GPII 1994 Insegnamenti - Al Cardinale Miloslav Vlk - Città del Vaticano

Al Cardinale Miloslav Vlk - Città del Vaticano

Titolo: La sua gioia è condivisa con chi ha sofferto per la fede

Signor Cardinale, è motivo per me di grande gioia incontrarLa oggi, circondato da quella che mi piace chiamare la sua famiglia, formata dai congiunti insieme con i fedeli della diletta arcidiocesi di Praga e da quanti sono a Lei legati da vincoli profondi di fede e di comunione.

E festa per Lei, in questi giorni; è festa per la Chiesa in quel singolare cuore dell'Europa che è la terra Boema, fecondata dall'annuncio dei Santi Cirillo e Metodio. Da soli quattro anni Lei fa parte del Collegio dei Vescovi. Ella quindi, ordinato Sacerdote a 36 anni durante la cosiddetta "primavera di Praga", è un giovane Pastore della vecchia Europa, che alla fine degli anni '80, nella sua parte orientale, ha conosciuto un provvidenziale sussulto di libertà. La linfa che ha animato quel movimento di popolo appartiene a radici molto antiche, che affondano nella testimonianza dei santi e dei martiri cristiani e, in ultima analisi, nel Vangelo di Cristo Signore, verità e libertà dell'uomo, nostra autentica pace.

Ella ha pagato di persona la durezza del regime che opprimeva il popolo ceco, fino a vedersi costretto, per dieci anni, ad esercitare clandestinamente il ministero sacerdotale, lavorando come lavavetri. Anche la sua storia personale ha conosciuto una svolta repentina tra l'89 e il '90, con la nomina episcopale cui ha fatto seguito l'elezione a Presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee. La porpora, che ora riveste, è il richiamo quotidiano del senso di tutto questo cammino: è sigillo e pegno di testimonianza.

In questo momento, pertanto, desidero unirmi a Lei ed a quanti la circondano per rendere lode al Signore, cantando il "Magnificat" a colui che rovescia i potenti dai troni e innalza g)i umili. So che Lei vive la sua gioia in spirituale comunione con tanti fratelli e sorelle - specialmente sacerdoti, religiosi e religiose - che hanno pagato con grandi sacrifici e finanche con la vita la loro fedeltà a Cristo ed alla Chiesa e che in tal modo hanno preparato questo giorno. Rechi a tutte quelle persone l'assicurazione della vicinanza del Papa e della sua preghiera.

Con questi sentimenti imparto di cuore a Lei, venerato Fratello, ai presenti ed all'intera Comunità praghese la mia affettuosa Benedizione.

Data: 1994-11-27 Data estesa: Domenica 27 Novembre 1994





Al Cardinale Kazimierz Swiatek - Città del Vaticano

Titolo: Abbraccio tutti coloro che hanno sofferto per la testimonianza della fede

Venerato Fratello, Con grande gioia e commozione La saluto, in occasione della sua elevazione alla dignità cardinalizia. Saluto anche con tutto il cuore la amata Chiesa in Bielorussia. Quanto vicina è per me questa Chiesa che così tanto ha sofferto, durante gli ultimi decenni, per il nome di Cristo! Con il mio pensiero abbraccio in questo momento i molti sacerdoti e tutti quei laici che, per la fedeltà al Vangelo di Cristo, sono stati condannati dal sistema totalitario comunista a terribili sofferenze, umiliazioni e persecuzioni. Quanti di loro hanno perso la vita nei campi di concentramento in Siberia, condannati al lavoro in condizioni disumane! Quanti sono coloro le cui vicende Dio solo conosce. Ella appartiene proprio a quegli irriducibili difensori della fede cristiana.

Signor Cardinale, Lei ha incominciato il suo servizio sacerdotale come viceparroco e successivamente come amministratore parrocchiale a Pruzany nella diocesi di Pinsk. Già quasi dall'inizio, questo servizio è stato contrassegnato dalla sofferenza e dalla persecuzione da parte dei nemici della Chiesa e della fede. E possibile ricordare qui la vastità di sofferenze e tormenti che Lei ha sperimentato durante la sua vita? Due volte rinchiuso nella cella della morte aspettando la sentenza definitiva e poi condannato a dieci anni di lavori forzati negli sconfinati terreni della taiga siberiana - a Mariinsk, Inta e nelle miniere di Workuta. Dopo la scarcerazione nel 1954, Ella ritorna alla sua amata Diocesi di Pinsk per continuare il lavoro pastorale in mezzo al popolo della sua terra, lavoro interrotto in modo così disumano. Non l'hanno fermata minacce e vessazioni da parte del regime comunista. E così è stato fino all'anno 1989, quando la storia della Chiesa in questa parte dell'Europa è stata cambiata dall'invisibile mano della Divina Provvidenza. Dal l99l Lei, Signor Cardinale, è Pastore dell'Arcidiocesi di Minsk-Mohilev e Amministratore Apostolico "ad nutum Sanctae Sedis" di Pinsk. Grazie al suo zelo e all'enorme energia, questa Chiesa si sviluppa in modo dinamico. Si fa tornare l'originale bellezza alle chiese distrutte, sorgono anche nuovi luoghi di culto aumenta il numero delle parrocchie, aumenta il numero del clero, crescono le vocazioni sia sacerdotali che religiose.

Desidero esprimerLe, Signor Cardinale, la mia sincera e profonda riconoscenza per questa grande testimonianza di fede, per l'intrepida difesa della Croce di Cristo e per l'amore alla Chiesa Universale.

Sono grato a Lei per tutto ciò che ha fatto e sta facendo per il Popolo di Dio, alla cui guida il Signore l'ha posto. Che la Madre Santissima Le ottenga dal Suo Figlio le grazie necessarie. Imparto di cuore a Lei e a tutto il Popolo di Bielorussia la Benedizione Apostolica.

Data: 1994-11-27 Data estesa: Domenica 27 Novembre 1994





L'omelia del Santo Padre durante la Concelebrazione Eucaristica per la consegna dell'anello cardinalizio ai nuovi Porporati - Città del Vaticano

Titolo: Il cardinalato è un segno particolare del vegliare della Chiesa




1. "Dominum, qui venturus est, venite adoremus...".

Così prega la Chiesa nel periodo di Avvento. "Avvento" significa "venuta", ed evoca al tempo stesso l'attesa: attesa del Messia promesso nell'Antico Testamento, attesa che ha avuto il suo compimento nella notte di Natale; ma anche attesa della nuova venuta del Figlio dell'uomo, "con potenza e gloria grande" (Lc 21,27). Nella notte di Betlemme è venuto come un fragile bambino avvolto in fasce e deposto in una mangiatoia; alla fine dei tempi verrà come Giudice, come Signore delle coscienze umane, come Figlio dell'uomo che compie fino in fondo l'opera della storia.

Nel brano del Vangelo di Luca oggi proclamato, Gesù preannuncia che la sua ultima venuta sarà accompagnata da segni in tutto il cosmo, e sulla terra dallo sgomento delle nazioni di fronte agli avvenimenti incombenti. Avverrà che "le potenze dei cieli saranno sconvolte" (Lc 21,26). Tuttavia la parola di Dio esorta ad avere speranza e coraggio: "Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina" (Lc 21,28).


2. Nella prima Domenica di Avvento, insieme con me, si presentano all'altare della Basilica di S. Pietro i nuovi Cardinali. Provengono da Chiese di ogni parte del mondo. A voi tutti, venerati Fratelli, rivolgo le parole dell'apostolo Paolo nella lettera ai Tessalonicesi: se il numero dei membri del Collegio cardinalizio è stato moltiplicato, ciò valga a "far crescere l'amore vicendevole" (cfr. 1Th 3,12) per tutti, affinché i vostri cuori, cari Fratelli, vengano consolidati come "irreprensibili... nella santità, davanti a Dio, Padre nostro, al momento della venuta del Signore nostro Gesù con tutti i suoi Santi" (1Th 3,13).

La creazione di nuovi Cardinali assume quest'anno carattere di avvento.

La Chiesa infatti vive dell'avvento: sia del primo che del secondo. La Chiesa vive nel ritmo dell'anno liturgico e così si prepara per la notte del santo Natale; e al tempo stesso vive nel ritmo della storia della salvezza preparandosi alla venuta definitiva di Cristo. Alla prima e alla seconda venuta si riferisce il Giubileo dell'Anno 2000. Nei giorni scorsi ho pubblicato, a questo proposito, la Lettera Apostolica "Tertio millennio adveniente", che ho elaborato insieme con il Collegio Cardinalizio, avvalendomi anche dei suggerimenti dell'Episcopato di tutta la Chiesa.


3. Saluto di tutto cuore i miei Fratelli Cardinali presso l'altare della Confessione di San Pietro, e porgo loro gli auguri con le parole della medesima lettera paolina, parole di preghiera e di supplica. Scrive l'Apostolo: "Avete appreso da noi come comportarvi in modo da piacere a Dio, e così già vi comportate; cercate di agire sempre così per distinguervi ancora di più" (1Th 4,1). Il divino Maestro, infatti, insegna ai suoi discepoli ad essere "perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste" (Mt 5,48).

Quando udiamo queste espressioni, che in forma di augurio ripeto oggi con l'Apostolo, nei cuori di tutti, e specialmente nei vostri, cari Fratelli Cardinali, risuona viva l'eco del Salmo responsoriale: "A te, Signore, innalzo l'anima mia" e ancora: "Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri. Guidami nella tua verità e istruiscimi, perché sei tu il Dio della mia salvezza, in te ho sempre sperato" (Ps 24/25,2-5). Si, è questo il momento opportuno per lodare la bontà di Dio, che "la via giusta addita ai peccatori; guida gli umili secondo giustizia, insegna ai poveri le sue vie... si rivela a chi lo teme, gli fa conoscere la sua alleanza" (Ps 25/25 8-9.14).


4. Soffermiamoci ancora sulle letture dell'odierna liturgia d'Avvento. Il profeta Geremia dice: "In quei giorni.... faro germogliare per Davide un germoglio di giustizia; egli eserciterà il giudizio e la giustizia sulla terra" (Jr 33,15).

Nella notte di Betlemme il Figlio di Dio si fa uomo, venendo al mondo per opera dello Spirito Santo e nascendo dalla Vergine di Nazaret, Maria. Viene affidato alle cure di Giuseppe, falegname di Nazaret, sposo dell'Immacolata Vergine. In questo modo, insieme alla venuta del Figlio di Dio nella carne umana, si attua il mistero della Santa Famiglia di Nazaret. Dio viene al mondo, come ogni uomo, nel contesto di una famiglia.

Ciò ha una particolare eloquenza al termine di quest'anno, celebrato in tutta la Chiesa come l'Anno della Famiglia. E' difficile esprimere quanto quest'anno ci abbia arricchito, quanto abbia approfondito il senso della famiglia nel mondo intero. E noi sappiamo che la manifestazione della santità della famiglia come comunità d'amore e di vita si è realizzata anche nel confronto con alcune minacce verso la famiglia stessa e i fondamentali valori che essa custodisce e propone.

Non possiamo dimenticare l'importante Conferenza de Il Cairo, convocata dall'Organizzazione delle Nazioni Unite; non possiamo dimenticare i pericoli a cui la Chiesa e, in particolare, la Sede Apostolica hanno dovuto far fronte per svegliare le coscienze, riuscendovi in molti casi con efficacia. Oggi, presso questo altare, dobbiamo rendere grazie per tutto il bene che in tal modo si è svelato nella vita delle singole famiglie, ed anche delle Nazioni intere e degli Stati.

Per voi, cari Fratelli Cardinali, e per tutti i Pastori della Chiesa, sia questa un'ulteriore conferma del fatto che il servizio al "vangelo della vita e dell'amore", il servizio alla verità recata da Cristo sulla famiglia esige anche un grande coraggio. Esso è inscritto in modo particolare nella tradizione del cardinalato nella Chiesa. E' la fortezza degli Apostoli che versavano il sangue per la verità di Cristo; è la fortezza di tanti loro successori, Pastori della Chiesa, che per la stessa causa sono stati pronti a sacrificare la vita e molte volte l'hanno sacrificata di fatto.


5. Quanto sono eloquenti, su questo sfondo, le parole del Vangelo di Luca: "Vegliate e pregate in ogni momento, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che deve accadere, e di comparire davanti al Figlio dell'uomo" (21,36)! Tutta la Chiesa è chiamata a vegliare. Nella Chiesa anche il cardinalato è un segno particolare di questo vegliare. Siete chiamati, cari Fratelli, a vegliare in attesa della venuta del Signore, così come vegliavano i pastori nella notte di Betlemme. E così come dovevano vegliare gli Apostoli che Cristo porto con sé al Getsemani, la notte prima della sua passione. Siete chiamati a vegliare accanto al mistero del Natale e al contempo nella prospettiva del mistero pasquale, quando giungerà al supremo compimento la salvifica venuta del Redentore del mondo.

Se oggi il Vescovo di Roma chiama voi, Pastori della Chiesa, a questa eminente dignità, egli desidera in tal modo chiamare tutta la Chiesa a quella vigilanza alla quale Cristo esortava i suoi Apostoli.


6. Nella Chiesa la dignità cardinalizia corrisponde ad una duplice tradizione.

Prima di tutto alla tradizione dei martiri, cioè di coloro che per Cristo non hanno esitato a versare il sangue. Ciò si riflette persino nel vostro abito: la porpora, infatti, ha il colore del sangue. E ricevendo la porpora cardinalizia, ognuno di voi ode il richiamo ad essere pronto a versare il sangue, se Cristo lo chiederà.

Contemporaneamente la dignità cardinalizia corrisponde alla tradizione della Chiesa di Roma. In essa, accanto al Successore di Pietro, vi erano altri Vescovi delle diocesi suburbicarie, vi erano i presbiteri, parroci della Città Eterna, ed accanto a loro vi erano anche i diaconi. Successivamente le nomine cardinalizie sono state allargate ad altre diocesi. Se nel primo millennio vescovi, presbiteri e diaconi della Chiesa di Roma eleggevano il Successore di Pietro, sin dall'inizio del secondo millennio tale compito passo al Collegio cardinalizio, il quale è pure composto di tre gruppi: cardinali-vescovi, cardinali-presbiteri e cardinali-diaconi. Ad ognuno dei membri del Sacro Collegio è attribuito il "Titolo" di una delle chiese della Città Eterna. In questo modo Roma, in un certo senso, si prolunga nella Chiesa universale e la Chiesa universale si rende presente in Roma. Ciò costituisce un segno molto eloquente.

Merito storico del Collegio Cardinalizio è il fatto di aver mantenuto, lungo tanti secoli, la continuità della successione nella Sede di Pietro, continuità che riveste un'importanza essenziale per la Chiesa universale.

Guardiamo oggi a voi, cari Fratelli, come a coloro ai quali la Divina Provvidenza ha affidato in modo particolare la sollecitudine per la Chiesa che è in Roma, per la successione nella Sede Petrina e, mediante ciò, per la Chiesa universale. Questa sollecitudine sin da ora vi viene affidata in modo peculiare.

Con tale pensiero ripeto ancora una volta l'esortazione di Paolo, insieme con l'esortazione della prima Domenica di Avvento, particolarmente eloquente per il Collegio cardinalizio: "Vegliate e pregate in ogni momento..." (Lc 21,36).

"Dominum, qui venturus est, venite adoremus"!

Data: 1994-11-27 Data estesa: Domenica 27 Novembre 1994





Ai Cardinali Winning, Keeler e Maida - Città del Vaticano

Titolo: La fede è vitale nelle vostre Chiese locali

Vostre Eminenze, Cari amici, Sono molto felice di salutare Vostre Eminenze e i molti pellegrini che vi hanno accompagnato a Roma per condividere la gioia della vostra nomina al Collegio dei Cardinali. I membri del Sacro Collegio sono i principali consiglieri del Successore di Pietro, e come tali sono chiamati ad avere un interesse speciale per l'intera Chiesa. Condotti da nazioni attraverso tutto il mondo, essi sono un segno dell'universalità della Chiesa mentre esegue il suo compito di proclamare il Vangelo e di invitare le nazioni e i popoli all'unità nella fede e nella carità.

Cardinale Winning, come sacerdote e Vescovo Lei è sempre stato ciò che si dice "un uomo del popolo", con una grande sensibilità personale per l'assistenza dei meno fortunati. In questo Lei dimostra cosa significa essere un pastore secondo la mente e il cuore di Cristo, che venne per servire e non per essere servito (cfr. Mc 10,45). So che la buona popolazione cattolica di Glasgow continuerà a sostenerLa e ad aiutarLa a costruire la Specialis Filia Romanae Ecclesiae una sempre più nitida testimone per la fedeltà e l'amore di Dio. Possano Sant'Andrea e Santa Margherita, patroni della Scozia, e San Mungo, patrono particolare di Glasgow, intercedere per tutti i Vescovi, sacerdoti e laici della sua beneamata terra.

Cardinale Keeler, porgo uno speciale saluto ai suoi parenti e ai molti amici provenienti dalla Diocesi di Harrisburg e dalla Arcidiocesi di Baltimora.

Come i suoi predecessori nella Sede di Baltimora e nel suo ufficio quale Presidente della Conferenza Nazionale dei Vescovi Cattolici, Lei ha cercato di condurre un gregge che si sforza di essere autenticamente cattolico all'interno di una società pluralistica. Il suo ministero pastorale ha allo stesso modo incluso molto lavoro per la comprensione ecumenica ed interreligiosa. Oggi chiedo al Signore di sostenerLa nel servire la Chiesa in America poiché fronteggia le sfide della nuova evangelizzazione alla vigilia del Terzo Millennio.

Cardinale Maida, sono certo che la presenza della sua cara madre, degli altri membri della sua famiglia e dei suoi amici è un prezioso segno delle molte benedizioni che Dio Le ha concesso durante gli anni a Pittsburgh, Green Bay ed ora a Detroit. Il suo stemma episcopale - Facere Omnia Nova, "fare nuove tutte le cose" - richiama la promessa del Signore di creare "nuovi cieli e una terra nuova, nei quali avrà stabile dimora la giustizia" (2P 3,13). Molto del suo ministero sacerdotale ed episcopale è stato dedicato particolarmente a promuovere la giustizia nella Chiesa. Io prego che attraverso il suo servizio pastorale la Chiesa in Detroit continui a vivere secondo la sua vocazione di essere un popolo santo, "fatto nuovo" costantemente in giustizia e carità.

Attraverso tutti voi presenti qui oggi, invio particolari saluti ai cattolici della Scozia e degli Stati Uniti. Ricordo vividamente le mie visite alle vostre nazioni, in Scozia nel 1982 e negli Stati Uniti nel 1979 e nel 1987, che mi hanno permesso di essere presente e prendere parte della fede vitale e dinamica delle vostre Chiese locali. E con questi ricordi che faccio eco alle parole di San Paolo: "Ringrazio continuamente il mio Dio per voi, a motivo della grazia di Dio che vi è stata data in Cristo Gesù, perché in lui siete stati arricchiti di tutti i doni, quelli della parola e quelli della scienza" (1Co 1,4-5). Invocando su di voi e sulle vostre famiglie la pace del nostro Salvatore, cordialmente imparto la mia Benedizione Apostolica.

(Traduzione dall'inglese)

Data: 1994-11-28 Data estesa: Lunedi 28 Novembre 1994





Al Cardinale Ricardo Maria Carles Gordo - Città del Vaticano

Titolo: Un intenso servizio pastorale nell'Arcidiocesi di Barcellona

Signor Cardinale, Sono lieto di riceverla oggi, assieme ai Vescovi ausiliari e a un gruppo di familiari e amici che la accompagnano nel momento gioioso della sua incorporazione al Collegio Cardinalizio. In questo anno Lei ha celebrato il XXV anniversario del suo ministero episcopale, iniziato nella diocesi di Tortosa, dove con amore e fedeltà custodi per molto tempo la Chiesa che qui peregrina e nella quale, tra le altre attività, promosse e celebro un Sinodo diocesano. Oggi, come Arcivescovo di Barcellona, esercita il suo servizio pastorale in questa grande arcidiocesi, promuovendo la vita cristiana dei suoi fedeli e assolvendo anche le responsabilità che, a livello nazionale, i Vescovi di Spagna le hanno affidato nella Conferenza Episcopale.

Giunti al termine dell'Anno della Famiglia, sono lieto di ricordare che proviene da una famiglia profondamente cristiana. Dopo la precoce morte di suo padre durante la sua adolescenza, Lei con sua madre e suo fratello formaste una dimora fondata sulle virtù domestiche, che la condussero a accogliere la chiamata al sacerdozio quando già aveva intrapreso gli studi scientifici. In questo modo inizio un cammino di servizio alla Chiesa, nel Collegio del Corpus Christi, sotto l'esempio e la protezione di San Giovanni di Ribera.

So che nel suo ministero sacerdotale, iniziato a Tabernes de Valldigna e in seguito, durante il breve periodo nella capitale di Valenza, presto una attenzione particolare alla formazione dei laici, alla pastorale familiare e alla gioventù.

Queste sono le linee pastorali che La hanno sempre contraddistinta, e che persegue ancor oggi a Barcellona insieme all'attenzione alla vita, all'attività dei sacerdoti e alla pastorale vocazionale.

Nella comunità diocesana più popolosa della Catalogna, Lei opera per il Regno di Dio, in questo momento importante della sua storia, guidando la Chiesa locale con i suoi Orientamenti per la pastorale diocesana, concretizzatisi nel Progetto pastorale "Identità, comunione, evangelizzazione", che chiama tutti senza escludere nessuno. Sono sicuro che un ampliamento degli stessi, realizzato con spirito di fede e di speranza, darà nuovo vigore alla arcidiocesi e un fruttuoso contributo al prossimo Concilio Provinciale Terraconense, al quale partecipa anche Barcellona.

Signor Cardinale, L'hanno accompagnata fino alla Sede del Successore di Pietro non soltanto Vescovi, sacerdoti e fedeli di Barcellona, ma anche della Catalogna, di Valenza, la sua diocesi d'origine e di altri punti della Spagna.

Hanno voluto manifestare in questo modo l'affetto per la sua persona e la loro gratitudine per ciò che Lei ha fatto per loro. Raccomandandola alla protezione materna della Vergine, che in Catalogna è venerata con tanto amore con il nome di Virgen de Montserrat, che sin da bambino imparo ad amare a Valenza, in nome degli Abbandonati imparto con tutto il cuore a Lei e a coloro che oggi La accompagnano e ai quali è unito spiritualmente, una speciale Benedizione Apostolica.

(Traduzione dallo spagnolo)

Data: 1994-11-28 Data estesa: Lunedi 28 Novembre 1994





Al Cardinale Mikel Koliqi - Città del Vaticano

Titolo: La Chiesa albanese può guardare con speranza al futuro

Venerato Fratello, Con grande gioia e affetto La accolgo, insieme con quanti si rallegrano con Lei, in occasione della sua elevazione alla dignità cardinalizia. L'incontro odierno rinnova in me il caro ricordo dell'intensa visita che ho potuto compiere in Albania il 25 aprile dello scorso anno. In Lei saluto ora l'autorevole rappresentante della Chiesa albanese, che ha offerto una coraggiosa testimonianza di fedeltà a Cristo, affrontando le terribili sofferenze causate dalla dura persecuzione scatenata dal regime totalitario.

Il suo servizio alla Chiesa si sviluppa nell'arco di lunghi anni. Dopo aver ricevuto la formazione scolastica e teologica in Italia, Ella ha svolto un'efficace azione pastorale, particolarmente rivolta verso la gioventù, nella sua Arcidiocesi di Scutari. Attraverso svariate iniziative Ella ha saputo portare il Vangelo fra i giovani: seguendo il cammino dell'Azione Cattolica, attraverso la stampa, le attività ricreative, l'istituzione di una compagnia filodrammatica, con cui Ella poté esprimere la naturale passione per l'arte e la musica.

Tali molteplici attività si intensificarono con la nomina a Parroco della Cattedrale e Vicario Generale dell'Arcidiocesi di Scutari. La sua illuminata azione pastorale venne fortemente contrastata dal regime comunista, che La fece arrestare e condannare più volte. Le minacce e le pressioni non frenarono il suo impegno di evangelizzazione e di servizio ai fratelli. Per questo la persecuzione comunista si accani contro di Lei condannandoLa ai lavori forzati, a cui Lei fu sottoposto per lunghi anni in vari campi di lavoro, fino alla liberazione, avvenuta nel 1986. Dopo il duro inverno della violenta opposizione, la Chiesa albanese insieme con Lei può oggi guardare con speranza al futuro.

Desidero esprimerLe, Signor Cardinale, profonda riconoscenza per l'esempio di intrepida testimonianza evangelica offerta nello svolgimento del ministero sacerdotale. Mentre invoco la celeste protezione della Madonna del Buon Consiglio tanto cara agli Albanesi, imparto di cuore a Lei, e a quanti oggi La circondano, e alla diletta Nazione albanese la Benedizione Apostolica.

Data: 1994-11-28 Data estesa: Lunedi 28 Novembre 1994





Al Cardinale Vinko Puljic - Città del Vaticano

Titolo: Desidero recarmi a Sarajevo appena possibile

Siano lodati Gesù e Maria! Saluto con affetto e con gioia il neo Cardinale Vinko Puljic e quanti lo attorniano in questa solenne


l'Ausiliare di Sarajevo, Mons. Pero Sudar, i sacerdoti, religiosi e laici dell'Arcidiocesi, i parenti ed in particolare gli Alunni del Seminario Maggiore della Provincia Ecclesiastica della Bosnia Erzegovina.

La nomina dell'Arcivescovo Puljic a Cardinale testimonia la mia stima per il suo coraggioso zelo apostolico; allo stesso tempo, vuole essere il segno della mia vicinanza ai cattolici di Sarajevo e dell'intera Bosnia Erzegovina ed a tutte le popolazioni provate dalla guerra che, proprio in questi giorni, si riaccende e imperversa in modo preoccupante.

Anche se l'incontro di oggi mi offre l'opportunità di abbracciare spiritualmente quella cara popolazione rimane costante in me il desiderio di recarmi di persona a Sarajevo appena possibile, per mostrare concretamente la mia vicinanza ed il mio impegno nel perseguire in ogni modo la riconciliazione e la pace.

Esorto di cuore voi, sacerdoti, religiosi e laici, a sostenere sempre il Cardinale Puljic e ad aiutarvi vicendevolmente nel testimoniare il Vangelo in situazioni sicuramente non facili come sono i duri tempi attuali.

A voi, cari Seminaristi, speranza per il futuro, della Chiesa cattolica nel vostro Paese, raccomando di mantenere viva la fiamma dell'amore per Cristo, alla cui chiamata avete risposto, e per la Chiesa locale, che vi preparate a servire. Imparate nella preghiera e nella disciplina interiore ad essere disponibili anche ai sacrifici che la vostra futura missione di sacerdoti esige.

Anche a voi, cari professori ed educatori, desidero rivolgere un invito: con la vostra vita ed il vostro ministero sappiate offrire un esempio di adesione a Cristo e di fedeltà alla Chiesa, preparando i giovani a voi affidati ad essere veri pastori del popolo di Dio, ad immagine del Buon Pastore, del cui unico sacerdozio sono chiamati ad essere partecipi.

Con paterno amore imparto al neo Cardinale, a voi qui presenti ed a tutti i cattolici della Bosnia Erzegovina la mia Benedizione.

Data: 1994-11-28 Data estesa: Lunedi 28 Novembre 1994





Al Cardinale Luigi Poggi - Città del Vaticano

Titolo: Gratitudine e apprezzamento per l'opera in favore della Sede Apostolica

Signor Cardinale, Carissimi Fratelli e Sorelle! Vi accolgo molto volentieri in questa speciale Udienza che mi consente di porgere le mie felicitazioni a Lei, amato Fratello, entrato a far parte del Collegio cardinalizio. Saluto tutti i presenti ed in special modo i familiari, con un particolare pensiero per il Fratello, Monsignor Carlo Poggi, Vescovo di Fidenza, e per Monsignor Antonio Mazza, Vescovo di Piacenza-Bobbio, Diocesi da cui Ella proviene ed alla quale è sempre stato profondamente legato.

Ella presta già da alcuni anni un significativo servizio nell'Archivio Segreto e nella Biblioteca Vaticana, dopo aver svolto importanti e delicati compiti nella Diplomazia Vaticana. Mi piace ricordare qui soprattutto il suo incarico di Nunzio Speciale per i rapporti della Santa Sede con i Paesi dell'Est, prima di essere nominato, nel 1988, Nunzio Apostolico in Italia.

Lungo è stato l'itinerario della sua attività diplomatica e pertanto vasto ed intenso il patrimonio di conoscenze e di esperienze, che ora Ella pone al servizio del Collegio cardinalizio. Mentre rinnovo a Lei, Signor Cardinale, sentimenti di profonda gratitudine e di vivo apprezzamento per l'opera fin qui svolta con tanto amore verso la Sede Apostolica, desidero estendere la mia riconoscenza alla famiglia e alla comunità diocesana, che hanno dato alla Chiesa due sacerdoti destinati a svolgere in essa un ruolo tanto importante.

Nell'assicurarLe il mio costante ricordo nella preghiera, Le auguro, Signor Cardinale, con le parole di san Paolo ai Tessalonicesi, un avvenire sempre ricco di spirituali consolazioni: "Lo stesso Signore nostro Gesù Cristo e Dio Padre nostro, che ci ha amati e ci ha dato, per sua grazia, una consolazione eterna e una buona speranza, conforti i vostri cuori e li confermi in ogni opera e parola di bene" (2Th 2,16-17).

Di cuore imparto a Lei e a quanti oggi La circondano una speciale Benedizione Apostolica.

Data: 1994-11-28 Data estesa: Lunedi 28 Novembre 1994





Al Cardinale Vincenzo Fagiolo - Città del Vaticano

Titolo: Un ministero caratterizzato dalla carità pastorale e dal servizio alla verità

Signor Cardinale, Sono molto lieto di incontrarLa in questa Udienza, insieme con i congiunti, i collaboratori del Pontificio Consiglio per l'Interpretazione dei Testi Legislativi, i fedeli dell'Arcidiocesi di Chieti-Vasto e tante persone che, nel corso del suo non breve servizio ecclesiale, si sono legati a Lei con vincoli di stima e di amicizia.

In questa felice circostanza, è consolante ripercorrere, con gli occhi della fede, il cammino che la divina Provvidenza ha tracciato per Lei, caro e venerato Fratello, da quando, giovane sacerdote della diocesi di Roma, ha iniziato a coniugare il lavoro pastorale con lo studio e l'insegnamento del Diritto. Da allora, questi due aspetti hanno sempre caratterizzato il suo ministero, sia nell'ambito della parrocchia, dell'arcidiocesi e della Conferenza Episcopale, sia in quello della Curia Romana, nella quale Ella ha prestato il suo apprezzato servizio, oltre che come attivo collaboratore durante il Concilio Vaticano II e come Prelato Uditore del Tribunale della Rota, soprattutto come Segretario della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica.

La carità pastorale ed il servizio alla verità per la "salus animarum" sono, per così dire, gli inseparabili binari sui quali si è svolto l'itinerario della sua vita: un itinerario che ora L'ha condotta alla singolare dignità del cardinalato, coronamento di una dedizione che Le auguro possa trovare il suo intimo senso in una testimonianza sempre più generosa a Cristo, Via, Verità e Vita.

Accompagno questi miei sentimenti con una speciale Benedizione Apostolica, che estendo volentieri a quanti si uniscono alla suua gioia e a tutti i presenti.

Data: 1994-11-28 Data estesa: Lunedi 28 Novembre 1994





Al Cardinale Jan P. Schotte - Città del Vaticano

Titolo: La chiamata cardinalizia è una spinta a dedicarsi alla dimensione sinodale della Chiesa

Signor Cardinale, E' con grande gioia che oggi La saluto, insieme ai parenti, ai confratelli e agli amici.

Come membro della Congregazione del Cuore Immacolato di Maria, detta anche dei missionari di Scheut, Lei si è impegnato sin dall'inizio del suo servizio sacerdotale per il bene della Congregazione e della Chiesa universale.

Chiamato nella Segreteria di Stato, vi ha svolto per lunghi anni un lavoro prezioso, meritando di essere poi incaricato della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi.

Grazie alla sua lunga esperienza, Lei ha contribuito molto, in tale ufficio, all'ulteriore sviluppo della comunione ecclesiale e della collegialità episcopale, nella linea dell'antica tradizione delle Chiese, secondo l'insegnamento del Concilio Vaticano Secondo.

Sono certo che la chiamata alla dignità cardinalizia La spingerà a dedicarsi con rinnovato slancio al servizio della Sede Apostolica e all'ulteriore sviluppo della dimensione sinodale della Chiesa.

Di cuore invoco le benedizioni di Dio su di Lei e su tutte le persone che La accompagnano.

Data: 1994-11-28 Data estesa: Lunedi 28 Novembre 1994





Al Cardinale Gilberto Agustoni - Città del Vaticano

Titolo: Grazie per il lavoro responsabile e competente

Signor Cardinale, Sono lieto di accoglierLa, insieme con congiunti ed amici, venuti dalla Svizzera o dai Dicasteri romani, per farLe corona in questi giorni di letizia, memori dell'intenso lavoro da Lei svolto, fin dai primordi della sua ordinazione sacerdotale, a favore della Diocesi di Lugano dapprima e poi della Sede Apostolica. All'indomani della sua elevazione alla porpora, mi è perciò gradito ripercorrere, con sentimenti di grato apprezzamento, le diverse tappe del suo cammino nel servizio alla Chiesa.

Ella ha cominciato, ancor giovanissimo, il suo lavoro nella Congregazione per la Dottrina della Fede, chiamato dal compianto Cardinale Alfredo Ottaviani. In seguito, è stato destinato al Tribunale della Rota Romana e, quindi, alla Congregazione per il Clero, dalla quale ha offerto il suo contributo sia all'Assemblea del Sinodo dei Vescovi, che ha trattato della formazione del Clero, sia alla redazione del Catechismo della Chiesa cattolica. Nello stesso tempo, ha messo a disposizione la sua competenza per la compilazione della Costituzione Apostolica Pastor Bonus e del Regolamento della Curia Romana. Da ultimo Ella ha guidato come Pro-Prefetto il Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica.

La Chiesa Le è grata, Signor Cardinale, per il lavoro diuturno, responsabile e competente che ha finora svolto. Ed anch'io Le sono riconoscente per la premurosa disponibilità con cui ha servito in questi anni la Sede Apostolica. Il ringraziamento, ovviamente, è per lo zelo sacerdotale che l'ha distinta nell'intenso lavoro, ma riguarda anche la dedizione dimostrata nel settore delicato, necessario e non facile, della pratica del diritto canonico, in un momento di impegnativo aggiornamento delle sue norme.

Formulo cordiali voti per il suo servizio alla Chiesa nella nuova responsabilità cardinalizia e, mentre invito parenti ed amici ad esserLe sempre vicini soprattutto con la preghiera, imparto volentieri a Lei ed a tutti i presenti la Benedizione Apostolica.

Data: 1994-11-28 Data estesa: Lunedi 28 Novembre 1994





Al Cardinale Carlo Furno - Città del Vaticano

Titolo: Viva riconoscenza per il valido servizio offerto alla Santa Sede

Signor Cardinale, Sono lieto di accoglierLa, insieme con familiari, collaboratori e amici, in questa speciale Udienza, che mi offre la possibilità di esprimerLe viva riconoscenza per il valido servizio offerto alla Santa Sede durante molti anni.

Ella, infatti, ha prestato la propria qualificata opera prima come collaboratore di diverse Nunziature, poi come apprezzato docente di materie diplomatiche presso la Pontificia Accademia Ecclesiastica ed infine come Legato Pontificio in diverse Nazioni dell'America Latina e del bacino mediterraneo.

Dal Peru, Paese ricco di storia e di bellezze naturali, dove la Chiesa ha offerto un significativo esempio di evangelizzazione fra gli Indios, al Libano in un momento particolarmente delicato della storia di quella Nazione. La disponibilità al servizio della Sede Apostolica l'ha portata poi in Brasile, dove la sua attenzione si è rivolta soprattutto a sostenere con grande sensibilità e fermezza le Comunità diocesane nell'impegnativo confronto con i complessi problemi sociali della Nazione, come pure nella formazione del clero e nella pastorale vocazionale.

Il lavoro diplomatico da Lei compiuto è stato sempre apprezzato per l'essenzialità nel cogliere i problemi, la saldezza nel riaffermare i principi, il garbo e la finezza nel trattare con le persone. La sua ampia esperienza internazionale si è recentemente completata con la nomina a Nunzio Apostolico in Italia, Nazione con cui la Sede di Pietro ha uno speciale legame di amicizia e collaborazione.

Nel ricordare con gratitudine la famiglia che Le ha dato i natali e la diocesi in cui è maturata la sua vocazione al sacerdozio, mi è caro formularLe fervidi auspici per il servizio che Ella, ne sono certo, continuerà ad offrire alla Chiesa con la stessa generosità e competenza che hanno sempre distinto la sua opera. Invoco a tal fine la materna protezione della "Madonna delle Grazie" ed imparto di cuore a Lei ed a quanti si uniscono oggi alla sua gioia una speciale Benedizione Apostolica.

Data: 1994-11-28 Data estesa: Lunedi 28 Novembre 1994





Al Cardinale Pierre Eyt - Città del Vaticano

Titolo: Benedetto sia Dio che ci rende forti al suo servizio!

Signor Cardinale, Sia il benvenuto nella dimora del successore di Pietro, con tutti coloro che La circondano della loro amicizia! E una vera gioia per me riceverLa all'indomani del giorno in cui è entrato nel Collegio dei Cardinali! Molte volte, nel corso degli ultimi anni, ho avuto l'occasione di apprezzare la sua competenza teologica e sua dedizione pastorale. Già nel passato, la diocesi di Bordeaux, aveva dato un Papa alla Chiesa, Clemente V, che vi è caro come primo papa di Avignone, come pure numerosi Cardinali. Lei si iscrive ormai in questa lunga tradizione, assicurando le missioni che Le saranno richieste per il servizio della Sede di Pietro.

Testimonianza di fede, il suo ministero si esercita nella diocesi di Bordeaux: ciascuno dei fedeli è chiamato a rendere come Lei una testimonianza, nel posto in cui si trova e con i mezzi che gli sono propri. Benedetto sia Dio che ci rende forti al suo servizio! A ciascuno di voi, cari fratelli e sorelle, al clero e a tutti i fedeli della diocesi di Bordeaux, imparto di gran cuore la Benedizione Apostolica.

(Traduzione dal francese)

Data: 1994-11-28 Data estesa: Lunedi 28 Novembre 1994





Al Cardinale Augusto Vargas Alzamora - Città del Vaticano

Titolo: L'Evangelizzazione è il motore della Chiesa

Signor Cardinale, Sono lieto di riceverLa, insieme ai suoi accompagnatori: Vescovi, sacerdoti, religiosi, religiose e laici, che desidero salutare cordialmente, in modo particolare il vostro predecessore nella sede primaziale del Perù, il Cardinale Juan Landazuri Ricketts. A lui mi uniscono legami di particolare amicizia ecclesiale, soprattutto a partire dal Sinodo del 1974, nel quale fu Presidente Delegato del Papa Paolo VI e dove io ebbi l'incarico di essere Relatore Generale per il tema dell'Evangelizzazione.

L'Evangelizzazione è stata, è e sarà sempre il compito, il motore e la gioia della Chiesa, secondo il cammino indicato da Gesù Cristo che fu il "primo e il più grande evangelizzatore" (EN 7).

Da quasi cinquecento anni, il più illustre dei vostri predecessori, San Toribio de Mogrovejo, Arcivescovo di Lima, promosse in tutto il Perù e nei territori limitrofi una grande impresa evangelica che le Chiese dell'America Latina devono ricordare ora, alla fine di questo millennio, per sentirsi più motivate nel grande compito della Nuova Evangelizzazione.

Sono lieto di constatare che, nella Chiesa particolare di Lima, i tre Cardinali che una sede così illustre ha avuto fino ad oggi, Juan Gualberto Guevara, Juan Landazuri e ora Lei, sono venuti a promuovere nobili iniziative pastorali per favorire la cristianizzazione dell'amato popolo peruviano.

Già nei primi anni di ministero sacerdotale come gesuita Lei fondo in Perù l'opera "Fede e Allegria" che attualmente è una delle principali istituzioni cattoliche di educazione popolare esistenti in America Latina. Come Vescovo realizzo una intensa opera missionaria nel Vicariato Apostolico di Jaén o San Francisco Javier. Attualmente, in qualità di Presidente della Conferenza Episcopale Peruviana e Arcivescovo di Lima, sta sviluppando una grande opera, con speciale dedizione alla preparazione di evangelizzatori e alla attenzione ai poveri, purtroppo ancora molto numerosi, tra i quasi sei milioni di abitanti della diocesi. Il Sinodo arcidiocesano che si sta celebrando, così come la speciale attenzione dedicata al Seminario e alla promozione delle vocazioni, assicureranno alla sua comunità diocesana un futuro di speranza.

Che la Nostra Signora della Evangelizzazione, la cui immagine si venera nella Cattedrale di Lima e di fronte alla quale ho avuto la fortuna di prostrarmi durante le mie visite del 1985 e del 1988, illumini e guidi il suo nuovo cammino di Cardinale della Santa Chiesa Romana.

Sotto questi auspici, sono lieto di impartirLe, Signor Cardinale, come anche ai pellegrini che La accompagnano in questa felice circostanza e a tutti i fedeli diocesani, una speciale Benedizione Apostolica.

(Traduzione dallo spagnolo)

Data: 1994-11-28 Data estesa: Lunedi 28 Novembre 1994





A quattro nuovi Cardinali - Città del Vaticano

Titolo: L'America Latina è nel cuore del papa

Signori Cardinali, Sono molto lieto di ricevervi oggi, accompagnati dai vostri familiari e anche da numerosi fratelli Vescovi, sacerdoti, religiose, religiosi e laici dell'America Latina, ai quali porgo il mio affettuoso saluto di benvenuto.

L'America Latina è nel cuore del Papa, come il Papa è nel cuore dei latino-americani. In Messico ho compiuto il mio primo Viaggio Apostolico, all'inizio del mio pontificato, per inaugurare a Puebla de Los Angeles, la Terza Conferenza generale dell'Episcopato Latinoamericano. Negli anni successivi il Signore mi ha concesso di poter condividere momenti indimenticabili di intensa fede e di fervore spirituale in quasi tutti i paesi del Continente della Speranza.

Ora, molte rappresentanze di alcune di queste Chiese particolari sono giunte a Roma, per accompagnare i loro Pastori, che sono stati elevati alla dignità cardinalizia, divenendo consiglieri e collaboratori del Papa nella sua sollecitudine per la Chiesa universale.

Generoso e dinamico è stato il servizio pastorale del Cardinale Bernardino Echeverria Ruiz alla Chiesa presente nell'Ecuador, della cui Conferenza Episcopale è stato molte volte Presidente. Sono numerose le opere e le iniziative apostoliche realizzate, con saggezza e spirito francescano nelle diocesi il cui governo pastorale le è stato affidato: Ambato Guayaquil e ora come Amministratore Apostolico di Ibarra.

La Chiesa che peregrina in Cile, della quale conservo un ricordo particolare per la mia Visita Pastorale del 1987, esulta di gioia nel vedere il caro Arcivescovo di Santiago, Carlos Oviedo Cavada, dell'Ordine della Mercede, elevato al titolo di Cardinale. I suoi trenta anni di ministero episcopale, a Concepcion, Antofagasta ed ora a Santiago lo hanno spinto a intraprendere numerose iniziative pastorali, tra le quali è doveroso menzionare la Missione Generale del 1992, nell'ambito del V Centenario della comparsa del Vangelo nel Nuovo Mondo, la quale sta dando copiosi frutti.

So che ieri, in occasione del decimo anniversario della firma del trattato di pace e amicizia tra il Cile e la Repubblica Argentina, è stato ricordato con gratitudine al Signore quanto fece la Santa Sede per la soluzione della controversia tra le due Nazioni sorelle. Rinnovo i miei migliori auguri per la pace e per il progresso di entrambi i paesi.

Il Cardinale Adolfo Antonio Suarez Rivera, Arcivescovo di Monterrey e per molti anni Presidente della Conferenza dell'Episcopato messicano, ha sviluppato precedentemente un fecondo ministero nelle diocesi di Tepic e Tlalnepantla, dando prova della sua costante e sollecita dedizione alle rispettive comunità ecclesiali.

Guadalajara, che ha compianto il Cardinale Juan Jesus Posadas Ocampo, Pastore amabile e generoso, vittima di una violenza criminale, ora esulta di gioia per il nuovo Arcivescovo, Juan Sandoval Iniguez, nominato anche lui Cardinale. La sua opera evangelizzatrice e il suo zelo apostolico intrapresi a Ciudad Juarez sono una sicura promessa per la nuova missione affidata.

La religiosità dei vostri popoli si manifesta chiaramente nella fedeltà alla Cattedra di Pietro e nella devozione alla Santissima Vergine, la "prima evangelizzatrice dell'America Latina". Che Lei continui ad essere la Stella che oggi guida voi tutti, come anche le vostre Chiese particolari, verso una devozione instancabile nella missione evangelizzatrice.

Con questi vivi sentimenti, sono lieto di impartire a voi tutti molto cordialmente una speciale Benedizione Apostolica.

(Traduzione dallo spagnolo)

Data: 1994-11-29 Data estesa: Martedi 29 Novembre 1994





Al Cardinale Jaime Lucas Ortega y Alamino - Città del Vaticano

Titolo: Una Chiesa "che vive, serve e semina l'amore a Cuba"

Signor Cardinale, La saluto con grande affetto, nel riceverLa oggi, accompagnato dalla sua anziana madre e da altri familiari, e da alcuni Vescovi, Sacerdoti, Religiose, Religiosi e secolari in rappresentanza di numerosi fratelli cubani, uniti spiritualmente in questa circostanza, ai quali inoltre invio il mio profondo saluto.

La Chiesa a Cuba, nel suo cammino non privo di sofferenze e di speranze, vive in questi giorni un clima di intenso giubilo a causa della sua elevazione come Arcivescovo di San Cristobal de la Habana, alla dignità cardinalizia.

Riconoscendo la sua sollecitudine pastorale e le doti che La contraddistinguono, ho voluto inoltre dare una prova speciale del mio affetto per questa nobile e cara nazione, mettendo in risalto la sollecitudine e i progetti apostolici di questa Chiesa locale "che vive, serve e semina l'amore a Cuba", come Lei stesso affermava nel suo Messaggio, dello scorso 30 ottobre, rivolgendosi ai cattolici e al popolo cubano. "Sono sicuro - aggiungeva - che il Santo Padre ha posto la sua attenzione nell'unità della nostra Chiesa per conferirle questo dono nella mia povera persona, che quindi considero un patrimonio di tutti Voi".

Un patrimonio e un dono, un segno di apprezzamento che senza alcun dubbio porterà tutti, gerarchia e fedeli, a confermare il loro grande amore alla Chiesa, a stimolare la generosità nel servizio alla stessa e a promuovere uno sforzo dinamico per portare avanti animosamente ed efficacemente il dovere della "Nuova Evangelizzazione". Tutto questo potrà dare una maggiore vitalità alle comunità cattoliche, che sotto la guida illuminata e saggia dei loro Pastori, sono chiamate ad offrire il loro contributo affinché Cuba cammini sempre verso il progresso integrale dei suoi cittadini, superando le difficoltà che affliggono tanto questo caro popolo. In tale sforzo, senza dubbio, sono uniti l'amore alla Chiesa e l'amore alla Patria, che hanno sempre contraddistinto i cattolici cubani.

Lei in particolare porta nel cuore i suoi antichi parrocchiani di Cardenas, di Jaguey Grande, il suo paese natale, nella diocesi di Matanzas e quelli di Pinar del Rio, dove inizio il suo ministero episcopale, prima di esserle affidata l'Arcidiocesi di San Cristibal de la Habana, dove da tredici anni sta sviluppando con grande zelo e saggezza ecclesiale, la sua opera evangelizzatrice che, attualmente come Presidente della Conferenza Episcopale, si estende a tutta la nazione.

In occasione della sua nomina come Cardinale, Lei ha voluto evocare la ricchezza storica che possiede la città dell'apostolo Padre Varela, del patriota José Marti e del primo Cardinale cubano, Manuel Arteaga y Betancourt, creato da Pio XII. Sono figure che sottolineano l'importanza e la fecondità cattolica di questa Nazione, cristianizzata già durante i primi anni dell'Evangelizzazione d'America.

Desidero assicurarLe, Signor Cardinale, che come Successore di Pietro sono al suo fianco e a quello di tutti gli altri Pastori e vi raccomando alla protezione materna della Patrona di Cuba, Nuestra Senora de la Caridad del Cobre.

Come prova del mio affetto, sono lieto di impartire a Lei, a coloro che la accompagnano e a quanti Le sono vicini spiritualmente, una speciale Benedizione Apostolica.

(Traduzione dallo spagnolo)

Data: 1994-11-29 Data estesa: Martedi 29 Novembre 1994





Al Cardinale Emmanuel Wamala - Città del Vaticano

Titolo: I Santi Martiri ugandesi sono testimonianza di fede incrollabile

Sua Eminenza, Cari amici dell'Uganda, sono lieto di accogliere Sua Eminenza e tutti voi che accompagnate il Cardinale Wamala e dividete questo momento di gioia con lui. Per vostro tramite invio i più cordiali saluti all'Arcidiocesi di Kampala e a tutta la Chiesa in Uganda, e non da ultimo alla Diocesi di Masaka e Kiyinda-Mityana, che ha dato i natali al nuovo Cardinale e dove egli ha amministrato il servizio divino in qualità di sacerdote e Vescovo.

Ho un vivo ricordo della mia visita al suo Paese lo scorso anno, e rammento in special modo il mio pellegrinaggio al Santuario dei Santi Martiri dell'Uganda. Che meravigliosa e commovente testimonianza di incrollabile fede e amore questi Santi Martiri hanno lasciato a noi nella loro completa sottomissione a Cristo! E mia fervente preghiera che il loro esempio e la loro testimonianza continuino ad essere fonte di ispirazione e di forza per i fedeli in Uganda, che la Chiesa nel suo Paese possa sinceramente essere un faro di luce e di speranza per la sua Nazione e per tutta l'Africa.

Che Dio benedica Lei e la sua famiglia, possa Egli guidarla lungo il sentiero della vita verso il Regno del suo amato Figlio, nostro Signore Gesù Cristo. Invocando l'intercessione dei Martiri dell'Uganda, con piacere concedo a Lei e ai suoi cari la mia Apostolica Benedizione. Omukama abakuume, era akuume Uganda. (In lingua ugandese: "Che Dio benedica Lei e l'Uganda").

(Traduzione dall'inglese)

Data: 1994-11-29 Data estesa: Martedi 29 Novembre 1994





Al Cardinale Jean-Claude Turcotte - Città del Vaticano

Titolo: I miei auguri per il suo ministero

Signor Cardinale, All'indomani del Concistoro che ha visto il suo ingresso alla dignità cardinalizia sono felice di accogliere in Lei il Pastore della Chiesa che è nell'illustre città di Montréal. Non posso mancare di rievocare, anche con una parola, la bella tradizione di evangelizzazione e di santità di cui la sua diocesi è ereditaria. E come dimenticare l'accoglienza che mi è stata riservata nel passato? E con piacere che La saluto, dicendoLe quanto sarà utile, nel seno del Collegio dei Cardinali, la sua esperienza pastorale. Tengo ad augurare molto cordialmente il benvenuto a tutte le persone che la circondano, dapprima alla sua cara madre e ai suoi parenti, ai rappresentanti della società civile e ai suoi collaboratori.

Formulo ferventi voti per il suo ministero a Montréal e per i servizi che sarà chiamato a rendere alla Chiesa di Roma. Portate al clero della vostra diocesi e a tutti i battezzati gli incoraggiamenti del Successore di Pietro: che continuino la loro strada, fedeli al Vangelo, in comunione con tutta la Chiesa, con l'audacia della speranza nel Signore che viene! Signor Cardinale, cari amici, che la Madre del Salvatore sia la vostra guida! Che il Signore vi colmi delle sue Benedizioni! (Traduzione dal francese)

Data: 1994-11-29 Data estesa: Martedi 29 Novembre 1994






La traduzione italiana del discorso del Santo Padre al Presidente della Lituania, Algirdas Brazauskas - Città del Vaticano

Titolo: Quelle croci innalzate dal popolo sulla Collina di Siauliai testimoniano il coraggio di costruire un avvenire migliore

Signor Presidente,


GPII 1994 Insegnamenti - Al Cardinale Miloslav Vlk - Città del Vaticano