GPII 1991 Insegnamenti - La riflessione prima del "Regina Coeli" - Potenza (Basilicata)

La riflessione prima del "Regina Coeli" - Potenza (Basilicata)

Titolo: "Noi t'invochiamo fiduciosi, o Maria, per la pace nel mondo"

Carissimi fratelli e sorelle!


1. La vostra Regione è Terra benedetta da Maria. I numerosi santuari che la punteggiano sono mèta costante del popolo di Dio che, pellegrino ai piedi della Vergine, trova in Lei pace e sostegno nella vita cristiana. Mi piace ricordare alcune di queste oasi di meditazione e di pietà mariana, nelle quali la Madre di Dio è venerata sotto vari titoli. Nell'Arcidiocesi di Matera-Irsina: Santa Maria di Picciano a Matera, Maria SS. ma del Casale a Pisticci e Santa Maria Madre della Provvidenza a Irsina. Nella Diocesi di Tursi-Lagonegro: Maria Regina di Anglona a Tursi, Maria SS. ma del Sirino a Lagonegro e la Madonna del Pollino a San Severino Lucano. Nella Diocesi di Tricarico: Maria SS. ma di Fonti a Tricarico. Nella Diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa: Maria SS. ma del Monte Pierno a San Fele, la Madonna di Costantinopoli a Barile e Maria SS. ma del Principio a Lavello.

Nell'Arcidiocesi di Acerenza: la Madonna di Belvedere a Oppido Lucano e Maria SS.

ma di Monte Saraceno a Calvello. Infine, nell'Arcidiocesi di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo: la Madonna delle Grazie a Capodigiano di Muro, la Madonna del Carmine ad Avigliano e Santa Maria del Sacro Monte a Viggiano. Il sacro Monte di Viggiano mi porta spiritualmente al santuario di Jasna Gora nella mia terra natale, presso il quale, il 14 e 15 agosto prossimo, celebrero con i giovani, provenienti da tutto il mondo, la Giornata Mondiale della Gioventù. La sacra immagine che si venera a Viggiano, ed alla quale è particolarmente legata la vostra pietà popolare, si trova oggi qui tra noi.


2. Poc'anzi ho benedetto le preziose corone e le ho offerte a nome vostro a Maria, Madre e Regina. "Salve Regina, Madre di Misericordia", ricorda una nota e suggestiva antifona mariana. Madre misericordiosa è la Vergine, sostegno dei credenti e consolatrice degli afflitti. Madre soprattutto di chi soffre, degli ammalati, dei non vedenti, dei disabili e degli anziani, presenti a questa nostra Assemblea liturgica. Noi Ti invochiamo fiduciosi, Maria, per i popoli oppressi e per le vittime dell'umana ingiustizia; per chi muore di fame e per chi è privato della libertà, o impedito nella pratica della propria fede. Ti invochiamo per la pace nel mondo. Ti invochiamo per questa Città e per la terra lucana, che da sempre ha conosciuto la fatica ed il dolore, ma fidando in Dio non ha smarrito mai il coraggio e la speranza.


3. Maria, discepola fedele del tuo Figlio Gesù, insegnaci a portare la Croce; insegnaci ad amare quella Croce che dalla carne e dal mondo viene messa sulle spalle di chi cerca la pace e la giustizia. Maria, Regina e Madre di Misericordia, dischiudi a quanti sentono venir meno le forze sotto il peso della croce l'orizzonte dell'Alleluia pasquale.

Data: 1991-04-28
Domenica 28 Aprile 1991

Alle religiose della Basilicata nella Cattedrale - Potenza (Basilicata)

Titolo: "Mostrate a tutti la gioia di servire Cristo"

Carissime sorelle!


1. E' per me motivo di profonda gioia questo incontro in Catte drale con voi, religiose e membri degli Istituti secolari, chiamati da Dio ad offrire in questa Regione un segno che "può e deve attirare efficacemente tutti i membri della Chiesa a compiere con slancio i doveri della vocazione cristiana". Le oltre 50 Famiglie religiose, alle quali appartenete, secondo il peculiare carisma di ciascuna, svolgono un servizio essenziale al popolo di Dio, partecipando attivamente alla sua missione e sostenendone con generosità ogni iniziativa apostolica. Rivolgo un cordiale pensiero a Monsignor Francesco Zerrillo, Vescovo di Tricarico e incaricato della Conferenza Episcopale Regionale per la Vita religiosa e alla vostra rappresentante. Ringrazio entrambi per le parole con cui mi hanno presentato l'attività delle diverse Congregazioni religiose operanti nelle sei Circoscrizioni diocesane della Regione. Saluto i Presuli presenti ed i Superiori Maggiori dei vari Istituti; saluto tutte voi. La Basilicata, con i suoi non lievi problemi, ma anche con le sue incoraggianti prospettive, costituisce un terreno quanto mai propizio per l'evangelizzazione e la promozione umana: grandi sono, pertanto, il campo d'azione e la responsabilità missionaria a voi affidati.

Voi dovete con disponibilità e competenza venire incontro alle necessità spirituali, e spesso anche materiali, dei fratelli: dall'aiuto in parrocchia alla catechesi giovanile, dai centri di accoglienza per ragazzi provenienti da famiglie in difficoltà agli ospedali e alle case di cura, dalle scuole materne alle case di riposo per anziani. Molte di voi, poi, operano direttamente nei pubblici servizi socio-assistenziali, specialmente per l'assistenza agli ammalati. Tutto ciò, pur impegnativo e faticoso, non può non riempirvi il cuore di gioia e farvi apprezzare il dono singolare della Vita consacrata. Scegliendo di servire i più poveri, voi scrivete ogni giorno pagine di speranza in ambiti certamente di frontiera e, ben inserite nella pastorale diocesana, annunciate efficacemente il Vangelo della misericordia e della fraternità.


2. Mi sono ben note le difficoltà che incontrate per vivere in modo pieno la vostra vocazione religiosa. So anche come la scarsità del personale vi imponga drastiche riduzioni di opere, mentre aumentano i bisogni ai quali si dovrebbe far fronte. La gente apprezza la vostra presenza ed i Pastori la considerano come un "dono" del Signore. Vivendo in fraternità e condividendo le sofferenze e le gioie degli "ultimi", voi proclamate con i fatti che il Padre celeste non dimentica mai l'essere umano nelle diverse fasi dell'esistenza. Il vostro è un ruolo veramente singolare: rendete presente la Chiesa nelle situazioni più complesse e delicate; fate sperimentare il calore dell'amore di Dio a chi si sente solo e privo di affetto. Offrite, in definitiva, la prova vivente che Dio ama ogni persona, specialmente la più debole ed indifesa. In questa Regione, provata dalla natura ed ancora segnata dal ricordo del recente terremoto, la vostra è, al tempo stesso, un'attività suppletiva e provvidenziale. Siate voce viva del Vangelo, al servizio degli umili e degli ultimi, che il Signore predilige! Voi rendete gloria al Salvatore, consacrandovi gratuitamente al loro servizio, ascoltando le loro richieste, cercando con i mezzi a vostra disposizione di venire incontro alle loro esigenze, ma soprattutto offrendo loro la luce della fede che li apre alla fiducia ed alla trascendente dimensione della vita. Siate pronte in ogni circostanza a "rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi".


3. La professione dei consigli evangelici - ricorda il recente Concilio - dimostra "a tutti gli uomini la preminente grandezza della potenza di Cristo-Re e la infinita potenza dello Spirito Santo, invisibilmente operante nella Chiesa". Pur non concernendo la struttura gerarchica della Chiesa, la Vita consacrata appartiene in modo inseparabile alla sua struttura e alla sua santità. Essa è profezia: seguendo, infatti, Cristo casto, obbediente e povero i consacrati anticipano l'avvento del Regno e sottolineano il primato di Dio su ogni altro, pur legittimo, umano interesse. E' risposta all'interiore domanda di seguire il divino Maestro sul sentiero angusto delle Beatitudini nella verginità e nel dono esclusivo di sé a Dio. E' palestra di totale fedeltà a Cristo e di attenta disponibilità verso l'uomo. Fedeltà a Cristo e fedeltà all'uomo: sono questi i poli di riferimento che vi guidano nel ricercare e percorrere vie nuove di evangelizzazione e di promozione umana, con largo respiro missionario, memori delle parole del Concilio, che vi invita a porre ogni cura affinché per mezzo vostro "la Chiesa abbia ogni giorno meglio da presentare Cristo ai fedeli e agli infedeli". E' importante, al riguardo, che ogni iniziativa da voi promossa e gestita sia sempre in sintonia e comunione con la Diocesi.


4. Vi impedisce di compiere tutto il bene che vorreste fare la realistica constatazione di essere, purtroppo, sempre di meno e di poter contare solo raramente su promettenti prospettive vocazionali. Non abbiate paura! Se amate veramente Cristo, Egli non vi farà mancare le forze necessarie, né permetterà che le sue opere restino senza validi continuatori. Ma, voi, siate fedeli alla parola data! Prolungate ogni giorno il tempo dell'intimo spirituale incontro con il vostro mistico Sposo! Restate in sua compagnia: sentirete, allora, tutta l'intensità del dono che vi è stato elargito ed apprezzerete l'alto privilegio che Egli vi fa di servirlo nei poveri. Siate perseveranti nella lode, nell'amore e nella gioia, con animo umile e grato. E con il cuore dilatato dalla Forza dello Spirito, non potrete non far vostra la voce dell'uomo che soffre, non potrete non ascoltare il suo grido di dolore e di sconforto. Se vi incarnerete nella realtà umana che vi attornia, riuscirete facilmente a capire le difficoltà che la gente incontra per vivere e per seguire i dettami del Vangelo. Vi esorto in particolare, nel vasto campo degli interventi che è dinanzi a voi, a far percepire a tutti il valore della fraternità e della solidarietà, antidoti efficaci contro quei mali che mietono vittime soprattutto nel mondo giovanile, frastornato dal facile guadagno, irretito dalla droga e da altre pericolose evasioni e talora umiliato dalla mancanza di un'occupazione sicura. Le vostre Case siano accoglienti e lo stile del vostro lavoro improntato a serena e disinteressata dedizione. Si moltiplicheranno sicuramente attorno a voi, se lavorerete in costante collegamento con le altre componenti ecclesiali, molteplici esperienze di impegno giovanile e di volontariato: sono forze vive e generose da animare e da orientare all'universale compito missionario. Pur essendo poco numerose, eserciterete, allora, un grande ruolo nella formazione di una cultura aperta alle sconfinate prospettive dell'accoglienza e della solidarietà.


5. Carissime sorelle mostrate a tutti la gioia della vostra consacrazione; servite Cristo nei fratelli con volto ilare. Mettendo a frutto la vostra tipica spiritualità, siate nella società fermento di rinnovamento apostolico. Maria, Vergine e Madre della Chiesa, sia vostro modello e vi protegga sempre. Con stima anch'io vi incoraggio a proseguire nell'opera che state conducendo e di cuore tutte vi benedico.

Data: 1991-04-28
Domenica 28 Aprile 1991

L'inaugurazione del nuovo seminario in Basilicata

Titolo: L'immagine del sacerdote del passatovi aiuti a costruire il presbitero del futuro come modello per il popolo di Dio

Venerati fratelli nell'Episcopato! Carissimi fratelli e sorelle!


1. La benedizione inaugurale del nuovo Seminario interdioce sano, munifico dono del compianto Marchese Alessandro Gerini di Roma, mi offre l'occasione di intrattenermi con voi, sacerdoti delle 6 Diocesi della Basilicata, che siete i diretti collaboratori dei Vescovi nel ministero pastorale, e con voi, seminaristi, che rappresentate le speranze della Chiesa lucana. E' significativo che tale incontro si svolga proprio nel Seminario Regionale, nel quale verranno formati i futuri apostoli del Vangelo e ministri dell'altare. Saluto con affetto i Presuli presenti. Rivolgo un grato pensiero ai benefattori ed a quanti, con la loro concreta solidarietà, hanno permesso la realizzazione di questo progetto, a lungo desiderato. Saluto voi, cari sacerdoti, che vi siete raccolti quest'oggi attorno al Successore di Pietro, e voi, cari seminaristi, che siete accompagnati dai vostri familiari, ai quali va anche il mio cordiale pensiero. Saluto le Maestranze e quanti hanno tenuto ad essere presenti all'odierna manifestazione. Un particolare ringraziamento a Monsignor Vincenzo Cozzi, Vescovo di Melfi-Rapolla-Venosa, ed incaricato della Conferenza Episcopale Regionale per il Clero, che mi ha rivolto cordiali parole di benvenuto ed al Rettore del Seminario, che si è fatto interprete dei comuni sentimenti. Quella odierna è senz'altro una data storica per le vostre Comunità ecclesiali, e ci offre l'opportunità di ringraziare il Signore per l'inestimabile dono del sacerdozio ministeriale che egli ha fatto all'umanità. Ci permette, inoltre, di riflettere insieme, sia pur brevemente, sulla figura del presbitero nella realtà sociale della vostra terra.


2. La Basilicata, in passato, è sempre stata ricca di sacerdoti, alcuni dei quali si sono distinti per santità e cultura ed hanno lasciato esempi di edificante virtù. Sacerdoti amati dalla gente, incarnati nella realtà sociale; consiglieri ed amici dei semplici e dei poveri. Si deve a loro la crescita morale, sociale e cristiana delle comunità e la formazione all'apostolato di tanti giovani, che oggi ricoprono civiche responsabilità e funzioni amministrative di rilievo. Il loro è stato spesso un lavoro silenzioso e capillare, in condizioni precarie, lottando contro una grave e persistente depressione socio-culturale ed economica. Erano formati al sacrificio e non temevano la mancanza di strutture, né la povertà. Si distinguevano per il servizio costante verso tutti, preoccupati soltanto di comunicare a ciascuno la verità del Vangelo. Questa immagine di sacerdote è del passato, ma ancora oggi può costituire, pur tenendo conto delle mutate condizioni, un modello di riferimento da integrare con le indicazioni che il recente Concilio ha offerto alla Chiesa.


3. Come il recente Sinodo dei Vescovi ha ribadito, i presbiteri restano, nel contesto attuale alle soglie del Terzo Millennio, gli uomini consacrati per "predicare il Vangelo, essere i pastori dei fedeli e celebrare il culto divino, quali veri sacerdoti del Nuovo Testamento". Partecipi, nel loro grado di ministero, dell'ufficio dell'unico Mediatore che è il Cristo, annunziano a tutti la Parola di Dio. Costituiti per proclamare il mistero della presenza viva di Cristo fra gli uomini, esercitano attraverso i sacramenti e soprattutto nel culto eucaristico il loro sacro ministero, unendo le preghiere dei fedeli al sacrificio del Signore. Si consacrano con dedizione alla predicazione e all'insegnamento, "credendo ciò che hanno letto e meditato sulla legge del Signore, insegnando ciò che credono, vivendo ciò che insegnano". Rendendo a tutti la testimonianza della verità e della vita, essi sono chiamati ad essere oggi, come in passato, testimoni di fede, operatori di carità, uomini di speranza. Portano Cristo al mondo ed il mondo a Cristo.


4. Come ministri di Cristo avvertite l'urgenza di favorire in queste vostre Comunità il passaggio dalla cultura dell'individualismo, che ha radici profonde e può essere matrice di scelte e comportamenti negativi, ad una cultura di comunione e di solidarietà. E' necessario formare uomini nuovi, operatori nuovi, radicati nel loro popolo e consapevoli dei valori della loro storia; impegnati con generosa dedizione a lavorare nell'oggi, protesi verso il futuro. Questo auspicato rinnovamento dipende dall'apporto di tutti, ma in primo luogo da voi, presbiteri.

E' importante, perciò, che abbiate di mira una visione sempre più solidale del ministero sacerdotale. Non è, infatti, sufficiente l'impegno dei sacerdoti isolati, poiché soltanto la comunione del presbiterio può segnare un nuovo cammino. E' il presbiterio nel suo insieme che è un modello per il popolo di Dio.

Se è vero che ogni pastore ha il compito di essere un testimone per i fedeli affidati alle sue cure, è pur vero che tocca alla comunità sacerdotale rendere visibile con l'esempio della mutua intesa e fraternità l'unità di tutta la Chiesa.

S'impone pertanto un nuovo itinerario formativo per il sacerdote, un cammino di fede e di condivisione, che lo educhi alla carità pastorale, all'accoglienza, alla comprensione e alla valorizzazione degli altri, all'aiuto fraterno, al dono gratuito, allo spirito di servizio, alla mediazione, alla direzione spirituale, al dialogo con i giovani. Ecco allora profilarsi una nuova immagine di presbitero per i tempi che stiamo vivendo e per il prossimo futuro. Un presbitero che, facendo sua la migliore tradizione spirituale di questa terra, si libera dalla tentazione dell'intimismo individualistico, si apre all'amore vero verso i fratelli; partecipa, quale esperto in umanità, alle vicende, talora drammatiche, degli uomini; semina la concordia, ricucendo eventuali lacerazioni e favorendo l'intesa fra tutti. E' suo compito, soprattutto, testimoniare il primato di Dio nella vita dell'uomo ed introdurre i fratelli al mistero di Cristo e della Chiesa. Amate il vostro sacerdozio, amate Cristo, amate la Chiesa! Siate uniti al vostro Vescovo! Alimentate la vostra esistenza con la preghiera e con l'ascolto di Dio. Se sarete sacerdoti di forte tempra spirituale, di ardimentoso coraggio, di pietà convinta e di totale disponibilità verso i fratelli, potrete aiutare il popolo cristiano a superare le difficoltà del momento presente e a guardare con speranza verso il futuro.


5. Una parola per voi, cari seminaristi, che in questo luogo vi preparate al futuro ministero. Il Seminario è la vostra casa, nella quale dovete crescere in umana sapienza e in spirituale perfezione. Non vi stacca dalla realtà, ma, al contrario, vi porta a condividere sempre più intimamente i problemi della vostra terra. E' fucina formativa e scuola del Vangelo, che vi avvia alla sequela di Cristo. Qui potete fare esperienza di comunione fraterna e di spirituale condivisione. Cristo vi chiama! Sappiate rispondere con generosità. Amate il sacrificio, rifuggite dalla vita comoda, e siate orientati alla predilezione dei semplici e dei poveri. Ed infine vi affido questa consegna: vivete la vostra preparazione al ministero sacerdotale come una missione. Qualsiasi ruolo la Chiesa vi affidi domani, lo assolverete con dedizione pronta e generosa, se fin d'ora vi abituerete a dire "si" alla volontà divina, contenti soltanto di servire Cristo nei fratelli. Maria, Madre della Chiesa, aiuti tutti voi, sacerdoti e seminaristi, a fare della vostra vita un dono totale a Dio e ai fratelli della vostra terra.

A tutti la mia affettuosa Benedizione.

Data: 1991-04-28
Domenica 28 Aprile 1991

L'incontro con i giovani radunati nello stadio "Viviani" - Potenza (Basilicata)

Titolo: Scoprire Dio è un'avventura meravigliosa

Carissimi giovani!


1. Vi abbraccio tutti e a ciascuno esprimo la gioia di essere oggi con voi in questo Stadio Comunale. Vi saluto con affetto e vi ringrazio per la vostra accoglienza molto calorosa. Potrei aggiungere: non me lo merito. Ho imparato queste parole da un giovane, da un ragazzo e le ripeto molte volte. Allora anche qui dico: non me lo merito. Saluto il vostro Pastore, Monsignor Giuseppe Vairo, e i sacerdoti che vi seguono nell'itinerario formativo. Saluto Monsignor Rocco Talucci, Vescovo di Tursi-Lagonegro, Incaricato della Conferenza Episcopale Regionale per la pastorale dei Giovani, e tutti i Vescovi della Basilicata. Un particolare ringraziamento al vostro rappresentante che poc'anzi mi ha descritto la situazione dei giovani in questa regione, come anche la vostra rappresentante che ha letto, in modo molto bello, il brano della Lettera ai Romani che dobbiamo meditare.


2. Voi siete consapevoli del ricco patrimonio di valori che caratterizza la tradizione culturale e spirituale dei vostri paesi, ma non vi sfugge anche il fardello, a volte insostenibile, di difficoltà, di arretratezza sociale ed economica che l'accompagna. Guardate con preoccupazione verso il futuro, ma è forte in voi la voglia di vivere e di lottare per una società più giusta e più fraterna. Non amate i compromessi e l'ingiustizia; aspirate ad essere i costruttori di un mondo dal volto umano, dove la persona sia tutelata e rispettata. Volete liberarvi di tutto ciò che mortifica i vostri nobili ideali e siete decisi ad impegnarvi per lo sviluppo della vostra terra senza cercare altrove un'illusoria e talora ingannevole realizzazione. Volete essere semi di viva speranza per la vostra Regione, che a voi sembra spesso dimenticata. La vostra vitalità giovanile la offrite a Cristo perché di voi faccia gli apostoli del suo Vangelo che è luce e fermento di autentico rinnovamento umano e spirituale. L'annuncio gioioso della morte e della risurrezione del Signore, che in questo tempo la liturgia ci fa vivere in pienezza, continua a risuonare anche nelle vostre comunità, saldamente unite alla tradizione degli Apostoli ed aperte agli sconfinati orizzonti dell'opera missionaria. Anche ora il Cristo chiama i suoi amici a donare la vita perché il mondo conosca la salvezza e l'accolga; chiama voi, perché proclamiate con coraggio la potenza dello Spirito Santo, che dona la pace, nella pienezza della Verità e dell'Amore.


3. Ecco il vostro programma apostolico, carissimi giovani. E' un programma che vi interpella e vi stimola a guardare fiduciosi verso il prossimo futuro. Non lasciatevi mai sopraffare dallo scoraggiamento e dalla paura; non cedete mai alla tentazione della mediocrità e dell'abitudine. Coltivate nell'animo desideri alti e generosi; seguite le orme di Cristo, del divino Maestro, che vuol fare di voi i suoi testimoni. Vi sostiene e vi sorregge la speranza cristiana. Carissimi giovani, la vostra generazione, assetata di vita e di amore, deve scoprire Dio! Deve scoprirlo di nuovo! Deve scoprirlo più profondamente! Tale è il fondamentale bisogno, la necessità di questo ultimo decennio del secondo millennio, alla soglia del terzo millennio dopo Cristo: scoprire Dio! Voi siete chiamati ad essere, oserei dire, gli apostoli dei vostri coetanei in questa epoca carica di tensioni, ma anche di promettenti sintomi di un risveglio spirituale, di un risveglio religioso, morale. Ecco, scoprire Dio. Ecco, Gesù Cristo. Se in voi abita la fame di infinito, ed io sono certo che vi abita, solo Gesù può soddisfare sino in fondo questa vostra fame; solo su di lui sarà possibile costruire una nuova civiltà, civiltà più umana, più fraterna, civiltà della giustizia, della pace, civiltà dell'Amore che noi tutti desideriamo. Allora scoprire Dio, scoprire Dio, scoprire il Vangelo, incontrare il Salvatore è certamente - vi assicuro - un'avventura meravigliosa. Vi assicuro. Voi lo sapete, ma io voglio assicurarvi di nuovo che è un'avventura meravigliosa. Ma non basta averlo incontrato: occorre poi farlo conoscere, occorre poi entrare in una intimità con lui, e così si può farlo conoscere agli altri, anzi si ha un gran bisogno, si ha un imperativo di farlo conoscere agli altri, di diffondere la sua parola, di proclamare il suo messaggio che libera, libera i cuori. Ecco, scoprire Dio, scoprire Gesù, scoprire se stessi, scoprire il proprio uomo interiore, quello che il Vangelo chiama cuore, cuore umano. così vedrei il vostro compito: impegno, una impresa che faranno di voi, già fanno di voi, degli uomini nuovi, degli uomini coraggiosi ed intrepidi, umili si, ma generosi, coraggiosi. Se Cristo vive in voi, il suo Regno si realizza là dove si svolge la vostra esistenza, dove lavorate, dove studiate, dove soffrite, qualunque cosa facciate. Cristo è con noi fino alla fine dei secoli! Che nessun ostacolo freni il vostro cammino! Che niente vi separi da Cristo! Che niente vi separi da quell'amore che è superiore a tutto, e che ci porta lui, Gesù Cristo, Figlio di Dio, lui come nessun altro nella storia, esperto della nostra umanità fino in fondo, fino alle profondità del peccato e della virtù, del peccato, del crimine e della santità. Gesù Cristo, esperto della nostra umanità. L'ha portata su se stesso. L'ha presa sulle sue spalle. Era la sua croce. E allora noi possiamo capire perché questa croce è la nostra liberazione.


4. Io sono consapevole, so bene quanto complessi siano i problemi, quanto complesse siano le difficoltà che incontrate. Il vostro collega ha parlato di questo ed ha parlato meglio di me. La mancanza di strutture, la conseguente assenza di stimoli, di spazi di presenza attiva e personale, tutto questo vi rende difficoltosa la realizzazione di una vostra tipica esperienza giovanile e non vi permette di esprimere appieno l'intraprendenza e la generosità che portate nel cuore. Alcuni, di fronte alle condizioni di precarietà nelle quali si trova la vostra stessa regione, con più o meno consapevolezza, rischiano di adattarsi, accettando di convivere con la rassegnazione. Ma, carissimi, questo non li rende certo felici. La rassegnazione non ci rende mai felici. Il futuro, soprattutto la prospettiva della disoccupazione di cui si parla tanto specialmente in questa regione, questo futuro vi preoccupa. La solitudine, inoltre, l'insoddisfazione spingono taluni, fortunatamente non molti, a forme pericolose di emarginazione, di devianza. Pensiamo a tutti questi nostri fratelli. Ci sentiamo loro fratelli, di ciascuno di loro, di ciascuno di coloro che è caduto sulla propria strada. Cristo è caduto sotto la croce per insegnarci ad essere vicini a coloro che cadono sotto la sua croce. Alla comunità ecclesiale cercate di essere grati per il ruolo che essa gioca nel favorire il dialogo tra voi e il mondo degli adulti. Questa comunità vi offre varie opportunità di partecipazione, di valorizzazione. Vorreste tuttavia che vi aiutasse di più - come abbiamo sentito -, che vi aiutasse di più ad aprirvi coraggiosamente ad un inserimento cosciente e responsabile nella realtà sociale, perché avvertite il bisogno urgente di apportare il vostro contributo per rinnovare la società nella quale vivete. Sono saldi in voi i valori della famiglia - lo abbiamo anche ascoltato, lo abbiamo visto con gli occhi durante questi giorni -, valori della famiglia, valori dell'amicizia, della disponibilità verso gli altri. Questi valori vi fanno superare il rischio della solitudine, dell'individualismo. Questi valori danno espressione concreta al desiderio di libertà, di realizzazione personale. E questo vi contraddistingue.

Contraddistingue la gente lucana, contraddistingue la gioventù lucana. Amore per questi valori. E se potessi lanciare un grido per tutto il mondo, per tutta l'Italia: che non si permetta di distruggere questi valori che qui sono così radicati, così vissuti. Non distruggere. Non distruggere. Non sostituire con un altro progetto di vita che è materialista, superficiale. Questi valori fanno l'umanità della vostra gente e fanno anche la cristiana umanità di tutta l'Italia, di tutta l'Europa. In voi, giovani lucani, c'è un forte bisogno di credere in Dio e molti tra di voi intraprendono un cammino di formazione religiosa, facendo riferimento alle esperienze spirituali di associazioni, movimenti, con preferenza per l'Azione Cattolica. Ecco vedo come sono contenti questi di Azione Cattolica, ma ci sono ancora altri. Anche questi hanno i loro meriti. Faccio strada a tutti.

Poi, come non ricordare coloro che scelgono di dare concretezza alla vita di fede, mettendosi al servizio degli altri attraverso le molteplici iniziative di volontariato?


5. Il campo del vostro apostolato è veramente vasto. Io sono venuto per incoraggiarvi, per confortarvi nel cammino di fede che state percorrendo. Vi dico: aprite il cuore e la mente alla missione che Dio vi affida. E lo ripeto: Dio vi affida una missione; nonostante tutte le difficoltà non c'è un uomo dimenticato da Dio; non c'è un uomo che non abbia una missione, una vocazione da Dio, un compito per tutta la sua vita. Allora sentitevi, con Gesù, autentici protagonisti dell'amore che spinge al servizio: nella famiglia, nella Chiesa, nella società.

C'è tanto bisogno del vostro apporto giovanile, di questo apporto entusiasta e disinteressato. Io lo sento sempre incontrandovi ed approfitto di questo. Sono anche un debitore dei giovani, perché mi offrono la loro freschezza e la loro disponibilità ad essere insieme e di essere insieme ottimisti. E devo dirvi che anche il Papa ha bisogno di questo aiuto. Ne ha bisogno perché anche lui incontra cose difficili. Ma non voglio prolungarmi su questo tema. Vi dico solamente che sono molto grato ai giovani per il loro entusiasmo. Potrete non cedere ai fallaci richiami della civiltà dei consumi. Questo non è un ideale ma si presenta come ideale. Tanti pensano che questo sia veramente ideale. Non lo è! Non lo è. La civiltà dei consumi, civiltà dove il criterio è "avere", non può essere la vera civiltà, se il criterio non è l'uomo, la persona, l'essere. Essere più, essere uomo, essere persona, essere figli di Dio, come ci ha detto oggi San Paolo. Se sarete desiderosi di trasmettere agli altri la luce e la serenità della fede, si allargheranno allora gli orizzonti del vostro spirito. Chi vive in pienezza la propria fedeltà a Cristo sperimenta la freschezza sempre nuova della grazia divina che consola, che rinnova, dà vigore spirituale ed appaga. Per non cedere alle tentazioni, per progredire nella conoscenza di Cristo è necessario coltivare un costante spirito di preghiera, indispensabile dialogo con il Signore, dialogo d'amore con il Signore, con il nostro amico più grande, più sicuro che è Gesù Cristo. E questa preghiera ci dà pace, ci dà conforto soprannaturale. Poi i sacramenti: Penitenza, Eucaristia. E' necessario accostarsi fedelmente ai sacramenti per crescere nella vita spirituale, per resistere a tutte le insidie del male, per lasciare lo spazio a Gesù Cristo nei nostri cuori, per farci crescere. Questi sono i sacramenti; la preghiera e ancora di più i sacramenti: la sua opera in noi. L'Apostolo Paolo ci ammonisce "la nostra battaglia non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti". Non dimentichiamo mai che "ogni fedele è chiamato alla santità e alla missione" e che "la spiritualità della Chiesa è un cammino verso la santità". Allora questo trovarsi fra il male ed il bene, far vincere il bene, far vincere il Cristo in noi, questa è la vostra ricchezza, la ricchezza dei giovani.


6. Giovani di Potenza e dell'intera Regione, a voi è rivolto l'invito di Cristo a seguirlo sulla strada della missione e della santità. Egli vi chiama ed affida a ciascuno di voi un ruolo specifico nella costruzione del suo regno. La Chiesa ha bisogno di voi per poter compiere il mandato consegnatole dal Risorto. Siete voi la speranza di questa Chiesa che ha duemila anni ed è sempre giovane. E' giovane grazie a voi ma io direi anche voi siete giovani spiritualmente grazie alla Chiesa, grazie a Cristo. Come i primi cristiani, irradiate entusiasmo e coraggio; non stancatevi mai di amare Iddio ed i fratelli. Sarete segni vivi dell'Assoluto in questa terra dove tutto viene messo in dubbio, relativizzato, c'è tanto bisogno di portare, di essere segni dell'Assoluto, solo Dio è Assoluto e così sarete fermento di novità per tutto il mondo. A conferma di questo impegno e perché continuiate a sentire accanto a voi, anche dopo questa visita, il mio affettuoso incoraggiamento, vi affido una icona della vergine di Czestochowa, che vi unisce idealmente a quel Santuario presso il quale si terrà, nel mese di Agosto, l'Incontro Mondiale dei Giovani. Consegno anche un Rosario a due rappresentanti di ognuna delle vostre Diocesi. Intendo così porre tutta la gioventù lucana sotto la speciale protezione di Maria. Il 15 agosto ci ritroveremo idealmente attorno a Maria, come pure mi sentiro spiritualmente vicino a voi quando, nelle diverse Chiese locali, celebrerete, sotto lo sguardo vigile della Madonna, la vostra Giornata dei Giovani. Imitando la docile disponibilità della Madre di Dio, anche voi pronunciate con filiale abbandono il vostro "Si" al Signore che vi ama e che vi invia ad annunciare ad ogni giovane della Basilicata che Cristo è veramente Risorto ed è con noi tutti i giorni sino alla fine del mondo. Ecco carissimi sono le parole che ho parzialmente letto di questa carta ma molto più improvvisando vedendovi, cercando di parlare nel mio cuore, cercando di parlare di questa abbondanza della speranza che nutro per voi e con voi nonostante tutte le difficoltà. Basta con queste parole, adesso passiamo alla preghiera. Al termine dell'incontro con i giovani nello stadio di Potenza, Giovanni Paolo II, prima di far ritorno a Roma, rivolge le seguenti parole ai presenti che hanno appena finito di cantare "Madonna Nera". Il canto della "Madonna Nera" mi permette ancora di ringraziare la Provvidenza per questa visita. Le prospettive climatiche non erano troppo buone. Invece, dopo la breve pioggia di Matera all'inizio, per darci un'ammonizione, tutto è diventato diverso, cambiando sempre di meglio in meglio, finché è venuto il sole. Ed oggi il sole era fortissimo qui a Potenza. Allora un buon segno. E il clima si è mantenuto; si è mantenuto fino a questo momento.

Allora ringraziamo la Provvidenza per questa circostanza climatica così positiva che ci ha aiutati ad essere insieme in diversi posti. Poi, naturalmente, ringrazio tutte le persone qui presenti, ma anche tutte le persone che sono qui intenzionalmente, tutta la Basilicata. Basilicata arrivederci.

Data: 1991-04-28
Domenica 28 Aprile 1991


GPII 1991 Insegnamenti - La riflessione prima del "Regina Coeli" - Potenza (Basilicata)