GPII 1991 Insegnamenti - La visita all'Ospedale psichiatrico giudiziario - Castiglione delle Stiviere (Mantova)

La visita all'Ospedale psichiatrico giudiziario - Castiglione delle Stiviere (Mantova)

Titolo: Accanto a chi soffre ci sia sempre un cuore che ama

Carissimi fratelli e sorelle,


1. Si è appena concluso l'incontro festoso con i giovani nel Parco di Castiglione ed ora eccomi fra voi per una breve, ma significativa visita. A tutti voi, degenti di questo Ospedale, e a quanti si occupano di voi rivolgo un fraterno saluto, mentre vi ringrazio sentitamente per la cordiale accoglienza. Saluto, in particolare, la Direzione, i medici, i cappellani, gli infermieri e gli operatori sanitari, il personale ausiliario e i numerosi Volontari, che consacrano parte del loro tempo al vostro servizio. Ringrazio il Presidente e il Direttore dell'Ospedale, grato a questo ultimo anche per le sue cortesi espressioni di benvenuto. Trovarmi a contatto col mondo della sofferenza costituisce sempre per me un'esperienza profonda e toccante. Per questo ho desiderato venire tra voi, per esprimervi di persona i miei sentimenti di profonda solidarietà.


2. Dalle cure di quanti vi assistono, cari ammalati, viene a voi un aiuto efficace per combattere la malattia, ma il loro sostegno sarà anche maggiore, se vi saprà offrire, col calore della comprensione umana, il dono delle certezze derivanti dalla fede. Il malato, infatti, nonostante la situazione penosa in cui versa, dall'incontro con Cristo trae un apporto di luce e di coraggio che si rivela balsamo tonificante per lo spirito. La fede ci dice che il Figlio di Dio, incarnandosi e sottoponendosi alla legge del dolore fino alla morte in croce, ha condiviso la nostra condizione mortale e ha voluto assicurarci che tutto nella nostra esistenza ha un senso, anche la sofferenza. Con la risurrezione ci ha dischiuso le porte della speranza, così che, se guardiamo a lui con fiducia, non siamo mai schiacciati dal peso delle prove. San Luigi Gonzaga ci offre un esempio di cristiana attenzione ai sofferenti e di grande fortezza nel sopportare la malattia. Basta pensare agli ultimi giorni della sua esistenza. Ormai prossimo all'eternità, così scrive alla madre: "Confesso che mi smarrisco e mi perdo se considero la Bontà divina, mare senza sponde e senza fondo; per piccole e brevi fatiche egli mi chiama ad una pace eterna; dal cielo mi invita e mi chiama a quel Sommo Bene che ho cercato con tanta negligenza; mi promette il frutto di quelle lacrime, che tanto scarsamente ho seminato". Egli ci parla di serenità e di pace, di speranza e di fiducia. La testimonianza di questo giovane santo fa eco alla lettera dell'apostolo Paolo ai Corinzi: "Il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione, ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria, perché noi non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili. Le cose visibili sono d'un momento, quelle invisibili sono eterne".


3. Accanto a chi soffre ci sia sempre un cuore che ama! Un cuore capace di battere in sincronia con quello del fratello in difficoltà; sollecito sempre dei bisogni dell'altro. Sia questo l'impegno di tutti voi che in questo luogo costatate in maniera sempre più impressionante quanto grandi sono i problemi e le sofferenze della nostra società. Come non pensare, ad esempio, alla questione dei minori che tanto vi sta a cuore? Minori che scompaiono, minori vittime di organizzazioni criminali, minori adoperati per attività violente e criminose. Questi ragazzi finiscono nella rete della devianza sociale, perché spesso non trovano una adeguata tutela da parte della famiglia e della società. Senza valori ed ideali di alto profilo ai quali ispirarsi come possono essi resistere ai richiami negativi cui sono sottoposti? E' giusto, pertanto, che si presti attenzione a tali situazioni considerando il problema dei minori, come una delle priorità sociali dell'attuale momento. E' pertanto necessario che si promuovano opportune iniziative coinvolgenti ogni istituzione e struttura sia pubblica che privata per prevenire l'estendersi e l'acuirsi di questo problema.


4. Carissimi fratelli e sorelle, operate in ogni situazione con coraggio e costanza, con pazienza e tanta fede. Come san Luigi Gonzaga, il quale ebbe tra l'altro una particolare devozione verso gli Angeli. Li invocava frequentemente e ci ha lasciato in proposito riflessioni ispirate e commoventi. Rivolgendosi ad essi così amava pregare: "Conservate la mia vita senza macchia, la mia speranza ferma, i miei costumi senza colpe, l'amor mio intero verso Dio e verso il prossimo". Egli insegna a rivolgersi agli Angeli Custodi sempre, in particolar modo nel momento della prova. Pure voi invocateli con fiducia e trasporto.

Imparate da san Luigi a confidare nella Provvidenza divina, che non delude mai la nostra speranza. E gli Angeli Custodi, messaggeri celesti di pace e di soprannaturale conforto, vi assistano così come hanno sorretto il vostro santo Patrono, soprattutto nei momenti più difficili della sua esistenza. Vi terro tutti presenti nelle mie preghiere e nell'offerta del Sacrificio Eucaristico, mentre di gran cuore vi imparto ora la Benedizione Apostolica.

Data: 1991-06-22
Sabato 22 Giugno 1991

Ai seminaristi raccolti nella Cappella del Seminario diocesano - Mantova

Titolo: "Fate della vostra vita un dono senza riserve per la causa del Vangelo"

Carissimi seminaristi,


1. Ho colto con gioia l'occasione di pregare con voi e per voi nella Cappella del vostro Seminario, uno dei primi fondati dopo il Concilio di Trento. Vi sono grato per questa opportunità e vi saluto tutti con affetto. Saluto, in particolare, voi, seminaristi, i vostri Superiori, gli educatori e gli insegnanti. Saluto, ancora, con cordiale affetto le vostre famiglie che vi accompagnano nell'itinerario della vostra preparazione al sacerdozio. Qui si respira un'atmosfera di grande spiritualità nel ricordo di san Luigi Gonzaga, del quale commemoriamo il IV centenario della morte; di san Carlo Borromeo, che al piccolo Luigi diede la Prima Comunione; di san Roberto Bellarmino, che nel Collegio Romano dei Padri Gesuiti fu confessore e direttore spirituale del vostro santo concittadino, assistendolo, poi, nell'ultima malattia; di san Pio X, che, quale Vescovo di Mantova dal 1884 al 1893, ebbe la formazione dei seminaristi come prima e principale preoccupazione.

"Qui riposano le mie brame - scriveva in una lettera ai Mantovani il 5 luglio 1885 - qui si concentrano i miei affetti, qui hanno tregua o si accrescono le mie ambasce, perché l'educazione dei chierici è la base della Diocesi, in quanto che da loro soltanto possiamo avere i buoni preti. Questa è l'opera più degna che possa uscire dalle mani di un Vescovo".


2. Nella Cappella, il luogo più intimo e raccolto del Seminario, voi vi raccogliete in preghiera, attingendo dal sacramento dell'Eucaristia luce e sostegno per la vita spirituale. Nel silenzio e nell'ascolto di Dio vi preparate al vostro avvenire, traendo da Maria Santissima e dai Santi Protettori incoraggiamento e stimolo a camminare sempre coraggiosamente verso i supremi ideali della santità e dell'apostolato. Il Signore vi chiama ad essere apostoli del Vangelo e nel Seminario vi preparate a questa esaltante ed impegnativa missione. Vi sia sempre presente allo spirito quanto san Pio X, memore della sua lunga esperienza di Sacerdote e di Vescovo scriveva nell'Enciclica "Haerent Animo" del 1908: "L'unica cosa che unisce l'uomo a Dio, che lo rende a lui gradito e lo costituisce degno ministro della sua misericordia, è la sua santità di vita e di costumi. Questa è in sostanza la sovreminente scienza di Cristo e, se il sacerdote non la possiede, gli manca tutto... E' soltanto la santità che ci rende quali la chiamata di Dio ci vuole, cioè uomini crocifissi al mondo e ai quali il mondo è crocifisso...".


3. Cari Seminaristi, Cristo vi attende! Non permettete, per nessun motivo, che la sua voce cada nel vuoto. Come san Luigi Gonzaga, fate della vostra vita un dono senza riserve per la causa del Vangelo. Di san Luigi siate sempre devoti: pregatelo, invocatelo, imitatelo nella innocenza e nella penitenza, nell'amore all'Eucaristia e nella devozione a Maria Santissima. La vostra vocazione si manterrà, così, salda, e porterete a compimento il progetto che la Provvidenza ha su ciascuno di voi. A tal fine vi assicuro anche il mio ricordo nella preghiera, mentre con affetto vi imparto una particolare Benedizione, che estendo volentieri a tutti i vostri familiari. Mettendo da parte il testo del discorso preparato, il Santo Padre rivolge ai presenti queste parole. Sia lodato Gesù Cristo! E sia benvenuto il giorno della Dome nica, che ci lascia visitare questo Seminario. Il Seminario è stato chiamato anche dal Concilio Vaticano II "pupilla oculi". Se uno ci lascia entrare nel proprio occhio, vuol dire che ci porta dentro la sua "visuale". La visuale del Vescovo e della Comunità diocesana è il Seminario, con il quale si guarda dentro, nei cuori, e si guarda anche avanti, verso il futuro, dove si concentrano le più grandi speranze e le più grandi preoccupazioni, i più grandi timori e tremori. Se San Paolo ha detto che dobbiamo realizzare la nostra salvezza con timore e tremore, questo si riferisce particolarmente al Seminario, specialmente per il Vescovo ma anche per tutta la Comunità diocesana. E' una continua verifica di quello che noi siamo come comunità cristiana, come Popolo di Dio: verificare se questo Popolo di Dio abbia ancora la sua autentica fertilità, che si esprime attraverso le vocazioni sacerdotali, i novelli sacerdoti, perché a loro è legata la presenza e il futuro dell'Eucaristia, dei Sacramenti, di tutto quello che costituisce il "Sacrum" della Chiesa. Pertanto vi ringrazio per questo invito mattutino. Ha detto il vostro Vescovo: "Cominci, carissimo ospite, da questa visita al Seminario". Grazie, perché è una visita importante. Proprio qui si doveva iniziare la visita della Domenica. Auguro a questa Comunità che sia così bella come è bello anche l'edificio, che sia così ben strutturata, che la sua architettura spirituale sia come l'architettura visibile, artistica di questo luogo, e che essa abbia lo Spirito Santo, perché il giorno del Signore che celebriamo oggi - giorno del Signore, giorno della Risurrezione - è nello stesso tempo giorno della discesa dello Spirito Santo. Che la vostra Comunità seminaristica, e attraverso il Seminario, anche la vostra diocesi, abbia sempre questo tempo pentecostale, abbia sempre questo giorno della Pentecoste, la discesa dello Spirito Santo, che Cristo ci porta direttamente, ci porta subito, lo stesso giorno della sua Risurrezione, per dire: "Io sono, io sono come Figlio di Dio, io sono come Figlio del Padre, consubstantialis Patri, in questa vita di Risorto, io sono, ed io, essendo come sono, vi porto lo Spirito Santo. Accipite lo Spirito Santo". Oserei dire lo stesso a voi tutti, alla comunità seminaristica, agli studenti, agli educatori, al Rettore, ai professori e ai genitori, alle famiglie, ma soprattutto al vostro Vescovo: accipite lo Spirito Santo. E con questa parola imparto anche una Benedizione a tutti i presenti e a questo Istituto seminaristico di Mantova nel nome del grande seminarista che era certamente - non in questo Seminario ma dai Gesuiti - San Luigi Gonzaga.

Data: 1991-06-23
Domenica 23 Giugno 1991

La visita ai bambini nella "Casa del Sole" - San Silvestro di Curtatone (Mantova)

Titolo: "Seminate a piene mani una speranza che si nutre di gesti quotidiani"

Carissimi fratelli e sorelle, Carissimi bambini!


1. A tutti voi, che formate la famiglia di questa "Casa del Sole", il mio saluto cordiale. In particolare a voi, carissimi bambini, che qui trovate una casa che vi accoglie e nella quale vi viene offerto, con le indispensabili cure mediche, il calore dell'amore cristiano. Un saluto a voi, care famiglie, toccate dal mistero del dolore ed attivamente associate, in questa struttura, all'opera di recupero dei vostri figli. Un ricordo a voi, educatori, amministratori e quanti, a vario titolo, qui operate con generosa dedizione. Ringrazio cordialmente Monsignor Carlo Ferrari, Vescovo emerito della vostra Diocesi che, dopo aver sostenuto per tanti anni questa opera, ora vi risiede, continuando ad apportarvi il suo apprezzato sostegno. La vostra Istituzione, con i centri di solidarietà per i cerebrolesi più gravi, costituisce davvero un "inno alla vita", alla vita che è dono della bontà di Dio... anche quando è segnata dalla sofferenza e da tante dolorose infermità.

Come tale, allora, essa va accolta ed onorata, come tale va sorretta ed incoraggiata, difesa ed aiutata ad esprimersi in pienezza, nella propria irripetibile pienezza. Voi, cari bambini, costituite il tesoro prezioso di questa Casa e vostro è il regno dei Cieli. Gesù dice nel Vangelo: "Chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me". Voi genitori, nella struttura aperta di questa Casa potete trovare l'aiuto indispensabile per essere, in modo adeguato, con pazienza e fiducia, i primi educatori dei vostri figli. Voi, operatori, e voi, amministratori, vi sforzate, con i benemeriti Presidenti di questa opera, di mettere in atto le vostre capacità mediche, pedagogiche e spirituali con generosità e competenza, al fine di aiutare quanti sono affidati alle vostre cure a raggiungere il massimo del loro possibile sviluppo intellettuale e personale. Vi preoccupate anche del loro necessario inserimento nella società, perché non si sentano isolati né emarginati.


2. Come non rendere grazie al Signore, insieme a voi, per questa Istituzione, sorta grazie ad una vostra concittadina, la quale ha dedicato la vita alla difesa e alla promozione della dignità dell'uomo, in special modo dei più piccoli, dei più indifesi, dei più bisognosi? Si è occupata soprattutto di quelli che una certa moderna concezione della società tende ad ignorare e a rifiutare. A fondamento della sua opera, Vittorina Gementi - è questo il suo nome - ha voluto porre sempre la preghiera. Per questa convinzione ha voluto associare alla sua attività la presenza silenziosa delle Clarisse, che, totalmente distaccate dal mondo, si dedicano alla contemplazione di Dio. Ha, inoltre, desiderato che la "Casa del Sole" fosse un luogo sempre più rispondente alle esigenze dei piccoli ospiti. In una terra come quella mantovana, attiva, operosa, produttiva, in cui il benessere diffuso rischia di condurre la gente all'indifferenza, all'individualismo, la "Casa del Sole" può rappresentare un significativo stimolo a valorizzare appieno alcuni valori ideali e spirituali fondamentali, quali la generosità benefica, la disponibilità alla condivisione, l'attiva solidarietà, ed un'attenzione disinteressata da parte delle pubbliche Istituzioni verso i "deboli", i poveri.


3. Nel nostro tempo c'è bisogno di seminare a piene mani la speranza, una speranza concreta, fondata, sulla fiducia in Dio, il quale non abbandona mai i suoi figli.

Una speranza che si nutre di gesti quotidiani. E questa vostra Casa deve diventare sempre più una casa di speranza. Non soltanto per i bambini che vi sono ospitati e per le loro famiglie, ma per l'intera società mantovana. Ecco il mio augurio, ecco anche il significato del mio breve, ma cordiale passaggio tra voi.


4. La fondatrice della "Casa del Sole" per ben tre volte accompagno i bambini a Roma perché incontrassero il Papa. Questa mattina ho voluto sostare qui, quasi per ricambiare quelle visite e per incoraggiare coloro che attualmente continuano la sua opera, a farlo con lo stesso spirito e con pari tensione morale. L'amore di Dio sia sempre ardente nel vostro animo, perché il vostro servizio risulti generoso ed efficace. Spetta a voi - alle famiglie dei bambini, agli amministratori, agli operatori, agli amici, ai volontari - mantenere viva l'attività avviata. Tocca a voi testimoniare che la vita va amata, accolta e tutelata. Sarete, in questo modo, artefici della "civiltà dell'amore", di quella civiltà fondata sull'accoglienza, la misericordia e la carità. Vi aiuti in tale impegno San Luigi Gonzaga, testimone esimio del generoso servizio ai sofferenti.

Egli, che amo i poveri e i malati così da sacrificare la sua giovane vita, vi illumini, vi sostenga, vi accompagni con il suo esempio, la sua bontà e la sua intercessione. Con questi voti, vi assicuro il mio ricordo nella preghiera e vi imparto con grande affetto una particolare Benedizione. Dopo aver impartito la Benedizione Apostolica, Giovanni Paolo II rivolge ancora un saluto e un ringraziamento a tutti i presenti. Queste le sue parole. Vorrei ringraziarvi per questa visita che mi avete offerto la possibilità di fare. Non posso trovare altra parola se non questa: un Santuario. Qui non si può capire niente senza questa parola senza questa dimensione della preghiera. Tutto si capisce con la preghiera; senza la preghiera non si capisce niente. Allora, vi lascio questa mia ultima parola come segno della mia spirituale presenza, della mia profonda esperienza vissuta qui fra voi e chiedo al Signore che questa esperienza vissuta dal Papa rimanga per voi anche come un povero dono del pellegrino.

Data: 1991-06-23
Domenica 23 Giugno 1991

L'omelia pronunciata durante la messa in Piazza Sordello - Mantova

Titolo: L'umanità ha bisogno di gente dalla fede indomita, dalla speranza piena di gioia, dalla carità senza soste




1. Le letture dell'odierna liturgia presentano davanti agli occhi della nostra anima tre immagini che si completano e si spiegano a vicenda. Tutte e tre si applicano ad un uomo per il quale la conoscenza di Gesù Cristo è il valore supremo: San Luigi Gonzaga! Ecco l'uomo di cui la Chiesa celebra il 400 anniversario della morte e che la vostra Città considera giustamente come "il suo Santo". Ecco la ragione per cui sono oggi vostro ospite e vi ringrazio per l'invito, che mi ha permesso di saldare un particolare debito di gratitudine verso questo Giovane di Mantova, che sopra ogni cosa ha apprezzato il valore della conoscenza di Gesù Cristo. In un grado tale da essere pronto a considerare come una perdita tutto ciò che non lo avvicinava a Cristo.


2. La prima immagine ci viene dal Vangelo ed è quella di un uomo che cerca: il ricercatore di un tesoro nascosto in un campo, un ricercatore di perle preziose.

Il linguaggio della parabola ci invita a considerare il Regno di Dio, che è simile a un tesoro nascosto in un campo, simile anche a una perla preziosa che un uomo ricerca. In entrambi i casi il ricercatore del Regno di Dio è pronto a pagare il prezzo più alto, per il bene che ha trovato: "va, vende tutti i suoi averi e compra..." il campo dove era nascosto il tesoro, oppure la perla: la perla di grande valore, che ha cercato. Queste concise parole del Vangelo - come sappiamo - si riferiscono anche a San Luigi - uomo che fin dalla giovinezza è alla ricerca del Regno di Dio, quale Bene supremo. Lo cerca per mezzo della ragione, lo cerca attraverso la volontà ed il cuore, pronto a pagare un prezzo supremo per il Bene Supremo. Per lui la conoscenza ed il possesso di Gesù sono veramente i valori più grandi, da anteporre ad ogni altro bene. Non esiste sacrificio, che Luigi non abbia compiuto "al fine di guadagnare Cristo e di essere trovato in Lui". Perdendo se stesso, ha ritrovato se stesso - perché tale è la legge del Vangelo.


3. La seconda immagine ci viene dall'Antico Testamento: "un albero piantato lungo il fiume, stende verso la corrente le radici". Si tratta di un albero fruttuoso che cresce e non smette di produrre frutti. Non cessa di produrre frutti nemmeno nel tempo della più torbida siccità; le foglie rimangono sempre verdi. Dove si trova il segreto della vitalità di quest'albero? Non si trova forse nella sorgente nascosta di acqua viva?Forse, proprio riferendosi a queste parole dell'Antico Testamento, Gesù diceva: "chi ha sete venga a me e beva". Cristo, è l'invisibile sorgente, che assicura abbondanza di fiori e di frutti ai cuori degli uomini, ed alle loro esistenze. Questo sperimentano coloro che cercano il Signore! Sperimentano nella vita che cosa significa "lasciar perdere tutte queste cose... al fine di guadagnare Cristo e di essere trovato in Lui". Non si tratta soltanto di conoscere Cristo dal di dentro; si tratta di "essere trovato in Lui": affinché Egli diventi la vita dell'anima umana. In tal modo, Dio "che prova il cuore", che prova l'intimo dell'uomo, ritrova in noi il Suo Figlio amato, e ritrova noi in Lui. così, le nostre opere diventano come l'albero piantato lungo la sorgente dell'acqua.


4. La terza immagine non è solo un paragone, ma la realtà stessa della fede, della vita della fede. Attraverso la fede in Cristo ogni credente è chiamato a prendere parte, in modo sempre più pieno, a tutto il mistero salvifico di Cristo: alle sue sofferenze e alla potenza della sua risurrezione. Mistero salvifico, sorgente della giustizia, che solo da Dio può venire! L'uomo non è capace da se stesso di rendere giustizia né di essere giusto davanti al Signore. La giustificazione deve venire da Dio, deve venire da Dio per penetrare nella storia dell'uomo. I Santi danno la testimonianza "matura" di questo mistero della salvezza, perché sono abbracciati dalla potenza della croce e permeati dalla luce della risurrezione.

Procedono nella vita in questa potenza e in questa luce, conformando se stessi al Redentore crocifisso e risorto. Dalla vita divina che si manifesta nella morte e risurrezione del Figlio di Dio, zampilla - come da una sorgente vigorosa - la speranza: "diventandogli conformi nella morte... giungeranno alla risurrezione dai morti". La speranza dei Santi "è piena di immortalità".


5. Giorno di speranza è pertanto quello odierno che ci vede tutti raccolti nel ricordo del giovane Luigi, "pieno di immortalità". Nel clima di intensa comunione spirituale, che caratterizza la nostra celebrazione eucaristica, saluto il vostro Pastore e tutti i Presuli della Regione lombarda con in testa il Cardinale Arcivescovo di Milano. Saluto il Padre Hans-Peter Kolvenbach, Preposito Generale della Compagnia di Gesù, la famiglia religiosa alla quale apparteneva il vostro Santo conterraneo. Indirizzo un grato pensiero al signor Sindaco, alle Autorità amministrative e politiche ed a tutti coloro che hanno collaborato alla riuscita della celebrazione odierna. Tutti ringrazio di cuore. Saluto il clero, i religiosi, gli appartenenti alle associazioni dei laici attivamente impegnati nell'evangelizzazione. A ciascuno di voi, validi e coraggiosi testimoni della salvezza donataci da Dio e che per mezzo della fede diventa nostra eredità, rivolgo un invito pressante e fiducioso: Testimoniate la fede, la speranza e la carità, con forza, con decisione, con coerenza! Testimoniate che soltanto in Cristo l'uomo può trovare il vero tesoro, la perla preziosa, la ragione vera e definitiva di tutta la sua esistenza. Testimoniate quella che era l'esperienza di tutta la vita del vostro conterraneo San Luigi Gonzaga. Annunciate il Vangelo, come coloro che hanno riconosciuto in Gesù la mèta del proprio destino e la ragione di ogni loro speranza. Testimoniate questa fedeltà a Cristo ovunque! Trasmettetela ai vostri figli insegnando loro ad apprezzare i veri valori, quelli autentici sui quali si possono costruire la solidarietà e la giustizia e che attingono la loro forza rinnovatrice alle sorgenti della parola di Cristo. Fatevi apostoli del Vangelo fra coloro che ancora non lo conoscono in profondità! Manifestate, con l'esempio, il valore prezioso dell'ordine morale ispirato alla parola ed alle norme del Redentore.


6. Quanto grande è il bisogno dell'umanità di incontrare uomini e donne di incrollabile fede! Siete voi queste persone dalla fede indomita, dalla speranza piena di gioia, dalla carità senza sosta! Voi, giovani, potete trovare in san Luigi, vostro coetaneo, un incoraggiante modello di santità. Potete ispirarvi a lui, voi, ministri dell'altare, voi anime consacrate, scelte dalla Provvidenza divina per una missione di più profonda responsabilità nel vasto campo dell'apostolato. Potete attingere serenità e pazienza dal suo esempio voi, sofferenti, che fecondate con il dono del dolore offerto al Signore il cammino dell'Evangelizzazione. Invocate l'aiuto di san Luigi, voi, famiglie cristiane, "santuari della vita", luoghi in cui la vita, dono di Dio, può essere adeguatamente accolta e protetta contro i molteplici attacchi a cui è esposta e può svilupparsi secondo le esigenze di un'autentica crescita umana. Il futuro della Comunità mantovana, della Chiesa, del mondo, passa, attraverso il recupero del ruolo guida nella società da parte della famiglia. E' nella famiglia che può maturare il seme della fede come nel suo terreno naturale. Luigi Gonzaga imparo le "regole" della sua corsa verso la "mèta" e della sua ricerca del tesoro prezioso proprio da sua madre. E' questa madre che noi vogliamo anche venerare oggi, ricordando il centenario della sua morte e della sua santificazione. Voi famiglie avete il dovere di accogliere ed arricchire il patrimonio morale della vostra secolare tradizione cristiana. Riconquistatelo per voi stessi e per gli altri.

Liberate il progresso economico dai rischi dell'egoismo che lo mortificano.

Condividete, piuttosto, con la generosità che sempre vi ha contraddistinti, i vostri beni con quanti ne hanno bisogno e domandano aiuto.


7. Carissimi fratelli e sorelle, oltre le immagini cui sopra ho fatto riferimento, ce n'è ancora un'altra che - si potrebbe definire - specificamente paolina.

Eccola: il Santo - e la santità è la vocazione di ogni cristiano - è simile a colui che gareggia e che corre negli stadi. E' l'immagine dell'uomo in movimento, "movimento" interiore dello spirito umano che la conoscenza di Gesù Cristo rende più agile e spedito verso la "mèta" della perfezione. "Fratelli - scrive l'Apostolo - io non ritengo ancora di essere giunto, questo soltanto so: dimentico del passato e proteso verso il futuro, corro (così! corro) verso la mèta per arrivare al premio che Dio ci chiama a ricevere nel cielo, in Cristo Gesù... Non pero che io abbia già conquistato il premio o sia ormai arrivato alla perfezione; solo mi sforzo di correre per conquistarlo, perché anch'io sono stato conquistato da Gesù Cristo". Dobbiamo domandarci: ed io? io chi sono? io... sono stato conquistato da Gesù Cristo?Guardate a Maria, che qui invocate come Madre e Regina delle Grazie. Guardate ai Santi, in particolare oggi a Luigi Gonzaga, vostro celeste Patrono. Uomo... cristiano... santo, tutto conquistato da Gesù Cristo.

Tutto e per sempre! Amen!

Data: 1991-06-23
Domenica 23 Giugno 1991

La riflessione prima della recita dell'"Angelus" - Mantova

Titolo: Mantova: una città in cui tutto parla di Maria




1. "Il regno dei cieli è simile ad un tesoro nascosto in un campo" così Gesù parla del Regno di Dio nel testo evangelico che l'odierna liturgia ci ha poc'anzi proposto. Chi lo trova vende tutto per acquistarlo, tutto abbandona per entrarne in possesso. Carissimi fratelli e sorelle, il pensiero va immediatamente a san Luigi Gonzaga, e all'esempio che egli ci ha lasciato. Commemorandone ieri, a Castiglione delle Stiviere, il IV Centenario della morte, ho ricordato che la vita di san Luigi fu pienamente realizzata perché vissuta in totale e costante fedeltà verso Dio, nel generoso compimento della volontà divina. La sua esistenza fu un "si" a Cristo senza riserve, rinnovato nella gioia e nel dolore, imitando Maria, la Vergine dell'Annunciazione.


2. Come non pensare che già all'età di 10 anni, nella Chiesa dell'Annunciata a Firenze, egli offri tutto se stesso a Dio? Il "Fiat" di Maria divenne il suo "Fiat"; si affido interamente alle sue cure di Madre e, quale figlio obbediente, ne segui le tracce con umiltà e docile abbandono. Maria, Vergine Madre di Dio, mai nessuno è ricorso invano al tuo aiuto! Lo testimoniano i segni del tuo provvidenziale intervento nel popolo cristiano. Parla di te la pietà popolare così radicata e forte anche qui a Mantova, dove, secondo un'antica tradizione, sarebbe nata la pratica del "mese di maggio". Lo provano i santuari, le chiese e le cappelle, che in queste contrade sono state innalzate numerose in tuo onore. Tra questi eloquenti monumenti di una secolare devozione si distinguono la Cappella della Beata Vergine Incoronata nella Cattedrale di Mantova; il Santuario della Beata Vergine delle Grazie; e quello della Madonna della Comuna, presso Ostiglia.

E, nell'ambito della Diocesi, i Santuari della Madonna della Pieve, presso Cavriana; della Madonna del Dosso, presso Casalmoro; della Madonna della Possenta, presso Ceresara; della Madonna della Malongola, presso Casalromano.


3. Parla di Maria anche il "Palazzo della Ragione" con questa antica Torre dell'Orologio, in cui è collocata la statua dell'Immacolata. E' proprio da qui che mi rivolgo a voi. Allargando lo sguardo da questa storica Piazza delle Erbe all'intera città, il pensiero si rivolge a tutti voi, cittadini di Mantova e della diocesi mantovana, per ricordarvi che la vostra quotidiana esistenza è accompagnata e segnata dalla protezione della Madre di Dio. Maria veglia sulle vostre famiglie, sulle vostre occupazioni. Veglia su coloro che ogni giorno convengono in questa piazza anche dal contado per le loro attività lavorative e commerciali. Maria benedica soprattutto chi soffre! Penso agli ospedali, agli Istituti Geriatrici, alla Casa circondariale ed alle molteplici istituzioni assistenziali della vostra Città e provincia. Estendo questi stessi sentimenti di solidarietà alle famiglie provate da qualsiasi forma di sofferenza. Ricordo, tra l'altro, quanti giungono per migrazione forzata da altri Paesi in questa terra mantovana e proprio in questa piana. Invito tutti, con la preghiera dell'"Angelus", a rivolgere fiduciosi gli occhi verso Maria, la quale non cessa di mostrarsi Madre "in questi anni difficili per la Chiesa, per ciascuno di noi e per l'intera umanità".

(Dopo la Benedizione Apostolica, il Santo Padre pronuncia le seguenti parole:) Città di Mantova, Chiesa di Mantova, la Chiesa in tutto il mondo ti ringrazia per questo giovane, Luigi Gonzaga, un Santo.

I giovani di tutto il mondo ti ringraziano per questo giovane, che ha mostrato la strada. I giovani che si preparano a questa Giornata della Gioventù in Polonia, presso Jasna Gora, a Czestochowa, ringraziano te, Mantova, per aver dato loro questo Patrono del loro pellegrinaggio giovanile, del loro pellegrinaggio con Cristo nella Chiesa per il mondo. Ed io mi faccio voce di tutti questi giovani del mondo, della Chiesa universale, per ringraziarti, Chiesa di Mantova, Città di Mantova!

Data: 1991-06-23
Domenica 23 Giugno 1991

L'incontro con i lavoratori, con gli imprenditori e con i dirigenti della provincia mantovana - Mantova

Titolo: Riscoprire il valore dell'interiorità per recuperare l'irrinunciabile dimensione umana nel mondo del lavoro

Cari amici!


1. Sono lieto di rivolgere un cordiale saluto a tutti voi, che rap presentate le molteplici realtà sociali e imprenditoriali mantovane. Saluto attraverso di voi le varie categorie di lavoratori e i loro sindacati, le Associazioni cristiane che operano nel mondo del lavoro e la Consulta diocesana per la pastorale sociale e lavorativa. Rivolgo un deferente pensiero alle Pubbliche Autorità ed ai rappresentanti delle Istituzioni amministrative e politiche, le quali non hanno voluto mancare a quest'appuntamento, che ha luogo proprio nella zona industriale della vostra Città. Ringrazio, poi, quanti, poc'anzi, prendendo la parola si sono fatti interpreti dei vostri comuni sentimenti e mi hanno informato circa i progetti e le difficoltà che il mondo del lavoro incontra qui a Mantova. E' per me una grande gioia incontrarvi in occasione di questa mia visita pastorale alla Chiesa mantovana, nel IV centenario della morte di San Luigi Gonzaga, vostro esemplare concittadino nonché celeste Patrono. Mi preme di sottolineare subito che esiste un rapporto diretto tra il presente significativo incontro e la solenne commemorazione di questo giovane santo, vostro conterraneo. Egli, vissuto quattro secoli fa, potrebbe sembrare, a prima vista, distante dalle vostre odierne quotidiane preoccupazioni, come pure dalle realtà sociali che qui si trovano rappresentate. Eppure non è così. Originario di una delle famiglie nobiliari che formavano la storica e possente stirpe dei Gonzaga, non è, infatti, Luigi un testimone validissimo delle vere priorità che un uomo e una donna devono riconoscere per restare fedeli alla propria vocazione umana e cristiana?Egli, in quanto primogenito ed erede del marchesato, avrebbe potuto seguire la tradizione del suo casato. Scelse, invece, di entrare nella Compagnia di Gesù; rinuncio a tutto, mostrando in modo eloquente che le autentiche ricchezze e i beni che valgono sul serio sono ben altro che gli onori e i privilegi mondani. Il vero bene consiste nel servire Dio e i fratelli, nell'operare per il conseguimento della vita eterna. Per questo Luigi preferi la povertà alla ricchezza, la castità ai piaceri terreni, l'obbedienza umile e semplice al potere sugli altri. Mori, ricordiamolo ancora una volta, vittima della peste, che aveva contratto servendo gli ammalati in un ospedale di Roma. Nella sua vita e nella sua morte Egli ci appare, così, come l'incarnazione fedele della parola del Vangelo: "Che giova all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde la propria anima?".


2. Il vostro impegno, cari Amici, è di produrre ricchezze per accrescere il benessere della comunità, alla quale appartenete. Nell'attuare questo vostro compito, sappiate ispirarvi all'esempio di San Luigi, traendo dalla sua esperienza alcuni fondamentali criteri etici, che si rivelano indispensabili per il retto dinamismo della vita economica. Indubbiamente il profitto è uno degli scopi principali di ogni attività economica: "La Chiesa ne riconosce la giusta funzione...", ho scritto nell'Enciclica "Centesimus Annus". "Quando un'azienda produce profitto, ciò significa che i fattori produttivi sono stati adeguatamente impiegati ed i corrispettivi bisogni umani debitamente soddisfatti. Tuttavia, il profitto non è l'unico indice delle condizioni dell'azienda". Si applica qui, nel contesto della realtà lavorativa odierna, quanto il Signore ci insegna nel brano evangelico poc'anzi citato e di cui San Luigi ci ha lasciato una chiara testimonianza. La vita degli uomini, la loro anima e il loro corpo, sono beni più preziosi di ogni forma di accumulazione di ricchezza. A che serve allora ammassare beni materiali in quantità sempre maggiore, se l'azienda stessa, che è una "comunità di persone", rischia di perdere la propria anima, la propria vera identità?


3. Ad un livello più profondo, la scelta radicale di San Luigi non ci invita forse a fermarci un istante, nel frenetico accavallarsi delle nostre attività, per cercare di capire meglio il valore dell'interiorità? Si tratta, nel caso vostro, di riappropriarsi dell'irrinunciabile dimensione umana sia dell'imprenditoria, nelle sue molteplici forme, sia del lavoro dipendente nelle sue svariate espressioni. L'esistenza dell'uomo non può esaurirsi nelle attività materiali e lavorative, siano pure interessanti ed appassionanti. Esse sono necessarie per il sostentamento personale e familiare e per lo sviluppo delle capacità ed attitudini personali in vista del benessere comune. Tuttavia, se tutto ciò è necessario, e quindi in sé buono, quale senso veramente umano potrebbe avere la vita di un uomo o di una donna se la loro identità personale e familiare, culturale e religiosa, fosse, per così dire, divorata dalla tirannide delle esigenze economiche?E' vero che l'analisi e la fondazione marxista dell'alienazione si sono dimostrate false; ma "l'alienazione, con la perdita del senso autentico dell'esistenza, è un fatto reale anche nelle società occidentali". L'attenzione alle priorità trascendenti dell'essere umano, che traspare nelle scelte di San Luigi, sia a voi di insegnamento e di stimolo per difendervi dal rischio di cadere vittime di altri tipi di alienazione, che, anche dopo il crollo di certe ideologie, rappresentano pur sempre una costante minaccia per l'umanità del nostro tempo.


4. La preoccupazione per l'etica nel mondo degli affari, oggi da molti fortemente avvertita, potrebbe essere probabilmente un segno di questo profondo bisogno di interiorità. L'uomo e la donna, consapevoli della loro dignità, non possono accettare un'attività economica fine a se stessa, che si mostri insensibile allo sfruttamento dei più poveri e alle gravi minacce ecologiche provenienti dall'inquinamento atmosferico e dall'impoverimento dei beni ambientali. Il ricupero di una "interiorità" degna di questo nome non può, inoltre, non implicare la dimensione religiosa. La fede nel mistero divino, rivelatosi in Gesù Cristo e comunicato a noi nello Spirito Santo, fornisce al credente la salda e permanente motivazione per le sue scelte etiche, anche in campo economico. Egli, infatti, commisura tutto a Dio, quale ultimo termine di riferimento. La vita di San Luigi Gonzaga è stata al riguardo un esempio eloquente; egli ha sempre operato ponendo Dio al primo posto, ha cercato la sua volontà ed ha servito il suo amore in ogni terrena vicenda.


5. Cari Amici, questo incontro con voi mi ha offerto l'opportunità di conoscere e apprezzare l'intera realtà imprenditoriale e lavorativa di questa vostra Terra, dove, accanto all'agricoltura, sono venute sviluppandosi in numero crescente aziende artigianali e piccole e grandi industrie. Fiorisce il commercio, cresce lo sviluppo del reddito lordo e si diffonde il benessere in ogni fascia sociale. So che lavorate uniti, con quella tenacia e inventiva che vi contraddistinguono. Mi complimento con voi per questa unità nella diversità, la quale, sono certo, è la conseguenza di una vostra scelta matura, ormai istituzionalizzata, che si esprime nell'Assemblea Unitaria del mondo del lavoro mantovano. So che siete arrivati ad un tale traguardo attraverso il generale convincimento che il bene particolare, il bene cioè di ciascun ambito della vita economica, si realizza meglio se tutte le componenti sociali operano in vista del bene comune. Com'è noto, il bene comune non consiste nella semplice somma o aggregazione dei vari beni parziali, né nel sacrificare il bene di una parte in favore del bene di un'altra, anche se questa è più potente e dotata di maggiori risorse. Il bene comune, per essere veramente comune, dev'essere in rapporto diretto con l'intera società e, di conseguenza, con quanto ciascuna delle parti sociali può pretendere secondo giustizia, senza pregiudizio di analoghi diritti ed esigenze delle altre. Come insegnava già Giovanni XXIII nell'Enciclica "Pacem in Terris", il bene comune consiste nel rispetto e nella promozione dei diritti di tutti, persone e gruppi intermedi, e nell'osservanza dei rispettivi doveri. Ora la vostra unità nella diversità, in quanto operatori e cooperatori economici di vario tipo e grado, sembra riflettere proprio una simile concezione. Ciascun vostro gruppo e ciascuna vostra associazione mantiene, infatti, la sua specifica identità nonché la sua piena autonomia di decisioni, ben consapevole che questa costituisce la necessaria condizione a che una tale unità nella diversità funzioni adeguatamente, anche in caso di eventuali controversie e conflitti. E' per questo che mi permetto di invitarvi ad approfondire la vostra peculiare esperienza alla luce della Dottrina sociale della Chiesa, di cui ho qui ricordato brevemente alcuni tratti. Questa vostra tipica esperienza potrebbe opportunamente servire, oltre che a voi, anche ad altri vostri colleghi e compagni in altre parti d'Italia e del mondo.


6. Cari Amici mantovani! Il Signore vi ha concesso una visibile prosperità. Fra voi non esistono, o almeno non hanno la stessa incidenza talune problematiche sociali che si registrano altrove. Sappiate attribuire tutto ciò più alla bontà del Signore e all'intercessione del vostro Santo patrono che ai vostri meriti; e così ringraziate l'Autore di "ogni buon regalo e di ogni dono perfetto". Quale migliore rendimento di grazie che rendere gli altri partecipi dei doni che vi sono stati elargiti? Aprite, perciò, i vostri cuori all'ampiezza del mondo e fate dell'esercizio della solidarietà con i vicini e con i lontani il vostro vero sacrificio di lode, come San Paolo diceva ai cristiani di Filippi. Che anche per voi, uomini e donne dell'imprenditoria e del lavoro di Mantova, la solidarietà sia "un profumo di soave odore, un sacrificio accetto e gradito a Dio". La Madonna, che voi venerate qui a Mantova sotto il titolo di Vergine e Regina delle Grazie, i vostri Santi patroni e, in particolare, San Luigi Gonzaga, vi aiutino sempre a cercare, al di là di ogni materiale successo, i beni spirituali imperituri. Vi aiutino a cercare Cristo, sorgente di ogni autentico progresso umano. Vi accompagno anch'io in questo vostro impegno con la mia Benedizione.

(Tralasciando il testo preparato, il Santo Padre si rivolge ai presenti con queste parole:) Carissimi fratelli e sorelle, Sono molto grato per questo incontro e la mia gratitudine è tanto maggiore quando sento, anche sotto questa tenda, il calore in cui vi trovate direttamente senza tenda. Sono venuto qui per celebrare il quarto centenario della morte di un giovane santo, San Luigi Gonzaga, che qui è nato ed è una gloria della vostra Chiesa e anche della vostra popolazione. Mi domando quante cose da quell'epoca, da quattro secoli fa, siano cambiate. Certamente non esistevano questi locali, queste costruzioni industriali, queste fabbriche; questo non esisteva. Ma certamente esisteva il "problema sociale". Esisteva anche la dottrina sociale della Chiesa, naturalmente in un altro contesto; questa esisteva dai tempi di Gesù Cristo, degli Apostoli e poi si è molto sviluppata nei tempi dei grandi Dottori, ma soprattutto, dei grandi Padri della Chiesa perché il problema sociale, il problema della giustizia ed ingiustizia sociale, i problemi della convivenza sociale, della famiglia, della società, dei popoli, della pace e della guerra esistono sempre. Allora questi problemi sempre erano un punto di riferimento per il Vangelo, per l'evangelizzazione, per la teologia. Certamente esisteva allora la dottrina sociale della Chiesa ma in un'altra formulazione, che non riguarda la sostanza. La grande Enciclica "Rerum Novarum" segna veramente il momento delle "res novae" della situazione nuova, e questa situazione nuova della società umana, specialmente la società occidentale ma non solamente questa, continua e noi siamo nel centesimo anno, ecco il titolo "Centesimus Annus", di quella novità che è di nuovo "nuova". Tutto questo nella forma attuale, nella forma del nostro secolo - quello che passa e anche quello che incomincia - non esisteva nei tempi di Luigi Gonzaga. Esistevano i problemi sociali, esistevano anche le ingiustizie sociali.

Ma che cosa esisteva certamente e che cosa è attuale? Esisteva la priorità dell'amore e in questo punto possiamo dire che San Luigi Gonzaga, pur essendo un santo di quattro secoli fa, è anche un santo della nostra epoca perché certamente la carità, l'amore, l'amore di Dio, l'amore del prossimo, la disponibilità a dare la propria vita per i fratelli, come lui ha dimostrato con la sua breve vita, tutto questo era attuale quattro secoli fa, dieci secoli fa, venti secoli fa, è attuale oggi e sarà attuale domani. E' un Santo che non è "fuori data", non è fuori contesto di questo nostro incontro. I contesti sono diversi materialmente ma il contesto essenziale, spirituale è lo stesso: è un eroe, una figura eroica della virtù cristiana della carità, che è pronto ad offrire se stesso per gli altri, e lui, un figlio della famiglia aristocratica anzi regnante in questa zona dell'Italia, in questa Mantova, lui è stato pronto come Cristo a diventare povero, a diventare umile servo dei più bisognosi, dei malati durante la peste in Roma. E' stato pronto a diventare servo, servitore dei sofferenti nella carità. Ha così manifestato la sua carità quattro secoli fa, e dopo quattro secoli questo è attuale come allora, come sempre. E così è anche attuale tutto quello che fa il nucleo proprio della dottrina sociale della Chiesa e del Vangelo. Quello che Paolo VI ha chiamato "civiltà dell'amore". Certamente il Santo Gonzaga, vostro conterraneo, è stato un protagonista della civiltà dell'amore nella sua epoca, e la nostra epoca in circostanze diverse ha anche bisogno di altri protagonisti, direi di altri "lavoratori" in questo grande progetto e attività dell'amore. Io devo ringraziarvi per l'accoglienza, per le presentazioni che ho potuto ascoltare.

A me sembra che qualche cosa di questa civiltà dell'amore venga realizzata nel vostro ambiente lavorativo tra imprenditori, lavoratori, lavoratrici; non possiamo dire che questo sia già perfetto ma è uno sforzo, è direi, un orientamento; forse in questo orientamento si realizza anche un germe di questo grande protagonista della civiltà dell'amore, quale è stato il vostro conterraneo Luigi Gonzaga, un aristocratico; noi oggi siamo abbastanza lontani da tale classe sociale; anche il Papa è di provenienza, diciamo, umile. Il Vangelo ha creato per tutte le epoche un progetto che non cambia, nel quale i veri "aristocratici" non sono né quelli della origine e del "sangue", né quelli dell'"avere", ma soprattutto quelli della virtù e della carità. Ecco l'aristocrazia evangelica: tutti i santi sono "aristocratici", sono i grandi spiriti aristocratici di Cristo e fra questi certamente si trova il nostro carissimo Luigi Gonzaga. Grazie per questo incontro.

Voglio offrirvi una benedizione conclusiva con la preghiera. Che Dio benedica le vostre famiglie e tutti quelli che appartengono alla vostra Comunità. Grazie!

Data: 1991-06-23
Domenica 23 Giugno 1991


GPII 1991 Insegnamenti - La visita all'Ospedale psichiatrico giudiziario - Castiglione delle Stiviere (Mantova)