritto internazionale. Il dialogo mutuo e rispettoso tra le parti sostituisca le pressioni ed il linguaggio delle armi, affinché la soluzione sia cercata nel rispetto della dignità di ogni persona umana e di ogni popolo. Con questi sentimenti, che affido nella preghiera alla protezione della Madre della Speranza, imparto su Vostra Eccellenza, sul Suo Ausiliare Monsignor Nuksas, e su tutta la nobile Nazione lettone, la Benedizione Apostolica.

Data: 1991-01-18
Venerdi 18 Gennaio 1991

Ai dirigenti dei laboratori medico-chirurgici francesi "Surgikos" - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: "Ero malato e mi avete visitato"

Signor Direttore generale, signore, signori, E' con gioia e con spirito sincero che oggi vi ricevo e vi accolgo in questa casa dove, in larga misura, i vostri timori si uniscono alle inquietudini della Chiesa.

La vostra professione consiste nel formare chirurghi e le loro équipes che operano nell'ambiente ospedaliero per il miglior sfruttamento possibile dei prodotti realizzati presso i vostri gabinetti, i Laboratori Surgikos - Francia. Vi dedicate anche ad una attività che si rivela scientifica e pratica allo stesso tempo, tutto per il bene dei malati e con l'aiuto della comunità medica.

Rendo omaggio alla vostra competenza e al vostro spirito di sacrificio, perché lo mettete al servizio delle vostre sorelle e dei vostri fratelli sofferenti indipendentemente dalla loro patria, razza o ideologia. Ai vostri occhi, ogni essere umano è degno di ricevere la dovuta attenzione ed è questo vostro atteggiamento che ci permette di parlare di punti di vista in comune fra noi.

Il vostro vivo interesse per la vita corporea è giustificato dalla misteriosa dignità propria della donna e dell'uomo, entrambi dimora dello Spirito Santo. Essi sono chiamati a vivere nell'intimità del Signore che li ha creati e riscattati col sangue di Cristo.

E' proprio questa persona, degna di rispetto e di stima, che rimette il proprio corpo sofferente alle cure del personale sanitario, avendo piena fiducia nella qualità delle vostre apparecchiature mediche.

La vostra professione comporta un'espressione reale della carità e della compassione. Tutto ciò è lodevole, ed io vi invito a sfruttare tutta la vostra scienza e ad affidarvi alla vostra generosità d'animo e delicatezza di sentimenti.

Vi incoraggio ad attribuire un carattere profondamente umano ai vostri incontri di lavoro, sia col personale ospedaliero che con i malati stessi, il tutto sorvolando il piano puramente tecnico ed ispirandovi al vivo senso dell'uomo, frutto dell'amore evangelico.

Cristo ha detto: "Ero malato e mi avete visitato" (Mt 25,36). Che le parole del Salvatore degli uomini siano per voi uno stimolo a favorire i vostri rapporti. Che lo stesso avvenga udendo le parole che seguono: "In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me" (Mt 25,40).

Vi ringrazio della vostra visita e vi esprimo la mia viva e cordiale gratitudine per i prodotti medico-chirurgici di cui voi, generosamente, mi fate dono. Assicuratevi della loro giusta applicazione! I viaggi che ho fatto attraverso il mondo mi hanno dato spesso occasione di costatare personalmente la miseria che colpisce i malati e l'indigenza dei numerosi centri di cura. Spero vivamente che la Chiesa possa ulteriormente accrescere il proprio contributo in questo senso.

Che il Cristo, che soffre nella carne di ogni essere umano malato, vi sostenga in tutte le vostre iniziative professionali! Invoco l'aiuto di Dio su di voi, sui vostri colleghi e sulle vostre famiglie e dal profondo del mio cuore vi do la mia Benedizione Apostolica.

(Traduzione dal francese)

Data: 1991-01-18
Venerdi 18 Gennaio 1991

Ai vescovi argentini in visita "ad limina" - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: Promuovere la salvezza mediante l'adesione a Cristo

Carissimi confratelli nell'Episcopato,


GPII 1991 Insegnamenti - Conferimento del sacramento del Battesimo a 42 bambini di diverse nazioni - Città del Vaticano (Roma)