GPII 1995 Insegnamenti 1625

Lettera del Santo Padre all'Arcivescovo di Siena-Colle di Val d'Elsa-Montalcino - Città del Vaticano

Titolo: Mistica della politica, ha esortato a realizzare il bene e la pace nella verità e nella giustizia

Al Venerato Fratello Mons. GAETANO BONICELLI Arcivescovo di Siena Al compiersi del 25 anniversario della proclamazione di santa Caterina da Siena a Dottore della Chiesa universale, Ella ha ritenuto opportuno indire in codesta Arcidiocesi iniziative per far meglio conoscere la figura della Santa, che ha saputo testimoniare la fede con slancio apostolico nella società del suo tempo da impareggiabile maestra di vita e di dottrina.

Come è noto, Caterina è autrice di un corpo di solide riflessioni teologiche sulle verità perenni contenute nella rivelazione; ed è particolarmente riconosciuto che dalla sua contemplazione amorosa, dall'esperienza vitale del Cristo, ella ha potuto trarre la singolare luce di verità, la chiarezza del dire, la vivezza appassionata nell'esporre le sue alte espressioni mistiche.

Con lodevole sensibilità pastorale, quindi, Ella, Signor Arcivescovo, ha voluto prendere lo spunto da tale ricorrenza per approfondire ancor più e far meglio apprezzare le linee del pensiero della Santa Senese. Di Caterina il Sommo Pontefice Pio II disse che "tutto il suo parlare aveva per argomento le virtù, la religione, la pietà, il disprezzo delle cose mondane, l'amore di Dio e del prossimo, la patria celeste" (Bolla Misericordias Domini del 29 giugno 1461). Il suo modo di "parlare" trabocca, a sua volta, negli scritti, abitualmente dettati per gli amici in forma di dialogo, nel quale Caterina rivela il suo costante colloquio con Dio.

Il linguaggio è sapido di parole e di figure bibliche. La visione di Dio-Trinità - potente, sapiente, clemente - si riflette come in uno specchio sull'uomo, e Caterina esprime senza mai stancarsi teologia e antropologia insieme.

Parla di un mistero, che è nello stesso tempo luce della divina essenza ed atto di comunione con lo spirito umano.

Caterina, autentica discepola di san Domenico, si sente, come lui, "un'anima assillata da grandissimo desiderio verso l'onore di Dio e la salute delle anime" (cfr. Dialogo, c. 1). Sa di essere creatura limitata, ma chiamata a superare se stessa, con un infinito desiderio, con umile ardire, con un forte volere.

Pertanto, nella luce e nel conforto della misericordia, di cui Dio è ricco, Caterina può rivolgersi all'Eterno Padre, implorando misericordia per sé, per la riforma della santa Chiesa, per tutto il mondo, in particolare per la pace dei cristiani (cfr. Dialogo, c. 1).

La misericordia è uno dei temi portanti del pensiero Cateriniano, ispirato all'esempio di Gesù ed alla sua parola. Gesù Cristo fece della misericordia uno dei massimi argomenti della sua predicazione, motivata dalla ragione di manifestare la presenza di Dio, che è Padre, amore, misericordia.

Infiammata dallo stesso ardore di san Paolo, Caterina non sa che predicare Cristo e Cristo crocifisso (cfr. 1Co 2,2), nel cui sangue si sente a lui sposa e nel cui sangue scrive, da madre e sorella, il suo Epistolario. Le Lettere della Santa raggiungono tutto il mondo a lei noto. Destinatari dei suoi scritti sono papi, re, condottieri, sacerdoti, religiosi, artigiani, emarginati, prigionieri e pubblici peccatori. Il cuore di Caterina si allarga a tutti i fedeli che formano "il corpo universale della religione cristiana" e a tutti i ministri di Cristo, che formano "il corpo mistico della santa Chiesa".

Quasi una "mistica della politica", Caterina esorta con le lettere i governanti d'Italia e di altri Paesi europei ad un agire cristiano, consonante sia con la verità di Dio, sia con la necessità di operare secondo giustizia. Solo così si potrà attuare il bene e la pace, sotto la spinta della carità, nel rispetto della libertà, che è il grande dono di Dio all'uomo.

E' celebre la massima categorica di santa Caterina per i responsabili della cosa pubblica: "Chi non ha l'occhio suo verso la città dell'anima sua... non l'avrà mai sopra la città attuale, della quale fosse fatto signore" (Lett. 338, Ad Andrea Cavalcabuoi, senatore in Siena). La spiritualità, quindi, fonda e qualifica nell'uomo politico la dignità dell'esercizio del potere sopra una comunità, che per lui è solo "città prestata" temporaneamente da Dio.

Per la pace all'interno della famiglia Caterina dice ai coniugi: "La vostra conversazione sia sempre con quelli che temono e amano Dio in verità... E l'uno è cagione di dare lume all'altro, ricercando la dottrina di Cristo crocifisso e la vita dei santi" (Lett. 190, A Francesco di Pipino, sarto da Firenze, e a monna Agnesa, sua donna).

In quest'anno, in cui la Comunità internazionale ha dedicato ampia riflessione alla promozione della donna, mi piace ricordare la grandezza e la dignità di questa donna, Caterina, nella quale le magnifiche e ben note iniziative per il bene della Chiesa trovarono la loro ragione e la loro forza sia nell'unione con Cristo, sia nella propria libertà di iniziativa, ben fondata e stabilita nella fede in Dio. La sua personale esperienza di comunione con Cristo continua ad attirare la nostra attenzione sul ruolo della donna, chiamata ad operare con il suo carisma nel campo sociale della promozione e del bene comune.

In questo periodo di preparazione al Grande Giubileo del 2000 ci assista con la sua intercessione santa Caterina, alla quale "nessuno si avvicinava - ricorda Pio II - senza divenire più dotto e santo". Ella, che fu intrepida e tenace assertrice della sede romana del successore di Pietro, interceda ancora per "la Chiesa di Roma, che è il principato della fede nostra" (Lett. 347, Al conte Alberico da Balbiano).

Interceda la Santa per la pace e la prosperità dell'Italia, sua patria e dell'Europa, che richiamo all'unità nell'ubbidienza di fede. Interceda per la città di Siena, affinché la verità di Cristo e la luce del suo Vangelo guidino le menti e le scelte morali di tutti i suoi concittadini. Interceda Caterina perché il clero operi con zelo e porti testimonianze di vita santa nel sacro ministero.

Ottenga da Dio una promettente rifioritura di generose vite consacrate! Con questi voti imparto di cuore a Lei, Venerabile Fratello, ed a tutti i fedeli di codesta Arcidiocesi la Benedizione Apostolica, pegno di copiosi favori celesti.

Dal Vaticano, 1 ottobre 1995.


IOANNES PAULUS PP. II

Data: 1995-10-01 Data estesa: Domenica 1 Ottobre 1995

Udienza: il Santo Padre ai pellegrini raccolti nell'Aula Paolo VI - Città del Vaticano

Titolo: "Portate con voi il lieto ricordo di questa Beatificazione, chiedendo ai nuovi Beati di sostenervi nei propositi di una più autentica vita evangelica"

Venerati Fratelli nell'episcopato, Carissimi Fratelli e Sorelle!

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1. L'inno di lode e di ringraziamento, che da tutta la Chiesa sale a Dio per il dono dei nuovi Beati, si rinnova nell'odierno incontro, nel quale ci soffermiamo ancora una volta a meditare sugli eroici esempi di fede e di virtù cristiane che questi nostri fratelli in Cristo ci offrono.

Nel salutare cordialmente tutti voi, convenuti a Roma dall'Italia, dalla Francia e dalla Spagna per partecipare alla solenne liturgia di Beatificazione, rivolgo il mio pensiero innanzitutto ai pellegrini di lingua italiana, ed in particolare ai Padri Scolopi. Carissimi, voi oggi contemplate in Pietro Casani, primo collaboratore di san Giuseppe Calasanzio, e in Dionisio Pamplona con i suoi dodici compagni martiri, luminosi esempi di radicale consacrazione a Dio nella vita religiosa, e di generosa dedizione al prossimo nella carità. Sappiate accogliere pienamente l'attualità del loro messaggio, specialmente in ordine alla formazione cristiana e culturale delle nuove generazioni.

(In francese:]

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2. Porgo con gioia il benvenuto ai pellegrini francesi e rivolgo un particolare saluto a Monsignor Gospel Duale, Monsignor Jacques David e ai Vescovi qui presenti.

Cari amici, nell'evocare questa mattina la memoria dei sacerdoti che al largo della costa della Charente andarono incontro al martirio per la loro fede e per il loro amore verso la Chiesa, vogliamo rendere omaggio a degli uomini che resero con il loro sangue testimonianza, in spirito di fedeltà assoluta alla Chiesa, eroicamente dimostrando che tanto nei momenti di pericoli quanto in ogni occasione, la fedeltà al Successore di Pietro è elemento cardine della fedeltà a Cristo. E questa fedeltà fu anche amore per la patria che invece li perseguitava.

Jean Baptiste Souzy, infatti, dieci giorni prima di morire, si augurava ancora che la Francia ritrovasse la strada della religione cattolica.

Questi sacerdoti vollero essere uomini del Vangelo, vivendo appieno le parole di San Paolo: "Quando sono debole, è allora che sono forte" (
2Co 12,10).

Missionari della fede e dell'amore, nella stiva di quella nave furono "colpiti, ma non uccisi" (2Co 4,9). Possano questi uomini, che onorano la Chiesa francese, essere d'ora in poi modelli e intercessori per i sacerdoti delle vostre diocesi e per tutte le vostre comunità! (In spagnolo:]

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3. Sono lieto di rivolgermi con affetto ai pellegrini di lingua spagnola, che hanno partecipato con gioia alla beatificazione dei 45 martiri della persecuzione religiosa che ebbe luogo in Spagna negli anni 1936-1939.

Innanzitutto desidero salutare cordialmente i miei Fratelli nell'Episcopato e le autorità civili che, con la loro presenza, hanno voluto manifestare il proprio rispetto per le figure dei Beati e per i valori che incarnano. Saluto calorosamente anche i religiosi e le religiose delle Congregazioni a cui appartengono questi martiri.

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4. La maggior parte di questi martiri ha in comune di essersi consacrata al Signore e di essersi dedicata all'insegnamento. In questa occasione desidero ricordare ai genitori cristiani il dovere ineludibile che spetta loro nell'educazione dei propri figli, facendo in modo che, con tutti i mezzi a propria disposizione, tanto nella scuola pubblica quanto in quella privata, diano ad essi un modello di insegnamento coerente con la loro fede e la loro cultura.

La trasmissione del messaggio cristiano per mezzo della catechesi e dell'educazione scolastica è un aspetto che merita un'attenzione speciale. Pur essendo i genitori i primi responsabili della formazione cristiana dei propri figli, è opportuno tenere in considerazione che la scuola deve fornire anche educazione religiosa. Questo insegnamento deve essere impartito con pieno rispetto della libertà di coscienza, ma salvaguardando allo stesso tempo il diritto primordiale dei genitori, ancor più se è possibile, in un Paese in cui la maggior parte di essi lo chiede per i propri figli.

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5. Teruel e l'Ordine di Sant'Agostino sono i destinatari più prossimi del ricco messaggio lasciato dai Beati Anselmo Polanco e Felipe Ripoll: Fedeltà a Dio e alla Chiesa, vivendo un'esperienza di amicizia in Cristo e alla fine soffrendo insieme.

La loro fedeltà interpella quella di ognuno di noi nel seguire la propria vocazione.

I Vescovi e i sacerdoti hanno, in queste due figure straordinarie, un modello di santità conseguita nell'esercizio del sacro ministero. I religiosi e le religiose, trovano nella loro consacrazione al servizio della Chiesa, un aiuto efficace per continuare a vivere la propria vocazione. Questi due martiri siano per tutti stimolo costante per testimoniare i valori del Regno, e giungano inoltre per l'amata diocesi di Teruel abbondanti vocazioni alla vita sacerdotale e religiosa.

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6. Pedro Ruiz de los Panos e i suoi otto compagni martiri della Confraternita degli Operai Diocesani lavorarono efficacemente per suscitare e formare vocazioni sacerdotali. Come educatori esemplari, non lesinarono sforzi nella formazione dei seminaristi, attraverso una guida personalizzata di ognuno di essi e con una premurosa attenzione per le famiglie degli alunni, cosa che nella vita li fece creditori di una grande stima.

Pedro Ruiz de los Panos, trasmise inoltre, alle Discepole di Gesù, da lui fondate, lo zelo per la promozione delle vocazioni. Il Signore renda molto fecondo il sangue di questi martiri, suscitando la chiamata vocazionale in molti giovani e riversando per loro intercessione abbondanti grazie sui seminaristi della Spagna e del Messico.

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7. Il disegno divino ha fatto coincidere la Beatificazione di Pietro Casani con quella di Dioniso Pamplona e di dodici compagni Scolopi.

I nuovi Beati ci offrono un meraviglioso esempio di coerenza e fedeltà alle esigenze della propria vocazione. Questo esempio riempie di gioia in modo particolare la vasta Famiglia Calasanziana e i fedeli che hanno qualche legame con essi. La testimonianza della loro vita spinge tutti a ringraziare Dio e ad impegnarsi più intensamente nella missione di fare presente nella società attuale il primato dei valori cristiani.

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8. I tre martiri della Compagnia di Maria, Carlos Erana, Fidel Fuidio e Jesus Hita, nati all'interno di famiglie cristiane, scoprirono molto presto la loro vocazione di educatori. Si prepararono professionalmente ed esercitarono l'insegnamento in luoghi diversi. La loro morte eroica, accettata con serenità, fu il culmine dei loro insegnamenti.

Oggi sono testimoni per tutta la Famiglia Marianista della grandezza della vocazione dell'educatore cristiano, della sublimità del perdono e della riconciliazione che firmarono con il proprio sangue, così come dell'amore per Maria, che intercede per noi e ci aiuta a seguire sempre meglio e più da vicino il Signore.

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9. Le diciassette Sorelle della Dottrina Cristiana, con la Madre Angeles de San José Lloret Marti in testa, vissero la loro vocazione religiosa nell'insegnamento del catechismo ai bambini e agli adulti, mostrando con diligenza il contenuto e la coerenza ammirabile della fede cattolica e manifestando con la semplicità gioiosa della loro femminilità consacrata il volto materno della Chiesa, della quale furono figlie fedeli.

Voglia Dio che la luce della fede, che le porto ad accettare il martirio, liberi gli uomini e le donne del nostro tempo dall'ignoranza religiosa e dalla schiavitù del male, per condurli alla vera libertà. I loro ammirabili esempi siano per tutta la famiglia religiosa uno stimolo a conservare sempre la fedeltà alla Chiesa.

10. Vicente Vilar David, originario di Manises (Valenza), è il primo martire secolare beato della persecuzione religiosa che colpi la Spagna in quegli anni.

Sin dalla tenera età diede segni di una fede interiorizzata e testimoniata con autenticità. Nella vita matrimoniale e nell'esercizio della professione civile si distinse per il suo impegno a favore del progresso umano, dell'ordine e della pace. Con gli operai mise in pratica la dottrina sociale della Chiesa e svolse sempre un'incessante attività in parrocchia e nei movimenti di apostolato cattolici.

Chiediamo a Dio che la morte di quest'uomo buono e coerente con la propria fede, martirizzato a causa delle sue convinzioni religiose, susciti nella Chiesa, che si approssima al Gran Giubileo dell'Anno Duemila, nuovi e validi testimoni del vangelo nella famiglia, nel campo professionale e nella vita pubblica.

(Giovanni Paolo II ha poi concluso la sua omelia con queste parole in italiano:] 11. Carissimi Fratelli e Sorelle, che bella schiera di Beati ci sostiene nel nostro cammino incontro a Cristo! Il loro esempio e la loro intercessione sono da oggi proposti a tutti i credenti.

Tornando alle vostre case ed alle vostre città, portate con voi il lieto ricordo di questa Beatificazione, chiedendo ai nuovi Beati di sostenervi nei propositi di una più autentica vita evangelica. Vi accompagni anche la Benedizione Apostolica, che di cuore imparto a ciascuno di voi, ai vostri cari ed alle vostre Comunità ecclesiali.

Data: 1995-10-02 Data estesa: Lunedi 2 Ottobre 1995

Ai prossimi Diaconi del Collegio americano del Nord - Città del Vaticano

Titolo: Pregate per il buon esito della mia visita all'O.N.U.

Cari amici in Cristo, Sono felice di avere la possibilità di incontrare gli studenti del Pontificio Collegio americano del Nord prossimi alla loro ordinazione diaconale.

Rivolgo con gioia il mio saluto alle vostre famiglie, ai vostri amici e ai vostri Superiori. Vi siete a lungo preparati nello spirito e nello studio per quella configurazione sacramentale a Cristo, il Servitore, che ben presto riceverete e vi esorto a vivere le responsabilità della vostra nuova condizione con il massimo fervore e zelo. Agite sempre nel nome di un profondo e docile amore verso Dio, dedicandovi con generosità e coraggio alla salvezza delle anime.

Tra non molto partiro alla volta del vostro paese, gli Stati Uniti, dove attendo con impazienza di poter visitare le comunità cattoliche di Newark, New York, Brooklyn e Baltimora. Vi chiedo di voler pregare per il buon esito della mia visita alle Nazioni Unite, le quali, dopo 50 anni di esistenza, devono essere in grado di rispondere alle sempre maggiori richieste rivolte loro nel servizio alla pace e al progresso nel mondo.

Vi benedica tutti il Signore! (Traduzione dall'inglese]

Data: 1995-10-03 Data estesa: Martedi 3 Ottobre 1995

Udienza: il Papa ai partecipanti al Congresso Mondiale dei Movimenti per la Vita, promosso dal Pontificio Consiglio per la Famiglia - Città del Vaticano

Titolo: Un'azione pacifica, convinta, comunitaria affinché l'impegno per la vita si rifletta sul piano del costume, della cultura e della legislazione

Signori Cardinali, Venerati Fratelli nell'Episcopato e nel Sacerdozio, Gentili Signori e Signore!

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1. Con grande gioia vi accolgo in occasione di questo Congresso Mondiale, che costituisce una delle prime risposte corali alla pubblicazione dell'Enciclica Evangelium vitae, documento col quale ho inteso indirizzarmi non soltanto ai fedeli della Chiesa ma a tutto "il popolo della vita" (cfr.
EV 101).

Rivolgo un particolare pensiero al Cardinale Alfonso Lopez Trujillo, Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, che ringrazio per le parole poc'anzi rivoltemi. Saluto poi il Cardinale Fiorenzo Angelini, Presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per gli Operatori Sanitari, Mons. Elio Sgreccia, Vice Presidente della Pontificia Accademia per la Vita, i responsabili internazionali e nazionali dei Movimenti per la Vita, e tutti voi che a questi Movimenti prestate generosamente la vostra opera. Il mio cordiale benvenuto va inoltre ai Rappresentanti delle Organizzazioni "pro-life" operanti nel mondo.

Sono lieto che il Pontificio Consiglio per la Famiglia vi abbia convocato per questa grande Assise. La vostra presenza è una significativa testimonianza di quello che i Movimenti per la vita rappresentano nel mondo: oltre cento organizzazioni, alcune delle quali a livello internazionale, con una storia di impegno e di opere che costituiscono un forte baluardo a difesa della vita.

L'iniziativa del Pontificio Consiglio per la Famiglia di invitarvi a questo Congresso di riflessione sull'Enciclica Evangelium vitae conferma la sintonia esistente tra l'insegnamento della Chiesa Cattolica e le finalità dei vostri Movimenti. Essa risulterà, grazie a questo incontro, rafforzata e resa più efficace a livello mondiale, soprattutto per quanto riguarda le strategie e la concordia degli intenti.

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2. La pubblicazione dell'Enciclica Evangelium vitae è stata certamente una tappa storica nell'impegno per la vita, prima di tutto nell'ambito dell'attività pastorale della Chiesa. Il Vangelo della vita esige inequivocabilmente che l'insegnamento circa il valore inviolabile della vita umana in tutte le sue fasi e condizioni diventi sempre più parte integrante dell'evangelizzazione. Le comunità locali, le diocesi, le parrocchie, le associazioni e i movimenti non possono non farsi carico di un intenso impegno per la promozione e la difesa della vita umana.

E' auspicabile che, come viene precisato nel quarto capitolo dell'Enciclica (cfr. nn. 87-91), sorgano all'interno degli organismi pastorali strutture e gruppi specificamente rivolti a questo scopo.

Annunciare, celebrare e servire la vita è compito della Chiesa nella sua ordinaria e costante attività pastorale. La vostra azione di membri dei Movimenti per la Vita, impegnati con una vostra peculiare autonomia di laici e di cittadini nell'ambito anche civile e politico, non dispensa nessuna Comunità ecclesiale dallo svolgere il suo ruolo pastorale a sostegno della vita. Si tratta di presenze complementari che debbono essere armonizzate tra loro con vantaggio della stessa Chiesa e della società.

Quest'azione convergente degli organismi pastorali e dei Movimenti per la Vita è giustificata dal fatto che la vita, valore civile fondamentale in ogni società, rivela alla luce della fede il suo pieno significato.

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3. Quella che si apre ora sarà, pertanto, una nuova e più ricca fase di lavoro e di impegno, perché, dall'angolatura che le è propria, la Chiesa porterà con rinnovato vigore l'annuncio, la santificazione e il servizio quotidiano alla famiglia e alla vita.

E' chiaro a tutti che la difesa della vita è un impegno che attiene non soltanto alla morale privata, ma è anche questione sociale e politica; anzi essa chiama in causa la stessa ragion d'essere della società politica. Ne consegue che l'impegno in difesa della vita non può non riflettersi, con azione pacifica, convinta e comunitaria, sul piano del costume, della cultura e della legislazione.

La vittoria della verità e della vita già appartiene alla storia della salvezza: spetta a tutte le forze ispirate al rispetto della dignità umana l'impegno di iscriverla nella storia degli uomini.

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4. Questo accresciuto e vasto impegno è richiesto in particolare dai nuovi problemi posti dal progresso delle scienze mediche e dall'applicazione delle politiche demografiche nel mondo. Oggi, infatti, si impone alla nostra attenzione una vasta gamma di temi caratteristici della bioetica di enorme rilievo per la storia della stessa umanità. L'impegno etico a favore della vita in ogni suo stadio si allarga oggi alla difesa del patrimonio genetico dell'essere umano contro ogni alterazione o selezione, al mantenimento della fisionomia propria dell'amore coniugale e della procreazione, alla ricerca della giustizia ed equità nell'impiego delle risorse per la sanità e, infine, alla difesa dell'equilibrio ambientale.

Si parla di impegno per la vita e la salute, per l'organizzazione della sanità pubblica, specialmente nei Paesi in via di sviluppo e si parla, infine, di sopravvivenza dell'umanità di fronte alle minacce provenienti dall'arma atomica, dalle armi chimiche e dalle possibilità di alterazione genetica.

Di fronte ad una simile ampiezza di campi di lotta antichi e nuovi, dove si configurano "minacce programmate in maniera scientifica e sistematica" (
EV 17), è necessario raccogliere le forze, unire le intelligenze, stabilire comuni strategie armoniche ed efficaci.

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5. Veramente ampio è l'orizzonte su cui si apre la vostra missione: esso si estende anche al richiamo del valore insostituibile dell'educazione dei giovani e delle famiglie all'amore vero, fedele e casto. Non è realistico pensare che si affermi una cultura della vita se manca una seria educazione delle coscienze e, in particolare, se non c'è un reale orientamento affettivo verso i valori della famiglia. Sono presupposti, questi, che si rivelano sempre più importanti in una vera strategia di difesa della vita.

In tale contesto, famiglia e vita costituiscono un binomio inscindibile e, allo stesso modo, l'amore casto e fedele risulta essere il primo livello e la condizione insostituibile della cultura della vita.

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6. Questi impegni, che costituiscono gli obiettivi della vostra strategia, richiedono un'approfondita preparazione nell'ambito delle tematiche mediche, etiche, giuridiche e sociali. La battaglia in difesa della vita può essere vinta soltanto se all'entusiasmo e al coraggio di quanti vi sono coinvolti si aggiunge una preparazione specifica in questi campi. Si richiede, in particolare, una formazione nell'importante campo della bioetica, che coinvolga in primo luogo gli operatori sanitari, ma anche ogni singolo cittadino.

L'apporto pastorale degli Organismi della Chiesa, a cui si è aggiunta recentemente la Pontificia Accademia per la Vita, creata per operare in sintonia con il Pontificio Consiglio per la Famiglia e con il Pontificio Consiglio della Pastorale per gli Operatori Sanitari, può fornire, da parte sua, un insostituibile sostegno alla comune azione in difesa della vita. Ma singolarmente prezioso sarà, all'interno dei vostri Movimenti, il contributo offerto dagli intellettuali, dai giuristi e dai professionisti della medicina, così come indispensabile resta l'apporto dei formatori dei giovani e dei responsabili dei movimenti educativi, una volta che abbiano approfondito, essi stessi per primi, le inderogabili esigenze della morale in difesa della vita umana. Vi esorto a seguire con particolare attenzione gli adolescenti ed i giovani nelle scuole, perché possano ricevere un'adeguata presentazione dei valori morali, civili e religiosi che sono coerenti con la dignità della persona umana e con la difesa e la promozione della vita.

Altrettanto urgente è l'attenzione a quanto avviene nei Parlamenti, dove si vanno manifestando orientamenti legislativi nell'ambito del biodiritto e della protezione della corporeità umana e della famiglia, che non mancano di aspetti preoccupanti. Quanti hanno a cuore la dignità della persona e i destini futuri dell'umanità non possono abdicare ad una presenza vigile ed operosa.

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7. Carissimi Fratelli e Sorelle! Nel vostro fondamentale compito di educazione, promozione e difesa della vita vi sostiene la solidarietà della Chiesa e quella di tutti gli uomini di buona volontà.

La vostra forza sta nella verità che testimoniate, ma l'incidenza della vostra azione dipende in gran parte dalla concorde armonia dei vostri sforzi.

Mentre porgo a voi ed a quanti collaborano nei Movimenti che rappresentate i miei più cordiali auguri, su tutti invoco la benedizione del Signore della vita.

Data: 1995-10-03 Data estesa: Martedi 3 Ottobre 1995

Arrivo: la cerimonia di benvenuto all'aeroporto internazionale di Newark - Stato del New Jersey (U.S.A.)

Titolo: L'America continuerà ad essere una terra promessa finché resterà terra di libertà e di giustizia per tutti

Signor Presidente, Cari Amici, Caro Popolo d'America,

1642
1. E' una grande gioia per me tornare negli Stati Uniti, come avevo sperato di fare lo scorso anno. Ringrazio tutti voi per avermi accolto così cordialmente.

Questa è una terra di grande generosità, e i suoi abitanti sono stati sempre pronti a tendere la mano in amicizia e a offrire ospitalità. Ringrazio specialmente lei, Presidente Clinton, e la First Lady, per essere venuti qui oggi in questo stesso spirito.

Da parte mia, saluto lei e tutti i rappresentanti dei governi federali, statali e locali. Saluto la Conferenza Episcopale degli Stati Uniti e i singoli Vescovi che mi hanno invitato nelle loro Diocesi e che hanno lavorato tanto duramente, con innumerevoli collaboratori, per preparare questa visita. Sono ansioso d'incontrare le comunità cattoliche di Newark, di Brooklyn, di New York e di Baltimore, così come i nostri fratelli e le nostre sorelle di altre Chiese cristiane e comunità ecclesiali. Estendo un saluto molto cordiale e i miei migliori e rispettosi auguri ai membri della fede ebraica, in questo giorno particolarmente significativo per loro.

Saluto tutto il popolo di questa grande nazione, di ogni razza, colore, credo e condizione sociale. Prego per tutti voi e vi assicuro della mia profonda stima.

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2. Esattamente trenta anni fa, in questo stesso giorno, il mio predecessore, Papa Paolo VI, parlo all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite e pronuncio un messaggio che riecheggia ancora in molti cuori. "Non più la guerra, non più la guerra!". Poi continuo l'appello: "la pace, la pace deve guidare le sorti dei Popoli e dell'intera umanità" (Papa Paolo VI, Messaggio all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, 4 ottobre 1965).

Anch'io vengo come pellegrino di pace e di comprensione tra i popoli.

Domani, in ossequio al Cinquantesimo Anniversario delle Nazioni Unite, ritornero li per esprimere la mia profonda convinzione che gli ideali e le intenzioni che mezzo secolo fa hanno dato origine a questa organizzazione mondiale sono ora più indispensabili che mai in un mondo alla ricerca di uno scopo.

Il mondo sta infatti vivendo una profonda trasformazione. Opportunità di giustizia, di riconciliazione e di sviluppo sono visibili in parti del mondo dove fino a pochi anni fa erano appena ravvisabili - quasi a portata di mano, sembra, ma ancora difficili da afferrare. Rivalità e sospetti antichi compromettono ancora la causa della pace. Dobbiamo trovare modi per superarli. Se non lo faremo, la storia e il Signore della storia ci giudicheranno duramente.

1644
3. In particolar modo dopo gli eventi del 1989, il ruolo degli Stati Uniti nel mondo ha assunto una nuova preminenza. La vostra estesa influenza è allo stesso tempo politica, economica, militare e, in virtù dei vostri mezzi di comunicazione sociale, culturale. E' fondamentale per la famiglia umana che, nel continuare a perseguire il progresso in molti diversi campi - scienza, attività economica, educazione e arte, e ovunque la vostra creatività vi conduca - l'America mantenga al cuore dei suoi sforzi la compassione, la generosità e la sollecitudine per gli altri.

In particolare, per le nazioni e i popoli che stanno uscendo da un lungo periodo di prova, il vostro Paese si distingue sulla scena mondiale come modello di società democratica in una fase avanzata di sviluppo. Il vostro potere di esempio comporta gravi responsabilità. Usalo bene, America! Sii un esempio di giustizia e di virtù civica, di libertà realizzata nella bontà, in patria e all'estero!

1645
4. Dalla loro origine fino ad oggi, gli Stati Uniti sono stati un rifugio per generazioni e generazioni di nuovi arrivati. Uomini, donne e bambini si sono riversati qui da ogni angolo del mondo, costruendo nuove vite e formando una società di una ricca diversità etnica e razziale, basata sull'impegno di una visione comune della dignità e della libertà umane. Degli Stati Uniti possiamo veramente dire: "E pluribus unum".

E' mia fervida speranza che l'America persevererà nella sua migliore tradizione di apertura e di opportunità. Sarebbe infatti triste se gli Stati Uniti dovessero abbandonare questo spirito intraprendente che ha sempre ricercato i modi più pratici e responsabili per continuare a condividere con altri le benedizioni che Dio ha ampiamente concesso qui.

Questo stesso spirito di creativa generosità vi aiuterà a soddisfare i bisogni dei vostri fratelli poveri e svantaggiati. Anch'essi hanno un ruolo da svolgere nell'edificazione di una società realmente degna della persona umana - una società in cui nessuno sia tanto povero da non avere nulla da dare e nessuno sia tanto ricco da non avere nulla da ricevere. I poveri hanno necessità non solo materiali ed economiche, ma che riguardano anche la possibilità di realizzare da soli il proprio destino e di provvedere al benessere delle loro famiglie e comunità. L'America continuerà a essere una terra promessa fin quando rimarrà una terra di libertà e di giustizia per tutti.

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5. Signor Presidente, Signore e Signori: vengo come colui che ha un'infinita speranza nel nobile destino dell'America. Ringrazio Dio per avermi permesso di tornare tra voi. Grazie, e che Dio benedica tutti voi!

Data: 1995-10-04 Data estesa: Mercoledi 4 Ottobre 1995

Vespri: l'omelia durante la Celebrazione nella Cattedrale dedicata al Sacro Cuore - Newark, Stato del New Jersey (U.S.A.)

Titolo: "Preghiamo per combattere la cultura di morte che sta minacciando il mondo moderno"

Caro Arcivescovo McCarrick e cari Fratelli Vescovi, Cari Fratelli Sacerdoti, Cari seminaristi, religiosi e religiose e fedeli laici della Famiglia di Dio che è la Chiesa in Newark!


GPII 1995 Insegnamenti 1625