GPII 1993 Insegnamenti - Recita dell'Angelus a Castel Gandolfo - Roma


1. Esattamente un mese fa si è incontrata a Balamand, in Libano, la Commissione mista internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e le Chiese ortodosse.

L'incontro è stato ospitato con encomiabile spirito di calorosa fraternità dal Patriarca Greco Ortodosso di Antiochia, al quale va l'espressione del mio grato apprezzamento.

Prima di tale incontro, avevo invitato ad elevare preghiere per la sua buona riuscita. Oggi vorrei rinnovare il mio appello a pregare per la causa ecumenica.

Durante l'estate in corso, infatti, sono in programma ulteriori incontri ecumenici con altre Chiese e Comunità ecclesiali: ad essi si volgono gli sguardi di quanti hanno a cuore il raggiungimento della piena unità fra i cristiani.

"Che tutti siano una cosa sola..., affinché il mondo creda" (Jn 17,21): in obbedienza alla volontà del Signore, con lo sguardo fisso alla meta, proseguiamo la ricerca della piena unità, una ricerca paziente, perseverante, fiduciosa, nonostante le oggettive difficoltà.


2. Sappiamo bene qual è l'intrinseca dinamica del dialogo ecumenico. Ce lo ha esplicitamente ricordato il Concilio Vaticano Secondo: "Questo santo proposito di riconciliare tutti i cristiani della Chiesa di Cristo, una e unica, supera le doti e le forze umane".perciò il Concilio ha affermato di riporre "tutta la sua speranza nell'azione di Cristo per la Chiesa, nell' amore del Padre per noi e nella forza dello Spirito Santo" (UR 24).

Non stupisce, pertanto, l'affermazione dei Padri conciliari, secondo cui la preghiera fa parte di quel nucleo centrale che costituisce "come l'anima di tutto il movimento ecumenico" (UR 8).

E' la preghiera, infatti, che imprime a questo movimento l'orientamento sicuro e gli ottiene la luce necessaria per avere sempre chiaro lo scopo e per discernere le vie da percorrere ed i mezzi da usare. Essa inoltre - ed è ciò che più conta - impetra da Dio la forza interiore ed il coraggio per tradurre in atto questo impegno evangelico.

Pregare è possibile a tutti. Ciascuno può dunque partecipare in modo efficace alla ricerca ecumenica: non solo le persone direttamente coinvolte, ma tutti coloro che hanno a cuore l'anelito di Cristo: "un solo gregge e un solo pastore" (Jn 10,16).


3. Per questa ragione vorrei oggi esortare voi qui presenti e tutti i cattolici sparsi nel mondo ad intensificare la comune preghiera per il progresso dei molteplici dialoghi in corso. Che il Signore ci conceda di comprendere sempre meglio la Sua volontà e di realizzarla con fedeltà in questo nostro tempo, mentre ci prepariamo al terzo Millennio. Possa giungere presto il momento della ricomposizione della piena unità fra tutti i cristiani, così da rendere una grande e concorde dossologia all'unico Signore.

Lo Spirito di Dio conceda a tutti la luce e la perseveranza necessarie per lavorare al conseguimento della piena unità là dove ciascuno vive ed opera.

Contiamo a questo scopo anche sulla celeste intercessione della Madre di Dio, che invochiamo con amore filiale.

[Ricordo del 50° anniversario del bombardamento di Roma e saluto ai pellegrini:] Saluto cordialmente i cittadini di Castel Gandolfo in questa mia prima domenica in mezzo a loro.

Saluto tutti i pellegrini di lingua italiana, rivolgo un affettuoso pensiero a tutti i gruppi presenti e, in particolare, ai Seminaristi e Pre-Seminaristi della Diocesi di Brindisi-Ostuni che, accompagnati dai loro Superiori, iniziano oggi un periodo di "Seminario estivo" nella caratteristica zona dei Castelli Romani.

Saluto, poi, le Figlie di Maria Ausiliatrice, che sono qui presenti con la Madre Superiora per essere testimoni di Cristo, nella comunione Generale e con le Provinciali, riunite per il loro Consiglio.

Domani, 19 luglio, ricorre il cinquantesimo anniversario del Bombardamento della Città di Roma.

In quei tristi momenti la popolazione romana poté ancora una volta sperimentare, in modo concreto e tangibile, la sollecitudine amorevole e paterna del Papa Pio XII, di venerata memoria, il quale, accorso tra i primi nei quartieri devastati, porto conforto e seppe infondere parole di incoraggiamento e di fiducia a quanti soffrivano.

L'Italia, allora sconvolta dall' immane tragedia della guerra, fu capace di ritrovare, anche con l'aiuto della Fede, le energie per risorgere e per riprendere, in armonia e concordia, il suo cammino di crescita morale e materiale.

Nel ricordo di quegli avvenimenti, sorge spontaneo l'auspicio, accompagnato dalla preghiera, che la cara Nazione italiana non si perda d' animo e con rinnovato vigore cammini verso mete di autentica convivenza civile e cristiana.

[Ai fedeli di lingua francese:] Saluto cordialmente i pellegrini di lingua francese che, in questo tempo di vacanze, hanno visitato la Chiesa di Roma e hanno pregato con il Successore di Pietro a Castelgandolfo, in particolare i membri del Circolo di Educazione Fisica di Lorient accompagnati dal loro cappellano. Possano ritornare a casa confermati nella fede per essere testimoni di Cristo, nella comunione di tutta la Chiesa fondata sugli Apostoli! [Ai fedeli di lingua inglese:] Sono lieto di dare il benvenuto ai pellegrini e ai visitatori di lingua inglese che si sono uniti oggi a noi per questa preghiera dell'Angelus. Possano queste vacanze estive essere riposanti e arricchire spiritualmente voi e le vostre famiglie.

[Ad un gruppo di fedeli tedeschi:] Cordialmente vi saluto, cari pellegrini e visitatori di lingua tedesca.

Possa Dio accompagnarvi e proteggervi con la Sua benedizione.

[Ai fedeli provenienti dai paesi dell'America Latina:] Saluto ora con tanto affetto tutti i pellegrini e visitatori dei diversi Paesi dell'America Latina e della Spagna.

Mentre vi raccomando alla protezione materna della Santissima Vergine, imparto a voi e alle vostre famiglie la Benedizione Apostolica.

Data: 1993-07-18 Data estesa: Domenica 18 Luglio 1993

Telegramma per la morte del Cardinale Gray

Titolo: Invoco su di Lui l'eterno riposo nella pace di Cristo

Ho appreso con dolore la notizia della morte del Cardinale Gordon Joseph Gray e porgo sentite condoglianze a Voi, all'Arcidiocesi di Saint Andrews e Edinburgh e a tutta la Chiesa di Scozia. Riconoscente dell'eminente servizio alla Chiesa prestato per molti anni dal Cardinale e memore del Suo rilevante esempio di umile dedizione, invoco su di Lui l'eterno riposo nella pace di Cristo e imparto la mia Benedizione Apostolica a tutti coloro che piangono per lui nella sicura speranza della Resurrezione.

Ioannes Paulus PP. II

Data: 1993-07-19 Data estesa: Lunedi 19 Luglio 1993




Messaggio inviato al moderatore della Commissione di Fede e Costituzione

Titolo: La comunione ecclesiale

Al Dr. Mary Tanner Moderatore della Commissione "Fede e Costituzione" del Consiglio Ecumenico delle Chiese In occasione della V Conferenza Mondiale della Commissione "Fede e Costituzione" che si tiene a Santiago de Compostela dal 3 al 14 agosto 1993, estendo un cordiale saluto a tutti i partecipanti e assicuro le mie preghiere affinché lo Spirito Santo guidi e diriga le vostre decisioni sull'importante tema "Verso la Koinonia in Fede, Vita e Testimonianza".

Colgo questa opportunità per esprimere ancora una volta la mia stima per la paziente dedizione della Commissione all'opera di superamento delle divisioni tra cristiani, poiché questa discordia - come pongono in rilievo i Padri del Concilio Vaticano II - "contraddice apertamente la volontà di Cristo, crea un ostacolo al mondo, e infligge danni alla causa più santa che è quella di proclamare la Buona Novella ad ogni creatura" (UR 1).

Desidero inoltre riaffermare l'impegno della Chiesa cattolica a promuovere l'unità dei cristiani, cosicché la preghiera di Gesù "che siano una cosa sola" (Jn 17,20) possa essere realizzata conformemente al suo provvidenziale disegno per il suo gregge. Come mezzo per raggiungere questo scopo incomparabilmente importante sembra particolarmente appropriata la riflessione sulla natura di koinonia, poiché la comunione ecclesiale non è semplicemente un argomento di crescente interesse teologico ma è un concetto che le Sacre Scritture usano come chiave per comprendere l'efficacia della grazia del Signore nella vita dei suoi discepoli.

Come scrive San Paolo, la nostra chiamata è "nella comunione di suo Figlio, Gesù Cristo nostro Signore" (1Co 1,9). Resi "partecipi della natura divina" (2P 1,4), partecipiamo della vera vita condivisa dal Dio uno e trino: il Figlio è in noi e il Padre nel Figlio (Cfr. Jn 17,23).

Un'approfondita consapevolezza del profondo mistero della comunione ecclesiale spinge i cristiani a confessare che Dio e non l'uomo è l'origine dell'unità della Chiesa; essa li conduce al pentimento dei propri peccati contro la carità fraterna; e li incoraggia, sotto la grazia ispiratrice dello Spirito Santo, ad operare attraverso la preghiera, la parola e l'azione per ottenere quella pienezza di unità che Gesù Cristo desidera (Cfr. UR 4).

Importanti studi di "Fede e Costituzione", in cui i teologi cattolici hanno preso parte per molti anni, hanno reso un gran servizio alla causa dell'unità cristiana individuando punti di convergenza e persino di accordo su questioni su cui i credenti sono stati a lungo divisi. Questo è in realtà un adempimento significativo che conferma la speranza in tutti coloro che hanno a cuore l'unità dei cristiani. Mi unisco a voi nella preghiera perché la V Conferenza Mondiale di "Fede e Costituzione" generi, con l'aiuto di Dio, frutti abbondanti per aiutare a risolvere le rimanenti questioni necessarie per raggiungere un' unità visibile in una fede e in una comunità eucaristica. Chiedo allo Spirito Santo di ispirare in tutti i presenti quella "conversione del cuore e santità di vita" (Ibidem, UR 8) necessarie per rispondere al continuo richiamo di Dio a ricercare l'unità.

Possano gli abbondanti doni del Dio uno e trino sostenere voi tutti nei vostri sforzi a favore dell'Ecumenismo.

Dal Vaticano, 21 luglio 1993.

Data: 1993-07-21 Data estesa: Mercoledi 21 Luglio 1993

Recita dell'Angelus a Castel Gandolfo - Roma

Titolo: La Vergine Santa ci aiuti a riscoprire il valore della vita

Carissimi fratelli e sorelle!


1. Il raduno dei giovani a Denver, nel prossimo agosto in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù, sarà sicuramente una grande festa della vita. La gioventù ama la vita, ha bisogno di vivere in pienezza la propria esperienza di crescita e di maturazione umana. Sotto questo aspetto, l'appuntamento di Denver costituirà una testimonianza quanto mai significativa nel nostro tempo, che, proprio sul tema della vita, registra talora vistose contraddizioni.

Da una parte, infatti, mai come oggi la vita umana, grazie al progresso economico e scientifico, è stata oggetto di attenzioni e di cure; dall'altra, purtroppo, si registrano, accanto al persistente scandalo della fame, che minaccia l'esistenza di milioni di esseri umani, fenomeni preoccupanti quali la dilagante criminalità, la piaga dell'alcool e della droga, la follia fratricida della guerra che causano numerose vittime, specie fra i giovani.

Colpisce in particolare, l'assuefazione ad una cultura di morte che, presentandosi non di rado come civile conquista di nuovi diritti, di fatto insidia con l' aborto la vita umana prima ancora che venga alla luce o la spegne, con l'eutanasia, prima del suo naturale tramonto.

Su questo sfondo, in cui il senso e il gusto della vita restano come offuscati, quasi non fanno più notizia persino i casi di suicidio, non pochi dei quali avvengono tra i giovani o addirittura tra adolescenti e bambini. Non sono, queste, espressioni inquietanti di un malessere profondo? Quante persone consumano nel silenzio e nella solitudine interiore la tragedia di un crescente fastidio per la vita! Soprattutto nella società del benessere si può correre il rischio di vivere tra le spire di un' angoscia paralizzante, o in preda ad illusioni di paradisi artificiali, che molto spesso hanno sbocchi tragici.


2. A Denver, andremo a celebrare la vita: il valore della vita, la bellezza e la gioia della vita.

Non è possibile che la scienza faccia tanto per salvare la vita, e poi si renda complice della sua distruzione. Non è possibile che mentre si lotta per il rispetto della natura animale e vegetale, non si propugni con vigore lo stesso rispetto anche per i primi stadi dell'esistenza dell'uomo, da Dio posto a capo del creato. Sono contraddizioni troppo evidenti, per nascondersi dietro l'affermazione di presunti diritti di libertà. Urge, a proposito, un dialogo costruttivo tra gli uomini di buona volontà, al di là delle diverse collocazioni ideologiche.


3. La Vergine Santa, che ha portato in grembo l' Autore della vita, ci aiuti tutti a riscoprire il valore di questo grande dono di Dio. Il futuro dell'uomo dipende molto da una vasta alleanza per la vita ed i giovani sono chiamati ad essere in prima linea in questa impegnativa battaglia di civiltà, che è battaglia anche di autentico progresso.

Maria, Madre dell'umanità redenta da Cristo, prega per noi! [Il Papa ha rivolto il suo pensiero alla signora Miria Furlanetto da alcuni giorni nella mani di una banda di sequestratori:] Alla Famiglia Giuliani di Olbia, recentemente colpita da ingiusta e profonda angoscia a causa del rapimento della Signora Miria Furlanetto, desidero far giungere la mia cordiale solidarietà e l'assicurazione della mia preghiera al Signore, perché avvenga presto la liberazione della loro carissima congiunta.

Rivolgo in proposito un accorato appello ai rapitori affinché, in nome di Dio, restituiscano la Signora Miria all'affetto dei Familiari.

Unisco nel ricordo e nell'orazione tutte le altre persone attualmente nelle mani dei loro sequestratori.

[Ai pellegrini raccolti nel cortile del Palazzo Pontificio:] Saluto ora i numerosi pellegrini provenienti da varie località d' Italia. In particolare il Gruppo dei fedeli della Parrocchia del Sacro Cuore di Gesù in Gallipoli (Lecce), che ricordano il cinquantesimo anniversario dell'apertura al culto della loro Chiesa. Ad essi, al loro Parroco, ed all'intera Comunità parrocchiale auguro cordialmente di essere sempre fermento di rinnovamento evangelico nella società in cui sono inseriti.

Saluto, poi il Gruppo internazionale delle Novizie della Congregazione delle Figlie di Maria Ausiliatrice che hanno voluto con la loro presenza esprimere piena fedeltà al Successore di Pietro e le Studentesse universitarie che partecipano all'incontro "Moda e Modi", promosso dalla Fondazione Rui presso il Centro Congressi Internazionale di Castelromano a Castel Gandolfo.

Il mio pensiero si dirige inoltre, ai Membri dell' "Associazione Trevisani nel mondo", provenienti da Vittorio Veneto ed accompagnati dal loro Pastore, il Monsignor Eugenio Ravignani.

Nel manifestare ad essi vivo compiacimento per le valide iniziative attuate, ormai da vent'anni, a favore dei loro concittadini emigrati nei diversi Continenti, esorto tutti a mantenere vivo il ricco patrimonio di tradizioni religiose e civili dell'amata terra trevigiana.

A tutti la mia Benedizione.

[Ai pellegrini di lingua spagnola:] Saluto con grande affetto tutte le persone, famiglie e gruppi provenienti dai diversi Paesi dell' America Latina e dalla Spagna.

Nel quadro dell' Anno dedicato a San Giacomo oggi ha luogo a Santiago de Compostela la solenne celebrazione in onore dell'Apostolo. Mi unisco spiritualmente ai numerosi pellegrini che li si danno appuntamento, mentre raccomando alla Sua protezione gli amati figli della Nazione spagnola.

A tutti imparto di cuore la Benedizione Apostolica.

[Ai pellegrini di lingua francese:] Indirizzo un cordiale saluto di benvenuto a voi, pellegrini di lingua francese che siete presenti in questa piazza. Che Dio vi benedica e vi protegga! [Ai pellegrini di lingua inglese:] Sono lieto di salutare i visitatori di lingua inglese presenti per questa preghiera dell'Angelus. Possano queste vacanze estive essere un periodo per apprezzare di nuovo la bellezza della creazione di Dio, e in tal modo possano i nostri cuori essere mossi a lodarlo e glorificarlo.

[Ai pellegrini di lingua tedesca:] Vi saluto cordialmente cari fratelli e sorelle dei paesi di lingua tedesca. I miei migliori auguri di benedizione vi accompagnino durante queste settimane estive.

Data: 1993-07-25 Data estesa: Domenica 25 Luglio 1993




Telegramma inviato alla Regina per la morte di Baldovino II

Titolo: Prendo parte alla vostra afflizione

Apprendendo con emozione e tristezza il decesso di Sua Maestà Re Baldovino I, così improvvisamente mancato all'affetto dei suoi e di tutto il popolo, tengo a rassicurare la Vostra Maestà e tutti i membri della famiglia reale di quanto prenda parte alla vostra afflizione. Ricordando la grande figura del vostro sposo, Re esemplare e fervente cristiano, prego con fervore il Signore di accoglierlo nella luce della resurrezione e di donargli la ricompensa promessa a coloro i quali con fede e amore si sono messi al servizio dei loro fratelli. In pegno del conforto divino nella prova presente, invio a Vostra Maestà e alla famiglia reale la mia Benedizione Apostolica che estendo a tutto il popolo del Belgio che piange il suo Re.

Ioannes Paulus PP. II [Traduzione dal francese]

Data: 1993-08-01 Data estesa: Domenica 1 Agosto 1993

Recita dell'Angelus a Castel Gandolfo - Roma

Titolo: La vita divina di cui Cristo ci ha resi partecipi

Carissimi fratelli e sorelle!


1. Mentre prosegue il nostro ideale pellegrinaggio con i giovani di tutto il mondo verso Denver, in occasione della prossima Giornata Mondiale della Gioventù, che sarà una grande "festa della vita", vogliamo oggi sostare contemplando la sorgente stessa della vita: Cristo.

In realtà, la vita è una meraviglia che il pensiero, la scienza e l'arte non si stancano di decifrare. Per quanto si tenti di capirla, essa conserva sempre qualcosa di misterioso.

La fede tuttavia permette di fissarne, pur ad infinita distanza, la fonte trascendente, cogliendola nel mistero dell'amore trinitario, dove Dio perennemente si dona nella reciproca relazione delle tre Persone divine. Li ha la sua sorgente l'atto libero della creazione; li si situa la gratuita decisione della redenzione, in virtù della quale il Figlio eterno s'è fatto vita e luce degli uomini.

Il mondo porta così, fin nelle sue più intime fibre, il segno dell'amore trinitario. Lo porta a titolo tutto speciale l'uomo, creato ad immagine di Dio e redento nel sangue di Cristo.

Carissimi, amiamo dunque la vita. Amiamo la vita sulla terra, ma amiamo ancor più quella vita divina di cui Cristo ci ha resi partecipi. Con orecchi attenti e con cuore puro non faremo fatica ad ascoltare il linguaggio dell'amore divino che ci conduce alle soglie del mistero: "I cieli narrano la gloria di Dio, e l'opera delle sue mani annunzia il firmamento" (Ps 19,2).


2. Il mondo in cui viviamo è purtroppo segnato dall'azione corrosiva e devastante della violenza, del male e del peccato, di cui la sofferenza e la morte sono frutto e conseguenza.

Come dimenticare tale realtà? Essa preme intorno a noi e dentro di noi.

La riconosciamo negli odi che insanguinano città e nazioni, nelle tensioni che dividono i popoli, nelle ingiustizie che umiliano i poveri. Il peccato e la morte oscurano la bellezza del mondo. Non è solo all'esterno dell'uomo, ma dentro il suo stesso cuore che talvolta la vita si rabbuia. E dal dolore sale il grido pieno di angoscia e di speranza dell'apostolo Paolo: "Chi mi libererà da questo corpo votato alla morte?" (Rm 7,24).

Ferma e consolante è la risposta della fede: il Liberatore c'è, è Cristo, il Redentore dell'uomo. Egli, il Verbo fatto carne, è morto per noi ed è risorto, perché noi potessimo attingere da Lui il segreto della vita che non muore.


3. Chiediamo a Maria, la Madre del Redentore, di ottenerci occhi penetranti per leggere in profondità il mistero della vita. La Vergine è la primogenita dei salvati, la Madre dei viventi.

A Lei, che ha raccolto per noi sotto la croce del Figlio il dono della vita vera, affidiamo le nostre lacrime; in Lei riponiamo ogni nostra speranza.

Maria, Madre dei viventi, prega per noi! [Ai diversi gruppi di pellegrini:] Rivolgo ora un affettuoso pensiero ai pellegrini di lingua italiana ed a quanti trascorrono giorni di ferie e di riposo.

A tutti un cordiale saluto. Invoco la protezione del Signore su questo periodo di vacanza e di sollievo ed auspico che ciascuno possa trarre da esso occasione di utile arricchimento spirituale.

Vi accompagni la mia Benedizione Apostolica.

[Ai pellegrini di lingua spagnola:] Il mio saluto colmo di affetto a tutte le persone le famiglie e i gruppi provenienti dai diversi Paesi dell' America Latina e della Spagna, che affido alla materna protezione della Vergine Santissima e ai quali di cuore imparto la Benedizione Apostolica.

[Ai pellegrini di lingua francese:] Saluto i pellegrini di lingua francese, specialmente i giovani, che approfittano delle loro vacanze per scoprire le ricchezze culturali e spirituali di Roma. Seguendo la scuola degli Apostoli e dei primi cristiani, possano trovare il sostegno per la loro fede e la forza per la loro missione di annunciare il Vangelo nel mondo oggi.

[Ai pellegrini di lingua inglese:] Cordiali saluti a tutti i visitatori e pellegrini di lingua inglese che sono giunti qui per la preghiera dell'Angelus. Possiate in queste vacanze estive trovare riposo e sollievo così da essere rinnovati nella vostra consacrazione al servizio di Dio.

[Ai pellegrini di lingua tedesca:] Un cordiale saluto di benvenuto rivolgo a voi, cari pellegrini, e visitatori di lingua tedesca. La mia preghiera e la mia benedizione vi accompagnino nel lungo cammino della vita.

[Appello alla solidarietà con le popolazioni del Libano:] Vi invito ancora una volta a esprimere nella preghiera la più profonda solidarietà anche per le centinaia di migliaia di fratelli del Libano, specialmente della regione meridionale, costretti, da numerosi giorni di terribile guerra, a lasciare le loro case e i loro villaggi.

Mi sento vicino a tutti loro, così come a quelli che ancora una volta piangono i loro cari, vittime di tristi avvenimenti che si sperava nono dovessero più ripetersi.

Con questi sentimenti prego il Signore misericordioso, ma non posso evitare di rivolgermi anche agli uomini: a coloro che, da ogni parte, sono diretti responsabili di tanto rinnovato dolore e a tutti coloro che avrebbero potuto evitare questa nuova spirale di odio e sofferenza.

Ad essi ripeto con forza: - fate tacere le armi; - cercate e coltivate nel vostro cuore sentimenti e volontà di giustizia e di dialogo; - evitate provocazioni e reazioni, che, con la loro terribile logica di violenza, potrebbero far sorgere nuovi e immensi ostacoli al già tanto travagliato processo di pace, unica vera speranza per l'intera regione.

Che Dio aiuti tutti! [Ricordo di Sua Maestà Baldovino I:] Questo giorno festivo è stato turbato dalla dolorosa notizia dell'improvvisa scomparsa di Sua Maestà Baldovino I, Re dei Belgi. In quest'ora di prova siamo tutti vicini alla Regina Fabiola ed alla Famiglia Reale, al Governo e a tutta la nobile Nazione belga che piange un re esemplare e un cristiano fervente. Che il Signore gli conceda il premio dei giusti.

Data: 1993-08-01 Data estesa: Domenica 1 Agosto 1993

Ad un gruppo di musicisti a Castel Gandolfo - Roma

Titolo: La musica è una forma espressiva privilegiata

Saluto cordialmente tutti voi qui presenti, che avete voluto prendere parte al concerto offerto dall'Accademia Musicale "Ottorino Respighi".

E' la quinta volta che il Cortile del Palazzo Apostolico di Castelgandolfo ospita manifestazioni artistiche promosse da codesta benemerita Istituzione. Rivolgo, pertanto, un sentito ringraziamento al Direttore artistico, Dottor Giuseppe Juhar, e gli sono riconoscente per le gentili espressioni rivoltemi poc'anzi. Il mio grato pensiero si dirige, inoltre, ai Responsabili della "Quindicesima Festa Musica pro Mundo Uno", alle Autorità ed ai Rappresentanti delle Organizzazioni che hanno sostenuto l'iniziativa, agli Artisti ed a quanti, a diverso titolo, hanno reso possibile con il loro contributo questa gradita serata.

Il linguaggio della musica è uno dei mezzi potenti ed efficaci di cui dispone l'uomo per comunicare i sentimenti profondi e le intime emozioni del suo animo. Esso costituisce una forma espressiva privilegiata che, essendo universalmente comprensibile, può facilmente aprire gli spiriti al dialogo ed alla comprensione.

Nel corso di questa bella manifestazione sono state eseguite composizioni di Haydn, Bach e Dvorak. Musiche europee nate in contesti culturali diversi, ma quasi unificate in un unico messaggio invitante all'unità ed alla concordia, in un'atmosfera di forte intimità spirituale.

Si sono esibiti con riconosciuta maestria giovani, anzi giovanissimi, e promettenti artisti: il violinista sedicenne Stefan Milenkovic di Belgrado ed i membri del noto "Nuovo Trio di Varsavia", quest'anno borsisti dell'Accademia Chigiana di Siena. Ad essi vorrei esprimere la mia ammirazione ed il mio ringraziamento.

Grazie, carissimi giovani, per la cura con cui avete preparato ed eseguito questo concerto! Grazie per la diligenza con cui, ne sono certo, vi applicate alla vostra formazione musicale e soprattutto umana e spirituale. Vi auguro pieno successo nelle vostre attività artistiche e prego il Signore perché il vostro quotidiano impegno giunga a quanti vi ascoltano come incoraggiante testimonianza di fraternità e di pace, e contribuisca a creare un'Europa più unita e solidale.

Con tali sentimenti, rinnovando a ciascuno i miei più cordiali voti augurali, invoco su tutti la costante protezione di Dio e di cuore vi imparto l'Apostolica Benedizione, che volentieri estendo alle vostre famiglie ed alle persone a voi care.

Data: 1993-08-01 Data estesa: Domenica 1 Agosto 1993

Telegramma per la morte del Cardinale Guido Del Maestri

Titolo: Ricordo con animo riconoscente il lungo servizio da lui reso alla Chiesa

Nell'apprendere la mesta notizia della pia morte del Cardinale Guido Del Mestri avvenuta a Norimberga presso la clinica "Theresienklinik" dove egli prestava il suo generoso ministero pastorale a favore dei malati esprimo le mie più vive condoglianze a Lei Signor Arcivescovo ai congiunti del defunto Porporato al Presbiterio ed ai fedeli tutti della cara comunità goriziana e mentre ricordo con animo riconoscente il lungo servizio da lui reso alla Santa Sede come solerte collaboratore e rappresentante pontificio in varie nazioni ed in territori di missione assicuro la mia preghiera di suffragio per il riposo eterno della sua anima ed imparto a tutta codesta Arcidiocesi la confortatrice benedizione apostolica estensibile a quanti spiritualmente si uniranno ai riti esequiali.

Ioannes Paulus PP. II

Data: 1993-08-02 Data estesa: Lunedi 2 Agosto 1993

Lettera inviata a Monsignor Giuseppe Chiaretti, Vescovo di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto

Titolo: Lettera del Papa in occasione del VI centenario della nascita di San Giacomo della Marca

Al Venerato Fratello Mons. Giuseppe Chiaretti Vescovo di San Benedetto del Tronto Ripatransone-Montalto In occasione del VI Centenario della nascita di San Giacomo della Marca, avvenuta a Monteprandone nel settembre 1393, desidero esprimere la mia partecipazione alle diverse manifestazioni religiose e culturali destinate a ricordare la figura di quel Santo che onora la Chiesa per santità di vita, azione missionaria oltre che per il devoto attaccamento ai Successori di Pietro sulla Cattedra romana.

E' a tutti noto come i Pontefici Romani poterono contare sulla sua incondizionata disponibilità in ogni incarico che essi gli affidarono come predicatore del Vangelo e difensore della fede oltre che come Legato apostolico presso Vescovi e magistrature locali.

Questa devozione alla Sede di Pietro trova fondamento nella sua fede, attinta prima sulle ginocchia materne e poi alla scuola di un sacerdote suo parente. Egli stesso chiama la propria madre "dulcissima mea parens" (Cfr. Codice autografo M 30, f 380r) per rendere testimonianza a tutte quelle amorevoli cure ricevute in seno alla famiglia e che sono indispensabili per la formazione di una solida personalità umana e cristiana. Infatti, come ho avuto già occasione di affermare, spetta alla famiglia "formare i figli alla vita, in modo che ciascuno adempia in pienezza il suo compito secondo la vocazione ricevuta da Dio" (FC 53).

Ben consapevole di queste responsabilità, San Giacomo della Marca esorta i genitori "a donare amore ai figli prima di tutto insegnando loro a conoscere Dio, la preghiera del Padre nostro e le verità di fede, esortandoli a confessarsi, comunicarsi, celebrare le feste e partecipare alla Messa; insegnando loro i buoni costumi e a parlare ed agire onestamente sia in casa che fuori" (Serm. dom. 12 De reverentia et honore parentum).

Alla luce di questi principi, il giovane marchigiano affronto l'ambiente universitario di Perugia, impegnandosi nello studio della giurisprudenza e nell'educazione dei fanciulli. Dopo aver conseguito la laurea in diritto eclesiastico e civile, esercito per qualche tempo la professione di pubblico notaio al Comune di Firenze e di giudice nella cittadina di Bibbiena. Gli ideali di giustizia e di equità, e la difesa dei poveri, che egli non cesso di promuovere, sembrano trasparire ancora dalle prediche, con le quali non molto tempo dopo cercherà di aiutare il prossimo.

Mosso dalla grazia divina, a 23 anni "dono a Cristo il suo corpo nella castità e la sua anima nell'obbedienza, abbandonando le cose di poco conto e quelle terrene, la famiglia e le soddisfazioni della vita, cercando una cosa sola: Gesù Cristo benedetto" (Cfr. Serm. dom. De excellentia et utilitate sacrae religionis) e vivendo in pienezza la Regola di San Francesco d'Assisi, della quale promosse l'Osservanza rigorosa insieme a San Bernardino da Siena e San Giovanni da Capestrano.

Sulla scia della tradizione francescana ed in particolare alla scuola di San Bernardino da Siena, egli si dedico alla predicazione, al fine di annunciare Gesù, Redentore dell'uomo in tante regioni d'Europa. Pur tra logoranti fatiche e persecuzioni, non cesso di percorrere le strade dell'Italia della Bosnia, della Slavonia, della Dalmazia, dell'Ungheria, della Boemia, della Polonia, della Germania e dell'Austria per istruire il popolo nella verità tutta intera (Cfr. Jn 16,13) contro le ricorrenti eresie del tempo convinto che con la forza della Parola di Dio si può cambiare il mondo.

Fu davvero instancabile nella lotta contro l'ignoranza, la magia, il malcostume degli amministratori pubblici, la violenza diffusa tra individui e collettività, lo sfruttamento immorale dei bambini e dei giovani, l'usura che soffocava i poveri.

La sua parola, unita alla testimonianza di vita, era così forte da penetrare nei cuori degli ascoltatori e convertirli al Signore. Affermo in una predica: "Ho visto durante la predica dei soldati sessantenni piangere con abbondanza di lacrime i propri peccati e la passione di Cristo ed essi mi confessarono che durante la loro vita mai era uscita dai loro occhi una lacrima" (Serm. dom. 46 De magnifica virtute Verbi Dei). Ardeva di carità verso Dio e verso gli uomini, per questo sapeva comunicare agli altri quanto riempiva il suo cuore e cioè l'amore di Cristo che lo spingeva, come l'apostolo Paolo, verso i fratelli (Cfr. 2Co 5,14).

Il Signore gli concesse la grazia di vedere tanti peccatori pentiti: "La Parola di Dio ha la potenza di liquefare i cuori duri come pietra, rendendoli capaci di accogliere il sigillo della divina volontà. Molti peccatori disperati vennero da me convinti che fossero destinati alla dannazione, ma ascoltata la parola ritornarono via con la più grande fiducia in Dio" (Serm. dom. 46 cit.).

Fu grande costruttore di pace all'interno dei cuori e delle città divise da fazioni. A lui venivano riconosciute grande competenza giuridica e autorità morale. Non solo egli interveniva dal pulpito sui problemi sociali ma veniva invitato a parlare nelle assemblee legislative, alle quali proponeva norme per la riforma dei costumi con l'autorità che gli derivava dalla sua vita santa. Negli anni dal 1431 al 1439 opero specialmente nei paesi del centro Europa (Bosnia, Dalmazia, Slavonia, Ungheria, ecc.) per combattere le eresie e riportare la pace tra le diverse etnie.

Lo stesso Santo concesse sempre il perdono ai suoi perfidi accusatori ed a coloro che attentarono più volte alla sua vita sia in Italia che in altre Nazioni europee. Scrive a tale riguardo: "Non c'è nel mondo altra cosa più grande come quella di perdonare un'offesa e di amare il nemico. Non è degno di onore-il sottomettere molte città e regioni, cose che sanno fare gli armati che hanno molti vizi; così pure non si onora l'uomo litigioso, iracondo e violento, ma la persona pacifica e mite. Il perdono è un gesto di onesta vendetta, compiuta da Cristo e dai suoi santi: perciò tu non sei il primo né l'ultimo ad agire così. Credimi e non dubitare che io non offendo nessuno, ma con grande fatica mi impegno a fare del bene a tutti e tuttavia molti mi calunniano e mi perseguitano frequentemente.

Allora io, rivestito di tutte le armi delle vesti liturgiche, scendo nel campo di battaglia dell'altare e, mentre elevo il Corpo di Cristo, dico: Padre clementissimo, perdona i miei persecutori in cielo, come io perdono qui in terra" (Serm. dom. De pace et remissione iniuriarum).

Qual era il segreto di San Giacomo della Marca in questa opera di riconciliazione e di pace? Egli aveva una grande fede ed un'ardente devozione a Gesù crocifisso, ne meditava il mistero d'amore, ne parlava spesso e in modo particolare quando doveva convertire i cuori di persone che odiavano il prossimo o di chi covava vendetta per offese ricevute. Pertanto, dopo aver parlato "de paxione et pace", si rivolgeva a tali persone dicendo: "Perdona ai tuoi nemici per amore di Gesù crocifisso, perdona per amore della passione di Cristo benedetto" e ne otteneva dapprima commozione e volontà di perdono e poi gesti concreti.

San Giacomo aveva, infatti, un cuore aperto e disponibile non solo alla grazia divina, ma anche agli uomini, ai quali egli si faceva prossimo nelle loro necessità spirituali e materiali, individuali e comunitarie. Fu, pertanto, un grande uomo di carità con iniziative concrete: fece erigere ospedali per gli infermi o ne promosse il ripristino scrivendone gli Statuti e affidandoli a confraternite già esistenti o da lui fondate; istitui, con intuizione avveniristica, associazioni di fanciulli "ordinate ad insegnare ed istruire gli stessi fanciulli nei buoni ed onesti costumi, perché possano dirigere se stessi sulla via buona e retta" (Riformanze di Potenza Picena, 12 febbraio 1441, f. 755), sconsiglio le famiglie dagli sfarzi inutili o dalle spese eccessive suggerite dalla vanagloria; ando incontro ai poveri con diversi mezzi, ma specialmente con l'istituzione di Monti di Pietà per prestiti su pegno; ricupero prostitute avviandole alla pratica della fede cristiana, fece scavare pozzi e cisterne per le necessità della popolazione; promosse lo studio delle scienze sacre e profane ed istitui biblioteche, affinché i predicatori potessero attingervi per la loro missione.

In questa instancabile attività fu sorretto da una filiale e vivissima devozione alla Vergine Maria, Madre di Dio. Egli la invocava spesso, le offriva ogni giorno la corona del rosario, la visitava nei suoi santuari e specialmente in quello di Loreto.

Nel ricordare questa figura così luminosa nel VI Centenario della sua nascita, esorto i fedeli di codesta diocesi e di tutta la Regione Marche a riscoprire il suo messaggio così attuale e la sua opera, di cui anche oggi c'è tanto bisogno. L'anno giubilare sia per tutti uno stimolo a rinnovare la propria vita alla luce del Vangelo, di cui San Giacomo fu instancabile ed ispirato predicatore.

Con questi voti, di gran cuore imparto a Lei, venerato fratello, ed a tutto il Popolo di Dio che prenderà parte alle celebrazioni centenarie la Benedizione Apostolica, in pegno di abbondanti favori celesti.


GPII 1993 Insegnamenti - Recita dell'Angelus a Castel Gandolfo - Roma