GPII 1995 Insegnamenti 2124


IOANNES PAULUS PP. II

Data: 1995-12-08 Data estesa: Venerdi 8 Dicembre 1995

L'omelia del Papa durante la Celebrazione Eucaristica presieduta nella Basilica di Santa Maria Maggiore - Roma

Titolo: "Invito tutti a riprendere la ricca meditazione del Concilio sulla Madre di Dio nel mistero di Cristo e della Chiesa"



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1. "Alma Redemptoris Mater, quae pervia caeli porta manes...".

"O santa Madre del Redentore, porta del cielo, stella del mare, soccorri il tuo popolo che anela a risorgere.

Tu che accogliendo il saluto dell'angelo nello stupore di tutto il creato hai generato il tuo Creatore, madre sempre vergine, pietà di noi peccatori".

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2. E' l'antifona mariana dell'Avvento. La Chiesa continuerà a cantarla nella liturgia anche durante il periodo del Natale del Signore. Non solo le parole alludono al mistero dell'Avvento. Anche la melodia gregoriana ne rispecchia lo spirito, interpretando con mirabile genialità musicale il valore ed il senso del testo latino.

"Natura mirante...": "nello stupore di tutto il creato...". Le parole dell'antifona esprimono lo stupore della fede, che accoglie la notizia del mistero di Maria, chiamata ad essere Madre di Dio. Tale stupore ha trovato la sua espressione estatica ed esaltante negli inni, nella musica, nell'arte figurativa, negli edifici sacri. Questa Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma, non è di per se stessa una grande espressione dello stupore della fede davanti al mistero della divina Maternità ed al mistero dell'Immacolata Concezione? Di questo stupore scrissi nell'Enciclica Redemptoris Mater per l'Anno Mariano 1987 (cfr.
RMA 51). Questo è, anzitutto, lo stupore per il mistero di Dio, che ha superato l'abisso dell'infinita distanza che separa il Creatore dalla sua creatura: "Tu quae genuisti, natura mirante, tuum sanctum Genitorem".

Lo stupore davanti al mistero del Verbo Incarnato è allo stesso tempo lo stupore per il mistero della Maternità di Maria e della sua Immacolata Concezione.

"Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito" (Jn 3,16).

L'ha dato nel mistero dell'Incarnazione, affidandolo all'Immacolata Vergine di Nazaret.

"Hai generato il tuo Creatore": la verginale maternità di Maria, in un certo senso, contiene in sé il motivo della Immacolata Concezione. Per essere una degna Madre del Verbo eterno, Maria non poteva essere sottomessa nemmeno per un istante al retaggio del peccato originale. "Il delitto di Adamo non ha posto in te", come cantiamo nel "Piccolo ufficio della Beata Vergine" in lingua polacca.

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3. Questo è il mistero che oggi la Chiesa proietta sullo sfondo dell'Avvento.

Proprio nel contesto dell'Avvento risuona, inoltre, con particolare forza quest'invocazione rivolta a Maria Immacolata: "Succurre cadenti, surgere qui curat, populo!". Si sente in questa preghiera quasi la voce di innumerevoli generazioni umane che, dopo il peccato originale, attendevano la venuta del Messia. Lo sguardo del popolo di Dio, seguendo le parole del Libro della Genesi, si volgeva verso Colei che doveva generare il Messia, verso la Madre dell'Emmanuele.

Quel "succurre cadenti", quel "soccorri" rivolto a Maria, non è insieme la rivelazione della sua particolare mediazione nei riguardi del Figlio? Egli sarà "colui che viene"; che si farà uomo per soccorrere l'uomo. La fede della Chiesa, perciò, e la stessa inconsapevole attesa dell'umanità, legano quest'"opera di soccorso" anche alla Madre del Redentore, a Maria.

In tanti modi la Chiesa esprime questa fede e questa speranza: ripete ogni giorno il "Saluto dell'Angelo", al quale aggiunge le proprie suppliche: "Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori". Non esprimono, queste parole, la stessa cosa che dice l'antifona: "Succurre cadenti"? Prega per noi quando pecchiamo, quando cadiamo, quando moriamo: "Adesso e nell'ora della nostra morte".

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4. Nell'Enciclica Redemptoris Mater si parla, a questo proposito, di una grande "svolta spirituale" (cfr.
RMA 52): la svolta tra il cadere e il risollevarsi, tra la morte e la vita. Questa svolta è un'incessante sfida alle coscienze umane: la sfida a tutta la coscienza storica dell'uomo, invitata a seguire la strada del non cadere, ma spronata, altresi, a sollevarsi se è caduta.

"Succurre cadenti, surgere qui curat, populo": una preghiera che implicitamente esorta a non perseverare nella caduta. L'uomo vuole risollevarsi.

L'umanità preoccupata di risorgere conferma così la propria speranza con fiducioso ottimismo, ed avverte nella fede che non è stata distrutta fino in fondo dal peccato originale, ma solo indebolita. Proprio l'uomo, dotato di una tale natura, alza con questa attesa gli occhi verso l'Immacolata, come un navigatore sul mare in burrasca guarda verso la stella, che gli indica la via.

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5. E Maria, Madre della Chiesa, non manca mai di guidare il popolo di Dio, precedendolo nel cammino della fede e della speranza. Sul finire del secondo millennio, lo Spirito Santo ha offerto alla Chiesa una meravigliosa primavera, donandole il Concilio Vaticano II. Proprio trent'anni fa, l'8 dicembre 1965, il Papa Paolo VI concludeva, con una solenne Concelebrazione sulla Piazza di san Pietro, quel grande evento ecclesiale che, col vento dello Spirito, ha impresso un poderoso impulso alla barca della Chiesa e continua anche oggi a sospingerla nel vasto mare della storia.

Come ho fatto con alcune recenti Catechesi, invito tutti a riprendere la ricca meditazione del Concilio sulla Beata Vergine Maria Madre di Dio nel mistero di Cristo e della Chiesa, contenuta nel capitolo ottavo della Costituzione Lumen gentium. "Pensando a lei", infatti, e "contemplandola alla luce del Verbo fatto uomo", la Comunità ecclesiale "penetra con venerazione e più profondamente nell'altissimo mistero dell'incarnazione e si va ognor più conformando col suo Sposo" (ivi,
LG 65).

Mentre celebriamo il sacrificio eucaristico, preghiamo affinché la Chiesa, sostenuta dalla preghiera della Vergine Santa come nel Cenacolo il giorno di Pentecoste, sia sempre fedele alla rotta tracciatale da Cristo e, riflettendo l'immagine del suo volto, porti la sua luce fino agli estremi confini della terra.

Succurre cadenti, surgere qui curat, populo.

Amen!

Data: 1995-12-08 Data estesa: Venerdi 8 Dicembre 1995

La preghiera di Giovanni Paolo II con i romani in Piazza di Spagna ai piedi della Vergine Maria

Titolo: Un atto di amore e di speranza per Roma: una grande missione cittadina per disporre gli animi alla grazia del Giubileo



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1. "Tutti i confini della terra hanno veduto la salvezza del nostro Dio" (
Ps 97,3).

Le parole del Salmo, che facciamo nostre nell'odierna Liturgia dell'Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, sembrano riferirsi in modo particolare a questa città di Roma, e a questo luogo, Piazza di Spagna, ai piedi della colonna elevata in onore della Madonna Immacolata.

Da questa città, in modo singolare, guardiamo verso "i confini della terra". Roma, infatti, è la Città degli Apostoli Pietro e Paolo. Fu proprio agli Apostoli che Cristo disse: "Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura" (Mc 16,15). E da qui, da Roma, Pietro e Paolo vegliano sul vasto processo di evangelizzazione del mondo, che dura ormai da quasi duemila anni. Da qui guardano verso "i confini della terra" e si rallegrano della salvezza che giunge in ogni parte del mondo.

"Tutti i confini della terra hanno veduto la salvezza del nostro Dio" (Ps 97,3). Maria Santissima partecipa alla storia salvifica, come partecipo alla nascita della Chiesa nel cenacolo di Gerusalemme il giorno della Pentecoste. Ecco perché la tradizione di ritrovarsi qui, in Piazza di Spagna, nella solennità dell'Immacolata Concezione, corrisponde bene alla vocazione apostolica della Chiesa.

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2. Ogni Comunità ecclesiale è chiamata, pertanto, a rinvigorire la propria fede e testimonianza cristiana, specialmente nel cammino verso il grande Giubileo. Lo è in modo tutto singolare la Chiesa di Roma.

L'Anno Santo, infatti, manifesterà ancora una volta la particolare vocazione che la divina Provvidenza ha riservato a Roma: quella di essere punto di riferimento per la ripresa spirituale e civile dell'intera umanità.

Ritengo, dunque, necessario che nei prossimi anni si avvii con attenta cura e si celebri con slancio apostolico una grande missione cittadina, volta a predisporre gli animi degli abitanti ad accogliere la grazia dell'Anno Santo e a ritrovare nella fede in Gesù Cristo e nella ricchezza di vita e di cultura che da essa scaturisce le ragioni del compito peculiare affidato alla città eterna nei confronti del mondo intero.

La missione dovrà riproporre ed attuare l'impegno di evangelizzazione del Sinodo pastorale diocesano in ogni ambiente di lavoro e di cultura, in ogni quartiere e borgata. Essa si svolgerà secondo l'itinerario che ho delineato nella Lettera apostolica Tertio millennio adveniente, e sarà contrassegnata da opportuni momenti di preparazione, sensibilizzazione ed attuazione.

Tale missione vuole essere un rinnovato atto di amore e di speranza per Roma. Chiedo a tutte le energie vive, presenti nella diocesi - sacerdoti, contemplativi, religiosi e laici - di dedicarsi con straordinaria disponibilità, nella preghiera e nell'azione, a questa impresa spirituale, che affido al cuore materno della Vergine Immacolata nell'odierno tradizionale appuntamento mariano, che costituisce una bella e singolare usanza dell'Avvento a Roma.

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3. A Lei si volge il nostro sguardo con particolare trasporto in questo periodo dell'anno liturgico. Maria, la Stella mattutina, l'aurora della Redenzione, annunzia il sorgere del "Sole" e precede la venuta del "Giorno": annuncia e precede Cristo! Lo precede in questo suo mistero! L'Immacolata Concezione, infatti, costituisce come un'anticipazione della Buona Novella della salvezza. Cristo, Redentore del mondo, sconfigge la notte del peccato nella storia dell'umanità.

Come vinse la potenza del peccato originale nella Madre sua, così farà in ciascuno di noi.

Retaggio di ogni uomo, in ogni epoca del mondo, è combattere costantemente contro il male. Specialmente nel nostro secolo, che volge ormai al termine, concludendo così il secondo millennio, abbiamo un particolare motivo per invocare Maria: proteggici dal male! Ottienici dal tuo Figlio la grazia di perseverare nel bene e nella pace! O Vergine Immacolata! A tutti noi, che portiamo nel cuore l'esperienza e le ferite del ventesimo secolo, ormai prossimo a finire, concedi di avvicinarci all'inestimabile dono, che Cristo ci ha offerto nascendo da Te duemila anni fa! Permettici di entrare ricolmi di speranza nel terzo millennio ormai alle porte! "Vedano tutti i confini della terra la salvezza del nostro Dio"!

Data: 1995-12-08 Data estesa: Venerdi 8 Dicembre 1995

Angelus: Giovanni Paolo II guida la rilettura del Concilio Vaticano II a trent'anni dalla conclusione - Piazza San Pietro, Città del Vaticano

Titolo: "Ripensare a quel giorno suscita in me, allora Padre conciliare, un'intensa emozione"

Carissimi Fratelli e Sorelle!

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1. Trent'anni or sono, esattamente l'8 dicembre 1965, si concludeva in questa Piazza San Pietro il Concilio Ecumenico Vaticano II. Il mio venerato predecessore, Papa Paolo VI, affidava a Maria le attese e le speranze suscitate da quel grande evento, come pure l'impegno di annunciare, con sempre maggior ardore e novità di vita, il Cristo all'uomo contemporaneo. Ripensare a quel giorno suscita in me, allora Padre conciliare, un'intensa emozione.

Oggi, festa dell'Immacolata Concezione, anch'io rinnovo la preghiera della Chiesa alla Vergine Santa perché l'aiuti ad approfondire e a vivere con crescente fedeltà il messaggio del Concilio, per entrare nel Terzo Millennio rafforzata e quasi ringiovanita da quella grande opera dello Spirito.

Maria, Madre della Chiesa, guida il cammino dei credenti. Lei che è stata preservata, in considerazione dei meriti di Cristo, immune da ogni macchia originale e redenta, prima di ogni altra creatura, in maniera eccezionale ed unica. Lei che con tale singolare atto di predilezione è stata resa capace di aderire pienamente al suo progetto d'amore, e preparata a diventare degna dimora di Cristo e figura esemplare della Chiesa.

In Maria risplende la sublime e sorprendente tenerezza di Dio per l'intero genere umano: in Lei l'umanità riacquista la sua antica bellezza e il disegno divino si rivela più forte del male, capace di offrire possibilità sempre nuove di vita e di salvezza.

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2. Quali grandi prospettive apre il mistero che oggi celebriamo! Alle donne del nostro tempo, che ricercano, in modo talora sofferto, la loro autentica dignità, la "Tutta Bella" mostra le grandi possibilità di cui è portatore il genio femminile quando è pervaso dalla grazia.

Ai piccoli e ai giovani, che guardano con trepidante fiducia verso il futuro, ricorda che il Signore non delude le profonde attese della persona e viene incontro a quanti desiderano costruire un mondo più fraterno e solidale.

A chi è immerso nel peccato, ma avverte la nostalgia del bene, l'Immacolata indica concrete possibilità di riscatto nella ricerca sincera della verità e nel fiducioso abbandono nelle mani del Signore.

Ai sofferenti nel corpo e nello spirito, come pure agli umiliati della storia, la Vergine annuncia il Dio della vita, che invita i suoi figli alla gioia e alla libertà, nonostante le pesanti conseguenze del peccato che deturpano il mondo.

Contemplando nella Vergine Immacolata il suo inizio e il suo modello, la Chiesa stessa si riscopre opera della grazia di Dio, chiamata a realizzare, pur tra le ambiguità e le tentazioni del mondo, la sublime vocazione di "sposa di Cristo senza macchia e senza ruga, splendente di bellezza". (Prefazio dell'Immacolata).

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3. Nel clima dell'Avvento, tempo di fervida attesa del Natale, l'odierna solennità ci ricorda che anche noi siamo chiamati ad essere "santi e immacolati" (
Ep 1,4).

Ci aiuti la Vergine a realizzare questa nostra vocazione alla santità.

Ci sostenga particolarmente nell'affidare con sempre crescente generosità la nostra vita al Signore per essere in grado di offrire al mondo segni concreti di speranza e di amore.

(Dopo aver impartito la Benedizione Apostolica, il Santo Padre ha rivolto particolari espressioni di saluto ai fedeli presenti in Piazza San Pietro e, in modo particolare, agli aderenti all'Azione Cattolica di alcune parrocchie romane e ai membri della Pontificia Accademia dell'Immacolata. Ecco le parole del Papa:] Saluto con gioia gli aderenti all'Azione Cattolica della Parrocchia di Santa Maria della Mercede e delle altre Parrocchie romane, presenti questa mattina in Piazza San Pietro insieme con l'Assistente Generale, Monsignor Salvatore de Giorgi. Carissimi, seguendo una consolidata tradizione, nell'odierna Solennità voi rinnovate la vostra adesione all'Associazione. Vi esorto a tradurre in scelte concrete di vita e di testimonianza cristiana gli impegni che oggi assumete, collaborando generosamente con i vostri Pastori, nelle varie iniziative parrocchiali e diocesane.

Rivolgo inoltre un particolare pensiero al Presidente, Cardinale Andrea Maria Deskur, ed ai Membri della Pontificia Accademia dell'Immacolata che, insieme con i giovani delle "Case di Maria" in Roma, animeranno questo pomeriggio la preghiera in Piazza di Spagna. Vi incoraggio di cuore a proseguire nell'approfondimento e nella diffusione della spiritualità mariana, aiutando gli uomini del nostro tempo ad accogliere Maria Immacolata come modello di santità e di autentica femminilità.

Nel darvi appuntamento all'incontro di questo pomeriggio presso l'immagine della Madonna, di cuore tutti vi benedico.

Data: 1995-12-08 Data estesa: Venerdi 8 Dicembre 1995

Udienza: il discorso di Giovanni Paolo II a vari gruppi di fedeli convenuti nell'Aula Paolo VI - Città del Vaticano

Titolo: "L'Avvento costituisce un tempo forte e propizio per riandare fiduciosi alle sorgenti della fede e della preghiera"

Carissimi Fratelli e Sorelle!

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1. Con grande gioia vi accolgo e a tutti porgo un cordiale benvenuto. E' bello incontrare insieme realtà ecclesiali diverse, operanti in campi differenti ma animate dallo stesso spirito. Questo mi fa pensare al significativo rinnovamento apostolico scaturito dal Concilio Vaticano II, di cui proprio ieri abbiamo ricordato il trentesimo anniversario della conclusione. L'anima di ogni forma di apostolato - sottolinea il Concilio - è il contatto profondo con Dio.

L'Avvento, che stiamo vivendo, costituisce un tempo forte e propizio per riandare fiduciosi alle sorgenti della fede e della preghiera, lasciandosi guidare dal ricco e stimolante insegnamento della liturgia. L'Avvento diventa così occasione privilegiata per incontrare Cristo che viene nel mistero della sua nascita.

Ai Maestri Cattolici: "Quel nucleo di maestri dell'Azione Cattolica Italiana"

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2. Tutta la vita del credente è, in effetti, un andare incontro al Signore, testimoniando il suo Vangelo nelle vicende quotidiane. Ben lo sapete voi, carissimi Fratelli e Sorelle, aderenti all'Associazione Italiana Maestri Cattolici, che celebrate il cinquantesimo di fondazione del vostro sodalizio.

Saluto il vostro Presidente nazionale, Professor Bruno Forte, assieme al Consulente ecclesiastico, Don Giulio Cirignano; saluto voi, cari soci qui presenti, e tutti i vostri colleghi che, come voi, dedicano impegno ed energie nel consegnare alle nuove generazioni, insieme alle nozioni scolastiche, quei valori etici e spirituali che le metteranno in grado di diventare protagoniste coscienti e responsabili del loro futuro.

La vostra Associazione è nata subito dopo la fine del secondo conflitto mondiale, quando occorreva - come si suol dire - "rimboccarsi le maniche" per ricostruire la società. Là dove la guerra e la propaganda ideologica avevano seminato inimicizia e falsità, si trattava di seminare, con raddoppiato impegno, le idee e i sentimenti che rendono salda e libera una nazione. I pionieri di allora compresero che bisognava ricominciare dai piccoli per instillare nei loro animi quei principi basilari di onestà che, fondati nella natura umana, trovano conferma e sublimazione nel Vangelo. Questo fu il motivo ispiratore che mosse un nucleo di maestri dell'Azione Cattolica Italiana a costituirsi in gruppo, con lo scopo di "salvare il fanciullo, redimendo la scuola".

In tal modo, la vostra Associazione ha contribuito non poco all'opera di educazione di intere generazioni di italiani. Vi incoraggio, carissimi, a proseguire in tale cammino. L'educatore deve saper indicare con pazienza e costanza le vie della giustizia, del rispetto, della solidarietà, della pace, instillando nei discepoli quelle virtù che la tradizione bimillenaria del cristianesimo ha consegnato ai credenti.

Nel vostro impegno quotidiano al servizio delle giovani generazioni, sentite rivolte anche a voi le parole di Cristo, il quale vi assicura che "ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me" (
Mt 25,40).

Vi sostenga nel vostro lavoro l'intercessione della Vergine Maria, che, insieme con Giuseppe, insegno al Figlio di Dio a crescere e ad inserirsi nella città degli uomini.

Alla Famiglia spirituale guanelliana: "Siate generosi apostoli dell'amore"

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3. Mi rivolgo ora ai rappresentanti della Famiglia spirituale guanelliana, che celebra quest'anno il centenario di fondazione del Movimento Cooperatori Guanelliani e l'ottantesimo anniversario della morte del Beato Fondatore. Essa ricorda, inoltre, il sessantesimo della nascita al cielo del Servo di Dio Mons.

Aurelio Bacciarini, primo successore di Don Luigi Guanella.

Saluto il Superiore Generale dei Servi della Carità, Don Nino Minetti, e la Superiora Generale delle Figlie di Santa Maria della Provvidenza, Madre Elena Salarici. Col pensiero intendo raggiungere anche tutti i discepoli e le discepole del grande apostolo della carità Don Guanella, insieme ai Cooperatori e agli amici, e manifestare loro la mia spirituale vicinanza in queste ricorrenze, come pure ringraziarli per l'attività apostolica e caritativa che svolgono nella Chiesa, in ogni parte del mondo.

Carissimi Fratelli e Sorelle! Le ricorrenze che voi commemorate costituiscono una significativa occasione per risalire alle sorgenti del carisma ispiratore che ha mosso il beato Don Luigi Guanella a dar vita alle vostre fraternità, il cui programma spirituale ed apostolico può essere riassunto nelle sue parole: "Omnia in caritate". "Tutto nell'amore", poiché tutto viene dall'amore di Dio, provvido e buono nei riguardi di ciascuno.

E' sempre stato limpido in Don Guanella l'abbandono nelle mani del Padre celeste, premuroso e ricco di misericordia per i suoi figli. Lo attestano i suoi scritti, lo comprovano le iniziative assistenziali che da lui hanno avuto origine.

Della misericordia e della fiducia nella Provvidenza di Dio egli si è fatto araldo e apostolo, come mostrano le numerose vostre opere ed istituzioni.

Carissimi! Sulle sue orme siate generosi apostoli dell'amore, operando instancabilmente come lui sulle frontiere delle vecchie e nuove povertà.

Ai partecipanti al Convegno Ignaziano: "Siate protagonisti della nuova evangelizzazione dei giovani d'Europa"

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4. Un pensiero indirizzo ora a voi, carissimi giovani, che prendete parte al secondo Convegno Giovanile Ignaziano sul tema: "Europei, cittadini del mondo. Per una profezia della gratuità". Saluto con affetto ciascuno di voi e i Padri Gesuiti, che accompagnano il vostro itinerario spirituale.

Il vostro impegno cristiano cerca ispirazione e luce nel carisma di sant'Ignazio di Loyola. I primi compagni di Ignazio erano un gruppo di giovani studenti di diverse Nazioni europee, ai quali egli seppe ispirare, nel nome di Gesù, grandi ideali ed aprire orizzonti vasti come il mondo.

Con lo stesso spirito tocca a voi, oggi, alle soglie del nuovo millennio, diffondere la cultura del Vangelo. Questa è, anzitutto, cultura della fratellanza, della solidarietà, del servizio, del dono di sé. Voi - come dice il tema del Convegno - volete essere "profeti della gratuità". In un mondo in cui troppo spesso le persone si preoccupano soltanto del proprio benessere individuale, coltivando l'egoismo, l'individualismo, il desiderio di avere sempre di più, voi, sull'esempio di Cristo e dei Santi, volete testimoniare che la persona umana trova se stessa solo donandosi.

Le iniziative di solidarietà da voi avviate in Albania e nell'ex-Jugoslavia, gli scambi e le amicizie stretti con i giovani della Russia e della Romania, i progetti di aiuto iniziati in Libano, in Ciad e in El Salvador vi hanno già fatto comprendere che i giovani devono superare i confini delle Nazioni e delle diversità etniche, per disegnare insieme il futuro di un continente e di un mondo più fraterno. Occorre superare le divisioni e i conflitti del passato, per mettere in comune con creatività i talenti che la Provvidenza divina ha distribuito con abbondanza ad ogni popolo e ad ogni persona.

Carissimi! Sulle orme di sant'Ignazio, siate protagonisti della nuova evangelizzazione dei giovani dell'Europa: all'Ovest come all'Est, al Nord come al Sud. Non abbiate paura di impegnarvi! Non abbiate paura di essere santi! Come vi suggerisce la spiritualità ignaziana, cercate sempre il magis, il di più. Sia vostra preoccupazione rispondere generosamente all'amore di Cristo, che vi chiama a seguirLo e ad essere suoi amici per cooperare con Lui alla salvezza del mondo.

Ai partecipanti al Congresso su: "Secolarismo e libertà religiosa" (In inglese:]

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5. I questi giorni si è svolto qui a Roma un importante Congresso Internazionale su "Secolarismo e libertà religiosa" nella ricorrenza dei trent'anni della Dichiarazione del Concilio Vaticano II Dignitatis Humanae. E' per me un piacere avere qui presenti alcuni degli organizzatori, in particolare i rappresentanti del Becket Fund per la Libertà Religiosa e del Pontificio Ateneo Regina Apostolorum.

Le vostre conclusioni hanno confermato il carattere innovativo della Dichiarazione conciliare sulla Libertà Religiosa. Voi avete avuto modo di esaminarne l'importanza nel contesto socio-politico del tempo, per poi da qui ripercorrere lo sviluppo sia del secolarismo che della libertà religiosa negli anni successivi al Concilio. Grazie alle relazioni presentate e ai dibattiti svoltisi, il vostro Congresso ha offerto un valido contributo a una più profonda comprensione delle sfide presenti nella società di oggi per quanto riguarda la difesa e la promozione di quell'importantissimo diritto che è il diritto alla libertà religiosa.

Possa Dio Onnipotente concedervi la benedizione di pace e coraggio nel servizio alla verità e alla libertà.

(Il Santo Padre ha così concluso in italiano:]

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6. Carissimi Fratelli e Sorelle, a tutti infine formulo vivissimi voti augurali per il Santo Natale e per il Nuovo Anno. E, mentre assicuro per ciascuno un ricordo nella preghiera, invocando la protezione materna di Maria Santissima, Vergine Immacolata, vi imparto di cuore una speciale Benedizione Apostolica.

Data: 1995-12-09 Data estesa: Sabato 9 Dicembre 1995

Angelus: il Santo Padre guida la rilettura del Concilio Vaticano II a trent'anni dalla conclusione - "Apostolicam actuositatem":

da un'autentica santità laicale è lecito attendere una rinnovata primavera per la Chiesa del Terzo Millennio

Carissimi Fratelli e Sorelle!

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1. Il giorno 8 dicembre, solennità dell'Immacolata Concezione, abbiamo ricordato il trentesimo anniversario della chiusura del Concilio Vaticano II. Com'è noto, l'Assemblea conciliare riservo grande attenzione all'identità e alla missione dei laici. Su questo tema, già affrontato nella Costituzione sulla Chiesa, i Padri conciliari tornarono organicamente con il Decreto Apostolicam actuositatem.

Nella Lumen gentium già si legge che i laici cristiani sono "laici" a pieno titolo e viene sottolineata l'indole secolare della loro vocazione (cfr.
LG 31). La Gaudium et spes, poi, aggiunge che la fede cristiana nel Dio creatore e nel Verbo incarnato non pregiudica, ma piuttosto consolida l'autentica laicità, mostrando e garantendo il valore e l'autonomia delle realtà temporali: valore ed autonomia che, evidentemente, vanno colti al di dentro e non contro il disegno del Creatore. "La creatura, infatti, senza il Creatore svanisce!" (GS 36).

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2. Ma è il Decreto Apostolicam actuositatem ad assumere come tema specifico di approfondimento la vocazione apostolica dei laici: essa - vi si dichiara - li spinge ad impegnarsi non solo nell'animazione cristiana dell'ordine temporale (cfr.
AA 7), ma anche nello stesso apostolato dell'evangelizzazione e della santificazione (cfr. AA 6), da svolgere ovviamente nei modi consoni alla loro peculiare condizione.

Il primo di questi modi è sicuramente la testimonianza coerente che essi devono offrire al Vangelo nelle situazioni ordinarie della quotidiana esistenza: famiglia, professione, cultura, arte, economia, politica. Ma grandi spazi si aprono ai laici anche nella vita propriamente ecclesiale. Non si tratta solo di supplire alle necessità della Comunità quando fossero insufficienti i ministri sacri; è la stessa consacrazione battesimale che li rende soggetti di diritti e di doveri, chiamandoli ad assumere specifici ruoli e ministeri e a valorizzare i doni spirituali e i carismi di ciascuno per la causa del Regno di Dio.

I venti secoli della Chiesa e, soprattutto, questi decenni dopo il Concilio, hanno registrato una singolare fioritura di gruppi, movimenti e associazioni laicali. Lo Spirito di Dio sembra suscitare nel popolo cristiano lo slancio missionario delle origini, quando la fede poté diffondersi rapidamente grazie all'eroica testimonianza di ogni battezzato.

Dall'impegno di laici coerenti e ben formati, anzi dal diffondersi di un'autentica santità laicale, è lecito attendere una rinnovata primavera per la Chiesa del terzo Millennio.

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3. Affidiamo questa speranza all'intercessione di Maria Santissima. Il mio pensiero si volge in questo momento al Santuario di Loreto, dove proprio oggi si celebra la solenne conclusione del Settimo Centenario Lauretano. Mi reco in spirituale pellegrinaggio alla Santa Casa, dove la Vergine Santa passo gran parte della sua vita. Là Ella svolse la sua straordinaria missione, vivendo "la vita comune a tutti, piena di sollecitudine familiare e di lavoro" (
AA 4). Chiedo a Maria Santissima che la Casa di Nazaret diventi per le nostre case modello di fede vissuta e di intrepida speranza. Possano le famiglie cristiane, possano i laici apprendere da Lei l'arte di trasfigurare il mondo col fermento della divina carità, contribuendo così ad edificare la civiltà dell'amore.

(Successivamente il Papa ha salutato i fedeli di lingua tedesca:] Rivolgo un cordiale saluto ai concertisti del Coro di Amburgo che hanno cantato qui in Piazza San Pietro alcune canzoni di Avvento per accordare i nostri cuori con la festa della nascita di Nostro Signore. Vi ringrazio per questa testimonianza e auguro a voi tutti un Santo Avvento.

(Rivolgendosi ai fedeli di lingua spagnola, il Santo Padre ha detto:] Saluto con affetto i pellegrini di lingua spagnola che partecipano oggi all'Angelus. In particolare i fedeli delle parrocchie di San Pio X di Algemesi (Valencia) e di San Pietro del Pinatar, di Murcia: il pellegrinaggio a Roma, in questo tempo di Avvento, rafforzi la vostra speranza nel Signore che viene a salvarci. Vi benedico tutti di cuore.

(Quindi ha rivolto le seguenti parole ai pellegrini di lingua italiana:] Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini di lingua italiana; in particolare ai fedeli della Parrocchia di san Biagio in Montecchio Vesponi (Arezzo), ai quali auguro un intenso e fruttuoso tempo di Avvento, vissuto anche in preparazione alla ricorrenza bicentenaria della Madonna del Conforto, che sarà prossimamente ricordata dalla loro Comunità diocesana.

Martedi prossimo celebrero, come ormai è tradizione, la Santa Messa per gli universitari degli Atenei Romani nella Basilica di San Pietro.

L'incontro con gli studenti di numerose e diversificate comunità universitarie costituisce un evento significativo per la diocesi di Roma, che si prepara al grande Giubileo.

Cari giovani, vi aspetto numerosi a questo incontro.

Pietro, ha detto:] Auguro a tutti una buona continuazione dell'Avvento e una buona preparazione al Natale.

Data: 1995-12-10 Data estesa: Domenica 10 Dicembre 1995

Alla Delegazione della "Evangelical Lutheran Church" - Città del Vaticano

Titolo: Gli ostacoli spariranno dinanzi alla potenza di Dio

Cari amici in Cristo, E per me una gioia porgere il benvenuto a questa Delegazione della Evangelical Lutheran Church in America, in occasione della vostra visita alla Città in cui gli apostoli Pietro e Paolo furono testimoni di Cristo e offrirono la vita in nome del Vangelo. I vostri giorni qui a Roma, che si inseriscono in una serie di altre visite di questo tipo, hanno lo scopo di accrescere la reciproca conoscenza e di stringere ancora più i nostri rapporti.

I nostri sforzi in senso ecumenico devono essere improntati a un profondo senso di speranza, perché è il Signore stesso a chiamarci all'unità e la sua grazia ottiene risultati laddove le opere umane falliscono. Nel dialogo tra Luterani e Cattolici si è raggiunto un importante stadio allorché è stato possibile prendere in esame la dottrina della giustificazione. Dobbiamo pregare insieme perché si possa giungere a una visione comune di questo tema centrale della nostra fede.

Dobbiamo nutrire la certezza che gli ostacoli, che ancora impediscono a Luterani e Cattolici di esprimere, come vuole il Signore, la piena unità visibile, spariranno infine dinanzi alla "potenza di Dio per la Salvezza" (Rm 1,16). Possa l'imminente Giubileo per l'Anno 2000 spronarci a nuovi sforzi per attendere alla preghiera di Gesù per i suoi discepoli: "Siano anch'essi una cosa sola, perché il mondo creda" (Jn 17,21).

"La grazia del Signore Gesù sia con voi" (1Co 16,23).

(Traduzione dall'inglese]

Data: 1995-12-11 Data estesa: Lunedi 11 Dicembre 1995

L'omelia del Papa durante la Santa Messa per gli universitari romani in preparazione al Natale - Basilica di San Pietro, Città del Vaticano

Titolo: Nel ricordo del grande pellegrinaggio alla Santa Casa di Loreto il Papa esorta i giovani a formare una "nuova casa", ambiente di vita e di amore

Illustri Rettori e Professori degli Atenei di Roma e d'Italia, cari Studenti e Studentesse delle Università romane e di altre città, qui convenuti con i vostri Assistenti spirituali, carissimi Fratelli e Sorelle!


GPII 1995 Insegnamenti 2124