GPII 1992 Insegnamenti - Udienza: alla Società italiana di Ginecologia ed Ostetricia - Città del Vaticano (Roma)

Udienza: alla Società italiana di Ginecologia ed Ostetricia - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: Le pratiche della sterilizzazione diretta, sia perpetua che temporanea, sono una grave offesa alla dignità umana

Illustri Signori!


1. Sono lieto di accogliervi in speciale Udienza e vi ringrazio per essere venuti, con squisita cortesia, a rendermi visita nel corso del Congresso Straordinario Nazionale, che si tiene a Roma per celebrare il Centenario di formazione dell'Associazione. Saluto cordialmente ciascuno di voi. In particolare saluto il vostro Presidente, Prof. Vittorio Darcesano, che ringrazio per le gentili parole poc'anzi pronunciate. Attraverso di voi, qui presenti, vorrei far pervenire il mio grato pensiero a tutti i membri della vostra Associazione. Voi svolgete - ed anche il presente Congresso ne è eloquente testimonianza - un indefesso lavoro di ricerca nel campo della ginecologia ed ostetricia e vi sforzate costantemente di illuminare, mediante l'elaborazione della cultura specialistica, una corretta pratica assistenziale in questo delicato campo della medicina.


2. Servire la vita nascente: è questa la vostra quotidiana missione. Con vivo compiacimento ho potuto notare come le tematiche della prevenzione, che il Congresso intende sottoporre a più approfondito studio, stiano a cuore alla vostra Società di Ginecologia e Ostetricia. In conformità col giusto interesse della medicina moderna, lo studio di tali problemi, mirando a realizzare le migliori condizioni di sviluppo a favore del nuovo essere umano, contribuisce certamente a promuovere l'autentica difesa della vita umana nella sua fase iniziale. In questo contesto merita pertanto un particolare plauso l'attenzione da voi rivolta alla fisiopatologia della riproduzione e alla perinatologia, perché in essa si conferma la vostra grande stima per la madre, come pure il vostro profondo rispetto per la vita che nasce. Parimenti interessante è la vostra ricerca in materia di oncologia ginecologica. Gli studi sinora condotti mettono in evidenza la crescente minaccia del cancro per la donna e, qualora si manifesti nel corso della gravidanza, anche il grave pericolo per il nascituro. Contro tale temibile male sembrano oggi affacciarsi efficaci metodi di diagnosi precoce e su tale strada voi intendete procedere. Auguro di cuore che la vostra indagine possa ottenere risultati incoraggianti, grazie anche ai lavori di questo vostro Convegno Nazionale, reso ancor più interessante dalla collaborazione di oltre 20 relatori, alcuni dei quali provenienti dall'Est europeo. Illustri Signori, grande interesse circonda il vostro studio da cui si attendono con fiducia soluzioni nuove ed efficaci. Vi sostenga la certezza di operare per il bene, per l'autentico progresso dell'uomo e della società. Mentre esprimo a ciascuno di voi il mio più vivo apprezzamento ed incoraggiamento, non posso non ricordare quanto prezioso sia anche il servizio quotidiano che voi svolgete nelle cliniche e negli ospedali accanto agli ammalati e a promozione della vita umana.


3. A voi è ben noto il rispetto che la Chiesa nutre per la vita, e come essa ne incoraggi la difesa e la protezione, soprattutto quando è debole e sofferente. Si tratta di un principio irrinunciabile, che poggia su una ragione semplice e, allo stesso tempo, sublime: la vita, dal concepimento al suo termine naturale, è sempre splendido dono di Dio. Dal momento del concepimento ed in tutti i suoi successivi stadi, la vita umana è sacra. La sua trasmissione è affidata ad un atto d'amore dei coniugi, chiamati ad essere liberi e responsabili collaboratori di Dio in questo compito di fondamentale importanza per le sorti dell'umanità. Sostenendo la dignità della vita, di ogni vita nascente, la Chiesa obbedisce al supremo comando di Dio. Per questo condanna come grave offesa alla dignità umana le pratiche della sterilizzazione diretta, sia perpetua che temporanea, tanto dell'uomo quanto della donna. Per questo non ammette l'interruzione diretta del processo generativo già iniziato e, soprattutto, respinge le varie pratiche abortive direttamente volute e procurate, qualunque ne sia la motivazione. Per lo stesso motivo essa respinge ogni avvio del processo generativo che si ponga al di fuori del contesto pienamente umano di quell'incontro d'amore che, nel dono reciproco totale, fa dei due coniugi una sola carne.


4. Illustri Signori, tale ferma e costante dottrina della Chiesa non conosce ripensamenti né incertezze. Muovendo dalla visione integrale dell'uomo e della sua vocazione, sia naturale e terrena che soprannaturale ed eterna, il Magistero ecclesiale fonda la sua dottrina "sulla connessione inscindibile, voluta da Dio e che l'uomo non può infrangere di sua iniziativa, tra i due significati dell'atto coniugale: il significato unitivo e quello procreativo" (FC 31). così Dio stesso ha stabilito creando l'uomo e la donna a sua immagine.

Essendo Amore, egli vive in se stesso un mistero di comunione personale, e quando creo l'uomo a sua immagine, iscrisse "nell'umanità dell'uomo e della donna la vocazione, e quindi la capacità e la responsabilità dell'amore e della comunione" (FC 11). Pertanto, tutto ciò che viola tale comunione personale, intacca il progetto divino ed offende, conseguentemente, la norma morale. Nessun uomo, nessuna autorità, nessuna scienza, nessuna tecnica possono legittimamente interferire in questo disegno divino per deturparlo.


5. Illustri Signori è quanto mai importante, in questo nostro tempo aperto su esaltanti prospettive ma insidiato anche da oscure minacce, riaffermare con vigore il valore intangibile della vita, dono del Creatore e fondamento dell'umana dignità.

In cento anni la vostra Società italiana di Ginecologia e Ostetricia, difendendo la dignità della donna, della sua Maternità e quella della vita nascente, ha certamente accumulato molti meriti non solo dinanzi agli uomini, ma anche davanti a Dio, datore di ogni bene.

Il mio invito è a proseguire su questo cammino di civiltà e di amore, recando nuove speranze alle donne colpite da malattie oggi senza rimedi efficaci e sicuro conforto alle mamme in attesa di poter abbracciare il frutto del loro amore.

A Maria, Madre del Dio fatto uomo e sostegno della nostra speranza, affido la vostra Associazione ed i suoi progetti, mentre di cuore invoco su ciascuno di voi qui presenti e sui vostri cari la Benedizione di Dio, apportatrice di luce e di spirituale ricchezza.

Data: 1992-12-05 Data estesa: Sabato 5 Dicembre 1992

Alla Conferenza Internazionale sulla Nutrizione promossa dall'ONU per l'Alimentazione e l'Agricoltura e dall'Organizzazione Mondiale della Sanità - Roma

Titolo: Lo scandalo provocato dal "paradosso dell'abbondanza" è l'ostacolo principale alla soluzione del dramma della fame dei popoli

Signor Presidente, Direttori generali, Ministri, Rappresentanti permanenti, Signore e Signori,


1. Ho accolto con viva soddisfazione il vostro invito a prendere la parola in occasione dell'apertura della Conferenza Internazionale sulla Nutrizione che riunisce le più alte autorità mondiali di un settore così importante. Venite da paesi molto diversi e anche le vostre culture sono molto diverse, ma, essenzialmente, è lo stesso impegno che, ogni giorno, vi mobilita affinché ogni essere umano goda di un livello di vita più conforme alla sua dignità di persona: in una simile circostanza, sono certo che non mancherete di fare progressi insieme in questo senso. Vorrei rendere omaggio alle due grandi Organizzazioni intergovernative che hanno preso questa iniziativa e che la porteranno a compimento grazie agli sforzi comuni e all'esperienza acquisita al servizio dell'umanità: l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura, e l'Organizzazione Mondiale della Sanità. L'impegno personale dei loro Direttori generali, il sig. Saouma e il sig. Nakajima, è il primo segno della volontà comune di non rendere questa Conferenza una manifestazione formale, ma l'inizio di un'azione rinnovata e più vigorosa, ispirata dal motto delle due Organizzazioni: "Alimentazione per tutti" e "Salute per tutti." Grazie al dinamismo delle vostre Organizzazioni, l'alimentazione e la salute sono diventate priorità per la Comunità internazionale che cerca di fare in modo che nessuno ne venga privato. La Chiesa non smetterà mai di mostrare simpatia per questi sforzi, di sostenerli con la parola e l'azione, fedele all'insegnamento del suo fondatore, Lui che, davanti alla moltitudine affamata ha dato prova di una generosa compassione (cfr. Mt 15,32).


2. Con le sue argomentazioni, la vostra Conferenza ricorda che la nutrizione, sia che si tratti dell'approvigionamento o delle condizioni sanitarie, costituisce un elemento fondamentale nella vita di ogni individuo, di ogni gruppo, di ogni popolo della terra. Ma la Conferenza sottolinea che, nonostante gli sforzi compiuti dalla Comunità internazionale, esistono ostacoli e squilibri - e spesso si aggravano - che impediscono a milioni di uomini e donne di provvedere adeguatamente alla loro nutrizione. E' un grave monito per la coscienza comune dell'umanità. Le moltitudini prive di una nutrizione adeguata e sana, anche a rischio della propria vita, contano oggi sul vostro lavoro affinché vengano decisi interventi coraggiosi con lo scopo di allontanare dall'umanità lo spettro della fame e della malnutrizione. Questi fratelli e sorelle vi chiedono di considerare come un dovere di giustizia il vostro impegno deciso sulla via di una solidarietà sempre più attiva. Questo impegno è il solo mezzo affinché tutti possano dividersi equamente i beni della creazione. Da questa Conferenza si aspettano che i richiami etici necessari conducano a risoluzioni che acquistano forza giuridica, in conformità al diritto internazionale. Dovete sentire le grida di dolore di milioni di persone di fronte allo scandalo provocato dal "paradosso dell'abbondanza" che costituisce il principale ostacolo alla soluzione del problema della nutrizione dell'umanità. La produzione alimentare mondiale - lo sapete bene - è sufficientemente abbondante per soddisfare pienamente le necessità di una popolazione anche in aumento, a condizione che le risorse che possono consentire una nutrizione adeguata siano suddivise in funzione delle necessità reali. Non posso fare altro che sottoscrivere i termini che aprono il vostro progetto di Dichiarazione mondiale sulla nutrizione: "La fame e la malnutrizione sono inaccettabili in un mondo che dispone di conoscenze e risorse destinate a mettere fine a questa catastrofe umana" (n. 1). Tuttavia il paradosso continua a causare tutti i giorni conseguenze drammatiche: da un lato siamo impressionati dalle immagini di una parte di umanità condannata a morire di fame a causa di calamità naturali sempre più gravi, di disastri provocati dall'uomo, di ostacoli alla distribuzione delle risorse alimentari, di restrizioni imposte al commercio delle produzioni locali che privano i paesi più poveri dei benefici del mercato; dall'altro assistiamo alla negazione della solidarietà: la distruzione di interi raccolti, le esigenze egoistiche che gli attuali modelli economici comportano, il rifiuto al trasferimento di tecnologie, le condizioni poste alla concessione di aiuti alimentari, anche nel caso in cui l'urgenza è evidente. Le cause e gli effetti di questo paradosso, con i loro molteplici elementi contradittori, sono ancora una volta posti alla vostra attenzione nell'ambito di questa Conferenza: basta ricordare alcuni fatti inaccettabili: la fame provoca ogni giorno la morte di migliaia di bambini, di persone anziane e di individui appartenenti alle categorie più vulnerabili; una parte considerevole della popolazione mondiale non è in grado di procurarsi ogni giorno la quantità indispensabile di cibo; sulle moltitudini pesano gravemente la povertà, l'ignoranza e condizioni politiche che obbligano migliaia di loro a lasciare le proprie case per andare alla ricerca di una terra dove possano trovare di che nutrirsi.


3. Oggi, Signore e Signori, le vostre responsabilità sono notevoli. La Conferenza internazionale sulla Nutrizione, dopo ricerche approfondite, presenterà alla comunità internazionale una chiara analisi della situazione nutrizionale e sanitaria nel mondo, proporrà anche un quadro giuridico e politico per gli interventi necessari e realizzabili concretamente. Grazie a questa Conferenza, tutta l'umanità potrà sapere ciò che i Governi e le Istituzioni internazionali decideranno di fare per agire efficacemente a favore dei più poveri. Per voi si tratta di mettere sotto una nuova luce il diritto fondamentale alla nutrizione, che appartiene a ogni persona umana. La Dichiarazione universale dei Diritti dell'Uomo affermava già il diritto di mangiare a sufficienza. Si deve ora assicurare a tutti, in applicazione di questo diritto, la possibilità di nutrirsi, la sicurezza alimentare, un'alimentazione sana, una formazione alle tecniche della nutrizione. In breve, è necessario che tutti godano di condizioni di vita personali e comunitarie che permettano il pieno sviluppo di ogni essere umano, in ogni momento della sua esistenza. Molto spesso situazioni in cui manca la pace, in cui la giustizia viene schernita, in cui l'ambiente naturale viene distrutto, mettono popolazioni intere nel grave pericolo di non poter soddisfare i bisogni alimentari primari. Non bisogna che le guerre tra le nazioni e i conflitti interni condannino civili indifesi a morire di fame per motivi egoistici o di parte. In questi casi, si devono garantire in ogni modo gli aiuti alimentari e sanitari ed eliminare tutti gli ostacoli, compresi quelli che si giustificano con il ricorso arbitrario al principio della non ingerenza negli affari interni di un paese. La coscienza dell'umanità, ormai sostenuta dalle disposizioni del diritto internazionale umanitario, chiede che sia reso obbligatorio l'intervento umanitario nelle situazioni che compromettono gravemente la sopravvivenza di popoli e di interi gruppi etnici: è un dovere per le nazioni e la comunità internazionale, come lo ricordano gli orientameni proposti durante questa Conferenza.


4. Oggi l'umanità si rende conto che il problema della fame non potrà essere risolto sul piano locale, ma soltanto grazie a uno sviluppo globale. L'accesso a risorse disponibili deve essere garantito; la formazione dei meno privilegiati e la loro condivisione delle responsabilità devono essere garantite. Per raggiungere questi obiettivi è sempre più necessario che si diffonda una concezione dei rapporti economici che superi le divisioni esistenti tra i paesi e che sia fondata su una vera solidarietà e sulla ripartizione delle risorse e dei beni prodotti.

Per quanto riguarda le risorse alimentari, si deve insistere sulla necessità non tanto di aumentare globalmente la produzione, ma di assicurarne la distribuzione effettiva, privilegiando le zone a rischio. E' importante anche che le popolazioni sulle quali pesano gli effetti della malnutrizione e della fame possano ricevere un'istruzione che le prepari a provvedere da sole a un'alimentazione sana e sufficiente. La Dichiarazione e il Progetto che la vostra Conferenza è chiamata ad approvare pongono il nucleo famigliare al centro di questo programma per l'educazione e la formazione. Ne prendo atto con soddisfazione. E' anche giusto affermare che è impossibile prendere in esame una seria educazione alla nutrizione e più in generale preparare un mondo nel quale saranno eliminate le divisioni e le sofferenze attuali, senza l'impegno preso in comune di riconoscere alla famiglia e ai suoi membri i loro diritti e di garantire i mezzi indispensabili per rafforzare il loro ruolo essenziale nella società. A proposito della nutrizione, si penserà a sostenere meglio le donne, per i loro compiti che diventano fondamentali nelle regioni rurali a rischio dal punto di vista alimentare: la donna è madre ed educatrice, agente economico e principale responsabile della gestione domestica.

Si porrà anche particolare attenzione ai bambini, per proteggere il loro diritto fondamentale alla vita e alla nutrizione, diritto che è stato recentemente proclamato dalla "Convenzione sui Diritti del Bambino". Non si può nemmeno evitare di riconoscere il diritto della coppia a decidere sulla procreazione e sui tempi delle nascite. E' chiaro che soltanto condizioni di vita che allontanino, per milioni di persone, le forme estreme della povertà possono favorire una maternità e una paternità responsabili e garantire il libero esercizio di questo diritto fondamentale della coppia.


5. La Chiesa, come sapete, quando compie la sua missione di annunciare la "Buona Novella a tutte le nazioni", desidera essere particolarmente vicina all'umanità sofferente, povera e affamata. Non è compito suo proporre soluzioni tecniche, ma è sempre disposta a sostenere con tutte le forze coloro che lavorano per rafforzare la solidarietà internazionale e promuovere la giustizia tra i popoli. Da parte sua, la Chiesa lo fa proclamando che la legge dell'amore di Dio e del prossimo è il fondamento della vita sociale. Essa si rende conto anche che "il suo messaggio sociale troverà credibilità nella testimonianza delle opere" (CA 57). Cercando di agire secondo la legge dell'amore, le sue istituzioni e le diverse organizzazioni prendono numerose iniziative per mettersi direttamente al servizio dei poveri, degli affamati, dei malati, di quelli "più piccoli" che sono i prediletti da Dio. Non possiamo dimenticare che al termine della storia dovremo rispondere, davanti al Signore, delle nostre azioni per il bene dei fratelli (Cfr. Mt 25,31-46).

Ecco perché il Papa vi chiede, a voi che partecipate alla Conferenza internazionale sulla Nutrizione, di operare affinché a nessuno vengano rifiutati il pane quotidiano e le cure necessarie alla salute. E' necessario dunque superare i calcoli e gli interessi di parte; bisogna sostenere e sviluppare le iniziative dell'Organizzazione per l'Alimentazione e l'Agricoltura e dell'Organizzazione mondiale della Salute destinate a garantire un minimo nutrizionale a tutti i popoli del pianeta. Attraverso un tale impegno, si potrà dare al Progetto di azione di questa Conferenza l'autorità necessaria affinché siano messi in pratica i principi della Dichiarazione mondiale sulla Nutrizione.

E' necessario soprattutto che, dovunque, gli Stati, le Organizzazioni intergovernative, le istituzioni umanitarie e le associazioni private siano convinti che nessun criterio politico o nessuna legge economica possono permettersi di attentare all'uomo, alla sua vita, alla sua dignità, alla sua libertà. Tutti i popoli devono imparare a condividere la vita degli altri popoli, a mettere in comune le risorse della terra che il Creatore ha affidato all'umanità intera.

In questo spirito, formulo i miei fervidi auguri per il successo dei lavori e invoco la Benedizione dell'Altissimo su di voi e su tutti i popoli della terra.

Data: 1992-12-05 Data estesa: Sabato 5 Dicembre 1992

Visita pastorale: l'omelia della Messa celebrata per i fedeli della Parrocchia di Santa Maria del Buon Consiglio - Roma

Titolo: Dobbiamo tenere viva la nostra speranza per essere autentici testimoni di Cristo




1. "Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri" (Mt 3,3).

Carissimi fratelli e sorelle della Parrocchia di Santa Maria del Buon Consiglio! Il tempo liturgico dell'Avvento si inoltra oggi nella seconda settimana, guidandoci verso l'incontro con il neonato bambino di Betlemme, Gesù Salvatore. Abbiamo ascoltato poco fa un brano tratto dal Vangelo di Matteo, che ci narra la predicazione di Giovanni Battista, inviato a preparare le vie del Signore nel cuore degli uomini del suo tempo. La liturgia ce lo presenta in quest'itinerario spirituale di attesa e di preghiera che è l'Avvento, affinché anche noi ascoltiamo i suoi richiami e facciamo nostro il suo pressante invito alla conversione. "Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!" (Mt 3,2), ripete oggi l'austero precursore di Cristo alla nostra assemblea liturgica. Qui, in questa parrocchia, in tutte le altre parrocchie di Roma, dell'Europa, la stessa parola divina. Convertirsi, aprire il cuore alla forza rinnovatrice del Vangelo: deve essere proprio questo il programma quotidiano di ogni credente, programma particolarmente impegnativo ed eloquente nel periodo liturgico che stiamo vivendo.

Infatti è questo il significato del tempo d'Avvento: ricordare che Gesù è venuto tra noi e per noi nell'umiltà del presepio. Tocca pertanto a ciascuno di noi essere pronto ad accoglierlo, con spirito di penitenza, in una esistenza rinnovata da una fede autentica ed operosa.


2. La Chiesa ci indica quest'oggi come modello e guida di un tale itinerario spirituale Giovanni Battista, il quale gode speciale attenzione nella nostra Chiesa particolare di Roma, perché la Basilica Cattedrale, oltre che al Santissimo Salvatore e a San Giovanni Evangelista, proprio a lui è dedicata. Viveva nel deserto in grande penitenza quando lo Spirito di Dio lo mando a predicare l'imminente venuta del Messia nel mondo. Egli si reco allora al Giordano, prima che Gesù vi scendesse, e comincio a predicare la conversione dei cuori e ad amministrare il battesimo di penitenza. Il suo era un linguaggio franco e diretto, quasi rude, che pero le folle ascoltavano con interesse. Egli proclamava che "già la scure è posta alla radice degli alberi: ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco" (Mt 3,10). E per questo esortava con insistenza quanti a lui accorrevano: "Fate frutti degni di conversione".

Convertirsi significa "cambiare vita", adeguando l'esistenza al dono gratuito della salvezza divina. Che grande lezione anche per la nostra Comunità ecclesiale, che oggi si raccoglie gioiosa attorno all'altare del Signore. La figura del Precursore è motivo di concreta revisione della nostra esistenza cristiana e stimolo a più profonda adesione al Vangelo. La sua predicazione fu avvalorata dalla testimonianza del martirio. Giovanni Battista fu fatto uccidere dal re Erode Antipa per la sua fedeltà alla parola di Dio. E, dopo tanti secoli, il genere umano continua a rendere onore alla sua fede e alla sua forza morale, suggellate dal sacrificio della vita.


3. "Convertitevi perché il regno dei cieli è vicino!". Risuona nel nostro spirito ancora una volta quest'esortazione di Giovanni Battista. Essa ci sprona a prender coscienza di quanto sia urgente aderire in maniera salda e totale a Cristo, preparando le sue vie, raddrizzando i suoi sentieri. Rassomiglia molto alla missione del Precursore quella della Chiesa che vive in questo nostro tempo di profondi e rapidi mutamenti sociali. Ad essa siamo tutti chiamati a prendere parte attiva: è la nuova evangelizzazione. "Evangelizzare è agire da testimoni" - ho ricordato qualche giorno fa aprendo i lavori dell'incontro postsinodale dei Presidenti delle Conferenze Episcopali d'Europa - e "l'imperativo dell'evangelizzazione è, quindi, sempre attuale". Quando parliamo di "nuova evangelizzazione" - ho aggiunto - lo facciamo perché essa è sempre e dappertutto "nuova". "Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre" (He 13,8). Questa "novità" appartiene all'identità del Vangelo. Essa orienta ed anima l'impegno evangelizzatore, che costituisce un continuo e permanente imperativo per i testimoni di Cristo. Viviamo in un'epoca attraversata da forti correnti di "contro-evangelizzazione" le quali, anche se nella loro espressione più radicale si sono notevolmente affievolite, non cessano pero di influire negativamente nell'ambito dei principi e in quello delle scelte di vita. La parola di Dio sembra così sopraffatta dai richiami dell'utilitarismo e del consumismo, del secolarismo e del materialismo pratico. Ecco perché è indispensabile che da parte di tutti i credenti in Cristo si rinnovi e rafforzi la disponibilità ad offrire una rinnovata testimonianza coerente in favore di Cristo.




4. Cari fratelli e sorelle! Quest'invito spirituale ad operare attivamente per il regno dei cieli si rivolge particolarmente alla vostra Comunità parrocchiale di Santa Maria del Buon Consiglio, una parrocchia ricca di anni e di tradizioni.

Molti Sacerdoti esemplari si sono prodigati tra voi, assecondando la sollecitudine pastorale dei Pontefici Pio X e Benedetto XV. Essi hanno eretto la Chiesa e le strutture parrocchiali e in seguito hanno sviluppato un apostolato di grande efficacia. Una folla di emigrati dalle regioni del Sud si insediarono qui all'inizio del secolo e il loro numero raggiunse gradualmente anche le cinquantamila persone. Voi, in gran parte loro figli, costituite tuttora una grande Comunità parrocchiale, nella quale prosegue quell'impegno dei Sacerdoti, delle Religiose, dei laici ferventi che mai venne meno nei passati decenni. Non posso non ricordare inoltre le Suore di Sant'Orsola del Belgio, e quelle che le hanno sostituite e sono presenti tra voi, le Figlie della Divina Provvidenza. E come tacere di quell'apostolo degli oratori e dell'educazione giovanile a Roma che fu Arnaldo Canepa, tra voi sepolto dopo una vita di zelante servizio alla Chiesa, per la causa dei giovani? Nel ricordo di tutti coloro che vi hanno preceduti sulla strada del servizio al Vangelo, vi saluto tutti con affetto. Saluto in particolare il Cardinale Camillo Ruini, Vicario Generale, Mons. Giuseppe Mani, Vescovo del Settore, il Parroco Don Raffaele Ruocco ed i Sacerdoti che lo coadiuvano nel lavoro pastorale.


5. Sono certo che questa visita pastorale, situata nella suggestiva vicinanza del Santo Natale, l'intercessione della vostra dolce Madre e Patrona, Santa Maria del Buon Consiglio, il ricordo del fervente passato della vostra Parrocchia, come pure il richiamo agli impegni apostolici che attendono la Chiesa che è in Roma nell'immediato futuro, susciteranno in voi sentimenti di fervorosa corrispondenza.

Possa la vostra Parrocchia, qui al Quadraro, distinguersi per generosità e fedeltà al dono ricevuto da Dio. Con tali sentimenti mi rivolgo a ciascuno di voi: ai piccoli, agli anziani, ai giovani, alle famiglie; ricordo i Sacerdoti e le Religiose che in anni recenti avete donato alla Chiesa; ringrazio tutti coloro che si sono impegnati nel servizio ai fratelli, nelle varie forme dell'apostolato cristiano e della carità generosa. Un pensiero tutto speciale lo dirigo agli ammalati, ai bambini, ai giovani ed a quanti si sentono parte viva della vostra Comunità, preoccupata nel suo insieme di proclamare e testimoniare la novità del Messaggio salvifico. So che a tal fine partecipate allo sforzo in atto a Roma attraverso il Sinodo pastorale diocesano, per una nuova evangelizzazione della Città. So che, accanto al fervore costante delle vostre opere parrocchiali, state ponendo una speciale cura nella Liturgia, nella Catechesi e nell'Evangelizzazione, proprio per immettervi nella fervorosa corrente di bene avviata dall'Assemblea Sinodale della Diocesi. Per tutto questo, desidero esprimervi compiacimento ed esortarvi a perseverare nello spirito indicato dalle letture bibliche dell'odierna domenica. Mi rivolgo a tutta la comunità parrocchiale, a tutti i componenti di questa comunità, durante la mia visita tanto preziosa per me. Ho trovato la pittura che ricorda un momento speciale della presenza della Madre del Buon Consiglio, il Concilio Vaticano II. Ho fatto parte di questo Concilio dal primo all'ultimo giorno grazie alla Provvidenza. E oggi tutti noi cerchiamo di mettere in atto quell'insegnamento e gli orientamenti che il Vaticano II ci ha portato provvidenzialmente. Sotto anche la protezione della Madonna del Buon Consiglio.


6. Il Redentore che attendiamo in questo tempo di Avvento verrà portando con sé i doni dello Spirito Santo e "farà sentire la sua voce potente per la gioia del nostro cuore" (Antifona d'Ingresso).

Come ci ha ricordato la prima lettura tratta dal Libro del profeta Isaia, la sua venuta sarà sorgente di giustizia e di pace.

"In quel giorno la radice di Iesse si leverà a vessillo per i popoli", "la sua dimora sarà gloriosa" (Is 11,10).

Carissimi fratelli e sorelle, questo annuncio di gaudio e di vittoria definitiva sul male e il peccato sostenga il vostro itinerario spirituale. La gioia del Signore, proclamata nella nostra attenta assemblea liturgica, ci è offerta in dono perché in virtù della perseveranza e della consolazione che ci vengono dalle Scritture "teniamo viva la nostra speranza" (Rm 15,4).

Guardiamo e seguiamo l'esempio di Maria, di cui ci apprestiamo a celebrare la solennità dell'Immacolata Concezione. Conserviamo desta la nostra fiducia mediante la preghiera incessante e l'ascolto di Dio! così la nostra speranza non verrà mai meno.

Camminiamo in novità di vita, avendo "gli uni versi gli altri sentimenti ad esempio di Cristo Gesù" (Rm 15,5). Come ci ammonisce oggi San Paolo, e lo fa nella Lettera ai Romani e noi siamo romani: la Lettera a noi. Con questa breve parola, con questa breve invocazione dell'Avvento voglio terminare.

"Prepariamo la via del Signore". Amen!

Data: 1992-12-06 Data estesa: Domenica 6 Dicembre 1992

Al Consiglio Pastorale della Parrocchia di Santa Maria del Buon Consiglio - Roma

Titolo: Settant'anni di missione nel quartiere

Ringrazio di cuore per questo incontro, ringrazio per le parole del vostro presidente che ha presentato il dinamismo di questi 70 anni, in modo molto essenziale, perché è come un succedersi delle generazioni, non solamente nel senso temporale, degli anni, ma nel senso di una viva tradizione. Tradizione, "traditio", vuol dire trasferimento della fede, dei contenuti, dei valori, della forza, della bellezza, dell'impegno: ecco in queste parole, in questa visione, si riassume il dinamismo proprio della vostra parrocchia, di questi 70 anni che sono passati.

Sono tanto grato alla Provvidenza di poter oggi compiere questa visita, realizzando quel desiderio di una ragazza. Le parole che ha scritto le avete ricordate ed io sono grato al Signore e alla Madonna che mi ha permesso di realizzare, di attuare queste parole.

Siete la parrocchia dedicata alla Madre di Cristo, Maria del Buon Consiglio, e io penso che siamo a buon punto, specialmente nell'incontro con il consiglio parrochiale. Certamente la prima buona "consigliera" di questa comunità è la Madre di Cristo, come lo è stata anche per il Concilio, come ricorda l'affresco nel presbiterio. E' la prima buona "consigliera" della parrocchia, del parroco, e di voi tutti, carissimi fratelli e sorelle, attraverso la sua premura materna. Voi siete i portatori dei buoni consigli tanto utili e necessari per la vita di una comunità cristiana, di una comunità della Chiesa, una delle comunità della Chiesa di Roma, ce ne sono oltre 300, una delle comunità nel mondo, sono tantissime e sono come le cellule del corpo, il Corpo di Cristo.

Vi ringrazio del vostro impegno e della vostra collaborazione e per i consigli, che vengono dalla fede e dall'amore per la Chiesa, che portate insieme al vostro parroco a compimento per far progredire la comunità cristiana che è cresciuta molto numericamente e si cerca come farla crescere anche cristianamente, spiritualmente. E' una grande parrocchia, e penso che il metodo che è stato scelto, il metodo di penetrazione apostolica nei diversi ambienti, anche nei piccoli gruppi, nelle case, nelle famiglie, è un metodo più adeguato a questa situazione. E' anche il metodo più evangelico, secondo l'analogia di questo lievito che penetra. Allora vi auguro una buona continuazione in questo senso e poi vi auguro anche tutto il bene per le vostre persone, per le vostre famiglie e per la vostra parrocchia. Buon Natale.

Data: 1992-12-06 Data estesa: Domenica 6 Dicembre 1992

Ai fedeli riuniti nell'oratorio della Parrocchia di Santa Maria del Buon Consiglio - Roma

Titolo: La vostra vita deve diventare preghiera

Sia lodato Gesù Cristo! Giovedi sera sono venuti da me i vostri sacerdoti, il parroco e due vice-parroci, e, cosa interessante, mi hanno parlato soprattutto di questo oratorio. Allora oggi mi trovo in questo oratorio durante la visita alla vostra parrocchia.

Saluto tutti i presenti. Si vede che ci sono diverse generazioni, dai piccoli fino agli anziani, tutti si sentono legati a questo oratorio, probabilmente tutti sono passati attraverso questo oratorio e hanno conservato una memoria grata, riconoscente, per questa esperienza parrocchiale.

Allora io sono d'accordo con questa opinione, che cioè l'oratorio è un'esperienza molto valida. Se la paragoniamo con la scuola, la scuola insegna e insegnare vuol dire trasferire i contenuti della fede, ma non basta sapere i contenuti della fede, anche a memoria, bisogna vedere come fare di questa fede una vita.

Ecco l'oratorio, un'esperienza tipicamente italiana e della vostra parrocchia, appunto ci introduce in questa dimensione della catechesi: come imparare a vivere questi contenuti della fede nella vita quotidiana; come pregare, si nel nostro lavoro, ma anche nel nostro divertimento, nei nostri giochi, in tutto quello che è parte importante dell'oratorio.

Gesù ci ha detto che si deve pregare continuamente, ma come pregare, quando noi dobbiamo imparare nelle nostre lezioni e, più grandi, dobbiamo poi lavorare e dobbiamo anche divertirci e fare i giochi, come pregare continuamente? L'oratorio ci dice come si fa a pregare anche fuori, come la preghiera può permeare tutto quello che costituisce il tessuto della nostra vita.

Così certamente l'oratorio è un'esperienza di una scuola, di grande valore per tutti i cristiani. Vorrei augurarvi una buona continuazione di questa esperienza iniziata qui da Arnaldo Canepa, sepolto nella vostra chiesa, a memoria dei suoi meriti. Vi saluto come anche saluto tutti i parrocchiani che si trovano nei palazzi adiacenti e voglio benedire tutti. Grazie per questo incontro.

Data: 1992-12-06 Data estesa: Domenica 6 Dicembre 1992

Angelus: ai fedeli raccolti in Piazza San Pietro - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: Il Catechismo susciti in tutte le comunità ecclesiali un nuovo slancio nell'annuncio del messaggio della salvezza

Carissimi fratelli e sorelle!


GPII 1992 Insegnamenti - Udienza: alla Società italiana di Ginecologia ed Ostetricia - Città del Vaticano (Roma)