GPII 1995 Insegnamenti 1021

Ai partecipanti ad un corso promosso dalla Nato - Città del Vaticano

Titolo: La prospettiva ultima della vostra missione è la pace

Signor Generale, Signore e Signori, Sono trascorsi cinquanta anni dalla fine delle ostilità della II Guerra Mondiale in Europa. Le celebrazioni di questo avvenimento sono state occasione per meditare sulle cause e sugli effetti di questo conflitto, ma non hanno potuto svolgersi in un'atmosfera di pace, così come avrebbero desiderato tutti gli uomini e le donne di buona volontà. Ancora oggi il continente europeo vede popolazioni in lotta tra loro e innocenti vittime non solo nei loro corpi, a causa della guerra, ma anche nei loro cuori, a causa dell'odio e della violenza.

Voi, diplomatici e militari provenienti da numerosi paesi membri dell'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, siete qui a Roma per perfezionare la vostra qualifica professionale e perché le vostre rispettive nazioni possano, grazie a voi, conoscersi e apprezzarsi meglio, nella prospettiva della vostra missione ultima che è quella di costruire la pace.

In questo compito diplomatici e militari hanno funzioni diverse ma uno stesso obiettivo: creare una società più umana, più giusta e quindi più pacifica.

Nei loro sforzi per realizzare ciò essi si trovano a dover fare i conti con le esigenze delle loro responsabilità, le quali non si limitano alla sola difesa, legittima, degli interessi delle loro nazioni, ma fanno di loro i costruttori di una comunità internazionale più degna della persona umana.

Una società internazionale giusta si fonda sulla coscienza morale di coloro alla cui responsabilità è affidata, a qualunque livello. Consentitemi di rammentarvi che la vostra coscienza non può sfuggire alla verità, né eludere le sue responsabilità personali dinanzi a Dio e alla storia. Come ben sapete, le cause della II Guerra Mondiale non sono state solo le questioni di interesse nazionali o strategiche, ma anche l'obnubilamento della coscienza morale divenuta incapace di riconoscere e di rispettare il suo simile in ogni persona umana, la cui dignità fondamentale è quella di essere immagine di Dio. Pertanto, oggi come ieri, perché il continente europeo ritrovi la pace, è necessario un risveglio delle coscienze affinché ognuno si assuma le proprie responsabilità basandosi su principi quali il rispetto dell'altro, la tutela dei poveri e degli indifesi, la difesa della vita, la solidarietà, la generosità e la magnanimità, principi che per il cristiano sono tutti riassunti nel comandamento: ama il prossimo tuo! Dio accompagni voi e le vostre famiglie, e benedica i vostri sforzi! (Traduzione dal francese]

Data: 1995-06-02 Data estesa: Venerdi 2 Giugno 1995

Lettera al Cardinale Etchegaray - Città del Vaticano

Titolo: Per il 150° dell'evangelizzazione di Samoa

Al Venerato Fratello Nostro Cardinale S.R.E. Roger Etchegaray Presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace e del Pontificio Consiglio "Co Unum" Apprendiamo con gioia che in questo stesso anno sarà celebrato il ricordo dei centocinquanta anni da quando l'annuncio del Vangelo incomincio ad essere largamente diffuso con opera solerte tra la popolazione di Samoa. Questo evento speciale offre a Noi non solo l'opportunità di ricordare questo avvenimento, ma anche di esortare nuovamente gli animi ad una fede più forte e più salda, con rinnovati propositi. Allo scopo di rendere più solenne questa commemorazione, veniamo volentieri incontro alla richiesta del Venerato Fratello Nostro, il Cardinale S.R.E. Pio Taufinu'u Arcivescovo di Samoa-Apia, e vogliamo costituire un Padre cardinale a rappresentare la Nostra Persona e assumere le Nostre veci. Per questo motivo, consegnandoLe questa Lettera, Venerato Fratello Nostro, La scegliamo per svolgere questo incarico come Nostro Inviato Speciale, dandoLe mandato di partecipare a nome Nostro alle celebrazioni presso i fedeli di quel luogo. Porgerà a tutti il Nostro fervoroso saluto, presiederà in vece Nostra alle sacre liturgie, illustrerà con la Sua parola, secondo le Nostre intenzioni, l'importanza di quell'evento e l'opportunità di rinnovare il primitivo fervore; attesterà parimenti la Nostra benevolenza verso quella Chiesa fiorente. Confidiamo con grande speranza che quella amata comunità che sappiamo essere unita da vincoli strettissimi con la Sede di Pietro, cresca ancora di più; perciò La raccomandiamo allo stesso Principe dei Pastori e facciamo voti affinché tutti i fedeli, ad uno ad uno, rinnovino il proprio animo per condurre una vita cristiana più fervida.

Sappia con certezza che accompagneremo con fervide preghiere la Sua missione.

Frattanto elargiamo volentieri, come se fossimo presenti, a Lei, Venerato Fratello Nostro, a tutti i Presuli ed alle autorità del luogo, nonché a tutto il clero e il popolo, a quanti prenderanno parte a tali solennità, la Nostra Benedizione Apostolica, pegno di doni celesti e prova della Nostra benevolenza.

Dal Vaticano, 2 giugno 1995, diciassettesimo anno del Nostro Pontificato.

IOANNES PAULUS PP. II (Traduzione dal latino]

Data: 1995-06-02 Data estesa: Venerdi 2 Giugno 1995

Arrivo: il discorso durante la cerimonia di benvenuto all'aeroporto militare du Melsbroek - Bruxelles

Titolo: "Sono lieto di trovarmi ancora in questa terra, crocevia ricco di incontri e di scambi che hanno segnato l'Europa"

Maestà,

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1. Sono molto commosso per le calorose parole di benvenuto che Vostra Maestà mi ha appena rivolto e L'assicuro di tutta la mia gratitudine. Ringrazio per la loro presenza Sua Maestà la Regina così come le alte Autorità governative, provinciali e comunali che hanno desiderato prendere parte a questa cerimonia di benvenuto.

Lo scorso anno le circostanze mi avevano obbligato a rinviare la visita che desideravo realizzare nuovamente in Belgio, per celebrare la beatificazione di Padre Damiano de Veuster, originario di Tremelo, in mezzo al popolo di cui egli è figlio illustre. E' una gioia per me essere oggi nel vostro Paese in questa occasione.

Sono lieto di trovarmi ancora una volta in questa terra, crocevia ricco di incontri e di scambi che hanno segnato il continente europeo. Sono felice d'incontrare nuovamente il vostro popolo che ha contribuito a plasmare la storia e la cultura dell'Europa e che occupa oggi un posto di primo piano. Nel salutare le persone presenti, gli abitanti di Melsbroek, così come i militari di questa base e le loro famiglie, il mio pensiero si volge anche ai diocesani di Namur che mi attendevano l'anno scorso a Malonne presso la tomba di san Mutien-Marie.

Rivolgo a tutti gli abitanti del Belgio, sia a quelli membri della Chiesa cattolica sia a quelli appartenenti ad altre tradizioni, il cordiale saluto del Vescovo di Roma. Ai cittadini di questo Paese, che hanno saputo far progredire le istituzioni accettando la loro diversità, offro i miei ferventi voti per un futuro di prosperità e di progresso sociale nella concordia fraterna.

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2. Maestà, dieci anni fa fu suo fratello, il Re Baldovino, ad accogliermi in Belgio. Al mio arrivo, desidero rendere omaggio alla sua memoria, ricordandomi degli incontri personali che ho avuto con lui, così come della stima e dell'affetto che nutrivano per lui gli abitanti del Belgio e innumerevoli persone al di là delle vostre frontiere. Saluto in lui il cristiano che, in stretta unione con la Regina Fabiola, seppe servire i suoi concittadini con una dedizione realmente evangelica.

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3. Mi rivolgo ora ai miei Fratelli nell'Episcopato venuti ad accogliermi. Saluto molto cordialmente il Cardinale Godfried Danneels, Arcivescovo di Mechelen-Brussel, e gli altri Vescovi del Belgio. Sono lieto di essere accompagnato in questo pellegrinaggio anche dal Cardinale Jean-Jêrome Hamer e dal Cardinale Jan Pieter Schotte, vostri concittadini, che mettono la loro competenza e la loro dedizione al servizio della Sede Apostolica.

In questi giorni non potro ripetere la lunga visita pastorale che ho realizzato tra voi nel 1985. Il mio pellegrinaggio ha uno scopo ben preciso, ossia l'onore reso dalla Chiesa a Damiano de Veuster, religioso e sacerdote d'eccezione, la cui influenza si estende al mondo intero. La Beatificazione di questo Servo di Dio è una gioia per tutta la Chiesa in Belgio e altrove. Egli ha ereditato numerose qualità dalla sua famiglia e dal suo popolo, dal quale l'allontanamento fisico non lo separo mai spiritualmente. Egli è un testimone eminente dello zelo missionario che numerosi abitanti del Belgio hanno dimostrato in tutte le vie del mondo, e che spesso è ispiratore di un aiuto attivo nei confronti dei popoli più bisognosi. Nello spirito della Congregazione dei Sacri Cuori, Padre Damiano ha saputo unire la profondità della fede e dell'esperienza spirituale a una carità attiva e rispettosa degli uomini, anche nella loro sofferenza e nella loro estrema debolezza.

Cari cattolici del Belgio, venendo a celebrare in mezzo a voi la beatificazione di Padre Damiano, lo dono a voi come un intercessore che saprà aiutarvi e ispirarvi. Possa egli confermare in voi la fedeltà della fede e la generosità del servizio fraterno, qualità ben radicate nelle tradizioni secolari delle vostre famiglie! E' questo il voto che gli affido per tutti voi.

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4. All'inizio di questo breve soggiorno, che sarà dedicato essenzialmente a celebrazioni religiose, desidero ringraziare le Autorità del Regno e tutte le persone che hanno contribuito alla sua organizzazione. Mi ricordo anche degli accurati preparativi approntati l'anno scorso per la mia visita e vorrei esprimere la mia gratitudine e porgere il mio cordiale saluto a coloro tra i quali non potro recarmi, in particolare agli abitanti di Tremelo, concittadini di Padre Damiano; conservandone fedelmente il ricordo, essi l'hanno celebrato con fervore e mi rincresce di non avere potuto essere in mezzo a loro. Penso anche agli abitanti di Lovanio che dovevo incontrare. A tutti coloro che non posso menzionare qui vanno la mia affettuosa simpatia e il mio incoraggiamento nella loro vita spirituale e sociale.

Nell'esprimere nuovamente la mia gratitudine alle Loro Maestà il Re e la Regina, così come a tutte le personalità qui riunite, per la loro accoglienza, invoco su tutti l'abbondanza delle Benedizioni divine.

Data: 1995-06-03 Data estesa: Sabato 3 Giugno 1995

Nella solennità di Pentecoste il Papa proclama Beato il servo di Dio P. De Veuster, missionario della Congregazione dei Sacri Cuori - Bruxelles

Titolo: Padre Damiano: sacerdote, religioso, missionario si consacro ai lebbrosi e divento lebbroso tra i lebbrosi

Cari Fratelli e Sorelle,

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1. "Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi... Ricevete lo Spirito Santo" (
Jn 20,21-22).

Gli Apostoli udirono queste parole dalla bocca di Cristo Risorto, la sera della Risurrezione. Al mattino del primo giorno della settimana, le donne, e poi Pietro e Giovanni, constatarono che la tomba dove Gesù era stato deposto era vuota. La sera dello stesso giorno Gesù si presento in mezzo a loro. Era lo stesso Gesù che avevano conosciuto prima, ma allo stesso tempo era diverso. Sul suo corpo portava i segni della crocifissione, eppure era risorto. Non essendo più sottoposto alle leggi della materia, poteva entrare nel Cenacolo anche se tutte le porte erano chiuse. Dopo aver salutato gli Apostoli: "La pace sia con voi!", Gesù risorto rivolse loro parole di fondamentale importanza, che decidono l'avvenire della Chiesa: "Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi". Dopo aver detto questo, alito su di loro e disse: "Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi" (Jn 20,22-23).

Il vero momento della discesa dello Spirito Santo è la sera della Risurrezione. Gesù, figlio di Dio, consustanziale al Padre, alita sugli Apostoli.

Questo afflato manifesta l'origine dello Spirito Santo, che viene dal Padre e dal Figlio. Questo soffio è salvifico; racchiude tutta la potenza della redenzione operata da Cristo. Si capisce perché Cristo, dopo aver detto agli Apostoli: "Ricevete lo Spirito Santo", parla subito della remissione dei peccati. Egli conferisce loro il potere di rimettere i peccati, un potere che viene da Dio. Lo trasmette loro assieme al soffio redentore, che annuncia la venuta definitiva dello Spirito Santo. Il giorno di Pentecoste, la discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli porto al battesimo di quanti credettero in Cristo, sulla parola di Pietro, e che volevano la salvezza, donata a tutta l'umanità, dalla Croce e dalla Risurrezione di Cristo.

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2. Gli Atti degli Apostoli ci descrivono in modo dettagliato l'avvenimento della Pentecoste. Lo Spirito Santo, il soffio del Padre e del Figlio, rivela la propria presenza attraverso un violento colpo di vento. Contemporaneamente, lo Spirito Santo si manifesta attraverso l'elemento del fuoco. Ecco che sopra gli Apostoli riuniti nel Cenacolo, appare come un fuoco che si divide in lingue; se ne posa una sulla testa di ognuno di loro. Il vento e il fuoco, elementi naturali, testimoniano così la venuta dello Spirito Santo.

Tuttavia, queste manifestazioni si accompagnano ad un fenomeno di ordine soprannaturale. Gli Apostoli, pieni dello Spirito Santo, si mettono a parlare in altre lingue, secondo il modo di esprimersi che lo Spirito dona loro. Questo avvenimento suscita grande stupore in tutti quelli che si trovano a Gerusalemme, "Giudei osservanti di ogni nazione che è sotto il cielo" (
Ac 2,5). Stupefatti e meravigliati, esclamano: "Costoro che parlano non sono forse tutti Galilei? E com'è che li sentiamo ciascuno parlare la nostra lingua nativa?" (Ac 2,7-8).

Quando l'autore del libro degli Atti degli Apostoli elenca i Paesi del mondo conosciuti a quell'epoca da cui provengono i pellegrini che partecipano all'evento della Pentecoste, delinea quasi una geografia della prima evangelizzazione, che gli apostoli devono compiere, annunciando nelle varie lingue "le meraviglie di Dio". A parte Roma, non viene menzionato nessun Paese dell'occidente, del centro, del nord o dell'est dell'Europa. Il Belgio non viene nominato, e nemmeno le isole dell'arcipelago di Molokaî, nel lontano Pacifico. Non si parla della patria di Padre Damiano de Veuster, né del paese nel quale sarebbe andato in missione e avrebbe dato la sua vita per Cristo, realizzando così il servizio dell'amore per il prossimo.

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3. Evocando i luoghi cari al cuore di Padre Damiano, saluto le Loro Maestà il Re dei Belgi e la Regina, Sua Maestà la Regina Fabiola, così come i membri del Corpo diplomatico e le Autorità civili. Esprimo i miei auguri fraterni al Cardinale Danneels in occasione del suo compleanno; i miei fervidi auguri vanno anche al Cardinale Suenens, che festeggerà il suo compleanno fra qualche giorno. Porgo i miei cordiali saluti a tutti i Vescovi. Sono lieto per la presenza della famiglia di Padre Damiano, di numerosi missionari, e delle delegazioni delle città di Tremelo, Malonne e Lovanio, e dell'Associazione degli Amici di Padre Damiano.

Sono felice di accogliere i delegati delle Isole Hawai.

A tutti voi, vanno i miei auguri fervidi e sinceri. La pace e l'amore di Cristo siano con voi!

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4. Nel corso dei secoli, la Chiesa non ha mai cessato di crescere e di portare il Vangelo fino ai confini della terra, rispondendo alla chiamata di Cristo, che ha donato lo Spirito Santo, forza indispensabile affinché gli uomini svolgessero questo compito di evangelizzazione. La Chiesa rende grazie allo Spirito Santo per Padre Damiano, poiché è lo Spirito che gli ha ispirato il desiderio di consacrarsi senza riserve ai lebbrosi nelle isole del Pacifico, in particolare a Molokaî.

Oggi, attraverso le mie parole, la Chiesa riconosce e conferma il valore esemplare di Padre Damiano sul cammino della santità, lodando Dio per averlo guidato fino alla fine della sua esistenza, lungo un cammino spesso difficile. Essa contempla con gioia ciò che Dio può realizzare attraverso la fragilità umana, poiché "è lui che ci dà la santità ed è l'uomo che la riceve" (Origene, Omelie su Samuele, I,11,11).

Padre Damiano ha vissuto una forma particolare di santità nel corso del suo ministero; era allo stesso tempo sacerdote, religioso e missionario.

Attraverso queste tre qualità, egli ha rilevato il volto di Cristo, indicando il cammino della salvezza, insegnando il Vangelo ed essendo un infaticabile agente di sviluppo. Ha organizzato la vita religiosa, sociale e fraterna di Molokaî, isola messa al bando dalla società a quell'epoca; con lui, ognuno aveva il suo posto, ognuno veniva riconosciuto e amato dai suoi fratelli.

In questo giorno di Pentecoste, domandiamo per noi come per tutti gli uomini l'assistenza dello Spirito Santo, per lasciare che discenda su di noi.

Abbiamo la certezza che non ci impone niente che non sia accessibile, ma che, a volte attraverso cammini scoscesi, porta il nostro essere e la nostra esistenza alla perfezione. Questa celebrazione è anche un appello ad approfondire la vita spirituale, indipendentemente dal nostro essere malati o sani, e dalla nostra posizione sociale.

Cari Fratelli e Sorelle del Belgio, ognuno di voi è chiamato alla santità: mettete il vostro talento al servizio di Cristo, della Chiesa e dei vostri fratelli; lasciatevi plasmare con umiltà e pazienza dallo Spirito! La santità non è la perfezione secondo i criteri umani; non è riservata ad un esiguo numero di individui eccezionali. Essa è per tutti; è il Signore che ci fa accedere alla santità, quando accettiamo di collaborare per la gloria di Dio alla salvezza del mondo, malgrado il nostro peccato e il nostro temperamento a volte ribelle.

Nella vostra vita quotidiana, siete chiamati a fare delle scelte che richiedono, "alcune volte, sacrifici non comuni" (
VS 102). La vera felicità ha questo prezzo. L'apostolo dei lebbrosi ne è il testimone.

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5. La celebrazione di oggi è anche un appello alla solidarietà. Quando Damiano si trovava in mezzo ai malati, poteva pronunciare nel suo cuore queste parole: "Nostro Signore mi darà la grazia necessaria per portare la mia croce seguendolo, fino al nostro Golgota speciale di Kalakao". La certezza che contano solo l'amore e il dono di sé lo incoraggiava e lo rendeva felice. L'apostolo dei lebbrosi è un esempio luminoso del fatto che l'amore per Dio non allontana dal mondo, ma anzi l'amore di Cristo porta ad amare i propri fratelli fino a dare la propria vita per essi.

Sono felice di salutare il Vescovo di Honolulu che guida i pellegrini delle Hawai a questa solenne celebrazione.

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6. Cari fratelli e sorelle del Belgio, tocca oggi a voi riprendere la fiaccola di Padre Damiano. La sua testimonianza è per voi un appello, soprattutto per voi giovani, affinché possiate tutti conoscerlo, e, attraverso il suo sacrificio, crescano in voi il desiderio di amare Dio, fonte del vero amore e di una vita felice, e il desiderio di fare della vostra vita un'autentica offerta.

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7. Il mio cuore si rivolge a quanti ancora oggi sono colpiti dalla lebbra. In Damiano, essi hanno ormai un intercessore, poiché, prima di ammalarsi, si era già identificato con essi e diceva spesso: "Noi altri, lebbrosi". Postulando presso Paolo VI la causa di beatificazione, Raoul Follereau aveva intuito l'influenza spirituale che Damiano poteva avere dopo la sua morte. La mia preghiera raggiunge anche tutti coloro che sono colpiti da malattie gravi e incurabili, o che sono vicini alla morte. Come hanno ricordato i Vescovi del vostro Paese, tutti gli uomini hanno il diritto di ricevere, da parte dei loro fratelli, una mano tesa, una parola, uno sguardo, una presenza paziente e amorevole anche quando non c'è speranza di guarigione. Fratelli e sorelle malati, siete amati da Dio e dalla Chiesa! La sofferenza è per l'umanità un mistero inspiegabile; se schiaccia l'uomo abbandonato alle proprie forze, essa trova un senso nel mistero di Cristo morto e risorto, che rimane vicino a qualsiasi uomo e gli sussurra: "Abbiate fiducia; io ho vinto il mondo" (
Jn 16,33). Rendo grazie al Signore per le persone che accompagnano e circondano i malati, i bambini, gli individui più deboli e indifesi, gli emarginati: penso soprattutto ai professionisti della salute, ai sacerdoti e ai laici dei gruppi di cappellani, a quanti visitano gli ospedali, e a quanti si dedicano alla causa della vita, per la tutela dell'infanzia, e affinché ogni uomo abbia un tetto e un posto in seno alla società. Con le loro azioni, essi ricordano l'incomparabile dignità dei nostri fratelli che soffrono, nel corpo e nel cuore; essi mostrano che ogni vita, anche la più fragile e la più sofferente, ha un peso e un valore agli occhi di Dio. Con gli occhi della fede, al di là delle apparenze, si può vedere come qualsiasi essere sia portatore del ricco tesoro della sua umanità e della presenza di Dio, che ne ha tessuto la trama fin dalle origini (cfr. Ps 139-138).

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8. Nella Prima Lettera ai Corinzi, san Paolo scrive: "Nessuno può dire: "Gesù è Signore" se non sotto l'azione dello Spirito Santo" (
1Co 12,3). Infatti, dire "Gesù è il Signore" significa ammettere la sua divinità, come l'aveva ammessa san Pietro in nome degli Apostoli a Cesarea di Filippi. "Il Signore" - Kyrios in greco - è colui che domina su tutta la creazione, colui al quale si rivolge il salmo che abbiamo ascoltato: Benedici il Signore, anima mia, Signore, mio Dio, quanto sei grande!... Quanto sono grandi le tue opere, Signore!... la terra è piena delle tue creature... togli loro il respiro, muoiono e ritornano nella loro polvere... Mandi il tuo spirito, sono creati, e rinnovi la faccia della terra" (Ps 103(104],1.24.29-30).

Questi versetti della liturgia parlano del potere di Dio su tutto il creato. Riguardano lo Spirito Santo, che è Dio, e che dona la vita con il Padre e il Figlio. Ecco perché la Chiesa oggi prega così: "Signore, manda il tuo Spirito a rinnovare la faccia della terra"! Lo Spirito Santo fa in modo che l'uomo arrivi alla conoscenza di Cristo e ammetta la sua divinità: "Gesù è Signore" - Kyrios! Questa fede nella divinità di Cristo, Padre Damiano, in un certo modo, l'ha succhiata con il latte materno, nella sua famiglia nelle Fiandre. E' cresciuto con essa e l'ha portata in seguito ai suoi fratelli e sorelle, nelle lontane isole Molokaî. Per confermare fino alla fine la verità della sua testimonianza, ha offerto la sua vita in mezzo a loro. Che altro avrebbe potuto offrire ai lebbrosi, condannati ad una morte lenta, se non la sua fede e quella verità secondo la quale Cristo è Signore e Dio è amore? E' diventato lebbroso in mezzo ai lebbrosi, è diventato lebbroso per i lebbrosi. Ha sofferto ed è morto come loro, credendo nella risurrezione in Cristo, poiché Cristo è Signore!

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9. San Paolo scrive ancora: "Vi sono poi diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversità di ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diversità di operazioni, ma uno solo è Dio che opera tutto in tutti. E a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l'utilità comune" (
1Co 12,4-7). Con queste parole l'Apostolo presenta una visione dinamica della Chiesa, dinamica e al tempo stesso carismatica. In questa visione carismatica, si manifesta lo Spirito infuso sugli Apostoli dal Padre in nome di Cristo. Ogni cosa ha la sua fonte nei diversi doni della grazia, che rendono i credenti capaci di svolgere le attività, le vocazioni e i vari ministeri, nella Chiesa e nel mondo.

Lo sguardo di Paolo è universale, e, in questo sguardo universale, ritroviamo certamente una parte della vita del nostro beato: il suo carisma, la sua vocazione e il suo ministero. In tutto ciò, lo Spirito Santo si è manifestato per il bene di tutti. La beatificazione di Padre Damiano apporta beneficio a tutta la Chiesa. Essa riveste un'importanza particolare per la Chiesa in Belgio, come anche per la Chiesa nelle isole dell'Oceania.

10. E' provvidenziale che questa beatificazione si svolga nel corso della solennità della Pentecoste. Nella Lettera ai Corinti, Paolo continua così: "Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo. ... tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo... Tutti ci siamo abbeverati a un solo Spirito" (1Co 12,12-13). Questo Spirito ha soffiato nelle lontane isole dell'Oceania, attraverso il ministero di Padre Damiano; esso trova eco nelle vostre famiglie, nelle vostre parrocchie e nelle Congregazioni missionarie. Nella storia del vostro Paese si sono moltiplicate le opere, volte al bene e alla crescita della Chiesa; bisogna citare in particolare la nascita di numerose congregazioni religiose che hanno avuto una diffusione importante, con le loro attività spirituali, caritative, intellettuali e sociali. D'altra parte, persone dotate di profondi carismi hanno intrapreso grandi opere. E' sufficiente ricordare fondazioni come le Università cattoliche di Lovanio e di Lovanio-la-Nuova, così come la Jeunesse ouvrière catholique (J.O.C.) (Gioventù Operaia Cattolica); basta menzionare persone come il Cardinale Mercier, pioniere dell'ecumenismo, o il Cardinale Cardijn, fondatore della J.O.C. e molte altre attraverso cui lo Spirito ha operato, per il bene di tutta la Chiesa, non solo nel vostro Paese ma in tutto il mondo.

11. Beato Damiano, ti sei lasciato guidare dallo Spirito Santo, come un figlio che obbedisce alla volontà del Padre. Con la tua vita e la tua attività missionaria, esprimi la tenerezza e la misericordia di Cristo per ogni uomo, svelandogli la bellezza del suo essere interiore, che nessuna malattia, nessuna deformità e nessuna debolezza possono sfigurare completamente. Con il tuo operato e la tua predicazione, ricordi che Gesù ha fatto sue la povertà e la sofferenza degli uomini, e che ne ha rivelato il valore misterioso. Intercedi presso Cristo, medico dei corpi e delle anime, per i nostri fratelli e sorelle malati, affinché, nell'angoscia e nel dolore, non si sentano abbandonati ma, uniti al Signore risorto e alla sua Chiesa, scoprano che lo Spirito Santo discende su di loro e possano ottenere così la consolazione promessa agli afflitti.

12. "La gloria del Signore sia per sempre; gioisca il Signore delle sue opere" (Ps 103(104],31). E' con queste parole del salmista che desidero concludere la nostra meditazione, in questo giorno solenne tanto atteso, durante il quale il frutto maturo della santità - Padre Damiano de Veuster - riceve la gloria degli altari nella sua patria. Fratelli e sorelle, siate aperti allo Spirito Santo, affinché attraverso la vostra vita gli uomini possano scoprire il Dio da cui proviene ogni dono perfetto!

Data: 1995-06-04 Data estesa: Domenica 4 Giugno 1995

Al "Regina Caeli" l'accorato appello nel ricordo della sosta a Ypres nel 1985 e del 50° anniversario della fine della seconda guerra mondiale - Bruxelles

Titolo: "Tacciano definitivamente le armi! Prevalga il desiderio di dialogo e di pace sulla sete di potere e di vendetta!"

Cari Fratelli e Sorelle,

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1. Desidero innanzitutto ricordare un momento della mia precedente visita in Belgio (1985), a Ypres. Vicino al grande cimitero della prima guerra mondiale, avevo evocato i figli della vostra patria, caduti insieme a soldati di numerosi altri Paesi europei. Nel corso di quel conflitto il Belgio aveva opposto una resistenza coraggiosa all'invasore e aveva combattuto per la propria indipendenza; aveva così apportato il suo contributo alla lotta per la giustizia e per la pace in Europa. In questo anno in cui si commemora il cinquantesimo anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale, vorrei lanciare ancora una volta questo appello a tutti i Governanti e a tutti i popoli: Che tacciano definitivamente le armi! Che il desiderio di dialogo, di pace e di fraternità prevalga sulla sete di potere e di vendetta, perché tutti gli uomini, in particolare i più deboli e i più bisognosi, possano avere il loro posto nella società! Invito ognuno a compiere gesti profetici a favore della pace e dell'intesa tra i popoli. Oggi noi imploriamo Maria, Regina della pace, affinché, in tutti i continenti, i nostri contemporanei, rileggendo le tragedie della storia recente, sappiano deporre le armi e affinché mai più le persone e le nazioni vengano sfigurate da lotte fratricide, che feriscono gravemente l'umanità. Che tutti si ricordino che i conflitti armati sono un fallimento e che solo il dialogo costruttivo è degno dell'uomo! Gioisci, Madre di Cristo risorto, per tutti i frutti che nascono in questa terra del Belgio!

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2. "Regina caeli laetare!" Dopo la beatificazione di Padre Damiano de Veuster, desideriamo ancora una volta ricordare tutti i figli della Vallonia e delle Fiandre, che, come lui, hanno dato la propria vita per la dignità dei loro fratelli, per la giustizia e per la libertà, in un instancabile servizio alla patria o alla Chiesa. Gioisci, Madre di Cristo risorto, gioisci, Madre della Chiesa, per tutti i frutti che nascono in questa terra del Belgio! Gioisci per Padre Damiano! E' per me una grande gioia averlo potuto elevare agli onori degli altari nella sua terra natale.

In tal modo ho potuto saldare il debito che avevo contratto nei confronti del Collegio Belga durante i miei studi a Roma e di tutti i miei compagni di allora.

Molti di essi sono stati richiamati dal Signore. Vi invito a raccomandare a Dio le loro anime, tra cui quella del defunto rettore del Collegio Belga, il Cardinale de Fürstenberg, di venerata memoria.

Rendiamo grazie a Dio per il Cardinale Mercier pioniere dell'ecumenismo e per il Re Baldovino difensore dei diritti di Dio e dell'uomo

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3. "Regina caeli laetare!" Nella gioia della Pentecoste, desidero anche ricordare tutto ciò che la Chiesa in Belgio ha fatto per la causa dell'unità dei cristiani. Rendiamo grazie a Dio per il Cardinale Mercier, questo pioniere la cui grande opera ecumenica è stata ampiamente proseguita dal Concilio Vaticano II e da numerose iniziative nel vostro Paese. Rendiamo grazie per i successori del Cardinale Mercier nella Sede di Mechelen-Brussel, per tutti i Vescovi della vostra nazione, per il loro contributo all'opera del Concilio Vaticano II. Rendiamo grazie per i teologi e per tutto ciò che ha contribuito alla messa in opera del Concilio. Chiediamo alla Madre della Chiesa che la Chiesa in Belgio non cessi di essere il lievito profetico che plasma la vita della società e che porta alla salvezza dell'umanità.

Ti ringraziamo anche, Madre della Grazia divina, per il Re Baldovino, per la sua fede incrollabile e per l'esempio di vita che ha lasciato ai suoi concittadini e a tutta l'Europa. Ti ringraziamo per la forza che ha dimostrato nella difesa dei diritti di Dio e dei diritti dell'uomo, e in particolare del diritto alla vita del nascituro. Ho avuto la gioia di conoscere la profondità dello spirito di Re Baldovino, la sua eccezionale e ardente pietà cristocentrica e insieme mariana. Come non ringraziare lo Spirito Santo per ciò che ha compiuto nell'anima del Re defunto? Che grande esempio ci ha lasciato! Che grande esempio ha lasciato ai suoi concittadini! Regina del Cielo, veglia sui giovani del Belgio, d'Europa e del mondo

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4. "Regina caeli laetare!" O Maria, Regina del Cielo, Veglia sui giovani del Belgio con una tenerezza tutta materna. Veglia sui giovani che, nei diversi Paesi d'Europa e del mondo, partecipano alla nuova evangelizzazione, mediante la testimonianza di una vita retta e pura e un impegno radicale nella sequela di Cristo. Possano essi non scoraggiarsi nei momenti difficili, e, con l'aiuto dello Spirito Santo, combattere sempre le battaglie giuste, con le armi della pace, della giustizia e della carità! "Regina caeli laetare!"...

Desidero rivolgere un saluto particolare ai giovani, collegati con noi attraverso la radio e la televisione, che si sono riuniti in pellegrinaggio in alcune zone montane in Europa, da Croagh Patrick in Irlanda alla Collina delle Croci in Lituania, così come in Gran Bretagna, in Ungheria, in Slovacchia e a Gibilterra. Essi si sono riuniti nell'amore di Cristo per impegnarsi nell'evangelizzazione di questo Continente. Che lo Spirito Santo doni loro forza e coraggio per questo importante compito.

Saluto cordialmente anche i miei connazionali: sia quelli che vivono nella Patria, sia quelli che vivono qui ed in tutto il mondo.

Data: 1995-06-04 Data estesa: Domenica 4 Giugno 1995


GPII 1995 Insegnamenti 1021