GPII 1991 Insegnamenti - Santa Messa in memoria dei papi Paolo VI e Giovanni Paolo I

Santa Messa in memoria dei papi Paolo VI e Giovanni Paolo I

Titolo: Apostoli di Cristo e servitori del Vangelo




1. La celebrazione anniversaria in memoria di Paolo VI e Giovanni Paolo I ci riconduce presso le loro tombe, per elevare a Dio preghiere di suffragio e per richiamare alla nostra mente il loro splendido esempio di insigni servitori della Chiesa. All'inizio di questo Sacrificio Eucaristico vorrei ricordare alcuni messaggi, che i due Pontefici ci hanno lasciato, circa l'impegno pastorale della evangelizzazione. Paolo VI non ha cessato di ripetere che per adempiere questo dovere occorre un dialogo sincero, concorde e fraterno con tutti. Ribadiva nell'Esortazione Apostolica Evangelii nuntiandi: "A noi specialmente, Pastori d'anime, incombe la cura di ricreare con audacia e saggezza, in piena fedeltà al suo contenuto, i modi più adatti e più efficaci per comunicare il messaggio evangelico agli uomini del nostro tempo" (EN 40).


2. A sua volta, Giovanni Paolo I manifesto la medesima ansia pastorale già nel suo primo radiomessaggio, in cui insisteva sulla necessità di "studiare ogni via, cercare ogni mezzo, "opportune et importune" (2Tm 4,2), per seminare il Verbo, per proclamare il messaggio, per annunciare la salvezza che pone nelle anime l'inquietudine della ricerca del vero" (Insegnamenti di Giovanni Paolo 1P 16).


3. Queste parole dei due amati Pontefici siano per tutti noi uno stimolo incessante nell'impegno di annunciare il messaggio evangelico seguendo il loro esempio di instancabili apostoli di Cristo.

Data: 1991-09-28
Sabato 28 Settembre 1991

Pellegrinaggio alla Casa di Santa Maria Goretti - Le Ferriere di Conca

Titolo: Maria Goretti incoraggia ad accogliere le severe ma liberanti esigenze etiche del Vangelo

Carissimi fratelli e sorelle,


1. Sono venuto tra voi, qui a Le Ferriere di Conca, nell'Agro Pontino, per rendere omaggio a Santa Maria Goretti, la fanciulla che seppe testimoniare, col sacrificio della vita, piena fedeltà a Cristo, il Signore che "dona la benedizione e la vita per sempre" (Ps 133). Sono venuto in pellegrinaggio a cento anni dalla sua nascita, per rinnovare il vivo ringraziamento della Chiesa al Padre celeste per l'eroica fede di questa giovane Martire, che il papa Pio XII, nel giorno solenne della sua esaltazione alla gloria dei Santi, qualifico come "l'Agnese del secolo XX". Maria Goretti, imitando le vergini dei primi secoli, affronto la morte pur di conservare integra la sua verginità. così, una piccola contadina diviene per noi un modello: modello di vita cristiana, modello di autentica santità. Ad imitazione infatti di Gesù, questa vostra conterranea - tale la possiamo definire perché, pur essendo nata a Corinaldo, in provincia di Ancona, qui visse e qui consumo il suo sacrificio - rese gloria al nome del Signore testimoniando col sangue i prodigi di Dio, che rivela nei deboli la sua potenza e dona agli inermi la forza del martirio (cfr. Prefazio dei Santi Martiri).


2. Nel ricordo di Maria Goretti, rivolgo a voi tutti, raccolti attorno alla sua umile abitazione oggi ristrutturata e divenuta meta di numerosi pellegrinaggi, il mio affettuoso pensiero. Saluto innanzitutto con affetto il Vescovo di Latina, Mons. Domenico Pecile, e quello della Diocesi di Albano, Mons. Dante Bernini.

Saluto poi il Signor Sindaco di Latina, che ha voluto essere presente a questo incontro familiare. Con stima e gratitudine saluto, quindi, il Superiore Generale della Congregazione della Passione di Gesù Cristo, Padre José Agustin Orbegozo Jàuregui, il parroco Padre Mariano Pagliaro ed i Padri Passionisti ai quali è affidata la cura pastorale della Parrocchia di Le Ferriere e del Santuario di Nettuno. Saluto le Suore Passioniste di San Paolo della Croce che custodiscono questa casa di Maria Goretti, divenuta centro di preghiera e di animazione spirituale. Ho saputo con piacere che in questi anni è molto aumentato il numero dei pellegrini, provenienti dall'Italia e dall'Estero per rendere omaggio a Santa Maria Goretti in questa casa del martirio. Ad essi si aggiunge oggi il gruppo di giovani ed adulti, che hanno percorso in bicicletta il tragitto da Corinaldo, casa natale, a Le Ferriere, casa del martirio, ripercorrendo lo stesso cammino che fece nel 1896 la famiglia Goretti. Saluto con affetto questi pellegrini della "staffetta del centenario" che, con la loro iniziativa, hanno inteso riproporre un ideale viaggio dalla nascita al martirio di Maria Goretti.


3. E' soprattutto a voi, abitanti di questo Borgo e delle località limitrofe, che vorrei indirizzare il mio affettuoso pensiero. Tra voi è ancor vivo il ricordo di questa fanciulla che, in tempi ben più duri degli attuali, conobbe le difficoltà di un'esistenza precaria, povera, segnata dalla spossante fatica del lavoro nei campi, ma saldamente ancorata alle nobili tradizioni familiari e ai fondamentali valori umani e cristiani. Seguendone l'esempio, restate anche voi fedeli a tali valori: il rispetto per la vita, la mutua solidarietà, la disponibilità all'ospitalità e all'accoglienza dell'immigrato, l'amore per la legge divina, il sacro timor di Dio. Questo è il patrimonio prezioso che avete ereditato dai vostri antenati, anch'essi emigrati, qui, come la famiglia Goretti, da altre Regioni d'Italia.

Abbiate sempre dinanzi a voi la testimonianza della piccola Maria, che avete particolarmente cara, perché vedete in essa "una di voi". Conservate gelosamente il messaggio ideale e spirituale che vi ha lasciato e siate per quanti giungono qui in pellegrinaggio l'esempio vivente di una tradizione che continua, ispirandosi alla perenne novità del Vangelo.


4. Esempio nel martirio, Maria Goretti, dopo aver aiutato il suo assalitore nel cammino della fedeltà cristiana, continua ancor oggi a sostenere quanti vogliono abbracciare il Vangelo, accogliendone le severe, ma liberanti esigenze morali.

Essa incoraggia specialmente voi, giovani, adolescenti, fanciulli; sospinge e sprona chi a lei ricorre, nella lotta contro il male e nella ricerca dell'autentico bene, nella fedele ricerca di Cristo.

Santa Maria Goretti, Martire fedele e luminoso esempio di santità quotidiana, resa gloriosa dal sigillo dell'Agnello immolato, aiutaci tutti; aiuta soprattutto i giovani, che ammirano il tuo eroismo, e desiderano imitarti nel fervore della fede e nella purezza dei costumi.

Di cuore tutti vi benedico.




Data: 1991-09-29
Domenica 29 Settembre 1991

Benedizione del monumento a Santa Maria Goretti

Titolo: "Ha inaugurato un cammino che conduce fino al Regno dei Cieli"

Carissimi, mi congratulo con voi per questa domenica e per questa solenne circostanza. Ma mi congratulo con voi soprattutto per le strade della Provvidenza, la Provvidenza divina, che ha inviato in questo territorio, all'inizio o piuttosto alla vigilia di un nuovo sviluppo, una sua apostola, piccola, giovane. E' venuta dalle Marche, ma la sua breve vita, dodici anni, si è compiuta qui, in questa terra, e così si è aperta una storia di diversi protagonisti che hanno portato avanti il progresso dello sviluppo civico, economico, sociale, culturale di questa terra, di questa città di Latina.

Con tutti loro c'è anche un'altra protagonista, questa giovane martire che ha inaugurato un cammino che conduce oltre questa terra, conduce fino al Regno dei Cieli e rimane con noi come testimonianza, tanto necessaria a noi che, attraverso i processi dello sviluppo materiale diventiamo troppo legati a questo regno della terra.

C'è una che ci parla, una che ci dice che lo sviluppo vero dell'uomo, della persona umana, di ciascuno di noi conduce oltre questa terra, conduce al Regno dei Cieli. Ecco, la piccola santa Agnese del ventesimo secolo, come diceva Pio XII, è stata data a voi come dono di Dio, e insieme con voi io ringrazio la Provvidenza divina per questo dono straordinario.

Ringrazio anche tutti voi che avete preparato questo incontro e che vi avete partecipato, ringrazio l'artista scultore che ha fatto questa statua, ringrazio il coro, ringrazio tutta la vostra comunità cittadina, tutti i concittadini di Santa Maria Goretti, da oggi ancora di più perché è stata dichiarata la vostra Patrona celeste. Concittadini terrestri di una concittadina celeste.

Che il Signore vi benedica. A tutti vorrei offrire questa benedizione apostolica come segno della benedizione divina.

Data: 1991-09-29
Domenica 29 Settembre 1991

Incontro con la cittadinanza di Latina

Titolo: Si devono offrire ai giovani valori e ideali, perché possano costruire il loro futuro e collaborare al bene dell'umanità

Signor Sindaco, Autorità presenti, Carissimi fratelli e sorelle,


1. Dopo aver fatto visita questa mattina alla casa di Santa Maria Goretti, a Le Ferriere di Conca, giungo ora fra voi per incontrare l'intera popolazione di questa Città e della pianura Pontina, terra fertile e generosa. Saluto cordialmente ciascuno di voi e vi ringrazio per la vostra calda accoglienza. In particolare, rivolgo un fraterno saluto al venerato Pastore di questa Diocesi, Mons. Domenico Pecile, ai Sacerdoti, ai Religiosi, alle Religiose, ai Laici attivamente impegnati nell'apostolato e a tutte le forze vive della vostra dinamica e composita Comunità ecclesiale. Dirigo il mio deferente pensiero al Signor Sindaco, ringraziandolo per le cortesi parole di benvenuto che ha voluto rivolgermi. Vorrei anche manifestare i miei grati sentimenti al Signor Ambasciatore d'Italia presso la Santa Sede, alle Autorità Provinciali, Regionali e Comunali, Politiche, Amministrative e Militari qui presenti, come pure a tutti coloro che hanno cooperato alla realizzazione della mia visita.


2. Questo pellegrinaggio a Latina si svolge in occasione del centenario della nascita della "piccola e dolce Martire della purezza", come Pio XII ebbe a definire Santa Maria Goretti, durante il solenne rito di Canonizzazione, il 24 giugno del 1950. La sua fu un'esistenza del tutto simile a quella che molti di voi continuano a condurre, nella semplicità della vita familiare e nella fatica quotidiana del lavoro agricolo ed artigianale. Per questo la sentite a voi vicina.

Ma Santa Maria Goretti è una testimonianza viva per tutta la Chiesa. In quest'epoca, pericolosamente insidiata da tante forme di materialismo pratico, dove la violenza non cessa di preoccupare per le sue impensate manifestazioni che non risparmiano purtroppo nemmeno bambini ed esistenze innocenti, "l'Agnese del secolo XX", diventa un richiamo ed un messaggio di speranza. Maria Goretti, con la fortezza dimostrata nella prova - fortezza che certo non poteva provenirle solo dalla fragile natura, ma era dono dello Spirito Santo - insegna che il corpo umano è degno di rispetto e mai può essere ridotto ad oggetto di voluttà o di materiale appagamento. Colpita a morte, è caduta perdonando. La beatitudine evangelica della purezza del cuore, accompagnata da quella della povertà di spirito, diventa così generatrice di perdono e di pace. Esempio nel martirio e modello di riconciliazione, la piccola contadina, iscritta nell'albo dei Santi, invita il popolo cristiano, e quanti hanno a cuore le sorti dell'uomo, ad imitarla nella fede e nella fedeltà al volere di Dio. Solo infatti su questi valori è possibile costruire un mondo fraterno e solidale.


3. Realizzare una società a dimensione d'uomo: ecco anche la vostra aspirazione, cari abitanti della Pontina. La vostra è una Comunità relativamente giovane, costruita col sacrificio dei primi bonificatori e con l'abnegazione di tante persone che hanno speso le loro energie nei vari campi della convivenza umana: culturale, sociale, politico e religioso. Ora occorre andare avanti, rinnovando gli sforzi ed unendo le energie per adeguare quanto già è stato conseguito alle mutate esigenze dei nostri giorni. Voi, Responsabili della cosa pubblica, sapete bene che l'azione politica è un'arte nobile e difficile (cfr. GS 75), la quale richiede chiarezza nelle mete da perseguire, saggezza e determinazione nella via da intraprendere, coraggio e coerenza nell'avanzare su di essa, escludendo ogni cedimento a compromessi incompatibili con un sano rigore morale. L'obiettivo da raggiungere è sempre il bene comune, che va anteposto ad ogni interesse personale o di parte, privilegiando soprattutto le necessità dei poveri. Camminare "sul passo degli ultimi", secondo l'indicazione offerta in un recente documento dei Vescovi italiani, è il criterio a cui occorre ispirarsi per edificare una società veramente umana. Ad esso sappiate uniformare anche il vostro impegno sociale, così che ciascuno di voi possa farsi protagonista di un efficace contributo alla difesa della dignità della persona, della stabilità della famiglia, della vivibilità dell'ambiente, sulla strada maestra della solidarietà.

Che tutti siano veramente responsabili di tutti! Non vi trattengano le difficoltà e gli ostacoli. Uniti potrete far fronte validamente alle tante e delicate urgenze della vostra Città, specialmente a quelle che più vi stanno a cuore in questo momento: la condizione giovanile e la situazione degli immigrati. I giovani hanno bisogno di valori e di ideali su cui basare la loro esistenza. I fenomeni di emarginazione nei quali alcuni di essi si trovano coinvolti, il diffondersi della droga e l'estendersi dell'AIDS, sono sintomi preoccupanti di un vasto malessere interiore che investe la nostra società. Occorre certamente impegnarsi per la cura e la riabilitazione di quanti sono in difficoltà e le quattro Comunità terapeutiche presenti in Diocesi, condotte con la collaborazione degli Enti Locali e del Volontariato, rappresentano una risposta importante al problema. Ma è soprattutto necessario lavorare nel campo della prevenzione. Si devono offrire ai giovani aiuti concreti, perché siano in grado di costruire in maniera responsabile il loro futuro e collaborare al reale progresso dell'intera Comunità. Nella vostra città, allora, aperta all'accoglienza e alla fraternità, non si sentiranno emarginati gli immigrati, i nomadi, e quanti vi giungono in cerca di lavoro. Come avvenne un tempo per i vostri padri, potranno anch'essi sentirsi attivi protagonisti di un consorzio civile che guarda con fiducia verso l'avvenire.


4. Cari amici, vi sostenga in quest'impresa, spirituale e materiale, l'intercessione di Maria Goretti, dei Santi Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele, dei quali oggi celebriamo la festa, e dei vostri numerosi celesti Patroni.

Vi sia di incoraggiamento il ricordo delle prime Comunità cristiane di questa Regione che l'apostolo Paolo, in viaggio verso Roma, incontro a Foro Appio - l'attuale Borgo Faiti - e alle Tre Taverne - oggi, Cisterna.

Si legge negli Atti degli Apostoli che "Paolo, al vederli, rese grazie a Dio e prese coraggio" (Ac 28,15-16). Possa avvenire così pure oggi.

Che chiunque giunge fra voi, si senta accolto come in una famiglia animata da sincera amicizia, così da essere indotto a "render grazie a Dio" e a "riprendere coraggio".

Data: 1991-09-29
Domenica 29 Settembre 1991

Recita dell'Angelus - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: La Madre di Dio veglia sulle vostre case e sulle vostre famiglie

Carissimi fratelli e sorelle!


1. In questo momento, il nostro pensiero va naturalmente alla Madre di Dio, venerata ed invocata con fiducia dalla gente della vostra Diocesi di Latina, Terracina, Sezze e Priverno.

Molte parrocchie l'hanno come titolare sotto varie e significative denominazioni. Oppure, come le concattedrali di Priverno e Sezze e l'antica chiesa madre di Cisterna, portano il semplice titolo di "Santa Maria". Come non ricordare poi i tre Santuari che sottolineano, con la loro diversa dislocazione geografica, la presenza benedicente della Madre celeste sull'intera Comunità diocesana? Penso al Santuario della Madonna della Delibera a Terracina, costruito nel secolo quindicesimo; a quello della Madonna del Soccorso di Cori, risalente al 1600, ed al tempio della Madonna della Sorresca a Sabaudia sul lago di Paola, realizzato nel dodicesimo secolo. La Madre di Dio veglia sulle vostre case e sulle vostre famiglie, sui campi e sulle officine, sull'Agro Pontino e sulle colline, sulla costa e sull'interno di questa Regione, operosa ed accogliente. Tale devozione mariana, tramandata nel tempo da una generazione all'altra, ha dato vita e consistenza a radicate tradizioni religiose, che tuttora persistono in tante famiglie e comunità parrocchiali.


2. Quest'amore fiducioso verso la Regina del Cielo ha trovato, negli ultimi anni, uno slancio rinnovato. Partendo infatti dal recente Anno Mariano, è maturato in voi il proposito di costruire un nuovo Santuario dedicato a Maria, Madre della Chiesa, nella città di Latina. L'8 marzo del 1988 ho avuto io stesso la gioia di benedire la statua della Madonna, che riprende, con tutta fedeltà, i lineamenti della Mater Ecclesiae, il mosaico che si trova in piazza San Pietro, sulla parete del Palazzo Apostolico.

Tale effigie ha già percorso, in devota peregrinatio, l'intera Diocesi con abbondanti frutti spirituali.

Carissimi fratelli e sorelle, vi invito ora ad invocare fiduciosi, con la recita dell'Angelus, la Madre del Signore, perché questa vostra Comunità diocesana, conservando con cura i valori cristiani che hanno permesso a Santa Maria Goretti di testimoniare col martirio il suo amore per Cristo, continui a crescere nella autentica fedeltà al Vangelo.

Da Latina ci uniamo in questo momento con i fedeli raccolti in Piazza San Pietro, a Roma, e con quanti ci seguono attraverso la radio e la televisione.

Data: 1991-09-29
Domenica 29 Settembre 1991

Incontro con i Sacerdoti e i Religiosi nella Cattedrale - Latina

Titolo: Siate santi ed araldi intrepidi del Vangelo

Carissimi fratelli e sorelle,


1. Sono particolarmente lieto di incontrarvi, cari Sacerdoti, Religiosi e Religiose, nel corso di questa mia breve visita pastorale alla vostra Diocesi, in occasione del centenario della nascita di Santa Maria Goretti, vostra conterranea e fulgido esempio di eroica fedeltà a Cristo. La sua esistenza - Maria Goretti mori all'età di appena dodici anni, il 6 luglio 1902 - è una eloquente testimonianza di coerenza cristiana, di singolare santità, scaturita da una saggia educazione familiare ai valori evangelici. La sua fu una vita povera e sacrificata, ma quanto feconda di generosa dedizione a Dio e ai suoi comandamenti! Nel suo nome vi saluto tutti. Saluto in maniera speciale il vostro Pastore, il carissimo Mons. Domenico Pecile, che ringrazio per le cortesi parole con cui ha aperto questa nostra riunione, ed i Presuli presenti. Attraverso ciascuno di voi, cari Sacerdoti, Religiosi e Religiose, che abbraccio spiritualmente, vorrei far giungere da questa Cattedrale, simbolo dell'unità della Comunità ecclesiale, un cordiale pensiero a tutte le componenti della Diocesi di Latina, Terracina, Sezze e Priverno, il cui processo di unificazione si è di recente consolidato.


2. "Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti..., e ciò che nel mondo è nulla per ridurre a nulla le cose che sono, perché nessun uomo possa gloriarsi davanti a Dio" (1Co 1,27-28). Queste parole dell'apostolo Paolo rivestono nell'odierna circostanza un significato tutto particolare. Esse sottolineano la potenza del Signore che opera efficacemente nel cuore dell'uomo, producendo frutti di santità, laddove riscontra disponibilità e docilità alla sua azione. Esse ci ricordano la fondamentale vocazione a cui siamo chiamati con il Battesimo: rendere gloria a Dio con l'offerta della nostra vita. In Maria Goretti noi esaltiamo la potenza invincibile della Grazia divina, che "dona agli inermi la forza del martirio" e con Gesù possiamo esultare nello Spirito, lodando il Padre: "Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Si, o Padre, perché così è piaciuto a te" (Mt 11,25-26). Come già era avvenuto in Maria di Nazareth, come si è verificato in tantissimi altri fedeli servitori del Signore lungo i secoli, così anche in Maria Goretti lo Spirito Santo ha potuto operare in profondità, perché ha trovato un cuore umile e pieno di fede. E' infatti la fede che spiega la vicenda di questa giovane ragazza che, a soli dodici anni, preferisce la morte anziché piegarsi alla violenza. Senza la fede in Dio, la figura di Maria Goretti si scolorisce o, peggio, viene imprigionata in schemi riduttivi ed ambigui. Credere è scegliere il Signore come unico bene, anzi lasciarsi da lui prendere totalmente e professargli con le opere: "Sei tu il mio Dio; senza di te non ho altro bene... Sei tu, Signore, la mia eredità, il calice che mi dà gioia; il mio destino è nelle tue mani" (Ps 16). Ma proprio perché credere è "far credito a Dio", l'atto di fede diventa pure un assentire "volontariamente alla rivelazione che egli fa" (DV 5). In Maria Goretti noi riscontriamo una fede adulta, dalle certezze ben salde, in nome della quale ella difende la sua purezza, consapevole di appartenere totalmente a Cristo. Sa bene che il suo corpo è tempio dello Spirito Santo e che, cedendo alla tentazione, verrebbe ad infrangere il patto di fedeltà con il Signore, tante volte confermato nella preghiera. Con il peccato, infatti, ci si separa da Dio, nostro unico bene, scegliendo di stare dalla parte degli "idoli", i quali conducono alla morte, e ci si avvia, quindi, verso la condanna eterna, l'lnferno.


3. Carissimi fratelli e sorelle, l'esempio di questa giovinetta, che a dodici anni ha avuto la grazia del martirio, sia costantemente dinanzi a voi ed al vostro impegno apostolico. Siate, come lei, persone di fede profonda, di totale dedizione a Dio, che vi ha chiamati ad essere santi ed araldi intrepidi del Vangelo. Cristo ha bisogno della piena vostra disponibilità per agire in voi e per operare, attraverso il ministero pastorale affidatovi, nel cuore di quanti quotidianamente incontrate. Non tutti certamente siamo chiamati, come Maria Goretti, a subire il martirio, ma ad ognuno è domandato di tendere al perseguimento pieno della virtù cristiana. Quest'ascesi dello spirito richiede forza, costante attenzione e rinuncia coraggiosa agli ideali mondani. Si tratta di un diuturno impegno di vigilanza, che non va abbandonato per nessun motivo, ma ripreso ogni giorno sino al termine del nostro cammino terreno. E' una lotta con se stessi che può assimilarsi ad un lento e prolungato martirio. Ad essa il Vangelo ci esorta con parole chiare e forti: "Il regno dei cieli soffre violenza e i violenti se ne impadroniscono" (Mt 11,12).


4. Questa è la fervida testimonianza evangelica che attende da voi la vostra Diocesi, ampia e articolata. La singolare sua configurazione geografica ed umana, che la rende luogo d'incontro tra antichissime parrocchie della zona collinare e giovani comunità della pianura pontina bonificata, domanda specialmente a voi, sacerdoti, di camminare, con ancor maggiore generosità, sulla strada della fede, della collaborazione e della sincera comunione col vostro Vescovo e tra di voi.

Ricordate sempre che il legame presbiterale non è di ordine semplicemente giuridico, disciplinare, o sociologico, ma è di carattere ontologico e sacramentale. Esso è "gratia", che coinvolge tutto l'essere della persona, prima che il suo agire, e che si traduce in "lex nova". Come opportunamente sottolinea il Concilio Vaticano II, "in virtù della comunità di ordinazione e missione, tutti i presbiteri sono fra loro legati da un'intima fraternità, che deve spontaneamente e volentieri manifestarsi nel mutuo aiuto, spirituale e materiale, pastorale e personale, nelle riunioni e nella comunione di vita, di lavoro e di carità" (LG 28). La reciproca intesa, alimentata da un maturo spirito di fede, vi aiuterà, cari sacerdoti, ad affrontare insieme tutte le difficoltà apostoliche emergenti dalle mutate condizioni socioculturali dell'epoca attuale. La scarsità del clero impone spesso a ciascuno di voi, anche ai più anziani, un carico pastorale pesante e prolungato. Talora il lavoro d'ogni giorno, la tensione e la stanchezza rischiano di affievolire l'entusiasmo della missione sacerdotale, togliendo spazio e slancio persino alla preghiera. E' importante allora ricordare che la Liturgia delle Ore, la meditazione e la lectio divina, il rosario e soprattutto la celebrazione dell'Eucaristia costituiscono momenti di rilevante importanza nella vostra giornata. Diversamente l'apostolato può scadere, pur non volendo, in attivismo agitato e convulso. Mi vengono in mente, in proposito, le sagge ammonizioni che San Bernardo rivolgeva al papa Eugenio III, suo antico discepolo: "Temo che in mezzo alle tue occupazioni che sono molte, non avendo speranza alcuna che abbiano fine, la tua anima inaridisca. Poiché tutti ti hanno a disposizione, sii anche tu uno di quelli che dispongono di te. Ricordati dunque, non dico sempre, non dico spesso, ma almeno qualche volta, di restituire te a te stesso. Usa anche tu di te stesso, con tanti altri, o almeno dopo gli altri".


5. L'impegnativa nuova evangelizzazione, in cui si è incamminata la vostra Diocesi, ha bisogno anche dell'apporto qualificato e del sostegno generoso di tutti voi, carissimi Religiosi e Religiose, votati in modo esclusivo, in forza della vostra professione religiosa, a Dio e alla Chiesa. Voi siete i "testimoni dell'Assoluto", coloro che hanno abbandonato tutto per il Regno dei cieli. Voi ben sapete che il vostro primo dono alla Comunità ecclesiale è la testimonianza della consacrazione che vi lega al Signore attraverso la professione pubblica e coerente dei voti di povertà, castità e obbedienza. La Comunità cristiana e la società civile vi considerano come i "professionisti della santità", e da voi attendono esempi concreti di fedeltà a Cristo e di accoglienza dei fratelli. Siate, carissimi Religiosi e Religiose, persone che diffondono dappertutto sentimenti di comunione e di speranza; mettete a disposizione di tutti, con umiltà e spirito di servizio, i doni singolari di cui Iddio vi ha arricchiti. In particolare, voi, Religiose, sappiate investire il talento della vostra femminilità ed il carisma dei vostri diversificati Istituti a beneficio dell'intera Diocesi. Annunciate con gioia la Resurrezione di Cristo. E testimonierete che Gesù è vivente, se egli è realmente risorto in voi ed è vivo nella vostra esistenza. Quando, infatti, si sperimenta la sua azione misericordiosa e consolatrice, quando egli dà la forza di aprirsi agli altri e di essere disponibili verso i fratelli con cuore libero ed indiviso, di perdonare e di diffondere la gioia, allora si comprende appieno che il Redentore è vivo. Si diventa capaci di proclamarlo a costo di ogni sacrificio.

Anche della morte. Come appunto avvenne per Santa Maria Goretti, alla cui intercessione vi invito a ricorrere sovente.


6. "Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti, perché nessun uomo possa gloriarsi davanti a Dio" (1Co 1,29).

Quest'affermazione di Paolo, con cui abbiamo aperto il nostro incontro, mi ritorna ora allo spirito, mentre ci avviamo alla conclusione. E' vero, il Signore agisce con potenza, porta a compimento il suo progetto di misericordia e di redenzione, ma domanda ai suoi discepoli umile e docile collaborazione. Chiede a ciascuno di noi di perseverare nella preghiera e nell'impegno evangelico.

Vi aiuti e vi protegga sempre in tale sforzo la Vergine Maria, che qui a Latina invocate sotto il titolo significativo di Madre della Chiesa.

Vi proteggano i Santi che hanno evangelizzato questa vostra Regione, dai primi Martiri terracinesi a Santa Maria Goretti, da San Tommaso d'Aquino a San Carlo da Sezze.

Vi accompagni, inoltre, anche il mio affettuoso incoraggiamento, che avvaloro con una speciale Benedizione Apostolica.

Data: 1991-09-29
Domenica 29 Settembre 1991

Santa Messa nello Stadio comunale - Latina

Titolo: Maria Goretti, con il suo silenzioso eroismo è maestra di fede, di coerenza, di amore vero




1. "E' giunta l'ora che sia glorificato il Figlio dell'uomo" (Jn 12,23).

Queste parole di Cristo, pronunciate nell'imminenza della passione, dell'obbrobriosa passione - tale era considerata la crocifissione - sono al centro dell'odierna liturgia, in occasione del centesimo anniversario della nascita di Santa Maria Goretti. Onoriamo il giorno della sua nascita terrena, ma abbiamo davanti agli occhi un'altra nascita: la sua nascita al Cielo attraverso il martirio. "Se il chicco di grano caduto in terra non muore - dice Gesù - rimane solo; se invece muore, produce molto frutto" (Jn 12,24). Proprio queste parole del Redentore del mondo si sono compiute all'inizio del nostro secolo; si sono compiute in Maria Goretti, la cui breve vita "ha prodotto molto frutto". "Perdendo la sua vita terrena" in questo mondo "l'ha conservata per la vita eterna" (cfr. Jn 12,25). così essa è diventata gioia per la Chiesa e per noi fonte di speranza.


2. A proposito di questa speranza San Paolo, nella seconda Lettura, ci dice: "Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla" (ciò che ha poca importanza), "perché nessun uomo possa gloriarsi davanti a Dio" (1Co 1,27-29).

Si. Dio l'ha scelta. Si. Dio l'ha rivestita di onore. Ha scelto, ha rivestito di onore una semplice fanciulla di campagna, di povera origine. L'ha rivestita di onore con la potenza del suo Spirito. "L'uomo naturale pero non comprende le cose dello Spirito di Dio" (1Co 2,14) - non comprende, "non può intenderle", esse anzi "sono follia per lui" (1Co 2,14). Al contrario Maria Goretti ha compreso. Essa ha saputo "giudicare per mezzo dello Spirito" (1Co 2,14). Non è fuggita davanti alla voce dello Spirito, davanti alla voce della coscienza. Non ha ceduto. Ha preferito piuttosto la morte. Lo Spirito Santo con il dono della fortezza l'ha aiutata a "giudicare" - e a scegliere con il suo giovane spirito. Essa ha scelto la morte, quando non ha potuto in nessun altro modo difendere la sua purezza verginale.


3. Sono molto suggestive le letture dell'odierna liturgia. Esse ci introducono, in un certo modo, nella profondità delle tragiche prove sostenute da questa fanciulla, uccisa il 6 luglio 1902. Maria Goretti sente la morte minacciare la sua anima ("la mia anima era vicina alla morte" - Si 51,6) e si ritrova sola davanti a tale minaccia mortale ("Mi rivolsi per soccorso agli uomini, ma invano" - Si 51,7): era assediata "e nessuno la aiutava" (ibidem Si 51,7). Quanto dice la prima Lettura, tratta dal Libro del Siracide, corrisponde in modo commovente agli avvenimenti. Quando, dunque, "non è venuto il soccorso dagli uomini" - (non perché non fossero pronti a darlo, ma per la semplice ragione che erano assenti, essendo la fanciulla rimasta sola in casa) - in quel momento si è ricordata delle misericordie del Signore: "Mi ricordai delle tue misericordie, Signore,... perché tu liberi quanti sperano in te, li salvi dalla mano dei nemici" (Si 51,8). Di quale nemico parla questa fanciulla di campagna? Parla forse di chi sta attentando alla sua ancor giovane esistenza? Ha paura di lui, oppure - seguendo le parole di Cristo - ha paura piuttosto di colui che può far perire il corpo e l'anima? Si: ha paura, prima di tutto, di quest'ultimo.


4. Ecco, innalza la sua supplica e prega per la liberazione dalla morte (cfr. Si 51,9). Certamente non voleva morire; non voleva morire questa adolescente, che s'era appena affacciata sull'orizzonte del suo futuro. Si rivolge così al Signore: "Signore, mio Padre tu sei e campione della mia salvezza, non mi abbandonare... (non mi lasciare), io lodero sempre il tuo nome; cantero inni a te con riconoscenza" (Si 51,10). "La mia supplica fu esaudita" (Si 51,11) - aggiunge l'autore biblico. In che modo la supplica di Maria Goretti è stata davvero esaudita? Ecco, giace sotto un colpo mortale, in una pozza di sangue. In che modo, allora, la sua supplica è stata esaudita? In che modo Dio l'ha salvata dalla rovina e l'ha strappata da una cattiva situazione? (cfr. Si 51,11). La risposta a quest'interrogativo è arrivata più tardi. E' giunta in modo definitivo il 24 giugno del 1950, quando il papa Pio XII ha elevato la giovane Martire alla gloria degli altari. In quel giorno si compirono fino in fondo le parole della Scrittura: "Ti ringraziero e ti lodero, benediro il nome del Signore" (Si 51,12). Maria Goretti è ora per sempre nella gloria preparata da Dio per i martiri, preparata già nei secoli passati, all'epoca delle persecuzioni romane, per Agnese e Lucia, Agata e Cecilia e tanti altri. All'inizio del nostro secolo, tale gloria è toccata anche a lei.


5. Il sangue di Maria Goretti, sparso in sacrificio di totale fedeltà a Dio, ci ricorda che anche noi siamo chiamati ad offrire noi stessi al Padre. Siamo chiamati a compiere la volontà divina per essere trovati santi e degni al suo cospetto. La nostra vocazione alla santità, che è vocazione di ogni battezzato, è incoraggiata dall'esempio di questa giovane martire. Guardate a lei soprattutto voi adolescenti, voi giovani. Siate, come lei, capaci di difendere la purezza del cuore e del corpo; impegnatevi a lottare contro il male e il peccato, alimentando la vostra comunione con il Signore mediante la preghiera, l'esercizio quotidiano della mortificazione e la scrupolosa osservanza dei comandamenti. Non abbiate paura di andare controcorrente, di rigettare gli idoli del mondo, quando si tratta di testimoniare con una coraggiosa condotta di vita l'adesione a Cristo casto e povero. Sappiate valorizzare ed amare sempre la purezza e la verginità. Maria Goretti, con il suo silenzioso eroismo, è maestra di fede, di coerenza, di amore vero. Ci insegna a riscoprire in Cristo il valore della verità che libera l'uomo dalla schiavitù delle realtà materiali, ad assaporare il gusto dell'autentica bellezza e del bene che vince il male. Maria Goretti ci sprona a sperimentare la gioia dei poveri che sanno rinunciare a tutto pur di non perdere l'unica cosa necessaria: l'amicizia con Dio, il quale solo è capace di affermare pienamente la nostra dignità di persone. Cari giovani, ascoltate la voce di Cristo che chiama anche voi a camminare sulla strada stretta della santità. Ripercorrete le orme di questa vostra conterranea e non temete di seguire "l'Agnello che fu immolato (Ap 5,12). Con la vostra perseveranza, senza tentennamenti e senza paure, sarete redenti fra gli uomini "come primizie per Dio e per l'Agnello" (Ap 14,4) e potrete spronare e sostenere tanti vostri coetanei nel cammino della vera libertà e dell'amore.


6. Con questa esortazione, diretta principalmente a voi, giovani, ma che si estende all'intera Comunità cristiana, vi saluto tutti, carissimi fratelli e sorelle di questa Diocesi, idealmente raccolti attorno all'altare, nel ricordo glorioso di Santa Maria Goretti. Saluto con affetto e stima il vostro Vescovo, Monsignor Domenico Pecile, e con lui i sacerdoti, suoi validi collaboratori nella missione pastorale. Saluto cordialmente il Cardinale Ruini e gli altri Vescovi presenti, apprezzando l'impegno col quale l'Episcopato italiano segue la situazione religiosa e sociale del Paese preoccupandosi, come è dovere dei Pastori, che i cattolici diano sempre una testimonianza coerente con i principi evangelici. Saluto i Religiosi e le Religiose, votati ad una radicale consacrazione a Cristo, casto, povero e obbediente. Mi rivolgo a voi, laici appartenenti alle varie Associazioni e Movimenti ecclesiali; a voi, genitori ed insegnanti, ai quali è affidata in gran parte la formazione delle nuove generazioni. Penso a voi, cari ammalati, provati nel corpo e nello spirito dalla sofferenza e dal dolore. Saluto pure con deferenza il Signor Sindaco di Latina e le Autorità politiche, amministrative e militari presenti a questa solenne celebrazione eucaristica. Ringrazio tutti coloro che, a vario titolo, hanno contribuito all'organizzazione di questo intenso, anche se breve, soggiorno nella vostra Città. Carissimi fratelli e sorelle! Guardate a Maria Goretti; guardate al Cielo, che ella ha raggiunto attraverso l'eroica osservanza dei comandamenti e dove si trova nella gloria dei santi.


7. Ecco, "è giunta l'ora che sia glorificato il Figlio dell'uomo" (Jn 12,23).

Cento anni fa nacque Maria Goretti, colei che la Chiesa onora come santa.

"Benedetto Dio nei suoi santi".

Ed oggi ringraziamo la Santissima Trinità per questa giovane vita e per il martirio che l'ha coronata. Attraverso questa esistenza e questa morte eroica, il Figlio dell'uomo è stato glorificato all'inizio del nostro secolo.

"Benedetto Dio nei suoi santi".

Amen!

Data: 1991-09-29
Domenica 29 Settembre 1991


GPII 1991 Insegnamenti - Santa Messa in memoria dei papi Paolo VI e Giovanni Paolo I