GPII 1992 Insegnamenti - Visita "ad limina": ai Vescovi della Conferenza Episcopale della regione apostolica francese "Ile-de-France" - Città del Vaticano (Roma)


1. Sono felice di incontrarmi con voi, al termine del mio viaggio in Africa, dove ho potuto apprezzare il vigore delle giovani Chiese che devono molto all'opera missionaria del vostro paese. Siete giunti a Roma, sulle orme degli Apostoli Pietro e Paolo, per essere confermati nella missione che avete ricevuto e per vivere in più stretta comunione con la Chiesa universale, per la grazia del ministero del Successore di Pietro.

Ringrazio il vostro Presidente della regione, il Cardinale Jean-Marie Lustiger, per averci proposto una lucida analisi degli atteggiamenti della gioventù nelle vostre diocesi e dei segni di speranza che vedete comparire, segni che tanto confortano l'opera pastorale. La vostra visita e i vostri rapporti mi consentono di vivere le difficoltà e le gioie del vostro ministero. La vostra regione "Ile-de-France" è nn insieme specifico con una popolazione molto mobile, in cui convivono culture provenienti dai quattro angoli del pianeta. La vita intellettuale, la tecnologia di alto livello, la ricerca medica, per citare alcuni aspetti soltanto, rendono le vostre diocesi poli di attrazione per molte persone.

Ma questa concentrazione sociale crea nuove povertà. Dinanzi a questo, i bisogni pastorali sono considerevoli; essi esigono una collaborazione costante e rafforzata tra le vostre diocesi.


2. Le preoccupazioni che ha appena espresso, a vostro nome, il Cardinale Lustiger mi offrono l'occasione per affrontare con voi la Pastorale dei giovani cui voi rivolgete un'attenzione tutta particolare, poiché essi sono la società di domani.

Sono la speranza della Chiesa. Constatate, nella società francese, una secolarizzazione che tende a generalizzarsi, con la negligenza, consapevole o meno, dei riferimenti religiosi, da parte dei gruppi o delle istituzioni; e questo va di pari passo con un individualismo crescente. Questa situazione è pesante per i giovani che, molto spesso, non hanno basi spirituali sulle quali costruire la loro vita e la loro personalità. Molti fra loro considerano con apprensione il loro avvenire. La polarizzazione sulla sola riuscita scolastica e l'acquisizione di un sapere non sono sufficienti a consentire la realizzazione di un ideale di vita. Il fallimento di tante famiglie rende i figli psicologicamente e spiritualmente fragili. La società dei consumi propone una vita facile, ma senza domani. L'aumento del numero di quanti si lasciano coinvolgere nei giri della droga o che tentano il suicidio è molto inquietante. Dinanzi a questi flagelli dei tempi moderni che voi avete ricordato, il ritrovare Gesù Cristo, la cultura cristiana e il retaggio dei valori evangelici offre delle risposte e contribuisce alla strutturazione e alla maturazione dei giovani che hanno bisogno di sentirsi amati ed incoraggiati dagli adulti.

In nn mondo tentato di organizzarsi come se Dio non esistesse, soltanto la rivelazione del volto di Dio Amore offre delle ragioni per credere, per sperare e per amare. Come ricordavo recentemente, la Chiesa deve realizzare incessantemente una profonda opera educativa, come una madre amorevole che desidera offrire ai suoi figli la loro parte dell'eredità cristiana per consentire ad ognuno di far crescere la propria personalità e di accedere alla pienezza della propria umanità (cfr. CA 36). L'amore di Cristo ci spinge ad aprire i giovani alla gioia di conoscere la Parola che salva. L'amore di Dio ci invita a far loro scoprire, a tempo e a distempo, il senso e la grandezza dell'uomo, nel suo essere misterioso e nella sua vita, che solo Cristo rivela totalmente.


3. Mi avete confidato che le riunioni locali, nazionali e internazionali, i pellegrinaggi e in particolare il Fraternel che è divenuto nella vostra Regione apostolica una tradizione, attirano molti giovani. Questo rende manifesta la loro sete di assoluto, la loro fede segreta, che non chiede altro che purificarsi ed espandersi, e il loro desiderio di vivere un tempo comunitario che li porti fuori dall'isolamento. La condivisione cui essi aspirano è una legittima richiesta. Si tratta di un mezzo per perfezionare il loro esercizio della responsabilità e della libertà. E' anche un primo passo nella volontà di seguire Cristo e bisogna saperlo accompagnare con pazienza e desiderio di istruire. Saluto gli sforzi che sono stati compiuti con, ad esempio, il colloquio del "Futuroscopio" di Poitiers, affinché i giovani dei movimenti e delle parrocchie facciano parte della costruzione della Chiesa, poiché essi desiderano diventare i primi evangelizzatori dei loro compagni. Apprezzano questo tempo di incontro in cui, nonostante le diverse sensibilità spirituali e pastorali, essi si ritrovano insieme da adulti per fare l'esperienza di una comunità cristiana, nella condivisione, la riflessione, la preghiera e la celebrazione eucaristica. I movimenti educativi o di spiritualità hanno una pedagogia collaudata al servizio della crescita globale dei giovani che possono svolgere in essi l'apprendistato alla vita collettiva, alla vita in Chiesa, positivo per la costruzione della personalità; gli adolescenti imparano qui a superare sé stessi; condividono le proprie aspirazioni, i loro dubbi e la loro fede. Questi gruppi sono anche dei vivai di vocazioni sacerdotali, religiose e laiche. Nel rispetto delle intuizioni particolari di ogni movimento, con il necessario discernimento che spetta a voi, essi verranno associati alla missione diocesana. Mi rallegro, con la Chiesa di Francia, per l'audacia dei giovani nella loro vita spirituale. Portate ad essi il cordiale saluto del Papa.


4. Avete notato che molti genitori, dopo aver abbandonato la vita cristiana, sono spinti, grazie alle domande dei loro giovani figli, a riprendere la domanda di Dio. Infatti, sin dalla sua più giovane età, il fanciullo è capace di accogliere Dio, in grado di raggiungere il più profondo del mistero divino. Coloro che sono incaricati di accompagnare le famiglie devono impegnarsi a coltivare il desiderio spirituale che abita il cuore del bambino e che può realizzarsi in una vita di autentica preghiera familiare. In questo modo, i più giovani partecipano all'evangelizzazione di tutti i membri della famiglia. La famiglia è il crocevia della vita umana e spirituale, personale e sociale. Spetta ad essa, in particolare, svegliare e formare la coscienza dei figli. Dinanzi alle difficoltà dei giovani, i genitori sono spesso impreparati e possono essere tentati di abdicare alla loro responsabilità. Che nelle vostre diocesi ci si impegni sempre ad offrire alle famiglie i mezzi per adempiere alla loro missione di prima comunità educativa, e al loro ministero di evangelizzazione e del dono della fede.


5. La scoperta di Dio si cerca durante l'infanzia. Sacerdoti, religiosi e laici si prodigano, senza posa, affinché, all'interno delle scuole o nelle parrocchie, la formazione catechistica sia impartita al meglio. Rivolgo un saluto speciale a quanti si dedicano all'insegnamento della misericordia infinita di Dio ai giovani handicappati. Nel catechismo, in generale, voi cercate di rinnovare il percorso di formazione affinché, in conformità con la tradizione viva della Chiesa, si possa presentare il mistero cristiano nella sua integrità. Nella preparazione degli orari della settimana scolastica, con cui si cerca di offrire agli scolari un miglior equilibrio di vita, voi ritenete, giustamente, che uno spazio sufficiente, correttamente situato nell'impiego del tempo, dev'essere riservato a soddisfare il diritto dei fanciulli a beneficiare di un'educazione religiosa, com'è d'altronde previsto dalla legislazione. So che l'Episcopato in Francia non ha mancato di sensibilizzare i poteri pubblici su questo problema ed incoraggio il proseguimento del dialogo. Vorrei qui esprimere la mia stima per quanti danno il meglio di sé a questa bella missione della trasmissione della fede, anche se essi non ne vedono immediatamente i frutti. La Chiesa non può crescere se lo sforzo dell'insegnamento della fede non è costante e sostenuto da tutta la comunità.


6. Dopo un periodo di indifferenza, avete sottolineato l'interesse di un crescente numero di adolescenti verso la vita nella cappellania scolastica e universitaria, pur riconoscendo che i risultati non sono ancora all'altezza degli sforzi intrapresi. Che tutti coloro che li accompagnano abbiano fiducia, poiché la presenza di comunità cristiane, per quanto piccole, è essenziale. In un mondo che si secolarizza sempre più, le cappellanie manifestano il volto di Cristo, con la loro presenza, con le celebrazioni e l'approfondimento della fede cristiana e con la condivisione fraterna tra giovani e adulti. Esse sono dei luoghi privilegiati perché i giovani, le cui conoscenze intellettuali sono sempre più spinte, possano acquisire un'intelligenza della fede che consenta loro di svolgere un dialogo fruttuoso tra la Rivelazione cristiana e le scienze. così potrà nascere una generazione di credenti che saranno meglio armati per resistere alle tentazioni del fideismo e dello scientismo, o alle seduzioni illusorie delle molteplici sette. L'educazione religiosa è salutare, non soltanto per la Chiesa, ma anche per la società che non può essere costruita senza un riferimento a principi spirituali e alla sua cultura cristiana.


7. Nell'educazione, non dimentico l'enorme lavoro compiuto, con tenacia, dall'Enseignement catholique ("Insegnamento cattolico"). La formazione umana e cristiana che vi è impartita, nelle vostre diocesi, deriva dal vostro compito pastorale. Le controparti della Scuola libera sono consapevoli di questa comunione con i Vescovi che deve aiutarli a mantenere la specificità educativa e religiosa delle loro organizzazioni, pur continuando la loro tradizione di apertura e di accoglienza, in una reale cura della partecipazione al servizio pubblico dell'insegnamento. La loro missione comporta la trasmissione dei valori cristiani e l'annuncio del Vangelo, sia mediante la catechesi, che attraverso la formazione scolastica ed universitaria. Ogni giovane potrà così aver successo e far crescere le ricchezze della sua umanità. Saluto calorosamente gli Istituti religiosi che pongono al servizio della comunità ecclesiale la grande tradizione educativa legata al carisma dei loro fondatori. Mi avete illustrato il loro ineguagliabile contributo alla missione diocesana. Il mio incoraggiamento si rivolge anche a quanti si dedicano ai fanciulli con difficoltà scolastiche e ai giovani malati, handicappati o colpiti dalla vita. Con il loro amore, essi rivelano la tenerezza di Dio. Il mio pensiero affettuoso va ai responsabili delle Scuole, agli insegnanti, ai genitori e a tutti gli educatori che collaborano per offrire ai giovani un'educazione globale della persona umana, attraverso l'insegnamento della cultura religiosa o delle materie letterarie, filosofiche, scientifiche e tecniche.


8. Ma è opportuno sottolineare che queste diverse comunità educative, da sole, non danno ai giovani la possibilità di un'esperienza completa della fede della Chiesa.

Le comunità parrocchiali devono avere la cura di un'accoglienza di qualità e devono essere il terreno di una crescita spirituale dei giovani, nella loro completa integrazione. Per maturare umanamente e spiritualmente, i giovani hanno bisogno di vivere, di testimoniare e di celebrare Gesù Cristo tra gli adulti. Se essi non trovano questi testimoni che saranno dei fratelli maggiori cristiani, come potranno avere il gusto di una pratica cristiana regolare che nutra una fede personale? Con l'estensione del periodo dell'adolescenza, voi avete la preoccupazione di una pedagogia progressiva della fede e dei sacramenti. Con un'attenzione accresciuta verso la formazione cristiana dei giovani, che non sono sempre in un ambiente cristiano e per i quali la catechesi anteriore è stata spesso povera o inesistente, rispondete alle loro aspirazioni. Aprite loro i tesori dell'insondabile mistero di Dio e li iniziate alla vita cristiana e alla preghiera. Mi rallegro per la loro sempre maggiore presa di coscienza del senso e della necessità dei sacramenti del battesimo e della penitenza, con i quali Dio Padre ci rende suoi figli, ci educa alla libertà e ci rende forti nella lotta contro il peccato. Avete sottolineato i benefici delle preparazioni serie e delle celebrazioni del sacramento della cresima di giovani che, nella loro adolescenza, si impegnano volontariamente e personalmente a seguire Cristo. L'accompagnamento spirituale, tanto necessario alla maturazione e all'unificazione della personalità, è una felice continuazione di quest'opera. Ogni diocesi ha il dovere di proporre, per una vita spirituale personale e comunitaria, delle strutture favorevoli che consentano ai giovani di essere cristiani completi e di maturare una libera decisione per assumere il loro ruolo nel mondo e nella Chiesa.


9. Cari Confratelli, nel concludere questo incontro, vorrei offrirvi il mio appoggio alla sollecitudine che mostrate nel vostro ministero apostolico per unificare ed intensificare la Pastorale dei giovani, per annunciare ad essi il messaggio di felicità di Cristo risorto. Porgete ai sacerdoti, ai religiosi e alle religiose, agli educatori, ai genitori e ai giovani, gli incoraggiamenti e la certezza della preghiera del Successore di Pietro. Vi affido alla tenerezza della Madre di Dio e dei Santi della vostra terra, che sono per noi esempi viventi, ed invoco su di voi e sulle vostre comunità diocesane la Benedizione di Dio.

Data: 1992-03-06 Data estesa: Venerdi 6 Marzo 1992

L'omelia della Messa per i fedeli della parrocchia dei Santi Vitale e Compagni Martiri - Fovea

Titolo: Il secolarismo e il consumismo distolgono dalla vera fede.

E' necessaria una nuova evangelizzazione

Carissimi fratelli e sorelle della Parrocchia dei Santi Vitale e Compagni Martiri!


1. Questa visita pastorale alla vostra Comunità parrocchiale coincide con la prima domenica di Quaresima. Tutti sappiamo l'importanza del periodo quaresimale per una profonda revisione della vita spirituale. E' un tempo "favorevole" dell'anno liturgico, che dal mercoledi delle ceneri, quasi maestoso portale che si apre sulla Quaresima, fino al Sabato Santo, che si affaccia sull'esaltante mistero della risurrezione, stimola lo spirito alla penitenza, all'espiazione e alla conversione del cuore. E' un tempo di verifica della nostra fedeltà nel corrispondere al progetto di Dio su di noi, e di rettifica se lo avessimo dimenticato, mutilato o distorto a causa delle tentazioni che ci si fossero presentate.


2. Con l'austero ed insieme suggestivo rito dell'imposizione delle ceneri, lo scorso mercoledi, la Chiesa ha voluto ricordarci che abbiamo un'anima immortale, la quale sopravvivrà al di là della caducità della carne. La presente vita ha un valore immenso, perché è in grado di accogliere e comprendere l'amore di Dio che si è manifestato in Gesù Cristo, Salvatore e Redentore di ogni uomo e di tutto l'uomo. La liturgia quaresimale ha a Roma uno speciale rilievo, in forza delle Stazioni che si celebrano nelle sue antiche chiese, le quali, anche per questo, sono celebri in tutto il mondo. In questi primi giorni di Quaresima, la liturgia della parola non cessa di esortarci ad approfondire il senso della preghiera, del digiuno e dell'elemosina. La preghiera è la strada maestra che conduce all'unione con Dio; essa, specialmente nella sua forma comunitaria, alimenta la carità fraterna e ci spinge a riconoscerci, rispettarci ed amarci come Cristo ci ha amati. Anche la penitenza assume per il cristiano, nell'odierna società consumistica ed edonistica, il senso di un'accurata osservanza della legge di Dio, anzitutto nel generoso adempimento dei doveri della propria vocazione e professione. Infine l'elemosina, la quale, aggiornate le sempre valide forme tradizionali, si manifesterà nella scelta preferenziale degli ultimi e nello sforzo per una equa distribuzione dei beni, che sono destinati a tutti.


3. In questo contesto spirituale, si inseriscono gli insegnamenti della liturgia di questa domenica. Il Vangelo di Luca ci ha presentato l'episodio delle tentazioni di Gesù nel deserto. Il Signore "fu condotto dallo Spirito nel deserto, dove, per quaranta giorni, fu tentato dal diavolo. Non mangio nulla in quei giorni; ma quando furono terminati ebbe fame. Allora il diavolo gli disse..." (Lc 4,1-3). Satana intuisce che Gesù è il Messia, il Santo di Dio. Crede di poter fare come fece con Adamo: tentarlo ed abbatterlo. Ed ecco le tre tentazioni: la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia di vita.

Sarà l'apostolo Giovanni, nella sua prima Lettera, a classificare con queste tre categorie le radici di ogni deviazione morale. Infatti Satana prima chiede a Gesù di trasformare le pietre in pane, poi gli propone la ricchezza e il potere, infine lo sollecita alla superbia, invitandolo a compiere un gesto spettacolare.


4. Gesù respinge queste tentazioni con la forza che viene dalla Parola di Dio: "Sta scritto..."! Con questa arma il Signore combatte la sua vittoriosa battaglia nel deserto: "Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio" (Mt 4,4). Sia anche per noi la Parola di Dio la spada del buon combattimento spirituale contro le suggestioni del maligno, che non cessa di insidiarci, inducendoci al peccato. Sia essa l'anima della nostra ascesi cristiana, la "spada affilata a doppio taglio", secondo l'espressione dell'Apocalisse (Ap 1,16), che fa cadere le cose inutili, recide le radici dell'uomo vecchio e purifica il cuore. Occorre che in questo tempo di Quaresima abbiamo a sentire la fame e la sete della Parola divina, che sappiamo scoprirla e accoglierla e meditarla, perché davvero sia, come dice San Paolo nell'odierna lettura, "accanto a te, sulla tua bocca e nel tuo cuore" (Rm 10,8). Ascoltiamo pure, a questo proposito, l'autorevole voce del Vescovo Ambrogio: "La parola di Dio è la sostanza vitale della nostra anima; essa la alimenta, la pasce e la governa e non c'è altra cosa, all'infuori della Parola di Dio, che possa far vivere l'anima dell'uomo" (Exp. Ps., 118,11,29). Questa pressante esortazione fa certamente eco a quella ancor più stimolante di Paolo: "Poiché se confesserai con la tua bocca che Gesù è il signore e crederai con il tuo cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo... Dice infatti la Scrittura: Chiunque crede in lui non sarà deluso" (Rm 8,12). E' attraverso l'adesione incondizionata a questa Parola della Scrittura che passa la via del rinnovamento quaresimale e della perfezione cristiana. Superando ogni tentazione di Satana con la forza del suo attaccamento alla Parola di Dio, Cristo ci mostra che la liberazione è anzitutto interiore e che dobbiamo superare l'egoismo, la ricerca ansiosa dei beni materiali, la sete di potere, l'illusione del successo immediato, se vogliamo veramente possedere noi stessi e raggiungere la piena libertà dello spirito.


5. Cari fratelli e sorelle! Sono venuto ad annunciarvi questa Parola di Dio e a rafforzarvi nella fede. La vostra Comunità parrocchiale si raduna in una Chiesa tra le più antiche di Roma. Voi rappresentate la continuità di una tradizione che affonda le sue radici nella testimonianza degli apostoli Pietro e Paolo e degli altri martiri di questa Chiesa paleocristiana. Il vento del secolarismo e la pressione del consumismo stanno distogliendo molti dalla vera fede e dalla pratica cristiana. Il tenue filo di una tradizione che ancora li lega a Gesù Cristo e alla Comunità dei credenti potrebbe essere spezzato, se non ci sarà una nuova presa di coscienza del valore della vita umana e dei suoi destini eterni; se non ci sarà una nuova evangelizzazione, che attualizzi la fede in Gesù Cristo, con quel senso di novità, di freschezza e di potenza che si realizzo al tempo degli Apostoli. A questa nuova evangelizzazione la Chiesa romana intende dare un forte stimolo, in modo tutto speciale mediante il Sinodo diocesano, a cui anche voi siete chiamati a portare un contributo di idee e di proposte.


6. Nel consapevole cammino di questo comune impegno, saluto, insieme al Cardinale Vicario, Camillo Ruini, e al Vescovo Ausiliare, Monsignor Filippo Giannini, tutti voi, cari fedeli di questa Parrocchia di San Vitale, e vi ringrazio per la vostra partecipazione a questa liturgia eucaristica. Saluto, in particolare, il Parroco, Monsignor Roberto Amendolàgine, e tutti i Sacerdoti che prestano qui la loro collaborazione. Mi è gradito rivolgere il pensiero alle Religiose e ai Religiosi, che risiedono nell'ambito della circoscrizione parrocchiale: le Suore Figlie dell'Oratorio di Lodi, che dirigono la Casa di Accoglienza della Giovane; i Padri Gesuiti di Sant'Andrea al Quirinale; i Padri Trinitari del San Carlino alle Quattro Fontane; i Frati Francescani Minori di San Lorenzo in Panisperna. Giunga ad essi l'espressione della mia gratitudine per la testimonianza di fede che danno con l'esempio della loro vita consacrata al Signore e con il fervore della predicazione delle verità eterne. Incoraggio ed apprezzo la benemerita attività che l'Associazione Cattolica Internazionale al Servizio della Giovane (ACISJF) svolge presso la Casa di Santa Pudenziana, in Via Urbana, a favore di tante ragazze bisognose di assistenza spirituale e materiale. Desidero salutare pure tutti i laici che partecipano in modo responsabile alle iniziative parrocchiali, soprattutto coloro che si dedicano a varie forme di volontariato tra i malati, i disabili, gli anziani ed i poveri, oppure prestano la loro opera nella catechesi e nell'animazione liturgica. Cercate di affrontare con spirito di grande collaborazione i vari problemi che toccano la vostra Comunità. Vi auguro di camminare in questo spirito per poter celebrare a Pasqua, completamente trasformati, il gioioso evento del Cristo risorto. Voglio confessarvi che mi trovo in questa chiesa con grande emozione perchè durante i miei studi a Roma, negli anni '40, subito dopo la guerra, avevo il privilegio di abitare nel Collegio Belga, vicino a Sant'Andrea al Quirinale e a questa chiesa parrocchiale. Questa chiesa esprime il soffio dello Spirito che attraversa le anime e i secoli, e ci porta una eco lontana, ma sempre attuale, dei primi secoli della Chiesa degli Apostoli, dei tanti martiri, che hanno costruito le fondamenta della Chiesa romana e della Chiesa universale. Amen!

Data: 1992-03-08 Data estesa: Domenica 8 Marzo 1992

Nell'anno del V centenario dell'inizio dell'evangelizzazione del Nuovo Mondo - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: Il Santuario di Esquipulas luogo di annuncio del Vangelo della pace




1. La quaresima, cammino verso la Pasqua del Signore, c'invita e ci sollecita continuamente ad andare incontro a Cristo. E' un tempo forte dell'Anno Liturgico, durante il quale la nostra attenzione si concentra in maniera particolare sulla Croce del Redentore. Nel pellegrinaggio spirituale che, in occasione del quinto Centenario dell'Evangelizzazione del Nuovo Mondo, stiamo effettuando attraverso alcuni Santuari dell'America, oggi, prima Domenica di quaresima, vogliamo sostare nel celebre tempio del Santo Cristo di Esquipulas, nel Guatemala, ai confini con El Salvador e Honduras. Là, fin dagli inizi dell'evangelizzazione dell'America centrale, si venera una commovente immagine di Cristo Crocifisso, detta: "Il Signore delle Misericordie". Furono gli stessi indigeni a farne richiesta al missionario, che insegnava loro la dottrina cristiana, dopo aver ascoltato la catechesi sulla passione e la morte di Gesù di Nazaret. Il Crocifisso - opera realizzata da un artista del luogo nel 1595 - dopo alcune collocazioni provvisorie, fu trasferito nel grandioso tempio inaugurato nel 1759. A partire da quella data il Santuario del Santo Cristo di Esquipulas, meraviglia architettonica di quella regione, è diventato un centro vitale di fede e di evangelizzazione. I pellegrinaggi che, soprattutto nel periodo di quaresima, giungono a Esquipulas non solo dal Guatemala, ma anche dai Paesi vicini, hanno fatto del Santuario un faro di luce e di speranza per tutti i popoli del Centro America.


2. In questi ultimi anni, Esquipulas è divenuto anche un luogo simbolico o emblematico in cui, mediante riunioni e trattative sostenute dalla Chiesa, si cerca di costruire la pace nelle Nazioni del Centro America. Benedico e incoraggio gli sforzi che uomini di governo e di buona volontà stanno facendo per assicurare un futuro di pace e di sviluppo per i popoli di quella parte del mondo. La pace, opera della giustizia, è uno dei frutti a cui mira la Nuova Evangelizzazione. La IV Conferenza Generale dell'Episcopato Latinoamericano non mancherà di offrire, in tutto il Continente, un impulso decisivo all'annuncio e alla realizzazione del Vangelo della Pace, con tutte le esigenze e le implicazioni sociali che esso comporta. Chiediamo a Maria, Vergine Addolorata, di ottenere all'America Latina e al mondo intero quella pace che solo Cristo Crocifisso e Risorto è in grado di donare.

Data: 1992-03-08 Data estesa: Domenica 8 Marzo 1992

Città del Vaticano (Roma)

Titolo: Il Rosario di Giovanni Paolo II diffuso attraverso la Radio Vaticana

Sia lodato Gesù Cristo! Fratelli carissimi, Ascolto, Silenzio, Preghiera, Adorazione. Vogliamo ringraziare oggi, alla fine di questa Settimana degli Esercizi Spirituali, per questi benefici, queste grazie che il Signore ci ha concesso durante i giorni passati. Ascolto, Silenzio, Preghiera, Adorazione. Ringraziamo personalmente, ringraziamo in questa comunità che costituisce la Curia Romana, intorno al Successore di Pietro.

Ringrazio tutti e ci ringraziamo anche tutti reciprocamente. così il nostro ringraziamento si fa un riflesso dell'Eucaristia, della Comunione Eucaristica.

Ringraziamo l'emerito Cardinale Vicario di Roma che ci ha guidato durante questi giorni. Ci ha guidato con le sue prediche, con la sua presenza, con il suo esempio. Ci ha guidato da pellegrino e ci ha resi tutti pellegrini, come lui si faceva tante volte pellegrino ai luoghi sacri. Attraverso le sue parole abbiamo contemplato non solamente questi luoghi, questi avvenimenti biblici, evangelici, ma abbiamo contemplato i misteri. Il nostro Predicatore ci ha guidato verso i misteri che hanno trovato il loro spazio storico e soprattutto carismatico in questi luoghi sacri. Ma il pellegrinaggio condotto così verso i luoghi sacri, verso i misteri, poi tornava sempre a Roma, quasi come i primi Apostoli, quasi come Pietro e Paolo, che dalla Terra Santa sono venuti a Roma, così anche il nostro Predicatore in ogni sua predica tornava a Roma, tornava in questo ambiente in cui viviamo noi tutti insieme a lui, alla Chiesa di Roma, alla Curia Romana, alla Diocesi di Roma, altra categoria dei luoghi sacri per analogia, in quanto la sacralità dei luoghi sacri nella terra di Gesù si è trasferita, attraverso il ministero apostolico, qui, in questa Città, ed è arrivata fino ai nostri giorni, fino alla nostra comunità, fino a questa Settimana in cui abbiamo contemplato tutto questo. Certamente questa centralità dei misteri, centralità di Gesù Redentore, Gesù Buon Pastore, Gesù ieri e oggi, centralità della grazia che abbiamo tutti acquistato e acquistiamo sempre in Lui, come dono dello Spirito Santo. Siamo molto grati a Vostra Eminenza per questi Esercizi, per tutto quello che ci ha detto, in modo molto semplice e suggestivo, con grande spirito apostolico e pastorale. Ci voleva una Settimana di Esercizi di questo Cardinale che durante tanti anni ha svolto il ministero romano, come Vicario di Roma, che ha conosciuto tutti i luoghi di questa grande Città e di questa importantissima Chiesa. Ci voleva dopo questi anni della sua grande esperienza una comunicazione dei frutti a tutti noi, mediante un altro pellegrinaggio, possiamo dire complementare, per lei, carissimo fratello Cardinale, e per noi tutti. Certamente, la nostra vita umana in questa terra non è altro che un pellegrinaggio, peregrinare ad Dominum. E il nostro ministero apostolico, petrino, curiale, diocesano, è una espressione, una dimensione di questo pellegrinaggio che facciamo noi stessi e che facciamo insieme agli altri, come Pastori delle anime. Grazie per questa Settimana dell'esperienza pastorale e delle comunicazioni di questa esperienza a tutti noi che nel campo della Chiesa, non solamente di Roma ma anche del mondo intero, la Chiesa universale, abbiamo una speciale responsabilità. Con questo ringraziamento vorrei concludere pregando insieme a voi la Santissima Trinità che ci dia la sua benedizione come conferma definitiva del nostro ascolto, del nostro silenzio, della nostra preghiera e della nostra adorazione, come risposta a questa Settimana passata qui, dentro la Cappella Redemptoris Mater, partecipando agli Esercizi Spirituali nell'Anno Domini 1992.

Data: 1992-03-08 Data estesa: Domenica 8 Marzo 1992

Udienza al Consiglio dell'"International Catholic Charismatic Renewal Office" - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: Non ci può essere contraddizione tra fedeltà allo Spirito e fedeltà al Magistero della Chiesa

Cari fratelli e sorelle in Cristo,


1. Nella gioia e nella pace dello Spirito Santo porgo il mio benvenuto al Consiglio dell'International Catholic Charismatic Renewal Office (Ufficio Internazionale di Rinnovamento Carismatico Cattolico). Mentre celebrate il venticinquesimo anniversario dell'inizio del Rinnovamento Carismatico Cattolico, mi unisco volentieri a voi nel lodare Dio per i molti frutti che questo ha portato nella vita della Chiesa. L'emergere del Rinnovamento che ha seguito il Concilio Vaticano Secondo è stato un dono speciale dello Spirito Santo alla Chiesa. E' stato un segno del desiderio da parte di molti cattolici di vivere più pienamente la loro dignità e vocazione battesimale quali figli e figlie adottivi del Padre, di conoscere il potere di redenzione di Cristo, nostro Salvatore, in una esperienza più intensa di preghiera individuale e collettiva, e di seguire l'insegnamento delle Scritture leggendole alla luce dello stesso Spirito che ha ispirato la loro stesura. Certamente uno dei più importanti risultati di questo risveglio spirituale è stata quell'aumentata sete di santità che è riscontrabile nelle vite delle singole persone e di tutta la Chiesa.

Al termine di questo Secondo Millennio, la Chiesa ha bisogno più che mai di rivolgersi, con fiducia e speranza, allo Spirito Santo, che, incessantemente, conduce i credenti verso la comunione d'amore della Trinità, che costituisce la loro unità tangibile nel Corpo unico di Cristo e che li guida nella missione in obbedienza al compito affidato agli Apostoli da Cristo Risorto. Dobbiamo essere convinti che una profonda consapevolezza della Persona e dell'opera dello Spirito Santo risponde alle esigenze dei nostri tempi, poiché lo Spirito "è al cuore stesso della fede cristiana ed è la sorgente e la forza dinamica del rinnovamento della chiesa" (DEV 2). Invero, lo Spirito Santo è "il protagonista di tutta la missione ecclesiale" (RMi 21), che sostiene e guida gli sforzi della Chiesa per elargire a tutti le grazie della Pentecoste.


2. Poiché i doni dello Spirito Santo ci sono offerti per costruire la Chiesa, voi, quali guide del Rinnovamento Carismatico, siete chiamati a cercare, senza sosta, dei modi efficaci con cui i vari gruppi, che voi rappresentate, possano manifestare la loro completa comunione della mente e del cuore con la Sede Apostolica e il Collegio dei Vescovi, e possano collaborare, in maniera sempre più proficua, alla missione della Chiesa nel mondo. A livello internazionale, gli stretti rapporti del vostro Ufficio con il suo Consigliere Episcopale, il Vescovo Paul Cordes, e il coordinamento di Movimenti e Associazioni Ecclesiali, effettuato dal Pontificio Consiglio per i Laici, sono mezzi importanti per favorire tale cooperazione, che è così fondamentale per il saggio servizio dei molteplici doni dello Spirito. Soltanto in questo modo il Rinnovamento perseguirà veramente il suo scopo ecclesiale, aiutando a far si che "il corpo riceve sostentamento e coesione per mezzo di giunture e legami, realizzando così la crescita secondo il volere di Dio" (Col 2,19).


3. In questo momento della storia della Chiesa, il Rinnovamento Carismatico può svolgere un ruolo significativo nel promuovere la tutela, della vita cristiana tanto necessaria in una società, in cui secolarizzazione e materialismo hanno indebolito la capacità di molte persone a rispondere allo Spirito e a riconoscere l'appello amorevole di Dio. Il vostro contributo alla rievangelizzazione della società sarà offerto, in primo luogo, dalla testimonianza personale dello Spirito che dimora in voi e dalla dimostrazione della sua presenza attraverso opere di santità e solidarietà. "La testimonianza della vita cristiana è la prima e insostituibile forma della missione" (RMi 42). Quale può essere il mezzo più efficace per condurre coloro che hanno perduto la loro relazione spirituale verso quella verità che, da sola, può placare l'irrequietezza del cuore umano, se non l'esempio vivente di ferventi credenti cristiani? Rendere testimonianza significa essere lievito potente fra le persone che, forse, non riconoscono pienamente il valore della salvezza che solo Gesù Cristo può offrire.


4. Il Rinnovamento Carismatico può anche aiutare ad incoraggiare la crescita di una solida vita spirituale basata sulla potenza dello Spirito Santo che opera nella Chiesa, nella ricchezza della sua Tradizione e, in particolare, nella sua celebrazione dei Sacramenti. La frequente assunzione dell'Eucaristia e l'uso regolare del Sacramento della Penitenza sono essenziali per una vita autentica nello Spirito Santo, e questi sono i mezzi che Cristo stesso ci ha donato per ristabilire e sostenere il dono della grazia dello Spirito. Dato che le strade dello Spirito conducono sempre a Cristo e alla sua Chiesa, ed è lo Spirito stesso che guida coloro che sono stati posti come Vescovi a pascere la Chiesa di Dio (cfr. Ac 20,28), non ci può essere conflitto tra fedeltà allo Spirito e fedeltà alla Chiesa e al suo Magistero. Qualsiasi forma assuma il Rinnovamento Carismatico - preghiere di gruppo, comunità di impegno, comunità di vita e di servizio - il segno della sua fertilità spirituale sarà sempre un rafforzamento della comunione con la Chiesa universale e le Chiese locali. Il vostro ruolo, quale organizzazione coordinatrice, è di aiutare tutte le varie forme del Rinnovamento a collaborare con i Pastori della Chiesa per il bene di tutto il Corpo. Allo stesso tempo, l'approfondimento della vostra identità cattolica, attingendo al patrimonio spirituale della Tradizione cattolica, è una parte insostituibile del vostro contributo ad un autentico dialogo ecumenico, che, favorito dalla grazia dello Spirito Santo, deve condurre alla perfezione della "sua comunione nell'unità: nella confessione di una sola fede, nella comune celebrazione del culto divino e nella fraterna concordia della famiglia di Dio" (UR 2).


5. Cari amici: all'inizio di questo periodo di Quaresima, prego che la vostra opera contribuisca alla crescita della Chiesa, nella fedeltà alla volontà del Signore e alla missione che essa ha ricevuto. Affido tutti voi all'intercessione amorevole di Maria, Madre della Chiesa, che "mediante la stessa fede che la rese beata..., è presente nella missione della Chiesa, presente nell'opera della Chiesa che introduce nel mondo il regno del suo Figlio" (RMA 28). Possano le sue preghiere accompagnare quanti si prodigano per ampliare il Regno di Cristo, in obbedienza al suggerimento del suo Spirito Santo. Imparto cordialmente a tutti voi la mia Benedizione Apostolica.

Data: 1992-03-14 Data estesa: Sabato 14 Marzo 1992


GPII 1992 Insegnamenti - Visita "ad limina": ai Vescovi della Conferenza Episcopale della regione apostolica francese "Ile-de-France" - Città del Vaticano (Roma)