GPII 1992 Insegnamenti - Messaggio Pontificio - Città del Vaticano

Messaggio Pontificio - Città del Vaticano

Titolo: Lettera Pontificia in occasione del trasferimento a Leopoli delle spoglie del compianto Cardinale Josyf Slipyj

E' con una gioia del tutto particolare che mi unisco al rito religioso che il 27 agosto celebrerà il rimpatrio delle spoglie mortali del venerato Arcivescovo Maggiore di Leopoli degli Ucraini, il compianto Cardinale Giuseppe Slipyj. Tutta la Chiesa condivide i sentimenti della Chiesa di rito bizantino-ucraino, nel vedere restituito questo intrepido difensore della fede, questo fedele uomo di Chiesa, alla terra che lo ha visto nascere. Noi confidiamo che questo servitore "fedele e saggio" (Lc 12,42) sia nella gloria del suo Signore, ammesso nello splendore di Dio per il quale ha testimoniato valorosamente con la sua bontà, in una società, per lunghi anni, costretta all'ateismo. Giovane sacerdote e vescovo, è stato per i fedeli affidati alle sue cure il dispensatore dei Misteri di Dio. Più tardi, "in catene per Cristo" (Ph 1,13), la sua testimonianza è stata ancor più eloquente. Dal suo esilio, ha mantenuto viva la fiamma del vigore apostolico dei suoi fedeli, col suo sacrificio personale e con l'attaccamento ai valori spirituali della terra d'origine. Sono trascorsi quasi otto anni, da quando il Signore lo ha chiamato nel suo Regno, qui a Roma, alla veneranda età di 92 anni. La Sua Chiesa allora si preparava a celebrare solennemente il Millenario del Battesimo di san Vladimiro e di tutto il popolo della Rus' di Kiev, un'eredità che egli ha difeso a prezzo dei più duri sacrifici.

La sua vita di abnegazione non è stata sterile. Coi Vescovi, i sacerdoti, i religiosi e le religiose, i fedeli perseguitati, egli ha fecondato la libertà dell'Ucraina di oggi. Per questo egli ha atteso con fiducia il giorno in cui i suoi figli avrebbero potuto professare liberamente la propria fede. Egli era sicuro che così sarebbe avvenuto, perché prima di congedarsi da questo mondo raccomando che il suo corpo fosse restituito alla sua terra natale, una volta libera. Non è senza significato che ciò avvenga, secondo i provvidenziali ed imperscrutabili disegni di Dio, in prossimità del centenario della nascita di questo Pastore esemplare, ostinato difensore della fede: riposi ora nella pace, nella sua terra nativa, in quella Cattedrale di San Giorgio, a perenne testimonianza delle sofferenze patite in nome di Gesù e della santa Chiesa! Prego Dio che i cattolici di Ucraina di rito bizantino, in spirito di fraterna unione con gli altri cristiani ucraini, ispirandosi all'esempio fulgido di questo Pastore, sotto la saggia guida di Vostra Eminenza e dei suoi confratelli nell'episcopato, possano continuare ad irradiare la loro fede. Nel solco delle loro tradizioni millenarie ed in piena comunione con la Sede dell'Apostolo Pietro, possano così affrontare efficacemente le nuove sfide apostoliche del mondo contemporaneo, per essere partecipi della grande opera della nuova evangelizzazione dell'Europa! Mentre risuona la tradizionale acclamazione liturgica "nell'eterna memoria al compianto Cardinal Giuseppe Slipyj", unito in spirito a quanti partecipano alla solenne traslazione delle sue spoglie mortali, estendo di gran cuore la mia benedizione apostolica a tutti i presenti, affidandoli alla materna protezione di Maria Assunta.

Data: 1992-08-15 Data estesa: Sabato 15 Agosto 1992

Preghiera per il popolo ungherese nella solennità di Santo Stefano - Castelgandolfo (Roma)

Titolo: L'Ungheria costruisca il suo futuro sulle proprie radici cristiane

Oggi, festa liturgica di Santo Stefano, patrono d'Ungheria, il mio pensiero va a quella cara Nazione, dove esattamente un anno fa iniziavo la mia visita pastorale, che ha rivestito significati carichi di particolare attualità.

In quei giorni ho avuto la gioia non solo di partecipare alla soddisfazione della popolazione ungherese per la libertà riconquistata, ma anche di condividere le sue preoccupazioni di fronte ai problemi ed alle difficoltà del "nuovo inizio". Auguro di cuore che la Nazione ungherese, situata nel centro dell'Europa e ricca di fede, di cultura e di arte, costruisca il suo futuro sui valori della riconciliazione, della giustizia, della verità e della pace, traendo la linfa e la forza necessarie dalle sue radici cristiane, in piena fedeltà alla grande eredità lasciata da Santo Stefano.

Data: 1992-08-16 Data estesa: Domenica 16 Agosto 1992

Recita dell'Angelus - Lorenzago (Belluno)

Titolo: San Pio X e Giovanni Paolo I, figli di questa terra, hanno lasciato alla Chiesa una eloquente testimonianza di pastorale sollecitudine

Carissimi fratelli e sorelle!


1. Recito oggi l'Angelus da questo luogo suggestivo, ricco, ricchissimo di bellezze naturali, dove il creato incessantemente proclama la grandezza di Dio. E mentre il fisico si ristora, lo spirito si eleva a render grazie all'Onnipotente, che tutto ha fatto con sapienza ed amore. A quanti sono ancora in vacanza, auguro di trarre vantaggio da questi momenti di distensione e di tranquillità. A contatto con la natura, lontano dalle quotidiane occupazioni, l'animo può aprirsi con maggior facilità alla riflessione sulle realtà soprannaturali, che danno senso e valore agli impegni e ai progetti terreni. Le ferie costituiscono, inoltre, l'occasione favorevole per ritrovarsi insieme e rinsaldare quei vincoli di comunione e di dialogo che rendono le umane relazioni, e specialmente la convivenza familiare, più serene e cordiali.


2. Ricorrono in questi giorni due anniversari significativi per l'intera Chiesa, ma che hanno un peculiare rapporto con la terra che mi ospita: il 20 agosto del 1914, nell'immediata vigilia del primo conflitto mondiale, concludeva il suo pontificato san Pio X, nativo della diocesi di Treviso, alla quale appartiene la casa in cui mi trovo; il 26 agosto del 1978, invece, iniziava il suo servizio sulla cattedra di Pietro Papa Giovanni Paolo I, anch'egli illustre figlio di questa terra, anzi proprio di questa diocesi. Nel ricordare questi due miei Predecessori che hanno lasciato alla Chiesa una così eloquente testimonianza di pastorale sollecitudine, insieme ai cari e zelanti Pastori di queste diocesi invio un affettuoso saluto al Clero ed ai fedeli di Treviso e di Belluno-Feltre, invocando su di essi la benedizione di Dio. Un particolare saluto rivolgo anche ai cari fedeli della Comunità di Lorenzago, che, anche questa volta come in passato, mi hanno accolto con gioiosa cordialità. A tutti la mia viva gratitudine per la premura e l'attenzione con cui circondano il mio soggiorno fra loro.


3. Da questo luogo poi, relativamente vicino alla Bosnia Erzegovina, non posso non rivolgere il pensiero alla tragica situazione in cui da troppo tempo versano quelle martoriate popolazioni. Mentre continuo ad innalzare a Dio le mie accorate preghiere per esse, rinnovo il mio pressante appello a quanti hanno responsabilità pubbliche, affinché facciano tutto il possibile per riportare in quella cara regione il fondamentale bene della pace. Auspico inoltre che le importanti iniziative internazionali in corso siano ispirate da grande saggezza ed attuate poi con tempestività, così da giungere ai risultati desiderati.

Beata Vergine Maria, Regina della pace, prega per noi! (Saluto ai giovani della Bosnia Erzegovina:) Rivolgo un cordiale saluto al gruppo di profughi della Bosnia Erzegovina, ospiti di Pieve di Cadore, che hanno voluto essere qui presenti per la recita dell'Angelus. La vostra terra e il dramma delle vostre popolazioni sono sempre presenti al nostro cuore.

appartenenti a diverse parrocchie dell'Arcidiocesi di Gorizia:) Saluto poi i ragazzi, le ragazze e i giovani dell'Azione Cattolica di Treviso, venuti qui per prender parte a questo momento di preghiera. Carissimi, vi ringrazio per la vostra visita e vi esprimo il mio compiacimento per l'impegno con cui seguite il cammino formativo che l'Associazione vi propone. La Chiesa conta su di voi per il grande ed urgente compito della nuova evangelizzazione. Auspico pertanto che ciascuno di voi sappia corrispondere generosamente agli interiori inviti della grazia ed assumere responsabilmente il proprio posto nelle strutture di apostolato, recando il proprio contributo di preghiera e di testimonianza a servizio del Regno di Cristo nel mondo contemporaneo. Saluto cordialmente anche i giovani dell'Azione Cattolica appartenenti a diverse parrocchie dell'arcidiocesi di Gorizia che hanno concluso poco lontano da qui una settimana di formazione. Vi ringrazio, carissimi, per la vostra presenza e ricordo volentieri la visita che feci nello scorso mese di maggio alla vostra diocesi e l'incontro con la grande assemblea dei giovani del Friuli-Venezia Giulia, a Udine. A tutti auguro una buona domenica!

Data: 1992-08-23 Data estesa: Domenica 23 Agosto 1992

Dono del Papa per il popolo somalo - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: Dono del Papa a sostegno delle iniziative di soccorso al popolo della Somalia

Il Santo Padre, profondamente addolorato per le tremende sofferenze del diletto popolo di Somalia e facendo seguito ai Suoi reiterati appelli, ha disposto l'erogazione di un contributo di centomila dollari (US 100.000 dollari) a sostegno delle iniziative di soccorso. Il Santo Padre, tramite il Pontificio Consiglio COR UNUM, ha inviato il dono alla CARITAS ITALIANA, la quale è il membro cattolico di un Consorzio Ecumenico, costituitosi appositamente in questa tragica circostanza per recare più efficace soccorso. Il dono del Papa, reso possibile dalla generosità di Comunità Religiose, di altre istituzioni ecclesiali e di singoli fedeli, esprime altresi il Suo incoraggiamento a quanti operano per favorire la pacificazione delle fazioni in lotta ed a quanti dispiegano la loro attività per restituire la speranza alle popolazioni somale, con particolare riguardo ai settori più deboli: bambini, malati, vecchi.

Data: 1992-08-30 Data estesa: Domenica 30 Agosto 1992

Riflessioni del Papa - Domegge (Belluno)

Titolo: "Tra i boschi delle vostre montagne ho pregato per la Chiesa e per il mondo"




1. "In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna" (Lc 1,39). E' un pellegrinaggio di fede e di servizio quello che ci descrive l'evangelista Luca, nel racconto appena proclamato. Lo compie Maria recandosi presso l'anziana cugina Elisabetta, sospinta dall'anelito della carità.

Carissimi fratelli e sorelle, lasciamo che la parola di Dio guidi anche noi nel quotidiano pellegrinaggio dell'impegno cristiano. Il Vangelo ci invita quest'oggi a camminare insieme alla Madre di Dio "verso la montagna", mentre lo sguardo spazia sui monti di questa vallata, sfondo incantevole del nostro incontro. I monti, questi vostri monti, fanno sperimentare la fatica della salita, forgiano il carattere a coraggiose ascese e danno serenità allo spirito nel contatto con la natura. Tra i boschi delle vostre montagne ho camminato in questi giorni di convalescenza e di riposo, apprezzando le bellezze naturali e ammirando i maestosi paesaggi del Cadore. Soprattutto, ho potuto pregare per la Chiesa e per il mondo.


2. Ho pregato anche per voi, carissimi abitanti di Domegge. Vengo quest'oggi a compiere la visita già programmata per lo scorso 19 luglio e sono lieto di potervi incontrare. Vi saluto tutti cordialmente. Saluto con stima ed affetto il Pastore della Diocesi, il caro Mons. Maffeo Ducoli. Saluto con deferenza le Autorità regionali e provinciali presenti; il Sindaco di Domegge e le Autorità civili e militari intervenute al nostro incontro. Mi rivolgo, con speciale attenzione, ai Rappresentanti dell'Associazione Nazionale Fabbriche di articoli per occhialeria ed a quelli dell'Associazione Provinciale di Belluno. La produzione di occhiali ha reso noti nel mondo, in particolare, il Cadore, la vallata Agordina e tutta la provincia di Belluno. Si tratta di un'industria e di un artigianato nati in questa zona nella seconda metà del secolo scorso e qui sviluppatisi, sino a costituire per la vostra terra un meritato vanto ed una importante fonte di lavoro e di reddito. Invoco su voi e sulle vostre attività la benedizione del Signore. Vorrei qui sottolineare l'onestà e la laboriosità, che contraddistinguono le vostre popolazioni e l'attaccamento ai valori spirituali, che hanno reso fecondo il vostro impegno sociale e religioso. Non permettete mai che il vento dell'indifferenza e del consumismo spenga in voi l'entusiasmo della fede.

Mantenete vivi i valori dell'ospitalità, seguendo l'ispirazione più genuina della vostra tradizione; coltivate la solidarietà e la fraterna collaborazione. Sappiate perciò accogliere con animo aperto quanti giungono qui per lavoro o per turismo.

Le vostre case, come sempre in passato, continuino ad essere autentici focolari di fede e di accoglienza. Il sorriso dei bimbi allieti la casa delle giovani famiglie. La vita nascente, accolta con amore, porta sempre con sé una ragione di coraggiosa speranza e di rinnovata fiducia nell'avvenire.


3. Amate ed accogliete Cristo, "Pane spezzato offerto ai fratelli". E' questo il tema del prossimo vostro Congresso Eucaristico Diocesano. Voi ben sapete che solo dal rapporto personale con Cristo, incontrato nel sacramento eucaristico e ricevuto sotto le specie del "pane spezzato", scaturisce la disponibilità piena alla solidarietà verso i fratelli. Dalla Parola di Dio, fatta cibo dei credenti sulla mensa eucaristica, vengono la luce e il vigore necessari per camminare sui sentieri dell'annuncio evangelico e della testimonianza operosa nel servizio al prossimo. Comunità ecclesiale di Belluno-Feltre, tu vuoi proseguire nel nuovo anno pastorale l'impegnativa missione dell'evangelizzazione e della carità; vuoi portare avanti con ardore gli orientamenti pastorali elaborati dall'episcopato italiano per il decennio '90, che si apre sul Terzo Millennio cristiano. Il Papa ti incoraggia in questi propositi e ti assicura il sostegno della sua preghiera.

Mettiti in viaggio con Maria, cammina con lei.


4. Tra poco benediro la statua della Madonna di Lourdes, che verrà posta sul Nevegàl, colle sovrastante la città di Belluno, dove si sta costruendo una chiesa a Lei dedicata. In Maria i residenti, come pure i molti villeggianti e turisti, potranno incontrare una Madre che li accoglie, li orienta a Dio, li consola nell'afflizione, li aiuta a ricuperare il senso vero dell'esistenza. Potranno incontrare una Madre che cammina con loro. Immacolata Madre di Dio e degli uomini, che il mio venerato predecessore Giovanni Paolo I invoco come "stella fulgida del suo pontificato" (cfr. Radiomessaggio al mondo del 27.08.1978), conduci i tuoi figli a Gesù. Guarda benigna al popolo che ti invoca con fede, ravviva in esso l'amore e la partecipazione all'Eucaristia; assisti i giovani, suscita numerose e sante vocazioni sacerdotali e religiose, dona pace e unità alle famiglie, dà lavoro agli operai e fa' che il loro impegno si svolga in un clima di fraterna e giusta collaborazione. Conforta gli ammalati, gli anziani soli e sofferenti.

Proteggi gli emigranti: molti di essi, pur lontani da questa amata terra bellunese, sono in questo momento spiritualmente uniti a noi.

Su tutti stendi il manto della tua materna protezione, o gloriosa Regina del cielo, o clemente, o pia, o dolce Vergine Maria!

Data: 1992-08-30 Data estesa: Domenica 30 Agosto 1992

Messa celebrata al termine del soggiorno montano - Lorenzago (Belluno)

Titolo: "Ho potuto recuperare le energie da porre al servizio del compito affidatomi dalla Provvidenza"

Al termine della mia permanenza in Cadore, sono lieto di celebrare stamane l'Eucaristia in questa devota cappella, ed esprimere a Dio la mia riconoscenza per avermi concesso di trascorrere, tra i monti di questa vostra suggestiva regione, un sereno periodo di riposo, durante il quale ho potuto ricuperare energie da porre al servizio del compito affidatomi dalla Provvidenza.

Ancora una volta ho sperimentato la cordialità della popolazione cadorina, alla quale rivolgo anche in questo momento un grato pensiero. Ma in special modo mi sento debitore verso la diocesi di Treviso, la quale ha messo generosamente a mia disposizione una residenza così accogliente. Sentitamente pertanto ringrazio Lei, carissimo Monsignor Paolo Magnani, che saluto fraternamente insieme col suo predecessore, Mons. Antonio Mistrorigo, e con l'intera diocesi trevigiana, idealmente qui raccolta. Saluto poi con affetto i sacerdoti presenti oggi intorno a questo altare per ricordare, rispettivamente, il 25 ed il 50 della loro Ordinazione presbiterale. Il Signore vi accompagni sempre nel vostro ministero e vi renda costantemente fedeli all'ardua ma affascinante missione a cui vi ha chiamati. Fidatevi di Lui! Come vi ha sostenuti negli anni trascorsi, così Egli non mancherà di esservi accanto con la sua grazia per render incisiva e feconda la vostra azione pastorale nel mondo di oggi. Un cordiale saluto ed un caldo ringraziamento rivolgo anche ai seminaristi di Treviso, come pure al personale religioso e laico. Esprimo la mia viva riconoscenza ai membri del Corpo di Vigilanza del Vaticano; ai responsabili ed agli agenti dell'Ispettorato di Pubblica Sicurezza; agli Ufficiali e ai Carabinieri, e a tutte le persone che con disponibilità e sempre attenta premura hanno prestato la loro opera. Non posso dimenticare quanto ha fatto la Regione Veneto in questa circostanza: sono veramente grato ai responsabili dei competenti uffici sia per la preparazione che per l'assistenza prestata, con grande competenza e soddisfazione di tutti, rendendomi il soggiorno confortevole e sereno. Affido al Signore le intenzioni di ciascuno di voi.

Possa Iddio, per intercessione della celeste sua Madre, colmare ogni vostro interiore desiderio e guidarvi, giorno dopo giorno, al compimento della sua volontà, sorgente di autentica gioia.



Data: 1992-09-02 Data estesa: Mercoledi 2 Settembre 1992

Palazzo Pontificio di Castelgandolfo (Roma)

Titolo: La recita del Rosario

Carissimi fratelli e sorelle! Nel recitare questa sera il Santo Rosario, raccogliamo nel nostro cuore per presentarle alla Vergine Santissima tutte le situazioni di sofferenza e di dolore che affliggono l'umanità nelle varie parti del mondo.

In modo particolare, vorrei invitare i presenti e quanti sono uniti con noi mediante la Radio a pregare per la cara e dilaniata terra di Bosnia Erzegovina, dove duri ed aspri combattimenti continuano a seminare lutti e rovine.

E' un'ora tragica per l'Europa! La Chiesa segue con grande apprensione il succedersi degli eventi bellici e il moltiplicarsi delle stragi e delle devastazioni causate da così assurdo conflitto. Fedele alla missione affidatale da Cristo, la Chiesa intende recare il proprio contributo morale e spirituale al superamento delle ostilità e alla realizzazione di una pace stabile e sicura. Essa sa, tuttavia, che la vera pace è soprattutto dono di Dio: dono da implorare con preghiera assidua e sincera.

Per questo, carissimi fratelli e sorelle, vi esorto ad invocare, per la materna intercessione di Maria, la misericordia del Padre celeste. Da Lui imploriamo con fiducia la conversione dei cuori: l'autentica pace nasce, infatti, dal superamento dell'odio e dall'intimo rinnovamento dello spirito.

Preghiamo anche perché tutti coloro che possono intervenire per aiutare a porre fine a tale tragedia intensifichino con sollecitudine i loro sforzi.

Affidiamo la nostra supplica, in questo primo sabato del mese di settembre, alla potente mediazione della Madonna, Regina della Pace, impegnandoci ad essere, nei vari ambienti nei quali viviamo, artefici di giustizia, di fraterna concordia e di pace.

Data: 1992-09-05 Data estesa: Sabato 5 Settembre 1992

Angelus: nell'anno del V Centenario dell'inizio dell'evangelizzazione del Nuovo Mondo - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: Santa Rosa da Lima, primizia di santità sbocciata in America e testimone eloquente del ruolo della donna nell'annuncio del Vangelo




1. Rientrato dal recente soggiorno sui monti del Cadore, sono lieto di poter rivolgere quest'oggi il mio saluto innanzitutto a voi, carissimi abitanti di Castel Gandolfo, che, come sempre, mi ospitate nella vostra ridente cittadina con cordialità e simpatia. Tra di voi mi sento in famiglia: grazie di cuore per ogni vostra attenzione e premura. Saluto, poi, i pellegrini presenti e quanti in questo momento sono a noi spiritualmente uniti per la recita dell'Angelus: assicuro a ciascuno il mio affetto e la mia gratitudine.


2. Carissimi, riprendendo il nostro spirituale pellegrinaggio nei Santuari del Continente americano in occasione del V Centenario dell'evangelizzazione, ci rechiamo oggi a Lima, Capitale del Perù, per visitare il tempio dedicato a Santa Rosa. Giovane meticcia attratta da Cristo e dalla sua Croce, Rosa rappresenta una primizia di santità sbocciata in America proprio all'alba dell'annuncio del Vangelo. Il Santuario a lei dedicato, meta di costanti pellegrinaggi, comprende la chiesa, il giardino e la casa nella quale essa visse e mori il 24 agosto 1617, a poco più di trent'anni.

Ancor in tenera età, Rosa indosso l'abito del Terz'Ordine di San Domenico. Costrui da se stessa nel giardino della sua abitazione un eremo, dove si dedico alla preghiera e alla penitenza, compiendo notevoli progressi sulla strada della virtù e della contemplazione dei divini misteri. Quell'eremo, trasformato successivamente in oratorio, è diventato ora un grandioso tempio, da poco inaugurato.

Prima Santa d'America, Rosa da Lima con la vita semplice ed austera, con la dolcezza del carattere, con l'ardente parola e l'apostolato tra i poveri, gli Indios e i malati, fu anche coraggiosa evangelizzatrice, testimone eloquente del ruolo decisivo che la donna ha avuto e continua ad avere nell'annuncio del Vangelo. La prossima Conferenza di Santo Domingo ricorderà senz'altro le Sante ed i Santi latinoamericani, e proclamerà con enfasi che il frutto più luminoso dell'evangelizzazione è la santità. Possa la Chiesa in America Latina, in continuità con i cinquecento anni di fede che celebriamo, essere madre di ancor numerosi e fedeli seguaci di Cristo.

Lo domandiamo a Maria, che è stata la prima evangelizzatrice di quel Continente, ricco di possibilità e di speranze per la diffusione del messaggio evangelico.

Data: 1992-09-06 Data estesa: Domenica 6 Settembre 1992

Messaggio al Direttore Generale dell'UNESCO - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: In occasione della XXVI Giornata internazionale dell'alfabetizzazione

Signor Direttore Generale, Mentre l'UNESCO celebra la XXVI Giornata internazionale dell'alfabetizzazione, sono lieto di associarmi col pensiero a tutti coloro che, insieme a voi, operano per permettere ai loro contemporanei di accedere ad un'esistenza sempre più degna grazie alla padronanza della lettura e della scrittura.

In quest'anno che segna il quinto centenario dell'incontro dei due mondi, le culture dei quali debbono arricchirsi scambievolmente, è bene affermare ancora una volta l'importanza dell'alfabetizzazione per tutti. Nel formulare cordiali auguri per il successo della giornata, invoco su Vostra Eccellenza e su tutti quelli che la circondano la Benedizione dell'Altissimo.

(Traduzione dal francese)

Data: 1992-09-08 Data estesa: Martedi 8 Settembre 1992

Messaggio ai partecipanti a due Congressi mariani internazionali in corso a Huelva

Titolo: Maria, stella della nuova evangelizzazione cui è chiamata la Chiesa nel Terzo Millennio

Eccellenza Reverendissima Vescovo di Huelva e Vescovo Coadiutore, Venerabili fratelli nell'Episcopato, Cari sacerdoti, religiosi, religiose, Amatissimi figli in Cristo, E' per me motivo di grande soddisfazione unirmi spiritualmente nella lode a Dio con quanti, studiosi, pellegrini e fedeli in genere, si sono riuniti in questi giorni a Huelva, intorno a Maria, Stella dell'Evangelizzazione, per partecipare all'XI Congresso Internazionale Mariologico e al XVIII Congresso Internazionale Mariano. Desidero rivolgere un saluto affettuoso anche a tutti i figli della nobile Nazione Spagnola, e in particolare dell'Andalusia, regione in cui l'amore e la devozione per la Madre di Cristo si sono radicate tanto profondamente e che a ragione si vanta di chiamarsi terra di Maria Santissima.


1. La celebrazione di questi congressi ha coinciso felicemente con la commemorazione del V Centenario della scoperta e dell'evangelizzazione dell'America, opera in cui ebbero una così grande partecipazione gli uomini della regione di Huelva. Non possiamo dimenticare il ruolo che hanno svolto i frati francescani del monastero di La Rabida che, accogliendo Colombo, diedero un considerevole contributo alla realizzazione del suo progetto di scoperta. D'altra parte gli intrepidi marinai di Palos de La Frontera, di Huelva, di Moguer, di Lepe che "in nome di Dio e di Santa Maria" partirono dal porto di Palos, furono protagonisti di quella grande epopea che avrebbe cambiato l'aspetto del mondo conosciuto e che, allo stesso tempo apri spazi insperati all'espansione del messaggio cristiano. Uno dei tratti più particolari dell'evangelizzazione dell'America è stato senza dubbio il suo spiccato carattere mariano. Infatti il Vangelo fu annunciato agli uomini e alle donne del continente americano "presentando la Vergine Maria come sua realizzazione più elevata" (Puebla, 282). E la fede mariana dei missionari spagnoli, si consolido così rapidamente in quelle terre al punto che, come è stato affermato con piena ragione, l'identità storica e culturale dei popoli ispanoamericani "è simboleggiata luminosamente nel volto meticcio di Maria di Guadalupe, che si erge all'inizio dell'Evangelizzazione" (Puebla, 446).


2. Ma la commemorazione di quest'opera di evangelizzazione senza pari non può limitarsi solamente a elogiare un passato glorioso. Deve costituire anche il punto di partenza per il presente e la proiezione verso il futuro. Infatti, l'evangelizzazione è "la Grazia e la vocazione propria della Chiesa, la sua identità più profonda" (EN 14). Nata dalla missione del Figlio e dalla venuta dello Spirito, la Chiesa è missionaria per sua stessa natura. Essa esiste ed è stata inviata per prolungare nel tempo e nello spazio l'opera di evangelizzazione di Cristo, Sole di giustizia e autentica Luce per tutti i popoli.

Per questo, facendo sue le parole dell'Apostolo proclama attraverso i secoli l'urgenza di far giungere la Buona Novella a ogni creatura: "Non è infatti per me un vanto predicare il Vangelo; è per me un dovere: guai a me se non predicassi il Vangelo!" (1Co 9,16). La Chiesa vede di conseguenza questa commemorazione giubilare come "una chiamata a un nuovo sforzo creatore nella sua evangelizzazione", come impulso "per una evangelizzazione nuova: nuova nella sua forza, nei suoi metodi, nella sua espressione" (Omelia a Santo Domingo, 11 ottobre 1984). Questa chiamata a una nuova evangelizzazione non risponde tuttavia a una situazione puramente contingente. La sua motivazione più profonda è radicata nell'essenza stessa della Chiesa, che "esiste per evangelizzare", per essere depositaria della Buona Novella della Salvezza destinata ad essere ascoltata da tutti gli uomini, ciascuno nella sua lingua (cfr. Ac 2,11). Dai suoi primordi fino alla fine del suo pellegrinaggio sulla terra, la Chiesa ha sempre avuto e continua ad avere la sua ragione di essere nell'evangelizzazione. Ma le caratteristiche della nuova epoca storica che si apre dinnanzi a noi richiedono alla Chiesa un rinnovato sforzo evangelizzatore per rispondere alle sfide che il mondo di oggi presenta alla diffusione del messaggio cristiano. Se volgiamo il nostro sguardo al Continente Ispanoamericano così legato all'opera apostolica dei missionari spagnoli, avvertiamo ai nostri giorni la necessità di rivitalizzare il suo substrato cattolico con un rinnovato annuncio del Vangelo che "prosegua e completi l'opera dei primi evangelizzatori" (Discorso a Santo Domingo 12 ottobre 1984). In America Latina così - come in molte altre regioni del mondo - "si conservano tuttora molto vive tradizioni di pietà e di religiosità popolare cristiana; ma questo patrimonio morale e spirituale rischia oggi di essere disperso sotto l'impatto di molteplici processi tra i quali emergono la secolarizzazione e la diffusione delle sette. Solo una nuova evangelizzazione può assicurare la crescita di una fede viva e profonda, capace di fare di queste tradizioni una forza di autentica libertà" (CL 34). La stessa urgenza di una nuova evangelizzazione si avverte - e se possibile, con forza ancora maggiore - nel cosiddetto Primo Mondo, spazio in cui "interi paesi e nazioni, dove la religione e la vita cristiana erano un tempo quanto mai fiorenti e capaci di dare origine a comunità di fede viva e operosa, sono ora messe a dura prova, e talvolta sono persino radicalmente trasformati, dal continuo diffondersi dell'indifferentismo, del secolarismo e dell'ateismo" (CL 34). L'ambito della nuova evangelizzazione ha, quindi, dimensioni planetarie: "Certamente urge dovunque rifare il tessuto cristiano della società umana" (CL 34). Come nel caso dell'evangelizzazione dell'America, Maria deve essere anche la stella di questa Nuova Evangelizzazione a cui la Chiesa si sente chiamata alle soglie del terzo millennio cristiano. Ed è così perché ogni evangelizzazione prosegue e prolunga quel cammino di fede che trae origine dalla Pentecoste. Orbene "all'inizio di questo cammino è presente Maria che vediamo in mezzo agli apostoli nel cenacolo "implorante con le sue preghiere il dono dello Spirito"" (RMA 26 cfr. LG 63).


3. In occasione dell'XI Congresso Mariologico avete studiato "la dottrina, la devozione e il culto mariano dal Concilio Vaticano II ai nostri giorni". Il capitolo VIII della costituzione dogmatica Lumen gentium costituisce il documento più completo e sistematico che il magistero conciliare della Chiesa abbia dedicato alla Madre di Cristo. La sua "ricezione" nel corpo ecclesiale ha portato con sè un approfondimento ed un arricchimento della dottrina riguardante la Vergine, che costituiscono uno dei frutti più riusciti del rinnovo teologico post-conciliare.

Insieme a questo testo bisogna anche ricordare, per il suo valore teologico e pastorale, altri documenti, come la Professio fidei e le esortazioni apostoliche Signum magnum e Marialis cultus di Papa Paolo VI. Anche con la Lettera Enciclica Redemptoris mater ho voluto rendere omaggio a Colei alla quale, dall'inizio del mio ministero episcopale, ho voluto consacrarmi con il motto di "Totus tuus". I qualificati specialisti di tutto il mondo riuniti in questo Congresso avranno esposto, con competenza e rigore scientifico, il contenuto di questi documenti così come le dimensioni del rinnovamento mariologico post-conciliare. A questo proposito, è conveniente insistere sulla necessità che il compito teologico non perda di vista la sua condizione di strumento al servizio della trasmissione della fede nell'ambito della missione di evangelizzazione della Chiesa. Si tratta quindi non solo di esporre correttamente la dottrina riguardante Maria, ma anche di avvicinare la sua figura ed il suo messaggio agli uomini e alle donne di oggi. In effetti Maria è la prima evangelizzata (cfr. Lc 1,26-38) e la prima evangelizzatrice (cfr. Lc 1,39-45), che proclama in tutte le epoche e a tutte le generazioni il messaggio di Cana: "Fate quello che vi dirà" (Jn 2,5). Il potenziale evangelizzatore della sua figura - ininterrottamente confermato nella storia della Chiesa - ha origine nel fatto che Maria è il Vangelo vissuto e applicato, fino al punto che, come giustamente si è detto, "senza Maria il Vangelo si disincarna, si sfigura e si trasforma in un'ideologia, in un razionalismo spiritualista" (Puebla, 301). Si deve quindi portare a termine il progetto della nuova evangelizzazione, - come nel caso del continente americano - presentando Maria come la realizzazione più alta e compiuta del messaggio cristiano, come il suo modello operativo più stimolante.


4. In stretta connessione con il Congresso Mariologico, il XVIII Congresso Mariano, nella sue conferenze pubbliche, ha cercato di presentare in maniera significativa la figura di Maria come modello per il cristiano dei nostri giorni e come stimolo per il compito evangelizzatore cui è chiamato. Accogliendo con fede la parola di Dio e unendo indissolubilmente la sua vita a quella di suo Figlio, Maria è stata "la prima e più perfetta seguace di Cristo" (Marialis cultus, n.#1579

37), così come l'esimia collaboratrice del Redentore. Usando le parole del mio predecessore Papa Paolo VI, Maria è stata "tutt'altro che donna passivamente remissiva o di una religiosità alienante, ma donna che non dubito di proclamare che Dio è vindice degli umili e degli oppressi e rovescia dai loro troni i potenti del mondo (cfr. Lc 1,51-53), (...) una donna forte che conobbe povertà e sofferenza, fuga ed esilio (cfr. Mt 2,13-23), ... non una madre gelosamente ripiegata sul proprio Figlio divino, ma (...) donna che con la sua azione favori la fede della comunità apostolica in Cristo (cfr. Jn 2,1-12) e la cui funzione materna si dilato assumendo sul Calvario dimensioni universali" (Jn 37). In circostanze come quelle attuali, in cui l' incalzare della secolarizzazione tende a soffocare la fede dei cristiani, pretendendo di confinarla nella sfera del privato, la figura di Maria si erge come esempio e stimolo per il credente di oggi, al quale ricorda in modo pressante la necessità che la sua accettazione del Vangelo si traduca in azioni concrete ed efficaci nelle più diverse realtà temporali e terrene, nel mondo professionale, sociale, economico, culturale e politico (cfr. CL 2).


5. Nel quadro di questi Congressi e come preparazione agli stessi, hanno avuto luogo anche degli importanti atti di culto in onore della Madre di Dio. In particolare, è stata celebrata l'incoronazione canonica delle diverse dedicazioni alla Vergine legate alle gesta di Colombo: Nostra Signora di Montemayor, patrona di Moguer; Nostra Signora de la Bella, patrona di Lepe; Nostra Signora de las Angustias, patrona di Ayamonte; Nostra Signora de la Cinta, patrona della città di Huelva e protettrice particolare dei marinai. Io stesso spero, con l'aiuto di Dio, di poter visitare la terra di Huelva per inginocchiarmi, a La Rabida, dinnanzi alla venerata immagine della Vergine dei Miracoli, Santa Maria de la Rabida, e procedere alla sua incoronazione canonica. Tutti questi atti hanno portato con sè un'importante lavoro di predicazione e catechesi, che contribuirà, senza dubbio, a far si che la pietà mariana, che ha radici così profonde negli uomini e nelle donne della terra di Maria Santissima, si rafforzi e si purifichi alla luce della parola di Dio e, in questo modo, diventi più viva ed operante.


6. Per concludere questo Congresso vi siete riuniti intorno alla Madre di Dio, Nostra Signora del Rocio, nel santuario che porta il suo nome, centro e apice della devozione mariana in Andalusia. Moltitudini di uomini e donne si radunano qui ogni anno in occasione del pellegrinaggio per la Pentecoste. In questa solenne occasione desidero essere presente in modo particolare nella persona del mio legato, Cardinale Eduardo Martinez Somalo. Unito spiritualmente alla moltitudine di confratelli venuti da tutta la Spagna, mi inginocchio dinnanzi alla Bianca Colomba per chiedere la sua materna intercessione per gli amati figli della Nazione spagnola, in particolare per i malati, gli anziani, gli emarginati e tutti coloro che soffrono.

Con grande affetto vi imparto la mia benedizione nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. così sia.

Data: 1992-09-08 Data estesa: Martedi 8 Settembre 1992


GPII 1992 Insegnamenti - Messaggio Pontificio - Città del Vaticano