GPII 1993 Insegnamenti - Messa con i Vescovi presenti a Denver - Colorado

Messa con i Vescovi presenti a Denver - Colorado

Titolo: La pietra su cui Cristo edifico la sua Chiesa

"...Su questa pietra edifichero la mia Chiesa..." (Mt 16,18).

Cari Confratelli Vescovi,


1. Queste parole di Cristo, che egli pronuncio vicino a Cesarea di Filippo, riecheggiano nuovamente oggi nella Cattedrale di Denver. Qui in Colorado, ai piedi delle Montagne Rocciose, esse acquistano un particolare significato. Che cos'è questa pietra sulla quale Cristo edifica la sua Chiesa? O piuttosto, chi è questa pietra? E' in questo ordine che si pongono le domande suggerite dalle parole di Cristo.

Illuminato dalla grazia della rivelazione, Simone dice chi è Gesù: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente" (Mt 16,16). Il Padre stesso comunica la verità su Gesù a Pietro, nel quale questa verità prende vita attraverso la sua obbedienza nata dalla fede (Cfr. Rm 16,26). "Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l' hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli" (Mt 16,17). Prima Pietro riceve l'intima rivelazione della verità nel suo cuore, poi confessa questa verità con le sue labbra.

Rispondendogli, Gesù dice chi è Simone - "Tu sei Pietro" (Mt 16,18); cioè tu sei pietra. E' la persona di Pietro, nella misura in cui confessa la fede apostolica, la pietra vivente, assimilata a Cristo come fondamento della Chiesa (Cfr. Ep 2,20).

Questa è la pietra sulla quale Cristo sin dall' inizio edifico la sua Chiesa.


2. Dall'altare della Cattedrale di Denver saluto calorosamente ognuno di voi, che partecipate alla Giornata Mondiale della Gioventù. Voi siete qui, proprio come me, per fedeltà verso il nostro specifico ministero nella Chiesa. Siamo qui per stare con i giovani pellegrini, in questi giorni in cui siamo testimoni della grazia dello Spirito Santo, che opera in tanti generosi giovani cuori.

In un certo senso noi, i Pastori, siamo stati chiamati qui dai giovani stessi. La loro risposta alla Giornata Mondiale della Gioventù indica chiaramente che essi hanno percepito qualcosa di ciò che l'Eterno Padre rivela ai "piccoli" (Cfr. Mt 11,25). Essi sono ansiosi di sapere di più, di penetrare più profondamente nel mistero di Cristo e della Chiesa. Essi sanno che il Padre può aprire loro questa porta, proprio come rivelo il cuore del mistero a Pietro a Cesarea di Filippo.

In questo cammino interiore della grazia noi Vescovi e sacerdoti abbiamo una grande responsabilità. Siamo sempre pronti ad aiutare i giovani a scoprire gli elementi trascendenti della vita cristiana? Dalle nostre parole e azioni essi deducono che la Chiesa è veramente un mistero di comunione con la Santissima Trinità e non semplicemente un'istituzione umana con obiettivi temporali? Attraverso il nostro ministero i giovani qui presenti devono poter scoprire soprattutto che essi sono dei templi di Dio e che lo spirito di Dio abita in loro (Cfr. 1Co 3,16).

Questi sono giorni in cui la luce del Vangelo deve brillare davanti a loro con particolare splendore.

Poiché essi sono la Chiesa di oggi e di domani - la Chiesa che sorge sulla pietra della Verità Divina, sulla pietra della fede apostolica. La chiesa del Terzo Millennio ha bisogno di essere profondamente radicata nel cuore della nuova generazione dei figli e delle figlie del Dio Vivente.


3. Venerabili e cari fratelli! Raccomandiamo questi giorni a Maria, la Sede della Sapienza. Affidiamole tutti i giovani che si sono riuniti qui. Affidiamole la Chiesa dei giovani in tutto il mondo, in ogni Paese e in ogni continente.

Affidiamo alle sue preghiere noi stessi e i nostri confratelli sacerdoti, tutti coloro che vivono la vita consacrata, tutti i nostri fratelli e le nostre sorelle nella fede. Possa lei guidare il nostro mistero qui a Denver. E possa tutta questa esperienza della Giornata Mondiale della Gioventù essere per noi un risveglio della fiducia verso le "chiavi del regno dei cieli" che Cristo ha affidato alla Chiesa nella persona di Pietro (Cfr. Mt 16,19). Amen.Data: 1993-08-13 Data estesa: Venerdi 13 Agosto 1993

"Via Crucis" con i giovani a Denver - Colorado

Titolo: La sola speranza del mondo

"Ecco I 'agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo" (Cfr. Jn 1,29).


1. Accusato davanti a un giudice che condanna più per paura e cinismo che per convinzione, Gesù è una vittima dell'orgoglio umano e della giustizia corrotta.

Torturato e deriso, egli è l'immagine di ciò che gli esseri umani sono capaci di fare agli altri quando i loro cuori sono induriti e la luce della coscienza è offuscata.

Ma agli occhi del Padre Gesù è l'amato Figlio, l'Agnello innocente che va al sacrificio per i nostri peccati: "Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo guariti" (Is 53,5).

Da questo sacrificio di se stesso scaturiscono il perdono e la riconciliazione per tutti. Anche sulla Croce Gesù ebbe parole d'amore: "Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno" (Lc 23,34).

Questo amore si estende a tutti senza eccezione. Il Vangelo di San Giovanni ricorda le parole profetiche: "Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto" (Jn 19,37). Dal suo costato colpito dalla lancia di un soldato usci sangue e acqua (Cfr. Jn 19,34), il segno della grazia donatrice di vita che riempie la Chiesa di nuova vita, la nuova vita che giunge a noi attraverso i sacramenti.


2. Giovani della Giornata Mondiale della Gioventù, in questa Via Crucis avete guardato il volto di Cristo sofferente e avete adorato il Signore innalzato tra terra e cielo. Di fronte a questa terribile ingiustizia e a queste terribili sofferenze solo le parole che Dio disse attraverso il profeta Isaia possono trasformare la nostra angosciata tristezza in speranza: "Ecco, il mio servo avrà successo sarà innalzato, onorato, esaltato grandemente...

Dopo il suo intimo tormento... il giusto mio servo giustificherà molti, egli si addosserà la loro iniquità ...mentre egli portava il peccato di molti e intercedeva per i peccatori" (Is 52,13 Is 53,11-12).

Giovani, voi costituite una parte speciale dell' eredità di Cristo, persone conquistate dall' amore del Redentore.

Prendete coraggio di fronte alle difficoltà e alle ingiustizie della vita. Impegnatevi nella lotta per la giustizia, la solidarietà e la pace nel mondo. Offrite le vostre giovani energie e i vostri talenti per costruire una civiltà di amore cristiano. Siate testimoni dell'amore di Dio per gli innocenti e i deboli, per i poveri e gli oppressi.


3. La Via Crucis vi ha condoni al cuore del mistero dell'amore redentore di Dio, il mistero che è al centro della vita della Chiesa, il mistero che è il nucleo di ogni testimonianza e insegnamento cristiani. Sono molte le cose su cui riflettere e per cui pregare. La Giornata Mondiale della Gioventù ha raggiunto un momento di particolare intensità. Qui l'esempio di Maria può indicarci la via per proseguire: "Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore" (Lc 2,19).

Vi esorto a creare un clima di silenzio e riflessione affinché una sempre maggiore consapevolezza del mistero possa crescere in ciascun giovane qui convenuto. Preghiamo affinché l' Amore che Dio riversa nei nostri cuori attraverso lo Spirito Santo (Cfr. Rm 5,5) non venga bloccato o ostacolato da distrazioni effimere.

In questo silenzio possiate raggiungere la pace interiore, una pace che può essere resa più profonda e posseduta più pienamente attraverso il Sacramento della Riconciliazione - "E' stato Dio infatti a riconciliare a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione... Vi supplico in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio" (Cfr. 2Co 5,19-20).

Mi auguro che vi rivolgiate ai molti sacerdoti qui presenti. Nel Sacramento della Penitenza essi sono per voi ambasciatori dell'amorevole perdono di Cristo.


4. Il primo giorno della settimana, all'alba, le donne si recarono alla tomba.

Trovarono la pietra rimossa e un messaggero che disse: "Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risuscitato. Ricordatevi come vi parlo quando era ancora in Galilea, dicendo che bisognava che il Figlio dell'uomo fosse crocifisso e risuscitasse il terzo giorno" (Lc 24,5-7).

La nuova Vita scaturita dalla Risurrezione è la sola speranza del mondo.

Nel nome di Cristo, nel nome della Chiesa, nel nome di un'umanità bisognosa: vi esorto ad avere in voi questa nuova Vita! Siate testimoni di questa nuova Vita per il mondo che vi circonda.

Data: 1993-08-13 Data estesa: Venerdi 13 Agosto 1993

Messa per i delegati del Forum dei Giovani a Denver - Colorado

Titolo: Cristo manda coloro che sono giunti a conoscere il mistero della sua persona

"Andate in tutto il mondo" (Mc 16,15).


1. Le ultime parole di Cristo ai suoi Apostoli nel Vangelo di San Marco sono le seguenti: "Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura".

Questo è il mandato missionario. Questo è il comandamento con il quale comincio la grande espansione della Chiesa dal primo gruppo di discepoli a Gerusalemme alla grande famiglia cristiana diffusa in tutto il mondo. La Chiesa vive in ogni popolo e in ogni nazione: come è reso evidente qui dalla vostra presenza, giovani rappresentanti del Forum Internazionale della Gioventù, provenienti da quasi tutti i Paesi del mondo.

Cristo ha rivolto queste parole di sfida agli Apostoli; gli stessi ai quali qualche tempo prima aveva già detto: "Seguitemi" (Mc 1,17). Egli aveva detto: "Seguitemi" ad ognuno, individualmente, in modo personale. E fra quell' invito iniziale e l' invio finale "in tutto il mondo", ognuno di quei discepoli ha vissuto un'esperienza, un processo di crescita, che lo ha preparato intimamente all'enorme sfida e alla grande avventura, rappresentate dall'esser inviati da Cristo. Prima Cristo invita, poi rivela se stesso più pienamente, e in seguito invia. Egli invita per farsi conoscere da coloro che desidera mandare. Egli manda coloro che sono giunti a conoscere il mistero della sua persona e del suo regno.

Poiché il Vangelo deve essere annunciato tramite la forza della loro testimonianza. E la forza della loro testimonianza dipende dalla conoscenza e dall'amore di Gesù Cristo stesso. Ogni Apostolo deve essere in grado di identificarsi con ciò che dice la Prima Lettera di Giovanni: "Ciò che era fin da principio, ciò che noi abbiamo udito, la responsabilità cristiana che siete chiamati a e ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato - ossia il Verbo della vita" (1Jn 1,1).


2. La stessa esperienza del Vangelo permea l 'intera Giornata Mondiale della Gioventù. I giovani che si sono riuniti qui da ogni parte del mondo, e voi in particolare, partecipanti al Forum Internazionale della Gioventù, siete coinvolti in un processo simile: a un certo punto Cristo è entrato nelle vostre vite e vi ha invitato ad avere una maggiore consapevolezza della vostra consacrazione battesimale; con la grazia di Dio e con l'aiuto di una comunità di credenti voi siete cresciuti nella comprensione della vostra identità cristiana e del vostro ruolo nella Chiesa e nella società. Come cattolici maturi, avete iniziato a svolgere una parte attiva nell'apostolato. Denver è l' apice delle innumerevoli esperienze di questo tipo. Nelle vostre famiglie, parrocchie, scuole, associazioni e movimenti cattolici, è stato piantato il seme di una fede genuina ed è cresciuto fin quando avete udito nei vostri cuori l'eco di quelle parole originali: "Vieni e seguimi" (Lc 18,22) Ognuno di voi ha seguito una strada diversa, ma non siete stati soli in questo che viaggio. In ogni fase la Chiesa vi ha assistito e nella catechesi che ogni giorno viene offerta in incoraggiato, attraverso i suoi ministri, i suoi religiosi, e molti membri attivi del laicato. Il cammino ha infine condotto al Forum Internazionale della Gioventù. E ora, qui a Denver, vi trovate di fronte alla sfida di riconoscere le piene implicazioni delle parole del Signore: "Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo" (Mc 16,15).

Si, Cristo, il Signore, è proprio il centro della Giornata Mondiale della Gioventù, e continua a invitare molti giovani a unirsi a lui nel sublime compito di diffondere i1 suo Regno Egli è qui perché la Chiesa è qui. Egli è qui nell'Eucaristia, e attraverso il ministero dei suoi sacerdoti e dei suoi Vescovi, in unione con il Successore di Pietro. Cristo è qui attraverso la fede e l'amore di così tanti giovani che si sono preparati spiritualmente per questo Incontro e hanno lavorato molto e fatto sacrifici per poter compiere questo pellegrinaggio di speranza e di impegno.


3. In un certo senso, il Forum Internazionale della Gioventù rappresenta il nucleo della Giornata Mondiale della Gioventù. Non solo state pregando e riflettendo sul tema della Vita in abbondanza che Cristo venne a donarci (Cfr. Jn 10,10), ma state anche confrontando le esperienze dell'apostolato in diverse parti del mondo, per imparare l' uno dall' altro e essere confermati nella responsabilità cristiana che siete chiamati a esercitare fra i vostri coetanei. Solo un grande amore per Cristo e per la Chiesa vi sosterrà nell' apostolato che vi attende al vostro ritorno.

Come responsabili nel campo dell'apostolato giovanile, il vostro compito è di aiutare le parrocchie, le diocesi, le associazioni e i movimenti a essere realmente aperti alle necessità personali sociali e spirituali dei giovani.

Dovrete trovare il modo per coinvolgere i giovani in progetti e attività di formazione, spiritualità e servizio, rendendoli responsabili di se stessi e del proprio lavoro, e preoccupandovi di non isolare loro e il loro apostolato dal resto della comunità ecclesiale. I giovani devono essere in grado di vedere la rilevanza pratica dei loro sforzi tesi a soddisfare i bisogni reali delle persone, in particolare dei poveri e degli emarginati. Essi dovrebbero inoltre essere in grado di capire che il proprio apostolato fa parte pienamente della missione della Chiesa nel mondo.

Non abbiate paura! Quella di Denver, come le precedenti Giornate Mondiali della Gioventù, è un tempo di grazia: un grande raduno di giovani, che parlano diverse lingue, ma tutti uniti nel proclamare il mistero di Cristo e della nuova Vita che Egli offre. Ciò è particolarmente evidente nella catechesi che ogni giorno viene offerta in varie lingue. Nella preghiera e nel canto, molte lingue diverse risuonano nella lode a Dio. Tutto ciò fa di Denver un riflesso di ciò che accadde a Gerusalemme durante la Pentecoste (Cfr. Ac 2,1-4). Al di là di tutte le diversità dei giovani riuniti qui - diversità di origine, di razza e di linguaggio - lo Spirito della Verità creerà una profonda e vincolante unità di impegno e di nuova evangelizzazione, in cui la difesa della vita umana, la promozione dei diritti dell'uomo e di una civiltà dell'amore sono compiti urgenti.


4. Impegnarsi per la nuova evangelizzazione significa che siamo convinti di avere qualcosa di prezioso da offrire alla famiglia umana all'alba del nuovo millennio.

Tutti quelli fra noi che sono venuti qui - i giovani e i loro Pastori, i Vescovi e il Papa - devono essere consapevoli che non è sufficiente offrire una "sapienza meramente umana quasi scienza del buon vivere" (RMi 11). Dobbiamo essere convinti del fatto che possediamo "una perla di grande valore" (Cfr. Mt 13,46), un grande "tesoro" (Cfr. Mt 13,44), che è fondamentale per l' esistenza terrena e per la salvezza eterna di ogni membro della razza umana.

L'invocazione del Profeta Isaia, narrato nella prima Lettura di questa Messa, può iniziare a svelarci il mistero. Ogni qual volta Dio comunica con un essere umano, l'essenza di quella comunicazione è una rivelazione della sua santità: "I miei occhi hanno visto il re, il signore degli eserciti... Santo, santo, santo è il Signore degli eserciti" (Is 6,5 Is 6,3). E la nostra risposta non può essere che una gioiosa apertura a quella gloria divina e l'accettazione delle sue implicazioni per il significato e lo scopo della nostra vita.

L'ineffabile esperienza della santità di Dio continua a vivere nella Chiesa. Ogni giorno, proprio al centro della liturgia eucaristica ripetiamo le parole: "Santo, santo, santo è il Signore, Dio onnipotente. I cieli e la terra sono pieni della sua gloria" (Cfr. Is 6,3).

Questo tesoro continua a vivere nella Chiesa perché la santità di Dio si rivela in tutta la sua pienezza attraverso Gesù Cristo: "E Dio che disse: Rifulga la luce dalle tenebre, rifulse nei nostri cuori, per far risplendere la conoscenza della gloria divina che rifulge sul volto di Cristo" (2Co 4,6).

La santità di Dio rifulge in Cristo, l'Emmanuele, Dio con noi. Guardate, "il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi, e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre" (Jn 1,14) - e noi lo abbiamo visto, lo abbiamo udito e toccato: presso il lago di Galilea, sul monte delle Beatitudini, sul Monte Tabor, sul Golgota, lungo la strada di Emmaus, nell'Eucaristia, nella preghiera, nell'esperienza tangibile di ogni vocazione, in particolare quando il Signore chiama alcune persone a seguirlo più intimamente lungo il cammino della consacrazione religiosa o del ministero sacerdotale. Sappiamo che Cristo non abbandona mai la sua Chiesa. In un periodo come questo, in cui molti sono confusi riguardo le verità e i valori fondamentali su cui costruire la propria vita e perseguire la loro salvezza eterna, quando molti cattolici corrono il pericolo di perdere la fede - la perla di grande valore - quando non c'è un numero sufficiente di sacerdoti, di religiosi e di religiose per sostenere e per guidare, di religiosi contemplativi per far sempre presente alle persone il senso dell'assoluta supremazia di Dio, noi dobbiamo essere convinti che Cristo bussa a molti cuori, e cerca giovani come voi da mandare nella vigna, dove è pronta un' abbondante messe.


5. "Pero noi" esseri umani "abbiamo questo tesoro in vasi di creta" (Cfr. 2Co 4,7). Per questo, spesso abbiamo paura delle richieste dell'amore del Redentore.

Noi possiamo placare la nostra coscienza offrendo noi stessi, ma in modi limitati e parziali, o in modi che piacciono a noi - non sempre nei modi che suggerisce il Signore. Tuttavia, il fatto che portiamo questo tesoro in vasi di creta rende evidente che la sua "potenza straordinaria viene da Dio e non da noi (Ibidem 2Co 4,7).

Laddove giovani uomini e donne permettono alla grazia di Cristo di operare in loro e di produrre nuova Vita, la potenza straordinaria dell'Amore divino si libera nelle loro vite e nella vita della comunità. Essa trasforma le loro inclinazioni e il loro comportamento, e spinge inevitabilmente altri a intraprendere lo stesso cammino avventuroso. Questa potenza viene da Dio e non da noi.

Colui che vi ha invitato a Denver, e che può chiamarvi a ogni stadio del vostro pellegrinaggio attraverso la vita, desidera che voi possediate il tesoro di conoscerlo più pienamente. Egli desidera occupare il primo posto nei vostri cuori, e quindi purifica il vostro amore e saggia il vostro coraggio. La realizzazione della sua presenza, nascosta e pur certa, agisce come un carbone ardente che tocca le vostre labbra (Cfr. Is 6,7) e vi rende in grado di ripetere l'eterno "Si" del Figlio, come dice la Lettera agli Ebrei: "Ecco, io vengo - poiché di me sta scritto nel rotolo del libro - per fare, o Dio, la tua volontà" (He 10,7). Quel "Si" ha guidato ogni passo del Figlio dell'Uomo: "Ma Gesù rispose loro: in verità, in verità, in verità vi dico, il Figlio da sé non può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre" (Jn 5,19). E Maria pronuncio lo stesso "Si" al disegno di Dio per la sua vita: "Avvenga di me quello che hai detto" (Lc 1,38).


6. Cristo chiede ai giovani della Giornata Mondiale della Gioventù: "Chi mandero?" (Is 6,8).

E, con fervore, ognuno risponda: "Eccomi, manda me!" (Is 6,8).

Non dimenticate le necessità delle vostre terre! Ascoltate il grido dei poveri e degli oppressi nei paesi e nei continenti da cui venite! Siate certi che il Vangelo è l'unica via di autentica liberazione e salvezza per i popoli del mondo: "La tua salvezza, o Signore, è per tutti i popoli" (Salmo responsoriale, Ps 95).

Tutti coloro che, in risposta all'invito di Cristo, giungono a Denver per partecipare alla Giornata Mondiale della Gioventù devono ascoltare le sue parole: "Andate...e predicate il Vangelo" (Mc 16,15).

Preghiamo con fervore il Signore della messe affinché i giovani del mondo non esitino a rispondere: "Eccomi, manda me!" "Manda noi!". Amen.Data: 1993-08-14 Data estesa: Sabato 14 Agosto 1993

Celebrazione della Parola per i fedeli di Denver - Colorado

Titolo: La Chiesa unita a Cristo come comunione visibile di persone

"Il monte del tempio del Signore sarà elevato sulla cima dei monti" (Is 2,2).

Cari fratelli e sorelle in Cristo, Caro Arcivescovo, Pastore di questa amata Chiesa di Denver,


1. Arrivando a Denver ho alzato lo sguardo verso lo splendore delle Montagne Rocciose, la cui maestà e potenza ricordano che tutto il nostro aiuto viene dal Signore, che ha fatto cielo e terra (Cfr. Ps 121,1). Lui solo è la roccia della nostra salvezza (Cfr. Ps 89,26). Dio mi ha concesso la grazia di unire la mia voce alle vostre nel lodare e ringraziare il Padre Celeste per le "grandi opere" di Dio (Ac 2,11) che Egli ha compiuto da quando il Vangelo è stato annunciato per la prima volta in questa regione.

Oggi saluto tutti coloro che Cristo - il "pescatore di uomini", il Pescatore divino - ha raccolto nella rete della sua Chiesa. "Nel profondo affetto di Cristo Gesù" (Ph 1,8), ringrazio Mons. Stafford, Arcivescovo di Denver, Mons.

Hanifen, Vescovo di Colorado Springs, Mons. Tafoya, Vescovo di Pueblo, Mons. Hart, Vescovo di Cheyenne, e gli altri Cardinali e Vescovi presenti: i sacerdoti, i religiosi, le religiose e ognuno di voi, per essere "saldi nella fede, nell' amore e nella pazienza" (Tt 2,2).

Saluto cordialmente il Governatore del Colorado, il Sindaco di Denver e i rappresentanti delle altre Chiese, Comunità Ecclesiali ed enti religiosi. La vostra presenza ci incoraggia a continuare a lottare per una sempre maggiore comprensione tra tutte le persone di buona volontà e a lavorare insieme per una nuova civiltà dell'amore.


2. La Giornata Mondiale della Gioventù è una grande celebrazione della vita: la vita come dono divino e come mistero ineffabile. I giovani di tutto il mondo si uniscono per professare la fede della Chiesa per la quale in Gesù Cristo possiamo giungere alla verità piena sulla nostra condizione umana e sul nostro destino eterno.

Solo in Cristo gli uomini e le donne possono trovare le risposte alle domande fondamentali che li tormentano. Solo in Cristo essi possono capire a fondo la loro dignità come persone create e amate da Dio. Gesù Cristo è "il Figlio unigenito del Padre... pieno di grazia e di verità" (Jn 1,14).

Avendo ben presente l'incarnazione del Verbo Eterno, la Chiesa comprende più in profondità la propria duplice natura - umana e divina. Essa è il Corpo Mistico del Verbo fatto carne. In quanto tale, essa è inseparabilmente unita al suo Signore ed è santa in modo indefettibile (Cfr. LG 39). La Chiesa è anche lo strumento visibile di cui Dio si serve per riconciliare a sé l'umanità intrisa del peccato. Essa è il Popolo di Dio che compie il suo pellegrinaggio verso la casa del Padre. In questo senso, essa è costantemente bisognosa di conversione e di rinnovamento, e i suoi membri devono sempre sentirsi sfidati "a purificarsi e rinnovarsi, perché il segno di Cristo risplenda più chiaramente sul volto della Chiesa" (Ibidem, LG 15). Solo quando la Chiesa genera opere di autentica santità e di umile servizio, si avverano le parole di Isaia: "ad essa affluiranno tutte le genti" (Is 2,2).

Unita a Cristo come comunione visibile di persone, la Chiesa deve assumere come modello la comunità cristiana primitiva di Gerusalemme, che era assidua "nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nell' unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere" (Ac 2,42). Se la Chiesa dev'essere un segno credibile di riconciliazione di fronte al mondo, tutti i credenti, dovunque si trovino, devono essere "un cuor solo e un 'anima sola" (Ac 4,32). Dalla vostra comunione fraterna il mondo saprà che siete discepoli di Cristo!


3. I membri della Chiesa cattolica dovrebbero prendersi a cuore l'esortazione di San Paolo: di cercare sempre "di conservare l'unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace" (Ep 4,3). Con nobiltà d'animo e pazienza, riverite la Chiesa come l'amata sposa di Cristo, sempre nel pieno del suo vigore e della sua giovinezza. Nascono tantissimi problemi quando la gente pensa alla Chiesa come "propria", mentre di fatto essa appartiene a Cristo. Cristo e la Chiesa sono inseparabilmente uniti, come "una carne sola" (Cfr. Ep 5,31).

Il nostro amore per Cristo trova la sua espressione vitale nel nostro amore per la Chiesa. La polarizzazione e la critica distruttiva non trovano spazio tra "i fratelli nella fede" (Ga 6,10).

La Chiesa negli Stati Uniti è vitale e dinamica, ricca "nella fede, nella carità e nella santificazione" (1Tm 2,15).Senza dubbio, la grande maggioranza dei suoi Vescovi, sacerdoti, religiosi, religiose e laici sono devoti seguaci di Cristo e generosi servitori del messaggio evangelico dell'amore.

Cionondimeno, in un'epoca in cui tutte le istituzioni generano sospetti, la stessa Chiesa non si è salvata dalla riprovazione. Ho già scritto ai Vescovi degli Stati Uniti riguardo al dolore e allo scandalo causati dai peccati di alcuni ministri dell'altare. Ho detto loro che condivido la loro sollecitudine, specialmente la loro sollecitudine per le vittime di queste cattive azioni. Situazioni tristi come queste ci rinnovano l'invito a guardare al mistero della Chiesa con gli occhi della fede. Mentre è necessario porre in opera ogni mezzo umano per rispondere a questo male, non possiamo dimenticare che il primo e più importante mezzo è la preghiera: la preghiera ardente, umile e fiduciosa. L'America ha molto bisogno di preghiera - altrimenti perderà la propria anima (Cfr. Lettera ai Vescovi degli Stati Uniti, 11 giugno 1993).


4. Su molte questioni, specialmente quelle di natura morale, "la dottrina della Chiesa si colloca oggi in una situazione sociale e culturale che la rende ad un tempo più difficile da comprendere e più urgente ed insostituibile per promuovere il vero bene dell'uomo e della donna" (FC 30). In nessun contesto questo risulta più vero di quanto non lo sia nelle questioni riguardanti la trasmissione della vita umana e l'inalienabile diritto alla vita del nascituro.

Venticinque anni or sono, Papa Paolo VI pubblico l'enciclica Humanae Vitae. I vostri Vescovi hanno recentemente pubblicato una Dichiarazione per celebrare questo anniversario. Essi chiamano tutti "a prestare ascolto alla sapienza della Humanae Vitae e di fare dell' insegnamento della Chiesa il fondamento per una rinnovata comprensione del matrimonio e della vita di famiglia" (Conferenza Nazionale dei Vescovi Cattolici, Sessualità umana nella visione di Dio: l' "Humanae Vitae" 25 anni dopo, Conclusione). La Chiesa chiama le coppie sposate ad una procreazione responsabile, agendo come "ministri" - e non "arbitri" del piano salvifico di Dio. Dal momento della pubblicazione della Humanae Vitae sono stati compiuti dei passi significativi per promuovere i metodi naturali di pianificazione familiare tra coloro che desiderano vivere il loro amore coniugale in completa armonia con questa verità. Tuttavia, ulteriori sforzi devono essere compiuti per educare le coscienze delle coppie sposate a questa forma di castità coniugale, fondata sul "dialogo, sul rispetto reciproco, sulla comune responsabilità e sul dominio di sé" (FC 32). Mi appello in particolar modo ai giovani perché riscoprano la ricchezza della sapienza, l'integrità della coscienza e quella profonda gioia interiore che scaturisce dal rispetto per la sessualità umana intesa come grande dono di Dio, vissuta secondo la verità del significato sponsale del corpo.


5. Allo stesso modo, la costruzione di un'autentica civiltà dell'amore deve includere un imponente sforzo per educare le coscienze alle verità morali che sostengono il rispetto per la vita di fronte a ogni tentativo di minacciarla.

Nella sua instancabile sollecitudine a favore dei diritti umani e della giustizia, la Chiesa cattolica è impegnata senza ambiguità a proteggere e ad amare ogni vita umana, compresa la vita del nascituro. Essendo stata mandata da Cristo per servire i deboli, i diseredati e gli indifesi, la Chiesa ha il dovere di parlare a nome di coloro che più necessitano di protezione. E' di grande conforto il fatto che questa posizione sia condivisa da persone di molte fedi. Chi rispetta la vita deve accompagnare il proprio insegnamento sul valore di ogni vita umana con atti concreti ed efficaci di solidarietà nei confronti di coloro che si trovano in situazioni difficili. Senza la carità, la lotta per la difesa della vita mancherebbe dell'ingrediente essenziale che compone l'etica cristiana; come scrive San Paolo: "Non lasciarti vincere dal male, ma vinci con il bene il male" (Rm 12,21).

L'Arcivescovo Stafford mi ha detto della profonda preoccupazione di molti americani per la violenza urbana, intesa come un negativo "segno dei tempi" che va letto alla luce del Vangelo. La violenza è sempre il rifiuto di rispettare l'immagine e la somiglianza di Dio (Cfr. Gn 1,26-27) nel nostro prossimo, in ogni altra persona umana, senza eccezioni. La violenza, in ogni sua forma è una negazione della dignità umana. La domanda che deve essere posta è: Chi è responsabile? Gli individui hanno una responsabilità per quanto accade. Le famiglie hanno la loro responsabilità. La società ha una pesante responsabilità.

Ognuno deve essere capace di accettare la sua parte di responsabilità, inclusi i media! Il Papa sta quindi parlando contro la televisione che lo sta riprendendo! Lo ripeto ancora una volta: inclusi i media che, in parte, stanno diventando più consapevoli degli effetti che essi possono avere sul pubblico.

Posso chiedere: Chi è responsabile per i media? Chi è responsabile? E una volta che la domanda è stata posta, cosa deve essere fatto? Ognuno deve impegnarsi a promuovere un profondo senso del valore della vita e della dignità della persona umana. L'intera società deve operare per cambiare le strutture e le condizioni che portano la gente, e specialmente i giovani, alla mancanza di profondità e di stima, in sé stessi e negli altri, che conduce alla violenza. Ma dal momento che la radice della violenza è nel cuore umano, la società sarà condannata a continuare a causare la violenza, a metterla in pratica e, in certo senso, persino a glorificarla, a meno che essa non riaffermi le verità morali e religiose che, sole, sono una effettiva barriera contro l'illegalità e la violenza, perché solo queste verità sono capaci di illuminare e fortificare la coscienza. E' nostra responsabilità.

In definitiva, è la vittoria della Grazia sul peccato che conduce all'armonia fraterna e alla riconciliazione.


6. Fratelli e sorelle in Cristo, vi esorto a rinnovare la vostra fiducia nella ricchezza della misericordia del Padre (Cfr. Ep 2,4), nell' incarnazione e nella redenzione compiute dal suo beneamato Figlio, tramite la presenza vivificante dello Spirito Santo nei vostri cuori. Questo immenso mistero d' Amore è reso presente a voi tramite i sacramenti e l'insegnamento della Santa Chiesa, e la solidarietà con l' umanità pellegrina. La Chiesa, attraverso i vostri Vescovi e gli altri ministri, nelle vostre parrocchie, associazioni e movimenti, ha bisogno del vostro amore e del vostro attivo sostegno nel difendere l' inviolabile diritto alla vita e l'integrità della famiglia, nel promuovere i principi cristiani nella vita privata e pubblica, nel servire i poveri e i deboli e nel vincere ogni sorta di male con il bene.

Che Maria, "piena di grazia", interceda per la comunità cattolica del Colorado e degli Stati Uniti. Possa il suo esempio nel seguire Dio generare in ognuno di voi un amore sempre più personale verso il suo Figlio e nostro Signore Gesù Cristo. Possa ella, che è la Madre della Chiesa, insegnarvi ad amare e servire la Chiesa come lei ha amato e servito la prima comunità dei seguaci di Cristo (Cfr. Ac 1,14).

Attraverso la Chiesa, possiate voi dimorare in Cristo, il Principe della Pace e il Signore delle nostre vite.

Il Papa non ha parlato contro la libertà, specialmente contro la libertà americana. Ha invece parlato in favore della libertà, in favore di un buon uso della libertà. Solo l'uso corretto della libertà è vera libertà. E il Papa non ha parlato contro la civiltà americana, contro la televisione americana. Ha invece parlato in favore di un'autentica promozione della civiltà, della cultura e della dignità umana.

Amen.Data: 1993-08-14 Data estesa: Sabato 14 Agosto 1993


GPII 1993 Insegnamenti - Messa con i Vescovi presenti a Denver - Colorado