GPII 1993 Insegnamenti - Discorso ai sacerdoti, ai religiosi, alle religiosi e ai seminaristi - Mazara del Vallo

Discorso ai sacerdoti, ai religiosi, alle religiosi e ai seminaristi - Mazara del Vallo

Titolo: Contrastate con il vostro ministero la mentalità mafiosa ispiratrice di sfide per la vostra attività pastorale




1. Vi saluto tutti con affetto, carissimi Sacerdoti, Religiosi, Religiose e Seminaristi di questa diletta Diocesi di Mazara del Vallo, che vi siete raccolti nella Chiesa Cattedrale per incontrare il successore di Pietro. Vi ringrazio per la vostra calorosa accoglienza. In particolare, rivolgo un cordiale pensiero al vostro Pastore, il carissimo Mons. Emanuele Catarinicchia, che ringrazio per le belle parole che mi ha indirizzato a nome vostro. In questo brevissimo incontro, che pur realizza una singolare esperienza ecclesiale, vorrei poter raggiungere ciascuno con un cordiale abbraccio nel Signore. Desidero innanzitutto ringraziarvi per il servizio che rendete alla Chiesa. Proseguitelo generosamente in comunione d'intenti e di cuore con il vostro Vescovo, operando con piena disponibilità per i comuni obiettivi pastorali della Comunità diocesana. Il vostro ministero non è certo facile: esso a volte si trova a dover contrastare una mentalità mafiosa, ispiratrice di atteggiamenti che rappresentano sfide poderose per la vostra attività pastorale. Nel prendere atto di quanto l'Episcopato ed il Clero siciliano hanno fatto per risanare quest'Isola dalla piaga della mafia, esorto tutti a perseverare con rinnovata fiducia in questo impegno di fondamentale importanza per il futuro dell'intera comunità. Siate particolarmente vicini ai giovani, troppe volte frastornati dai molteplici richiami della società attuale, tentati spesso dal successo facile, dalla droga e dalla violenza. Sappiate essere per loro degli autentici pedagoghi, in grado di aiutare le loro personalità in via di maturazione a scoprire dentro di sé la verità e la libertà del progetto di Dio.


2. A voi, Religiosi e Religiose, è stata affidata la grande missione di essere testimoni della radicalità del Vangelo e del primato dell'amore di Dio. Sappiate perciò proporre al mondo contemporaneo una generosa testimonianza dei valori dello spirito, in piena comunione con il presbiterio diocesano e mettendo a servizio della Chiesa i carismi propri di ogni vostro Ordine ed Istituto. Ringrazio in particolare voi, Religiose, per l'esempio che date di inserimento nell'insieme della pastorale sia diocesana sia parrocchiale e vi esorto a proseguire in questa preziosa collaborazione, senza mai perdere di vista lo spirito della vostra consacrazione, ma nutrendolo con l'assidua preghiera e l'ascolto del Signore.


3. Il mio affettuoso pensiero è ora per voi, cari Seminaristi, la pupilla dell'occhio della Comunità diocesana. Mentre ringrazio il Signore per la consolante ripresa delle vocazioni sacerdotali e religiose registrata in questi ultimi anni, esorto voi, cari giovani, speranza di questa amata Chiesa, ad un impegno sempre maggiore nella vostra formazione umana e spirituale. La formazione, carissimi Fratelli e Sorelle, è per tutti uno sforzo costante che vi deve accompagnare lungo l'intera esistenza, rendendovi sempre pronti a rispondere alle numerose sfide dell'attuale momento storico. Una formazione che si basi essenzialmente sull'orazione e sulla carità, autentico amore per il Signore e dono gratuito di sé agli altri.

Affido quest'auspicio come pure ogni vostro progetto pastorale alla Vergine Santa, Regina degli Apostoli, mentre imparto a ciascuno l'Apostolica Benedizione.

Data: 1993-05-08 Data estesa: Sabato 8 Maggio 1993

Il saluto alla cittadinanza durante l'incontro nella Piazza della Repubblica - Mazara del Vallo

Titolo: "In nome di Cristo vi porto l'annuncio del Vangelo che deve illuminare le scelte della vostra città"

Carissimi fratelli e sorelle,


1. Vi saluto tutti con affetto e vi sono grato per la vostra calorosa accoglienza.

Ringrazio il Signor Sindaco per le cortesi parole con cui ha interpretato i comuni sentimenti, presentando le caratteristiche di questo territorio, dove, nove secoli or sono, la comunità cristiana raggiungeva la sua piena maturità con la costituzione in Diocesi. Saluto con affetto e stima il Pastore di questa Chiesa, Mons. Emanuele Catarinicchia, e con lui i Sacerdoti, i Religiosi, le Religiose e l'intera comunità dei credenti. Saluto le Autorità civili e militari presenti. Il Successore di Pietro è lieto di venire oggi tra voi come pellegrino di pace e missionario del Vangelo. Durante novecento anni, quante vicende hanno segnato le sorti di questa terra e della sua gente! Mazara del Vallo è un crocevia tra la civiltà europeo-cristiana e quella arabo-musulmana. Essa vive continuamente la sfida della tolleranza e del dialogo. Qui, il fenomeno dell'immigrazione africana è così consistente da assegnare alla vostra Città e Diocesi il primato della presenza straniera in rapporto alla popolazione residente, si da comportare complessi problemi sociali, soprattutto riguardo al lavoro. La vostra grande risorsa, carissimi, è da sempre il mare, un mare generoso, ma proprio per questo sfruttato e conteso, fino a diventare purtroppo luogo di deprecabili scontri. Le difficoltà che incontrate non spengono tuttavia in voi la volontà di ricercare un reale progresso per tutti. Sapete bene, pero, che ogni autentico sviluppo non può fondarsi sul solo profitto economico, il quale anzi, se assolutizzato, porta alla corruzione. E' indispensabile che l'intera comunità civile cresca e si fondi su forti valori morali, e la fonte di tali valori, voi ne siete consapevoli, è spirituale! Solo la luce della coscienza e della legge morale permette di trovare soluzioni eque alle gravi questioni che si incontrano nella vita di ogni giorno e nell'organizzazione della società.


2. Breve, purtroppo, è la mia visita. Essa si ricollega idealmente a quella del 1982 nella Valle del Belice e vuol essere un segno di incoraggiamento, un invito alla speranza per tutti. Carissimi abitanti di Mazara del Vallo, il Papa vi è vicino, vi stima e vi vuole bene. E' oggi tra voi per stringervi in un ideale abbraccio di pace. In nome di Cristo, egli vi reca l'annuncio gioioso del Vangelo che è fermento di novità e di fraterna solidarietà. Il messaggio evangelico illumini le scelte della vostra Città, renda salda l'unità delle famiglie; incoraggi l'impegno dei giovani e apra il cuore di tutti all'accoglienza, al servizio verso i fratelli.

Accompagno questi miei sentimenti con l'assicurazione di un costante ricordo nella preghiera, mentre di cuore imparto a ciascuno la mia Benedizione.

Data: 1993-05-08 Data estesa: Sabato 8 Maggio 1993

Omelia durante la Messa sul lungomare dedicato a San Vito, Patrono della città - Mazara del Vallo

Titolo: "Il Signore cammina con voi. Non siete soli, non sentitevi soli"




1. "Intanto la parola di Dio si diffondeva e si moltiplicava grandemente il numero dei discepoli" (Ac 6,7). così leggiamo, carissimi Fratelli e Sorelle, negli Atti degli Apostoli. E' la narrazione, appassionata e commossa, della faticosa, ma inarrestabile realizzazione della promessa del Signore: la progressiva diffusione del Vangelo fino ai confini della terra partendo da Gerusalemme, luogo della Risurrezione di Gesù e della prima effusione dello Spirito sui discepoli. Non è il resoconto orgoglioso di un successo umano, non è neanche la compiaciuta costatazione della travolgente azione di una forza taumaturgica. E' piuttosto la contemplazione attonita dell'efficacia della Parola salvifica che, senza particolari mezzi umani, senza spettacolarità e clamore, si espande progressivamente e conquista i cuori. Certo, la collaborazione umana svolge la sua parte: è la predicazione coraggiosa dei primi testimoni oculari, è lo sforzo di chiarimento e di assimilazione delle esigenze della fede, è l'impegno di tutta la Comunità per rendere il messaggio evangelico accessibile alla gente di ogni cultura. Di tutto ciò gli Atti degli Apostoli, ma anche gli altri scritti del Nuovo Testamento, offrono un resoconto ricco ed affascinante. La crescita della Chiesa non si riduce tuttavia ad una semplice espansione quantitativa. I nuovi elementi che vengono via via "aggregati" alla comunità non costituiscono una folla anonima e informe. Sono persone che si confrontano con l'annuncio della salvezza e fanno una scelta che impegna la loro vita. La fede penetra nella profondità del loro cuore, lo trasforma e lo illumina, rendendolo capace di cooperare con matura e responsabile libertà alla costruzione dell'edificio ecclesiale.


2. Questo afferma la Prima Lettera di Pietro quando dice: "Anche voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale" (2,5).

Ecco, carissimi Fratelli e Sorelle! La Chiesa è un "edificio spirituale", costituito dalle "pietre vive" che sono gli uomini e le donne rigenerati in Cristo. Gesù è la "pietra angolare, scelta, preziosa", sul cui fondamento la Chiesa, sotto l'azione dello Spirito, va edificando se stessa lungo i secoli.

Quasi a mettersi in guardia dalle ricorrenti tentazioni della superficialità e del clamore, o anche della delusione e della stanchezza, la Prima Lettera di Pietro ci ricorda che il fondamento vero della Chiesa è nel profondo: è in Cristo, crocifisso e risorto. In lui il cristiano è chiamato a "radicarsi", per trovare così la forza di corrispondere appieno all'amore salvifico di Dio.


3. E' Cristo dunque la radice da cui prende vita e si diffonde anche la Chiesa di Mazara del Vallo, carissimi Fratelli e Sorelle. Le parole bibliche poc'anzi ascoltate paiono un invito a riflettere sulla grandezza del dono che ogni credente ha ricevuto: "Voi siete la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa, il popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere meravigliose di lui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua ammirabile luce" (1P 2,8-9). Per il popolo cristiano è, questa, una elezione deliberata, una chiamata a partecipare alla regalità del sacerdozio di Cristo. E la grandezza di tale vocazione rende pressante il dovere dell'annuncio. L'intero mondo attende, infatti, con ansia il racconto delle "opere meravigliose" del Signore. Gli uomini anelano a dare un senso vero alla loro gioia e alla loro sofferenza, un oggetto sicuro alla loro insopprimibile speranza, una risposta appagante all'inquietudine a volte angosciante del loro cuore. Spetta alla Chiesa corrispondere a tali attese.


4. Per tale motivo, mentre si volge a Cristo per attingere da Lui la necessaria linfa vitale, la Chiesa si volge anche al mondo per renderlo partecipe delle ricchezze di verità e di amore che le sono state affidate. E' il messaggio implicito nella parola di Pietro: "Non è giusto che noi trascuriamo la Parola di Dio per il servizio delle mense" (Ac 6,2). L'elezione dei sette diaconi esprime, ad un tempo, la centralità della Parola di Dio, che in nessun caso dev'essere trascurata, e la necessità della sua espressione nel servizio ai fratelli. Proprio la compresenza di varie esperienze mette in luce, nella Comunità cristiana nascente, l'esistenza di diversi doni dello Spirito, di diversi "carismi". Il carisma non è affatto un'arbitraria iniziativa del singolo all'interno della Chiesa. E' piuttosto la risposta suscitata dallo Spirito ad un bisogno concreto, una risposta incarnata nelle capacità personali, confortata dall'approvazione della Comunità e garantita dall'autorità dell'Apostolo. Il carisma autentico è essenzialmente a servizio della Comunità ecclesiale.


5. Carissimi fratelli e sorelle di Mazara del Vallo, siamo chiamati a meditare attentamente la lezione degli Atti degli Apostoli, per saper discernere i "segni dei tempi", rimanendo sempre fedeli all'intramontabile verità del Vangelo. Si tratta di un invito che il Signore rivolge questa sera particolarmente alla vostra Diocesi, raccolta intorno al Successore di Pietro in occasione del nono centenario della sua fondazione, evento che essa intende celebrare soprattutto impegnandosi in un approfondito rinnovamento spirituale. Sono venuto tra voi messaggero di speranza e tutti vi saluto con grande affetto. Saluto il vostro Pastore, il carissimo Mons. Emanuele Catarinicchia, che ringrazio per le cordiali parole rivoltemi a vostro nome. Saluto il Cardinale Pappalardo, Arcivescovo di Palermo, e tutti i Presuli presenti a questo sacro rito; i Sacerdoti, stretti collaboratori del Vescovo nel ministero pastorale; i Religiosi e le Religiose, chiamati ad offrire una particolare testimonianza evangelica all'interno del popolo cristiano.

Saluto i laici attivamente impegnati nei vari campi dell'apostolato, in particolare i giovani, gli ammalati, i sofferenti. Rivolgo un deferente pensiero alle Autorità civili e militari che hanno voluto unirsi a noi in questa solenne e partecipata celebrazione liturgica. Ringrazio di cuore coloro che hanno contribuito alla preparazione della mia rapida, ma intensa Visita pastorale.


6. Durante questi nove secoli, alterne vicende hanno segnato le sorti di questa terra: si sono succedute dominazioni e civiltà, uomini e cose, il cui ricordo resta impresso nella memoria storica e nei monumenti della Città. Soprattutto Cristo vive fra voi! Già dai primi tempi dell'era nuova, e in particolare da quando, nove secoli orsono, il Gran Conte Ruggero d'Altavilla pose fine ad una lunga permanenza islamica durata quasi trecento anni e fondo questa Chiesa, il Vangelo continua ad echeggiare su queste sponde. Vero crocevia della storia fra due civiltà, la vostra Chiesa di frontiera ha rappresentato e continua a rappresentare il naturale punto di contatto e di dialogo fra mondo cristiano e mondo musulmano, fornendo notevole contributo ad una cultura di tolleranza e di pace. Tuttavia anche qui, come altrove, si avvertono i segni dell'influenza della cultura mafiosa, di forze occulte e di una crisi che va investendo sempre più i cardini ideali ed etici della società. Germoglia infatti e cresce il seme della ingiustizia sociale, del disordine urbanistico ed ambientale, della disgregazione della famiglia, della droga, del degrado amministrativo e politico. Sembra così affievolirsi la tradizionale affezione ai valori religiosi e morali, vanto della Città che si gloria di aver dato i natali al giovane patrono, il martire san Vito.

Mazara del Vallo ha un patrimonio spirituale che si è consolidato nei secoli esprimendosi, in particolare, in una profonda devozione a Cristo Salvatore e alla sua Vergine Madre, alla quale è stata intitolata fin dal suo sorgere la vostra Cattedrale. Cresciuta forse troppo in fretta, la vostra Città ha pagato lo sviluppo con un progressivo sfaldamento di quegli antichi valori spirituali sui quali si è innalzato per secoli l'edificio della sua pacifica e fattiva convivenza. La crisi concerne, tra l'altro, l'unità della famiglia, roccaforte di valori etici e religiosi, ed il mondo dei giovani privi talora di saldi riferimenti ideali e perciò esposti ai richiami fallaci di un progresso solo materiale. In una congiuntura così complessa esistono, pero, grandi segni di speranza. Sono le copiose risorse umane e spirituali, che arginano l'impeto della disgregazione morale; sono le forze attive e disinteressate del volontariato; è il vasto risveglio spirituale ed apostolico che la Diocesi sperimenta nel Sinodo, occasione privilegiata per dare risposta alle sfide del presente momento storico.


7. Carissimi Fratelli e Sorelle, il Signore cammina con voi. Non siete soli; non sentitevi soli. Stretti a Cristo, consacratevi interamente alla costruzione del suo tempio santo. I frutti abbondanti della sua misericordia premieranno, allora, i vostri sforzi e sperimenterete in misura sorprendente la gioia della comunione nell'unica fede. Riprendete con lena rinnovata un itinerario pastorale e missionario, caratterizzato da generosa carità e solidale fratellanza.


8. Quel che disse agli Apostoli Cristo ripete a voi questa sera: "Io sono la via, la verità e la vita" (Jn 14,6). Cristo è la via della Chiesa. Nella Chiesa Egli è la via di ogni uomo. Preghiamo, perché la Chiesa che è tra voi e in voi cammini su questa via. Perché la Chiesa di Mazara del Vallo guidi ogni credente su questa via.

Preghiamo, affinché su questa Via, grazie pure alla materna intercessione di Maria e dei vostri santi Patroni, questa vostra Chiesa trovi la Verità e la Vita, che è Cristo. Perché tutti siano sempre di più radicati in Lui.

Possa la nostra dimora eterna essere nella casa del Padre.

Amen!

Data: 1993-05-08 Data estesa: Sabato 8 Maggio 1993

Discorso alla cittadinanza in piazza Vittorio Emanuele - Agrigento

Titolo: "Abbiate il coraggio della pace: respingete ogni richiamo alla violenza e all'egoismo"

Carissimi fratelli e sorelle,


1. E' con profonda gioia che questa sera, dopo aver visitato Trapani, Erice e Mazara del Vallo, giungo ad Agrigento, la Città dei Templi, che Pindaro definiva, come ha ricordato poc'anzi il Signor Commissario del Comune, "la più bella città dei mortali". Ho accolto volentieri l'invito a venire in questa vostra Città, per celebrare con voi alcune significative ricorrenze, quali il nono centenario della ricostituzione della Diocesi agrigentina e della sua rievangelizzazione e il Decennio gerlandiano, col quale intendete prepararvi alle nuove prospettive di impegno apostolico in vista del terzo Millennio cristiano. Vi saluto tutti e vi sono grato per la vostra calda accoglienza. Saluto di cuore il Signor Commissario del Comune e lo ringrazio per le sue cortesi espressioni di benvenuto e per avermi illustrato la situazione della Città, sconvolta negli ultimi tempi da episodi di brutale violenza, ma animata da ferma volontà di rinnovamento e di solidale concordia. Saluto il Rappresentante del Governo italiano, come pure le Autorità della Provincia e della Regione, i Sindaci dei Comuni vicini e tutte le Autorità civili e militari presenti. Saluto con stima ed affetto il Pastore della diocesi, il carissimo Monsignor Carmelo Ferraro, i Sacerdoti, i Religiosi, le Religiose e tutte le forze vive della Comunità ecclesiale, seriamente impegnate nel cammino della nuova evangelizzazione.


2. Saluto Te, Agrigento, Città di antichissima civiltà, madre di menti eccelse e di cuori generosi! Come non ricordare che tu hai dato i natali a personalità illustri, dall'antico Empedocle al moderno Pirandello? Come non far memoria qui della lunga tradizione artistica e culturale che caratterizza la tua storia millenaria? Saluto inoltre Te, Chiesa agrigentina, intrepida nella fede, edificata dai santi Vescovi Libertino, Gregorio e Gerlando, onorata attraverso i secoli da una lunga catena di santi, che io stesso ho avuto la gioia di arricchire con la canonizzazione di Giacinto Giordano Ansalone e Giuseppe Maria Tomasi. Cittadini di Agrigento, nel nome del Risorto, sotto lo sguardo dei vostri celesti Patroni, offro a voi il mio abbraccio di pace.


3. Vengo fra voi, pellegrino del Vangelo per annunciare Gesù, il Salvatore del mondo, il Redentore dell'uomo. Sono qui per proclamare l'amore del Padre, e per rendere insieme a voi grazie a Dio dei frutti di bene che lo Spirito Santo a piene mani dispensa nei vostri cuori. In questa nobile terra, avamposto d'Italia verso il Continente africano e l'Oriente, accanto ai monumenti della passata grandezza, palpita un patrimonio vivente di valori umani e religiosi che sono la vostra maggiore e inestimabile ricchezza: l'accoglienza e l'ospitalità, il senso dell'amicizia e della famiglia, dell'onore e della fedeltà, l'originalità e lo spirito di adattamento, il rispetto dello straniero e l'amore alla terra e, più di tutto, un profondo sentimento religioso espresso particolarmente nella pietà popolare. Anch'io, venendo qui ad ammirare la splendida Valle dei Templi e le stupende architetture medioevali, sono rimasto impressionato dalla geniale generosità della gente della provincia agrigentina. Questa sera, eccomi fra voi per incoraggiarvi a proseguire senza sosta sulla linea di fede e di cultura che caratterizza questo vostro patrimonio ideale. Siano sempre Iddio e la sua Legge i punti di riferimento del vostro pensiero e del vostro agire, sia il Vangelo l'anima ed il fermento della vostra crescita civile e spirituale.


4. Purtroppo una serie di avvenimenti storici negativi, legati soprattutto al succedersi delle dominazioni e, da ultimo, la frana e il terremoto hanno segnato dolorosamente la vostra esistenza. La vostra umanità è stata profondamente umiliata, di recente, dalle gesta ignobili di sparute minoranze criminali e da affrettate generalizzazioni dell'opinione pubblica. Agrigento conosce oggi la piaga della disoccupazione, che turba la tranquillità delle famiglie e le prospettive dei giovani. Sono queste, carissimi, enormi sfide che interpellano la vostra capacità di iniziativa e vi chiamano a convergere in una convinta azione di solidale rinnovamento. Nessuno si senta sollevato da questa responsabilità. Mi rivolgo a voi, esponenti della politica, a voi, uomini del mondo del lavoro, della scuola, dei mezzi di comunicazione sociale. Le difficoltà del momento attuale rinsaldino in ciascuno la determinata volontà di offrire il proprio contributo, perché sia perseguito pienamente il bene comune, con una attenzione singolare alle fasce più deboli della società: agli anziani, ai disabili, agli emarginati, agli immigrati. Fratelli e Sorelle di questa Città, abbiate il coraggio della pace: costruite con tenacia una comunità a dimensione d'uomo, respingendo ogni richiamo alla violenza e all'egoismo. Il tempio della Concordia, unico vestigio greco rimasto indenne dall'usura dei secoli, sia per voi quasi un simbolo. Ascoltatene il richiamo all'impegno solidale, così da avanzare insieme verso un futuro più giusto e più sereno.


5. Il Signore Gesù, che ha insegnato a sentire la vita come missione e servizio, invita voi, credenti, ad essere vigilanti e a trafficare i talenti ricevuti. A voi, come ai primi discepoli, egli continua a chiedere di essere luce del mondo e sale della terra. In suo nome, anch'io vi addito le vie della speranza e dell'ardimento, della partecipazione responsabile e del fraterno impegno in ogni ambito del vivere civile. Vorrei chiedervi soprattutto di rinverdire la vostra fede, facendovi araldi della nuova evangelizzazione e costruttori di un mondo operoso e concorde.

La Vergine Santa, che con tanto amore venerate nei vostri santuari, vi illumini le coscienze, vi preservi dalla violenza e vi guidi sui sentieri dell'autentico progresso, della salda giustizia e della vera pace.

Di cuore tutti vi benedico.

Data: 1993-05-08 Data estesa: Sabato 8 Maggio 1993

Discorso ai giovani raccolti nello stadio - Agrigento

Titolo: "Gioventù della Sicilia: alzati!"

Le parole che abbiamo ascoltato erano molto ricche, molto profonde, molto mature e ho capito che questa veglia notturna, questa veglia pasquale, vi ha lasciato maturare molti problemi, molte esperienze e soprattutto la vostra fede. La maturazione del Vangelo da parte dei giovani è oggi un fenomeno che ci porta a una grande speranza, perché il Vangelo deve essere ripensato, deve essere approfondito di nuovo, vissuto con nuove energie spirituali. Questo Vangelo deve diventare di nuovo la Via, la Verità e la Vita: Cristo lo dice di sé, ma il Vangelo è Lui. E' questa una piccola introduzione al discorso che vorrei fare. Se mi vengono altri pensieri e altre riflessioni ve li diro.

Carissimi giovani di Agrigento e di tutta la Sicilia!


1. Pace a voi! (Jn 20,19). così il Cristo risorto saluto, la sera del primo giorno dopo il sabato, Pietro e gli altri discepoli, riuniti nel Cenacolo per timore dei Giudei. Con le sue stesse parole vi saluto anch'io, lieto di potervi incontrare e di aprire la giornata proprio con questa calorosa manifestazione giovanile. Saluto il vostro Vescovo, il carissimo Mons. Carmelo Ferraro, che vi ha presentati come i suoi "gioielli"; Mons. Francesco Micciché, Vescovo delegato regionale per la pastorale giovanile e gli altri Presuli presenti; saluto i Sacerdoti animatori delle vostre associazioni e movimenti ecclesiali e li ringrazio per la cura che riservano all'annuncio del Vangelo a voi e con voi. Grazie inoltre al vostro rappresentante che a nome dell'intera gioventù siciliana ha messo in luce le sfide, le difficoltà e le speranze che voi incontrate sul vostro cammino. So che da ieri sera avete vegliato pregando a lungo ed intensamente per prepararvi all'odierno nostro appuntamento. Di questo vi ringrazio. Avete voluto mettervi nell'atteggiamento giusto, per ascoltare quanto lo Spirito dice a voi giovani oggi, qui, in questa vostra terra. E lo Spirito vi ha richiamato - come sempre fa - ciò che disse Gesù. Lo Spirito di verità non parla da sé: fa risuonare in ogni tempo il messaggio di Cristo, raccolto dalla Chiesa in quel singolare Libro pulsante di vita che è il Nuovo Testamento (Cfr. Jn 16,13-15). così questa notte Gesù stesso è venuto a bussare alle vostre coscienze, al grande cuore della gioventù di Agrigento e dell'intera Sicilia qui convenuta. Egli vi ha parlato, mediante il suo Spirito, mediante la Scrittura, mediante la Chiesa e vi ha ripetuto, indirizzandosi a ciascuno personalmente: "Te lo dico io: Alzati, vieni e seguimi". Abbiamo, poi, ascoltato poco fa, altre sue parole nelle quali, senza mezzi termini, egli mette in chiaro le condizioni necessarie per seguirlo - "prendere la propria croce e andare dietro a lui" - promettendo in cambio una vita "salvata" dalla schiavitù del peccato ed aperta alla libertà, alla felicità eterna e alla gioia. E' questo un annuncio che risponde pienamente alle attese dell'uomo: risposta esaustiva anche alla profonda invocazione di vita che sale questa mattina da questo stadio, in cui pulsano le speranze dell'intera gioventù siciliana.

Stadio dei giovani, stadio del Vangelo, possiamo dire; questo stadio sportivo questa notte, oggi, stamattina, domenica pasquale, è diventato stadio del Vangelo, stadio della Risurrezione, stadio della vita. Vita che vuole sempre vincere la morte e vince la morte.


2. Viviamo tempi di rapidi e profondi mutamenti. Ci si chiede spesso, guardando con apprensione gli eventi. "Dove andare?" e "Con chi andare?". Serpeggia in diversi vostri coetanei - e voi l'avete opportunamente sottolineato poc'anzi - la paura dell'ignoto e dell'avvenire. Si è tentati di cedere, di adagiarsi nel dubbio e nello scoraggiamento, quasi stanchi di vivere e di continuare a lottare per la verità e per il bene. "Alzati!". Ecco il primo fermo invito del Signore. Gioventù della Sicilia "Alzati!": ripete Gesù suscitando in chi l'ascolta una meravigliosa forza spirituale. Giovani che mi ascoltate, si, egli vi invita a mettervi in piedi; vuole che ad Agrigento, nell'Isola e in tutto il mondo i giovani prendano in mano il loro e il nostro avvenire. Perché? Che significa "alzarsi"? Significa, prima di tutto, uscire dal guscio di una condizione che tiene bloccati, per acquisire la piena misura dell'essere uomini e donne, secondo il progetto divino.

Significa reagire alla tentazione di chiudersi nella logica del proprio tornaconto personale, che conduce sempre più lontano dalla vera identità, sino a rendere la persona irriconoscibile, dimentica completamente del "nome". Di quale nome? Il nome che portiamo tutti, che porta ciascuno di noi: figlio di Dio. Questo nome è profondamente scolpito nei nostri cuori; è scolpito da Gesù attraverso tutto il suo Vangelo, il suo essere con noi attraverso le sue opere e le sue parole e soprattutto attraverso la sua Croce e la sua Risurrezione. Quel nome: figlio di Dio, figli e figlie di Dio. Alzarsi vuol dire mettersi in cammino, un cammino di ricerca e di liberazione, di lotta al proprio egoismo e di apertura ai fratelli.

Tutti possono compiere quest'itinerario di conversione e di rinnovamento. Esso si attua innanzitutto nel fondo della coscienza di ognuno. Come racconta san Luca, nella stupenda parabola del Padre misericordioso, il figlio prodigo "rientro in se stesso e disse: ... Mi alzero..." (Lc 15,17-18). Ogni credente è chiamato a percorrere questo stesso sentiero: alzarsi in se stesso, interiormente, alzarsi dal peccato, alzarsi dall'egoismo, alzarsi dagli errori e dirigersi senza indugio verso Dio e verso il prossimo. Carissimi giovani, la Sicilia, l'Italia, il mondo intero hanno bisogno di una rinnovata giovinezza dello spirito; hanno bisogno di un'umanità giovane nel cuore e nelle intenzioni. Ecco, voi giovani siete una realtà emblematica, perché questo alzarsi palpita nei vostri cuori. Voi dovete essere questa nuova umanità, ricca di promesse e di speranze.


3. Vi chiederete: Come può avvenire questo? Colui che dice "Alzatevi!" non vi dà solo un comando. Egli stesso - possiamo dire - vi prende per mano, vi sta vicino, cammina insieme con voi, fa tutta la strada con voi, da se stesso per i fratelli, fino alla fine. Non si limita a dare un comando. No, no. Prende per mano. Che cosa è il Vangelo, che cosa è la Croce: è questo prendere per mano ciascuno di noi. E poi, Risurrezione: la forza dello Spirito Santo. Prendere per mano efficacemente, non soltanto comandare. Dare la possibilità, donare se stesso. Donando se stesso dare la forza all'uomo peccatore, all'uomo debole, all'uomo che sempre ha bisogno di una conversione. Dopo questa lunga veglia di preghiera, di meditazione, voi - sono sicuro - lo vedete meglio, più pienamente, che Colui che vi dice "Alzati", Quello è il Risorto. Colui che vi ama è il Risorto, il Signore che era morto ma ora vive per sempre ed ha il potere sopra la morte e sopra gli inferi - come leggiamo nell'Apocalisse (Cfr. Ap 1,18) -. E' Lui che vi dice "Alzati", "Alzatevi". Egli vi domanda di rinunciare agli idoli di questo mondo e scegliere Lui, Lui, l'Amore che infonde il senso totale alla nostra esistenza e vi invita a vivere la giovinezza come una primavera di gioia, come questa primavera siciliana di oggi. A vivere questa primavera nell'esaltante esperienza del dono: dono suo, dono di Cristo, dono offerto a ciascuno di noi, e poi dono di noi stessi a Lui, dono di noi stessi agli altri e, attraverso gli altri, anche a Lui. Ecco la prospettiva dell'edificazione di un'altra civiltà, di una nuova civiltà: la civiltà dell'amore. Siamo qui per dare una realtà, iniziale ma oggettiva a questo grande progetto della civiltà dell'amore. Questa è la civiltà di Gesù, questa è la civiltà della Chiesa, questa è la civiltà cristiana vera, questa è la vostra civiltà. Voi aspirate a questa civiltà, non ad un'altra: la civiltà dell'amore.

Nel Messaggio per la prossima Giornata Mondiale della Gioventù, in programma a Denver il 14-15 agosto, e alla quale so che anche voi vi state preparando, ho scritto: "Nel mistero della sua croce e della sua risurrezione, Cristo ha distrutto la morte e il peccato, ha abolito la distanza infinita esistente tra ogni uomo e la vita nuova in lui... Cristo realizza tutto ciò elargendo il suo Spirito, datore di vita, nei sacramenti; in particolare nel Battesimo... nel sacramento della Penitenza... nell'Eucaristia... La vita nuova, dono del Signore risuscitato, si irradia poi ad ogni ambito dell'esperienza umana: in famiglia, a scuola, nel lavoro, nelle attività d'ogni giorno e nel tempo libero" (Messaggio, nn. 4-5). Il Signore è leale con voi; vi dice chiaramente: "Chi non è con me, è contro di me" (Mt 12,30); vi chiama, cioè, a una scelta netta, senza compromessi: o lui, o altri "maestri", altri "pastori", che si presentano all'apparenza convincenti, ma risultano poi insidiosi e falsi. Sono coloro che vi attirano sui sentieri della criminalità, della droga, dei lavori illeciti e degradanti, dei divertimenti vuoti e superficiali. Rappresentando prima le situazioni di morte e di peccato nelle quali si imbatte un giovane oggi, voi avete sottolineato molto bene queste tentazioni e questi rischi. Non ho bisogno di parlare di più, voi lo sapete meglio di me: siete di questa terra, portate in voi la sua esperienza dolorosa. Vi dico solamente: Reagite con fermezza ad ogni fallace seminatore di egoismo e di violenza. E se qualcuno per caso si trovasse irretito nei sentieri del male e si sentisse perduto, rientrato in se stesso trovi il coraggio di tornare indietro verso la casa del Padre, come il figlio prodigo del Vangelo: "Mi alzero, mi alzero". E il Padre sempre lo attende lo attende e altro non desidera che abbracciarlo col suo perdono. Ecco la meditazione sulla parola "Alzati", "Alzatevi".


4. Poi Gesù dice "Vieni e seguimi!". Cari giovani amici, il Maestro e Signore chiama tutti. Rispondergli è decidere del proprio destino, è dare senso alla propria esistenza. Ogni risposta comporta una decisione personale in piena e libera autonomia: questa è la libertà; implica tuttavia anche una forte dimensione comunitaria e sociale. Siatene ben consapevoli. Chi vi vede prendere sul serio il vostro Battesimo, riscoprire il valore e il senso del sacramento della Confessione, accostarvi frequentemente all'Eucaristia e vivere seguendo i dettami evangelici, non può non sentirsi "contagiato"! Se uno si alza, se uno si converte, solleva con sé il mondo, lo fa alzare. E quale spinta veramente rinnovatrice potrà ricevere da tutto ciò l'intera società! La società deve essere guarita, rinnovata attraverso ciascuno di noi; ciascuno ha la sua parte in questa conversione comunitaria che costituisce la vera realizzazione della civiltà dell'amore. Parlo a una nuova generazione, parlo a giovani. So che sono da voi lontano due generazioni, ma mi sento nella vostra generazione, della vostra generazione. Non so come questo sia possibile, ma è così. Voi lo rendete possibile! Voi invitate sempre il Papa: "Vieni, parlaci!", ma io soprattutto vengo per ascoltarvi e per amarvi. Parlo a questa generazione, una generazione capace di lasciarsi rinnovare da Cristo, libera dalla paura di "tagliare via" quanto contrasta con il suo Vangelo, questa generazione cambia davvero la società, strappando dalla radice i mali e le ingiustizie che la corrompono. Una generazione che si alza in piedi e si assume le proprie responsabilità, cominciando dal chiedere perdono a Dio e ai fratelli, questa, si, trasmette novità, una novità che non dura una stagione, ma porta frutto nei figli e nei figli dei figli. Il Vangelo da duemila anni è sempre una novità, è sempre da scoprire, sempre proiettato verso l'avvenire. Non pensate che a voi, finché siete giovani, tocchi soltanto di giudicare e non anche di convertirvi. No, carissimi, "l'inizio della sapienza è il timore del Signore" (Ps 111[110],10; Pr 1,7) e l'inizio del rinnovamento, sia personale sia sociale, sta nel pentimento e nel cambiamento di mentalità. Giovani in Cristo non si nasce, ma si diventa. Cristiano si diventa in tutta la vita. Ve lo dico per la mia personale esperienza. Non è questione di età, ma di cuore; è questione di fede, di speranza e di carità; è questione di "rinascere dall'alto" (Jn 3,7), dalla sua iniziativa, dal suo amore, dall'amore di Dio, che brucia come il fuoco il nostro uomo vecchio.

Si, anche in voi, giovani, c'è un po' di questo uomo vecchio. L'amore di Dio brucia questo uomo vecchio. Bisogna cominciare questo lavoro, questa collaborazione con Gesù, quam primum. L'amore di Dio infonde in noi la sua eterna giovinezza ci ringiovanisce sempre. così mi spiego come anche io posso essere un po' giovane. Gesù, soprattutto, ma una parte di merito nel ringiovanire il Papa lo avete anche voi, voi giovani.


5. Carissimi giovani di Sicilia, se accettate di alzarvi in piedi e di andare verso di lui, il Cristo vi propone di portare come lui la croce. A tale condizione, egli farà di voi il lievito e il sale di questa terra. Ecco perché vi propone la vetta più alta, più impegnativa e più bella: la santità, il dono di voi stessi a Dio e ai fratelli. Come Egli ha dato tutto, così chiede ai suoi amici di donarsi integralmente. "Rimanete in me ed io in voi". Egli propone con dolcezza questa sua chiamata, e se la risposta è "si", apre dinanzi a voi il cammino della santità che è missione e solidarietà. Abbiamo sentito due testimonianze dei vostri coetanei, tutte e due trattavano di questo. Testimonianze stupende. Giovani siciliani, rimanete in Cristo! Non cedete ai richiami del relativismo etico; non lasciatevi abbindolare da falsi profeti. Seguite Gesù imitandolo. Ci sono vaste regioni, anche in Italia, in Europa e negli altri Continenti, che sono spiritualmente deserte, aride, prive di acqua (Cfr. Ps 63[62],2). In queste terre la Chiesa è chiamata a scavare canali di acqua viva, a tracciare sentieri di comunione e di riconciliazione, strade nuove, aperte dallo Spirito mediante gli sguardi, le parole, i gesti di persone giovani nel cuore. Per contribuire ad una simile missione, voi per primi dovete diventare serbatoi di acqua viva e coraggiosi esploratori delle vie del Vangelo. Che cosa c'è di più luminoso di una esistenza donata generosamente per la riconciliazione e per la giustizia? Ma per questo, carissimi, dovete rinascere dall'alto, dallo Spirito, dalla Croce, dalla Risurrezione e finalmente dal Padre che ci ama; dovete rimanere in Gesù amandolo e servendolo "con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze" (Dt 6,5).


6. Percorrete la strada della santità e dell'amore, con entusiasmo ed impegno.

Ascoltate Gesù, abbiate fede in lui. "Io ho vinto il mondo", egli dice. "Rimanete nel mio amore". Ed aggiunge: "Andate per il mondo, predicate il Vangelo". Ecco, la vittoria che vince il mondo è il Vangelo, è la morte e la Croce di Gesù, è la Risurrezione di Gesù. La vittoria che vince il mondo è la nostra fede, come ci insegna la prima Lettera di Giovanni (5,4). Giovani di Agrigento e di tutta la Sicilia, lasciatevi condurre dal suo Spirito e siate il segno della benedizione di Dio per tutti coloro che incontrate. Vi precede in questo cammino la Vergine di Nazareth, la Donna santificata dalla Pasqua del Figlio di Dio, che ha offerto se stessa con Cristo per la redenzione dell'intera umanità. Maria è - e questo è stupendo - la persona più nuova e più giovane che la creazione conosca: sceglietela come Madre, fedele compagna di viaggio nella scoperta e nell'accoglienza della vostra vocazione e della vostra missione. Lei vi insegnerà a donarvi senza riserve e a spendervi generosamente secondo il progetto di Dio: nella consacrazione verginale o matrimoniale, nella maternità e paternità coniugale oppure spirituale e pastorale, comunque e sempre secondo la carità di Cristo. La carità di Cristo è ricca, ricchissima, porta in sé tutte queste possibilità. Tutte queste vocazioni sono inscritte profondamente nella vita di Cristo, nella sua missione messianica, nel suo cuore. La carità è l'unica e definitiva meta di ogni credente. Vorrei dirvi ancora tante altre cose, ma il tempo scorre purtroppo veloce. Vi assicuro pero che vi porto nel cuore e vi prego di recare ai vostri amici, specialmente i più bisognosi di luce e di conforto, l'assicurazione del mio affetto e della mia preghiera. A tutti i giovani, a tutti.

Anche a quelli che non sono qui. Ora questo nostro incontro prosegue con il "Credo dei giovani di Sicilia". Sono contento di unirmi a voi per proclamare l'unica fede che ci unisce e ci rende tutti famiglia di Dio.

A ciascuno e a tutti la mia viva gratitudine avvalorata da una speciale Benedizione.

Data: 1993-05-09 Data estesa: Domenica 9 Maggio 1993


GPII 1993 Insegnamenti - Discorso ai sacerdoti, ai religiosi, alle religiosi e ai seminaristi - Mazara del Vallo