GPII 1995 Insegnamenti 930

Il saluto ai fedeli: le parole pronunciate dal Papa al termine della Celebrazione Eucaristica in onore di San Jan Sarkander - Repubblica Ceca

Titolo: Anche i Santi hanno la loro parte nella costruzione di un'Europa unita sul fondamento dei valori cristiani

"Celebrate il Signore, perché è buono; perché eterna è la sua misericordia" (Ps 117(118],1).

Al termine di questa solenne Eucaristia celebrata a Skoczow, luogo di nascita di san Jan Sarkander Martire - seguendo l' esortazione del Salmista del Signore - desidero rendere grazie innanzitutto alla Divina Provvidenza per il dono di questa visita in Terra Patria e per il dono della comune preghiera con i miei connazionali, con la Chiesa di Bielsko-Z\ywiec e con tutta la Chiesa che è in Polonia, qui presente nelle persone dei suoi Vescovi.

Abbraccio con lo sguardo dell'anima tutta la mia amatissima Patria. Mi rallegro, Fratelli e Sorelle, di tutti i vostri successi. La libertà riacquistata ha destato nella Nazione tante buone iniziative. Al tempo stesso, so quanto siano alti a volte i costi delle trasformazioni in atto. So che, purtroppo, essi toccano nel modo più doloroso i più poveri e i più deboli. La disoccupazione e l'impoverimento delle famiglie stanno diventando una vera piaga sociale. Spero, spero fermamente, pero che i miei connazionali ritrovino in sé sufficiente saggezza, forza e perseveranza per far fronte a questi problemi. Spero che vinca lo spirito di concordia, di fraterna collaborazione, di autentica sollecitudine per il bene della Repubblica. E proprio questo auguro alla mia Patria! Guardo la Chiesa in Polonia, una Chiesa che da mille anni condivide fedelmente le sorti della Nazione, che con spirito di sacrificio serve questa Nazione e che costantemente ne rivendica i diritti. Anche oggi! Questa è una Chiesa che nel Sinodo Plenario, si pone in ascolto della voce dello Spirito Santo, cercando le vie della nuova evangelizzazione; una Chiesa che si sta preparando al Giubileo del 1000 anniversario della morte di sant'Adalberto Martire, Patrono della Polonia, ed anche al Congresso Eucaristico Mondiale, che si terrà a Breslavia, nel 1997.

In questo momento tuttavia voglio soprattutto rivolgermi alla giovane Chiesa di Bielsko-Z\ywiec. Saluto insieme con il Vescovo Taddeo e il Vescovo ausiliare Janusz il Popolo di Dio della Diocesi, i pastori - a molti di essi, ho conferito il sacramento dell'Ordine come Metropolita di Cracovia - saluto le famiglie religiose maschili e femminili, tutti i seminaristi. Il mio pensiero corre verso le famiglie, che sono delle autentiche "chiese domestiche", verso gli ammalati e i sofferenti, verso le persone sole ed abbandonate. Tutti abbraccio con la mia preghiera.

Mentre termina questo incontro eucaristico, voglio esprimere nei riguardi della Chiesa di Bielsko-Z\ywiec e nei riguardi della Chiesa in tutta la Polonia il mio più sentito grazie! Grazie per l'invito a questa solenne preghiera di ringraziamento per il dono della canonizzazione di san Jan Sarkander. Grazie per la splendida cornice liturgica di questa preghiera. Ringrazio tutti coloro che, per conto della Chiesa, hanno reso vari tipi di servizio, ringrazio le autorità provinciali e cittadine di Bielsko-BiaLa e di Skoczow per la benevola collaborazione, ringrazio pure le autorità dello Stato, gli operatori della televisione, della radio e della stampa, i servizi d'ordine, l'esercito e la polizia - tutti coloro che in qualunque modo hanno contribuito ad un favorevole svolgimento di questa visita. Di tutto cuore dico a tutti ancora una volta grazie! Una speciale parola di ringraziamento rivolgo ai miei Fratelli nell'Episcopato non solo della Polonia ma anche dei Paesi limitrofi.

Ringrazio il Signor Presidente per la sua presenza, ed anche il Signor Primo Ministro come pure i rappresentanti delle autorità statali e locali di Bielsko-BiaLa e di Skoczow.

Guardo a voi, cari fratelli e sorelle, guardo a voi qui riuniti così numerosi, che avete affrontato la fatica del viaggio - spesso lungo e faticoso - alcuni di voi sono venuti addirittura dalla Bielorussia - rendendo in questo modo testimonianza della vostra fede. Grazie per la vostra presenza! Vedo molti giovani. Ne sono molto lieto poiché essi sono la speranza della Chiesa, la sua giovinezza e la speranza. Vi saluto cordialmente! Saluto i rappresentanti dei movimenti e delle associazioni cattoliche, che oggi in Polonia si sviluppano con tanto dinamismo. Sulle vie della nuova evangelizzazione la Chiesa tanto conta su di voi! Ci troviamo poco distanti dal confine tra la Polonia e la Boemia e Moravia - da dove questa volta sono arrivato. Desidero proprio da qui, dalla terra natale di san Jan Sarkander, salutare cordialmente i nostri Fratelli Cechi e Moravi. La canonizzazione di san Jan svoltasi ieri a Olomouc in Moravia e che oggi ha il suo epilogo con il ringraziamento a Skoczow, ha dimostrato che anche i santi hanno la loro parte nella costruzione dell'Europa - di un'Europa unita sul fondamento dei valori cristiani, dai quali s'è sviluppata tutta la cultura europea.

Non posso far a meno di menzionare infine l'incontro che ha avuto luogo prima della S.Messa, nella chiesa evangelica della Santissima Trinità a Skoczow.

Là mi sono incontrato con i nostri fratelli e sorelle della comunità della Chiesa evangelica-luterana per una breve preghiera in favore dell'unità dei cristiani.

Nel contesto della canonizzazione non poteva mancare un tale incontro. Ne voglio ringraziare cordialmente il Vescovo PaweL Anweiler, Pastore della Diocesi di Cieszyn.

Cari Fratelli e Sorelle! Tra poche ore il Papa lascerà la Polonia per far ritorno a Roma. Vorrei pero che vi ricordaste che con il pensiero e col cuore vi sono accanto e i problemi della mia Patria immutabilmente li tratto come propri. Le vostre gioie sono le mie gioie, e le vostre preoccupazioni - le mie preoccupazioni. Nel momento del congedo desidero chiedervi di continuare a sostenermi con le vostre preghiere, affinché possa servire Cristo e la sua Chiesa a misura dei bisogni dei tempi in cui ci è toccato di vivere.

E adesso, nell'ora dell'Angelus Domini o del Regina Caeli volgiamo il nostro sguardo verso Maria, Madre della Chiesa e nostra Madre e Regina. San Jan Sarkander nutri per lei un amore particolare. Fu presso di Lei, a Jasna Gora, che cerco conforto spirituale quasi alla vigilia del suo martirio. può darsi che proprio li, davanti all'Icona di Jasna Gora, abbia impetrato per sé la grazia del martirio. Anche noi vogliamo affidare alla Madre di Dio tutti i "misteri gioiosi" e i "misteri dolorosi" della Patria e nostri personali, cantando l'antifona mariana pasquale: "Regina dei cieli, rallegrati, alleluia!".

Data: 1995-05-22 Data estesa: Lunedi 22 Maggio 1995

Recita del Regina Caeli - Praga, Repubblica Ceca

Titolo: Un invito per noi alla santità



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1. Al termine di questa doppia canonizzazione, celebrata in un'atmosfera di intensa partecipazione di fede e di preghiera, eleviamo il nostro pensiero alla Vergine Santissima, Regina di tutti i santi.

Regina caeli, laetare! Rallegrati, Regina del Cielo! Rallegrati, Regina di tutti i santi! Maria è stata amata in modo singolare da questi due eroi della santità. Santa Zdislava di Lemberk, eroina della carità e della famiglia, si è come rispecchiata in Maria, imitandone, nel corso della sua vita, la tenerezza e la premura verso il prossimo, specialmente verso i poveri e gli ammalati. San Jan Sarkander ha tratto dalla Vergine Santissima la forza della fedeltà e della castità del cuore, fin da quando, giovane studente intelligente ed aperto nel Clementinum di Praga, si era iscritto alla Congregazione mariana, che, anni prima, il futuro martire Edmund Campion aveva fondato presso quel famoso collegio.

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2. Rallegrati inoltre, Regina del Cielo, per lo stuolo veramente grande dei santi e delle sante di queste terre: di Boemia, di Moravia, di Slesia! I due nuovi canonizzati di questa mattina vengono ad aggiungersi ad un numero veramente straordinario di campioni della santità, che, fin dalle origini della diffusione del Vangelo di Cristo in queste regioni a opera dei fratelli di Tessalonica, Cirillo e Metodio, ne hanno costellato la storia religiosa e civile col fulgore delle loro virtù, esercitate in modo eroico.

E' una stupenda litania di nomi di santi e di beati: i primi alunni dei due apostoli degli Slavi, Gorazd e compagni; e poi Ludmila, Vaclav, Vojtech col fratello Radim, Jindrich Zdik, settimo Vescovo di Olomouc, Anezka, Prokop, Hroznata, Jan Nepomuk, Zikmund e i martiri di Boemia, lo slesiano Melichar Grodziecki martirizzato a Kosice, fino ai moderni Jan Nepomuk Neumann, Klement Maria Hofbauer. Come non citare san Norberto, fondatore dei Premonstratensi, la cui tomba si trova nel convento di Strahov, a Praga? E i martiri Jan Ogilvie e il già ricordato Edmund Campion, che in Boemia si formarono alla suprema testimonianza del sangue, versato poi in Gran Bretagna? E infine san Carlo Spinola, italiano forse nato a Praga, dove divenne Gesuita, e mori poi martire in Giappone? Regina del Cielo, rallegrati della presenza di tanti santi e beati in queste terre benedette.

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3. Rallegratevi anche voi, carissimi fratelli e sorelle! Le vostre antiche, storiche terre sono patria di santi! Ti saluto, Moravia; ti saluto, Boemia; ti saluto, Slesia; ti saluto, Repubblica Ceca, terra di santi e di sante! Le odierne canonizzazioni sono per noi un invito alla santità. Ciò che conta, nella nostra vita, è proprio solo questo. Si, perché tutti i cristiani, indistintamente, sono chiamati alla santità, come sottolinea il Concilio Vaticano II (cfr.
LG 40).

Siamo figli nel Figlio di Dio. Dobbiamo vivere questa realtà di fede nella pratica quotidiana, personale, vivendo in modo degno di Cristo e del Vangelo. Figli nel Figlio! Come ha detto bene il poeta slesiano Angelo Silesio, nel suo Pellegrino cherubico: (Cherussky poutnik): "Vero Figlio di Dio è solo Gesù Cristo: ma deve ogni cristiano essere Cristo stesso" (V, 9) ("Ac Bozim synem jest jen Kristus jedinym prec pravy krestan téz se stava Kristem tim").

Rallegrati, Regina del Cielo, dei nuovi santi Jan e Zdislava! Rallegrati di tutti i santi della Repubblica Ceca! Ma, ti preghiamo, rallegrati anche di noi, che vogliamo camminare umilmente e instancabilmente sulla via della santità, come figli nel Figlio di Dio. Figli nel Figlio tuo, Gesù Cristo.

Amen.

(Al termine della recita del "Regina Caeli" Giovanni Paolo II si è così rivolto ai fedeli:] Carissimi, so che la vostra presenza con un tempo così freddo e piovoso vi costa molti sacrifici. Tanto più mi è cara la vostra presenza. Vi ringrazio.

Sapevo che qui a Olomouc l'amore verso la Chiesa e verso il Papa ha radici profonde. Ringrazio tutti i Signori Cardinali, i Prelati e saluto cordialmente anche i qui presenti Signori Ministri, i Vicepresidenti del Parlamento ceco e i Deputati. Sia lodato Gesù Cristo.

Ringrazio tutti i polacchi, specialmente quelli di Slesia, di Jaworze, di Skoczow e della diocesi di Legnica. Invio la mia benedizione alla Slovacchia.

Data: 1995-05-22 Data estesa: Lunedi 22 Maggio 1995

Il discorso del Santo Padre alla cittadinanza davanti il Vescovado di Bielsko-Biaia - Repubblica Ceca

Titolo: Il problema del posto per Dio nella vita dell'uomo e dell'umana società è sempre vivo e attuale

Sia lodato Gesù Cristo! Cari Fratelli e Sorelle - abitanti di Bielsko-BiaLa!

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1. Partecipiamo insieme alla grande gioia della Chiesa per la canonizzazione di un nuovo santo martire - Jan Sarkander, originario della vicina Skoczow. Il fatto di una così stretta vicinanza con Skoczow permette a voi, agli abitanti di Bielsko-BiaLa, di ritenervi in un certo senso concittadini del nuovo Santo...

Guardo la vostra città con ammirazione, poiché dopo tanti anni d'assenza, vedo quanto è cambiata, come si è sviluppata. Costituisce oggi non soltanto un vitale centro industriale, ma anche un importante centro culturale di Podbeskidzie, ai piedi dei monti Szyndzielnia e Magurka, che molte volte attraversavo a piedi, come tutta questa parte di Beskidy. So che anche qui non mancano difficili problemi sociali ed economici, come per esempio la questione della disoccupazione, e dell'espansione tra la popolazione della fascia di povertà, che tocca dolorosamente numerose famiglie. A tutti coloro che soffrono per questi motivi desidero dire: la Chiesa, come prima, così anche oggi, è vicina a voi e non vi dimentica! Saluto tutti gli abitanti di Bielsko-BiaLa e le Autorità cittadine e provinciali e, una volta ancora, ringrazio per il contributo dato alla preparazione di questa visita. A coloro che si affaticano nelle aziende di lavoro dico: "Dio vi benedica!". Rivolgo un saluto particolare ai malati negli ospedali e nelle case di cura. Visito in spirito e benedico tutte le famiglie di questa regione. Saluto i bambini e i giovani che studiano nelle scuole (specialmente i maturandi di quest'anno - gli esami sono ormai vicini!) e gli studenti degli atenei. Tutti abbraccio con la mia preghiera.

Sono stato legato alla vostra città di Bielsko-BiaLa sin dalla prima infanzia, poiché a BiaLa nacque mio padre; qui e nel circondario abitavano i miei parenti, e nell'ospedale di Bielsko lavorava il mio fratello maggiore - medico, che ivi mori, servendo gli ammalati. Sono molto grato al Consiglio Municipale di Bielsko per aver deciso di commemorare il suo lavoro e la sua morte con un'apposita targa. Poi si aggiunsero legami di altro tipo derivanti dal mio ministero episcopale nella Chiesa di Cracovia, la quale fino a poco tempo fa comprendeva la città di BiaLa, fino al fiume BiaLka. Bielsko era già in Slesia. Ma oggi tutto è cambiato, tutta la città è nella diocesi Bielsko-Z\ywiec.

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2. Ciò che colpisce in Bielsko-BiaLa è il fatto dell'incontro e dell'armoniosa compenetrazione qui di due tradizioni culturali e religiose: cioè della tradizione di Cracovia e di quella della Slesia. Questa è la grande ricchezza di questa città e dell'intera regione. Questa pluralità nell'unità costituisce anche la grande ricchezza spirituale della nuova Diocesi di Bielsko-Z\ywiec. Bisogna che voi, cari fratelli e sorelle, attingiate abbondantemente a queste risorse, ed anche che costantemente le moltiplichiate. Si tratta di scambiare i doni spirituali. Che questo scambio contribuisca all'approfondimento e allo sviluppo della vita cristiana di tutti e di ciascuno! Attualmente Bielsko-BiaLa è non soltanto la sede della provincia, ma anche la sede della Diocesi, cioè della Chiesa locale. E' in un certo senso una nuova qualità nella vita di questa città. Questo è anche un nuovo compito. La Sede di una Diocesi non è soltanto un centro amministrativo, ma prima di tutto un centro d'irradiazione spirituale su tutta la regione. Auguro dunque che Bielsko-BiaLa sia sempre più matura per questo ruolo così importante, a vantaggio di tutti.

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3. Vorrei menzionare un evento ancora, attraverso il quale la vostra città si è iscritta profondamente nella mia memoria. Il quartiere "ZLote lany". La parrocchia di san Giuseppe nel quartiere "ZLote lany" fu l'ultima parrocchia in cui mi fu dato di svolgere la visita canonica, come Metropolita di Cracovia, prima dell'elezione alla Sede di san Pietro in Roma, nel 1978. Questa era una parrocchia particolare. Ricordo ancora oggi le lotte veramente drammatiche per la sua fondazione. Ricordo con quanti sacrifici da parte dei pastori e dei fedeli bisognava pagare perché fosse nata. Mi edificavo con la loro fede e il loro atteggiamento. E in quel periodo, di simili casi nell'Archidiocesi di Cracovia e in tutta la Polonia ce n'erano molti. In quell'epoca bisognava lottare per il diritto di Dio al posto nella vita di questa Nazione, perché le autorità dello Stato lo rifiutavano sistematicamente.

Per quale motivo lo ricordo oggi? Lo ricordo, perché il problema del posto per Dio nella vita dell'uomo e dell'umana società è sempre attuale e sempre aperto. Ricordiamo che Gesù ha detto: "Ecco, sto alla porta e busso" (
Ap 3,20).

L'uomo gli aprirà e gli farà posto nella propria vita? Gli farà posto nell'ambito della società, della cultura, dell'economia, ed anche della politica?... E' una domanda da porre costantemente.

Auguro a voi qui presenti che nella vostra vita mai manchi il posto per Cristo! Auguro a questa città che in essa mai manchi il posto per Cristo! Per l'intercessione di san Jan Sarkander Martire, chiedo nella preghiera il coraggio della testimonianza di fede per tutti voi, e per questo cammino di tutto cuore vi benedico: Nel nome del Padre, e del Figlio e dello Spirito Santo.

Dio vi ricompensi.

Data: 1995-05-22 Data estesa: Lunedi 22 Maggio 1995

L'incontro con i fedeli nella piazza centrale di Zywiec - Repubblica Ceca

Titolo: Destano preoccupazione le odierne tendenze che mirano alla programmatica laicizzazione della nostra società

Sia lodato Gesù Cristo! Cari Fratelli e Sorelle in Cristo, abitanti dell' antichissima Z\ywiec!

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1. Voglio esprimere la gioia che provo nell'incontrarmi oggi con voi - qui, al centro stesso della vostra storica città, nei pressi della chiesa madre di Z\ywiec. Questo incontro mi fa ricordare le mie numerose visite a Z\ywiec, sia qui, nell'antica chiesa madre, come a ZabLocie e a Sporysz. La memoria mi conduce lungo la valle del fiume SoLa verso nord e verso sud. Mi vengono in mente tutte le parrocchie, fino a UjsoL e Zwardon, da me più volte visitate. Dovrei ora enumerarle l'una dopo l'altra, così come sono disposte nella valle della SoLa, ai piedi dei Beschidi di Z\ywiec. Dovrei ricordare anche i nomi dei parroci e dei viceparroci di quelle parrocchie, molti dei quali il Signore Dio ha ormai chiamato a sé. Dovrei infine ringraziare dell'ospitalità che tante volte ho sperimentato nella terra di Z\ywiec. Oggi faccio tutto questo di gran cuore, percorrendo col pensiero questo territorio appartenente fino a poco tempo fa all'antica Archidiocesi di Cracovia: lungo il corso della SoLa, attraverso Porabka fino a Kety e oltre fino a Oswiecim.

Certamente molte cose qui sono cambiate. Si sono aggiunti molti nuovi sacerdoti. Nella pastorale sono entrate nuove Congregazioni religiose. Molte religiose vi aiutano nella catechesi, hanno cura degli infermi e si occupano dell'attività caritativa. E' cambiato molto - tale è la legge della vita! Nel nome di tale legge la terra di Z\ywiec, antichissima parte della Chiesa Cracoviense, oggi costituisce essa stessa, insieme alla non lontana Bielsko, il centro della nuova diocesi, e la chiesa madre di Z\ywiec è la sua concattedrale. E come il primo Vescovo della Diocesi di Bielsko-Z\ywiec è stato chiamato un figlio di questa terra, originario della vicina Gilowice. In occasione dell'odierno incontro auguro a lui e a voi tutti che questa nuova comunità diocesana si sviluppi, attingendo forze spirituali, da tutte le risorse che qui si sono andate accumulando lungo il corso dei secoli.

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2. Ci incontriamo oggi, lunedi dopo la VI Domenica di Pasqua. E' il primo di quei tre giorni che precedono l'Ascensione al Cielo del Signore. E' entrato nell'uso di chiamarli le quattro tempora. Hanno carattere pasquale e allo stesso tempo penitenziale. Dalle chiese si muovono le processioni, che con il canto delle Litanie di tutti i Santi si recano alle cappelle in mezzo ai campi, per chiedere a Dio, in questo periodo di primavera, buoni raccolti. Tutte queste forme di popolare pietà cristiana hanno una loro profonda motivazione. Per comprenderla bisogna entrare profondamente nelle letture liturgiche di ciascun giorno e di tutto questo periodo.

Nel Vangelo di oggi Cristo parla dello Spirito Santo come del Consolatore. Ecco le sue parole: "Quando verrà il Consolatore che io vi mandero dal Padre, lo Spirito di verità che procede dal Padre, egli mi renderà testimonianza; e anche voi mi renderete testimonianza, perché siete stati con me fin dal principio" (
Jn 15,26-27). Un cristiano è chiamato a rendere testimonianza a Cristo, Cristo crocifisso e risorto. In questo modo viene edificata la Chiesa.

Viene edificata mediante la testimonianza degli Apostoli, ed anche dei singoli cristiani - uomini e donne, come ne parlano gli Atti degli Apostoli nell'odierna liturgia. La Chiesa continua a scrivere gli Atti degli Apostoli, inscrivendoli nella storia degli uomini, delle famiglie, dei paesi e delle nazioni. E così questi Atti degli Apostoli sono stati iscritti anche nella storia della nostra nazione polacca.

In modo particolare testimoniano Cristo, i Santi. Gli rendono testimonianza tutti i confessori di Cristo, che non deflettono nella fede. Non lo fanno neppure quando - come abbiamo sentito oggi - sono minacciati dalla morte, non deflettono quando incombe su di essi la minaccia di essere "scacciati dalla sinagoga" - come dice Cristo. Oggi questa espressione va intesa in senso più ampio: essa abbraccia ogni forma di discriminazione, di angheria e di emarginazione dei credenti in Cristo nella vita sociale. Quanto spesso l'abbiamo sperimentato nel passato! Devono destare dunque preoccupazione le odierne tendenze, emergenti anche nella nostra Patria, che mirano ad una laicizzazione, una programmatica laicizzazione della società, attaccando la Chiesa e irridendo i valori sacri che tuttavia sono stati alle basi della storia millenaria della nostra Nazione.

Coloro che nonostante le esperienze perseverano nella fede, che rendono testimonianza a Cristo, che sono obbedienti allo Spirito di verità - edificano la Chiesa. L'edificano in modo particolare i Santi. Si può far a meno di ricordare qui san Giovanni della non lontana Kety, professore dell'Università Jaghellonica di Cracovia? E' possibile non menzionare qui san Massimiliano Kolbe, martire del campo di concentramento di Auschwitz? E a sua volta è possibile non nominare, in questo grande contesto storico, santa ZdzisLawa, della nazione ceca, e in particolare san Jan Sarkander originario della Slesia di Cieszyn, che oggi si trova nel territorio della vostra Diocesi? Rendiamo grazie a Dio per i Santi, che ci aiutano a non abbatterci e a perseverare nella fede! In essi opera lo Spirito di verità che proviene dal Padre.

Per loro mezzo la potenza di questo Spirito di verità, Spirito Consolatore, si dona a ciascuno di noi - se cerchiamo di vivere nello spirito dell'alleanza stretta con Dio nel santo Battesimo.

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3. "Regina degli angeli, gioisci, rallegrati, Signora dei cieli! Tutti ci rallegriamo oggi con te, con gioia cantiamo: Alleluia! Poiché il Figlio tuo che tu sei stata degna di portare tra le braccia, ormai risorto sali al cielo nella sua gloria: Alleluia! Godi e allietati in cielo, pregaLo per noi nella necessità, affinché anche noi giungiamo li e per sempre cantiamo: Alleluia!" (Canto polacco, parafrasi del Regina coeli).

Terminando in questa terra di Z\ywiec il mio pellegrinaggio di tre giorni per la canonizzazione di santa ZdzisLawa e san Jan Sarkander, voglio cantare questa gioia pasquale con le parole dell'antifona mariana. Esse risuonano nella terra di Z\ywiec e in tutta la terra polacca: nelle chiese parrocchiali, e specialmente nei santuari mariani, e perfino presso le cappelline lungo le strade, dove nel mese di maggio i fedeli si radunano per cantare le Litanie Lauretane.

Mi reco in spirito in tutti i santuari mariani della terra di Z\ywiec - prima di tutto nel vicino RychwaLd, dove mi fu dato una volta, insieme al Card.

Stefan Wyszynski, di incoronare la miracolosa immagine della Madre di Dio. Canto quest'antifona pasquale insieme alla Terra di Z\ywiec, insieme alla valle del fiume SoLa, insieme a queste montagne dei Beschidi di Z\ywiec e della Slesia, da me molte volte attraversati nelle varie stagioni dell'anno, trovandovi gioia e riposo.

Canto quest'antifona pasquale e insieme a voi prego per la nostra Patria e per tutti i Connazionali: per l'amore verso il dono della vita, per una sincera sollecitudine a servizio del bene comune, per una perseverante edificazione della Polonia sul fondamento della giustizia, della solidarietà e dell'amore vicendevole. Prego perché lo spirito del dialogo e della collaborazione prevalga sullo spirito della lotta e del confronto. Prego per il rispetto della dignità di ogni uomo, per la cultura della reciproca convivenza. Prego per le famiglie polacche tormentate dal problema della disoccupazione e della povertà. Per tutti voi che siete affaticati e scoraggiati, imploro il dono di una rinnovata speranza! Durante questi giorni che separano la solennità dell' Ascensione di Gesù al Cielo dalla Pentecoste, ogni anno la Chiesa rinnova la più antica novena, che trae la sua origine da quanto hanno fatto gli Apostoli stessi - nove giorni di ardente preghiera per la venuta dello Spirito Santo, per ottenere i suoi sette doni. Vi auguro che essa sia d'aiuto nel ravvivare e approfondire la vostra fede, speranza e carità; affinché, in questi anni conclusivi del nostro difficile secolo, ed alla soglia ormai del Grande Giubileo dell'Anno 2000, rendiate testimonianza a Cristo crocifisso e risorto, che ci ha mandato lo Spirito Santo dal Padre.

"Regina dei cieli, rallegrati, Maria! Cristo, che hai portato nel grembo, ha mandato lo Spirito: Alleluia! Prega per noi, Alleluia!".

Questo è il mio messaggio per Z\ywiec e per la zona di Z\ywiec. Ci sono ancora molti pensieri e molti sentimenti che provo mentre vi guardo riuniti qui, mentre guardo Z\ywiec, mentre visito la pieve, mentre guardo queste montagne, a me tanto care. Ma tutto ciò è già stato detto in qualche modo. perciò termino ora offrendo a tutti voi, carissimi fratelli e sorelle, la benedizione del Papa. Sia lodato Gesù Cristo.

Preghiamo insieme come ci ha insegnato il nostro Salvatore, Gesù Cristo.

Ringrazio di cuore la città di Z\ywiec, tutti i suoi abitanti, la cittadinanza, i parrocchiani di Z\ywiec e di tutte le parrocchie della zona, l'intera comunità per la cordiale accoglienza che mi avete riservato qui in città e che ho potuto sperimentare anche prima, per strada, mentre percorrevo la via che nel passato avevo fatto tante volte andando da Bielsko a Z\ywiec.

Data: 1995-05-22 Data estesa: Lunedi 22 Maggio 1995

Il congedo dalla Repubblica Ceca: la cerimonia all'aeroporto di Ostrava

Titolo: "Vi lascio una consegna piena di speranza: fate sempre onore al Vangelo! Siate fieri di essere cristiani!"

Signor Primo Ministro, Signor Cardinale, Venerati Confratelli nell'Episcopato e nel Sacerdozio, Carissimi Fratelli e Sorelle!

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1. Al termine di questo mio breve ma intenso Viaggio Pastorale nella Repubblica Ceca, che mi ha dato anche la possibilità di rivedere per poche ore il mio Paese d'origine, non lontano da qui, desidero ringraziare in primo luogo Lei, Signor Primo Ministro, venuto gentilmente a salutarmi. Con Lei saluto i Membri del Governo Ceco e le altre Autorità dello Stato presenti.

Ho vivamente apprezzato la disponibilità, l'efficienza e la premura con cui lo Stato ha messo a disposizione le proprie competenze per la buona riuscita della mia seconda Visita al vostro Paese. La prego di rendersi ancora una volta interprete presso il Presidente Havel ed il Governo della Repubblica dei miei sentimenti di cordiale e sincera gratitudine, oltre che del mio saluto ed augurio per la prosperità, il progresso e la pace di questa a me sempre cara Nazione.

Al tempo stesso ringrazio quanti hanno facilitato la preparazione e lo svolgimento del mio Viaggio: il Ministro degli Affari Esteri, le forze della Polizia, i piloti degli elicotteri, come pure gli incaricati dei servizi della Radio e della Televisione, dei Telefoni, dei media e dell'assistenza medica.

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2. Un saluto fraterno rivolgo, poi, al Signor Cardinale Miloslav Vlk, all'Arcivescovo di Olomouc e Primate di Moravia, Monsignor Graubner, e a tutti i Vescovi della Chiesa nella Repubblica Ceca: abbiamo sperimentato ore di intensa collegialità e di preghiera, come in un nuovo Cenacolo - nonostante la brevità degli incontri - specialmente durante la canonizzazione dei due eroi della fede e della carità cristiana, san Jan Sarkander e santa Zdislava di Lemberk, membri eletti dei vostri popoli: rispettivamente l'uno della Moravia, e l'altra della Boemia.

Un pensiero particolare, infine, va ai volontari delle varie Parrocchie sia di Praga che di Olomouc e di Ostrava, agli Scout, e ai membri delle altre organizzazioni, che in modo discreto ma efficace hanno prestato la loro collaborazione.

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3. Sono lieto di poter concludere questa Visita pastorale nel territorio della città di Ostrava. Invio il mio saluto affettuoso e cordiale a tutti gli abitanti di questa Città, tanto importante sotto il profilo della industria mineraria e siderurgica, ma non meno illustre per la storia delle sue vicende di lavoro, del suo anelito di libertà e del suo impegno per la fede cristiana. Saluto il Signor Sindaco, qui presente, le Autorità cittadine, i sacerdoti delle diverse parrocchie tanto impegnati specie nel campo della gioventù, e non voglio dimenticare le care scuole cattoliche della Città e dei dintorni, con i loro insegnanti ed alunni. A tutti il mio abbraccio affettuoso! Penso inoltre all'antica Slesia con le sue nobili città e località, come, ad esempio, la nota e bella Opava, e poi Bruntal, Jesenik, Frydek, Cesky Tesin, e tutte le altre.

La regione, che ha avuto una storia assai contrastata e difficile ed è passata attraverso non poche prove e sofferenze, si è sempre distinta per il suo attaccamento a Cristo, per la fedeltà alla Chiesa e la sentita spiritualità, incarnata in figure notevolissime come i beati Ceslao e Melichar Grodziecki, come il nuovo santo Jan Sarkander, il mistico e poeta Angelo Scheffler, detto il Silesio, e, nei tempi a noi vicini, la beata Edith Stein.

La presente sosta di commiato vi dica l'affetto che il Papa ha per tutti voi, come per gli abitanti di tutta la Moravia, specie per i lavoratori, per le famiglie, per i giovani, per gli ammalati. A ciascuno auguro che possa contribuire al continuo sviluppo sociale, economico e soprattutto spirituale della vostra Città e Regione.

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4. Nel ritornare a Roma, lascio a voi e a tutti i cattolici di questa Nazione una consegna piena di speranza: fate sempre onore al Vangelo! Si tratta di un impegno che deve permeare tutte le sfere della vita pubblica e privata, a cominciare dalla famiglia, prima cellula della società: solo da famiglie ricche nello spirito, fedeli agli impegni morali ed unite al loro interno, può trarre origine e consolidarsi il risanamento della società. In questo compito esaltante, che coinvolge tutti i membri di ogni famiglia, acquista una straordinaria contemporaneità la bella figura di Zdislava di Lemberk, che ho avuto la gioia di iscrivere nell'albo dei santi, proponendola all'imitazione non solo vostra, ma delle famiglie del mondo intero.

Siate fieri di essere cristiani! Appartenere alla Chiesa non significa essere cittadini di seconda categoria o membri di una qualsiasi associazione.

Essere cristiani vuol dire assumere l'impegno di cambiare non soltanto la propria vita, ma anche il proprio ambiente alla luce del Vangelo. Il cristiano sa di essere chiamato anche a partecipare in prima persona all'edificazione di una società terrena più giusta e più fraterna, nell'attesa dell'avvento di quei "cieli nuovi" e di quella "terra nuova" (cfr.
2P 3,13 Ap 21,1) che Iddio prepara ai suoi eletti.

La Chiesa si sente impegnata a cooperare al progresso anche civile nel mondo in cui vive ed agisce. Siate consapevoli della responsabilità che la Chiesa vi affida e che il Papa vi ricorda. Tale messaggio non lascerà indifferenti anche quanti non appartengono alla Comunità ecclesiale, ma ai quali stanno a cuore i veri valori che rendono la vita grande e degna di essere vissuta.

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5. Signor Primo Ministro, Signor Cardinale, cari Fratelli e Sorelle! Nel rinnovare il cordiale augurio che la Repubblica Ceca sappia progredire sempre di più sulla via della libertà, della democrazia e della pace, inserendosi con pieno onore nell'Europa e nel mondo, vi do appuntamento al 1997, in occasione del Millennio di S. Adalberto.

Con questi sentimenti benedico volentieri voi, qui presenti, e tutti gli amati cittadini della Repubblica Ceca, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

S Panem Bohem! Na shledanou! Mam vas velmi rad!

Data: 1995-05-22 Data estesa: Lunedi 22 Maggio 1995




GPII 1995 Insegnamenti 930