GPII 1992 Insegnamenti - Recita dell'Angelus - Città del Vaticano (Roma)

Recita dell'Angelus - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: "Nostra Signora di Suyapa, Patrona dell'Honduras, ci aiuti a riscoprire il senso vero della comunione ecclesiale

Carissimi fratelli e sorelle!


1. Il pellegrinaggio spirituale che di domenica in domenica stiamo compiendo attraverso i Santuari d'America, in occasione del V Centenario dell'Evangelizzazione di quel Continente, ci conduce quest'oggi in Honduras, ai piedi di Nostra Signora di Suyapa. Agli inizi del secolo XVI, i primi evangelizzatori di quella cara Nazione infusero nel popolo una profonda devozione alla Vergine Immacolata. Ma fu un singolare avvenimento a segnare la religiosità mariana degli honduregni. A pochi chilometri dalla capitale Tegucigalpa, presso un villaggio chiamato "Suyapa", nell'anno 1747, un giovane agricoltore trovo inaspettatamente per terra una piccola immagine della Vergine della Concezione. Il fatto fu considerato come miracoloso e gli abitanti della regione dedicarono subito alla Madonna una semplice cappella, ben presto trasformata in centro di intensa pietà popolare. Dalla metà di questo secolo, Suyapa è diventato uno tra i maggiori Santuari dell'America Centrale, meta di frequenti e numerosi pellegrinaggi. Pio XII proclamo Nostra Signora di Suyapa Patrona dell'Honduras.


2. L'8 marzo 1983, ebbi la gioia di recarmi anch'io come pellegrino a Suyapa, e là rivolsi alla Vergine un'ardente preghiera per i popoli d'America, perché "conservino, come il tesoro più prezioso, la fede in Gesù Cristo, l'amore a Maria, la fedeltà alla Chiesa" (Insegnamenti, VI/1, 1983, p. 653). La prima Evangelizzazione ha impresso al cattolicesimo di quel Continente una significativa e caratteristica fedeltà alla Chiesa. Come ho scritto nella Lettera Apostolica "Los caminos del Evangelio" (29 giugno 1990), "il Popolo di Dio che vive in America Latina sente profondamente la comunione ecclesiale, l'obbedienza e l'amore ai suoi Pastori, così come l'affetto filiale al Papa. Tutto ciò spiega la sua secolare fedeltà alla fede ricevuta come pure la sua coscienza di essere parte attiva della Chiesa Universale" (A.A.S., LXXXIII, 1991, pag. 22, n. 14). Mentre ringraziamo per questo il Signore, lo vogliamo pure invocare perché la Nuova Evangelizzazione continui a svilupparsi secondo le linee che hanno segnato i secoli trascorsi.


3. Auspico di cuore che la IV Conferenza Generale dell'Episcopato Latinoamericano possa promuovere ancora più nei Sacerdoti, nei Religiosi e nei laici il senso ecclesiale, la sintonia con i Pastori e l'ardore apostolico. In tal modo, in una Chiesa profondamente unita, ricca di carità pastorale, con programmi di azione chiari, articolati e attualizzati, le direttive e le conclusioni dell'Assemblea di Santo Domingo acquisteranno più sicura efficacia evangelizzatrice, aiutando quel Continente a conservare la propria identità cattolica e a far si che gli uomini, le etnie, le culture e gli Stati aprano completamente le loro porte a Cristo Salvatore.

Affidiamo queste nostre intenzioni di preghiera alla materna intercessione di Maria, Nostra Signora di Suyapa.

Data: 1992-07-05 Data estesa: Domenica 5 Luglio 1992

Ai Presuli della Conferenza Episcopale dello Zimbabwe in visita "ad limina" - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: La Dottrina sociale della Chiesa strumento indispensabile per garantire al Paese giustizia, pace e solidarietà

Cari Confratelli Vescovi,


1. Desideravo ardentemente incontrare voi, Vescovi dello Zimbabwe, in occasione della vostra visita ad limina, e vi saluto con le parole di San Paolo: "Il mio amore (sia) con tutti voi in Cristo Gesù!" (1Co 16,23). Dandovi il mio benvenuto, saluto il clero, i religiosi e le religiose e i fedeli laici dell'Arcidiocesi di Harare e delle Diocesi di Butawayo, Chinhoyi, Gweru, Hwange e Mutare, e, in modo particolare, la nuova Diocesi di Gokwe. Vi prego di assicurare loro che il ricordo del mio viaggio nel vostro Paese, nel 1988, non è offuscato. Sono grato al Vescovo Reckter per le sue gentili parole e invio un saluto particolare al Vescovo Muchabaiwa pregando per una sua pronta guarigione.

La vostra presenza testimonia la comunione nella grazia che vi unisce, nell'unica, santa Chiesa, cattolica e apostolica, al Vescovo di Roma, fulcro visibile dell'unità in ogni tempo. Compiendo questo pellegrinaggio ai sepolcri degli Apostoli, voi rinnovate la vostra convinzione che la concreta realtà storica, che è la Chiesa, risale ai Dodici e a nostro Signore Gesù Cristo, che ha fatto di questo Corpo vivente la via e lo strumento della salvezza, che Egli ci ha offerto con la sua morte e la sua Resurrezione.


2. Questa concezione della Chiesa quale segno efficace di salvezza (cfr. LG 1), è la fonte dei vostri instancabili sforzi per annunciare il Vangelo a quanti sono affidati alla vostra cura pastorale. E' fondamento del compito urgente di tutti i Pastori della Chiesa ispirare e guidare la plantatio Ecclesiae e il conseguente sviluppo della Chiesa in ogni luogo e in ogni cultura (cfr. GS 44). Le mie visite pastorali in Africa mi hanno reso maggiormente consapevole dei numerosi elementi della vita sociale e culturale del continente che possono essere veicoli appropriati per la predicazione del Vangelo e dell'insegnamento della Chiesa, così come mi sono reso conto che esistono altri elementi che devono essere risanati attraverso il contatto con la grazia di Gesù Cristo.

Il vostro desiderio che ogni cosa in Africa debba trovare il suo autentico significato in Cristo vi ha già indotto a dedicare particolare attenzione al tema dell'inculturazione nella vostra Conferenza Episcopale Nazionale e nell'Incontro Inter-Regionale dei Vescovi del Africa Meridionale (IMBISA). Questa opera vostra e dei vostri Confratelli Vescovi, in preparazione dell'Assemblea Speciale per l'Africa del Sinodo dei Vescovi, rappresenta una grande promessa per il futuro del Popolo di Dio. Tuttavia, in ciò e in ogni cosa, noi, Pastori del gregge, dobbiamo essere sempre consapevoli che siamo strumenti dello Spirito Santo, che "scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio" (1Co 2,10). Noi abbiamo costante bisogno di rivolgerci a lui e di chiedergli di illuminare il nostro discernimento, affinché possiamo capire con precisione quali realtà umane sono in armonia con la verità e la grazia rivelate da Cristo Gesù e che ci sono state trasmesse dagli Apostoli. L'inculturazione, che non è soltanto una questione di esteriorità, matura quando la Buona Novella del trionfo di Cristo sulla sofferenza e sulla morte modella efficacemente il pensiero e la vita quotidiana dei Cristiani. Culmina nella frequente, gioiosa e devota partecipazione ai Sacramenti della Penitenza e della Eucaristia quali momenti fondamentali dell'esperienza della fede.


3. I sacerdoti che Dio vi ha donato quali collaboratori sono consacrati alla costruzione del Corpo di Cristo. Quanto grati dovete essere ai numerosi sacerdoti missionari che hanno coltivato il seme della fede nella vostra regione dell'Africa e si sono prodigati, con umile amore, per lo sviluppo delle sue genti! Quanto grande è la sfida che i vostri sacerdoti locali devono affrontare nell'adempiere alla stessa promessa e allo stesso impegno, e nel portare a maturazione il raccolto che il Signore attende dal vostro popolo! Tutti i sacerdoti hanno ricevuto una "chiamata" che essi e la Chiesa hanno sperimentato e sottoposto a discernimento negli anni di preparazione che conducono all'Ordinazione sacerdotale.

Con preghiera e con fiducia nella grazia infallibile di Dio, essi hanno accettato di rinunciare alla loro casa, alla loro moglie, ai loro figli, alla loro posizione sociale e ai loro beni (cfr. Mt 19,29) non a malincuore, ma con gioia, per servire il Regno e per dedicarsi ai loro fratelli e sorelle in Cristo. Mi unisco a voi nel pregare Gesù, Sommo Sacerdote, affinché doni ai vostri presbiteri la grazia della perseveranza e la gioia interiore che deriva dalla fedeltà al Redentore.

Poiché la configurazione sacramentale con Cristo, Pastore e Capo della Chiesa, è inseparabile dalla sequela del suo esempio di amore disinteressato, i sacerdoti devono essere incoraggiati a coltivare un autentico ascetismo. Per rimanere fedeli al dono del celibato in perfetta castità, è essenziale, come afferma il Concilio Vaticano Secondo, che essi preghino con umiltà e perseveranza, utilizzando a questo scopo tutti gli aiuti a loro disposizione, e osservino le prudenti norme di autodisciplina vagliate dall'esperienza della Chiesa (Cfr. PO 16). Riguardo alla solitudine che talvolta accompagna il ministero pastorale, è indicato ricordare le parole dell'Enciclica Sacerdotalis caelibatus che Paolo VI pubblico esattamente venticinque anni fa il mese scorso: "Non si raccomanderà mai abbastanza ai sacerdoti una certa loro vita comune tutta tesa al ministero propriamente spirituale; la pratica di incontri frequenti con fraterni scambi di idee, di consigli e di esperienze tra confratelli; l'impulso alle associazioni che favoriscono la santità sacerdotale" (Sacerdotalis caelibatus, 80; cfr. PDV 74).


4. Poiché il ministero dei sacerdoti è fondamentale per la vita della Chiesa locale, la preparazione dei vostri seminaristi dovrebbe continuare ad essere una delle vostre maggiori priorità. E' vitale che i futuri ministri del Vangelo non siano soltanto ben istruiti, a livello accademico, ma anche, a livelli più profondi, totalmente dedicati a condurre i loro fratelli e le loro sorelle per le vie della salvezza. Sono sicuro che i responsabili del seminario vi sono grati per i molti modi con cui li sostenete nel loro difficile e arduo compito di aiutare i candidati al sacerdozio a crescere nella nuova "identità" conferita al momento dell'Ordinazione. Essi stessi dovrebbero essere "convinti" modelli di vita sacerdotale. Devono essere chiari sul comportamento che si attende dai candidati al sacerdozio, poiché sarebbe un'ingiustizia lasciare che i seminaristi arrivino all'Ordinazione, se essi non hanno assimilato, intimamente e consapevolmente, le esigenze oggettive della grazia che devono ricevere.

La mia recente Esortazione Apostolica Pastores dabo vobis sollecita tutta la comunità cattolica ad avere "una retta e approfondita conoscenza della natura e della missione del sacerdozio" (cfr. PDV 11). Spero che voi e i vostri sacerdoti e seminaristi farete di questo documento un tema ricorrente di lettura e di studio.


5. Una delle grandi gioie del vostro ministero è certamente il sostegno che ricevete dai religiosi e dalle religiose che operano nelle vostre Chiese locali.

L'intera storia della Chiesa dello Zimbabwe è legata al coraggioso e generoso servizio dei membri degli Istituti religiosi. Mediante la testimonianza del loro stile di vita e del loro amorevole servizio, essi sono stati eminenti messaggeri del Vangelo, specialmente nei campi della sanità e dell'istruzione. Le recenti celebrazioni del centenario dell'arrivo, in questa regione, dei Gesuiti e delle Suore missionarie domenicane del Sacro Cuore, ci hanno nuovamente ricordato la potenza con cui Dio ha operato con amore, di generazione in generazione, facendo crescere, dal lavoro dei Suoi zelanti servitori, nn abbondante raccolto per il Suo Regno (cfr. 1Co 3,6). Vi chiedo di trasmettere ai religiosi delle vostre Diocesi la mia gratitudine e la mia stima, e la speranza che essi siano sempre fedeli testimoni del Signore fra il Suo popolo.


6. Desidero menzionare brevemente un'altra delle vostre pesanti responsabilità di Vescovi: precisamente, le scuole cattoliche dello Zimbabwe. In diversi modi, voi siete personalmente coinvolti nella guida e nella direzione dell'apostolato dell'istruzione e dovete garantire che siano a disposizione i mezzi necessari (cfr. CIC 794, sec. 2). Nutro una grande speranza che il futuro Catechismo della Chiesa cattolica sarà un aiuto sostanziale per tutti i Vescovi nell'assicurare che, nelle scuole cattoliche e nei programmi di educazione religiosa, sia insegnata ai bambini e ai ragazzi la pienezza della fede della Chiesa. Il successo dei vostri sforzi dipende dal sollecitare la generosa collaborazione di quanti operano con voi in questo settore e dal mantenere elevati i livelli delle istituzioni e delle organizzazioni che portano avanti l'opera educativa. Sono felice di notare che voi sperate di rinforzare ulteriormente questa collaborazione con le autorità civili, cosa che renderà possibile alle scuole cattoliche rispondere alle esigenze della Nazione pur mantenendo la loro specifica identità cattolica e la loro giusta autonomia.


7. I catechisti e gli insegnanti laici esercitano, come ci ricorda il Concilio Vaticano Secondo, "un'eccellente forma di apostolato dei laici" (AA 30), e quindi, per realizzarla compiutamente, essi devono avere quella formazione iniziale e permanente di cui hanno bisogno. Dovrebbero essere profondamente consapevoli del loro ruolo in seno alla comunità ecclesiale e dell'importanza del loro contributo alla vita della Nazione.

I laici, data la loro vocazione ad essere il sale della terra e la luce del mondo (cfr. Mt 5,13-14), dovrebbero basarsi sulla dottrina sociale della Chiesa e, con la loro presenza nella vita pubblica, dovrebbero contribuire a rafforzare il tessuto sociale con la loro diligenza e la loro industriosità, affidabilità e fedeltà nelle relazioni interpersonali e con il coraggio di assumersi la responsabilità nei campi dell'economia e della politica (Cfr. CA 32).

Parole e atti di giustizia, pace e solidarietà sono necessari al vostro Paese in un momento in cui deve affrontare gravi sfide. La saggezza cristiana sulla persona umana e sul modo di costruire una società che sia degna dell'uomo può essere un fecondo punto di riferimento per gli sforzi dello Zimbabwe allo scopo di risanare le sue strutture economiche, di far fronte alle gravi conseguenze dell'attuale siccità e migliorare gli affari e la vita sociale. E' dunque giusto che voi, Pastori, parliate chiaramente delle implicazioni morali ed etiche delle linee di condotta e delle azioni, e perciò poniate gli illuminati principi della dottrina sociale cattolica al servizio della più vasta comunità.


8. Il compito dei laici di regolare la sfera temporale secondo la legge di Cristo, come ho sottolineato nell'Esortazione Christifideles laici, "comincia nel matrimonio e nella famiglia" (CL 40). Poiché, nel nostro tempo, l'integrità e il valore della famiglia sono sempre più minacciati, la vostra Lettera pastorale dello scorso anno, Salviamo le nostre Famiglie, è stata davvero opportuna.

Condivido pienamente le preoccupazioni da voi espresse sul modo in cui l'urbanizzazione - che di per sé è spesso il risultato di una depressione economica - e la secolarizzazione stanno corrodendo la forza dei vincoli familiari e si stanno sostituendo a molti dei valori tradizionali.

L'anonimato della città, l'assenza del controllo da parte dei genitori, l'etica competitiva, spesso spietata, del mondo del lavoro, tutto contribuisce all'allontanamento di molti giovani dalle loro famiglie. Siete, a ragione, preoccupati per l'imposizione di programmi di controllo demografico, per l'aumento dei casi di aborto e per la diffusione dell'AlDS.

Le iniziative che sono adottate nelle vostre Diocesi per difendere e promuovere il matrimonio e la famiglia - specialmente offrendo alle coppie di fidanzati una solida catechesi in preparazione della loro nuova vita in comune - sono estremamente importanti. Sono molto utili per la crescita della comunità cristiana e per un'autentica inculturazione della fede. Il rafforzamento del matrimonio e della famiglia costituisce realmente un importante servizio per il benessere dell'intera Nazione.


9. Cari Confratelli, ho cominciato le mie osservazioni dicendo che la vostra visita ad limina Apostolorum è una professione di fede nella Chiesa. E' anche un'opportunità di rinnovare il vostro impegno nel realizzare il grande e urgente compito della Evangelizzazione. Attraverso l'ordinazione episcopale, voi siete membri del Collegio che Cristo ha stabilito, affinché alla Chiesa, sua amata Sposa, non manchi mai, fino alla fine dei tempi, la cura degli Apostoli. Se leggiamo attentamente gli Atti degli Apostoli, notiamo che una delle caratteristiche del servizio degli Apostoli nei confronti della Chiesa è stato il coraggio con cui essi hanno proclamato il Vangelo. Dopo la Pentecoste, quando lo Spirito Santo li colmo di luce e di gioia, essi andarono ad annunciare, senza sosta, che, in Cristo Gesù, il Regno di Dio era venuto in questo mondo (cfr. 2; 28,30-31).

Imploro il nostro Salvatore affinché vi confermi in questa stessa fiducia e sollecitudine. E' mia preghiera che l'Assemblea Speciale per l'Africa del Sinodo dei Vescovi promuova l'entusiasmo missionario nel vostro amato continente. Mentre tutta la Chiesa dello Zimbabwe si prepara a questo importante evento, possa lo Spirito Santo far crescere nei vostri cuori quella solida fede che rimane ferma dinanzi ad ogni ostacolo, una fede basata sulla salda convinzione della potenza della Parola salvifica di Dio (cfr. Rm 1,16).

Raccomando voi e coloro che voi servite all'amorevole cura della Vergine Madre di Dio, e imparto la Benedizione Apostolica.

Data: 1992-07-07 Data estesa: Martedi 7 Luglio 1992

Città del Vaticano (Roma)

Titolo: Accorato appello per la Croazia, la Bosni e per tutta le regione dei Balcani

Vi saluto tutti cordialmente, cari pellegrini croati! Anche oggi vorrei rinnovare il mio accorato appello e con voi pregare Dio, Padre nostro che è nei cieli, affinché venga, al più presto, il giorno della vera pace in Croazia, in Bosnia Erzegovina, e in tutta la regione dei Balcani. Ritornando a casa, portate il saluto del Papa a quanti soffrono a causa della crudele guerra: ai familiari delle vittime, ai feriti ed alla grande moltitudine dei profughi ed esiliati.

L'amore di Cristo ci spinge ad essere al loro fianco e a cercare di alleviare le loro sofferenze. Invoco su di voi e su tutti la benedizione di Dio.

Siano lodati Gesù e Maria!

Data: 1992-07-07 Data estesa: Martedi 7 Luglio 1992




Ai Presuli della Conferenza Episcopale di Gambia, Liberia e Sierra Leone in visita "ad limina" - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: E' necessario porre fine alla guerra fratricida e aprire la strada alla riconciliazione, alla pace e al rispetto dei diritti umani

Cari fratelli Vescovi,


1. Quest'incontro in occasione della vostra visita ad Limina alle tombe degli Apostoli Pietro e Paolo mi ricorda la ricca diversità dei vostri popoli e della Chiesa nell'Arcidiocesi di Monrovia e nelle Diocesi di Capo Palmas e Gbarnga in Liberia; nell'Arcidiocesi di Freetown e di Bo e nelle Diocesi di Kenema e Makeni in Sierra Leone; e nella Diocesi di Banjul in Gambia. La Conferenza Inter-territoriale dei Vescovi cattolici (ITCABIC), da voi formata si è rivelata un appropriato strumento di comunione e aiuto reciproco nella cura della vita delle comunità cattoliche dei vostri tre paesi. Vi saluto tutti con affetto in nome di Nostro Signore Gesù Cristo e ringrazio il Vescovo O' Riordan per le sue parole di presentazione a vostro nome. Prego per la pace e la crescita del popolo amato da Dio affidato al vostro ministero pastorale. Vorrei iniziare ricordando la visita da me compiuta nel febbraio scorso in Gambia, ove sono stato calorosamente accolto non solo dal Vescovo Cleary e dai membri della Chiesa, ma anche dal Governo e da tutta la popolazione. Sono grato a tutti loro. Sono stato profondamente colpito dal loro impegno per il progresso del paese e dalla loro consapevolezza che tale progresso dipende dal porre la persona umana al centro degli sforzi sociali giuridici e politici. Avevo anche desiderato visitare la Liberia, ma ciò è stato reso impossibile dalla tragica guerra che ha quasi distrutto questa nazione e ha avuto gravi conseguenze anche sulla Sierra Leone.


2. Dopo la vostra ultima visita ad Limina nuovi e pesanti fardelli sono stati aggiunti alla vostra già difficile missione pastorale. Lo spettro della siccità è apparso all'orizzonte con conseguenze drammatiche per il benessere e additittura per la sopravvivenza di alcune popolazioni dell'Africa occidentale. Una guerra fratricida ha portato devastazione causando molte morti e danni incalcolabili, lasciando dietro di sé centinaia di migliaia di profughi e di senzatetto, innumerevoli orfani e feriti, divisioni e odii che potranno essere superati solamente dalle prossime generazioni. Ho seguito questi avvenimenti con grande dispiacere e spero fortemente in una soluzione che ponga fine alla violenza, che favorisca la riconciliazione e permetta ai vostri popoli di tornare alle loro case e di ricostruire le loro vite. La comunità cattolica è stata profondamente colpita. Voi siete i tristi testimoni di come una indicibile ondata di violenza abbia distrutto chiese e missioni, scuole e centri di assistenza sanitaria e reso praticamente impossibile qualsiasi altra attività per le popolazioni locali. Per la Chiesa questa terribile guerra in molti casi ha annullato anni di sforzi e di lavoro. E ciononostante in mezzo a tutte queste sofferenze la luce della fede e l'amore cristiano non si sono spenti. La Chiesa in Sierra Leone in particolar modo merita un riconoscimento per l'assistenza offerta ai rifugiati liberiani e ai propri cittadini costretti a lasciare i loro villaggi e ad abbandonare le loro proprietà già limitate dinnanzi agli attacchi dei gruppi armati in conflitto. Con preoccupazione ho pregato per voi, Vescovi Liberiani, chiedendo a Dio di donarvi molta fede e coraggio poiché compivate il vostro ministero per il vostro popolo afflitto e tentavate di mantenere vivo, in circostanze tanto difficili, il messaggio evangelico di speranza e fede nella Divina Provvidenza.

Quali Pastori, con profonda conoscenza degli insegnamenti di Cristo del valore sublime dell'amore fino all'amore eroico per i propri nemici, voi dovete continuare ad esortare il vostro popolo alla riconciliazione, all'osservanza del diritto legittimo e dell'ordine, all'amore per la pace e al rispetto per i diritti umani tanto crudelmente calpestati in questo tragico conflitto. Dobbiamo sperare e pregare che queste situazioni migliorino cosicché la vita normale della Chiesa possa ricominciare e soprattutto che i Missionari, sacerdoti, religiosi e religiose possano al più presto ritornare al loro apostolato. Essi fanno pienamente parte delle vostre Chiese locali poiché in Cristo tutti sono fratelli e sorelle, e nell'amore di Dio che è stato riversato nei cuori dallo Spirito Santo (cfr. Rm 5,5), le differenze di razza, cultura e lingua vengono superate. Faccio appello alle congregazioni missionarie impegnate affinché prestino la propria collaborazione e siano tanto generose quanto è consentito dalla situazione attuale. Questa è una situazione che ha richiesto e continua a richiedere quel profondo amore e la dedizione caratteristici dei sacerdoti missionari, religiosi e volontari laici.


3. Il ruolo della Chiesa in queste circostanze non è di schierarsi da una parte ma di servire le esigenze spirituali di tutti senza discriminazioni. Il compito del Vescovo è di portare la testimonianza del messaggio di pace del Vangelo e di invocare e comunicare la grazia di Dio della guarigione. Egli deve rivolgere un'attenzione particolare alla fondamentale crisi morale della società: l'indebolirsi dei legami familiari e delle tradizioni che garantivano la solidarietà fra individui e gruppi, la mancanza di giustizia sociale, il degrado di verità e onestà nei rapporti umani. Egli deve pronunciarsi contro la corruzione che distrugge il tessuto della vita civile e deve inoltre tentare di formare le coscienze dei fedeli, in particolar modo dei capi politici ed economici, con principi e valori con i quali si possa organizzare una società veramente umana e giusta per il bene comune. Vi incoraggio, quando rispondete a questioni di natura politica e sociale, a mantenere grande armonia tra di voi e a parlare sempre con la voce chiara del Buon Pastore che conosce le sue pecore (cfr. Jn 10,27).


4. Nonostante difficoltà di vario tipo la Chiesa nei vostri Paesi è stata e continua ad essere attivamente impegnata nell'istruzione. I risultati positivi di questo impegno ecclesiale possono essere facilmente riscontrati. L'istruzione è un'attività a cui la Chiesa dà molto valore come si rileva attraverso la sua storia. Nell'attuale situazione in Africa l'istruzione costituisce una condizione indispensabile per la stabilità ed il progresso. Poiché gli africani stessi devono essere i principali agenti del proprio sviluppo, il ruolo dell'educazione è fondamentale. Come è noto, per la maggior parte dell'opinione pubblica nei vostri paesi, la Chiesa è quasi sinonimo di istruzione e assistenza sanitaria. Anche in ambienti chiusi all'annuncio diretto del Vangelo, questi centri e queste istituzioni che servono l'intera comunità, hanno sempre offerto una notevole testimonianza dello spirito cristiano di amore e di servizio. Oggi sono ancor più essenziali in quanto le esigenze del popolo sono enormemente cresciute. Desidero quindi esortarvi a perseverare e, se possibile, ad accrescere i vostri sforzi in questo campo con il costante aiuto dei Religiosi e dei laici impegnati delle vostre diocesi.


5. Quali Pastori che amano il proprio popolo e sentono l'urgenza del comando del Signore di portare la parola di Dio a tutte le creature, voi siete profondamente preoccupati per lo scarso numero di collaboratori che operano fra coloro che sono aperti al messaggio del Vangelo. Pur non ignorando le limitate possibilità delle vostre Chiese locali, desidero esortarvi - con le parole dell'Enciclica Redemptoris Missio - a non dimenticare che "bisogna, tuttavia, non perdere la tensione per l'annuncio e per la fondazione di nuove Chiese presso popoli o comunità, in cui ancora non esistono, poiché questo è il compito primo della Chiesa" (RMi 34).

Lungi dall'essere spaventato dalle molte difficoltà sulla via della missione ad gentes, credo che stiamo scorgendo l'alba di una nuova era missionaria favorita dalla crescente presenza di persone provenienti dalle Chiese più giovani (cfr. Messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale, 17 giugno 1992, n.2-5). Un attento programma di sviluppo delle missioni deve costituire un aspetto essenziale della cura delle Chiese a voi affidate. Per svolgere questo compito prego il Signore della messe affinché vi dia forza e vi sostenga insieme ai vostri sacerdoti, religiosi e catechisti! Data la situazione minoritaria della Chiesa nei vostri rispettivi paesi, in cui i cattolici costituiscono solo il 2% circa della popolazione, la testimonianza e la guida di sacerdoti e religiosi, l'armonia e l'azione concertata dei vari gruppi e organizzazioni delle Chiese sono più che mai necessarie. La liturgia, che costituisce il cuore di tutta la vita e il dinamismo della Chiesa, è anche il più forte fattore di unione fra i membri del Corpo di Cristo. Avete già fatto molto per garantire la celebrazione della Messa e dei sacramenti nelle principali lingue locali. Spero che possiate continuare quest'opera essenziale per una saggia e teologicamente corretta inculturazione del messaggio cristiano. Il vostro obiettivo in questo campo deve essere di "evangelizzare" alla radice la cultura e le tradizioni dei fedeli. Il risultato finale di un'autentica inculturazione della fede è di conservare tutto ciò che vi è di buono e nobile nel modo di vivere di un popolo impregnando e "informando" tutti gli avvenimenti e i rapporti significativi con la grazia di Cristo. Quindi momenti importanti come la nascita, l'avvicinarsi alla maturità, il fidanzamento, il matrimonio, il lavoro, la malattia e la morte, le gioie e i dispiaceri della vita familiare e gli avvenimenti che riguardano l'intera comunità, saranno segnati dallo spirito cristiano e dal rito della Chiesa. La prospettiva e i comportamenti di persone, famiglie e comunità verranno così sempre più identificati con la verità rivelata in Gesù Cristo e manifestata attraverso lo Spirito Santo in ogni epoca e ad ogni popolo (cfr. Jn 14,26). così anche la legge di Cristo e, soprattutto, il supremo comandamento dell'amore, chiariranno le scelte morali e renderanno possibile la libertà che conduce alla vita eterna (cfr. Jn 8,32-51). Una profonda inculturazione della fede è anche alla base di un fruttuoso dialogo inter-religioso con le maggioranze musulmane nei vostri paesi, poiché permette ai cristiani e ai musulmani di comprendere meglio i reciproci punti di vista, per individuare questioni di interesse comune ed aree di possibile cooperazione nella soluzione di problemi locali o nazionali e nella costruzione di una società più giusta e tollerante. Durante la mia visita in Africa Occidentale nel febbraio scorso, sono stato profondamente colpito dalla qualità del rispetto reciproco fra cristiani e musulmani. Questa reciproca apertura fa nascere quel "dialogo della vita quotidiana" che rende possibile a cittadini dello stesso paese di sostenersi l'un l'altro servendo il bene comune (cfr. Udienza generale, 4 marzo 1992, n. 3).


6. L'aumento delle vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata da voi rilevato, costituisce un segno inequivocabile dell'amore di Dio per il suo popolo e della vitalità delle vostre comunità. Il sacerdozio come la configurazione sacramentale a Cristo Sommo Sacerdote è un ministero di servizio e una missione, un inviare a testimoniare e a perpetuare "la carità di Cristo, il Buon Pastore" (PDV 57). Per questa ragione il seminario "si fa carico di una vera e propria iniziazione alla sensibilità del pastore, all'assunzione consapevole e matura delle sue responsabilità, all'abitudine interiore di valutare i problemi e di stabilire le priorità e i mezzi di soluzione, sempre in base a limpide motivazioni di fede e secondo le esigenze teologiche della pastorale stessa" (PDV 58). Sono certo che continuerete a far si che i vostri seminaristi acquisiscano il profondo senso di amore per il prossimo, richiesto dalla loro vocazione cosicché vengano spinti dall'amore sincero per Cristo e per il suo Corpo, la Chiesa. I vostri giovani sacerdoti hanno anche bisogno della vostra profonda amicizia e della vostra guida per poter superare le particolari difficoltà del primo anno del loro ministero. Vi chiedo di rassicurare tutti i vostri sacerdoti e i religiosi, uomini e donne, della vostra diocesi delle mie preghiere quotidiane per la loro fedeltà e perseveranza. In nome di Cristo li ringrazio per la loro testimonianza e per il loro generoso servizio verso il popolo di Dio. In particolar modo desidero incoraggiare le sorelle religiose, sapendo quanto sia importante la loro presenza per garantire che la verità e l'amore di Cristo prevalgano in situazioni e circostanze difficili. Con una attenta selezione dei candidati e un'adeguata guida spirituale da parte di religiosi esperti anche le nuove congregazioni diocesane svolgeranno un ruolo sempre più importante nell'incarnare i valori del Regno di Cristo nelle vite dei fedeli. Raccomando in particolar modo alla vostra cura la crescita e la formazione di questi Istituti.


7. Anche un laicato impegnato e bene istruito è una grande speranza delle vostre comunità ecclesiali per un futuro più luminoso. Non solo la piena e attiva partecipazione dei laici alla liturgia ma anche la chiara testimonianza dei valori cristiani che essi portano nella famiglia e nella società, sono i mattoni per costruire una presenza cristiana intensa e penetrante. Nei vostri resoconti sulla situazione delle vostre diocesi, siete giustamente generosi nel lodare la preziosa collaborazione dei vostri catechisti e responsabili laici. Spesso essi sono il vero nucleo vitale delle loro comunità e il futuro della Chiesa dipende molto dalla loro fedeltà. Possa Dio ricompensarli con forza e gioia! Vi ringrazio per la particolare attenzione che rivolgete ai giovani. La vita di tanti giovani è stata sconvolta e trasformata dalla violenza che hanno visto intorno a loro. Per quanto possibile occorre compiere degli sforzi per aiutarli a trovare nuova speranza e serenità. Si può fare molto sia incoraggiando gruppi e associazioni giovanili, sia attraverso le scuole cattoliche e i programmi di educazione religiosa.

Condivido anche la vostra profonda preoccupazione riguardo le particolari difficoltà concernenti il matrimonio cristiano in tutte le vostre regioni. I diffusi comportamenti morali e la legalizzata e diffusa pratica del divorzio e della poligamia sfidano le coppie cristiane ad avere un alto grado di santità e di fedeltà. Le persone sposate hanno bisogno del solido appoggio della Chiesa e le famiglie dovrebbero essere incoraggiate ad aiutarsi reciprocamente attraverso associazioni e attività che tendano a promuovere la spiritualità, la formazione e l'apostolato e a favorire un modo di vita ispirato al Vangelo e alla fede della Chiesa (cfr. FC 72). In tal modo mariti e mogli mostreranno la profondità del loro reciproco amore e - con le parole della lettera agli Efesini - il loro amore splenderà come "un grande mistero", cioè come un segno del vincolo che unisce Cristo alla sua Chiesa (cfr. Ep 5,32).


8. Cari fratelli, desidero portare con me da questo incontro un rinnovato senso di comunione che, quale Successore degli Apostoli, condividiamo nel servizio a Cristo e al Suo Regno. Voi non siete mai lontani dai miei pensieri e dalle mie preghiere.

Spero che altre Chiese locali nel mondo si rendano conto delle vostre esigenze spirituali e materiali, e vi offrano generosamente il loro amore.

Possa Maria, Regina della Pace, intercedere per la fine delle ostilità e il ritorno dello stato di diritto in Liberia; possa il suo amore materno guidare e proteggere la Chiesa in Sierra Leone; e possa il suo esempio di gioiosa obbedienza al volere di Dio ispirare e confortare la generosa comunità cattolica del Gambia.

Su di voi e sulle Chiese che voi servite invoco un'abbondanza di doni divini. Dio benedica voi e i vostri popoli.

Data: 1992-07-09 Data estesa: Giovedi 9 Luglio 1992


GPII 1992 Insegnamenti - Recita dell'Angelus - Città del Vaticano (Roma)