GPII 1992 Insegnamenti - Udienza: ai partecipanti all'incontro internazionale sul tema "La regolazione naturale della fertilità: l'autentica alternativa" - Città del Vaticano (Roma)

Udienza: ai partecipanti all'incontro internazionale sul tema "La regolazione naturale della fertilità: l'autentica alternativa" - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: La contraccezione artificiale priva la sessualità umana della sua dimensione di impegno e di apertura al mistero della vita

Eminenza, Eccellenze, Fratelli e sorelle in Cristo,


1. Sono lieto di dare il benvenuto a voi, esperti provenienti da diverse parti del mondo, riuniti sotto l'egida del Pontificio Consiglio per la Famiglia per esaminare gli ultimi sviluppi nella questione dei metodi naturali di regolazione delle nascite. Insieme, possedete una conoscenza molto approfondita nei campi della ricerca, dell'educazione e della promozione della fertilità basata sulla procreazione responsabile e sulla continenza periodica. Il tema del vostro incontro, "La Regolazione Naturale della Fertilità: l'Autentica Alternativa", non dimostra soltanto che voi proponete un'alternativa alla contraccezione, all'aborto e alla sterilizzazione, ma anche che promuovete una vera "umanizzazione" del meraviglioso dono divino della procreazione. La vostra proposta è fortemente legata ad un'antropologia eminentemente olistica, di cui state esaminando i principi filosofici e teologici. I vostri dibattiti sono diretti ad armonizzare la rigorosità del discorso scientifico con le esigenze etiche dell'amore coniugale.

L'autentica alternativa della quale si parla nella vostra Conferenza è profondamente radicata nella verità sulla persona umana, e per questo motivo essa è oggetto di particolare interesse ed attenzione da parte della Chiesa.


2. Nell'esercizio della loro missione di trasmettere la vita, le coppie sposate sono profondamente influenzate da circostanze sociali ed economiche. Talvolta, anche quando sono chiaramente aperte alla vita, le coppie si trovano obbligate a distanziare le nascite, non per motivo egoistico ma proprio per un obiettivo senso di responsabilità. Condizioni di povertà, o seri problemi di salute, possono rendere la coppia impreparata a ricevere il dono della nuova vita. Il fatto che in alcuni casi le donne trovino necessario lavorare fuori casa porta un cambiamento nella concezione del ruolo della donna nella società e nel tempo e nell'attenzione dedicati alla vita familiare. In particolare, alcune politiche familiari da parte dei legislatori non facilitano i doveri procreativi ed educativi dei genitori. La Chiesa quindi riconosce che ci possano essere motivi obiettivi per limitare o distanziare le nascite, ma ribadisce, in accordo con l'Humanae vitae, che le coppie devono avere "seri motivi" perché sia lecito rinunciare all'uso del matrimonio durante i giorni fertili e farne uso durante i periodi non fertili per esprimere il loro amore e salvaguardare la loro reciproca fedeltà (cfr. HV 16).


3. La Chiesa, che ha il dovere di insegnare il disegno di Dio sulla trasmissione della vita, non manca di assistere le coppie quando devono decidere quali mezzi utilizzare per adempiere ai loro obblighi ed alle loro responsabilità. La cura pastorale della Chiesa cerca di sostenere le coppie e di aiutarle proponendo loro soluzioni appropriate, in modo che possano comportarsi conformemente alla dignità del matrimonio e dell'amore coniugale. E' importante rendere noto che i metodi che la Chiesa considera morali ed accettabili oggi stanno ricevendo il conforto di sempre nuove conferme scientifiche. Gli ultimi anni sono stati ricchi di ricerca scientifica, con risultati significativi per una più precisa conoscenza dei ritmi della fertilità femminile. La vostra Conferenza si propone di dimostrare in modo concreto e efficace che, come insegna la Chiesa "non vi può essere vera contraddizione tra le leggi divine che reggono la trasmissione della vita e quelle che favoriscono un autentico amore coniugale" (Jn 24). Sono lieto di sapere che, come risultato di questi giorni di studio, avete intenzione di mettere a disposizione delle Conferenze Episcopali, delle Università e di altre istituzioni interessate informazioni aggiornate. A questo proposito desidero incoraggiare i Pastori della Chiesa e altri Cattolici - medici, consulenti matrimoniali, educatori e le stesse coppie sposate - a promuovere "un impegno più vasto, decisivo e sistematico per far conoscere, stimare e applicare i metodi naturali di regolazione della fertilità" (FC 35). Questo è un settore in cui è anche possibile sviluppare un'ampia collaborazione interconfessionale con tutti coloro che hanno a cuore il rispetto per la vita e per la natura umana. Tale collaborazione può estendersi anche a coloro che, sebbene non condividano la fede e la visione morale dei Cristiani, tuttavia sostengono i valori umani insiti nella proposta della Chiesa.


4. Come indicato, l'interesse della vostra Conferenza va oltre gli aspetti scientifici dei metodi naturali per regolare la fertilità, e giunge allo stile di vita che costituisce il loro necessario complemento. L'esperienza mostra che vi è una stretta connessione fra la pratica della regolazione naturale della fertilità e uno stile di vita basato sul reciproco rispetto fra i coniugi, e sul rispetto per gli aspetti etici della sessualità umana. Come ho scritto nella Familiaris Consortio: "la riflessione teologica può cogliere ed è chiamata ad approfondire la differenza antropologica e al tempo stesso morale, che esiste tra la contraccezione e il ricorso ai ritmi temporali: si tratta di una differenza assai più vasta e profonda di quanto abitualmente non si pensi e che coinvolge in ultima analisi due concezioni della persona e della sessualità umana tra loro irriducibili" (FC 32). La contraccezione artificiale esprime spesso un approccio utilitaristico alla sessualità umana che facilmente porta a dissociare i suoi aspetti fisici dal contesto pieno dell'amore coniugale come impegno, fedeltà reciproca, responsabilità e apertura al mistero della vita. D'altra parte, lo stile di vita che deriva dall'esercizio della continenza periodica porta i coniugi ad approfondire la conoscenza reciproca e a raggiungere un'armonia del corpo, della mente e dello spirito che li rafforza e li incoraggia nel loro viaggio attraverso la vita. Esso è caratterizzato da un dialogo costante e arricchito dalla tenerezza e dall'affetto che costituiscono il cuore della sessualità umana.

"In tal modo" come evidenzia la Familiaris Consortio "la sessualità viene rispettata e promossa nella sua dimensione veramente e pienamente umana, non mai invece "usata" come un "oggetto" che, dissolvendo l'unità personale di anima e corpo, colpisce la stessa creazione di Dio nell'intreccio più intimo tra natura e persona" ().

Grazie al generoso contributo di scienziati, educatori e coppie sposate, si può parlare di una svolta nella difesa e nella promozione della dignità della vita coniugale. Esiste una crescente consapevolezza della vera natura dell'amore coniugale, in grado di apportare un'autentica liberazione da tanti abusi di potere contro le donne e la famiglia nei Paesi industrializzati e, in misura ancora maggiore, in quelli in via di sviluppo. I risultati delle ricerche scientifiche, l'esperienza acquisita nei programmi di insegnamento nelle diocesi in diverse parti del mondo, nelle associazioni e nei movimenti, e particolarmente la testimonianza delle coppie stesse, mostrano la validità, i vantaggi e il valore etico di metodi basati sulla continenza periodica. Tali metodi, insieme con il corrispondente stile di vita, liberano le coppie dal condizionamento culturale, economico e politico imposto dai programmi di pianificazione familiare. Liberano la persona, soprattutto le donne, dal ricorso a farmaci o ad altre forme di interferenza nei processi naturali connessi con la trasmissione della vita. Si sono dimostrati applicabili non solo per gruppi ristretti, ma per le coppie di ogni parte del mondo anche nei Paesi più poveri e meno sviluppati economicamente.


5. Desidero assicurarvi dell'importanza del vostro contributo specifico al bene del matrimonio e della famiglia, e incoraggiarvi nel vostro lavoro. La vostra Conferenza offre una risposta concreta a un appello che rivolsi nella Esortazione Apostolica Familiaris Consortio: "Di fronte al problema di un'onesta regolazione della natalità, la comunità ecclesiale, nel tempo presente, deve assumersi il compito di suscitare convinzioni e di offrire aiuti concreti per quanti vogliono vivere la paternità e la maternità in modo veramente responsabile" (FC 35). Vi ringrazio per aver accettato l'invito del Pontificio Consiglio per la Famiglia a partecipare a questo incontro. Sul vostro lavoro scientifico ed educativo, reso più intenso dal vostro impegno, invoco la Benedizione del Signore. Possa Egli essere sempre vicino a voi e alle vostre famiglie.

Data: 1992-12-11 Data estesa: Venerdi 11 Dicembre 1992

Al Concistoro per le cause di canonizzazione - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: Per la canonizzazione di due religiose

Esultanti nella gioia per la venuta di Cristo, in prossimità della festa del Natale, con una particolare letizia d'animo raduniamo questo illustre Collegio: e mentre volentieri rivolgiamo moltissime grazie a ciascuno di voi per la vostra opera di collaboratori nel governo della Chiesa, vogliamo salutarvi tutti nel Signore, venerabili e dilettissimi fratelli.

Come ben sapete, per antichissimo costume dei nostri predecessori e norma di questa Sede Apostolica, quest'opera di collaborazione che i padri cardinali prestano al Supremo Pastore della Chiesa, si compie soprattutto nei Concistori ordinari e straordinari Oggi, celebrando il solenne rito del Concistoro ordinario, siamo chiamati a esprimere liberamente il nostro voto su alcune canonizzazioni da tempo proposte.

Senza dubbio Cristo, che è venuto e verrà, nel corso dei secoli suscita sempre nuovi uomini e donne, che mostrano in qual modo, nelle diverse circostanze del mondo, secondo lo stato e la condizione propri di ciascuno, sia possibile pervenire alla perfetta unione con lui, ovvero alla santità. Vogliate perciò trattare con zelo e intima consapevolezza dei vostri doveri, questa incombenza assai importante della Chiesa: la canonizzazione di due religiose, i cui processi canonici si sono felicemente conclusi. L'una, la beata Maria di sant'Ignazio (al secolo Claudine Thévenet) fondo la Congregazione delle Suore di Gesù e Maria; l'altra, la beata Teresa d Gesù "de Los Andes" (al secolo Giovanna Fernandez Solar) fu novizia delle Monache dell'Ordine dei Carmelitani Scalzi. Avete avuto una conoscenza generale delle opere della loro vita e delle virtù; ora, poiché vi si chiede di esprimere un voto, vogliate liberamente e convenientemente pronunciarvi sulla loro dignità e sull'opportunità della cosa stessa.

In queste cause e in tutte le nostre opere e iniziative ci soccorra la beatissima Vergine Maria, che con la sua materna carità ha cura dei fratelli del Figlio suo ancora peregrinanti sulla terra, fino a che non siano condotti alla patria felice; assista questo nostro incontro anche il beato falegname e custode della Chiesa san Giuseppe, che insieme con la Madre del Salvatore veneriamo in modo particolare nel tempo di Avvento.

(Traduzione dal latino)

Data: 1992-12-11 Data estesa: Venerdi 11 Dicembre 1992

Udienza: al Movimento Cristiano dei Lavoratori - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: "Fate convergere più decisamente i vostri sforzi con quelli degli altri lavoratori cristiani per una presenza più unita ed efficace nel sociale"

Carissimi fratelli e sorelle!


1. Con grande gioia vi incontro quest'oggi così numerosi, nel ventesimo anniversario di fondazione del vostro Movimento.

Saluto con affetto, insieme con i Cardinali Ursi e Ruini e i Vescovi presenti, il vostro Presidente, il Signor Nazareno Figorilli, che ringrazio per l'indirizzo rivoltomi, i Signori Ministri del Lavoro e degli Affari Sociali, i dirigenti nazionali, regionali, provinciali, i delegati provenienti da altre nazioni, tutti i membri del Movimento qui presenti o spiritualmente a noi uniti.

Con l'odierna visita voi avete voluto sottolineare ancora una volta l'ispirazione cristiana che caratterizza la vostra associazione, la fedeltà che vi congiunge alla Chiesa, ed il vostro attaccamento al Successore di Pietro. Vi ringrazio per così eloquente testimonianza di affetto e di comunione ecclesiale e tutti cordialmente vi saluto. Siate i benvenuti!


2. L'occasione celebrativa, che vi ha offerto l'opportunità di riunirvi, rappresenta anche un momento adatto per fare un bilancio del cammino sinora percorso e per individuare, in pari tempo, prospettive d'impegno per l'avvenire.

Con voi mi rallegro per quanto l'Associazione ha fatto sino ad oggi e con voi rendo grazie a Dio dei benefici che Egli vi ha accordato. Con voi e per voi ripeto al Padre di ogni bene: "Mostraci, Signore, la tua via, guidaci sul retto cammino" (cfr. Ps 27,11). Dieci anni fa, in analoga circostanza, vi dicevo: "Compito di un movimento come il vostro è, innanzitutto, quello di essere testimoni di Cristo nel mondo del lavoro. Si tratta di un compito ecclesiale, in cui tutta la comunità cristiana deve sentirsi impegnata, ma in modo particolare dei lavoratori che sono animati dalla fede cristiana" (, V, 3 p. 1641).

Guardando agli anni trascorsi, sono lieto di costatare che a tale consegna siete rimasti fedeli. Il vostro Movimento, infatti, ha proseguito con entusiasmo ed ardore evangelico il suo itinerario apostolico in Italia e in Europa; ha pure intrapreso nuove iniziative in alcuni Paesi dell'Est europeo e in America. Ed ora è vostro impegno e ferma determinazione andare avanti con generosità, dedicando all'associazione nel tempo libero il meglio delle vostre energie. così agendo vi rendete benemeriti di una testimonianza davvero significativa in un periodo storico complesso e tormentato come quello che stiamo vivendo. Il nostro tempo è in effetti segnato da un corrosivo processo di dissolvimento dei valori umani fondamentali. Di fronte a tale minaccia, i cristiani sono chiamati ad impegnarsi personalmente e in forma comunitaria, unendo i loro sforzi nell'annuncio del Vangelo e nella applicazione alla vita della dottrina sociale della Chiesa. Questo impegno unitario è oggi più che mai urgente, anche se le modalità di intervento possono essere molteplici, giacché l'unità dei cristiani è di tipo organico, pluriforme, e pertanto rispettosa delle legittime diversità. Il vostro Movimento, nato come sofferta e responsabile diversificazione in un momento storico difficile, costituisce un'espressione concreta di tale pluriformità. Questa tuttavia, per sua natura, deve essere continuamente verificata alla luce del primato della comunione, che costituisce un'esigenza ineludibile del rapporto tra fratelli di fede, e comporta esigenti implicazioni anche sul terreno sociale e civile.


3. A tale impegno di rinnovata testimonianza, il Movimento Cristiano Lavoratori porta una sensibilità matura, dovuta alla forte nota di ecclesialità che lo contraddistingue. Esso infatti volentieri si ispira a quei criteri che nell'Esortazione Apostolica Christifideles laici ho indicato come essenziali per il riconoscimento del carattere ecclesiale delle aggregazioni laicali. Su due di essi vorrei particolarmente richiamare la vostra attenzione. Il primo è quello della "comunione salda e convinta", da vivere innanzitutto nel rapporto filiale con i Vescovi ed il Successore di Pietro, ma da sviluppare anche nei confronti degli altri fratelli di fede, riconoscendo le caratteristiche proprie di ciascuno, disponibili sempre alla reciproca collaborazione (cfr. CL 30).

Tale istanza deve costituire un costante punto di riferimento pure per le associazioni di lavoratori cristiani. Pur nella ricchezza delle rispettive tradizioni, esse sono chiamate ad esplorare possibilità di organica collaborazione e, quando le circostanze ne suggeriscono l'opportunità, finanche di unificazione, perché, attraverso la testimonianza di comunione dei suoi figli, la Chiesa possa svolgere in un mondo lacerato il suo compito di sacramento di unità (cfr. LG 1). Il secondo criterio di ecclesialità, sul quale vorrei attirare la vostra attenzione, è la partecipazione al fine apostolico della Chiesa (Christifideles Laici, ib.). Come ho avuto modo di affermare nell'Enciclica Redemptoris missio (cfr. RMi 71), è oggi più che mai necessario che la dimensione missionaria della Chiesa sia assunta in prima persona da tutti i battezzati e dalle loro più svariate aggregazioni, nei modi consoni alle finalità di ciascun gruppo. Il Movimento Cristiano Lavoratori è dunque chiamato a portare il suo contributo a questa vasta opera della nuova evangelizzazione, cui la Chiesa si sente fortemente chiamata, annunciando e testimoniando il "vangelo del lavoro", la sua dignità, i suoi diritti e doveri, secondo la traccia ampiamente sviluppata dal magistero della Chiesa dalla Rerum novarum alla Centesimus annus. Si tratta di un annuncio diventato ancora più urgente dopo che il crollo del marxismo ha lasciato campo aperto all'ideologia liberista, che tende a sottovalutare le esigenze etiche a cui anche l'economia di mercato deve sottostare, per essere a servizio dell'uomo. La grande posta in gioco è appunto l'uomo, al quale il cristianesimo riconosce l'altissima dignità di "immagine di Dio", l'uomo, che la Chiesa considera, in Cristo, la sua "prima e fondamentale via" (RH 14).


4. Carissimi fratelli e sorelle! Muovendovi in questa linea, voi potrete proclamare con la vita la speranza cristiana, ai nostri giorni più che mai necessaria e sulla quale opportunamente avete riflettuto nel corso della vostra conferenza organizzativa.

La Chiesa vi è grata dell'apporto apostolico che prestate alla sua missione nel mondo, ed attende ancora molto da voi, nella non facile fase storica che stiamo attraversando. Siate fedeli fino in fondo all'ispirazione cristiana e all'ecclesialità del vostro movimento. Cercate di far convergere ancora più decisamente i vostri sforzi con quelli degli altri lavoratori cristiani organizzati, per una presenza cristiana sempre più unita ed efficace nel sociale.

Vi renderete così benemeriti della Chiesa e della società, ed il Signore guiderà i passi della vostra Associazione verso traguardi arditi e fecondi di bene.

Vi accompagni e vi sia di incoraggiamento la Benedizione Apostolica, che di cuore imparto a voi qui presenti e all'intero vostro Movimento.

Data: 1992-12-12 Data estesa: Sabato 12 Dicembre 1992

Udienza: ai partecipanti al Congresso Nazionale del Movimento Studenti di Azione Cattolica - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: "Chiamati ad essere evangelizzatori a pieno titolo. Nella scuola voi siete Chiesa e rendete presente la Chiesa"

Carissimi giovani,


1. Rivolgo il mio cordiale benvenuto a tutti voi, rappresentanti del Movimento Studenti dell'Azione Cattolica Italiana, convenuti a Roma per partecipare al vostro Congresso Nazionale. Saluto il Signor cardinale Camillo Ruini, l'Assistente Generale dell'Azione Cattolica, Mons. Salvatore De Giorgi, il Presidente, Avvocato Giuseppe Gervasio, i Dirigenti e quanti si occupano della vostra formazione.

Ringrazio in particolare il Segretario nazionale Enrico Pizzi, che si è fatto portavoce dei vostri comuni sentimenti e propositi, richiamando l'identità e l'attività del vostro Movimento. Esso è parte integrante dell'Azione Cattolica, espressione del Settore Giovani, e ha come finalità specifica quella di contribuire alla crescita e allo sviluppo integrale dello studente, puntando soprattutto sulla formazione e configurandosi quale strumento privilegiato per l'evangelizzazione e la pastorale scolastica.


2. Il tema del vostro Congresso - "Una Chiesa tra i banchi di scuola. I percorsi della pastorale scolastica: da risposte sporadiche a proposte organiche" - è particolarmente stimolante e focalizza l'attenzione del Movimento sul suo essere espressione della Chiesa, che, come Madre e Maestra - in particolare dei giovani - si fa presente nella scuola e in ogni altro ambiente di vita, in vista della educazione integrale della persona. Si tratta di un tema attuale, che propone alla vostra Associazione concreti impegni nel contesto di precise responsabilità ecclesiali e missionarie. Auspico che le intuizioni e le prospettive emergenti dall'incontro possano effettivamente contribuire alla Promozione della Pastorale scolastica e della scuola in quanto tale, favorendo il passaggio da interventi episodici a proposte organiche all'interno dell'azione unitaria delle Chiese particolari.


3. La formazione nella sua complessità costituisce l'obiettivo primario dell'autentica pastorale e rappresenta una condizione essenziale perché l'annuncio e la testimonianza del Vangelo risultino feconde ed efficaci. Nel sussidio formativo del vostro Movimento viene accordato grande rilievo alle dimensioni umana, spirituale, culturale e pastorale della formazione. Essa va intesa non solo come "valore in sé", in quanto esigenza vocazionale, ma proprio come "condizione per una presenza qualificata, ben fondata e motivata e per questo incisiva", nella comunità cristiana e nella società, con particolare riguardo alla scuola. I ricchi itinerari formativi che il vostro Movimento propone ai giovani aderenti - il cammino del discernimento, della preghiera e della comunione - con i loro obiettivi intermedi e gli impegni specifici, vanno perseguiti congiuntamente e con crescente tensione verso la santità, universale vocazione di quanti fanno parte del popolo di Dio. Perché voi siate, cari giovani credibile ed eloquente espressione di Chiesa tra i banchi di scuola, vi sono necessarie un'armonica crescita umana ed una solida educazione alla vita di fede gioiosamente professata, consapevolmente celebrata e coerentemente vissuta, attraverso la catechesi, la liturgia, la testimonianza della carità; vi sono richiesti un impegno sempre più motivato e ricco di senso nello studio ed una sensibilizzazione aperta e coraggiosa alla tensione missionaria in vista della "nuova evangelizzazione".


4. Nella scuola voi, cari giovani, siete chiamati ad essere evangelizzatori a pieno titolo. Nella scuola voi siete Chiesa e rendete presente la Chiesa: in quanto laici e in quanto giovani. Lo siete a titolo personale in forza del Battesimo; lo siete a livello solidale in quanto Movimento di Azione Cattolica e perciò soggetto attivo di evangelizzazione e di apostolato. L'Azione Cattolica, della quale il vostro Movimento è parte viva, vuol essere infatti un'associazione nella quale "i laici si associano liberamente in forma organica e stabile, sotto la spinta della Spirito Santo, nella comunione col Vescovo e con i Sacerdoti, per poter servire, nel modo proprio della loro vocazione, con un particolare metodo, all'incremento di tutta la comunità cristiana, ai progetti pastorali e all'animazione evangelica di tutti gli ambiti della vita, con fedeltà e operosità" (CL 31), Il vostro peculiare apporto a quella pastorale giovanile che i Vescovi italiani hanno individuato come una delle scelte preferenziali degli anni '90, e alla pastorale scolastica in particolare, è doveroso e necessario, e non mancherete certamente di offrirlo con generosità, arricchendolo della vostra specifica metodologia e della vostra originale esperienza associativa. La pastorale delle varie Comunità diocesane, sia nella fase di progettazione, che di esecuzione e di verifica, potrà così avvalersi del vostro servizio fedele e operoso, caratterizzato da quel singolare rapporto di collaborazione con i Pastori che definisce il carisma specifico dell'Azione Cattolica e il suo stile missionario.


5. Voi giovani siete i primi apostoli dei vostri coetanei, presso i quali il Signore vi ha costituiti "suoi ambasciatori" e "primi evangelizzatori", come ho ricordato nel Messaggio per la prossima Giornata Mondiale della Gioventù, che si svolgerà a Denver e alla quale, ne sono certo, vi state già attivamente preparando.

Se "profeti ingannatori" e "falsi maestri di vita", soprattutto oggi, "propongono obiettivi che non solo non saziano ma spesso acuiscono ed esasperano la sete che brucia nell'anima dell'uomo" (ivi, n.3), voi, con la vostra giovinezza aperta a Cristo, siete chiamati ad attestare, in primo luogo nella scuola, che questa sete di vita e d'infinito può essere appagata solo da Colui che ha detto "Io sono... la vita" (Jn 14,6). Vi sarà allora più agevole, grazie alla fedele adesione a Cristo, aiutare la scuola a crescere come comunità educante e a raccordarla con la vita del popolo di Dio, come pure potrete contribuire a rendere più efficace e significativo, all'interno delle finalità educative della scuola, l'insegnamento della Religione cattolica.

Carissimi, vi esprimo un grazie sincero per ciò che siete e per quanto fate: proseguite con impegno rinnovato nel vostro itinerario formativo e missionario. Possa il vostro Movimento estendersi a tutte le Diocesi d'Italia, com'è per l'Azione Cattolica, e suscitare entusiasmo apostolico tra tanti vostri coetanei.

Vi assista e sempre vi protegga Maria santissima, Sede della Sapienza e Stella dell'Evangelizzazione, che in questo tempo di Avvento ci accompagna nel nostro cammino di fede verso il Natale.

Vi sia di sostegno anche l'Apostolica Benedizione, che imparto di cuore a voi qui presenti e a quanti condividono gli stessi vostri ideali, come anche alle vostre famiglie.

Data: 1992-12-12 Data estesa: Sabato 12 Dicembre 1992

Visita pastorale: l'omelia durante la celebrazione eucaristica per la comunità parrocchiale di San Ugo Vescovo - Roma

Titolo: La comunità parrocchiale, privilegiata "scuola di carità" dove si impara ad amare ogni persona senza discriminazione

Carissimi fratelli e sorelle della Parrocchia di Sant'Ugo!


1. "Rinfrancate i vostri cuori" (Jc 5,8). Con la terza Domenica d'Avvento, che stiamo celebrando, siamo ormai giunti al "cuore" di quell'itinerario spirituale che ci condurrà sino ai piedi della santa Grotta, per contemplare, adorare e ringraziare il Verbo di Dio, divenuto uomo per la salvezza dell'intera umanità. E l'odierna liturgia, quasi a volerci sostenere nell'impegnativo cammino di preparazione e conversione, è pervasa da un invito alla fiducia ed alla speranza.

L'attesa del credente, infatti, non è vana e la promessa di Dio è veritiera.

L'Apostolo Giacomo ce lo ha rammentato nella seconda Lettura: "Rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina" (Jc 5,8). Le sue parole fanno eco a quelle del profeta Isaia, indirizzate al Popolo ebraico durante il duro esilio nella terra babilonese. "Coraggio! non temete; ecco il vostro Dio" (Is 35,4). Come ai tempi di Mosè Dio era intervenuto per affrancare il suo popolo dalla schiavitù egiziana e, attraverso il deserto, condurlo alla terra promessa, così ora egli si dichiara pronto ad operare prodigi in suo favore restituendogli la libertà. "Egli viene a salvarci" (Is 36,4). Isaia descrive una strada appianata, sulla quale ritorneranno esultanti i deportati: essi vedranno la gloria e la magnificenza del Signore. Gli sfiduciati e gli scoraggiati non dovranno disperare perché - egli osserva - "il vostro Dio... viene a salvarvi"; e aggiunge: "Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi.

Allora lo zoppo salterà come un cervo, griderà di gioia la lingua del muto" (Is 35,5-6). In questa pagina, così ricca di simbologia, la Chiesa intravvede una chiara profezia messianica, che supera e perfeziona quella immediatamente storica.

Per l'uomo la vera e definitiva liberazione da ogni schiavitù ed oppressione, infatti, è solo quella realizzata da Gesù, nel mistero pasquale della sua morte e risurrezione.


2. "Sei tu colui che deve venire?" (Mt 11,3), domandano al Messia i discepoli di Giovanni Battista, incarcerato dal re persecutore Erode Antipa. "Sei tu colui che deve venire, o dobbiamo attenderne un altro?". Ancora una volta il Precursore apre la strada al Signore e gli offre un'ulteriore occasione per manifestarsi agli uomini. Gesù risponde con le stesse parole di Isaia: "Andate e riferite a Giovanni ciò che voi udite e vedete: i ciechi recuperano la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sordi riacquistano l'udito, i morti risuscitano, ai poveri è predicata la buona novella" (Mt 11,5). Qualche tempo prima, nella sinagoga di Nazaret, egli aveva applicato a sé un altro brano del profeta Isaia, che suona così: "Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione, e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi (Lc 4,18). Il Redentore si appoggia all'autorità del grande profeta del Vecchio Testamento, per dimostrare la sua messianità. E questa volta lo fa per togliere ogni dubbio sia ai discepoli di Giovanni, sia alle folle che ormai lo seguono assiduamente considerandolo il Maestro. Per dare poi testimonianza al Precursore, che ha terminato la sua predicazione, ma non ancora la sua missione, esprime verso di lui un elogio senza confronti. Lo definisce "più che un profeta", lo indica come il messaggero inviato a preparare la strada al Messia, lo paragona ad Elia, e sintetizza il suo giudizio con questa solenne affermazione: "In verità vi dico: tra i nati da donna non è sorto uno più grande di Giovanni Battista" (Mt 11,11).


3. "Il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui" (Mt 11,11). Allo straordinario elogio fa seguito, pero, una annotazione apparentemente misteriosa: "Il più piccolo del regno dei cieli è più grande di lui". può sembrare contraddittoria ed invece esprime una verità fondamentale. In effetti, il Signore ha inteso contrapporre il tempo della preparazione della salvezza, concluso e quasi simboleggiato dal Battista, a quello della sua definitiva realizzazione, da Cristo stesso inaugurato. Con l'Avvento del Redentore ha termine l'attesa e viene inaugurata la salvezza destinata ad ogni uomo, senza restrizioni. così si spiega il paradosso delle parole di Gesù su Giovanni Battista. I segni prodigiosi di guarigione da Cristo compiuti sugli infermi, vengono così ad assumere un prezioso valore simbolico, quello di indicare cioè l'autentico dono del risanamento e della vita nuova da lui recato alle anime. Le guarigioni di Gesù sono segni di salvezza eterna.




4. Cari fratelli e sorelle, ecco il profondo significato del Natale del Signore al quale ci stiamo preparando. Gesù appare al mondo come un piccolo bambino; attraverso la povertà, la semplicità e l'umiltà della sua nascita, egli vuole condurre tutti noi a comprendere il suo arcano disegno salvifico. Dopo aver dato l'esempio, Gesù ha predicato le vie del regno divino; dopo aver dato se stesso per redimere l'umanità, Egli, risorto, fonda la Chiesa affidandole l'eterna verità da trasmettere, e la grazia rinnovatrice da diffondere gratuitamente. Da allora, il popolo di Dio, ricco di carismi e ministeri posti al servizio dell'unica fede e dell'unico Signore, si estende sulla terra in molteplici comunità particolari, diocesi e parrocchie proprio per proclamare e testimoniare questo messaggio di salvezza di cui è depositario. Esso è ben consapevole di dover proseguire tra gli uomini l'opera redentrice del Salvatore, annunciando il suo Vangelo ad ogni creatura. E' nella parrocchia che si viene generati alla nuova esistenza cristiana mediante la grazia battesimale; che si partecipa all'esistenza divina attraverso i sacramenti; che si cresce nella fede grazie all'impegno di una catechesi permanente, che si coltivano le vocazioni all'ordine sacro, al matrimonio ed alla vita consacrata. E' nella parrocchia che fiorisce la carità verso tutti. Anzi la comunità parrocchiale è chiamata ad essere una privilegiata "scuola di carità", dove si impara ad accogliere ed amare ogni persona senza alcuna discriminazione, né distinzione né preferenze, offrendo ai più bisognosi il dono delle opere di misericordia. Ecco, questo è in sintesi il ruolo della parrocchia nella comunità cristiana, cominciando da quelle primitive, intorno agli Apostoli, fino ad oggi con la vostra parrocchia di Sant'Ugo recentemente inaugurata.


5. In questa prospettiva assume rilievo singolare anche la missione della vostra Comunità parrocchiale nella città di Roma. Essa è giovane e proprio in questi giorni celebra il primo anniversario della dedicazione della sua Chiesa. E' giovane, perché eretta da poco e perché abitata da molte famiglie giovani. E' perciò depositaria di energie fresche, capaci di dedicarsi alla crescita della vita spirituale e alla cura delle membra più deboli, come gli anziani e i portatori di handicap. So che avete cominciato bene, dando largo spazio al lavoro dei catechisti e puntando sulla formazione dei giovani e delle famiglie. Vi esorto a proseguire su questa strada bene avviata, tenendo ben presenti allo spirito le parole che l'Apostolo S. Giacomo ci ha rivolto nella seconda lettura: "Siate pazienti anche voi, rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina" (Jc 5,8).

Fratelli e sorelle, sono lieto di salutare ciascuno di voi. Saluto il Cardinale Vicario, Camillo Ruini, saluto il Vescovo del vostro Settore, Monsignor Enzo Dieci, e assieme con loro saluto la vostra comunità, il vostro Parroco don Remo Chiavarini, i sacerdoti che lo coadiuvano nel lavoro pastorale. Saluto i Religiosi, le Religiose, i Laici impegnati nelle molteplici attività della parrocchia. Un ricordo speciale rivolgo ai giovani, ai bambini, ai tanti bambini che ho incontrato prima della Santa Messa - si sono svegliati molto presto in questa Domenica d'Avvento - e poi agli ammalati. E insieme a voi vorrei salutare il Cardinale Ugo Poletti, sempre e specialmente legato a questa vostra comunità attraverso il suo servizio a questa Chiesa di Roma e attraverso anche la ricorrenza dell'anniversario dei suoi cinquant'anni di sacerdozio. Possa la vostra comunità perseverare nella pazienza, maturare nella fede ed accogliere con rendimento di grazie il Vangelo della gioia. Questo si trova dentro la Parola, la Chiesa, il Vangelo, "evangelo", Buona Novella. Questo si trova specialmente inscritto nell'odierna Domenica, chiamata Domenica "gaudete".


6. "La venuta del Signore è vicina".

Si, carissimi fratelli e sorelle, la venuta del Signore è vicina perché è alle porte il Natale, nascita di Gesù nel grembo verginale di Maria; ma è vicina pure perché la vita, anche la più longeva, è destinata a finire nel tempo per aprirsi all'eternità.

Il tempo è breve (cfr. 1Co 7,29). Ecco, ora il momento favorevole, ora il giorno della salvezza (cfr. 2Co 6,2).

Facciamo tesoro del tempo, per il bene delle nostre anime.

Gesù viene. Vieni, Signore, a salvarci! Amen.

Data: 1992-12-13 Data estesa: Domenica 13 Dicembre 1992


GPII 1992 Insegnamenti - Udienza: ai partecipanti all'incontro internazionale sul tema "La regolazione naturale della fertilità: l'autentica alternativa" - Città del Vaticano (Roma)