GPII 1992 Insegnamenti - Ai giovani guineani raccolti nel piazzale antistante il Palazzo del Popolo - Conakry (Guinea)

Ai giovani guineani raccolti nel piazzale antistante il Palazzo del Popolo - Conakry (Guinea)

Titolo: Quando si umilia la persona o si attenta alla vita si sprofonda nella barbarie

Cari giovani della Guinea,


1. Sono felice di vedervi riuniti così numerosi. Voi mostrate tutta la vitalità, tutta l'amicizia del vostro popolo. Grazie per la vostra accoglienza. Tra voi, molti giovani musulmani sono venuti ad accompagnare i giovani cattolici in questo incontro con il Papa. Sono commosso dalla vostra presenza che dimostra simpatia nei confronti dei vostri coetanei cristiani e il reciproco rispetto che nutrite per la fede religiosa di ognuno. Grazie ai vostri rappresentanti che mi hanno espresso quel che serbate in cuore, le vostre gioie e le vostre inquietudini e anche la volontà di costruire per l'avvenire un mondo fraterno.


2. Come sapete, ho il compito di vegliare sull'unità della Chiesa cattolica e di confermare i miei fratelli e le mie sorelle nella fede. Devo essere un testimone di Dio che si è rivelato agli uomini in Gesù Cristo, suo Figlio, Signore e Salvatore. E' in questo spirito che vengo a voi. Desidero condividere con voi un po' della saggezza spirituale e dell'esperienza umana che ereditiamo dai discepoli di Gesù che si sono succeduti durante una lunga storia. Quindi, non vi sorprenderà se non vi proporro dei piani di azione per rispondere subito ai problemi della gioventù guineana. Vorrei piuttosto aiutarvi a riflettere un momento sul senso della vostra vita, poiché vi sento inquieti, in quest'epoca in cui il mondo cambia in fretta. Vi sono degli sconvolgimenti nel vostro continente e altrove. Al tempo stesso, non vediamo realizzarsi altrettanto rapidamente una maggiore giustizia e più fratellanza. Ma se desidero parlarvi del vostro avvenire è perché vi ritengo capaci di affrontare le vostre difficoltà, con tutte le risorse della vostra gioventù, poiché siete voi che farete procedere la storia.


3. Nel vedervi, dico a me stesso che è una fortuna essere uomini o donne. Avete pensato a questo? La vita è un dono meraviglioso. La vita di una persona umana è degna di grande rispetto. Quando la persona umana è umiliata o quando si osa attentare alla vita, si cade nella barbarie. In particolare, prendete coscienza dell'eguale dignità dell'uomo e della donna, del giovane o della fanciulla. Troppo spesso, nella società, la donna è considerata come un oggetto al servizio dell'uomo. Nei vostri reciproci rapporti, riconoscete la grandezza della vocazione femminile. Tra l'altro, è un modo di onorare colei che vi ha messo al mondo.

Occorre perciò che ognuno rispetti la sua vita; ne è responsabile. La persona umana ha uno spirito, un cuore, un corpo. Il giovane che forma la sua personalità deve sviluppare il suo spirito e la sua intelligenza; deve purificare gli affetti che crescono nel suo cuore; dev'essere attento alla salute e alla crescita del suo corpo. Poiché questi elementi inseparabili del nostro essere sono il nostro bene più prezioso, noi non abbiamo il diritto di svilirli. Crediamo che la nostra vita umana sia il dono di Dio e anche il riflesso della beltà di Dio. Ed è un nostro privilegio quello di avere una coscienza e una libertà. Fare in coscienza un buon uso della propria libertà: ecco quindi il dovere principale per onorare i genitori che hanno trasmesso la vita e Dio che ne è l'origine.


4. Insistete molto sulla vostra formazione, specialmente sulla scuola, di cui deplorate i mezzi insufficienti. Vi capisco ancora di più perché la Chiesa cattolica ha sempre dato il miglior contributo possibile all'educazione. E spero che il sistema scolastico possa svilupparsi nel vostro paese. Da parte mia, oggi, vorrei interrogarvi su quanto vi aspettate, nel profondo di voi stessi. Cosa desiderate? Il sapere, certamente: acquisire una competenza, non tanto per avere potere, quanto per essere in grado di servire il vostro prossimo e il vostro popolo. E quale successo perseguite? L'accesso ai beni e ai piaceri che il mondo moderno offre? Vi ricordero la parola di Gesù: "che giova all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi si perde o rovina se stesso?" (Lc 9,25). Occorre riflettere su questo. Se voi siete sinceri, scoprirete che non è facile scegliere la parte migliore. San Paolo l'ha detto molto bene: "non quello che voglio io faccio, ma quello che detesto" (Rm 7,15). Egli soffre nel constatare che troppo spesso si lascia governare "dalla legge del peccato". Ci insegna che bisogna uscirne e divenire, con la ragione, servitori della legge di Dio (cfr. Rm 7,17-25). Detto in altre parole, per formare la vostra personalità, dovete superare la divisione in voi stessi con una retta volontà, senza concedere nulla a ciò che è falso o indegno dell'uomo. Allora potrete avanzare, in armonia con voi stessi e con la coscienza in pace, verso una vita chiara e pura. Molto presto, vi accorgerete che la chiave della felicità sta nel fare la felicità degli altri.


5. Tra i segni della vostra speranza, i vostri portavoce hanno messo in rilievo un reale desiderio di riuscire nella vostra vita di coppia. Al tempo stesso, hanno parlato della sofferenza provocata dalla separazione nelle famiglie. Sempre il contrasto tra felicità e infelicità! Ma non è inevitabile. Giovani, preparate seriamente il vostro avvenire familiare. E' sin d'ora che bisogna imparare a non lasciarsi dominare dai propri istinti. E' ora che bisogna imparare a rispettare l'altrui persona. Per questo, è essenziale saper condividere le sue speranze, la sua visione del mondo e il modo in cui desidera educare i suoi figli, ivi compresa l'educazione religiosa. così, giunto il momento, assumerete un impegno serio.

Quali marito e moglie, vi prometterete fedeltà per la vita, porrete in comune il meglio di voi stessi e avrete il piacere di dare, a vostra volta, la vita a dei figli che la vostra gioia renderà felici. La Bibbia ci dice che l'uomo e la donna sono creati da Dio per essere uniti in una sola carne. Se capita loro di ferirsi reciprocamente, sono chiamati al perdono e alla riconciliazione, come Dio perdona e riconcilia i peccatori. Non temete l'impegno del matrimonio. Con la loro fedeltà, gli sposi vivono un'alleanza che poggia sull'alleanza di Dio con gli uomini. Voi che avete ricevuto con la vita la generosità dell'amore farete fruttificare questo dono con la generosità della vostra futura vita di famiglia.


6. Cari amici, voi volgete sulla società del vostro paese uno sguardo inquieto.

Apprezzate l'apertura alla libertà di questi ultimi anni, ma le condizioni economiche restano precarie. Ciononostante, sperate in una riuscita professionale alla portata dei vostri talenti. Ciò non sarà facile, in questo mondo che fatica a realizzare uno sviluppo che favorisca tutti gli uomini, specialmente nel vostro continente. E' normale che vi attendiate dai poteri pubblici il miglioramento della vostra situazione. Ma siate ben certi che lo sviluppo non si realizzerà senza voi, senza la reale solidarietà dei Guineani, degli Africani e anche degli altri popoli del mondo, come ripeto costantemente. Cosa potete fare? Ve l'ho detto, non spetta a me proporre un programma. Ma vi esorto a prepararvi alle vostre responsabilità nella vita sociale, certi che si tratta di una vita comune e di un bene comune. Se ognune difende egoisticamente i suoi interessi, l'intera comunità ne soffre e la giustizia si perde. Se sapete riunirvi, in uno spirito di solidarietà, con la cura di non abbandonare nessuno sul ciglio della strada, allora progredirete. Vi rallegrate per la rinascita dei movimenti giovanili, cristiani o musulmani. Prendendovi parte, imparate l'azione comune in uno spirito costruttivo e animato da un vero ideale. Insieme, troverete il coraggio di resistere a tutte le forme di corruzione o di sfruttamento che nuocciono a un gran numero di persone. Imparerete ad associarvi per imprese che vadano a vantaggio dei vostri villaggi agricoli, per citare il vostro stesso esempio. E sarete pronti a prender parte attiva nella vita di tutta la nazione. Non dimenticate neppure che la vita sociale unisce tutte le generazioni. Giovani, non isolatevi dagli adulti.

Riconoscendo quanto essi hanno fatto, spesso nelle difficoltà, traete vantaggio dalla loro esperienza. Raccogliete, perciò, da loro il meglio delle tradizioni storiche e della cultura ancestrale del vostro popolo. Avete un'eredità da far fruttificare. Al tempo stesso, dovete inventare e costruire con dinamismo la società più fraterna che sognate. Conoscete la regola d'oro ripresa dal Vangelo: "Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro" (Mt 7,12). Si, per vivere bene nella società bisogna agire e agire per gli altri.


7. Vorrei adesso dire una parola ai più giovani tra voi, i numerosi fanciulli di questo popolo. E' una gioia per me vederli insieme ai loro parenti, in particolare quando vengo in Africa. Essi hanno diritto ad ogni affetto e alla devozione dei loro genitori che spesso riescono a malapena a soddisfare i loro bisogni. perciò, è tutta la società che dev'essere solidale per aiutare i fanciulli nella loro crescita e per garantire la loro educazione in buone condizioni. I fanciulli - c'è bisogno di dirlo? - sono persone complete. Hanno diritti e, al loro livello, anche dei doveri: amano crescere insieme, giocare insieme: aiutateli a rendere il loro tempo di giochi un buon apprendistato alla vita comune. D'altra parte, per quanto piccoli, sono in grado di conoscere Dio: accompagnateli attentamente nella loro scoperta della sua presenza e dei suoi doni.


8. Cari giovani, per tutti gli aspetti della vostra vita di cui abbiamo parlato, dove trovate la vera luce? Sentite certamente che la risposta a tutte le vostre domande non può giungere soltanto dagli uomini. Ci è dato conoscere e pregare Dio infinitamente grande, infinitamente buono e bello. Noi sappiamo che ci ama nonostante le nostre debolezze. Possiamo contare sul suo perdono che ci dà la forza di perdonare, a nostra volta, i nostri fratelli e di camminare liberamente verso un rinnovato avvenire. Crediamo che al termine della storia Egli ci voglia riunire in una comunità in cui non vi sarà più il male o la morte. Sin d'ora, ci chiama ad essere suoi discepoli, ovvero a credere in lui e a cercare di fare la sua volontà. Voi appartenete a tradizioni religiose diverse, ma siete qui questa sera, lo dicevo all'inizio, nel reciproco rispetto che si devono i fratelli. Con il senso della parola che vi caratterizza, continuate il vostro dialogo per meglio conoscervi nella vostra vita religiosa. Che ognuno si applichi a ricercare la verità e a vivere secondo la verità! Ai giovani cattolici esprimo tutta la mia fiducia. Giovani discepoli di Gesù Cristo, la Chiesa conta su voi perché avanziate fermamente nella fede e nella speranza. Siate fedeli alla preghiera e alle riunioni nella comunità: è là che voi riceverete pienamente il messaggio della salvezza. Mettete in pratica la Parola di Dio che vi mostra il senso della vita.

Custodite nei vostri cuori la legge della felicità: "Beati in poveri in spirito...

Beati i misericordiosi... Beati i puri di cuore... Beati gli operatori di pace" (cfr. Mt 5,3-9). Che Nostra Signora della Guinea vi mostri la sua tenerezza e vi conduca verso suo Figlio, Nostro Signore! E prima di concludere desidero ringraziarvi per la vostra presenza, per le parole di saggezza pronunciate dal vostro portavoce e per lo spettacolo che avete preparato con i canti, con i gesti e le danze. Tutto ciò è per me non solo un grande piacere ma soprattutto una lezione, perché quello che stiamo vivendo è un incontro e incontro vuol dire dialogo. Sono venuto in Guinea per comprendere chi sono i guineani, l'anima guineana, l'anima della gioventù guineana. E voi mi avete un poco rivelato la vostra anima, la vostra intelligenza, i vostri talenti, i vostri canti, le vostre tradizioni. E' molto prezioso per me. Attraverso questo dialogo, il Vangelo viene sempre portato al cuore della cultura dei popoli. E così il Vangelo comincia a far parte di questa cultura e la cultura umana si evangelizza. L'evangelizzazione è la divinizzazione della cultura umana perché Dio è bello, Dio è buono e vuole divinizzare la nostra vita umana e in questa divinizzazione della nostra esistenza umana, della nostra natura umana egli vuole renderci felici per l'eternità. E' per questo che è venuto Gesù Cristo, per mostrarci la via, per essere per noi la verità e la vita. Seguitelo, seguite Gesù Cristo, abbiate fiducia in lui, una profonda fiducia. Che la Madre del Signore che amate lodare col nome di Nostra Signora della Guinea vi possa avvicinare al Signore suo Figlio e nostro Salvatore.

Grazie.

Su tutti voi, cari giovani della Guinea, invoco la Benedizione di Dio Clemente e Misericordioso.

Data: 1992-02-24 Data estesa: Lunedi 24 Febbraio 1992

La Messa nello stadio "28 settembre" per il rito dell'ordinazione sacerdotale - Conakry (Guinea)

Titolo: Nuovi sacerdoti africani per l'Africa




1. "Il Signore... mi ha mandato" (Is 61,1). Quando Gesù aveva trent'anni entro un sabato nella sinagoga di Nazareth. Gli furono consegnate le scritture del profeta Isaia e comincio a leggere. Lesse precisamente le parole che noi leggiamo oggi in questa liturgia d'ordinazione sacerdotale (cfr. Lc 4,16-22): "Lo spirito del Signore è su di me perché il Signore mi ha consacrato con l'unzione; mi ha mandato a portare il lieto annunzio ai poveri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati" (Is 61,1). Le parole del profeta Isaia si sono compiute. Si, Cristo era il Messia mandato dal Padre nella potenza dello Spirito Santo. Egli ha compiuto le parole del profeta. Popolo di Dio in Guinea, il Vescovo di Roma è lieto di salutarti oggi a Conakry. Rendiamo grazie a Dio, il Vangelo è stato annunciato su questa terra, Cristo è stato accolto, la grande comunità dei battezzati si è estesa ancor di più. Ringrazio Mons. Robert Sarah, Arcivescovo di Conakry e Amministratore apostolico di Kankan, che mi ha dato il benvenuto a nome vostro; sono lieto che abbiate aperto le porte delle vostre case e dei vostri cuori per farvi entrare la grazia di Dio. Desidero salutare Mons. Philippe Kourouma, Vescovo di N'Zérékoré. E mi rallegro per la presenza del mio Confratello Mons. Raymond-Marie Tchidimbo che ha vissuto insieme a voi anni di dura prova. Vorrei dire a tutti i sacerdoti che sono loro particolarmente vicino in questa cerimonia di ordinazione. Tengo anche a ricordare l'opera dei missionari che hanno fondato la Chiesa sulla vostra terra, in special modo i Padri Missionari dello Spirito Santo a Conakry e i Padri Bianchi a N'Zérékoré. In questa occasione, rendiamo un fervido omaggio alla memoria del Cardinale Lavigerie, fondatore dei Padri Bianchi, che proprio quest'anno celebrano il centenario della sua morte. Rivolgo i miei cordiali auguri ai religiosi e alle religiose, ai seminaristi, ai catechisti nonché ai fedeli venuti da tutto il Paese. Rivolgo un rispettoso saluto alle personalità civili che hanno voluto partecipare a questa cerimonia liturgica. E saluto tutto il popolo della Guinea manifestando i miei più cordiali sentimenti ai guineani appartenenti ad altre tradizioni religiose, che hanno voluto condividere qui la gioia dei loro amici cattolici. Oggi, cari fratelli e sorelle della Guinea, alcuni figli del vostro popolo sono chiamati e mandati da Cristo stesso, nostro Redentore, a diventare sacerdoti in seno alla sua Chiesa. Come sacerdoti, sono chiamati a partecipare soprattutto alla missione salvifica di Gesù crocifisso e risorto.


2. Il sacerdozio che essi ricevono è un ministero. E' stato istituito come un servizio a beneficio degli uomini che Cristo ha salvato con il suo sangue. Nel Vangelo che leggiamo oggi le parole di Gesù sul calice possono essere riferite in modo particolare, al sacramento dell'Ordine. Cristo rivolge questa domanda ai figli di Zebedeo, Giacomo e Giovanni: "Potete bere il calice che io sto per bere?".Ed essi rispondono: "Si, possiamo" (Mt 20,22). Il calice a cui Cristo ha bevuto rappresentava il sacrificio del suo sangue sul Golgota. Con questo sacrificio, Cristo-Servitore ha compiuto la redenzione del mondo. In questo modo si sono pienamente realizzate le parole rivolte da Cristo ai suoi discepoli: il Figlio dell'uomo "non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti" (Mt 20,28). Il sacerdote che celebra il sacrificio del Corpo e del Sangue di Cristo deve entrare nello stesso spirito di servizio: "Si farà vostro schiavo; appunto come il Figlio dell'uomo" (Mt 20,27-28). Il sacerdozio che ricevete, cari figli, è il sacramento del servizio: servite Dio servendo il Popolo di Dio, i vostri fratelli e le vostre sorelle fra i quali siete stati scelti (cfr. He 5,1). Rispondendo con gioia a questa chiamata, vi assumete un grande impegno: liberamente e senza riserve, offrite la vostra persona al Signore per la sua Chiesa. Rinunciate a formare una famiglia e vi consacrate totalmente, per una piena e pura disponibilità. Promettete umile obbedienza al Vescovo che vi chiama all'ordine sacro e, per mezzo di lui, è alla Chiesa e a Cristo che vi sottomettete per portare il vostro contributo alla missione comune, insieme a tutti i presbiteri. Vi impegnate a partecipare fedelmente alla preghiera della Chiesa, affinché il vostro ministero sia ispirato e reso fecondo dalla vostra intimità con il Signore.


3. Questo ministero vi unisce in maniera particolare a Cristo, sacerdote unico della Nuova Alleanza, sacerdote eterno. L'imposizione delle mani vi consacra totalmente tramite il dono dello Spirito Santo; mediante l'unzione delle vostre mani vi è concesso di offrire a Dio il sacrificio eucaristico nel nome di Cristo (in persona Christi). Tutta la missione del sacerdote è incentrata sul Sacrificio eucaristico. Partecipando, giorno dopo giorno, all'offerta suprema del Salvatore, egli offre con Lui l'umanità intera al Padre che la ama. Sacerdoti, voi che avete il compito di operare nel nome di Cristo, siate permeati dal suo amore e fatevi portatori dei suoi doni nei vostri incontri e nelle vostre numerose attività.

Sull'esempio del Signore, siate vicini ai più umili, ascoltate e consolate le sofferenze, condividete le gioie dei vostri fratelli e delle vostre sorelle. In questo modo sarete, nel mondo, i testimoni del Verbo della vita.


4. Celebrando il sacrificio di Cristo parteciperete alla sua sollecitudine per la salvezza delle anime che vi saranno affidate, la sollecitudine del Buon Pastore.

E' per questo che l'Apostolo Paolo vi parla attraverso le parole che rivolse al suo discepolo Timoteo: "Davanti a Dio e a Cristo Gesù... ti scongiuro...: annunzia la Parola, insisti in ogni occasione opportuna e non opportuna, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e dottrina" (2Tm 4,1-2). Non ti scoraggiare quando gli uomini "rifiutano di dare ascolto alla verità" (2Tm 4,4).

Non ti scoraggiare... "vigila attentamente, sappi sopportare le sofferenze, compi la tua opera di annunziatore del vangelo, adempi il tuo ministero" (2Tm 4,5).

Queste parole di Paolo dovrete ricordarle spesso. Come sacerdoti del Popolo di Dio sarete, con la perseveranza, i testimoni della verità e del bene. Sarete servitori della verità quando spiegherete ai vostri fedeli e compatrioti, che vi ascoltano, il senso del Vangelo e l'insegnamento della Chiesa. Sarete servitori del bene ogni volta che aiuterete i vostri fratelli e le vostre sorelle a compiere la volontà di Dio nella loro famiglia, nel lavoro, nella società.


5. Cari amici che state per essere ordinati sacerdoti, il vostro ministero sarà fondato sull'amore per il vostro popolo. Tutti i membri della Chiesa partecipano con lealtà alla storia della loro nazione. Cattolici della Guinea, so che desiderate partecipare al progresso del vostro Paese. Avete vissuto, con i vostri fratelli, un lungo periodo di prove e, ancora oggi, dovete affrontare molte difficoltà. Ma, in tutti i campi, mostrate un instancabile senso del servizio. Il Signore Gesù vi chiede di essere degli artefici di pace. E' un comandamento: un discepolo di Cristo deve fare di tutto per la riconciliazione, per la buona armonia e l'unità fra coloro che vivono sulla stessa terra e condividono il destino della medesima patria. La pace è il frutto della giustizia. La pace in seno alla società presuppone che ciascuno di noi ricerchi il bene comune prima di difendere il gruppo particolare a cui appartiene. Affinché lo sviluppo del Paese progredisca, siate i primi a collaborare con i vostri talenti ad un opera comune, al fine di valorizzare le ricchezze della vostra terra e di mantenere la sua fecondità: essa deve nutrire le generazioni future. E, soprattutto, non cedete alla tentazione egoistica di ricercare il vostro interesse personale a qualsiasi costo. Un attaccamento esagerato ai beni materiali non può assicurare, in modo equo, la felicità degli uomini. Senza la giustizia, proprio coloro che ne hanno più bisogno rischiano di non godere dei benefici economici. Senza il rispetto delle regole morali, la vita sociale non può soddisfare tutti da un punto di vista umano. Come ha ricordato il vostro Vescovo, soltanto gli uomini di fede realizzano, nella verità, liberazioni costruttive, definitive e stabili. Cari amici, sapete che la Chiesa difende fermamente l'uomo che è stato creato a immagine e somiglianza di Dio. E ciò che costituisce la dignità dell'uomo è che egli è in grado di riconoscere i più alti valori spirituali nella sua vita quotidiana: la fedeltà alla verità e alla parola data, il rispetto di ogni vita, la grandezza della famiglia con la solidità dei vincoli che uniscono gli sposi e i figli, il senso di una solidarietà generosa verso coloro che sono colpiti nel corpo dalla malattia o sono scoraggiati dalla cattiva sorte, l'apertura alla presenza di Dio immensamente benevolo nei confronti delle sue creature e fonte della nostra speranza. Credo che la vostra cultura africana vi disponga spontaneamente a conservare questi valori. La parola di Gesù e il suo sacrificio offerto per molti sollecitano con forza i suoi discepoli a sceglierli come principi della propria condotta in tutte le tappe del loro cammino. Cari ordinandi, come vi raccomanda l'Apostolo, abbiate il desiderio di insegnare e di incoraggiare i vostri fratelli a ispirarsi sempre ai valori che costituiscono la dignità e la grandezza dell'uomo. Siate i testimoni fedeli della infinita generosità del nostro Maestro e della sua misericordia. Diffondete lo Spirito di verità, d'amore e di pace che vi è stato donato.


6. Voi tutti vi trovate oggi insieme ai nuovi sacerdoti, non cessate di raccomandare il loro ministero al Buon Pastore. Gioite del fatto che essi sono stati scelti fra voi. Pregate affinché nascano nuove vocazioni sacerdotali, tanto necessarie alla Chiesa in terra africana e in tutto il mondo. Che la Madre del Sacerdote eterno abbia per loro un amore particolare. Che il Regno di Dio cresca in mezzo a voi, come il granello di senape che, dapprima, è la più piccola di tutte le semenze, ma poi cresce e diventa un albero (cfr. Mt 13,31-32).

Lo spirito del Signore discenda su tutti voi, fratelli e sorelle, per annunciare un'epoca di grazia concessa dal Dio vivente.



Data: 1992-02-25 Data estesa: Martedi 25 Febbraio 1992

L'incontro con i catechisti e con i membri dei Consigli parrocchiali nel Collegio di Santa Maria di Dixinn - Conakry (Guinea)

Titolo: Attraverso l'azione dei laici la Chiesa desidera servire con lealtà la promozione dell'uomo

Cari amici,


1. Con voi, in questa bella assemblea in cui sono riuniti adulti e giovani, ho veramente l'impressione di trovarmi in famiglia e ne sono ben felice. Vi ringrazio per la vostra accoglienza così simpatica e vi saluto di cuore. Mons. Philippe Kourouma ha calorosamente presentato i catechisti della Guinea e i membri dei Consigli parrocchiali; voglio esprimergli la mia affettuosa gratitudine per queste parole. Ringrazio anche il fratello Superiore del Collegio Santa Maria per il suo racconto della storia e della vita di questa casa, a cui associa l'insieme dei religiosi e degli educatori laici che lavorano nel vostro paese.


2. Cari catechisti, mi rivolgo innanzitutto a voi, poiché meritate un posto d'onore nella Chiesa in Guinea. Dopo l'arrivo dei primi missionari, avete offerto alla Chiesa la possibilità di radicarsi in molti luoghi in cui i sacerdoti non potevano sempre essere presenti. Avete preso sul serio la vostra vocazione di battezzati per diventare a vostra volta portatori della Buona Novella e animatori fraterni delle comunità nascenti. E tutti sanno con quale zelo costante avete attraversato gli anni della prova, sostenendo il fervore dei vostri fratelli e sorelle, spesso privati della visita regolare dei pastori rimasti nel paese. Per tutto questo lavoro - oh, quanto ammirevole! - portato avanti con modestia, voglio rendervi omaggio ed esprimervi la gratitudine di tutta la Chiesa.


3. Quali catechisti, nel quadro della missione propria della Chiesa di Cristo, assolvete numerosi compiti che si completano. In modo esemplare, rispondete alla vocazione dei fedeli cristiani che assumono le loro responsabilità di battezzati nella comunità ecclesiale e nel mondo. Trascinate i vostri fratelli per formare insieme il popolo del Dio vivo nella fede, nella speranza e nella carità. Con l'istruzione religiosa e la preparazione ai sacramenti, con l'animazione della preghiera comune, aiutate i battezzati a progredire nella pietà e nel senso cristiano della loro vita, e allo stesso tempo aprite la via del battesimo ai catecumeni. così, date un contributo importante alla costruzione della Chiesa e al consolidamento del popolo di Dio. Partecipate a diverse forme di apostolato, in particolare nei movimenti. Ma siete i primi a capire che questo edificio riceve la sua autentica struttura grazie ai ministri ordinati, ai quali il Signore ha affidato il potere di celebrare il suo sacrificio salvifico e di trasmettere la grazia del perdono. Penso che condividete la mia gioia per aver potuto ordinare sacerdoti, questa mattina, tre figli del vostro popolo. Catechisti, siate presenti nella vita quotidiana dei vostri villaggi o dei vostri quartieri. Li siete testimoni del Vangelo nel modo onesto e generoso di assolvere il vostro compito di uomini, di testimoniare uno spirito di servizio generoso e una preoccupazione costante di buona intesa e di aiuto reciproco. E' essenzialmente attraverso l'azione dei laici che la Chiesa desidera servire con lealtà la promozione dell'uomo, il rispetto della vita e la pace sociale. La vostra azione personale e la vostra influenza di animatori vi mettono in prima fila per il lavoro di trasformazione positiva del mondo, che i discepoli di Cristo cercano di realizzare.


4. I vostri pastori ripongono grande fiducia in voi, che vi prodigate instancabilmente. So che affrontate fedelmente e con discrezione i vostri numerosi doveri. Vorrei salutare qui le vostre famiglie, che si sottopongono a molti sacrifici perché possiate essere disponibili; si assoggettano in particolare ad una vera povertà. Meritano tutta la nostra stima per questo modo di partecipare alla vostra missione. Offrono un bell'esempio di focolari aperti agli altri. Che le vostre spose e i vostri figli siano ringraziati per questo! Vorrei aggiungere ancora una parola per voi, cari catechisti: cercate nella preghiera personale e familiare la forza per continuare il vostro servizio disinteressato: siate i familiari di Cristo, i familiari della sua Parola; meditate i doni di Dio prendendo come guida e Madre la Vergine Maria. Essa vi sostiene nella speranza e nell'amore dei vostri fratelli; come mi piace dire, vi precede nel pellegrinaggio della fede che è il cammino dell'uomo.


5. Nella vostra assemblea, vi sono anche i membri dei Consigli parrocchiali. Cari amici, colgo questa occasione per rivolgervi una parola di incoraggiamento. Da voi le parrocchie sono grandi, con comunità locali numerose e spesso lontane le une dalle altre. E' bene che i loro rappresentanti si incontrino, sotto la guida del parroco, poiché questo permette di coordinare le azioni. I consigli pastorali sono stati voluti dalla Chiesa, soprattutto dopo il Concilio Vaticano II, perché la missione evangelica non può essere portata avanti se non con l'insieme dei fratelli: ognuno prende la sua parte di fardello, ognuno porta la sua esperienza.

I consigli sono un luogo esemplare per la collaborazione dei laici con i sacerdoti, pastori del gregge in nome di Cristo. Ben concepiti, i vostri consigli possono essere una di quelle articolazioni del Corpo di Cristo di cui parla San Paolo in un passaggio della Lettera agli Efesini che vi lascio meditare: "Vivendo secondo la verità nella carità, cerchiamo di crescere in ogni cosa verso di lui, che è il capo, Cristo, dal quale tutto il corpo, ben compaginato e connesso, mediante la collaborazione di ogni giuntura, secondo l'energia propria di ogni membro, riceve forza per crescere in modo da edificare se stesso nella carità" (4,15-16).


6. Siamo riuniti in una casa consacrata all'educazione. Ciò è evidente, cari giovani che ci circondate. Avete forse trovato troppo serio quel che ho appena detto ai più grandi di voi. Ma sono contento di aver potuto incontrare dei laici cristiani responsabili in una scuola. Vi fanno scoprire la gioia rappresentata dal servizio ai loro fratelli. Provenite da luoghi diversi, molti tra voi non condividono la nostra fede, ma entrate qui in una vera comunità educativa. In quello che mi è stato detto, ho notato la preoccupazione per il lavoro comune degli educatori e dei genitori con voi giovani. La vostra formazione non sarebbe completa se non aveste una buona possibilità di dialogo con gli adulti. Venite a cercare il sapere, certo, ma imparate anche a vivere insieme. Dovete prepararvi ad essere utili, a servire gli altri. Vi ponete certamente anche delle domande sul senso della vostra vita: da dove viene? dove vi porta? Gli adulti sono qui per aiutarvi a scoprire delle risposte alle domande più importanti. Ieri sera ho parlato di numerosi aspetti della vita con un gran numero di giovani; senza dubbio c'eravate anche voi. Allora mi limito a dirvi: buon lavoro, coraggio per costruire il vostro avvenire! E che Dio vi illumini ogni giorno! A nome vostro, vorrei anche ringraziare i fratelli del Sacro Cuore, insieme con i professori e agli educatori laici del Collegio, per il loro lavoro e la loro dedizione. Assicuro loro, così come assicuro tutti i religiosi e le religiose in missione educativa in Guinea, che la Chiesa apprezza il servizio che essi rendono ai giovani, continuando una lunga tradizione tuttora vivente. Spero che avranno il sostegno necessario per sviluppare ulteriormente la loro opera.

Nel momento del commiato, vorrei porgere a tutti i miei affettuosi auguri. Affido le vostre responsabilità e il vostro futuro all'intercessione di Santa Maria, la Madre di Gesù, Patrona di questa Casa. E vi benedico nel nome del Dio vivente.

Data: 1992-02-25 Data estesa: Martedi 25 Febbraio 1992

La celebrazione mariana dinanzi alla Grotta della Madonna di Lourdes nella Curia Arcivescovile - Conakry (Guinea)

Titolo: Verità, giustizia, amore: tre pilastri per costruire una profonda riconciliazione in Guinea

Cari fratelli e sorelle,


1. Nel momento in cui la mia visita pastorale volge al termine, eccoci riuniti nel recinto dell'Arcivescovado di Conakry, nella grotta costruita nel 1911 da Monsignor Lerouge. E' un luogo che vi è caro e sono felice di essere qui con voi.

Ogni anno, l'otto di dicembre, i fedeli delle quattro parrocchie della città di Conakry vi si riuniscono per celebrare l'Immacolata Concezione, festa dell'Arcidiocesi, e anniversario della consacrazione della Guinea a Maria. Amate venire in preghiera in questo luogo ed offrire dei ceri. Nella Chiesa cattolica, si fa un uso costante di ceri o di lumi: ad ogni messa; davanti al Santissimo Sacramento; davanti alle statue dei santi; durante la notte di Pasqua; al battesimo; intorno alle spoglie di un defunto. Fra i cristiani, la luce è sempre presente. Essa è segno di festa e di gioia. E' segno di rispetto. Indica la presenza di qualcuno: come il lume del santuario. Per voi che venite ad accendere un cero davanti alla statua della Madonna, la fiamma simboleggia la preghiera del vostro cuore che cerca di salire verso Dio con l'aiuto di Maria, quando vi sentite nelle tenebre. Soprattutto, la luce ci ricorda Cristo, il Figlio di Maria. Il Vangelo narra che, il giorno in cui Gesù venne presentato al Tempio dai suoi genitori, un uomo giusto e religioso, chiamato Simeone, prese il bambino fra le braccia e benedisse Dio proclamando Gesù: "luce per illuminare le genti" (Lc 2,32).


2. E' il Cristo-Luce che abbiamo celebrato durante i nostri incontri di ieri e di oggi. E' verso il Cristo-Luce che vorrei esortarvi di nuovo a guardare, con l'aiuto di Maria sua Madre. Durante gli anni della tempesta, la Guinea ha potuto conservare la luce di Cristo grazie alla preghiera. Voi avete resistito perché, specialmente con l'aiuto dei catechisti, avete continuato a pregare nei vostri villaggi, a leggere la Bibbia e a conoscere Dio. La preghiera vi ha mantenuti nel coraggio e nella dignità, con la speranza. Adesso i tempi sono cambiati. Nel vostro paese dove tutto è da ricostruire, vi siete rimboccati le maniche e vi siete messi al lavoro. Avete già ritrovato la cosa più importante: la speranza di vivere, la sicurezza di essere amati. Certo, vi sono ancora angoscia, paura, incertezza, ma potete ormai in piena libertà elevare la vostra preghiera al Signore tramite la Vergine Maria. Chiedete a Nostra Signora di ravvivare in ognuno di voi, uomini e donne, tutto ciò che vi è di buono, poiché il Signore ha messo dei talenti in ogni cuore guineano.


3. Sull'esempio di Maria, di cui San Luca ci dice che ricordava tutti gli avvenimenti riguardanti Gesù "e li meditava nel suo cuore" (cfr. Lc 2,19), approfondite la vostra fede in modo da diventare persone responsabili. Fra i mezzi che la Chiesa propone per accrescere la propria fede, vi è il rosario. So che il rosario è stato recitato quotidianamente nelle vostre parrocchie e nelle vostre comunità cristiane di base per preparare la visita del Papa. Dopo la mia partenza, continuate a recitarlo cercando di farne sempre più una meditazione personale sui grandi eventi della salvezza. Rivivete nella vostra memoria ciò che abbiamo vissuto insieme e meditate nel vostro cuore gli insegnamenti ricevuti ieri e oggi.

Il rosario è una preghiera meravigliosa per semplicità e profondità. Noi ripetiamo le parole dell'Arcangelo Gabriele e quelle di Elisabetta a Nostra Signora. Su questo sfondo di "Ave Maria", scorrono i principali episodi della vita di Gesù, riuniti in misteri gaudiosi, dolorosi e gloriosi. Con l'ausilio di Maria, noi entriamo in comunione con il Signore Gesù. Allo stesso tempo, introduciamo in queste decine del rosario gli avvenimenti che ci stanno più a cuore: quelli della nostra vita personale, della nostra vita familiare e della nostra vita nazionale.

Offriamo a Dio, attraverso Maria, "le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini di oggi, dei poveri soprattutto, e di tutti coloro che soffrono, (che) sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo" (GS 1). Vi esorto, cari fratelli e sorelle, a riscoprire sempre di più il valore del rosario, come preghiera personale, familiare e parrocchiale, al fine di crescere nella fede.


4. Crescere nella fede: questo è l'appello al quale dovete rispondere con tutti i vostri fratelli e le vostre sorelle cattolici del continente africano. E' un lungo cammino, in cui si riceve la grazia di credere, in cui si approfondisce la fiducia in Dio, in cui si impara a vivere secondo la sua Parola. Insieme a Maria voi scoprirete che è in modo progressivo che si sviluppa in noi la vita cristiana. Lo stesso evangelista San Luca ci descrive Maria che accoglie e serba nel suo cuore l'annuncio della salvezza. Il Vangelo ce la presenta percorrendo a tappe la via della fede. Quando Gesù venne ritrovato nel Tempio, "presso suo Padre", i suoi genitori "non compresero le sue parole" (cfr. Lc 2,50). La fede di Maria è cresciuta col tempo, fino alla prova del Calvario e la pienezza della Pentecoste.

Adesso, essa ci precede e ci porta sullo stesso cammino. Anche voi, cari fratelli e sorelle, sappiate essere pazienti, e imparate ad agire in tutti i campi in modo graduale, ponendovi all'ascolto gli uni degli altri. Che non vi sia una rivoluzione, bensi un'evoluzione armoniosa!


5. Infine, chiedete alla Vergine che non vada perduta nel vostro popolo quella grande qualità dell'anima che è la capacità di perdonare. Cristiani e cristiane della Guinea, proclamate sempre più il messaggio della riconciliazione. E' il compito centrale della Chiesa: riconciliare l'uomo con Dio, con se stesso, con i suoi fratelli e con tutto il creato. Le vie della riconciliazione, le conoscete, passano per la conversione del cuore e la vittoria sul peccato, sia esso l'egoismo, l'ingiustizia, lo sfruttamento del prossimo, l'attaccamento ai beni materiali o la ricerca sfrenata del piacere.

Per costruire una riconciliazione profonda, sostenetevi sui tre pilastri che sono la Verità, la Giustizia e l'Amore. In tal modo il vostro caro paese conoscerà una pace duratura. E' quella pace che insieme domanderemo rinnovando la nostra consacrazione a Nostra Signora di Guinea.

Data: 1992-02-25 Data estesa: Martedi 25 Febbraio 1992


GPII 1992 Insegnamenti - Ai giovani guineani raccolti nel piazzale antistante il Palazzo del Popolo - Conakry (Guinea)