GPII 1991 Insegnamenti - Alla popolazione durante la celebrazione mariana - Curtatone (Mantova)

Alla popolazione durante la celebrazione mariana - Curtatone (Mantova)

Titolo: "Comunità cristiana di questa nobile terra mantovana: metti in pratica la Parola in modo credibile e coerente"

Carissimi fratelli e sorelle! "Dio vide quanto aveva fatto ed ecco era cosa assai buona!".


1. così è scritto nel libro della Genesi. Sono le parole che mi ritrovo nell'animo mentre contemplo il maestoso paesaggio naturale che fa da sfondo a questa assemblea con cui si conclude il mio soggiorno nella vostra Terra. Soggiorno breve, ma quanto ricco spiritualmente! Ricco di incontri e di momenti di preghiera; ricco di fede e di fraterna comunione. Ed ora, raccolti su questo vasto prato del Mincio, dietro l'abside del santuario della Beata Vergine delle Grazie, a voi tanto cara, insieme ammiriamo il creato. Come non esclamare con san Luigi Gonzaga: "Tutto quello che Dio fa è tutto fatto bene". Ma gli occhi si soffermano soprattutto sullo splendido scenario umano costituito da voi, tutti, che non avete voluto mancare a questo importante appuntamento ecclesiale. Il cuore s'apre spontaneamente alla gratitudine verso il Signore: "Dio vide quanto aveva fatto"... "... tutto è fatto bene".


2. Mentre il giorno declina, veglia su di noi Maria, "la Donna vestita di sole", la Madre del Redentore, l'"icona" della Chiesa. Nel suo nome e nel nome di san Luigi Gonzaga vi saluto, carissimi fratelli e sorelle, e vi ringrazio per la presenza festosa e cordiale. Saluto il vostro venerato Pastore, Monsignor Egidio Caporello, ed insieme a lui i Sacerdoti, i Religiosi, i laici ed ogni componente della vivace comunità mantovana; saluto con affetto particolare gli ammalati; saluto voi, gente dei campi e dell'agricoltura; saluto le Autorità civili e militari presenti; saluto le famiglie e tutti gli abitanti di questa Terra e quanti sono venuti per la circostanza da altre località. Mantova, ti abbraccio con affetto. Segnata in profondità dalla fede dei tuoi Padri, prosegui il tuo cammino di impegno cristiano!Resta fedele all'insegnamento di sant'Anselmo da Baggio, tuo illustre patrono; segui l'esempio di san Luigi Gonzaga, esimio membro d'una Famiglia che tanta parte ha avuto nella tua storia; invoca la protezione di san Pio X, un tempo vescovo ed ora compatrono della tua comunità cittadina. Non arde in te il desiderio di professare, anche oggi, quella fede che ha contraddistinto le vicende del tuo passato e reso illustri i tuoi avi? Una fede che accompagni e corrobori il tuo tessuto sociale, ad iniziare dalla famiglia; una fede che soddisfi in pienezza i profondi interrogativi di ogni uomo e crei nella società spazi sempre più ampi di condivisione e di solidarietà.


3. Ragazzi e ragazze di Mantova, ed in particolare voi, che avete ricevuto di recente il Sacramento della Confermazione, investite la vostra esistenza nella generosa sequela di Cristo, "contestando", come fece san Luigi Gonzaga, la mediocrità e i falsi valori mondani. Aprite il cuore alla luce della verità. Voi adulti siate in ogni ambiente testimoni ed annunciatori del Vangelo: annunciate Cristo al mondo di oggi, ricco e "sazio" materialmente, ma spesso povero spiritualmente. Voi sposi e voi fidanzati, che vi preparate al matrimonio, pensate alla famiglia come ad una chiesa domestica, aperta alla vita e all'accoglienza.

Voi ammalati qui presenti, voi sofferenti, voi anziani offrite le vostre prove, talora particolarmente dure, quale prezioso contributo per la salvezza dell'umanità. Giunga a ciascuno il mio pensiero affettuoso. Giunga anche la mia gratitudine a voi volontari e a voi che operate nelle strutture sanitarie e assistenziali della Città. Servite sempre con premura chi soffre. Possiate trovare conforto e incoraggiamento per la vostra missione qui, ai piedi della Madonna delle Grazie, in questo Santuario, presso il quale alcune vostre organizzazioni sono solite radunarsi per gli annuali incontri di formazione spirituale.

Sperimenterete nel servizio la gioia di amare, condividendo le speranze e le ansie del prossimo, specialmente di chi è in difficoltà. E come non rivolgere un particolare saluto agli agricoltori in questa Terra dalle antiche tradizioni contadine? Voi, cari amici, avete saputo accogliere e trasmettere sempre con fedeltà il messaggio evangelico. Ti saluto, pertanto, con affetto, operoso mondo dell'agricoltura, così ben rappresentato - e in forma unitaria - dalle varie organizzazioni professionali e cooperativistiche. Facendo tua la dottrina sociale della Chiesa, espressa in vari documenti e specialmente nelle ultime Encicliche: la "Sollicitudo Rei Socialis" e la "Centesimus Annus", dà il tuo contributo alla realizzazione di una comunità umana improntata alla giustizia e alla solidarietà.

Difendi la dignità dell'uomo senza distinzione di razza e di cultura. Lascia, inoltre, che il buon seme della Parola di Dio cresca in te e porti frutti abbondanti di fede e di carità. Comunità cristiana di questa nobile Terra mantovana, il Vangelo è il vero ed imperituro patrimonio ideale che ti hanno trasmesso i tuoi Padri! Sii, perciò, una Chiesa che mette in pratica la Parola, che professa la fede cattolica in modo credibile e coerente! Nutrendoti alle sorgenti non inquinate della verità, annuncia il "Vangelo della carità", che "ha saputo scrivere in ogni epoca pagine luminose di santità e di civiltà". Esso costituisce, in effetti, un'eredità da "custodire, approfondire e rinnovare in docile ascolto del soffio dello Spirito, accogliendo con fiducia umile e generosa quella vocazione alla santità che è rivolta a tutti nella Chiesa".


4. Si delineano, dinanzi a tutti noi, nuovi traguardi nell'opera di evangelizzazione. Anche se ardua, la missione dei cristiani è sempre entusiasmante. Lo è in modo particolare in questo periodo, che ci conduce verso l'anno duemila. I Vescovi italiani, nel piano pastorale per questo decennio, invitano a "mettere sempre al primo posto, nell'opera di evangelizzazione e di testimonianza della carità, l'incontro con Dio e il dono dell'esperienza di Dio".

E' in lui, infatti, la sorgente della nostra speranza. Nel cammino verso il terzo Millennio dell'era cristiana, ci sostiene l'Eucaristia, centro vitale dell'assemblea dei credenti. E' dall'Eucaristia che traggono vigore le nostre forze. E' dall'Eucaristia che scaturisce "un impegno preciso per la comunità cristiana che la celebra: testimoniare visibilmente e nelle opere il mistero di amore che accoglie nella fede". La testimonianza! L'Eucaristia domanda coerenza di vita e dedizione apostolica. Spinge a calarsi nel territorio al servizio dei più poveri, ma invita anche ad allargare gli orizzonti dello spirito ai bisognosi del mondo intero per recare a tutti il messaggio della carità che rinnova l'esistenza.


5. Dalla carità, legge di vita della Chiesa, sgorga l'anelito ad un'effettiva solidarietà con chi soffre. può il cristiano, può la comunità ecclesiale non avere costantemente gli occhi aperti sulla sofferenza dei fratelli? Non è soprattutto verso i più bisognosi per malattia, per disagio, per difficoltà di inserimento sociale, per abbandono che i credenti debbono rivolgere la loro attenzione, imitando in ciò l'esempio di Gesù? Questo hanno fatto i Santi. Questo ha fatto san Luigi Gonzaga! La sua intercessione vi aiuti a divenire apostoli dell'accoglienza, della disponibilità e della misericordia. Ciò richiede un paziente allenamento spirituale ed una costante educazione alla responsabilità che valorizza ed incoraggia ogni vocazione particolare. Si tratta di porre i doni che Dio ci ha elargiti al servizio di tutti, facendo della Chiesa una comunità realmente missionaria. Il germe della vita divina ricevuto nel Battesimo matura così secondo i vari carismi personali e favorisce l'unità e la crescita della comunione nel popolo dei credenti. Oggi si fa sentire, in proposito, una nuova ed urgente esigenza educativa: quella di proporre ai giovani una maggiore robustezza nella loro testimonianza cristiana. Essi vanno aiutati ad accogliere la radicalità della vocazione battesimale e ad assumere con coraggio le responsabilità derivanti dalla loro fede. E' necessaria, a tal fine, per i giovani e per gli adulti una continua ed efficace azione formativa integrale, che li prepari a svolgere nell'ambiente d'ogni giorno un'incisiva azione evangelizzatrice. Occorre che giungano ad essere uomini e donne trasparenti e credibili in famiglia, nella società, nella politica, nella cultura e nel lavoro. Persone pronte a rispondere sempre "a chiunque domandi ragione della speranza" che è in loro. Le "scuole" del laicato, quali sono le associazioni e i movimenti ecclesiali, gli istituti e i corsi teologici, il tirocinio ecclesiale della catechesi, della liturgia, della carità potranno, al riguardo, offrire un significativo contributo. In queste vostre terre, in cui non manca il benessere, siete chiamati, come cristiani, a portare le ricchezze della fede ed a testimoniare i valori dello spirito. Siate, perciò, il buon seme gettato nel terreno; siate voi stessi fertile terreno; siate lucerna che, posta sul lucerniere, illumina tutta la casa.


6. Carissimi fratelli e sorelle, è certamente impegnativo il compito che vi attende. Non vi scoraggiate! Il Signore è con voi. Proseguite l'opera della nuova evangelizzazione con fiducia e costanza. Maria, Regina e Madre delle Grazie, vi protegge; i patroni sant'Anselmo e san Pio X vi aiutano; vi incoraggia in modo tutto particolare san Luigi Gonzaga. Egli ricorda: "Non basta essere ascoltatori!"; ed aggiunge: "Molte sono le virtù che piacciono agli Angeli santi e che essi desiderano vedere nelle anime nostre: la sobrietà, la castità, la povertà volontaria, le ferventi orazioni; ma soprattutto l'unione, la pace e la fraterna carità". Ecco la vostra concreta missione!Al termine del discorso il Papa aggiunge le seguenti parole. Prima di concludere, ringraziando tutti per la partecipazione e per l'entusiasmo e per i diversi doni, vorrei offrire un ringraziamento speciale ai rappresentanti del mondo agricolo per i doni che mi hanno presentato. Ma non sono in grado di portare questi doni a casa subito. Basta dire questo per apprezzare il valore di questi doni che il Papa non può portare con sé. Cosa sono? Quanto pesano? Quanto valgono? Grazie, carissimi fratelli e sorelle agricoltori della terra mantovana, per la vostra generosità, che dopo diventi la generosità del Papa verso i più bisognosi. E i mezzi di trasporto si troveranno. E all'ACR una buona parola perché si sono comportati abbastanza bene. così arriviamo alla conclusione, e la parola conclusiva è sempre la preghiera e dopo la preghiera una espressione della benedizione trinitaria di Dio stesso, che ci assiste e che vuole mostrarci la sua benevolenza benedicendo attraverso noi, suoi Ministri. E concludiamo la celebrazione benedicendo.

Data: 1991-06-23
Domenica 23 Giugno 1991

Al Centro italiano di solidarietà per la Giornata mondiale contro la droga - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: Una politica seria dello Stato per educare alla vita, al rispetto della persona e all'uso positivo della libertà

Carissimi giovani,


1. Con grande gioia e con profondo affetto vi accolgo in oc casione della "Giornata Mondiale contro la droga", indetta dalle Nazioni Unite per il prossimo 26 giugno. Saluto Don Mario Picchi, Presidente del "Centro Italiano di Solidarietà", il quale ha tanto auspicato questo incontro, che risponde peraltro al sentito desiderio del mio animo. Porgo a voi, cari giovani, ed ai vostri parenti e amici il mio saluto più cordiale. Vi esprimo pure vivo apprezzamento per questo vostro gesto di devozione e di ossequio, che dimostra la vostra stima e la vostra comprensione per quanto la Chiesa e i suoi sacerdoti compiono, insieme a molti laici qualificati e generosi, per venire incontro a tante situazioni drammatiche e dolorose, per alleviare tante pene e sofferenze, per aiutare tante persone e famiglie bisognose di sostegno e di conforto. Questa circostanza così significativa mi spinge ad estendere il mio saluto riconoscente ed il mio incoraggiamento a tutti coloro che in qualche modo sono impegnati nella lotta contro la droga e nell'opera di ricupero delle sue vittime.


2. La vostra presenza richiama l'attenzione su di un fenomeno che ha raggiunto purtroppo vaste proporzioni, ed incombe minaccioso su questo nostro secolo, così fortunato per le conquiste della scienza e del benessere, ma anche così tormentato per i falsi idoli dominanti. Sappiamo quali colossali proporzioni abbia assunto, oggi, il traffico illecito della droga: ne fanno prova i dati e le statistiche internazionali, che con la scarna eloquenza delle cifre delineano un quadro veramente drammatico. Pur riconoscendo la complessità del fenomeno e senza pretendere di fare un'analisi esauriente delle sue cause, a me qui preme sottolineare come alla sua origine vi sia spesso un clima di scetticismo umano e religioso, di edonismo, che alla fine porta alla frustrazione, al vuoto esistenziale, alla convinzione dell'insignificanza della vita stessa, al degrado nella violenza. Talvolta anche l'instabilità della famiglia è causa della tossicodipendenza, ma non sempre: molte famiglie infatti, che hanno cercato di educare nel modo migliore i propri figli, sono vittime innocenti del doloroso fenomeno.


3. Se non è difficile oggi descrivere la situazione della società contemporanea ed elencare le cause dei malesseri che la pervadono, difficile, invece, ne è la terapia. Indubbiamente è necessaria prima di tutto l'azione dello Stato, dato che il fenomeno coinvolge la vita pubblica. Si richiede, infatti, una politica seria, tesa a sanare le situazioni di disagio personale, familiare e sociale; un'educazione alla stima della vita e della salute; la formazione all'uso positivo della propria libertà e al rispetto della persona; l'iniziazione agli ideali della famiglia, dell'amore sincero e oblativo, della carità fraterna, del lavoro inteso come aiuto reciproco e sviluppo della società. Sono questi i mezzi di importanza fondamentale per frenare ed alla fine eliminare una così pericolosa piaga. Non si può moralmente accettare un comportamento che va contro il bene comune e attenta alla propria salute, sconvolgendo il proprio equilibrio mentale con gravissime conseguenze per sé e per gli altri. Il cittadino non può fare tutto ciò che vuole, specialmente se con certi comportamenti contribuisce all'aumento della criminalità e al degrado del costume. E' peraltro da tutti riconosciuto che il tossicodipendente è spesso più "vittima" che "reo". Egli è un ammalato, che porta su di sé le conseguenze di una educazione sbagliata o di un ambiente sociale deformato e deformante. Pertanto, l'opera del legislatore in proposito si prospetta quanto mai delicata e difficile. Si rende necessaria una costante campagna di sensibilizzazione dell'opinione pubblica ed una promozione della cultura verso i veri valori umani e religiosi.


4. Il credente, per parte sua, trova luce e sostegno nella Parola di Dio. Con la parabola del buon grano e della zizzania, Gesù ci avverte che la lotta tra il bene e il male durerà fino al termine della storia umana e che pertanto la zizzania non si può sradicare completamente dal campo delle vicende umane. Ma con questo Egli non ha inteso giustificare una fatale rassegnazione al male, ma rendere attivi e pugnaci contro di esso, non cedendo mai alla stanchezza ed alla demoralizzazione, non creando false utopie e confidando in successi troppo facilmente ottenuti.

Questo, cari giovani, avete esperimentato nella vita e questo deve ora farvi intrepidi e fiduciosi nella lotta contro il male. Le "Comunità Terapeutiche", purificando ed elevando l'anima, sono appunto come le oasi nel deserto della vita che guariscono il corpo, aiutano a combattere il male, che è dentro di noi e nell'umanità, e danno un significato all'esistenza ed alla storia. La "Parola di Dio" illumini e accompagni sempre il vostro cammino! Gesù, Divin Maestro, ci insegna che Dio è Padre ed è Amore, e perciò è misericordia e perdono e a tutti dà una missione da compiere: anche voi fate parte del Progetto divino e dovete realizzarlo con gioia e con amore! Abbiate fede e confidate specialmente nella preghiera!A voi, giovani, a coloro che vi hanno aiutato con la loro perizia e laloro amicizia, ai vostri familiari e parenti, imparto con affetto la mia Benedizione!

Data: 1991-06-24
Lunedi 24 Giugno 1991

Ad un gruppo di poligrafici spagnoli - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: La cultura sia sempre al servizio della persona e del bene comune

Distinti Signore e Signori, Mi è gradito salutare cordialmente il gruppo di impreditori appartenenti alla Federazione Nazionale dell'Industria Grafica, che hanno desiderato avere questo incontro con il Papa, per condividere le loro esperienze e desideri, e ricevere allo stesso tempo una parola di coraggio e di orientamento.

Dalla stampa della Bibbia di Gutenberg nasce quella che sarà la vostra attività lavorativa, arricchita costantemente dal progresso della scienza e della teconologia più avanzata per offrire alla società un migliore approccio alla cultura attraverso la diffusione della parola e dell'immagine.

Il vostro compito professionale è come un anello di tutta una catena produttiva che implica creatività, elaborazione, divulgazione; per questo, oltre che essere soggetta a delle normative di lavoro, deve essere guidata anche da principi etici, comuni al vasto ambito dei mezzi di comunicazione sociale con i quali si stabilisce una mutua dipendenza.

A questo proposito, i fedeli cattolici devono essere disposti a collaborare con gli altri uomini di buona volontà affinché la cultura sia sempre al servizio della persona e del bene comune, cercando di promuovere i valori morali e una società più giusta. Questi principi devono illuminare sempre la vostra attività professionale ed arricchire la mutua relazione con i tanti uomini e donne delle vostre aziende, al fine di creare con essi una autentica comunità di lavoro che sia fondata sulla partecipazione attiva e responsabile di tutti.

Prima di concludere questo incontro, vi prego di portare l'affettuoso saluto del Papa a quanti lavorano nelle vostre imprese, così come alle vostre famiglie mentre vi imparto la Benedizione Apostolica.

(Traduzione dallo spagnolo)

Data: 1991-06-24
Lunedi 24 Giugno 1991




Ai membri della "Riunione delle Opere per l'aiuto alle Chiese orientali" - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: "Spero un giorno di recarmi pellegrino in Terra Santa centro della storia e della geografia della salvezza"

Venerati confratelli nell'Episcopato e nel Sacerdozio, Cari membri ed amici della "Riunione delle Opere per l'aiuto alle Chiese Orientali"!


1. Vi porgo di cuore il mio benvenuto e ringrazio vivamente Monsignor Miroslav Marusyn, Segretario della Congregazione per le Chiese Orientali e Vice-Presidente della vostra "Riunione delle Opere per l'Aiuto alle Chiese Orientali" (ROACO) per le sue parole ora pronunciate a nome di tutti voi ed in particolare a nome del Signor Cardinale D. Simon Lourdusamy, al quale auguro una sollecita guarigione con l'assicurazione del mio costante ricordo nella preghiera. La vostra presenza è per me motivo di conforto, perché le Riunioni semestrali della ROACO e le vostre attività in genere, da oltre venti anni, sono sempre state centrate sull'approfondimento e la crescita della carità cristiana e della solidarietà umana. E di questo ringrazio particolarmente ciascuno e ciascuna di voi, come pure tutti coloro che sono da voi rappresentati.


2. Nel centenario dell'Enciclica "Rerum Novarum" e dopo la recente pubblicazione della "Centesimus Annus", stimo opportuno di proporre alla vostra riflessione alcune considerazioni, affinché ve ne facciate messaggeri. Come è noto, la Chiesa, specie negli ultimi decenni, ha seguito da vicino l'evoluzione della questione sociale per dare a tutti gli uomini di buona volontà, con la sua dottrina sociale, un orientamento sicuro nella soluzione dei tanti problemi che affliggono l'umanità. Oggetto della dottrina sociale della Chiesa è l'uomo inserito nella complessa rete delle relazioni sociali, ma il "senso" ultimo dell'uomo viene dalla fede rivelata da Dio. Infatti, come diceva Paolo VI, "per conoscere l'uomo, l'uomo vero, bisogna conoscere Dio". Oppure, come soleva dire Santa Caterina da Siena in una preghiera: "Nella tua natura, Deità eterna, conoscero la natura mia". La dottrina sociale della Chiesa, pertanto, appartiene al campo della teologia e specialmente a quello della teologia morale, che mirano alla vera libertà e al bene integrale degli uomini. Molti dei tentativi fatti per risolvere i problemi della convivenza umana, il più delle volte, nuocciono all'uomo stesso, soprattutto quando presuppongono la sua indipendenza da ogni legge divina. Proprio per questo, occorre che la Chiesa annunci con più forza all'uomo il messaggio salvifico di Dio, ne esalti la dignità e lo orienti sulla strada dei comandamenti dell'amore di Dio e del prossimo.


3. Nella mia sollecitudine e preoccupazione per tutte le Chiese, vi invito ad unirvi a me e ai cari Patriarchi Cattolici del Libano, per invocare dal Signore la sua particolare assistenza sulla prossima Assemblea Speciale del Sinodo dei Vescovi per il Libano. Tale Assemblea, che ho annunciato due settimane fa, ha una grande importanza per la Chiesa del Libano, tutti perciò devono sentirsi coinvolti e partecipi, affinché essa abbia un fruttuoso esito. Perseverate con me nella preghiera, affinché questa iniziativa porti i Padri Sinodali, i Sacerdoti, i Religiosi, le Religiose e i Laici libanesi alla riscoperta delle loro comunità e convinca anche i fratelli di altre religioni ad apprezzare questo sforzo mirante ad instaurare una società più fraterna e solidale nella collaborazione per la ricostruzione del Paese.


4. Accenno, infine, alla mia speranza che, un giorno, le circostanze mi permettano di recarmi come pellegrino a Gerusalemme, la Città Santa, per implorare ivi con i credenti ebrei, cristiani e musulmani una pace vera e duratura. Benedica il Signore la Terra Santa, che è centro della Storia e della Geografia della Salvezza e patrimonio spirituale di ogni cristiano, ma anche centro ideale che unifica tutte le vostre attività caritative e socio-pastorali. Non cessate di operare per quella Terra benedetta, dove l'amore di Dio si fece carne e prese dimora in mezzo agli uomini!In questo nobile impegno, vi soccorra Maria, la Theotokos, e vi assistano con la loro intercessione tutti i Santi. A tutti imparto la mia Benedizione.

Data: 1991-06-27
Giovedi 27 Giugno 1991

A giornalisti cattolici del Belgio - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: Chiedo per voi la grazia crescente di amare la Chiesa

Signor Presidente, Signore, Signori, Vorrei innanzitutto ringraziare il Signor Gleissner, nuovo Presidente dell'Associazione dei Giornalisti cattolici del Belgio, per le sue gentili parole, che esprimono i sentimenti di tutti nei confronti del Papa, e faccio voti per il felice compimento della carica che gli è stata assegnata.

Accogliendovi stamattina con piacere, mi sembra a proposito di notare che le Chiese locali, seguendo i Paesi nei quali sono radicate, hanno ognuna il loro modo di amare la Chiesa universale e di servirla. E' un po' come nelle famiglie umane, i bambini manifestano differentemente il loro affetto nei confronti dei genitori. Da più di un secolo, la stampa cattolica belga ha inventato e mantenuto ciò che voi chiamate "les Etrennes pontificales" ("le Strenne pontificali") che rappresentano una forma di obolo di San Pietro. E ogni anno, i responsabili dell'Associazione hanno la gentilezza di venire a consegnare personalmente questa magnifica offerta, nel periodo della festa dell'Apostolo Pietro. In ciò è più che evidente il simbolo ecclesiale del vostro cammino.

Siate una volta tra coloro che vengono ringraziati di più, voi e la folla dei "lettori-donatori", per le "Etrennes" del 1991.

Insieme, assolvete con intelligenza e con perseveranza il vostro ruolo di laici cristiani. Il Concilio, nella sua Costituzione dogmatica sulla Chiesa, ha saputo mettere in luce la condizione dei laici nel popolo di Dio e stimolarli a cooperare al progresso della Chiesa di cui essi sono membri viventi e attivi (cfr. LG 33). Se l'apostolato locale nelle vostre diocesi vi mobilita già ora - non esercitate la vostra professione di giornalisti cattolici in questo spirito? - voi sapete ugualmente mantenere in voi e nei vostri lettori la volontà di sovvenire con generosità ai bisogni della Sede apostolica di Roma, centro di unità e di animazione di tutta la Chiesa. La vostra colletta annuale è, da parte sua, una sorta di sfida a una parte dell'opinione pubblica che, mal consigliata, parla sempre delle "ricchezze del Vaticano". Non sa vedere che l'eredità del passato, d'altro canto non produttiva, che noi abbiamo il dovere di conservare come patrimonio culturale dell'umanità. In realtà, la vita della Sede di Roma e del suo Vescovo, Pastore della Chiesa universale, si svolge attraverso una trentina di organismi, diventati indispensabili al suo ministero di Successore di Pietro nei nostri tempi. Il lavoro considerevole che vi si compie a favore dei Pastori e dei fedeli del mondo intero chiede il loro sostegno. E' per questo che io apprezzo moltissimo, come i miei predecessori, gli sforzi permessi, sotto forme diverse, dalle Chiese, particolarmente per permettere al Pontefice romano e agli organismi centrali della Chiesa di compiere al meglio la loro missione dottrinale, pastorale e caritativa. Vi ringrazio di trasmettere questa visione della Sede Apostolica di Roma presso i vostri lettori.

Che il vostro soggiorno romano porti molto beneficio alla vostra vita nella fede, al vostro ruolo di laici attivi, alle vostre famiglie, alle vostre rispettive diocesi, ai vostri lettori. Io chiedo per voi tutti la grazia crescente di amare la Chiesa di oggi e di sempre, che, forte delle promesse di Cristo che dimora con lei fino alla fine dei secoli, desidera mettersi coraggiosamente al servizio dell'opera della Redenzione. Nel nome di Cristo Signore, vi benedico ed estendo questa Benedizione alla cara Associazione dei Giornalisti cattolici del Belgio, così come ai loro lettori ed agli amici dei loro giornali.

(Traduzione dal francese)

Data: 1991-06-27
Giovedi 27 Giugno 1991

Ai partecipanti alla XLII Sessione ordinaria dell'Unione Europea di Radiodiffusione - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: I presupposti etici della comunicazione sociale non possono essere asserviti alla logica di mercato

Signore, Signori,


1. Sono felice di augurarvi il benvenuto nella Sala del Sinodo, diventato per la circostanza la sede dei lavori della quarantaduesima sessione ordinaria dell'Assemblea generale dell'Unione Europea della Radiodiffusione. E vorrei innanzitutto ringraziare il Signor Albert Scharf, che da anni si dedica con devozione alla vostra Organizzazione, per le parole gentili che mi ha indirizzato nel nome di voi tutti.

Saluto i membri del Consiglio di Amministrazione, i Presidenti delle diverse commissioni, il Segretario Generale e i responsabili dei servizi permanenti dell'Unione. Rivolgo i miei saluti anche ai rappresentanti delle Unioni sorelle che fanno sentire nella vostra Assemblea la voce degli altri continenti del globo. Questo incontro non è il primo che mi è stato concesso di avere con l'Unione europea della Radiodiffusione; nel 1981, la Commissione radiofonica è stata l'ospite di Radio Vaticana e, nel 1984, fu la volta della Commissione Tecnica.

Ma quest'anno, per il sessantesimo anniversario della fondazione della "Radio del Papa", l'Unione Europea della Radiodiffusione ha voluto dare a questa commemorazione tutto il suo rilievo attraverso la sua presenza al più alto livello nella Città del Vaticano.


2. La Chiesa, com'è conforme alla sua missione, è particolarmente attenta al destino e alla dignità della persona umana. "L'uomo - ho scritto nella mia prima enciclica - è la strada della Chiesa". Questa stessa convinzione ha ispirato la compilazione della recente enciclica Centesimus Annus, nella quale ho rinnovato la presentazione della dottrina sociale della Chiesa alla luce dell'evoluzione che la situazione del mondo contemporaneo ha conosciuto. Da questo punto di vista, è facile comprendere la sollecitudine e l'interesse con cui la Chiesa considera l'insieme dei media che si sono ormai imposti nella vita quotidiana, esercitando un'influenza crescente sul pensiero e il comportamento dei cittadini.

Esprimendosi su questo fenomeno tipicamente moderno, la Chiesa non può tacere le domande di natura morale che esso suscita. Ma talvolta questi richiami alle regole morali che, in questo campo come in altri, la Chiesa rivolge ai responsabili, poiché si tratta per lei di un dovere al quale non può rinunciare, si presentano in una prospettiva unilaterale e incompleta. Succede inoltre che non si comprenda lo spirito nel quale essa esercita il suo ruolo di insegnamento: in effetti, essa agisce nel bene integrale dell'uomo. In altri casi, il suo monito è ben rispettato in astratto, ma è poi relativizzato o vuotato del suo senso concreto, perché non terrebbe conto della situazione dei media e delle leggi che reggono la loro azione.

La verità è diversa: non solo la Chiesa non ignora il "potere" che è nelle vostre mani, non solo tiene conto delle specifiche responsabilità di coloro che lavorano nel vostro settore, ma è anche cosciente delle difficoltà, dei limiti, delle condizioni alle quali voi siete sottomessi. La Chiesa sa e riconosce che, nel campo dei media, ci sono degli ambienti in cui le esigenze morali non sono prese in considerazione o anche sono messe in ridicolo, cosa che rende a volte molto difficile agire in tutta fedeltà alla propria coscienza.


3. In un tempo di grandi trasformazioni culturali, sociali e politiche sono apparsi per gli operatori del servizio pubblico di radiodiffusione dei nuovi problemi. Fino a questi ultimi anni, questo servizio è stato rispettato, e in un certo senso protetto, per la missione che gli era stata assegnata; attualmente deve entrare in competizione, su un terreno che si trasforma rapidamente in mercato. Ma se, nell'ambito della competizione economica, la malleabilità può essere di profitto, ciò può diventare pericoloso per un'attività come la comunicazione, così legata a dei fattori etnici, che non può essere ridotta puramente e semplicemente alla logica del mercato.

Nella situazione difficile che alcuni dei vostri Paesi conoscono a diversi livelli, i poteri pubblici sono chiamati a dar prova di una lucidità e di un'energia eccezionale per condurre il delicato periodo di transizione attuale.

Fortunatamente, malgrado le mancanze che persistono, sembra che oggi ci si orienti verso la realizzazione di sistemi misti più equilibrati, dove coesistano armoniosamente il servizio pubblico e le organizzazioni private, con un'equa ripartizione delle cariche e delle risorse, cercando innanzitutto l'interesse della comunità.

Ciò sembra tanto più necessario in questo periodo in cui, liberati dai sistemi totalitari, i Paesi dell'Europa centrale e orientale, che si sforzano di costruire una nuova società, si volgono verso l'Occidente nella speranza di trovare non degli esempi di competizione selvaggia, ma dei modelli di comunicazione degni di democrazie avanzate.


4. In tale contesto la Radio Vaticana continua ad operare oggi, con le sue caratteristiche e finalità specifiche. Costruita da Guglielmo Marconi e inaugurata dal mio predecessore Pio XI nel 1931, questa stazione opera al servizio della fede, dell'unità della Chiesa, e della pace nel mondo. I suoi mezzi sono limitati e mai sufficienti per la missione che essa è chiamata a compiere. Ma la sua propria esistenza e la sua costante presenza nel campo della radiodiffusione internazionale è la testimonianza dell'interesse della Chiesa di possedere i mezzi per proclamare, in completa indipendenza, il Vangelo, la Buona Novella di salvezza.

Nonostante la sua particolare natura, la Radio Vaticana appartiene alla vostra Unione come membro attivo e fondatore. Essa si sforza di collaborare in modo professionale con le varie agenzie membre, i vari corpi in cui l'Unione è divisa, ed in particolare con la Commissione radiofonica e la Commissione Tecnica.

Allo stesso tempo, volentieri riconosco che essa riceve moltissimo da voi, in scambi, assistenza ed esperienza in tutti i suoi campi di attività.

In particolar modo, desidero ringraziare tutte le agenzie di radiodiffusione che, nel corso dei miei viaggi apostolici, hanno coadiuvato la Radio Vaticana ed hanno fornito assistenza tecnica e professionale. Sono anche grato alle stazioni televisive e radiofoniche di molti Paesi che hanno portato il messaggio dei miei pellegrinaggi in diverse parti del mondo nel nome di Cristo e al servizio della famiglia umana.


5. Desidero incoraggiarvi nel vostro lavoro quotidiano. Comprendo che esso è difficile e complesso. Ma comprendo anche l'immenso bene che potete fare.

Sostenendo un nobile ideale di persona umana, potete essere estremamente efficaci nel costruire una civiltà realmente degna dell'uomo.

Esprimo la speranza che la vostra Unione uscirà da questa Assemblea Generale con un rinnovato senso di unità e impegno. Le associazioni come la vostra devono sempre stare attente a non permettere che interessi particolari adombrino il bene comune. Come servizio ad una informazione veritiera e ad un autentico sviluppo culturale, il mondo delle comunicazioni dovrebbe essere libero dal condizionamento di interessi settari e commerciali.

Lo scorso anno, nel quarantesimo anniversario della fondazione dell'Unione Europea della Radiodiffusione, voi avete riaffermato nel Marino Charter le vostre intenzioni di difendere il carattere etico del pubblico servizio della radiodiffusione e di impegnare l'Unione Europea della Radiodiffusione, nel compito di mantenere uno spirito di effettiva solidarietà tra i suoi corpi membri.

Questi traguardi richiedono una grande armonia all'interno della vostra organizzazione, soprattutto mentre vi state impegnando ora in una maggiore cooperazione con gli organismi attivi nel campo della televisione. Potete immaginare con quale soddisfazione io veda la realizzazione nel vostro settore di attività dell'unità culturale che risponde alle comuni radici dell'Europa ma che per decenni fu impedita da barriere artificiali.

Spero anche che mentre la vostra organizzazione cresce e si sviluppa nella solidarietà continuerete a rivolgere la vostra attenzione alle regioni in via di sviluppo anche fuori dall'Europa, dove il vostro aiuto può essere estremamente importante.

Che il Signore benedica i vostri sforzi e le vostre aspirazioni.

Sostenga il vostro lavoro quotidiano, protegga voi e le vostre famiglie e vi renda capaci di costruire un mondo che sia più giusto e più degno dell'uomo.

(I paragrafi 1, 2 e 3 sono una traduzione dal francese; i paragrafi 4 e 5 dall'inglese)

Data: 1991-06-28
Venerdi 28 Giugno 1991


GPII 1991 Insegnamenti - Alla popolazione durante la celebrazione mariana - Curtatone (Mantova)