GPII 1995 Insegnamenti 186

L'incontro con i rappresentanti di altre religioni - Colombo (Sri Lanka)

Titolo: Le religioni siano fonte di armonia e di pace e aiutino a porre fine al conflitto etnico nello Sri Lanka

Illustri responsabili religiosi,

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1. Durante questa mia visita nello Sri Lanka, sono molto lieto di avere l'opportunità di incontrare i rappresentanti delle varie religioni che convivono in armonia da molto tempo su quest'isola: in particolare il Buddismo, presente da più di duemila anni, l'Induismo, anch'esso presente da molto tempo, l'Islam e il Cristianesimo. Questa simultanea presenza di grandi tradizioni religiose è fonte di arricchimento per la società dello Sri Lanka. Allo stesso tempo, essa rappresenta una sfida per i credenti, e in particolare per i capi religiosi, a garantire che la religione stessa rimanga sempre una fonte di armonia e di pace.

In occasione della mia visita pastorale ai cattolici dello Sri Lanka, desidero riaffermare il rispetto profondo e costante che la Chiesa ed io nutriamo per i valori spirituali e culturali di cui voi siete i custodi.

In particolare, dal Concilio Vaticano II, la Chiesa cattolica si è impegnata completamente nel seguire la via del dialogo e della cooperazione con i membri delle altre religioni. Il dialogo interreligioso è un mezzo prezioso, grazie al quale i seguaci delle varie religioni possono scoprire i comuni punti di contatto nella vita spirituale, pur comprendendo le differenze esistenti fra di essi. La Chiesa rispetta la libertà degli individui nel cercare la verità e nell'abbracciarla secondo i dettami della coscienza, e in questa luce essa rifiuta con fermezza il proselitismo e l'uso di mezzi non etici per convertire.

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2. La comunità cattolica spera che attraverso un costante "dialogo di vita" tutti i credenti cooperino volentieri per difendere e promuovere valori morali, giustizia sociale, libertà e pace. Come molte altre società moderne, lo Sri Lanka sta affrontando la minaccia spirituale rappresentata dallo sviluppo di una visione materialistica, che si preoccupa più dell'"avere" che dell'"essere".

L'esperienza insegna che il mero progresso tecnico non soddisfa l'anelito interiore dell'uomo alla verità e alla comunione. Se gli individui, le famiglie e la società stessa non vogliono cadere in una grave crisi di valori, bisogna che soddisfino bisogni spirituali più profondi. C'è ampio spazio per la cooperazione fra i seguaci delle varie religioni nell'affrontare questa seria sfida.

Per questo motivo, vi esorto e vi incoraggio, responsabili religiosi del popolo dello Sri Lanka, a considerare le preoccupazioni che uniscono i credenti, piuttosto che le cose che li dividono. La tutela dell'eredità spirituale dello Sri Lanka richiede grandi sforzi da parte di tutti per proclamare di fronte al mondo la sacralità della vita umana, per difendere la dignità inalienabile e i diritti di ogni individuo, per rafforzare la famiglia in quanto cellula primaria della società e luogo in cui i bambini imparano l'umanità, la generosità e l'amore, e per promuovere il rispetto verso l'ambiente naturale. La cooperazione interreligiosa è anche una forza potente di promozione di modelli politici e socio-economici moralmente giusti. La democrazia stessa beneficia grandemente dell'impegno al bene comune da parte dei credenti, motivati dalla religione.

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3. Forse, per il tessuto spirituale della società dello Sri Lanka nulla è una minaccia più grande di quella rappresentata dal costante conflitto etnico. Le fonti religiose dell'intera nazione devono convergere per porre fine a questa tragica situazione. Ho avuto recentemente occasione di dire a un gruppo internazionale di responsabili religiosi: "la violenza, in ogni sua forma, è contraria, non soltanto al rispetto che dobbiamo a ogni essere umano, ma anche all'autentica essenza della religione. Indipendentemente dai conflitti del passato e anche del presente, abbiamo il comune dovere e il compito di far conoscere meglio il rapporto fra religione e pace" (Discorso in occasione della Sesta Assemblea della Conferenza Mondiale su religione e Pace, 3 novembre 1994). La sola lotta degna dell'uomo "è la lotta contro le sue passioni disordinate, contro ogni tipo di odio e di violenza; in breve, contro tutto ciò che è l'esatto opposto della pace e della riconciliazione" (Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 1992, n. 7).

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4. Carissimi, illustri amici: sono certo del fatto che i principi di misericordia e di non violenza, presenti nelle vostre tradizioni, saranno una fonte di ispirazione per gli abitanti dello Sri Lanka nei loro sforzi per costruire una pace che sia duratura perché basata sulla giustizia e sul rispetto per ogni essere umano. Esprimo ancora una volta la mia fiducia nel fatto che la lunga tradizione di armonia religiosa del vostro Paese divenga sempre più radicata, per la pace e per il benessere degli individui, per il bene dello Sri Lanka e di tutta l'Asia.

Ed ora vi offro un dono in ricordo di questi giorni e di questo incontro.

Vi sono molto grato per la vostra presenza qui e per questo incontro in cui non siamo l'uno contro l'altro, ma insieme. E' pericoloso non essere insieme.

E' necessario essere insieme, dialogare. Vi sono molto grato per questo. Scorgo nella vostra presenza i segni della buona volontà, del futuro, per lo Sri Lanka e il mondo intero. così posso tornare a Roma con maggiore speranza.

Grazie.

Data: 1995-01-21 Data estesa: Sabato 21 Gennaio 1995

Omelia: la celebrazione della Santa Messa per la Beatificazione del sacerdote - Colombo (Sri Lanka)

Titolo: Il Beato Joseph Vaz: un figlio dell'Asia diventato un vero prete missionario in Asia

"Lodate il Signore popoli tutti, voi tutte, Nazioni, dategli gloria! (Ps 117,1).

Cari Fratelli e Sorelle dello Sri Lanka,

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1. Il Salmo Responsoriale della Messa di oggi si rivolge a tutto il mondo, ad ogni Nazione e ad ogni popolo. Le Nazioni e i popoli del vasto Continente asiatico sono anch'essi chiamati ad unirsi in un coro di preghiera a Dio. Oggi, a Colombo, ringrazio Dio per avermi dato la possibilità di aggiungere la mia voce alla vostra in questa grande sinfonia di preghiera, e di gioire con voi per la Beatificazione di Padre Joseph Vaz. Esprimo la mia gratitudine a ciasuno qui convenuto, all'Arcivescovo Fernando, ai miei fratelli Vescovi, ai preti, ai religiosi, donne e uomini, e a tutti voi la cui presenza ha reso possibile questa lieta Celebrazione.

Saluto le autorità civili e le ringrazio per essere presenti a questa cerimonia.

Questo è un giorno di particolare felicità per i seguaci di Cristo nello Sri Lanka! Dall'inizio del mio Pontificato, ogni volta che ho avuto occasione di incontrare i vostri Vescovi, essi mi hanno parlato del vostro grande desiderio di vedere Padre Vaz innalzato agli onori dell'Altare. Oggi Joseph Vaz, l'apostolo dello Sri Lanka, è stato proclamato uno dei Beati in paradiso. I Cattolici dello Sri Lanka, con gratitudine per tutto ciò che Dio ha fatto nella storia del loro popolo su quest'Isola, possono sinceramente ripetere con i Salmisti: "Perché forte è il suo amore per noi e la fedeltà del Signore dura in eterno!" (
Ps 117,2).

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2. Joseph Vaz è giustamente considerato il secondo fondatore della Chiesa nel vostro Paese. Egli è venuto dalla sua India nativa, ed è stato un prete che si è dedicato a Gesù Cristo, alla sua terra di antiche tradizioni spirituali, una terra pervasa dal rispetto per il Sanyasi, l'uomo della santità, l'uomo di Dio. Negli ultimi mesi, mentre mi preparavo alla odierna Beatificazione, i miei pensieri spesso si sono rivolti al rispetto per le cose spirituali che caratterizzano i popoli dell'Asia. Questo ha portato alla mente il passo della Dichiarazione sulle Religioni non cristiane del Concilio Vaticano II, che esprime la profonda stima della Chiesa per le antiche religioni dell'Asia, e in particolare per il Buddismo e l'Induismo. Questo è ciò che leggiamo nel documento Nostra aetate.

La Chiesa rispetta queste religioni per la loro abilità di instillare un profondo significato religioso nelle vite dei loro seguaci. Gli uomini e le donne guardano alle differenti religioni per trovare delle risposte ai profondi e assillanti misteri che circondano l'esistenza umana: Chi è l'uomo? Qual è il significato e il fine della nostra vita? Qual è l'origine e il fine della sofferenza? Come possiamo conseguire la vera felicità? Qual è il significato della morte, e qual è il mistero ultimo che circonda e pervade tutto il nostro essere, il Mistero della nostra origine e verso il quale viaggiamo perennemente? (cfr.
NAE 1-2).

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3. E ora leggero altri brani tratti dalla "Gaudium et spes", dalla Costituzione "Gaudium et spes" - parte di questo documento. La Chiesa Cattolica "nulla rigetta di quanto è vero e santo in queste religioni perché non raramente esse riflettono un raggio di quella Verità che illumina tutti gli uomini" (
NAE 2). Allo stesso tempo Essa esiste per proclamare che la risposta più esauriente ai quesiti della vita si trova in Gesù Cristo, la Parola di Dio Incarnata. Egli è la Parola Eterna del Padre e il Nuovo Adamo. Attraverso di lui tutte le cose sono state create e in lui tutte le genti hanno trovato quella luce che è la vita del mondo (cfr. Jn 1,3-4). Cristo, rivelando il mistero del Padre e del suo Amore, "svela pienamente l'uomo all'uomo e gli fa nota la sua altissima vocazione" (GS 22).

Per questo motivo, la Chiesa non cessa mai di proclamare che Gesù Cristo è "la via, la verità e la vita" (Jn 14,6), l'Uno "in cui gli uomini trovano la pienezza della vita religiosa e in cui Dio ha riconciliato a sé tutte le cose" (NAE 2) Padre Joseph Vaz è venuto in questa terra per proclamare questo stesso messaggio. Egli ha predicato il nome di Cristo per l'obbedienza alla Verità e per un desiderio di dividere con altri il cammino che conduce alla vita eterna.

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4. Padre Joseph Vaz era un grande prete missionario, appartenente ad una interminabile fila di ardenti messaggeri del Vangelo, missionari che, in ogni tempo, hanno lasciato la loro terra per portare la luce della Fede ad altre genti.

Tra coloro che hanno seguito le orme di San Paolo, che divento tutto per tutti per salvare il Vangelo (cfr.
1Co 9,22-23), la figura di San Francesco Saverio splende dinnanzi a noi come il grande apostolo dell'Asia e il Patrono universale delle Missioni. Padre Vaz era un vero erede di San Francesco Saverio; egli era anche un vero figlio della sua nativa Goa, distintasi per le sue profonde tradizioni cristiane e missionarie. Padre Vaz era un figlio dell'Asia che divento un missionario in Asia. La Chiesa oggi ha bisogno più che mai di missionari come questi (sia uomini e donne) tra la gente di diversi Continenti.

Chi era Padre Joseph Vaz? Innanzitutto, cosa lo ha mosso a venire in Sri Lanka? Il Vangelo che abbiamo sentito oggi ha messo in luce la sua vocazione missionaria. Gesù peregrinava proclamando il regno di Dio nella sua nativa Galilea. La gente gli porto i suoi malati e Lui li guari. Egli libero altri dalla morsa degli spiriti maligni. Quando Egli si allontano per pregare, la gente comincio a cercarlo. Essi non volevano che li lasciasse. Ma egli replico: "Bisogna che io annunzi il Regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato" (Lc 4,43).

Padre Joseph si impegno a seguire il cammino del suo Divino Maestro.

Anche lui era stato mandato da Dio per proclamare "un regno di verità e di vita, un regno di santità e di grazia, un regno di giustizia, amore e pace" (Messale Romano, Prefazio di Cristo Re).

Rispondendo alla chiamata dello Spirito Santo, egli ha lasciato la sua terra per venire in questo Paese dove la Chiesa non aveva avuto preti per oltre tre decenni. Egli venne qui in assoluta povertà e visse come un mendicante, guidato da un ardente desiderio di condurre la gente a Cristo. Prima ancora di arrivare, imparo il linguaggio Tamil, e più tardi, quando fu imprigionato a Kandy, imparo il Sinhala, per far risuonare il nome di Gesù Cristo nelle lingue e nelle culture del vostro Paese.

Joseph Vaz era arso dalla fede. Guidato dall'esempio del suo Divino Maestro, egli viaggio per tutta l'Isola, recandosi dappertutto, spesso scalzo, con un rosario intorno al collo come segno della sua fede cattolica. Come un vero discepolo di Gesù, egli sopporto innumerevoli sofferenze con gioia e fiducia, sapendo che in quelle sofferenze anche i disegni di Dio venivano compiuti. La sua eroica carità, dimostrata in modo particolare nella sua altruistica dedizione per le vittime dell'epidemia del 1697, gli fece guadagnare il rispetto di tutti.

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5. Cari fratelli e care sorelle, Cristiani dello Sri Lanka! Qual è il messaggio di Joseph Vaz? Il Beato Joseph dovrebbe ispirarvi ad essere dei testimoni del Vangelo, instancabili e colmi di spirito, sia nelle vostre famiglie che nelle vostre comunità. Nel Battesimo siete stati rinnovati a somiglianza di Cristo e vi è stata affidata una missione per proclamare in modo profetico la sua presenza nel mondo. Nella Confermazione siete stati fortificati dallo Spirito Santo e siete stati mandati a professare la vostra fede con parole e azioni. Ad alcuni di voi viene rivolto un ulteriore richiamo: di essere missionari asiatici in Asia.

Nell'epoca del Terzo Millennio Cristiano, l'intera Chiesa viene chiamata ad assumere con nuovo vigore il mandato missionario che ha ricevuto da Cristo, e a far fronte alle sfide di una nuova evangelizzazione. Tra la gente di questo Continente, la santità sarà sempre la prima e più efficace forma di insegnare le verità ed i valori del Vangelo. Le venerande tradizioni dell'Asia: il silenzio, la riflessione, la preghiera, l'ascetismo e l'abnegazione troveranno il loro più pieno significato in un incontro con lo Spirito di Gesù Cristo, un incontro che avrà sicuramente luogo se sarete persone di profonda santità personale, piene di amore e di zelo per la Chiesa e per il Regno di Dio. Attraverso la vostra testimonianza, "tutti i popoli della terra sapranno che il Signore è Dio e che non ce n'è un altro" (
1R 8,60).

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6. Nella prima lettura della Messa odierna, il Re Salomone prega: "Il Signore nostro Dio sia con noi come è stato con i nostri padri; non ci abbandoni e non ci respinga, ma volga piuttosto i nostri cuori verso di lui" così possiamo sempre vivere come egli vuole che viviamo (
1R 8,57). Queste parole fanno pensare a come i vostri predecessori nella fede hanno accolto gioiosamente Padre Vaz. In un'epoca in cui la Chiesa cattolica era bandita e perseguitata, e tutti i suoi preti erano stati espulsi, i Cattolici dello Sri Lanka non si sono persi d'animo. Essi sono rimasti fedeli al Vangelo che hanno ricevuto. E Dio non li ha abbandonati. Joseph Vaz poteva contare sul laicato nel compito di ricostruire la Chiesa nel vostro Paese; egli istrui degli uomini che diventassero pastori e riconducessore il gregge sparso di Cristo nel momento della difficoltà.

Non possiamo forse vedere qui una lezione per i nostri tempi? La Chiesa in Sri Lanka ha bisogno di cattolici ferventi che seguano "tutte le sue vie e" osservino "i comandi, gli statuti e i decreti che essa ha imposto" (1R 8,58).

Essa ha bisogno di preti che si dedichino alla proclamazione del Vangelo e alla celebrazione dei misteri della nostra redenzione; essa ha bisogno di Religiosi che siano prova vivente della gioia derivante dalla totale dedizione al Signore e alle sue opere. Vorrei esprimere la gioia che scorgo in voi, nei vostri sacerdoti, nei vostri Religiosi, e in particolare nelle vostre Religiose, la grande gioia di essere Cristiani, di essere religiosi. C'è bisogno di coppie sposate il cui amore fedele rifletta il legame inscindibile dell'unità tra Cristo e la sua Chiesa; c'è bisogno di genitori cristiani che siano per i loro figli i primi insegnanti della fede. La Chiesa ha bisogno di giovani che siano apostoli per la loro generazione: come le centinaia di migliaia e milioni di giovani che si sono riuniti a Manila per la Decima Giornata Mondiale della Gioventù e si sono nuovamente impegnati a trasformare il mondo che li circonda secondo la richiesta evangelica di giustizia, pace e amore. Come Joseph Vaz, che liberamente ha condiviso la verità che aveva ricevuto, ognuno, che ha ricevuto il dono della fede, è chiamato a dividere quel dono con gli altri.

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7. "Benedetto il Signore, che ha concesso tranquillità a Israele suo popolo" (
1R 8,56).

Miei Fratelli e Sorelle: spero ardentemente che la Beatificazione di Padre Joseph Vaz ispiri il popolo dello Sri Lanka a lavorare con un impegno sempre maggiore per la pace in questo amato Paese, per mettere fine definitivamente alla tragica violenza che è costata così tante vite.

La pace è il frutto dell'amore! San Paolo ci ricorda che il nostro amore si rivela nel modo in cui trattiamo gli altri. Egli dice: "amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno... gareggiate nello stimarvi a vicenda... siate ferventi nello spirito, servite il Signore. Siate lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera" (Rm 12,10-12). Queste parole che Paolo ha scritto ai primi Cristiani che vivevano a Roma sono anche il messaggio del Beato Joseph Vaz, un uomo conosciuto per la sua mansuetudine e la sua umiltà di cuore. Queste parole sono rivolte a voi - e a tutti coloro che onestamente lottano per la pace in questo Paese. San Paolo insiste: "Non rendete a nessuno male per male. Cercate di compiere il bene davanti a tutti gli uomini" (Rm 12,17).

Questo è ciò che vuole Dio per voi. Questa è la volontà di Dio per lo Sri Lanka! Perdono, riconciliazione, pace: questa è la sfida che vi trovate dinanzi: tutti voi, Sinalesi e Tamili - Buddisti, Induisti, Musulmani, Cristiani e tutti gli uomini e le donne di buona volontà. Questa è la sfida che dovete affrontare.

Possa l'esempio di Padre Joseph Vaz parlare ai vostri cuori. Padre Joseph ha amato la vostra Nazione e tutta la sua gente. Egli ha dato il benvenuto a tutti, quali figli di Dio. Per questo suo amore, il suo nome è ora invocato come una benedizione, qui nello Sri Lanka e in tutto il mondo. "Beati gli operatori di pace" (Mt 5,9). Quando verrà la pace duratura, tutto il popolo dello Sri Lanka sarà benedetto e nel vostro Paese verranno ristabilite la piena dignità e grandezza. Possa Dio Onnipotente ottenere questo, attraverso di voi. Possa Dio Onnipotente ottenere questo attraverso di voi mediante l'intercessione di Nostra Signora e del Beato Joseph Vaz. Amen.

(Al termine della Celebrazione il Papa ha salutato i fedeli presenti con queste parole:] Cari Fratelli e Sorelle, amici, il mio cuore è colmo di gratitudine verso Dio per la bellezza di quest'isola bellissima e per i suoi meravigliosi abitanti. Sono grato a tutti voi per l'accoglienza unica che mi avete riservato, per questa cerimonia di Beatificazione così profondamente segnata dalla vostra cultura, dalla dignità che vi distingue come popolo. Possa il Beato Joseph Vaz vegliare su di voi, sulle vostre famiglie. Possa egli intercedere per la pace e l'armonia per cui pregate e a cui anelate. Possa Dio Onnipotente benedire abbondantemente lo Sri Lanka.

Ammiro la bellezza, la bellezza della vostra terra, la bellezza e la natura di quest'isola, la bellezza degli esseri umani, degli uomini e delle donne, la bellezza di tutti i vostri comportamenti, del vostro abbigliamento, dei vostri canti, della vostra partecipazione alla liturgia. Tutto ciò è molto bello. Lo Sri Lanka è un bellissimo Paese. Rendo grazie a Dio per avermi offerto l'opportunità di essere qui nello Sri Lanka.

Venite a Roma! Conservate la vostra bellezza, il vostro coraggio e la pace.

Grazie.

Data: 1995-01-21 Data estesa: Sabato 21 Gennaio 1995

L'incontro con i Presuli della Nazione nell'Arcivescovado - Conferenza Episcopale dello Sri Lanka

Titolo: Continuate a costruire ponti di comprensione e di cooperazione con i seguaci di altre religioni

Cari Confratelli nell'Episcopato,

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1. La mia breve visita nello Sri Lanka ci offre ancora una volta l'occasione di sperimentare che cos'è "il vincolo dell'unità, della carità e della pace" che, dai tempi apostolici, ha costituito il rapporto dei Vescovi della Chiesa tra di loro e col Vescovo di Roma (cfr.
LG 22). Il nostro incontro ha luogo in un'atmosfera di gioia che ci viene dalla Beatificazione dell'Apostolo dello Sri Lanka, Padre Joseph Vaz. Noi continuiamo a ringraziare Dio, per mezzo del quale anche noi "abbiamo ottenuto di accedere a questa grazia nella quale ci troviamo" (Rm 5,2).

Tramite il dono dello Spirito Santo ricevuto nell'ordinazione episcopale, siete divenuti "successori degli Apostoli, i quali col successore di Pietro, vicario di Cristo e capo visibile di tutta la Chiesa, reggono la casa del Dio vivente" (LG 18). Questa lieta occasione per la Chiesa del vostro Paese rappresenta anche per voi Vescovi un'opportunità di impegnarvi nuovamente nel compito di insegnare, santificare e guidare quella parte del popolo di Dio affidata al vostro ministero. Questo ministero comporta la grave responsabilità personale di essere custodi e autentici maestri della fede cattolica (cfr. LG 25). L'esercizio della vostra autorità apostolica nel garantire un sano insegnamento in materia di fede e di morale e nel promuovere l'osservanza della disciplina della Chiesa, rappresenta dunque una parte essenziale del vostro ministero, anche quando costituisce "il peso" che il Signore carica sulle vostre spalle (cfr. Mt 20,12). Nel nome di Gesù Cristo, "Pastore supremo" (1P 5,4), desidero incoraggiarvi a intensificare la vostra guida spirituale e ad essere pienamente uniti tra di voi, cosicché i fedeli vi trovino "vigili a pascere la Chiesa di Dio" (cfr. Ac 20,28).

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2. La vostra responsabilità nel formare il Corpo di Cristo, esige che conosciate il gregge che vi è stato affidato (cfr.
Jn 10,14). I fedeli devono poter guardare ai propri Vescovi come a "veri padri che eccellono per il loro spirito di carità e di zelo verso tutti" (CD 16). Essi giustamente guardano a voi per tutelare e difendere la loro fede, perché li guidiate e li rafforziate in mezzo alle sfide e alle tribolazioni della vita cristiana quotidiana. Prendete il Beato Joseph Vaz come modello per il vostro ministero. Egli ha attraversato quest'isola in lungo e in largo visitando le missioni che aveva istituito. In tal modo era in grado di guidare, correggere e confermare nella fede il "pusillus grex" che stava lottando per sopravvivere in mezzo alle persecuzioni.

Non esiste modo più efficace di manifestare la sollecitudine del Signore e il suo infinito amore, che continuare a incontrare il vostro popolo personalmente, in occasione delle regolari visite pastorali alle parrocchie e ad altre istituzioni. Le vostre visite inoltre promuoveranno un contatto più stretto e uno spirito di dialogo fiducioso tra voi e il clero, tra i Religiosi e i laici.

La costante fecondità spirituale della vostra presenza personale in mezzo ai vostri sacerdoti e fedeli non può essere sottovalutata.

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3. L'imponente sfida che i Pastori della Chiesa dello Sri Lanka devono affrontare è rappresentata dal rinnovamento dello zelo evangelico in tutti i battezzati. Il genuino rinnovamento della Chiesa dipende innanzi tutto dalla risposta dei suoi membri alla chiamata universale alla santità. La testimonianza di una gioiosa vita spirituale è la miglior risposta sia alla secolarizzazione che al diffondersi di nuove sette religiose, completamente distinte dalla Chiesa cattolica nelle loro dottrine e nei loro metodi.

Una spiritualità fondata sulla parola rivelata di Dio, nutrita dai sacramenti ed esercitata in tutte le virtù cristiane, non ci distoglierà in alcun modo dall'essere attenti al mondo e alle necessità della famiglia umana.

Piuttosto, come afferma il Concilio Vaticano Secondo: "Da questa santità è promosso, anche nella società terrena, un tenore di vita più umano" (
LG 40). E' mia speranza che il prossimo Congresso Pastorale Nazionale, offrendo una chiara immagine dello stato della Chiesa in ciascuna diocesi, possa indicare le priorità che la comunità cattolica dovrà darsi negli anni a venire.

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4. Una sollecitudine che non cambia mai è quella per la vita spirituale e intellettuale dei sacerdoti", "affinché questi, con una vita santa e pia, possano esercitare il loro ministero fedelmente e fruttuosamente" (
CD 16). Il tema è vasto e va oltre lo scopo di queste brevi riflessioni. Vorrei semplicemente ricordare che dal Concilio in poi vi sono stati numerosi interventi del Magistero, che sono culminati nell'Esortazione Post-Sinodale Pastores dabo vobis e in documenti recenti della Congregazione per il Clero. Una continua formazione teologica e la crescita spirituale permanente dei sacerdoti rappresentano urgenti priorità pastorali per ciascun Vescovo diocesano. Quali Successori degli Apostoli, siete inoltre chiamati ad avere una sollecitudine per la missione "ad gentes", riconoscendo la vostra responsabilità per l'evangelizzazione oltre i confini della vostra Diocesi e nazione, e per condividere generosamente con gli altri le vostre risorse (cfr. AGD 38).

Inoltre, degni candidati al sacerdozio hanno bisogno di essere incoraggiati, scelti e formati; formati soprattutto a una vita di preghiera e di generoso sacrificio di sé in unione con Cristo, il Sommo Sacerdote. Mentre riconosce l'importanza dei doveri affidati alle autorità dei seminari, il Vescovo rimane "il primo rappresentante di Cristo nella formazione sacerdotale" (PDV 65), e questa grave responsabilità personale, mentre va divisa, non deve mai essere completamente delegata. Vi confermo in tutto ciò che state facendo per garantire che i vostri seminari rispondano alle chiare direttive contenute nell'Esortazione Apostolica Post-Sinodale Pastores dabo vobis, che è emersa dal Sinodo dei Vescovi del 1990.

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5. Non occorre che parli a lungo del posto che le Comunità Religiose occupano nella vita della Chiesa nello Sri Lanka. Desidero semplicemente invitarvi ad esercitare il vostro ministero a loro riguardo con tutto l'amore e la sollecitudine di autentici Pastori di anime. Aiutate i religiosi a custodire e sviluppare il loro specifico carisma, che è dono di Dio a ogni Chiesa particolare in cui essi esercitano il loro apostolato. Incoraggiateli a essere sempre in prima linea nel loro esempio di fedeltà ai consigli evangelici secondo l'intenzione della Chiesa, il cui insegnamento e le cui leggi sulla vita consacrata non potranno mai costituire un ostacolo per l'impulso profetico che è al centro di ogni vocazione religiosa. In particolare, vi chiedo di manifestare sollecitudine fraterna e sostegno alle molte Religiose, donne consacrate che vivono la loro maternità nello Spirito attraverso il loro amore di donazione totale per Cristo Sposo, che incontrano soprattutto negli ammalati, nei portatori di handicap, negli abbandonati, nei giovani, negli anziani e, in generale, nelle persone ai margini della società (cfr.
MD 21).

Vorrei anche invitarvi a continuare a partecipare alla Conferenza dei Superiori Maggiori, in uno spirito di sconfinato amore per la Chiesa di Cristo, al fine di meglio coordinare la partecipazione dei Religiosi alla vita pastorale di ciascuna Diocesi e del paese nel suo insieme, e di risolvere problemi di mutuo interesse.

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6. Lo sviluppo di un sempre più efficace apostolato laicale richiede non soltanto che i sacerdoti e i Religiosi lavorino a stretto contatto con i laici, ma anche che li incoraggino e li aiutino ad assumersi pienamente il loro compito specifico di rinnovare l'ordine temporale con lo spirito del Vangelo. Occorre continuare uno studio serio dell'insegnamento del Concilio Vaticano Secondo e dell'Esortazione Apostolica Post-Sinodale Christifideles laici, al fine di promuovere la leadership dei laici nei settori degli affari, dell'istruzione e della vita civile in cui essi sono presenti e competenti. Allo stesso modo, va incoraggiato ogni sforzo per insegnare e diffondere la dottrina sociale della Chiesa, affinché i laici abbiano l'intuizione e la conoscenza necessarie per affrontare le molte questioni morali ed etiche sollevate da una società sempre più complessa e tecnologica.

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7. I vostri sforzi per sostenere i valori spirituali e applicare la luce del Vangelo a istanze che riguardano la vita della vostra nazione, rappresentano un immenso servizio a tutta la società dello Sri Lanka. Di fronte alle tensioni e ai conflitti etnici che colpiscono il vostro paese e alle minacce alla dignità e ai diritti umani, avete il dovere di parlare ad alta voce e di incoraggiare tutti gli uomini e le donne di buona volontà a cercare il trionfo della giustizia, della verità e dell'armonia.

Nella vostra società multi-religiosa, il dialogo interreligioso rappresenta per la Chiesa un importante impegno ad ogni livello. Continuate a "costruire ponti" di comprensione e cooperazione con i seguaci di altre religioni, soprattutto al fine di promuovere il rispetto per la vita umana e la sollecitudine per l'onestà e l'integrità in tutti i settori della vita socio-economica e politica, come pure di lavorare per la causa della pace e della solidarietà tra individui e gruppi sociali. Anche in questo modo la Chiesa renderà un'efficace testimonianza al Regno di Dio e alla verità del Vangelo.

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8. Cari Confratelli nell'Episcopato, mentre la Chiesa dello Sri Lanka si avvicina al Grande Giubileo dell'Anno 2000, procedete in piena fiducia nella Provvidenza di Dio e costruite sulle conquiste pastorali già ottenute. Sostenetevi l'un l'altro in solidarietà fraterna e continuate a lavorare strettamente insieme quando affrontate le vostre numerose sfide pastorali. Ringraziero "Dio ogni volta che mi ricordero di voi, pregando sempre con gioia per voi in ogni mia preghiera, a motivo della nostra cooperazione alla diffusione del Vangelo" (
Ph 1,3-5).

Mentre affido voi e il vostro popolo alla protezione e all'intercessione di Maria, Madre della Chiesa, che tanto teneramente amate, impartisco cordialmente la mia Benedizione Apostolica come pegno di gioia e di pace in Cristo nostro Salvatore.

Data: 1995-01-21 Data estesa: Sabato 21 Gennaio 1995

Il congedo: al "Katunayake International Airport" a conclusione della visita apostolica - Sri Lanka

Titolo: Il vero bene e la vera pace possano sbocciare su questa splendida isola per fiorire nel cuore di ognuno di voi

Signora Primo Ministro, Cari Fratelli Vescovi, Signore e Signori,

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1. La mia visita nello Sri Lanka è giunta al termine, e saluto con sentimenti di profonda gratitudine tutti coloro che hanno partecipato agli avvenimenti di questi ultimi due giorni. Ringrazio Sua Eccellenza il Presidente, lei Signora Primo Ministro, i membri del Governo, così come i miei fratelli Vescovi, per tutto ciò che avete fatto onde rendere possibile questo mio pellegrinaggio. A tutto il popolo dello Sri Lanka porgo i miei sinceri ringraziamenti per la grande gentilezza ed ospitalità. Al mio ritorno a Roma portero con me gli indimenticabili ricordi della vostra meravigliosa isola e dei suoi cordiali figli e figlie.

Sono venuto nello Sri Lanka soprattutto per onorare il beato Joseph Vaz, che i cattolici riveriscono per la sua straordinaria carità e la sua totale devozione a nostro Signore Gesù Cristo e al messaggio del Vangelo. Come una stella che brilla nel cielo dell'Asia, questa grande guida spirituale ci insegna molte lezioni sulla bontà della persona umana e sulla nobiltà del nostro destino di esseri umani. Padre Vaz ha amato lo Sri Lanka e la sua gente. Dal Cielo egli continua a vegliare su questa Nazione e sui suoi abitanti.

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2. Lasciando l'Asia confermo la mia profonda stima per il forte senso religioso che caratterizza molte società asiatiche. Sono fermamente convinto che, nella storia umana, sia giunto il momento per i seguaci delle varie religioni di trovare un nuovo rispetto reciproco. In un mondo che diventa sempre più interdipendente, c'è un gran bisogno di dialogo e di cooperazione tra i credenti, per poter costruire il futuro della famiglia umana sul fondamento solido del rispetto verso l'inalienabile dignità di ogni persona, di una giustizia uguale per tutti, della tolleranza e della solidarietà nei rapporti umani. Tutti gli uomini e le donne di buona volontà dovranno lavorare insieme per far progredire questa civiltà, riconoscendo il legame tra l'autentica democrazia, il rispetto per i diritti umani e lo sviluppo. Spero ardentemente che lo Sri Lanka persista su questa strada, che è sicuramente quella più attinente alla sua storia e al talento della sua gente.

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3. Faccio appello a tutti gli abitanti dello Sri Lanka, in nome della nostra comune umanità, affinché si adoperino per la riconciliazione e l'armonia.

Incoraggio il governo e tutte le altre parti impegnate, a perseverare nella negoziazione di un'equa fine del conflitto che ha colpito la vita dello Sri Lanka in questi ultimi anni, a creare le condizioni per il ritorno dei rifugiati nelle loro case, e di portare avanti in modo risoluto i loro impegni per la promozione dello sviluppo integrale dello Sri Lanka.

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4. Noi cristiani abbiamo recentemente celebrato la grande solennità del Natale, la nascita di nostro Signore Gesù Cristo. E' il tempo in cui noi ripetiamo l'inno degli angeli: "Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama" (cfr.
Lc 2,14). La pace è infatti un dono divino, ma è anche un compito, una sfida, una responsabilità morale degli uomini e delle donne dei nostri giorni.

La pace deve essere forgiata poco a poco. Nel congedarmi, il mio desiderio per tutto il popolo dello Sri Lanka è che, come il vostro fiore Manel senza curarsi dell'ambiente che lo circonda si apre e sboccia in tutta la sua gloria alla luce del sole, così per voi il vero bene e la vera pace possano sbocciare su questa splendida isola per fiorire nel cuore di ognuno di voi.

Dio benedica lo Sri Lanka! Possa la pace essere il suo dono per voi! Ayubovan! Vanakkam!

Data: 1995-01-21 Data estesa: Sabato 21 Gennaio 1995


GPII 1995 Insegnamenti 186