GPII 1992 Insegnamenti - Udienza: ai direttori, redattori e amministratori dei settimanali cattolici italiani - Città del Vaticano (Roma)

Udienza: ai direttori, redattori e amministratori dei settimanali cattolici italiani - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: Il settimanale diocesano strumento privilegiato di mediazione tra informazione e territorio

Carissimi fratelli e sorelle!


1. Rivolgo il mio cordiale benvenuto a tutti voi, direttori, redattori e amministratori dei Settimanali Cattolici Italiani, venuti a Roma per la decima Assemblea Nazionale della vostra Federazione. Ringrazio il vostro Presidente, don Gilberto Donnini, per le cortesi parole che a vostro nome mi ha poc'anzi rivolto.

L'incontro di quest'anno assume un significato tutto speciale; esso coincide, infatti, col venticinquesimo anniversario di fondazione della vostra Associazione.

La celebrazione di tale ricorrenza costituisce, pertanto, un invito a ricordare la lunga tradizione di fedele servizio alla Chiesa italiana che, per alcune delle testate giornalistiche da voi qui rappresentate, ha l'estensione ormai di un secolo, essendo nate sotto l'impulso apostolico dell'Enciclica Rerum novarum del mio predecessore Leone XIII di venerata memoria. Nell'accogliervi oggi presso la Cattedra di Pietro, ho la gioia di manifestarvi la mia stima e il mio vivo apprezzamento per il prezioso servizio che, in un settore tanto significativo, svolgete a favore dell'intera Comunità cristiana.


2. Il mondo delle comunicazioni sociali è in continuo fermento e costante evoluzione, esso è luogo di incontro e di confronto per le informazioni e le opinioni che condizionano in modo spesso assai profondo la mentalità e la struttura stessa della società civile e religiosa. Esso rappresenta, inoltre, come ho avuto modo di affermare nell'Enciclica Redemptoris missio, "il primo areopago del tempo moderno", poiché "i mezzi di comunicazione sociale hanno raggiunto una tale importanza da essere per molti il principale strumento informativo e formativo, di guida e di ispirazione per i comportamenti" (RMi 37c). L'impegno per la nuova evangelizzazione, nel contesto culturale del nostro tempo, può trovare, dunque, nei mezzi della comunicazione sociale e, in particolare, nel settore specifico della stampa, un campo di vasta ed efficace azione pastorale e missionaria.


3. A voi tutti è noto come l'influsso dei media sulla pubblica opinione si fondi soprattutto sulla loro capacità di trasmettere delle informazioni e di offrire degli elementi utili per la loro valutazione. Le tentazioni ed i rischi della manipolazione dell' informazione, con effetti deleteri sulla vita degli individui e delle comunità, sono sempre molto alti. Questo domanda a voi, operatori della comunicazione, di essere scrupolosamente fedeli alla verità. La ricerca onesta del vero costituisce la premessa indispensabile per il rispetto dell'interlocutore e per un dialogo sincero tra promotori e ricettori del processo comunicativo. Ciò vale, in particolare, per i Settimanali cattolici, i quali possono rivelarsi strumenti importanti per la formazione dei lettori e d'una opinione pubblica attenta al messaggio evangelico. Mettendo in guardia dai pericoli delle mode effimere e dalla massificazione degli stili di vita e mostrando una incrollabile fiducia nella capacità della persona di assumersi le proprie responsabilità, essi sono chiamati a riproporre con costanza e fedeltà i valori umani e cristiani, necessari per costruire una società realmente libera e solidale.


4. Voi operate nella Chiesa e la vostra attività costituisce un servizio qualificato alla comunione ecclesiale. E' per rispondere a tale finalità che si è costituita, venticinque anni fa, la "Federazione Italiana Settimanali Cattolici", che riunisce attualmente 134 testate giornalistiche, sparse in ogni regione d'Italia. Come ha ribadito la recente Istruzione Pastorale Aetatis Novae del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, "il lavoro dei media cattolici non è soltanto un'attività supplementare che si aggiunge a tutte quelle della Chiesa", ma è necessario che "la comunicazione sia parte integrante di ogni piano pastorale, perché di fatto ha un contributo da dare ad ogni apostolato, ministero o programma" (n. 17). Il settimanale diocesano, per la sua specifica funzione di mediatore fra la Comunità cristiana e la società in cui essa vive, riveste un ruolo di primo piano nei vari campi dell'attività ecclesiale. Esso si pone come strumento privilegiato di mediazione tra informazione e territorio, fra opinione pubblica e annuncio evangelico.

Proseguite, carissimi fratelli e sorelle, in questo impegno di evangelizzazione, avvalendovi anche del "Servizio Informazione Religiosa", struttura in grado di offrirvi un sussidio prezioso per qualità ed efficienza.

Continuate a camminare sulla strada che avete intrapreso, offrendo il vostro contributo alla causa del Vangelo. Sia sempre più viva la vostra unità con i Vescovi, più intensa la collaborazione all'interno delle testate, più organica l'intesa nell'ambito della Federazione.


5. So che i vostri settimanali lavorano non di rado con povertà di mezzi e scarsità di personale. Ma ciò non vi scoraggi! E' importante che il popolo cristiano avverta il valore della vostra funzione e vi sostenga in maniera sempre più consistente e concreta.

Intensificate, per questo, il contatto ed il dialogo con le multiformi espressioni della vita diocesana e parrocchiale. Valorizzate pure, come già molti fanno, l'apporto dei volontari, che con la loro disponibilità offrono un esempio di vera dedizione missionaria e possono aiutarvi efficacemente nella diffusione del messaggio della salvezza.

Carissimi fratelli e sorelle, possa la vostra Associazione divenire sempre più uno strumento di progresso e di comunione in sintonia con le esigenze del momento storico che attraversiamo.

Affido il servizio che voi svolgete nella comunità ecclesiale e civile all'intercessione di Maria, Stella dell'Evangelizzazione, e di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, ed invoco su tutti voi il costante aiuto del Signore, perché con il suo Spirito di verità e di carità lo renda fecondo.

Vi sia di sostegno e di incoraggiamento anche la Benedizione Apostolica che imparto di cuore a voi, ai vostri collaboratori ed a tutti i lettori dei settimanali diocesani.

Data: 1992-11-28 Data estesa: Sabato 28 Novembre 1992

Visita pastorale: l'omelia durante la Messa celebrata nella Parrocchia di San Gerardo Maiella - Roma

Titolo: Daremo vita a una nuova evangelizzazione con la proclamazione gioiosa della nostra fede in Cristo




1. "Andiamo con gioia incontro al Signore" (Salmo Resp.).

Carissimi fratelli e sorelle della Parrocchia di San Gerardo Maiella! Incomincia oggi, prima domenica di Avvento, un nuovo Anno liturgico durante il quale la Chiesa ripercorre e rivive spiritualmente le tappe del mistero cristiano.

Questo piano divino abbraccia l'intera storia dell'umanità, dall'alba della creazione al giorno finale, quando saranno ricapitolate in Cristo tutte le cose (cfr. Ep 1,10) e ci saranno nuovi cieli e nuova terra (cfr. 2P 3,13). Il centro di tale progetto è nel mistero dell'incarnazione del Figlio di Dio. In un momento preciso, per opera dello Spirito Santo, il Verbo si "fece carne" nel grembo verginale di Maria e "venne ad abitare in mezzo a noi" (cfr. Jn 1,12), mostrando al genere umano la benignità e l'umanità di Dio. Il Signore, infatti, non soltanto ha creato l'uomo, ma lo ama così intensamente da accoglierlo dall'interno della sua stessa famiglia, destinandolo a una gloria senza fine. E' sostenuti da così consolante certezza che con gioia andiamo incontro a Lui come ci invita a fare il Salmo Responsoriale.


2. Andiamo incontro a Lui nel mistero del Natale. E' questo il primo senso dell'Avvento. Noi ci commoviamo al ricordo di Maria e Giuseppe, che salgono da Nazareth di Galilea a Betlemme di Giudea per il censimento, e sono costretti a rifugiarsi in un luogo destinato agli animali, "perché non c'era posto per loro nell'albergo" (Lc 2,7). Il Figlio di Dio viene alla luce nella totale povertà: vero Dio salvatore, annunciato dagli angeli ai pastori, e vero uomo, avvolto in panni e deposto in una mangiatoia. Quali sentimenti di tenerezza, di amore e di gratitudine suscita quest'evento straordinario! Esso pero ha anche la forza di scuotere le nostre coscienze invitandoci a destarci dal sonno dell'indifferenza e dell'abitudine, "Fratelli - ci esorta l'apostolo Paolo - è ormai tempo di svegliarci dal sonno" (Rm 13,11), Dio ci ha amati sino a dare il suo Figlio unigenito, Un così grande dono non ci obbliga forse a riflettere e a corrispondervi con adeguata generosità? Non ci spinge ad abbandonare le tenebre del peccato per aprire lo spirito alla luce della grazia divina? E' proprio questo che le Letture dell'odierna liturgia ci stimolano a fare.


3. "Venite, saliamo al monte del Signore" (Is 2,3). Il testo, tratto dal libro del profeta Isaia, è comunemente interpretato come un annuncio messianico. Al popolo di Israele costretto all'esilio, il profeta preannunzia la ricostruzione del Tempio di Gerusalemme. Ma le sue parole vanno al di là della storia del popolo ebraico. Con immagini come quella del colle più alto di tutti i monti e con la previsione dell'accorrere d'innumerevoli nazioni al tempio del Dio di Giacobbe, viene indicata una realtà spirituale nuova, quella di un popolo di redenti guidato dal Messia promesso; e quella di un'Alleanza nuova, che trasforma profondamente la vita degli uomini, secondo ideali di pace e di fraternità, mutando le spade in vomeri e le lance in falci.


4. Carissimi fratelli e sorelle! La vostra comunità parrocchiale, una delle più giovani della nostra Chiesa locale, è animata da questi ideali di pace e di fraternità, di santità e di evangelizzazione. Essa è sorta meno di quindici anni fa contemporaneamente a questo vasto quartiere, che ha visto il rapido insediamento di quasi 3.000 famiglie e di oltre 10.000 abitanti dove mancano ancora talune essenziali infrastrutture sociali. So che la maggioranza della popolazione è formata da giovani famiglie di lavoratori, operai e impiegati, verso le quali è maggiormente proteso lo sforzo pastorale dei sacerdoti e dei loro collaboratori. La parrocchia, pur disponendo di una bella chiesa e di alcuni spazi per attività comunitarie, non è tuttavia ancora attrezzata come voi vorreste per offrire ai ragazzi e ai giovani adeguate opportunità di svago e di costante formazione. Mi rallegro tuttavia per il lavoro pastorale svolto sinora con vivo senso di collaborazione da parte di tutti. Grazie ad una catechesi capillare, avete cercato di aiutare gli abitanti dell'intero quartiere a non rinchiudersi nell'individualismo, ma a crescere come comunità cristiana solidale, sull'esempio della Chiesa degli Apostoli e delle prime generazioni di credenti, mediante l'attento ascolto della Parola, la partecipazione alla vita liturgica della Comunità e un intenso sforzo di condivisione e di mutua accoglienza. Si sono così sviluppate significative esperienze comunitarie ed efficaci forme di catechesi per adulti, come ad esempio le Comunità neocatecumenali. I giovani si sono aggregati nell'Azione Cattolica e in altri movimenti apostolici, Gruppi di coppie cristiane hanno percorso un comune itinerario formativo strutturato in incontri periodici, La dedizione generosa degli alunni del Seminario Romano Maggiore vi ha poi permesso di dar vita ad un'efficace e incisiva missione popolare, Né manca in parrocchia la sensibilità missionaria fiorita dal gemellaggio con una missione africana nel Ciad.


5. Per tutto questo, mentre saluto cordialmente il Cardinale Vicario Camillo Ruini ed il Vescovo di Settore, Mons. Giuseppe Mani, desidero esprimere al parroco Don David Maccarri, ai Sacerdoti presenti, ai Diaconi permanenti, ai collaboratori parrocchiali e a ciascuno di voi il mio vivo compiacimento, riconoscendo l'impegno e la generosità che vi animano. Perseverate, carissimi fratelli e sorelle, nello sforzo intrapreso. Darete così vita a una nuova evangelizzazione, secondo lo spirito del Sinodo pastorale, che la Diocesi sta celebrando. C'è ancora molta gente che non conosce adeguatamente il Vangelo ed aspetta la coerente testimonianza della nostra vita e la proclamazione gioiosa della nostra fede in Cristo. A voi affido una così impegnativa missione: alle famiglie, agli adulti, ai bambini, agli anziani e specialmente ai giovani, ed a ciascuno assicuro il sostegno della mia cordiale preghiera. Quest'inizio del tempo di Avvento costituisce un'occasione opportuna per intensificare il ritmo della nostra vita cristiana.


6. "Il Signore vostro verrà" (Mt 24,42). Il brano del Vangelo di Matteo abbraccia una parte del discorso di Gesù sugli eventi ultimi, che per questo è chiamato discorso escatologico. Gesù annuncia la seconda sua venuta, alla fine dei tempi, ed esorta a vegliare per essere pronti ad incontrarsi con Lui, E' questo il secondo senso dell'Avvento, Dalle parole di Gesù, contenute in questo e in altri testi, sappiamo per certo che il mondo presente è destinato a finire, che la storia umana si concluderà, che per ciascuno ci sarà un giudizio, seguito dal premio o dal castigo, Alla luce di tutto ciò è importante ascoltare l'invito a vegliare "perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà".


7. "Vegliate dunque"! La vigilanza evangelica è la condizione per un buon impiego della vita. Com'è facile sciupare i doni divini, allontanarsi da Dio con i pensieri e i comportamenti, dimenticarsi che la vita passa. Le cose del tempo sono fragili e caduche, esse giovano se sono utilizzate come mezzi per crescere nel bene, per curare la propria anima e servire con amore il Signore e i fratelli; ma se diventano il fine principale della vita, svuotano le persone del loro nucleo più importante, e le rendono come delle appendici delle realtà materiali. Andiamo incontro al Signore che viene con le buone opere. "La notte è avanzata, e il giorno è vicino" (Rm 13,12). L'apostolo Paolo ci esorta a gettare via le opere delle tenebre e a indossare le armi della luce, a rivestirci del Signore Gesù e a non seguire la carne nei suoi desideri disordinati.

Prepariamoci con cura al prossimo Natale, soprattutto orientando la nostra vita verso quel Dio che nell'ultimo giorno incontreremo faccia a faccia, nell'amore e nella gioia.

"State pronti, perché nell'ora che non immaginate, il Figlio dell'uomo verrà".

Vegliate dunque, rivestiti di Cristo.

La nostra salvezza è ormai vicina.

Amen!

Data: 1992-11-29 Data estesa: Domenica 29 Novembre 1992

Alla popolazione del quartiere della Parrocchia di San Gerardo Maiella - Roma

Titolo: "Tutto sia abbracciato dall'Avvento del Signore"

In questa prima domenica di Avvento saluto la vostra comunità parrocchiale dedicata a San Gerardo Maiella, vostro Patrono. Saluto tutta la comunità e tutte le generazioni, a cominciare dai più anziani, dai centenari, per terminare con i più piccoli, quelli appena nati e i nascituri: tutto sia abbracciato dall'Avvento del Signore, perché il Signore viene sempre. E' venuto storicamente una volta, il Verbo si è fatto carne, è nato come figlio dell'uomo, e viene sempre perché ci ha detto "io sono sempre con voi fino alla consumazione dei secoli".

Con questo augurio dell'Avvento, del nuovo anno liturgico, benedico la vostra comunità e tutte le persone che la costituiscono.

Data: 1992-11-29 Data estesa: Domenica 29 Novembre 1992

Ai bambini della Parrocchia di San Gerardo Maiella - Roma

Titolo: Dio che ci ha amato dall'eternità ci ha mandato il Figlio

Voglio salutarvi, prima di presentarvi la mia riflessione e di dirvi tutto quello che mi è venuto in mente venendo qui. Il vostro Parroco soprattutto mi ha mostrato i vostri disegni esposti sulla parete della chiesa. Ho pensato a questi disegni e al loro significato: che i bambini sanno disegnare. Venendo qui ho sentito anche tanto chiasso e dopo questo chiasso ho sentito sempre più voci, sempre più parole, sempre più sorrisi. Ho abbracciato almeno i bambini della prima fila. Poi ha parlato il vostro compagno, ha parlato bene recitando una poesia semplice ma commovente. I vostri amici un poco più grandi hanno poi suonato. Che cosa vuol dire questo disegno? Il disegno fatto dall'uomo con la sua mano, come pittura; quello che fa con la sua voce, come parola e come canto; quello che fa con se stesso, come espressione dell'amore, come abbraccio: che cosa vuol dire questo disegno? Ecco: è una somiglianza di Dio, è una immagine e somiglianza di Dio. Questa è l'impressione generica che ho avuto attraverso il nostro primo incontro in questa parrocchia: tutti siamo creati a immagine e somiglianza di Dio, questo Dio che ci ha amati dall'eternità ci ha dato una prova del suo eterno disegno salvifico e del suo amore mandando a noi suo figlio primogenito ed eterno, il Verbo ci ha mandato questo Figlio. Oggi cominciamo a prepararci alla sua venuta a Betlemme, per confermare che siamo figli di Dio, che siamo ad immagine e somiglianza di Dio e che, come questa immagine e somiglianza, siamo diventati figli di Dio.

Ecco, volevo condividere con voi queste mie riflessioni, ringraziandovi per l'accoglienza e rivolgendo un saluto cordiale a tutti i presenti: bambini, giovani, genitori, catechisti, il vostro parroco e i vostri sacerdoti. Siamo venuti qui con il Cardinale Vicario e con Monsignor Mani, Vescovo della vostra zona, per farvi una visita. Penso che siamo i benvenuti, almeno a giudicare da coloro che ho incontrato prima, e ora da voi; penso che siamo benvenuti nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo.

Data: 1992-11-29 Data estesa: Domenica 29 Novembre 1992

Al Consiglio pastorale della Parrocchia di San Gerardo Maiella - Roma

Titolo: La sollecitudine del ministero petrino

Grazie per queste parole così profonde, così adeguate alla situazione odierna del mondo e anche alla missione della Chiesa, specialmente quella di Roma e del suo Vescovo che continuamente mantiene la sollecitudine del ministero petrino.

Ho detto all'inizio: saluto di arrivo e saluto di congedo. Tra questi due momenti c'è poco tempo. D'altra parte, questo tempo è pieno, pienissimo, di tanti contenuti. Contenuti, possiamo dire, verbali, mentali, sinodali, conciliari: tutti questi contenuti si devono evocare per arrivare alla realtà di un consiglio parrocchiale. C'è una profonda teologia per arrivare alla realtà del vostro consiglio. Si deve rievocare il contenuto di apostolato, cominciando dai Dodici, passando attraverso quello della Chiesa; si deve rievocare il contenuto del laicato: l'apostolato dei laici, poi parrocchia e parrocchiani; sacerdozio ministeriale, sacerdozio comune: tutta la ricchezza del Vangelo, della Rivelazione cristiana, tutta la ricchezza del Concilio Vaticano II. Faccio questi riferimenti soltanto per dirvi come è ricca la vostra realtà, questa realtà che si chiama parrocchia, questa realtà che si chiama consiglio parrocchiale.

Vi ringrazio, poi, per quello che siete: il consiglio pastorale di questa parrocchia di S. Gerardo Maiella. Mi congratulo con voi, con il vostro parroco, perché avete potuto in breve tempo costruire questa chiesa, questa comunità, dove quindici anni fa c'erano ancora i prati, i "prati suburbicari".

Posso dire che questa parrocchia è un po' mia coetanea, anche se non sapevo, diventando Vescovo di Roma, che stava nascendo un'altra realtà, un'altra parte della diocesi di Roma, che è quindi mia coetanea.

Infine, voglio augurare tutto il bene alle vostre persone, alle vostre famiglie, a tutta la comunità di cui siete anche voi apostoli e servitori, come noi tutti: diaconi, sacerdoti, Vescovi, Vescovo di Roma.

Data: 1992-11-29 Data estesa: Domenica 29 Novembre 1992

Ai giovani della Parrocchia di San Gerardo Maiella - Roma

Titolo: Solo l'amore profondo costruisce le personalità e le comunità

Voi siete i giovani di questa parrocchia e vi riferite, come ha detto il vostro rappresentante, a tutti i giovani del mondo. E' così importante avere in tutto il mondo questi incontri, a Compostela, a Roma, a Buenos Aires, a Czestochowa, a Denver, nel Colorado, perché voi siete consapevoli che la vostra generazione, questa generazione che ha qualche cosa da imparare dalle generazioni precedenti e certamente ha molte cose da offrire, sono molte le speranze che si legano, che si connettono con la vostra generazione, con ciascuno di voi.

Volevo soltanto prendere una parola tra quelle dette dal vostro collega: ha sottolineato "affetto". Certamente, l'affetto è una realtà psicologica.

Affettivi sono i bambini, affettivi sono gli anziani, ma quella parola dice specialmente una cosa importante per voi, per la vostra generazione, per questo periodo della vita in cui si forma la personalità, in cui si progetta questa propria personalità verso il futuro. Questo processo è molto permeato dalla vita affettiva che può orientarsi verso tutto ciò che è buono, bello, vero, ma che può anche essere disorientata, può perdere questo suo orientamento costruttivo, orientamento che dà la maturità, la positività alla vostra personalità umana. così vorrei augurarvi "buoni affetti", di non lasciarvi assoggettare dagli affetti negativi, distruttivi, che non mancano a questo mondo - basta leggere i giornali.

Anche in altri Paesi vi sono fenomeni preoccupanti, come crescono anche nella libertà riacquistata in Europa gli affetti negativi, distruttivi. Vediamo le notizie che abbiamo dalla Germania, ma non solo da li. Vi auguro, quindi, di coltivare buoni affetti, costruttivi, soprattutto l'amore profondo che vi costruisce non solamente dentro ciascuno di voi ma che vi costruisce nella dimensione della comunità e della comunione. E' questo il periodo in cui i giovani si preparano alla vocazione personale e molti sono coloro che trovano la loro vocazione matrimoniale, coniugale, attraverso un affetto positivo, costruttivo, bello, che costruisce la comunione profonda con cui un uomo giovane diventa un dono per la sua sposa e lei per lui. La spontaneità dell'affetto è questa: non permettete che sia distrutta questa visione bella, umana e cristiana dell'affetto e della comunione dei fidanzamenti, dei matrimoni, delle famiglie perché qui si decide anche il vostro futuro e quello di tante altre persone. Pregate molte volte, come io prego ogni giorno, per i giovani. Pregate che il Signore vi dia la forza di mantenervi buoni, di progredire nella bontà, di svilupparvi nella bontà, nell'amore, nella comunione.

Questi sono gli auguri che vi lascio all'inizio dell'Avvento, gli auguri per il Natale.

Data: 1992-11-29 Data estesa: Domenica 29 Novembre 1992



Angelus: Il nuovo Catechismo della Chiesa Cattolica: una stupenda "sinfonia" della fede


Carissimi fratelli e sorelle!

1. Comincia oggi il tempo liturgico dell'Avvento, durante il quale ci prepariamo a rivivere il mistero della nascita del Redentore: evento così antico e pur sempre misteriosamente nuovo. E' antico, perché affonda le sue radici nell'eterno disegno di Dio, che, anche se realizzato storicamente circa due millenni or sono, è stato preparato fin dall'alba della creazione. E', al tempo stesso, evento sempre nuovo, perché sprigiona, di generazione in generazione, la sua inesauribile energia redentrice nell'attesa del ritorno di Cristo nella gloria. Alla luce di tale mistero, la storia umana, al di là delle quotidiane traversie, manifesta una profonda unità, e l'uomo è chiamato a costruirla in un responsabile e attivo dialogo con la Provvidenza divina. Auspico di cuore che l'Avvento, tempo di attesa, di ascolto e di speranza, costituisca per tutti i credenti un'occasione propizia per ravvivare la loro fede e corroborare l'impegno di una coerente testimonianza di vita cristiana.


2. In questa prospettiva di rinnovamento spirituale si colloca anche la pubblicazione del nuovo Catechismo della Chiesa Cattolica. Esso è il frutto della feconda collaborazione tra i Pastori diocesani di tutti i Continenti, in stretta comunione col Successore di Pietro. Il punto di partenza fu una raccomandazione dell'Assemblea del Sinodo dei Vescovi nel 1985. Molti Padri sinodali espressero allora il desiderio di un compendio della dottrina cattolica, che rappresentasse un punto di riferimento per i catechismi preparati nelle diverse regioni (Cfr. Relatio finalis, II,B,4). Provvido suggerimento, che accolsi volentieri costituendo un'apposita Commissione che ne curasse la realizzazione. I Presuli del mondo intero hanno potuto così attivamente contribuire alla redazione del testo definitivo, che il 25 giugno di quest'anno ho avuto la gioia di approvare, ed ho poi promulgato l'11 ottobre scorso, nel trentesimo anniversario dell'apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II.


3. Guardando al cammino percorso, rendo grazie al Signore per la stupenda "sinfonia" della fede, che ancora una volta si è manifestata ed esprimo l'auspicio che il nuovo Catechismo porti frutti abbondanti in tutta la Chiesa.

A Maria Vergine Immacolata, modello sublime del popolo di Dio nella "peregrinazione della fede" (LG 58 cfr. RMA 2), che ben conosce le difficoltà e le tentazioni a cui le Comunità ecclesiali sono sottoposte nel nostro tempo, affido questo prezioso strumento della nuova evangelizzazione.

Ci ottenga Maria, con la sua materna intercessione, la grazia di un rinnovato slancio nel rendere ragione di fronte al mondo della speranza che è in noi (cfr. 1P 3,15).

Maria, Aiuto dei Cristiani, prega per noi!

Data: 1992-11-29 Data estesa: Domenica 29 Novembre 1992

Al termine dell'Angelus: invito alla generosità per costruire nuove Chiese a Roma - Città del Vaticano (Roma)


Titolo: Una "Casa dello spirito" perché i cristiani possano crescere come Chiesa viva

In questo tempo di Avvento la Diocesi di Roma invita i fedeli ad offrire un concreto contributo per la costruzione delle chiese che ancora mancano in vari quartieri periferici della Città.

Essa intende così sottolineare che le famiglie hanno certo bisogno di una propria abitazione, ma necessitano anche di una "Casa dello Spirito", perché il popolo cristiano possa crescere come Chiesa viva. Ed è proprio per venire incontro a questa importante esigenza spirituale che l'Avvento sarà dedicato alla raccolta di offerte per la realizzazione di cinquanta nuove chiese a favore dei circa cinquecentomila abitanti che attualmente ne sono sprovvisti.

Confido che questo appello alla collaborazione e alla solidarietà trovi nei Romani ampia e generosa risposta e, grazie all'aiuto di ciascuno, sia possibile venire incontro alle attese di diverse zone della Città, rendendo partecipe di tale urgente necessità l'intera Comunità.

Data: 1992-11-29 Data estesa: Domenica 29 Novembre 1992

Lettera per la commemorazione del 650° anniversario della Bolla Gratias - Città del Vaticano (Roma)


Titolo: Lettera del Santo Padre al Ministro Generale dei Frati Minori per il 650° della Bolla "Gratias agimus"

Al Reverendissimo Padre P. HERMANN SCHALUCK, OFM Ministro Generale dell'Ordine dei Frati Minori In questo periodo di Avvento, che ci introduce alla celebrazione liturgica del Mistero dell'Incarnazione di Nostro Signore Gesù Cristo, mi è grato porgere uno speciale saluto a Lei ed a tutti i suoi Confratelli, particolarmente a quelli che vivono ed operano nella Terra santificata dalla presenza fisica del Signore, da Lui percorsa per annunciare il Vangelo del Regno ed imporporata, infine, dal suo Sangue prezioso.

Ricorre, infatti, proprio in questo anno che volge al termine, il 650 anniversario della Bolla Gratias agimus, con cui il mio Predecessore, Papa Clemente VI, affido la Custodia dei Luoghi che ricordano i misteri della Redenzione ai Figli di San Francesco, che già si trovavano colà fin dai tempi del loro Fondatore e Padre.

Da allora i Francescani non hanno mai interrotto la loro benefica presenza, nonostante non poche difficoltà, impegnandosi generosamente per la conservazione delle antiche memorie, l'erezione di nuovi Santuari, l'animazione liturgica e l'accoglimento dei pellegrini.

L'opera dei Frati Minori, pero, non si è limitata a questi aspetti pur importanti. Memori della loro vocazione primaria (RnB 16,5s: FF 43-45), essi si sono prodigati nel servizio dei fratelli, sostenendo i poveri e i deboli, istruendo i più giovani, accogliendo gli anziani e gli infermi, per amore di Colui che per primo ci ha amati (cfr. Legenda Maior, IX,1: FF 1161).

All'attività pastorale essi hanno aggiunto quella culturale, fondando Centri di studio della Parola di Dio e di divulgazione della ricca cultura dell'Oriente cristiano.

In questo modo essi hanno professato la loro fede e la loro speranza (cfr. 1P 3,14-17) con una testimonianza giunta non poche volte all'effusione del sangue nel Martirio o al sacrificio della vita nell'assistenza di quanti erano colpiti dalle ricorrenti epidemie.

I miei venerati Predecessori non hanno mancato di dare pubblico riconoscimento a questa provvidenziale opera di animazione cristiana. Mi piace ricordare, in particolare, la Lettera Quinque ante, con la quale Pio XII, il 1 luglio 1947 (cfr. AOFM LXVI (1947), 113-114), volle esprimere il suo incoraggiamento al Ministro Generale, in occasione del sesto centenario della istituzione della Custodia, e le affettuose dichiarazioni di Paolo VI, che al ritorno dal suo Pellegrinaggio nei Luoghi Santi, testimonio "grata ammirazione a quanti benemeriti figli di San Francesco nel corso dei sette secoli svolsero con tanta abnegazione prezioso e fecondo servizio di fedele apostolato" (Acta Custodiae Terrae Sanctae, 9(1964),79).

Sulla loro scia desidero anch'io far pervenire agli zelanti Padri della Custodia di Terra Santa e a tutto l'Ordine dei Frati Minori la mia fervida esortazione a proseguire sul cammino aperto dai loro Confratelli con la stessa generosità e dedizione evangeliche (cfr. Mt 13,52), dando alla Chiesa un esempio luminoso di fedeltà all'incarico ricevuto e testimoniando ai fedeli del luogo, ed a quelli che vi si recano in devoto pellegrinaggio, amore e adesione a Cristo, Redentore dell'uomo.

Nell'invitare i cari Padri Francescani a perseverare in questo nobile ed apprezzato servizio alla Chiesa ed alle anime, invoco su di essi l'abbondanza delle grazie e ricompense divine, mentre di cuore imparto a Lei ed all'intera Famiglia dei Frati Minori la propiziatrice Benedizione Apostolica.

Dal Vaticano, il 30 novembre 1992, Festa di Sant'Andrea Apostolo, anno decimoquinto di Pontificato.

Data: 1992-11-30 Data estesa: Lunedi 30 Novembre 1992

Riflessioni e preghiera del Santo Padre in occasione dell'Incontro postsinodale dei Presidenti delle Conferenze Episcopali d'Europa - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: Riflessioni e preghiera del Santo Padre in occasione dell'Incontro postsinodale dei Presidenti delle Conferenze Episcopali d'Europa

Al termine della nostra riunione, che ci ha portato ad approfondire la comunione e la solidarietà ecclesiale, desidero parteciparvi alcune riflessioni in margine al Sinodo dei Vescovi del 1990, e concludere infine cou una preghiera, per affidare al Signore tutte le nostre preoccupazioni pastorali, in modo particolare l'impegno dei nostri collaboratori nel sacerdozio e la loro fedeltà alla chiamata al servizio del Regno di Dio con dedizione totale.

I. Riflessioni Le parole riguardanti il celibato per il Regno dei cieli sono collegate con la spiegazione che Cristo offre agli Apostoli "Non tutti possono capirlo, ma solo coloro i quali è stato conceso". (Mt 19,11). In questa forma evangelica il celibato è un dono per la persona e, in essa e grazie ad essa per la Chiesa. Il Sinodo dei Vescovi del 1990 ancora una volta ha invitato a valorizzare questo dono ancora una volta ha espresso la volontà che esso rimanga quale eredità della Chiesa latina per il bene della sua missione. Ciò ha trovato la sua espressione nell'Esortazione postsinodale "Pastores dabo vobis". Questo documento contiene una sintesi delle dichiarazioni dei Padri sinodali, di cui cità le proposte finali.

Pero, chi ha partecipato al Sinodo non può dimenticare la serie delle testimonianze individuali dei Vescovi di tutto il mondo sul quale valore del celibato sacerdotale. Queste hanno dato in modo sostanziale il "tono" al Sinodo.

Conseguenza di ciò non può essere altro che la fede e la fiducia che "colui che ha iniziato in noi quest'opera buona, la porterà a compimento" (cfr. Ph 1,6). Da parte nostra è perciò necessaria la piena fiducia nel divino Datore dei doni spirituali. Questa fiducia è particolarmente importante là dove la Chiesa, per quanto concerne le vocazioni, è esposta al rischio di una particolare prova. In un modo segnato da una crescente secolarizzazione, queste prove sono frutto del clima generale. Spesso è difficile sottrarsi all'impressione che qui agisca una specifica strategia che ha, tra l'altro, come scopo quello di allontanare la Chiesa dalla fedeltà al suo Signore e Sposo. Egli stesso pero è fedele alla sua Alleanza ed ha anche la forza di operare nello Spirito Santo, che consente di superare lo spirito di questo mondo e di considerare il celibato per il Regno di Dio come una scelta di vita contro le debolezze umane e le strategie umane. E' necessario soltanto che non ci scoraggiamo e non creiamo attorno a questa vocazione e a scelta di un clima di sconforto. La Chiesa cattolica stima le altre tradizioni, particolarmente quelle delle Chiese d'Oriente, ma vuole restare fedele al carisma che ha ricevuto e accolto dal suo Signore e Maestro. Questa fedeltà e questa ardente preghiera apriranno la strada al sacerdozio perfino nelle condizioni più sfavorevli. Scrivo queste parole in margine all'Esortazione "Pastores dabo vobis". Esse, nello stesso tempo, contengono la più accorata esortazione a tutta la Chiesa e, in modo particolare, ai suoi Pastori. La secolare tradizione confermata dal Concilio Vaticano II e poi dai Sinodi, paricolarmente dall'ultimo dedicato alla formazione sacerdotale, pone davanti a noi tutti la richiesta di fedeltà e di affidamento al "Padrone della messe" (Mt 9,38). Nel contesto della Chiesa universale, la solidarietà dei Pastori permetterà di trovare una soluzione mediante lo "scambio dei doni" tra le Chiese che soffrono della scarsità di vocazioni e quelle che possono loro offrire un aiuto. Cristo, infatti, ha detto: "Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli se avrete amore gli uni per gli altri" (Jn 13,55). La solidarietà dei Pastori sta proprio in questo amore comunitario che sa offrire e che sa accogliere il dono.

II. Preghiera "Pastores dabo vobis"... Con queste parole tutta la Chiesa si rivolge a Te, che sei il "Padrone della messe", chiedendo operai per la tua messe, che è vastissima (cfr. Mt 9,38). Buon Pastore, una volta Tu stesso hai mandato i primi lavoratori nella tua messe. Erano dodici. Ora che - passati quasi due millenni - la loro voce si è diffusa sino ai confini della terra, risentiamo anche maggiormente la necessità di pregare, perchè non manchino ad essi dei successori per i nostri tempi - non manchino in particolare coloro che nel sacerdozio ministeriale costruiscono la Chiesa con la potenza della Parola di Dio e dei Sacramenti; coloro che nel tuo Nome sono amministratori dell'Eucarestia, dalla quale continuamente cresce oaa Chiesa, che è tuo Corpo. Ti ringraziamo, perchè la temporanea crisi delle vocazioni, nel contesto della Chiesa universale, è in via di superamento. Con grande gioia assistiamo al processo di ripresa numerica delle vocazioni nelle varie parti del globo: nelle Chiese giovani, ma anche nei numerosi Paesi di lunga, plurisecolare tradizione cristiana, nonchè là dove, nel nostro secolo, la Chiesa ha subito molteplici persecuzioni. Ma con particolare fervore innalziamo la nostra preghiera pensando a quelle società in cui domina il clima della secolarizzazione, in cui lo spirito di questo mondo ostacola l'azione dello Spirito Santo, così che il seme gettato nelle anime dei giovani o non attecchisce o non si sviluppa. Per tali società, appunto, innalziamo ancora di più la nostra supplica: "Scenda lo Spirito Santo e rinnovi la faccia della terra". La Chiesa Ti ringrazia, o Sposo Divino, perchè fin dai tempi più antichi ha saputo accogliere la chiamata al celibato consacrato per la causa del Regno di Dio; perchè da secoli conserva in sestessa il carisma del celibato sacerdotale. Ti ringraziamo per il Concilio Vaticano II e per i recenti Sinodi dei Vescovi che, confermando questo carisma, l'hanno indicato come una strada giusta per la Chiesa dell'avvenire.

Siamo consapevoli di quanto fragili siano i vasi in cui potiamo questo tesoro tuttavia crediamo nella potenza dello Spirito Santo che opera mediante la grazia del sacramento in ciascuno di noi. Con tanto fervore chiediamo di saper collaborare con questa potenza in maniera perseverante. Chiediamo a Te, che sei lo Spirito del Cristo-Buon Pastore, di rimanere fedeli a questa particolare eredità della Chiesa latina. "Non spegnete lo Spirito (1Th 5,19) - ci dice l'Apostolo.

Chiediamo quindi di non cadere nel dubbio e di non seminare dubbi negli altri, di non diventare - Dio ci guardi! - sostenitori di scelte diverse e di una diversa spiritualità per la vita e il mistero sacerdotale. San Paolo dice ancora: "E non vogliate rattristare lo Spirito Santo di Dio..." (Ep 4,30). Pastores dobo vobis! Ti preghiamo di perdonare tutte le nostre colpe nei confronti di questo santo mistero che è il tuo sacerdozio nella nostra vita. Ti chiediamo di saper collaborare in maniera perseverante a questa "grande messe", di saper fare tutto il necessario al risveglio e alla maturazione delle vocazioni. Ti chiediamo, soprattutto, di aiutarci a pregare con costanza. Tu stesso hai detto infatti: "Pregate dunque il padrone della messe, che mandi operai nella sua messe" (Mt 9,38). Di fronte a questo mondo, che dimostra in diverse maniere la sua indifferenza nei confronti del Regno di Dio, ci accompagni la certezza che Tu, Buon Pastore, hai infuso nei cuori degli Apostoli: "Abbiate fiducia; io ho vinto il mondo!" (Jn 16,33). Questo è - nonostante tutto - lo stesso mondo che il Padre tuo ha tanto amato da donare Te, suo Figlio unigenito (cfr. Jn 3,16).

Madre del Figlio Divino, Madre della Chiesa, Madre di tutti i popoli, prega con noi! Prega per noi!

Data: 1992-12-01 Data estesa: Martedi 1 Dicembre 1992

Appello per una giornata di preghiera per la pace in Europa - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: Assisi, sulla via della pace

In questo momento importante della storia d'Europa, il Vescovo di Roma ed i Presidenti delle Conferenze Episcopali di questo Continente, riuniti in Vaticano, rivolgono un accorato appello alla preghiera per la pace in Europa e specialmente nei Balcani.

La guerra imperversa in Bosnia ed Erzegovina ormai da molti mesi, con una dolorosa sequela di morti e di rovine, di atrocità e di ingiustizie di ogni genere, che non risparmiano nessuno: donne, vecchi, bambini, civili inermi. Chiese e moschee vengono distrutte. Simboli di plurisecolari presenze culturali sono cancellati. Gli aiuti umanitari incontrano ostacoli, mentre le sofferenze delle popolazioni aumentano. Gli sforzi della comunità internazionale per fermare il conflitto non hanno avuto finora il successo auspicato.

Anche nel Caucaso e nella Transcaucasia la libertà delle nuove repubbliche non ha portato con sé la pace, sembra, anzi, aver creato nuovi focolai di tensione. La violenza terrorista dilaga anche per altre nazioni e regioni d'Europa. Ma la tragica guerra in Bosnia ed Erzegovina interpella specialmente le Chiese in Europa.

Per questo motivo, il Vescovo di Roma ed i Rappresentanti delle Conferenze Episcopali Europee insieme riuniti invitano le Chiese particolari del Continente ad una speciale Giornata di preghiera per invocare la pace in Europa, ed in particolare nei Balcani. Il 1 gennaio prossimo (o in altra data vicina), nelle varie Nazioni le Conferenze Episcopali, le Diocesi, le parrocchie e comunità ecclesiali vogliano promuovere appropriate celebrazioni di preghiera e di penitenza per questa finalità.

La Giornata Mondiale della Pace del 1 gennaio, che è ormai diventata in tutta la Chiesa un momento forte di preghiera e d'impegno per la pace, sarà quest'anno vissuta in Europa con slancio ed intensità speciali.

Come espressione di tale preghiera comune, si svolgerà poi ad Assisi, sotto la protezione di San Francesco, uno speciale incontro, presieduto dal Papa, al quale parteciperanno i rappresentanti di ogni Episcopato d'Europa. Esso consisterà in una veglia di preghiera, la sera del 9 gennaio, e in una celebrazione eucaristica, la mattina del 10. Il digiuno accompagnerà la preghiera.

Vogliamo estendere fin d'ora un cordiale e caloroso invito alle altre Chiese e comunità cristiane in Europa, affinché si facciano rappresentare ad Assisi. Questo invito estenderemo con gioia anche agli Ebrei ed ai Musulmani, nella speranza che siano presenti anch'essi in tale circostanza, rinnovando in qualche modo il memorabile incontro del 27 ottobre del 1986.

La speciale iniziativa di Assisi sarà come il simbolo ed il punto focale della preghiera di tutte le persone di buona volontà, in particolare dei giovani, dal cui impegno generoso dipende se il mondo di domani saprà respingere la tentazione della guerra e scegliere le vie della pace.

In tal modo si eleverà la preghiera sia dei cristiani che degli altri credenti al "Dio della pace" (He 13,20), affinché conceda questo fondamentale bene all'Europa ed all'intera umanità.

In ogni circostanza, ma soprattutto quando ogni tentativo umano fallisce, il credente sa di poter rivolgere i suoi occhi a Dio (cfr. 2Co 20,12), per implorare da Lui aiuto e conforto.

Data: 1992-12-01 Data estesa: Martedi 1 Dicembre 1992

Riflessioni e preghiera al termine dell'incontro postsinodale - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: Il santo mistero del Tuo sacerdozio nella nostra vita...

...La Chiesa Ti ringrazia, o Sposo Divino, perché fin dai tempi più antichi ha saputo accogliere la chiamata al celibato consacrato per la causa del regno di Dio; perché da secoli conserva in se stessa il carisma del celibato sacerdotale.

Ti ringraziamo per il Concilio Vaticano II e per i recenti Sinodi dei Vescovi che, confermando questo carisma, l'hanno indicato come una strada giusta per la Chiesa dell'avvenire. Siamo consapevoli di quanto fragili siano i vasi in cui portiamo questo tesoro - tuttavia crediamo nella potenza dello Spirito Santo che opera mediante la grazia del sacramento in ciascuno di noi. Con tanto più fervore chiediamo di saper collaborare con questa potenza in maniera perseverante...

...Pastores dabo vobis! Ti preghiamo di perdonare tutte le nostre colpe nei confronti di questo santo mistero che è il tuo sacerdozio nella nostra vita. Ti chiediamo di saper collaborare in maniera perseverante a questa "grande messe", di saper fare tutto il necessario al risveglio e alla maturazione delle vocazioni. Ti chiediamo, soprattutto, di aiutarci a pregare con costanza...

Di fronte a questo mondo... ci accompagni la certezza che Tu, Buon Pastore, hai infuso nei cuori degli Apostoli: "Abbiate fiducia; io ho vinto il mondo!"...

Madre del Figlio Divino, Madre della Chiesa, Madre di tutti i popoli - prega con noi! Prega per noi!

Data: 1992-12-01 Data estesa: Martedi 1 Dicembre 1992



L'incontro con i Presidenti delle Conferenze Episcopali europee ad un anno dall'Assemblea Speciale per l'Europa del Sinodo dei Vescovi - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: L'"uomo europeo" tra l'Atlantico e gli Urali è la "via" della Chiesa nel Continente




GPII 1992 Insegnamenti - Udienza: ai direttori, redattori e amministratori dei settimanali cattolici italiani - Città del Vaticano (Roma)