GPII 1995 Insegnamenti 30

Angelus: la riflessione del Papa prima della preghiera mariana nella solennità dell'Epifania - Città del Vaticano

Titolo: Oggi la Chiesa rinnova l'appello del Vangelo: volgetevi a Dio, paesi tutti della terra

Carissimi Fratelli e Sorelle!

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1. Oggi è la festa della Chiesa che soffre per le ferite dell'umanità, ma gioisce intimamente perché nel mondo "è apparsa la grazia di Dio" e "si sono manifestati la sua bontà e il suo amore per gli uomini" (
Tt 2,11 Tt 3,4). La nascita di Gesù nel nascondimento di Betlemme ha acceso all'orizzonte una luce nuova, capace di guidare il cammino di chi cerca la verità, la giustizia, la pace e la libertà, a qualunque popolo, cultura o condizione sociale appartenga.

Il cuore della Chiesa gioisce come quello di Maria, che vide giungere a Betlemme i Magi d'Oriente, li vide prostrarsi davanti al Bambino e adorarLo come re, offrendogli oro, incenso e mirra (cfr. Mt 2,11). La Madre è colma di riconoscenza, perché vede e comprende che l'amore di Dio attira a sé tutte le genti.

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2. Oggi la Chiesa esulta nello Spirito Santo, dono del Padre e del Figlio e fonte di ogni dono, che ne arricchisce la vita e la missione. Esulta in particolare per i dieci nuovi Vescovi, consacrati stamane nella Basilica di San Pietro.

Nell'Episcopato si manifesta il duplice movimento della Chiesa, movimento di comunione e di missione: dai popoli verso il centro, che è Cristo, e da Cristo verso tutti i popoli fino agli estremi confini della terra.

Carissimi Fratelli e Sorelle! Affido i Neo-Ordinati alla vostra preghiera, perché siano santi e generosi operai del Vangelo e guidino il popolo di Dio con la parola e con l'esempio.

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3. Esultano anche le Chiese orientali che, seguendo l'antico calendario, si apprestano a celebrare domani il Natale del Signore. A tutti i fratelli e sorelle dell'Oriente cristiano, giunga il nostro fraterno pensiero. Formulando fervidi voti augurali, prego il Signore affinché l'anno appena iniziato, che ci avvicina al 2000, possa aiutare tutti ad approfondire nella preghiera e nel dialogo l'unità affidataci dal Signore come dono e compito da perseguire instancabilmente.

In questo giorno la Chiesa rinnova nel mondo l'appello del Vangelo: volgetevi a Dio, paesi tutti della terra, volgetevi a Colui che in Cristo Gesù ha rivelato pienamente la sua misericordia e la sua fedeltà. Non v'è salvezza né giustizia senza Dio e tanto meno contro di Lui. Egli non ha parlato in segreto, ma ha rivelato a tutti la Parola di verità: Parola che si è fatta carne in Gesù. Chi vede e ascolta il Cristo vede ed ascolta il Padre. Fermatevi pertanto e volgete il pensiero al Signore! Lasciatevi addolcire dalla sua bontà, convincere dalla sua mitezza e arricchire dalla sua povertà (cfr.
2Co 8,9).

Noi domandiamo a Maria di Nazaret, che tiene sulle ginocchia la Sapienza del Padre, di far pervenire quest'invito ai credenti ed a ogni uomo di buona volontà. La sua materna intercessione ottenga alla Chiesa ed al mondo il dono dell'unità e della pace.

(Al termine della preghiera mariana, Giovanni Paolo II ha voluto, prima di rinnovare il suo appello in favore delle persone rapite, che pubblichiamo in prima pagina, salutare alcuni gruppi presenti in Piazza San Pietro.

Queste le sue parole:] Sono lieto di salutare i numerosi partecipanti al corteo storico-folcloristico "Viva la Befana", che in questa decima edizione è ispirato agli usi e ai costumi dell'antica città di Anzio. Con essi si trovano in felice sintonia i pellegrini diretti a Giulianello di Cori, presso Latina, per venerare l'immagine del Bambino Gesù. Vi ringrazio tutti per la vostra visita e soprattutto per queste belle iniziative, che uniscono le famiglie intorno alle ricche e suggestive tradizioni cristiane.

Vi auguro di testimoniare sempre nella vita il grande mistero di amore che oggi vi siete impegnati a rappresentare.

Data: 1995-01-06 Data estesa: Venerdi 6 Gennaio 1995

Al termine dell'Angelus - Il Papa rivolge il suo pensiero alle vittime dei sequestri e lancia un appello ai rapitori - Città del Vaticano

Titolo: "Imboccate la via della legalità"

Mentre ancora viviamo il clima del Natale, desidero rinnovare con forza il mio appello in favore delle persone che si trovano sequestrate da bande di rapitori. Sono vicino a ciascuna di esse ed ai rispettivi familiari. Prego per la famiglia Vinci, di Macomer, presso Nuoro, provata dal recente rapimento del Signor Giuseppe Daniele; una preghiera ugualmente accorata elevo pure per le altre famiglie che vivono da mesi e talune da anni questa angosciosa situazione: sono quelle di Mirella Silocchi, di Giancarlo Conocchiella, di Adolfo Cartisano e di Paolo Ruiu; ma penso anche ai familiari delle non poche persone scomparse in circostanze oscure. Ai responsabili dico: rilasciate queste vittime innocenti e restituitele all'affetto dei loro cari. Abbandonate la via del delitto e imboccate quella della legalità. Non chiudete il cuore alla luce di Cristo, che è nato anche per voi!.

Data: 1995-01-06 Data estesa: Venerdi 6 Gennaio 1995

Nella solennità dell'Epifania del Signore Giovanni Paolo II ordina dieci nuovi Vescovi - Città del Vaticano

Titolo: Partecipi di quel grande movimento della predicazione del Vangelo incominciato a Gerusalemme

"Alzati, rivestiti di luce..." (Is 60,1).

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1. Le letture dell'odierna liturgia trasmettono alla nostra Assemblea una sorta di interiore movimento. A ben vedere, infatti, la festa dell'Epifania celebra la manifestazione di quello che potremmo chiamare il "grande movimento". Leggiamo in Isaia le parole rivolte alla città di Gerusalemme: "Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te. Poiché, ecco, le tenebre ricoprono la terra, nebbia fitta avvolge le nazioni; ma su di te risplende il Signore, la sua gloria appare su di te" (
Is 60,1-2).

"Viene la tua luce...". Le parole del Profeta indicano movimento: dall'alto discende la gloria di Dio con la sua grazia. Epifania significa il movimento di Dio verso l'uomo. In conseguenza di esso inizia sulla terra l'altro movimento, quello che porta gli uomini dalle tenebre alla luce. Leggiamo: "Cammineranno i popoli alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere. Alza gli occhi intorno e guarda tutti costoro si sono radunati, vengono a te. I tuoi figli vengono da lontano, le tue figlie sono portate in braccio" (Is 60,3-4). E' il movimento in direzione della luce, verso Gerusalemme che è il suo centro. E' il movimento del cuore umano verso Dio che è venuto nel mondo. Emmanuele.

Nella storia delle religioni questa è la novità assoluta: Dio è nato nel mondo, per condividere con l'uomo la sua sorte terrena.

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2. Oltre a quella del movimento, nella Festa dell'Epifania è molto importante la dimensione del dono. Il Profeta parla delle ricchezze di oltremare, dei beni delle nazioni, parla dell'oro e dell'incenso che, tra i canti dei pellegrini, vengono portati verso Gerusalemme, nel luogo in cui Dio è venuto al mondo. I doni testimoniano il movimento interiore, il movimento del cuore dell'uomo. Dio che viene al mondo rivela se stesso come Dono per l'uomo, e l'uomo, conoscendo che per lui Dio si è fatto Dono, riconosce anche in se stesso la capacità di farsi dono per gli altri.

Proprio di questo scrive san Paolo alla comunità di Efeso nel brano che abbiamo ascoltato. E nel Vangelo i Magi, portando a Betlemme dall'Oriente oro, incenso e mirra, confermano la più profonda verità della rivelazione di Dio nella carne umana: Dio si è fatto Dono per la salvezza dell'uomo e per la sua redenzione; Egli chiama l'uomo a realizzarsi a sua volta mediante il dono sincero di sé.

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3. La liturgia odierna diventa così epifania della grande missione, che partendo da Dio conduce all'uomo mediante la venuta nel mondo del Figlio di Dio, e si prolunga attraverso il cuore dell'uomo verso gli altri uomini, verso tutti coloro che ancora non conoscono la luce discesa su Gerusalemme e ignorano la strada per raggiungere la grotta di Betlemme.

Il cammino dei Magi giunti da Oriente è come un grande simbolo di tutte quelle vie sulle quali gli uomini, da vicino e da lontano, sin dagli estremi confini della terra, camminano nel corso dei secoli verso la luce di Cristo. Colui che ora, Neonato, si lascia trovare e adorare dai Magi, un giorno, al termine della sua missione terrena, dirà agli Apostoli: "Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura" (
Mc 16,15), e con queste parole imprimerà una precisa direzione alla storia della Chiesa. Il grande movimento che conduce verso tutte le nazioni del mondo corrisponde, nel disegno di Dio, alla venuta di Cristo nella carne. Esso si ricollega anche al cammino dei Magi, i quali, mossi dall'apparire di un nuovo astro, di una nuova luce e certamente guidati dalla luce dello Spirito Santo, intrapresero il viaggio che li condusse a Gerusalemme e poi a Betlemme.

Coloro che sono succeduti agli Apostoli nella missione di portare la luce a tutte le nazioni, di predicare a tutte le nazioni, hanno indicato agli uomini la stessa via dicendo: Andate a Betlemme, là Cristo è nato; andate a Nazaret, là ha trascorso i trent'anni della sua vita nascosta; fermatevi sulle rive del lago di Galilea e in tanti luoghi della Terra Santa, dove Egli ha insegnato e operato miracoli, dando segni della sua potenza divina; e soprattutto andate a Gerusalemme, dove è stato crocifisso per togliere i peccati del mondo e rivelarsi come Redentore dell'uomo; andate a Gerusalemme, dove è risorto il terzo giorno manifestando la potenza di vita che è in Lui, vita più forte della morte fisica e spirituale.

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4. Voi, cari Fratelli, che oggi nella Basilica di San Pietro ricevete la consacrazione episcopale, diventate in un modo particolare partecipi dell'Epifania di Cristo. Un giorno gli Apostoli ricevettero da Cristo il mandato: "Andate in tutto il mondo...". Ricevettero anche la potenza dello Spirito Santo, che mediante l'imposizione delle mani avrebbero poi trasmesso ai loro successori.

Cominciando da Gerusalemme, si sviluppo così il grande movimento della "predicazione del Vangelo ad ogni creatura". Sempre nuovi uomini, di generazione in generazione, hanno ricevuto lo Spirito Santo, per partecipare alla missione apostolica della Chiesa, che è di annunciare il Vangelo ad ogni creatura.

Oggi a questa spirituale catena dei successori degli Apostoli venite aggiunti voi, che qui avete recato i vostri doni: il dono della vostra umanità, il dono della vocazione, il dono del sacerdozio, il dono del servizio. La rivelazione della verità sull'uomo, riaffermata dal Vaticano II, che egli cioè realizza se stesso solamente mediante il dono sincero di sé, vi ha guidato sulla via della vocazione sacerdotale ed episcopale. Oggi siete venuti qui con questi doni. Nella vostra venuta si compie la profezia di Isaia sulle nazioni, le quali, in cerca della luce, camminano verso Gerusalemme. Voi recate le ricchezze delle vostre nazioni per deporle ai piedi della Santa Famiglia. E proprio mentre compite questo gesto, voi stessi ricevete un dono nuovo: il dono del pieno servizio pastorale nella Chiesa di Dio, l'Episcopato nel quale continua e costantemente si prolunga la missione apostolica nella Chiesa.

Partite, dunque, come i Magi d'Oriente, arricchiti dal dono di Dio, e recatelo là dove il servizio ecclesiale vi chiama. Recalo in Panama, Mons. Bruno Musaro, Nunzio Apostolico in quel Paese in cui si congiungono il nord e il sud del Continente americano. Tu, Mons. Petko Christov, Vescovo di Nicopoli, recalo in Bulgaria, perché verità e libertà maturino là dove troppo a lungo vi è stata oppressione. Tu, Mons. Antonio Napoletano, Vescovo di Sessa Aurunca, lo recherai nel Meridione d'Italia, dove un'antica tradizione cristiana attende una nuova evangelizzazione. Porta il tuo dono, Mons. Zacharias Jimenez, Vescovo di Pagadian, nelle Filippine, che mi appresto a visitare per gettare un ponte verso le nuove generazioni dell'Asia. Recalo negli Stati Uniti d'America, Mons. Raymond Leo Burke, Vescovo di La Crosse, così che in quella terra possano essere rinvigorite le radici evangeliche. Tu, Mons. Javier Echevarria Rodriguez, Prelato della Prelatura personale della Santa Croce e dell'Opus Dei, diffondilo come pegno di rinnovata testimonianza in ogni ambiente di vita. Nel moderno areopago dei mezzi di comunicazione lo recherai tu, Mons. Pierfranco Pastore, che da anni svolgi il tuo apprezzato servizio quale Segretario del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali. E tu Mons. StanisLaw Szyrokoradiuk, Ausiliare del Vescovo di Zytomir, portalo in Ucraina, perché sia seme di piena unità tra ortodossi e cattolici. Voi, infine, Mons. Pawel Cieslik e Mons. Stefan Regmunt, Ausiliari rispettivamente del Vescovo di Koszalin-Kolobrzeg e di quello di Legnica, recate il dono di Dio in Polonia, come degni ministri di quella amata Chiesa.

Carissimi e venerati Fratelli, siate fedeli testimoni della Verità, testimoni della divina Epifania! Questa Verità, attraverso il dono sincero della vostra vita, parli agli uomini, indichi loro il cammino verso quella luce che rifulse a Betlemme, verso quella luce che è Cristo.

Possa il vostro ministero contribuire all'avverarsi della parola del Salmo poc'anzi proclamato: "Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra" (Sal. resp.) Tutti i popoli, Signore! Amen.

Data: 1995-01-06 Data estesa: Venerdi 6 Gennaio 1995

Messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali - Città del Vaticano

Titolo: Il cinema può divenire uno strumento per l'evangelizzazione

Cari Fratelli e Sorelle, Quest'anno, in occasione della Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, desidero invitarvi a riflettere sul Cinema, inteso quale "veicolo di cultura e proposta di valori". Come certo saprete, infatti, nell'anno corrente iniziano in tutto il mondo le celebrazioni per ricordare il primo centenario di questo diffuso mezzo di espressione, ormai di facile accesso per tutti.

La Chiesa ha spesso ribadito l'importanza dei mezzi di comunicazione nella trasmissione e nella promozione di valori umani e religiosi (cfr. Pio XII, Miranda prorsus, 1957) e le particolari conseguenti responsabilità da parte di coloro che lavorano in questo difficile settore. Essa, infatti, considerati i progressi e gli sviluppi che ha conosciuto in questi ultimi decenni il mondo della comunicazione sociale, è ben consapevole sia del pericoloso potere di condizionamento che detengono i mass media, sia delle possibilità che essi offrono, se usati saggiamente, come valido aiuto all'evangelizzazione. Come scrivevo nel Messaggio pubblicato in occasione della Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali del 1989, "la questione posta oggi alla Chiesa non è più quella di sapere se l'uomo della strada può ancora recepire un messaggio religioso, ma quella di trovare i linguaggi di comunicazione migliori per ottenere il maggiore impatto possibile del messaggio evangelico" (Messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali).

Tra gli strumenti della comunicazione sociale, il cinema è ormai uno strumento molto diffuso ed apprezzato e da esso partono spesso messaggi in grado di influenzare e condizionare le scelte del pubblico, soprattutto di quello più giovane, in quanto forma di comunicazione che si basa non tanto sulle parole, quanto su fatti concreti, espressi con immagini di grande impatto sugli spettatori e sul loro subconscio.

Il cinema fin dalla sua nascita, pur provocando talora per alcuni aspetti della sua multiforme produzione motivi di critica e di biasimo da parte della Chiesa, ha spesso affrontato anche temi di grande significato e valore dal punto di vista etico e spirituale. Mi piace qui ricordare, ad esempio, le numerose versioni cinematografiche della vita e passione di Gesù e della vita dei Santi, ancora conservate in molte cineteche, che servirono, oltretutto, ad animare numerose attività culturali, ricreative e catechistiche, per iniziativa di molteplici diocesi, parrocchie ed istituzioni religiose. E da queste premesse che si è sviluppato un ampio filone di cinema religioso, con un'enorme produzione di film che ebbero grande influsso sulle masse, pur con i limiti che il tempo, inevitabilmente, tende ad evidenziare.

Valori umani e religiosi che meritano attenzione e lode sono spesso presenti, oltre che nei film che fanno diretto riferimento alla tradizione del cristianesimo, anche in film di culture e religioni diverse, confermando così l'importanza del cinema, inteso pure come veicolo di scambi culturali ed invito all'apertura ed alla riflessione nei confronti di realtà estranee alla nostra formazione e mentalità. In questo senso, il cinema permette di abbattere le distanze ed acquista quella dignità, propria della cultura, quel "modo specifico dell'esistere e dell'essere dell'uomo che crea tra le persone dentro ciascuna comunità un insieme di legami, determinando il carattere interumano e sociale dell'esistenza umana" (Messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali).

A quanti lavorano nel settore cinematografico rivolgo un caloroso invito a non rinunciare a questa importante componente culturale, perché non è conforme alle più autentiche e profonde esigenze ed aspettative della persona umana curare produzioni prive di contenuto e miranti esclusivamente all'intrattenimento, con l'unica preoccupazione di veder aumentare il numero degli spettatori.

Come accade per tutti gli strumenti di comunicazione sociale, il cinema, oltre ad avere il potere e il merito grande di contribuire alla crescita culturale ed umana dell'individuo, può coartare la libertà soprattutto dei più deboli, quando distorce la verità (cfr. Pio XII, Miranda prorsus, 1957), e si pone come specchio di comportamenti negativi, con l'impiego di scene di violenza e di sesso offensive della dignità della persona con lo scopo di "suscitare emozioni violente per stimolare l'attenzione dello spettatore" (Messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali). Non può essere definito libera espressione artistica l'atteggiamento di chi, irresponsabilmente, suscita degradanti emulazioni i cui effetti dannosi leggiamo ogni giorno nelle pagine della cronaca. Come ci ricorda il Vangelo, solo nella Verità l'uomo è reso libero (cfr. Jn 8,32).

L'urgenza di un tale problema nella nostra società, che sembra trarre troppo spesso modelli negativi dagli stimoli quotidiani offerti dal cinema, così come dalla televisione e dai giornali, mi spinge a rivolgere, ancora una volta, un pressante appello, sia ai responsabili del settore perché si impegnino ad operare con professionalità e responsabilità, sia ai recettori perché sappiano porsi di fronte alle sempre più pressanti proposte offerte dal mondo dei media, ivi compreso il cinema, con spirito critico, pronti a discernere quanto può essere motivo di crescita, da quanto può essere occasione di danno.

Quando il cinema, obbedendo ad uno dei suoi principali scopi, fornisce un'immagine dell'uomo così come esso è, deve proporre, partendo dalla realtà, valide occasioni di riflessione sulle condizioni concrete nelle quali egli vive.

Offrire spunti di riflessione su argomenti quali l'impegno nel sociale, la denuncia della violenza, dell'emarginazione, della guerra e delle ingiustizie, spesso affrontati dal cinema nei cento anni della sua storia, e che non possono lasciare indifferenti quanti sono preoccupati per le sorti dell'umanità, significa promuovere quei valori che la Chiesa ha a cuore e contribuire materialmente alla loro diffusione attraverso un mezzo di così facile impatto con il pubblico (cfr. Pio XII, il film ideale, 1955).

Soprattutto oggi, alle soglie del terzo millennio, è indispensabile porsi di fronte a determinati interrogativi, non eludere i problemi, ma cercare soluzioni e risposte. In questo contesto non bisogna trascurare di dare al cinema il posto ed il valore che gli spettano, sollecitando i responsabili ad ogni livello a prendere piena coscienza della grande influenza che possono esercitare sulla gente e della missione che sono chiamati a svolgere in questo nostro tempo che sempre di più avverte l'urgenza di messaggi universali di pace e di tolleranza, come pure il richiamo a quei valori che trovano fondamento nella dignità conferita all'uomo da Dio creatore.

Coloro che lavorano nel delicato settore del cinema, in quanto comunicatori, devono mostrarsi aperti al dialogo e alla realtà che li circonda, impegnandosi a sottolineare gli eventi più importanti con la realizzazione di opere che stimolino alla riflessione, nella consapevolezza che tale apertura, favorendo l'avvicinamento delle diverse culture e degli uomini tra loro, può farsi portatrice di frutti positivi per tutti.

Per assicurare piena e completa comprensione dei messaggi che il cinema può proporre per la crescita umana e spirituale dei fruitori, è anche importante curare la formazione dei recettori al linguaggio cinematografico, che spesso rinuncia alla rappresentazione diretta della realtà, per ricorrere a simbologie di non sempre facile comprensione; sarebbe opportuno che già nelle scuole gli insegnanti dedicassero attenzione al problema, sensibilizzando gli studenti alle immagini e sviluppando nel tempo il loro atteggiamento critico nei confronti di un linguaggio che ormai è parte integrante della nostra cultura; anche perché "l'applicazione della tecnologia della comunicazione è stata solo in parte un beneficio e... la sua utilizzazione consapevole necessita di valori sani e di scelte avvedute da parte degli individui, del settore privato, dei governi e dell'insieme della società" (Aetatis Novae, 1992).

Mentre non si è ancora spenta l'eco dei messaggi e delle riflessioni che hanno accompagnato le celebrazioni dell'Anno della Famiglia appena concluso, ritengo importante ricordare alle famiglie che anche a loro è affidato il compito di formare i figli ad una esatta lettura e comprensione delle immagini cinematografiche che entrano ogni giorno nelle loro case, grazie ai televisori ed ai videoregistratori, che perfino i ragazzi più giovani sono ormai in grado di far funzionare.

Nel contesto della necessaria formazione dei recettori, non va neppure dimenticata la componente sociale del mezzo cinematografico, che può offrire opportune occasioni di dialogo tra coloro che fruiscono di tale mezzo, attraverso lo scambio di opinioni sul tema trattato. Sarebbe pertanto assai utile facilitare, soprattutto per i più giovani, la creazione di "cineforum" che, animati da validi ed esperti educatori, potrebbero condurre i ragazzi ad esprimersi ed imparare ad ascoltare gli altri, in costruttivi e sereni dibattiti.

Prima di concludere questo messaggio non posso non richiamare l'attenzione sul particolare impegno che una simile tematica reclama da tutti coloro che si professano cristiani e che conoscono la propria missione nel mondo, ben sapendo che il proprio compito è la proclamazione del Vangelo, la buona notizia di Gesù, "Redentore dell'uomo", a tutti gli uomini del loro tempo.

Il cinema, con le sue molteplici potenzialità, può divenire valido strumento per l'evangelizzazione. La Chiesa esorta i registi, i cineasti e tutti coloro che ad ogni livello, professandosi cristiani, operano nel complesso ed eterogeneo mondo del cinema, ad agire in totale coerenza con la propria Fede, prendendo coraggiosamente iniziative anche nel campo della produzione per far sempre più presente in quel mondo tramite la loro professionalità, il messaggio cristiano che è per ogni uomo messaggio di salvezza.

La Chiesa sente il dovere di offrire, soprattutto ai più giovani, quell'aiuto spirituale e morale senza il quale diventa quasi impossibile operare nel senso auspicato, e deve concretamente intervenire, nel merito, con opportune iniziative di sostegno e di incoraggiamento.

Nella speranza che queste mie parole possano essere per tutti motivo di riflessione ed occasione di rinnovato impegno, di cuore invio una speciale Benedizione Apostolica a quanti, pur in diverse mansioni, lavorano nel settore, e a tutti coloro che cercano di usare il cinema come autentico veicolo di cultura per la crescita integrale di ogni uomo e dell'intera società.

Dal Vaticano, 6 gennaio dell'Anno 1995, Epifania del Signore.


IOANNES PAULUS PP. II

Data: 1995-01-06 Data estesa: Venerdi 6 Gennaio 1995

Ai Fratelli dell'Istruzione cristiana di S. Gabriele - Città del Vaticano

Titolo: Siate al servizio dei poveri

Cari fratelli, Il vostro Capitolo generale mi offre l'opportunità di accogliervi e ringrazio il Fratello Jean Friant dei sentimenti che mi ha espresso a nome di tutti voi, ora che viene confermato nel suo incarico di Superiore generale dei Fratelli dell'Istruzione cristiana di San Gabriele.

I vostri incontri si svolgono poco dopo la conclusione del Sinodo dei Vescovi sulla vita consacrata e con grande soddisfazione noto che fate vostre gli orientamenti emersi da quell'assemblea.

Non posso che incoraggiarvi nel desiderio di rinnovare il vostro Istituto affinché possiate rispondere sempre più alla specifica vocazione di religiosi educatori, destinati soprattutto all'apostolato presso i più poveri.

Nelle diverse zone del mondo, dove voi siete presenti, la Chiesa conta sulle persone consacrate per poter dare all'azione pastorale tutto il suo vigore, grazie al loro impeto apostolico unito all'ardore spirituale.

Siete quindi chiamati a vivere pienamente la vostra condizione di religiosi laici. Conservate il bisogno costante di comprendere nella vostra formazione e nella vostra riflessione la profondità dell'esigenza spirituale, il rigore dell'intelligenza nella fede e la qualità della vita in comunità. Dal punto di vista della spiritualità, voi siete tra gli eredi della grande tradizione monfortana alla quale, come ben sapete, sono legato. Seguendo l'esempio di San Louis-Marie, lasciatevi guidare, con l'aiuto della Madre del Signore, dall'amore della Saggezza eterna per essere sempre al servizio di Dio. Approfondite continuamente la vostra intelligenza della fede affinché riceviate pienamente lo splendore della verità; e voi stessi sentiate la necessità di fare una chiara distinzione tra le dottrine e le correnti che incontrate nei diversi continenti, in particolar modo quando si tratta di una giusta inculturazione del messaggio evangelico. La maggior parte dei fratelli vivono in piccoli gruppi; la qualità della loro vita in comunità è sostanziale poiché essa costituisce un elemento indispensabile al loro equilibrio personale e alla credibilità della loro testimonianza.

Poiché siete destinati ad avere delle responsabilità educative, le vostre qualità di religiosi sono indispensabili per poter essere, insieme ai vostri colleghi, degli animatori di giovani. Date loro oltre alle vostre competenze professionali, il vostro ardore di uomini di fede e di speranza, la vostra generosità verso il prossimo. Seguendo l'esempio del vostro fondatore, siate al servizio dei poveri per condurli sul cammino della verità e della vita, cioè sulle strade che il Redentore offre per superare quelle zone d'ombra e d'incertezza dove molti giovani penano nel trovare la loro strada.

Cari fratelli, nei limiti del nostro breve incontro, posso solo menzionare alcuni dei soggetti su cui voi potete riflettere nella prospettiva di rinnovo del vostro Istituto. Ma tengo a ribadire la fiducia della Chiesa nel momento in cui fa il bilancio e prepara l'entrata nel nuovo millennio. Apprezzo il vostro impegno in questo grande movimento e possa esso condurre ad un vero rinnovamento nel compimento della missione affidata da Cristo a tutte le membra del suo Corpo.

Ricordando insieme la figura del vostro ispiratore Padre Gabriel Deshayes, invoco l'intercessione di San Louis-Marie Grignon de Monfort e della beata Marie-Louis di Gesù affinché vi accompagnino nel vostro cammino. Vi affido a Nostra Signora, la "prima Superiora" e imparto a ciascuno di voi la Benedizione Apostolica.

(Traduzione dal francese]

Data: 1995-01-07 Data estesa: Sabato 7 Gennaio 1995

Santa Messa: Giovanni Paolo II amministra il Sacramento del Battesimo a diciannove neonati - Città del Vaticano

Titolo: Incorporati a Cristo e inseriti nella Chiesa i bambini sono chiamati a costruire il futuro autentico dell'umanità e la "civiltà dell'amore"

Carissimi Fratelli e Sorelle.

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1. Abbiamo sentito queste parole evangeliche: "Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto". La "voce" del Padre, che la liturgia di oggi pone al vertice della celebrazione della Parola, ci invita a contemplare il mistero d'amore celato in questo evento salvifico della vita di Gesù. Ci invita, altresi, ad inscrivere in questo stesso amore il sacramento del Battesimo che farà tra poco di questi bambini dei figli amati da Dio per sempre.

Nel mistero del Battesimo nel Giordano celebriamo la manifestazione di Gesù come Messia d'Israele e Figlio di Dio. Il Vangelo di Luca inserisce questo evento salvifico in un particolare contesto che esalta e chiarisce il senso dell'avvenimento. Presso il Giordano c'è innanzitutto il popolo in attesa con tante domande nel cuore, un popolo che sente la nostalgia di Dio e risponde all'invito alla conversione. C'è Giovanni che, intuendone gli interrogativi, coglie in essi un'occasione di servizio alla Verità: "Io vi battezzo con acqua - egli afferma rispondendo alla domanda delle folle -, ma viene uno che è più forte di me al quale io non son degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali: costui vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco" (
Lc 3,16). Luca ci presenta, infine, Gesù, principale protagonista dell'evento, confuso con i peccatori e in preghiera: è Lui la risposta alle attese della gente, l'Agnello senza macchia che toglie i peccati del mondo.

La vita pubblica di Gesù inizia così tra segni ed eventi che preannunciano una nuova creazione: si apre il cielo che il peccato di Adamo aveva chiuso, scende su Gesù lo Spirito "in apparenza corporea come di colomba", e viene ascoltata la Parola d'amore del Padre.

Da quel momento Gesù dà inizio al suo "cammino verso Gerusalemme", che l'evangelista Luca ci presenta come risposta sempre più piena del Figlio alla volontà salvifica del Padre.

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2. Ciò che era prefigurato nel battesimo di Giovanni, si realizza nella Pasqua di Cristo, che apre a tutti gli uomini le fonti del Battesimo. Questo sacramento, infatti, scaturisce dall'amore del Padre che ci ama nel suo Figlio Gesù, morto e risorto per la nostra salvezza.

Sarà proprio in virtù della morte e risurrezione di Cristo che questi bambini saranno oggi liberati dal peccato originale e rinasceranno a vita nuova.

Incorporati a Cristo, diventeranno figli adottivi di Dio e, quindi, eredi della vita eterna, templi dello Spirito Santo; inseriti nella Chiesa, saranno chiamati a collaborare alla sua missione nel mondo.

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3. Cari genitori, cari padrini e madrine! Oggi davanti a Dio e alla Chiesa voi assumete una grande responsabilità circa il futuro di questi bambini: siate educatori cristiani attenti e coraggiosi. Offrendo loro le ragioni di vita e di speranza attinte nell'incontro con il Signore, costruirete con loro il futuro autentico dell'umanità e la "civiltà dell'amore".

Vi auguro di saper creare intorno a questi vostri figli il clima che, secondo il racconto di Luca, prepara il Battesimo di Gesù e l'inizio del suo ministero pubblico: un contesto di ricerca autentica del senso della vita, di amore per la Verità, di consapevolezza della propria fragilità, di solidarietà con gli altri. Tali valori quotidianamente sperimentati nella famiglia, permetteranno ai vostri bambini di ascoltare la voce del Signore e di seguirlo con gioia fino all'incontro supremo con Lui.

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4. Quanto suggestiva è oggi questa liturgia nella Cappella Sistina! Non è certo abituale ritrovarsi qui per simili occasioni. Guardiamo insieme alla scena del Giudizio Universale che ci sta davanti. Essa presenta la gioia di chi ha scelto Cristo e lo ha seguito, come pure la disperazione di chi lo ha rifiutato: esistenze riuscite ed esistenze fallite; persone che la docilità alla grazia divina ha reso strumenti di bene e segni dell'amore di Dio per i fratelli, accanto a creature che, avendo disobbedito al Signore, si incamminano verso la dannazione eterna.

Carissimi Fratelli e Sorelle! Sia questa visione - resa anche più maestosa e solenne dai recenti restauri - un invito a riflettere e a camminare sulla strada della fedeltà a Cristo e al suo Vangelo.

Accanto a Gesù, nell'affresco michelangiolesco, è presente Maria, "Colei che ha creduto" (
Lc 1,45). La Vergine fedele e la Madre di Misericordia sia il modello a cui ispirare il vostro impegno di educatori. Sia Lei per voi genitori e per i vostri bambini la via che conduce a Gesù.

Questo è il mio augurio a tutti i presenti e a tutti quelli che oggi e in ogni tempo ricevono il Santo Battesimo.

Amen!

Data: 1995-01-08 Data estesa: Domenica 8 Gennaio 1995


GPII 1995 Insegnamenti 30