GPII 1992 Insegnamenti - Visita alle Figlie di Maria Ausiliatrice, alla Facoltà "Auxilum" - Roma

Visita alle Figlie di Maria Ausiliatrice, alla Facoltà "Auxilum" - Roma

Titolo: Proseguite con impegno la vostra missione educativa tra i giovani ed esprimete, in linguaggio universitario, il carisma di Don Bosco

Signori Cardinali, Illustri Docenti, Reverende Suore, Figlie di Maria Ausiliatrice, cari allievi ed allieve!


1. Sono lieto di celebrare con voi la ricorrenza delle "nozze di argento" di codesta Facoltà di Scienze dell'Educazione "Auxilium", fondata dalle Suore, Figlie di Maria Ausiliatrice, proprio nella festa di San Giovanni Bosco dell'anno l966, come Istituto Internazionale di Pedagogia e Scienze Religiose. Saluto cordialmente tutti voi, che prendete parte a questa solenne cerimonia. Saluto, in particolare, i Signori Cardinali, gli Arcivescovi e Vescovi, il Gran Cancelliere, Don Egidio Vigano, la Madre Generale e Vice Gran Cancelliere, Suor Marinella Castagno.

Ringrazio la Reverenda Preside e la studentessa per l'indirizzo che hanno voluto rivolgermi all'inizio di questo incontro.


2. San Giovanni Bosco, di cui oggi celebriamo la memoria liturgica, si attende un contributo rilevante dalle sue Figlie spirituali, impegnate a proseguire la sua missione educativa e ad esprimere, in linguaggio universitario, il carisma salesiano. Come il vostro Fondatore, guardate anche voi a Cristo Maestro, il cui insegnamento ha esercitato ed esercita un influsso provvidenziale sui cultori dell'educazione. Con l'incarnazione il Cristo si manifesta come Parola vivente del Padre e rivela il mistero di Dio agli uomini. Egli è, infatti, Maestro di tutto lo scibile e Maestro unico, in quanto solo il Figlio conosce pienamente il Padre. La Chiesa, quale Madre e Maestra, attua nel mondo e nella storia il Magistero di Cristo all'interno delle sue Comunità, nelle avanguardie delle stazioni missionarie e nelle frontiere con le diverse Confessioni cristiane. Nella fedeltà al suo Signore, la Chiesa coltiva l'educazione con ogni sollecitudine, considerandola come suo compito primario. Si spiega così la predilezione che nutre per i suoi servitori nel campo eletto dell'insegnamento. Don Bosco eccelle tra questi maestri cristiani come "genio riconosciuto della moderna pedagogia e catechesi" (Insegnamenti di Paolo VI, XVI, l978, p. 59), nel campo specifico della formazione dei giovani. Nell'introduzione al Piano di Regolamento dell'Oratorio, che resta la sua opera fondamentale, Don Bosco sintetizza in breve la missione di Cristo, alla quale intendeva assoggettare il suo apostolato: "Il Verbo - dice - incarnandosi, viene "a radunare in unità i figli di Dio che erano dispersi" (Jn 11,52)". In seguito, Don Bosco, nel tratteggiare il servizio specifico tra i giovani, segue a puntino le orme del Verbo Incarnato: "Le parole del Santo Vangelo, che ci fanno conoscere essere il Divin Salvatore venuto dal cielo in terra per radunare insieme tutti i figliuoli di Dio dispersi nelle varie parti della terra, parmi che si possano letteralmente applicare alla gioventù dei nostri tempi" (cfr. Scritti sul Sistema Preventivo). Essendo identica la finalità, identico dovrà essere altresi lo stile di marcia verso la mèta. Destinataria del messaggio del Padre, portato dal Figlio, è tutta l'umanità. Ecco perché Don Bosco guarda la totalità dei giovani come l'oggetto preciso delle sue cure pedagogiche.

Per raggiungere anche il mondo femminile, le Figlie di Maria Ausiliatrice avevano, secondo lo spirito del loro Fondatore, lo scopo di "educare cristianamente le ragazze non agiate, oppure povere ed abbandonate, per avviarle alla moralità, alla scienza e alla religione" (Cronistoria, FMA, II, Roma, 1976, 400). La Metodologia scelta per l'educazione sia dei ragazzi che delle ragazze è quella adoperata dal Cristo Maestro, quella del Vangelo. I due tratti del suo Cuore divino - "mitezza ed umiltà" - delineano con precisione lo stile della consacrazione totale di Don Bosco al mondo giovanile. Diventerà per essi un vero "servo" con predilezione per i più poveri ed abbandonati ed eserciterà il suo ministero educativo con quella bontà evangelica che defini "amorevolezza", perché destinata a far riecheggiare i palpiti del Cuore di Cristo. Una tale pedagogia non può mai tramontare nella storia. E' chiamata a durare come il Vangelo stesso, del quale si professa serva fedele. Questo è, dunque, il segreto della validità sempre attuale del Sistema Preventivo di San Giovanni Bosco.


3. La Congregazione delle Figlie di Maria Ausiliatrice "partecipa nella Chiesa alla missione salvifica di Cristo, realizzando il progetto di educazione cristiana proprio del Sistema Preventivo" (Costituzioni, 1). Sono due le conseguenze derivate da tale impegno costituzionale: innanzitutto investigare a fondo per cogliere la natura specifica del Sistema educativo, in maniera da poterlo realizzare a dovere in piano pratico; in secondo luogo, cercare una formulazione tale che lo renda accessibile a tutti e al servizio di tutti. La formula tradizionale della Famiglia Salesiana "fare come faceva Don Bosco", riusci ad assolvere egregiamente quel doppio impegno nei tempi ed ambienti culturalmente vicini al Santo Fondatore. Tale formula va adeguata ai tempi in cui viviamo e alle diverse culture. Come facevo notare nella Costituzione "Sapientia Christiana", il "Vangelo di Cristo, che è diretto a tutti i popoli di ogni età e regione, non è legato in modo esclusivo ad alcuna cultura particolare, ma è capace di permeare tutte le culture, così da illuminarle colla luce della Rivelazione divina e purificare e rinnovare in Cristo i costumi degli uomini" (Proemio, 1). Si impone, perciò, uno sforzo permanente per cogliere ed esprimere la verità che, pur essendo in se stessa immutabile, presenta prospettive diverse, tenuto conto delle coordinate che cambiano nella storia. C'è, dunque, il pericolo che un'imitazione letterale dei gesti materiali di Don Bosco porti a tradire lo spirito che animava il suo operato. Per ovviare a questo inconveniente, occorre applicare a questo caso concreto il ricorso suggerito nella stessa Costituzione: "in questa azione della Chiesa nei riguardi della cultura, particolare importanza hanno avuto ed hanno tuttora le Università Cattoliche" (Ivi, 1).


4. A questo compito specifico punta provvidenzialmente la vostra Facoltà "Auxilium". Gli Statuti sono espliciti: "particolarmente, in armonia con i principi dell'umanesimo pedagogico cristiani di San Giovanni Bosco, la Facoltà promuove lo studio e l'approfondimento dei problemi dell'educazione della gioventù, specialmente dell'infanzia, della fanciullezza e dell'adolescenza, con speciale attenzione a quelli della donna" (2,3). La vostra Facoltà Salesiana deve restare simultaneamente Salesiana e Facoltà. Dovete considerarla vostra a doppio titolo. Sarà davvero universitaria, se assicura una adeguata conoscenza dell'oggetto; il che non sarà possibile senza una valutazione sperimentale della pedagogia di Don Bosco alla vostra portata. Riuscirà poi ad arricchire la pedagogia nella misura in cui riuscirete ad esprimere, in linguaggio prettamente universitario, i frutti della ricerca del vostro carisma. E' auspicato anche il dialogo scientifico con altri Istituti culturali analoghi, in modo da far risuonare i valori del vostro carisma specifico nella Chiesa e nel mondo. In altre parole, la vostra Facoltà è chiamata a ripensare ed attualizzare scientificamente la lezione magistrale del vostro Santo Fondatore. Egli riusci a comunicare efficacemente ai giovani del suo tempo il messaggio di Cristo calato in formule catechistiche indovinate, tenuto conto delle categorie culturali di quel tempo. A voi compete tradurre e rinnovare quel suo sforzo di inculturazione del Vangelo e di evangelizzazione della cultura. Impegnatevi in tale direzione con entusiasmo ed amore, certi di riuscire così a rendere attuale l'opera educativa del vostro Padre Fondatore, allargando sempre più gli orizzonti del suo influsso nello spazio e nel tempo.


5. La condizione femminile non può mancare nell'opera educativa. Viene da tutti riconosciuto il valore indispensabile della madre nei primi anni della formazione umana. La figura della donna è altresi necessaria nelle tappe ulteriori del normale processo educativo. La regola resta ugualmente valida nel mondo universitario, dato che la dimensione femminile condiziona le modalità di attuazione di ogni sistema pedagogico. Siete, dunque, appunto perché donne, capaci di riempire lacune notevoli anche in campo universitario. Penso alla didattica, a volte trascurata nelle classi superiori. E' chiaro che la metodologia deve accordarsi con l'età e la maturità degli alunni, ma è altrettanto vero che i frutti sarebbero più abbondanti se si tenesse maggiormente conto delle norme metodologiche adeguate all'insegnamento impartito nelle Facoltà. Il vostro Istituto Auxilium con la sua carica di femminilità è in grado di tentare lo sforzo e di apportare contributi importanti. L'Auxilium figura tra le Facoltà Ecclesiastiche, il che attesta chiaramente la volontà della Chiesa di mettere la donna in condizioni di recare a beneficio della comunità il massimo delle sue virtualità. Siete inserite nel campo di lavoro di Cristo Maestro. Avete Statuti universitari, approvati dalle Autorità competenti della Chiesa: siate emule in questa vostra opera delle grandi donne che si sono distinte per dottrina e zelo, come Santa Teresa d'Avila e Santa Caterina da Siena.


6. La professione religiosa tende a potenziare la consacrazione battesimale attraverso segni puntati verso realtà trascendenti. Le Religiose universitarie, dunque, rendono credibile attraverso il voto di povertà l'abbandono filiale nelle mani del Padre, il voto di castità proclama con linguaggio eloquentissimo l'esistenza di veri affetti familiari, al di là dei vincoli della carne e del sangue; l'obbedienza religiosa, intesa come docilità all'amore, potenzia meravigliosamente le energie latenti degli individui e dei gruppi comunitari per portare ad esecuzione i disegni divini in favore dell'uomo. La vostra salesianità impone che l'azione educativa sia fedele non soltanto al Fondatore, ma anche alla Madre Maria Domenica Mazzarello, provvidenziale Confondatrice del vostro Istituto di Figlie di Maria Ausiliatrice. Ella fu davvero un modello esemplare, perché, pur non avendo conseguito titoli accademici, raggiunse tale saggezza "da sembrare ispirata dallo Spirito Santo". Visse nell'umiltà, nella mortificazione, nella serenità la sua donazione a Dio, realizzando la sua "maternità d'amore verso migliaia di giovanette". Alla radice di questa spiritualità si trovano "l'umiltà profonda e l'ardente carità che la distinsero" (Colletta della Festa di Santa Maria Domenica Mazzarello). La lezione della Mazzarello è la versione al femminile dell' insegnamento di Don Bosco. Tutti e due non fanno che applicare nel loro insegnamento la dottrina imparata alla scuola del Maestro "mite ed umile di cuore" (Mt 11,29).


7. A questi luminosi esempi si ispiri il vostro compito nell' Auxilium: essere fedeli educatrici, universitarie, salesiane. Siate, dunque, davvero quel che siete. Questo si aspetta da voi l'intera Congregazione, che ha bisogno del vostro contributo. Questa è altresi l'attesa della Chiesa, che vi chiama a partecipare attivamente alla sua missione educativa. Questo vi chiede il Papa, in un momento in cui la Chiesa è più che mai impegnata a dare risposte valide alle esigenze del mondo moderno. "perciò dico a voi e ripeto a tutti gli appartenenti alla Famiglia Salesiana: siate sempre e dappertutto "missionari dei giovani". Educate con lo sguardo rivolto a Cristo, divino Educatore del Popolo di Dio, come ha fatto Don Bosco" (Discorso al Consiglio Generale dei Salesiani, Insegnamenti di Giovanni Paolo II, XII, 1, 1989, p. 273).

Con questi sentimenti imparto di gran cuore a tutti gli appartenenti a codesta Facoltà di Scienze dell'Educazione e ai loro familiari la mia Benedizione Apostolica.

Data: 1992-01-31 Data estesa: Venerdi 31 Gennaio 1992

Ai Vescovi della Calabria in visita "ad limina" - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: All'idolatria del denaro che alimenta i mali della Regione è necessario rispondere con la forza dell'etica cristiana




1. Siate i benvenuti, carissimi fratelli della Conferenza Episcopale Calabrese! Porgo a tutti il mio saluto cordiale, mentre ringrazio Monsignor Giuseppe Agostino, Arcivescovo di Crotone-Santa Severina, vostro Presidente, per le fraterne parole che, a vostro nome, poco fa mi ha rivolto. Invio il mio affettuoso pensiero alle Comunità cristiane della Calabria; in particolare ai Sacerdoti e ai Diaconi, ai Religiosi e alle Religiose e ai numerosi Laici che, testimoniando la fede cristiana tra i fratelli, diffondono, in comunione con voi, la parola del Vangelo.


2. Siete venuti, fratelli carissimi, portando nel cuore la trepidazione per le difficoltà che ancora attraversa l'amata terra di Calabria. Voi, infatti, siete consapevoli che l'esigenza di eticità per la vita associata - di cui parlammo nella precedente visita - è tuttora viva, anzi è oggi più sentita dalle vostre Comunità. Cresce, allo stesso tempo, in voi e tra di voi la speranza, confortata certamente dalle innumerevoli risorse ideali e morali della popolazione calabrese, ma alimentata soprattutto dalla fiducia nella presenza salvifica del Signore. Il credente confida in Dio, perché sa che Egli guida la storia e le coscienze degli uomini, suscitando testimoni ed apostoli. Ecco, fratelli: mentre, con vigore e senza stancarci, siamo chiamati a rinnovare costantemente l'invito alla conversione, ci sorregge la sicurezza che Dio agisce, toccando il cuore e la mente degli uomini. La conversione è sempre la promessa ed il frutto del suo amore.

Questa radicale consapevolezza ha accompagnato e continua a guidare anche voi, nel vostro diuturno ministero pastorale.


3. La vostra ansia apostolica vi spinge a ricercare nuove vie per l'annuncio evangelico. Esprimo, in proposito, vivo compiacimento per il Convegno ecclesiale regionale, che avete celebrato dal 29 ottobre al 1 novembre scorso a Paola, la Città del vostro Patrono San Francesco. Si è trattato del secondo Incontro di tutte le diocesi della Regione, durante il quale avete riflettuto sul tema "Nuova evangelizzazione e ministero di liberazione, con particolare riferimento alla famiglia ed alla parrocchia". Lavorando insieme, vi è stato possibile sperimentare quanto sia importante studiare programmi pastorali comuni, che nascano da riflessioni e da proposte condivise con sincero impegno da ciascuno. Ciò favorisce un clima di ampia partecipazione, dal quale scaturiscono significative convergenze di giudizio sia circa i problemi più urgenti, sia circa le iniziative idonee per tentarne la soluzione. Dal recente Congresso, in particolare, è nato il proposito di costruire ed organizzare in ogni Comunità forme unitarie e solidali di presenza cristiana. Si tratta di difendere e promuovere, con interventi appropriati, i diritti fondamentali dell'uomo, quali, ad esempio, il rispetto della dignità della persona umana e la difesa della vita, in vista dell'edificazione di una società giusta e fraterna. A voi preme, al di sopra di tutto, che Cristo sia conosciuto, accolto ed amato dagli uomini e dalle donne della vostra Terra. Cristo "va incontro all'uomo di ogni epoca, anche della nostra epoca, con le stesse parole: "Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi"" (RH 12).


4. Si profila davanti a voi l'urgenza di una evangelizzazione nuova, capace di riproporre, in maniera attenta e precisa, il messaggio della salvezza e la speranza della liberazione. Ciò comporta un lavoro pastorale delicato ed impegnativo, specialmente quando si consideri la situazione complessa della vostra Regione. In essa le vecchie generazioni, portatrici di tradizioni in parte superate, guardano con apprensione ai rapidi cambiamenti del nostro tempo. I giovani, invece, stretti, oltre che dalla crisi dell'occupazione, dalla carenza di saldi punti di riferimento ideale e di validi programmi per il futuro, sentono spesso venir meno anche il sostegno delle Istituzioni e rischiano di cedere ai fallaci richiami del consumismo e di pericolose forme di evasione. Fortunatamente non si tratta di un fenomeno generalizzato: tra di loro, infatti, non pochi scelgono un diverso stile di esistenza, improntato ai valori evangelici. Come non impensierirsi, poi, per l'estendersi dell'industria del crimine e della violenza? Come non preoccuparsi nel rilevare che la cultura della solidarietà, vanto della vostra secolare tradizione, sembra a volte sopraffatta da quella dell'interesse privato e dall'ideologia del successo senza scrupoli e senza pietà? Di fronte a problemi antichi e difficoltà nuove, si fa sentire con forza l'esigenza di un più vivo senso di legalità, da costruire pero non tanto aumentando la produzione legislativa, quanto assicurando un uguale ed effettivo rispetto delle leggi da parte di tutti.




5. Voi siete i Pastori di una Comunità in cammino, una Comunità "composta da uomini i quali, riuniti insieme nel Cristo, sono guidati dallo Spirito Santo nel loro pellegrinaggio verso il Regno del Padre, ed hanno ricevuto un messaggio di salvezza da proporre a tutti" (GS 1). Forti del mandato ricevuto, sentite il dovere di indicare le vie di una rinascita delle coscienze e di proporre iniziative atte a ridestare in esse una rinnovata energia autopropulsiva e missionaria. Avete individuato nel concetto cristiano di liberazione il termine guida del vostro impegno comune. Una liberazione autentica - come voi stessi osservate - trascendente, frutto dell'iniziativa di Dio, continua e dinamica, radicale, che parta cioè dalla radice del cuore umano, intimamente legata alle vicende della storia, ma proiettata verso il pieno compimento escatologico. Non servono al vero sviluppo della Calabria progetti contingenti, parziali o particolaristici. Se l'idolatria del denaro ha alimentato i mali della Regione, incentivando, purtroppo, i fenomeni della criminalità organizzata, degli omicidi e sequestri di persona, è anche vero che mai si è spenta nel cuore dei Calabresi la consapevolezza di dover rispondere a tali sfide con la forza dell'etica cristiana, ispirata al perdono e all'amore, al rispetto dell'uomo e all' osservanza della legge divina. Occorre proseguire senza cedimenti su tale cammino. Questa piaga, che compromette alla radice il progresso integrale della vostra gente e priva in maniera sempre più grave le persone, soprattutto i giovani, della libertà autentica, sarà vinta, con l'aiuto di Dio, grazie alla mobilitazione responsabile di ogni uomo di buona volontà e all' impegno evangelico dei cristiani, da voi incessantemente sorretti e incoraggiati.


6. Venerati fratelli nell'Episcopato! La vostra opera di evangelizzazione sarà ardita se confiderete nella potenza dello Spirito Santo, che vivifica la Chiesa, e se insieme vi sforzerete di servire soltanto Cristo ed il gregge che Egli vi ha consegnato. In questo itinerario pastorale, l'attenzione prioritaria sia per i Presbiteri, vostri stretti collaboratori nel ministero apostolico. Sostenendoli con affetto e sincera amicizia, non mancherete di ricordare loro che la Chiesa ha bisogno di Sacerdoti santi, i quali vivano con gioia il proprio nobile ufficio e siano pronti, in comunione gerarchica con l'Episcopato, a porsi al servizio del popolo cristiano con generosa e disinteressata dedizione. Non dimentichi mai il Presbitero che egli si santifica vivendo come fratello tra fratelli, fedele a Cristo che l'ha chiamato, perseverante nella preghiera e assiduo ricercatore della volontà divina. E' compito vostro, inoltre, promuovere e favorire la vita consacrata nelle sue multiformi espressioni carismatiche, come pure non trascurare mai le autentiche esigenze spirituali dei fedeli, andando incontro alla loro sete di verità e di santità, grazie ad una adeguata catechesi, che parta da un nuovo annuncio del Vangelo. La catechesi sia tra i vostri obiettivi principali. Una Chiesa che non catechizza non ha futuro. Se non si proclama la verità che salva, come potrà nascere nella gente, specialmente nei giovani, la disponibilità al servizio di Cristo e dei fratelli? Date vita, perciò, ad un movimento catechetico che raggiunga tutti: bambini, giovani ed adulti. Rivolgetevi, in primo luogo, alle famiglie, che sono chiamate ad essere "scuola di vita" e fondamentali soggetti attivi della Chiesa e della società. Bisogna partire dalle famiglie, se si vuole costruire nella vostra Regione, come altrove, una mentalità autenticamente cristiana.


7. A tale fine, si rende indispensabile una qualificata azione educativa e formativa, che aiuti i credenti a superare la frattura, spesso avvertita, tra fede e coerenti scelte di vita. Per un lavoro di così ampio respiro utilizzate al meglio, come è già vostro intendimento, le strutture esistenti: i Seminari, gli Istituti di cultura religiosa, e le scuole di formazione sociopolitica. Vi sarà, poi, di aiuto, nella programmazione del lavoro pastorale, il "Consiglio Ecclesiale Regionale", da voi istituito per coordinare le attività religiose e apostoliche, che vanno moltiplicandosi nella vostra Regione. Proseguite su questa strada, crescendo nella comunione, nella verità, nella testimonianza. Proclamate senza tentennamenti il Vangelo. Fedeli ai poveri ed a quanti sono nel bisogno, cercate di individuare le loro esigenze reali, giovandovi dell'apporto dell'"Osservatorio" regionale sull'uomo calabrese e sulle sue necessità. Adoperatevi con ogni mezzo perché i cristiani comprendano che solo la verità di Cristo può condurre l'uomo all'autentica libertà. La verità di Cristo è liberante e carica di speranza, perché non riduce l'uomo alla terra, ma lo apre alle realtà trascendenti.


8. A conclusione di questo nostro incontro, desidero ancora esortarvi alla fiducia in Dio, pur tra le difficoltà del presente. Il Signore cammina con noi verso il compimento del suo Regno. Alimentate in voi questa certezza. La forza liberante della fede è nelle vostre mani, cioè nei mezzi di grazia che sono affidati al vostro ministero. Diffondete attorno a voi la speranza che nasce dalla fede e si nutre dell'amore divino. Possano ad essa attingere quanti collaborano con voi - nelle Parrocchie, nelle Associazioni e Movimenti apostolici, in ogni articolazione della Chiesa di Calabria - all'opera della nuova evangelizzazione.

La Vergine Maria, venerata in molte località della vostra Regione, vi ottenga dal Signore conforto e gaudio spirituale. Intercedano per voi i Santi Patroni delle vostre Diocesi ed i Santi e i Beati originari della Calabria. Con questi auspici vi imparto la Benedizione Apostolica, che estendo ai Presbiteri, ai Religiosi, alle Suore ed a tutti i Laici delle vostre Chiese particolari.

Data: 1992-02-01 Data estesa: Sabato 1 Febbraio 1992

Recita dell'Angelus nella Giornata per la vita - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: Non c'è vera pace, nè autentica democrazia senza totale rispetto per la vita

La Chiesa italiana celebra quest'oggi la "Giornata per la vita". Si tratta di una provvidenziale occasione offerta ai credenti e ad ogni uomo di buona volontà per riflettere sul valore della vita e sulla necessità dell'impegno a difenderla e promuoverla in ogni sua fase, dal suo concepimento alla sua fine naturale. "Il diritto alla vita è fondamento della democrazia e della pace": questo è il tema dell'odierna celebrazione. Ricostruire una cultura della vita sembra oggi particolarmente urgente. E lo è alla luce di quanto l'umanità sta sperimentando sia nei conflitti internazionali che travagliano l'esistenza di alcuni popoli, sia nelle varie forme di violenza che non cessano di minacciare la serenità interna di Comunità, famiglie e individui. Ognuno ha diritto a vivere e a vivere con piena dignità: se tale diritto non è sufficientemente e realmente tutelato, l'umana convivenza rischia di essere seriamente compromessa; ogni intesa svilita e deprezzata; l'esistenza stessa dell'individuo sopraffatta. Non c'è vera pace, né autentica democrazia senza totale rispetto della vita. Preghiamo il Signore perché illumini i cuori e le intelligenze di tutti affinché ognuno accetti, favorisca e proclami il "Vangelo della vita" che Gesù ha affidato alla sua Chiesa.

Data: 1992-02-02 Data estesa: Domenica 2 Febbraio 1992

Santa Messa per religiosi nella festa della Presentazione del Signore - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: Il fuoco che nasce dall'amore divino è l'ardore di cui abbiamo bisogno per la nuova evangelizzazione




1. "Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore" (Lc 2,23 cfr. Ex 13,2).

La Chiesa rispetta il ritmo degli eventi biblici. Benché con l'Epifania si sia già concluso il periodo di Natale, l'odierna festa ricorda quanto avvenne il quarantesimo giorno dalla nascita del Redentore. In tale data, secondo la Legge di Mosè, la famiglia provvedeva alla presentazione del neonato al Tempio: "Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore" (Lc 2,23). Seguendo la prescrizione della Legge antica, Maria e Giuseppe "portarono... Gesù a Gerusalemme per offrirlo al Signore" (Lc 2,22).

Si tratta di nn evento che tematicamente appartiene al Natale.

In nessun'altra circostanza, quanto in quella di oggi, la verità sul futuro messianico del Bambino, nato a Betlemme, entra nella realtà della nascita del Figlio di Dio. Tale nascita si realizza per opera dello Spirito Santo, che rivela, per mezzo delle parole dell'anziano Simeone, quale sarebbe stato il futuro di Gesù: "Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione" (Lc 2,34). Sarà una contraddizione dolorosa, sarà un martirio: il martirio della Croce, che colpirà in profondità la Madre, alla quale "una spada trafiggerà l'anima" (Lc 2,35).


2. Chi è questo primogenito che il Tempio di Gerusalemme accoglie a quaranta giorni dalla nascita? La Liturgia risponde con le parole del profeta Malachia: Egli è "il Signore, che voi cercate; l'Angelo dell'Alleanza, che voi sospirate" (3,1).

Angelo vuol dire messaggero. Colui che Giuseppe e Maria presentano al Tempio non è solo il Messaggero dell'Alleanza. E' Egli stesso l'Alleanza nuova ed eterna. E' "un sommo sacerdote misericordioso e fedele nelle cose che riguardano Dio, allo scopo di espiare i peccati del popolo" (He 2,17). Con il suo sacerdozio "si prende cura della stirpe di Abramo" secondo lo spirito, come proclama La Lettera agli Ebrei (2,16). Abramo, infatti, è diventato "padre di tutti coloro che credono" (cfr. Rm 4,11).

Con Gesù entra nel Tempio di Gerusalemme "il sacerdozio regale" (1P 2,9). Egli è il "re della gloria" (cfr. Ps 23/24,8), davanti al quale "si alzano le porte antiche" del santuario (cfr. ibidem, Ps 24,9), di cui è simbolo il Tempio di Gerusalemme. Cristo penetra fino nel fondo di questo simbolo, manifesta in se stesso "la dimora di Dio con gli uomini" (Ap 21,3), facendo di noi "un regno di sacerdoti" (Ap 5,10) per Dio, suo Padre.


3. "Il primogenito sarà sacro al Signore": primogenito di Maria di Nazaret e, nel tempo stesso, "generato prima di ogni creatura" (cfr. Col 1,15): Figlio della stessa sostanza del Padre. Ecco, è venuto il giorno della sua "consacrazione" a Dio nella condizione umana, secondo la legge religiosa di Israele. La piena dimensione, pero, di questa "consacrazione" si rivelerà gradualmente.

Le letture dell'odierna Liturgia sono l'annuncio di questo evento. In esse troviamo anche l'espressione di quella particolare "primogenitura" evangelica di cui voi siete partecipi, tra tutti i figli e le figlie della divina elezione.

Cari fratelli e sorelle, voi siete chiamati a dedicare la vita a Dio alla maniera di Gesù Cristo. La vostra consacrazione, che corrisponde ai consigli evangelici di povertà, castità ed obbedienza, è "la parte migliore", di cui ci parla il Maestro (cfr. Lc 10,42). E' come se in essa si trovasse la "primogenitura" spirituale della Nuova Alleanza, la quale racchiude fino in fondo il significato di quell'essere "sacro al Signore", che era appannaggio dei primogeniti secondo l'Antica Legge.

Cristo ha rivelato il contenuto di questa consacrazione per mezzo del Vangelo della sua propria vita. Ed oggi, festa della Presentazione del Signore, noi tutti desideriamo ritornare a questo Vangelo; lo desiderate in particolare voi, membri degli Ordini e delle Congregazioni residenti in Roma. In comunione spirituale con voi, lo desiderano tutti i Religiosi e le Religiose del mondo, tutte le persone consacrate alla maniera di Colui che è il Maestro e lo Sposo della vostra vocazione.


4. In questo 1992, la celebrazione del quinto Centenario dell'Evangelizzazione dell'America c'invita ad un particolare ringraziamento per la vita e l'opera missionaria d'innumerevoli Religiosi e Religiose, che spesero le loro migliori energie perché si aprissero le "porte antiche" di quei popoli ed entrasse "il Re della Gloria", convertendo quelle Terre in santuari della sua presenza misericordiosa e fedele. Mai avrebbero potuto portare a compimento una tale opera missionaria, se la loro consacrazione a Dio non fosse stata come un vivo fuoco interiore, che rivelava la vicinanza del "Primogenito di ogni creatura", come segno di speranza per tutti i popoli! Quel fuoco che nasce dall'amore divino, che si nutre della contemplazione delle cose di Dio e che si esprime nell'annuncio gioioso del Signore e, perciò, in servizio d'abnegazione per i fratelli, come richiede la loro dignità: quel fuoco santo è l'ardore di cui oggi abbiamo bisogno per la nuova Evangelizzazione.


5. Nell'accendere oggi questi ceri, che significano la luce di Cristo, iniziamo anche la preparazione della prossima Assemblea del Sinodo dei Vescovi, che tratterà, come sapete, della vita consacrata e del suo impegno nella Chiesa e nel mondo. Alla soglia dell'anno duemila si occuperà, quindi, della vostra vita, della vostra consacrazione, del vostro modo di partecipare all'evangelizzazione e, per conseguenza, all'attività missionaria della Chiesa. Accompagnate i lavori preparatori con la vostra preghiera! Partecipate attivamente alle consultazioni che vi verranno rivolte.

I successori degli Apostoli si riuniranno per trattare della vostra vita, del contributo che i vostri Fondatori e Fondatrici e con essi le rispettive famiglie spirituali hanno dato e danno alla missione della Chiesa. Essi desiderano comprendere in tutta la sua ampiezza e profondità il progetto del Signore che santifica, arricchisce ed anche orienta il suo popolo mediante i doni e i carismi delle Comunità di vita consacrata e delle Società di vita apostolica. I Vescovi vogliono aiutarvi ad essere fermento evangelico ed evangelizzatore delle culture del terzo Millennio e degli Ordinamenti sociali dei popoli.


6. Con affetto speciale mi rivolgo ora ai Monasteri e a tutte le comunità di vita contemplativa. Carissimi fratelli e sorelle, di cuore vi ringrazio per aver accompagnato con l'orazione e la penitenza i lavori della recente Assemblea Speciale del Sinodo dei Vescovi per l'Europa, rispondendo generosamente all'invito che, in tal senso, vi avevo rivolto da Fatima, il 13 maggio dello scorso anno.

Perseverate nell'elevare la vostra lode, a nome di tutta la Chiesa, all'Angelo dell'Alleanza, al Sommo Sacerdote misericordioso e fedele! Continuate a collaborare con la penitenza all'opera di Colui che purifica i suoi figli, perché possano offrirsi al Signore quale ostia viva e santa (Rm 12,1) a lode della sua gloria (Ep 1,12).

In modo speciale affido alla vostra presenza orante e totalmente consacrata alla contemplazione del mistero di Dio i progetti missionari della Chiesa all'alba del terzo Millennio cristiano.


7. "I miei occhi han visto la tua salvezza" (Lc 2,30).

La festa di oggi diventi per voi, cari fratelli e sorelle, il giorno del rendimento di grazie. Ringraziate con Simeone il Padre per ciò che "han visto i vostri occhi", per "la salvezza" di cui siete diventati partecipi e servi; per "la luce", la luce della vocazione particolare che una volta ha penetrato i vostri cuori.

Ringraziate! Ringraziate insieme con me! E, ringraziando, pregate intensamente affinché la "luce" salvifica brilli sulle vie della vostra vita. Illumini voi e, mediante voi, gli altri.

Riconoscano i vostri occhi, sempre e dappertutto, in questa divina luce la volontà salvifica di Dio. Pregate, infine - preghiamo tutti "con forti grida" (cfr. He 5,7) - affinché le nuove generazioni, in tutti i luoghi della terra, in ogni popolo e nazione, sperimentino la gioia dell'incontro con la luce di Cristo.

Preghiamo per le vocazioni alla Vita Consacrata, perché siano sempre più numerosi sulla terra coloro che assieme a Simeone possono ripetere: "I miei occhi han visto la salvezza".

Data: 1992-02-02 Data estesa: Domenica 2 Febbraio 1992


GPII 1992 Insegnamenti - Visita alle Figlie di Maria Ausiliatrice, alla Facoltà "Auxilum" - Roma