GPII 1991 Insegnamenti - Angelus - Città del Vaticano (Roma)

Angelus - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: La testimonianza esemplare della Chiesa di Roma invita tutti i fedeli del mondo ad essere testimoni dei vero amore




1. Ricorre oggi la festa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo. E' festa celebrata, come sapete, dalla Chiesa universale, ma che con gioia tutta particolare e per un dovere specifico è ricordata da questa Chiesa di Roma, la quale dalla loro testimonianza cruenta ha tratto la propria origine. Se Roma ha motivo di rallegrarsi per l'onore che le deriva dalla gloriosa eredità apostolica, al tempo stesso essa deve pure sentirsi richiamata all'esercizio esemplare delle virtù cristiane per non deludere i fedeli che da ogni parte della terra guardano a lei.

L'odierna solennità diventa così celebrazione dell'unità del gregge di Cristo, che nella comunione con la Sede Apostolica Romana trova il criterio sicuro di permanenza nella genuina tradizione evangelica.


2. Di questa stessa comunione anche la schiera dei nuovi Cardinali, creati nel Concistoro di ieri, costituisce una manifestazione ed una conferma. Tra loro vi sono persone provenienti da ciascun continente: Presuli che hanno ben meritato della Chiesa nel servizio alla Sede Apostolica o nel ministero pastorale, ed hanno a volte pagato con gravi sofferenze la fedeltà alla loro missione. Nell'affidare alla Vergine Santissima i Neo-porporati e le loro Comunità, chiediamole di intercedere presso il Figlio suo, affinché tutte le famiglie dei popoli "in pace e concordia siano felicemente riunite in un solo Popolo di Dio, a gloria della santissima e indivisibile Trinità" (Cost. dogm. LG 69).

(Giovanni Paolo II ha poi salutato un gruppo dell'Azione Cattolica della diocesi di Milano con queste parole:) Saluto ora il numeroso gruppo di adolescenti dell'Azione Cattolica della diocesi di Milano, venuti a Roma per una solenne professione di fede sulla Tomba di San Pietro. Vi ringrazio per la vostra presenza e vi auguro che possiate progredire sempre più nel vostro cammino di fede, sull'esempio dell'apostolo Pietro, che non ebbe timore di confessare la propria adesione a Cristo fino a dare per lui la propria vita.

Data: 1991-06-29
Sabato 29 Giugno 1991

Angelus - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: La vocazione del cristiano è risposta all'amore di Cristo che ci ha amati e ci ama di un amore misericordioso

Carissimi fratelli e sorelle!


1. Durante il mese di giugno, che oggi si conclude, abbiamo avuto modo di riflettere sul mistero dell'amore di Dio, manifestato al mondo nel Cuore di Cristo; e proprio nel giorno della festa, abbiamo celebrato "le grandi opere" compiute da questo Cuore per noi. Sappiamo e crediamo che il Signore Gesù ci ha amati e ci ama di un amore eterno e misericordioso, e per questo ci colma di ogni dono di grazia. Oggi, nella preghiera dell' Angelus, vogliamo soffermarci a considerare la vocazione del cristiano come risposta a questo amore. Questa risposta si concretizza soprattutto attraverso la preghiera e la sofferenza riparatrice.


2. Il mistero della redenzione, che si realizza nella Croce, permane sempre vivo nella Chiesa, la quale è conscia che ciascuno dei suoi figli deve prender su di sé la sua parte di sofferenza per riparare, insieme con Cristo, i peccati del mondo.

Essa, pertanto, mentre annuncia all'umanità le ricchezze del Cuore di Gesù ed invita ad avvicinarsi con piena fiducia al trono della grazia per trovarvi aiuto al momento opportuno (cfr. He 4,16), chiede pure ai cristiani di condividere l'infinita carità del redentore e di partecipare alla sua opera per la salvezza del mondo. Quanti cristiani generosi, toccati da questo invito, hanno saputo e sanno offrirsi, in unione con Cristo, come vittime per la salvezza dei fratelli e completano nella propria carne quello che manca ai suoi patimenti, a favore del suo corpo che è la Chiesa (cfr. Col 1,24)! Il loro esempio, come percorre tutta la storia della Chiesa, così è tuttora valido e stimolante.


3. Possa questo breve accenno al precipuo significato che il Cuore di Gesù ha nell'economia della redenzione, portarci a comprender meglio il dovere della riparazione alle offese che si recano a Dio. La contemplazione del Cuore di Cristo, paziente e infinitamente misericordioso, ci sospinge verso quella superiore misura dell'amore che si esprime nella condivisione della sofferenza e nell'impegno dell'espiazione.

La Vergine Maria, presente ai piedi della Croce, è per tutti noi il modello più alto per la sua diretta partecipazione alla passione di Cristo, dal cui Cuore squarciato si riversa sul mondo la grazia che salva.

Data: 1991-06-30
Domenica 30 Giugno 1991

Messaggio per la scomparsa del Cardinal Lopez

Titolo: Pastore e amico della Arcidiocesi di Guadalajara

Appresa la notizia del decesso dell'amatissimo Cardinale Jose Salazar Lopez, offro ferventi suffragi per l'eterno riposo di lui che fu Pastore amico di questa Arcidiocesi di Guadalajara, alla quale si consacro generoso e con abnegazione durante i lunghi anni del suo ministero ecclesiale. Mentre esprimo il mio sentito cordoglio a Lei, al Vescovo Ausiliare, al Clero, alle Comunità religiose e ai fedeli di questa diocesi, e pregando trasmetto questi stessi sentimenti ai familiari del defunto Porporato, imparto di cuore a tutti la confortante Benedizione Apostolica.

Ioannes Paulus PP. II (Traduzione dallo spagnolo)

Data: 1991-07-01
Lunedi 1 Luglio 1991

Al Cardinale Cassidy - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: Lavorare per l'unione dei cristiani divisi

Caro Cardinale Cassidy, Sono molte le ragioni per cui questa visita, in compagnia dei Suoi parenti ed amici, molti dei quali vengono dall'Australia, è particolarmente piacevole. E' un'occasione per noi di condividere la gioia del suo ingresso nel Collegio dei Cardinali, e di assicurarla delle nostre preghiere per lei e per il suo generoso servizio alla Chiesa.

Per quasi quarant'anni lei è stato nel cuore della Chiesa, per così dire, servendo la Santa Sede come diplomatico in diverse parti del mondo. Lei ha sempre inteso la natura particolare della presenza della Santa Sede nella comunita internazionale come continuazione della missione della Chiesa di promuovere il pieno sviluppo degli individui e dei popoli, di difendere e proteggere la dignità e diritti umani e di tener viva la coscienza delle dimensioni etiche e morali di tutta la vita e l'attività umana.

Sono personalmente grato a Lei per la competenza e la dedizione con cui mi ha assistito nel ruolo di Sostituto alla Segreteria di Stato. Ora lei è mio vicino e responsabile collaboratore nell'adempimento dell'incarico che il Concilio Vaticano II ha affidato alla Chiesa, e al Papa in particolare, il dovere di lavorare saggiamente e instancabilmenteper l'unione dei cristiani divisi. Lei è chiamato a questo servizio in un tempo di cambiamenti radicali nel mondo, un tempo di nuove e non sempre facili sfide nel campo del dialogo e della comprensione tra i cristiani dell'Est e dell'Ovest. Ho piena fiducia che Lei continuerà ad aiutarmi in questo importante e delicato settore del mio ministero.

Con gioia invoco le benedizioni di Dio su Lei e su tutti i membri della Sua famiglia, e su tutti coloro che oggi sono qui con lei. Tramite lei invio uno speciale saluto alla Sua patria, l'Australia. Che Dio vi benedica tutti.

(Traduzione dall'inglese)

Data: 1991-07-01
Lunedi 1 Luglio 1991

Discorso ai Vescovi - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: La Chiesa vive sempre del ministero petrino e del carisma paolino dell'annuncio

La Chiesa vive costantemente dell'eredità di Pietro, che è il "ministero" (ministerium petrinum). E vive anche costantemente dell'eredità di Paolo, che è il particolare carisma della proclamazione del Vangelo"; "Noi tutti riuniti qui ci rallegriamo che in questa solennità romana sia presente, nella persona del Metropolita Bartolomeo di Calcedonia, il nostro fratello, il Patriarca Ecumenico Dimitrios I. Questa presenza ha per noi un'eloquenza particolare"; "Ci rallegriamo anche perché oggi l'antichissima Sede di Pietro si arricchisce di nuovi membri del Collegio Cardinalizio, i quali rappresentano in modo particolare il "ministerium petrinum" e partecipano ad esso non soltanto come elettori del successore di San Pietro, ma anche come il suo senato e consiglio, chiamati a una particolare partecipazione alla sollecitudine per la Chiesa universale"; "La gioia dell'odierna solennità trova la sua autentica espressione nell'antico rito del Pallio che i nuovi Metropoliti ricevono presso la tomba di San Pietro, in segno dello speciale legame che essi hanno con la Chiesa universale nella cura delle Chiese in tutta la terra.

Data: 1991-07-02
Martedi 2 Luglio 1991

Al Cardinal Ruini - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: La nuova evangelizzazione è il compito più urgente per la città di Roma e per l'Italia

Signor Cardinale, Sono lieto per questa Udienza, all'indomani della sua elevazione alla porpora cardinalizia, e rivolgo a Lei ed a tutte le persone che in questa circostanza L'accompagnano il mio più cordiale saluto.

Con gioia saluto S.E. Mons. Remigio Ragonesi, in rappresentanza dei Vescovi Ausiliari di Roma.

Saluto, inoltre, i suoi familiari, i Sacerdoti della Diocesi di Reggio Emilia e tutti i suoi amici, guidati dal Vescovo Monsignor Giovanni Paolo Gibertini e dal Vescovo emerito, il caro e stimato Monsignor Gilberto Baroni.

A tutti è noto quanto vicini al mio ministero petrino siano gli incarichi pastorali affidati a Lei, Signor Cardinale, posto alla guida della Diocesi di Roma ed alla Presidenza dell'Episcopato Italiano.

A Lei spetta, per mandato ed in nome del Sommo Pontefice, di esercitare in questa Città il servizio episcopale del magistero, della santificazione e del governo pastorale, mentre per la Conferenza Episcopale Italiana Le compete di presiedere il Collegio dei Vescovi delle Chiese particolari di questa Terra, prescelta dalla Provvidenza ad essere la più vicina geograficamente nell'unione collegiale con il Successore di Pietro.

La ringrazio, Signor Cardinale, per questi servizi così gravosi e vasti, che Ella ha accettato di svolgere con generosità e con competenza. Sono lieto di confermarLe la mia fiducia per tali uffici, che Ella già ha dato prova di meritare. Invoco per Lei da Cristo, Buon Pastore, i doni di grazia, di sapienza, di forza e pazienza, che occorrono a quanti, sotto la guida dello Spirito Santo, devono servire come Vescovi il Popolo di Dio. La nuova evangelizzazione sarà il compito più urgente per questa Città, i cui problemi sono immensi ed incalzanti, a mano a mano che, come metropoli e capitale della nazione, essa si espande e si riorganizza. Ancora l'evangelizzazione dovrà essere per l'intera nazione italiana la via che conferma ed aggiorna le tradizioni cristiane nel trapasso dei nuovi tempi.

La sua competenza teologica, Signor Cardinale, la sua esperienza pastorale tra i giovani, nel Seminario, nel mondo della cultura, il lavoro già svolto come Segretario di codesta Conferenza Episcopale, sono motivi autentici per una sincera fiducia, ed io desidero assicurarLe la mia Benedizione Apostolica su tutti gli incarichi affidati a Lei; Benedizione che volentieri estendo a tutti i presenti, ai collaboratori e alle persone care.

Data: 1991-07-02
Martedi 2 Luglio 1991

Al Cardinal Laghi - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: L'importanza vitale della preparazione del clero per la vita della Chiesa

Signor Cardinale! Il servizio che Ella compie nella Santa Sede mi offre speciali spunti di gradimento per questa Udienza, nella quale Le fanno corona i collaboratori della Congregazione per l'Educazione Cattolica, dei Seminari e degli Istituti di Studi.

Le porgo il mio più cordiale saluto, esprimendoLe riconoscenza per l'opera di guida, che Ella con intelligenza e passione svolge in un Dicastero di fondamentale importanza per la vita della Chiesa: la formazione dei Pastori delle anime.

Saluto il Segretario della Congregazione, l'Arcivescovo Mons. José Saraiva Martins, il Sottosegretario Mons. Ivan Peri e tutti gli Officiali di codesto Dicastero.

Saluto, altresi, i suoi congiunti e condiocesani, tutta la cara Comunità diocesana di Faenza-Modigliana. Saluto i sacerdoti suoi compagni di studi, gli amici tutti che si trovano qui.

Non è ignota certamente l'importanza vitale che per il cammino dell'evangelizzazione riveste la preparazione del clero. Su questi temi Ella si è già opportunamente espresso, specialmente in occasione dell'ultimo Sinodo, indicando che la "tensione" verso la santità della vita sia connessa con l'essenza del sacerdozio. L'Ordine sacro costituisce il ministro, quale "alter Christus", quasi un sacramento vivente della presenza perenne del Signore in mezzo alla sua Chiesa.

Insieme con questa fondamentale esigenza, che richiede una formazione ascetica rigorosa e un'adeguata preparazione culturale teologica, Ella ha ben presente il problema del numero dei candidati al sacerdozio e la crisi delle vocazioni. perciò insieme con il Dicastero affidatoLe Ella cerca di offrire alle Chiese particolari gli orientamenti per superare l'insufficienza attuale del numero dei ministri, intensificando iniziative per avviare ovunque il processo di rinascita delle vocazioni sacerdotali, sostenendo nel contempo il discernimento per la verifica delle vocazioni.

La nuova evangelizzazione, che impegna fortemente la Chiesa, ha bisogno dell'opera del Dicastero da Lei presieduto e la Chiesa attende molto da Lei e dai suoi collaboratori.

Mi è caro, perciò, nell'augurarLe un felice proseguimento del suo ministero, impartire a Lei ed a quanti L'aiutano e L'accompagnano oggi, in questa Udienza, la mia Benedizione Apostolica.

Data: 1991-07-02
Martedi 2 Luglio 1991

Al Cardinal Daly - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: La pace di Cristo regni nei vostri cuori

Sua Eminenza, Cari amici, Sono felice che un gruppo così rappresentativo sia venuto dall'lrlanda per accompagnare il Cardinal Daly in questa occasione, e che attraverso voi ho questa opportunità per salutare il popolo irlandese, sia del Nord che del Sud.

Conservo così tanti e vivi ricordi della mia visita nel vostro Paese ed ho incontrato un così gran numero di irlandesi sia qui a Roma che durante le mie visite in altre parti del mondo, compresi moltissimi Fratelli, Sorelle e Sacerdoti missionari, che l'lrlanda non è mai lontana dai miei pensieri. Con particolare affetto ricordo il defunto Cardinale O'Fiaich, il cui grande amore consisteva nell'essere tra la sua gente, condividendo le loro gioie e sofferenze quotidiane.

Caro Cardinale Daly, in questo momento penso alla comunità affidata alla sua cura pastorale, e a tutte le comunita ecclesiali presenti nell'lrlanda del Nord. Penso alle molte vittime della violenza, alla sofferenza causata da atteggiamenti che sono radicalmente opposti agli ideali evangelici che devono regolare la vita di ogni cristiano.

Soprattutto penso alla generazione dei più giovani, e alla responsabilità di educarli nel rispetto per la dignità umana e per i fondamentali diritti umani.

In questo contesto, desidero esprimere il mio devoto sostegno per tutti coloro che sono impegnati nel dialogo politico, che ora ha luogo nell'lrlanda del Nord. Desidero incoraggiarli a continuare instancabilmente nei loro sforzi, ricercando misure che garantiscano relazioni pacifiche, in modo che ognuno possa cooperare, nella dignità e nella libertà, alla costruzione di una società in cui tutti i cittadini si sentano pienamente accettati, siano trattati con giustizia, ed abbiano un maggior rispetto gli uni per gli altri, secondo le nobili tradizioni d'lrlanda.

Che l'amore di Dio sia con Sua Eminenza, e con tutto il popolo d'lrlanda senza distinzione. La pace di Cristo regni nei vostri cuori.

(Traduzione dall'inglese)

Data: 1991-07-02
Martedi 2 Luglio 1991

Al Cardinal Rodriguez - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: La sua straordinaria sensibilità ecclesiale

Signor Cardinale, E' motivo di particolare gioia ricevere Vostra Eminenza, accompagnata dalla sua anziana e amatissima madre e dai suoi quattro fratelli e otto sorelle; circondato anche dall'affetto di altri Vescovi, sacerdoti e fedeli della Repubblica Dominicana. La vostra egregia e numerosa presenza mostra da sola la stima che provate per questo prestigioso Pastore della Chiesa a Santo Domingo, che è stato chiamato a prendere parte del Collegio Cardinalizio.

Non ho bisogno di ricordare ora le qualità e le virtù del Cardinale Nicolas de Jesus Lopez Rodriguez. Basta ricordare la sua straordinaria sensibilità ecclesiale che lo ha portato ad essere sempre premuroso, benevolo e servizievole verso il popolo fedele, condividendo le sue gioie e speranze, le sue tristezze e angosce, soprattutto quelle dei poveri e di quanti soffrono (cfr. GS 1). Per questo, spero - e chiedo al Signore - che le iniziative e le premure pastorali del nuovo Cardinale trovino sempre una pronta accoglienza nel vostro cuore, come sicuro orientamento per la vita quotidiana.

A Lei, signor Cardinale - oltre al suo ministero pastorale nell'Arcidiocesi di Santo Domingo - è stata affidata recentemente la Presidenza del CELAM, organismo nel quale ha già occupato diverse cariche di responsabilità.

Ma in modo particolare dovrà dare accoglienza alla IV Conferenza Generale dell'Episcopato Latinoamericano, nel V Centenario dell'Evangelizzazione del caro Continente della Speranza.

Nell'implorare la costante assistenza divina per il suo ministero pastorale, aa raccomando alla protezione di Nostra Signora di Altagracia, mentre di cuore imparto a lei, così come a tutti i presenti, una speciale Benedizione Apostolica.

(Traduzione dallo spagnolo)

Data: 1991-07-02
Martedi 2 Luglio 1991

Al Cardinal Etsou-Nzabi-Bamungwabi - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: Assicurare la presenza della Chiesa nello Zaire
Signor Cardinale, Ora che Ella si unisce al Collegio dei Cardinali, è una gioia per me accoglierla come "in famiglia", con i suoi familiari, i rappresentanti fedeli dello Zaire e quelli delle autorità civili.

Ecco dunque che lei prende il posto del rimpianto Cardinal Malula, per assicurare la presenza della Chiesa dello Zaire, e particolarmente della grande diocesi di Kinshasa, nel consiglio che circonda il Vescovo di Roma. Sono felice che lei porti qui la sua ampia esperienza pastorale e missionaria.

Penso soprattutto alla preparazione che si svolge attualmente dell'Assemblea Speciale per l'Africa del Sinodo dei Vescovi. Potrà dare la sua testimonianza molto qualificata del cammino percorso, nella preghiera e nell'azione, per annunciare la Buona Novella e radicare la Chiesa nella bella terra dello Zaire.

La sua presenza evoca in me le mie due visite nel suo Paese, Signor Cardinale.

Questi ricordi presenti nel mio cuore sono dei motivi in più per assicurarla della mia preghiera fedele per lei stessa, per tutti quelli che partecipano all'animazione pastorale della sua grande diocesi, preti, religiosi, religiose e laici, così come per l'insieme dei suoi compatrioti e il loro avvenire.

Invoco per le sue intenzioni la beata Anwarite e le rinnovo di tutto cuore la mia Benedizione Apostolica.

(Traduzione dal francese)

Data: 1991-07-02
Martedi 2 Luglio 1991




Alla "World Conference on Religion and Peace"

Titolo: La pace: un'eredità consegnataci da Cristo

Loro Eminenze, Cari amici, Con grande gioia saluto questa delegazione di rappresentanti altamente qualificati delle religioni del mondo e i membri del Consiglio internazionale della "World Conference on Religion and Peace". Desidero assicurarvi che seguo da vicino le attività della Conferenza a favore della cooperazione e del dialogo interreligioso. Sono felice di notare che all'interno della vostra organizzazione ci sono anche molti cattolici che apportano un contributo positivo all'opera di crescente comprensione tra i credenti di tutte le religioni.

Durante i vostri incontri di pochi giorni passati a Rovereto voi avete discusso il tema dell'educazione alla pace. Ora a Roma siete impegnati in uno scambio di idee su come creare condizioni di pace nel Medio Oriente, e continuerete i vostri dibattiti ad Assisi. Prego che il particolare significato di quella città, segnata dallo spirito di San Francesco - che durante tutta la sua vita fu ambasciatore di pace - sia per voi fonte di ispirazione e di incoraggiamento. Ricordo la Giornata Mondiale di Preghiera per la Pace ad Assisi nel 1986, durante la quale abbiamo riflettuto sull'armonia desiderata da Dio Creatore, sul desiderio e la speranza degli uomini di una pace duratura, e sull'amore che i popoli del mondo devono imparare ad avere gli uni per gli altri, e che ha il suo fondamento certo nella volontà di Dio e nei suoi doni.

E' mia grande speranza che le religioni del mondo si impegneranno sempre più in un dialogo di comprensione e di pace sulla base dei molti valori che esse condividono. Come ho scritto nel Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace di quest'anno: "Sia la collaborazione che il dialogo interreligioso, quando avvengono con fiducia, deferenza e sincerità, rappresentano un contributo alla pace...

Questa comune ricerca (delle risposte ai problemi del mondo), alla luce della legge della coscienza e dei precetti della propria religione, confrontandosi anche con le cause delle presenti ingiustizie sociali e delle guerre, getterà una solida base per la collaborazione nella ricerca delle soluzioni necessarie".

Il recente conflitto in Medio Oriente ha mostrato chiaramente che il sentiero di guerra non risolve nessun problema. Piuttosto accresce l'odio, la violenza e la sofferenza. Ciò che risolverà i problemi che assalgono l'umanita oggi è il sentiero di pace, un modo di camminare insieme e di affrontare le crisi umane in uno spirito di dialogo e di solidarietà. Il sentiero di pace non è un sentiero facile. Richiede coraggio, pazienza e determinazione, e deve essere costruito, come voi ben sapete, su un'autentica educazione alla pace.

L'educazione alla pace e soprattutto educazione nella verità della persona umana, creata da Dio che ci ha creati tutti fratelli e sorelle nell'unica famiglia umana. Senza un autentico rispetto per la vita, per la dignità e per i diritti fondamentali di ogni individuo, non ci sarà nessuna pace. Tutte le religioni sono quindi chiamate ad "offrire l'unanime testimonianza delle comuni convinzioni circa la dignita dell'uomo" (CA 60). L'educazione alla pace richiede l'insegnamento e l'apprendimento di modi non violenti di trattare le tensioni e di salvaguardare la giustizia nelle relazioni umane. Essi sono il dialogo, il negoziato, la cooperazione e la solidarietà.

Come credenti, la nostra prima convinzione circa la pace è che essa è un dono di Dio, per il quale dobbiamo pregare con cuore puro e con umile speranza.

Coloro che pregano dal profondo del loro cuore per la pace non possono non impegnarsi nella realizzazione di questa pace per tutti i popoli.

Per i cristiani, la pace è un'eredità consegnata a noi da Gesù Cristo.

Ogni volta che ci riuniamo in adorazione, ricordiamo le sue parole: "Vi lascio la pace, vi do la mia pace" (Jn 14,27). Sappiamo che le nostre azioni sono giudicate sulla base della sua promessa: "Beati gli operatori di pace, perchè saranno chiamati figli di Dio" (Mt 5,9). Sappiamo anche che l'opera di instaurazione della vera pace e al centro del nostro impegno religioso.

Che Dio assista e sostenga i vostri sforzi. Da parte mia, invoco le abbondanti benedizioni di Dio su ognuno di voi e sulle vostre famiglie. O Dio, rendici segni e strumenti della tua pace! (Traduzione dall'inglese)

Data: 1991-07-04
Giovedi 4 Luglio 1991

Ai Vescovi delle Marche in visita "ad limina" - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: Il Cristianesimo per essere vissuto con fedeltà e coerenza esige non di rado l'eroismo da tutti i seguaci di Cristo

Venerati Confratelli della Conferenza Episcopale Marchigiana!


1. Vi saluto tutti affettuosamente con le parole di San Pietro, il primo Papa: "Grazia e pace sia concessa a voi in abbondanza, nella conoscenza di Dio e di Gesù Cristo Signore Nostro", avendo anche voi "ricevuto in sorte con noi la stessa preziosa fede per la giustizia del nostro Dio e salvatore Gesù Cristo" (2P 1,1-2). Venuti a Roma per la visita quinquennale ad limina, sia mediante le relazioni che avete presentato sia durante i colloqui personali che avete avuto con me, avete potuto esporre con sufficiente ampiezza le vostre ansie e preoccupazioni pastorali. La Regione Marche, con una popolazione di quasi un milione e mezzo di abitanti, divisa in quattro province e in dodici diocesi con in più la Prelatura di Loreto, nella sua estensione che va dal centro-est della Penisola fino alla zona costiera lungo l'Adriatico, presenta particolari caratteristiche sociali e religiose. Negli ultimi decenni, infatti, c'è stato un costante trasferimento di popolazione dall'entroterra verso la costa, che risulta perciò la zona più abitata. Si è così passati da una secolare e prevalente economia agricola ad una diffusa economia artigianale e imprenditoriale, con un notevole sviluppo anche turistico.


2. Questa nuova situazione socio-culturale ha favorito una trasformazione del costume di vita, con forte incidenza sulla pratica cristiana: mentre nell'entroterra permane una sana tradizione religiosa, nella parte costiera si va diffondendo, purtroppo, una preoccupante indifferenza in materia di fede, che si manifesta, in particolare, nella diminuzione delle vocazioni al sacerdozio ed alla vita consacrata, nella crisi dell'istituto familiare e nel calo delle nascite, in certe forme di malcostume, nella presenza di sette religiose e pseudo-religiose.

Tutto questo giustamente vi allarma, perché "lo Spirito Santo vi ha posti come Vescovi a pascere la Chiesa di Dio, che egli si è acquistata con il suo sangue" (Ac 20,28). Dobbiamo, infatti, "pascere il gregge", che Dio ci ha affidato, sorvegliandolo non per forza, ma volentieri, secondo Dio (cfr. 1P 5,2).


3. Cari fratelli nell'episcopato! So bene che questo preciso dovere pastorale e, al suo fondamento, l'amore di Cristo vi spingono ad un apostolato intenso e illuminato, rispondente a queste nuove emergenze ed esigenze. Io mi sento vicino a voi, sono con voi, prima di tutto, per ringraziarvi, a nome della Chiesa, per il lavoro che svolgete con tanto zelo e poi, soprattutto, per esortarvi alla fede, anche nel senso della fiducia e della confidenza! In mezzo alle difficoltà, che esistono nella società moderna in generale e si riscontrano nelle varie regioni, tra tante ideologie avverse alla Verità rivelata da Cristo ed al Magistero della Chiesa, ci sono pur sempre motivi di speranza, connessi appunto con l'impegno pastorale in atto. E', ad esempio, consolante nelle vostre diocesi e nelle vostre parrocchie la presenza di gruppi giovanili e di vari Movimenti attivi e fervorosi, specialmente dell'Azione Cattolica; notevole è anche l'incidenza del Volontariato cattolico; è in crescita il senso della solidarietà verso i bisognosi, gli ammalati, i disabili, specie ad opera delle Caritas diocesane; è profondamente sentita la devozione alla Madonna, con particolare affluenza al Santuario di Loreto; il laicato cristiano qualificato avverte l'urgenza dell'animazione della vita sociale, culturale e politica.


4. Indubbiamente, anche nella vostra Regione c'è una grande realtà di bene, che deve essere conosciuta, valutata, estesa, incrementata con santa energia ed intrepido fervore. Come ci ricorda il divino Maestro, nel campo della storia e, quindi, nei territori delle diocesi e parrocchie e nell'ambito delle famiglie, esiste purtroppo anche la zizzania, che cerca di svilupparsi, soffocando il buon grano. L'errore e il male tendono sempre ad insinuarsi, perché la libertà può essere usata in modo negativo; ma il nostro impegno deve essere quello, innanzitutto, di essere personalmente "buon grano" e, poi, di seminare il "buon grano" della verità, della vera sapienza, dell'autentica moralità, fondata sul Decalogo e sul Vangelo, del senso della preghiera e dell'adorazione, dell'impegno nella testimonianza e nella carità. Il Cristianesimo è difficile e, per essere vissuto con fedeltà e coerenza, esige non di rado l'eroismo. Oggi, senza alcun timore e con piena fiducia nella grazia divina, bisogna predicare e praticare l'eroismo! Oggi ad un mondo spesso dimentico e disattento bisogna apertamente dichiarare che sulla terra siamo come in esilio e aspiriamo alla vera felicità, quella eterna di Dio e con Dio! Come scriveva san Paolo ai Corinzi: "Finché abitiamo nel corpo siamo in esilio, lontano dal Signore; camminiamo nella fede e non ancora in visione... perciò ci sforziamo di essere a Lui graditi. Tutti, infatti, dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, ciascuno per ricevere la ricompensa delle opere compiute finché era nel corpo, sia in bene che in male" (2Co 5,6-10). Oggi, in particolare, bisogna aver fiducia nell'azione della grazia divina che, come il seme della parabola, opera nel segreto delle coscienze e si sviluppa e porta frutto; come e quando, non sappiamo! (cfr. Mc 4,26-29).


5. Ma, in concreto, che cosa potete realizzare nelle vostre singole Chiese? Dalla lettura delle relazioni, da voi preparate, e dall'esperienza, che mi deriva dal "ministero petrino" che si estende a tutta la Chiesa, ritengo di suggerire fraternamente queste tre direttive, che valgono non solo per voi, ma in genere per tutti i Pastori.

a) E' necessario impegnarsi attivamente nella nuova evangelizzazione, di cui da tempo sottolineo l'assoluta urgenza per i cristiani del nostro tempo.

Curate in modo metodico e capillare l'istruzione religiosa, il catechismo dei bambini e dei ragazzi, lo studio completo e formativo per i giovani e gli adulti.

Ribadite quali sono gli immutabili fondamenti della fede: Dio, Gesù Cristo, lo Spirito vivificante e la Chiesa; solo Gesù Cristo è la verità, e solo nella grazia dello Spirito c'è la vera salvezza per il singolo e per la società. Solo nella verità di Cristo si trova la libertà autentica: "Se rimanete fedeli alla mia parola,... conoscerete la verità e la verità vi farà liberi" (Jn 8,31-32), così si esprime il Maestro; e Paolo commenta: "Il Signore è lo Spirito e, dove c'è lo Spirito del Signore, c'è la libertà" (2Co 3,17). La società moderna, in cui si diffondono a volte false idee di libertà, rischia di cader vittima della confusione ideologica, del soggettivismo etico, della mentalità edonistica e permissiva, con tutte le conseguenze tristi e violente che la cronaca quotidiana riporta, angosciata e traumatizzata. A questi mali bisogna reagire con fermezza, condannando il male e l'errore, anche perché troppo spesso gli innocenti ne restano coinvolti e travolti, ma soprattutto formando le coscienze cristiane, dando ferme convinzioni, eliminando ipotesi e teorie malsicure.

b) In secondo luogo, è necessario curare la formazione permanente del Clero ed anche del laicato cattolico più generoso. Date le crescenti esigenze intellettuali della società moderna, con la vastità della cultura attuale e con l'emergere di tanti fenomeni spirituali e religiosi, diventa sempre più indispensabile l'impegno per una tale formazione, seguendo un metodo graduale e costruttivo, studiando bene i problemi che di continuo si affacciano e proponendo soluzioni sicure e convincenti. Occorre controllare ciò che si dice e ciò che si stampa, non certo per motivi inquisitoriali o repressivi, ma unicamente per formare alla verità, che sola dà luce, conforto, serenità, forza interiore, coraggio nell'impresa dell'evangelizzazione, della conversione e della santificazione delle anime. Conviene tener sempre presente quanto Gesù disse a Pilato: "Per questo sono nato e sono venuto al mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia parola" (Jn 18,37).

c) Finalmente, è necessario superare il senso dell'individualismo e coltivare il coordinamento, per promuovere l'unità sia in campo sociale per il bene della Regione, sia in campo religioso per instaurare la vera comunione tra i credenti. Sempre nella storia della Chiesa, ma specialmente nella nostra epoca è necessario restare uniti nella lotta contro il male e l'errore. Nel dialogo, che vogliamo e dobbiamo mantenere vivo e aperto con gli uomini d'oggi, dobbiamo essere amorevoli e comprensivi: non serve la polemica o la condanna aspra e violenta; oggi, soprattutto, è necessario rivolgersi premurosamente al fratello con l'atteggiamento del buon Samaritano: in umile ascolto, con uno stile che, pur ammonendo, dimostra di amare e di capire, per poi aiutare e soccorrere a prezzo anche di sacrificio.


6. Carissimi Confratelli! Il Signore vi chiama ad un lavoro sempre più intenso e coraggioso! Invocate Maria Santissima! Pregatela e fatela pregare dai fedeli, a voi affidati! E la Madonna di Loreto, da quel Santuario che è il cuore non tanto in senso geografico, quanto in senso religioso e spirituale della vostra bella Regione, protegga voi e le vostre diocesi e vi guidi ed assista nei vostri propositi pastorali! E vi accompagni pure la mia Benedizione, che vi imparto volentieri, estendendola con vivo affetto alle singole Comunità diocesane!

Data: 1991-07-06
Sabato 6 Luglio 1991


GPII 1991 Insegnamenti - Angelus - Città del Vaticano (Roma)