GPII 1995 Insegnamenti 1689

Omelia: la Messa celebrata nel "Central Park" dinanzi ad oltre mezzo milione di persone - New York (U.S.A.)

Titolo: Giovani d'America: battetevi per la vita!

"Vieni, Santo Spirito..."! Cari Fratelli e Sorelle, Amici in Cristo,

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1. La liturgia di oggi è piena di riferimenti allo Spirito Santo. Anche mentre preghiamo perché lo Spirito venga in mezzo a noi, lui è già qui. E' qui in molti di voi. E' qui soprattutto nell'azione della Messa, il rito più sacro della nostra Fede. Siete qui, confido, non per la semplice curiosità di vedere il Papa, ma a motivo della Messa, perché lo Spirito Santo ci conduce tutti a Cristo! Per me è una grande gioia guardare a così tante persone meravigliose, e salutare il Cardinale O'Connor e tutti i Cardinali e i Vescovi della Provincia Metropolitana di New York e di altri luoghi, così come i sacerdoti, i religiosi e i laici dell'Arcidiocesi, i rappresentanti delle varie denominazioni religiose e le autorità civili dello Stato e della Città di New York. Il mio saluto caloroso e affettuoso si rivolge agli ammalati e ai disabili che sono fra noi. Ed è particolarmente bello vedere un così gran numero di giovani. Mi sembra quasi di essere tornato a Denver, che è stata un'esperienza tanto feconda. Migliaia di giovani hanno stupito tutti con il loro spirito e la loro fede. Ricordo chiaramente che molti si interrogavano e si preoccupavano del fatto che i giovani d'America non sarebbero venuti alla Giornata Mondiale della Gioventù o che, se lo avessero fatto, avrebbero rappresentato un problema. Invece la gioia dei giovani, la loro fame di verità, il loro desiderio di essere tutti uniti nel Corpo di Cristo, hanno chiarito a tutti che molti, moltissimi giovani d'America possiedono valori e ideali che raramente fanno notizia. Non c'è da meravigliarsi che il Papa vi ami! Il Papa ama anche i figli e le figlie della Chiesa di lingua spagnola.

Molti di voi sono nati qui o hanno vissuto qui per molto tempo. Altri sono arrivati più di recente. Ma tutti portano l'impronta della loro eredità culturale, profondamente radicata nella tradizione cattolica. Conservate viva questa fede e questa cultura.

So che questa non è Denver; questa è New York! La grande New York! Questo è il Central Park. I bellissimi dintorni del Central Park ci invitano a riflettere su una bellezza più sublime: la bellezza di ogni essere umano, fatto a immagine e somiglianza di Dio (cfr.
Gn 1,26), e la bellezza costituita da Dio che vive nei nostri cuori attraverso lo Spirito Santo. A Denver abbiamo meditato su questa nuova vita: "Io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza" (Jn 10,10). A Manila, lo scorso gennaio, milioni di giovani si sono riuniti per meditare su come questa nuova vita nello Spirito Santo ci renda apostoli del Regno di Dio: "Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi" (Jn 20,21). Adesso, oggi, qui al Central Park, noi proseguiamo il medesimo pellegrinaggio spirituale preparandoci alla prossima Giornata Mondiale della Gioventù a Parigi, nel 1997. Sono molto grato per quanto è stato fatto nelle parrocchie e nelle diocesi di tutto il mondo per far entrare i giovani nello spirito di questo grande pellegrinaggio spirituale attraverso il mondo, che è iniziato a Roma nel 1984, quindi ci ha portato a Buenos Aires in Argentina, a Santiago de Compostela in Spagna, a Jasna Gora e Czestochowa in Polonia, a Denver, a Manila e che prossimamente ci porterà a Parigi. A livello ecumenico, un pellegrinaggio spirituale simile viene fatto a Taizé, in Francia. La forza motrice di tutto questo movimento di giovani è sempre lo Spirito Santo.

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2. Lo Spirito di Dio che come ci viene detto nel Libro della Genesi, ha soffiato sulle acque all'inizio della creazione (cfr. 1,2), è lo stesso Spirito di vita che è stato soffiato nell'uomo, cosicché "l'uomo divenne un essere vivente" (
Jn 2,7). Questo è ciò che ci rende diversi da ogni altra creatura. Con i nostri corpi siamo soltanto un granello nel vasto universo creato, ma in virtù delle nostre anime, trascendiamo tutto il mondo materiale. Vi invito a riflettere su ciò che rende ciascuno di voi veramente meraviglioso ed unico. Soltanto un essere umano come voi può pensare, parlare e condividere il proprio pensiero in lingue diverse con altri esseri umani in tutto il mondo, e attraverso quel linguaggio esprimere la bellezza dell'arte, della poesia, della musica, della letteratura e del teatro, e di numerosi altri talenti unicamente umani.

E, più importante di tutto, solo gli esseri umani, preziosi agli occhi di Dio, sono capaci di amare. L'amore ci fa cercare ciò che è bene; l'amore fa di noi persone migliori. E' l'amore che spinge uomini e donne a sposarsi e a formare una famiglia, ad avere dei figli. E' l'amore che spinge altri ad abbracciare la vita religiosa o a diventare sacerdoti. L'amore fa si che vi avviciniate agli altri nel bisogno, chiunque siano, ovunque siano. Ogni autentico amore umano è un riflesso dell'Amore che è Dio stesso, al punto che la Prima lettera di San Giovanni dice: "Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore" (4,8).

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3. Oggi è la Solennità del Santo Rosario della Beata Vergine Maria. Le letture della Messa c'introducono ai primi tre Misteri Gaudiosi del Rosario, tre momenti fondamentali della storia della salvezza, tre stadi del passaggio creativo dello Spirito Santo attraverso la storia umana: l'Annunciazione, la Visitazione e la Nascita di Gesù. Nella prima lettura, San Paolo scrive ai Galati: "Ma quando venne la pienezza del tempo, Dio mando il suo Figlio, nato da donna" (4,4). Con queste poche parole, San Paolo ci dice ciò che San Luca descrive diffusamente nel Vangelo: la visita dell'Arcangelo Gabriele a una vergine di nome Maria nella città di Nazaret in Galilea. Egli la invita a divenire la Madre del Redentore. Il Vangelo ci dice non solo che Maria resto sorpresa e confusa dalle parole dell'angelo, ma che ebbe paura. Si, Maria aveva paura, proprio come noi spesso abbiamo paura! E l'angelo disse: "Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio" (
Lc 1,30). E' il potere dell'Altissimo che scenderà su di te, e attraverso il potere dello Spirito Santo tu diventerai la Madre del Figlio di Dio (cfr. Lc 1,35-37).

Se il potere creativo di Dio è all'opera al momento del concepimento di ogni essere umano, nell'Annunciazione lo Spirito ha compiuto qualcosa di incomparabilmente più grande. Nel grembo della Vergine Maria lo Spirito ha creato un uomo, che sarebbe nato a Betlemme nove mesi dopo, che, dal primo momento del suo concepimento, è stato l'Eterno Figlio del Padre, la Parola attraverso la quale sono state fatte tutte le cose visibili e invisibili (cfr. Jn 1,3) - l'Eterna Sapienza, l'Archetipo di tutto ciò che esiste nel creato.

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4. Quando Maria comprese chi era colui che la chiamava, ogni timore svani e lei rispose: "Sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto" (
Lc 1,38). E in quell'istante lei divenne la Madre del Figlio di Dio. Questa è la straordinaria verità che meditiamo nel primo Mistero del Rosario, l'Annunciazione.

Tutto ciò è avvenuto affinché, come dice San Paolo, potessimo essere redenti e ricevere l'adozione di figli e figlie di Dio (cfr. Ga 4,5). In Cristo, lo Spirito Santo ci rende figli diletti di Dio. L'Incarnazione del Figlio di Dio è avvenuta una volta, ed è irripetibile. L'adozione divina continua in ogni tempo attraverso la Chiesa, il Corpo di Cristo, e particolarmente attraverso i Sacramenti, attraverso il Battesimo, la Riconciliazione, l'Eucaristia e, naturalmente il Sacramento di Pentecoste, che chiamiamo Confermazione. Quindi San Paolo scrive qualcosa di veramente impressionante: la prova che siamo figli di Dio sta nel fatto che "Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: Abbà, Padre!" (Ga 4,6). Abbà! Padre! Questa è la nostra preghiera ogni volta che recitiamo il Padre nostro. Ma noi dobbiamo dirlo nello Spirito, con una chiara consapevolezza che in Cristo noi non siamo più schiavi, ma figli, e quindi eredi, con Cristo, del suo Regno (cfr. Ga 4,7). Questa nostra nuova condizione di cristiani, vale a dire la nostra trasformazione attraverso la grazia e la nostra partecipazione alla stessa vita divina, raggiungerà la sua pienezza nell'eternità.

Allora condivideremo la felicità che rende felice Dio stesso, Padre, Figlio e Spirito Santo. Capite dunque quanto sia importante invocare lo Spirito Santo e lasciarlo operare in noi? Dobbiamo ricordare che lo Spirito Santo può fare grandi cose per noi! E lo Spirito Santo fa grandi cose per noi ogni giorno.

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5. La tappa successiva del passaggio dello Spirito Santo è il Mistero Gaudioso della Visitazione. Spinta dallo Spirito Santo, che vince il suo timore, e piena di amore per sua cugina Elisabetta, che aveva concepito un figlio in vecchiaia, Maria lascia subito la sicurezza della sua casa e corre ad aiutare Elisabetta.

Immaginate la sorpresa di Maria all'udire sua cugina che diceva: "A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo" (
Lc 1,43-44).

Questo bambino era Giovanni Battista, il maggiore dei Profeti, colui che renderà testimonianza a Gesù all'inizio della sua vita pubblica.

Allora Maria pronuncio le parole del Magnificat, un bellissimo inno di gratitudine e di lode: "L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore" (Lc 1,46-47). Nel corso dei tempi, la Chiesa ripete tutti i giorni il Magnificat in quella che chiamiamo la Liturgia delle Ore. Forse le parole più importanti di questo mirabile inno sono: "Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e Santo è il suo nome" (Lc 1,49).

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6. Come Maria, non dovete temere di consentire allo Spirito Santo di aiutarvi a diventare amici intimi di Cristo. Come Maria, dovete mettere da parte ogni timore, al fine di portare Cristo al mondo in tutto ciò che fate - nel matrimonio, come singoli individui nel mondo, come studenti, come lavoratori, come professionisti.

Cristo vuole andare in molti luoghi del mondo, ed entrare in molti cuori, attraverso di voi. Come Maria ha visitato Elisabetta, anche voi siete chiamati a "visitare" le necessità dei poveri, degli affamati, dei senzatetto, di quanti sono soli o malati; per esempio di quanti soffrono di AIDS. Siete chiamati a battervi per la vita! A rispettare e difendere il mistero della vita sempre e ovunque, comprese le vite dei nascituri, offrendo un aiuto e un incoraggiamento reali alle madri in situazioni difficili. Siete chiamati a operare e a pregare contro l'aborto, contro la violenza di ogni tipo, compresa la violenza perpetrata ai danni della dignità delle donne e dei bambini attraverso la pornografia. Lottate per la vita degli anziani e dei disabili contro i tentativi di promuovere il suicidio assistito e l'eutanasia! Schieratevi a favore del matrimonio e della vita familiare! Lottate per la purezza! Resistete alle pressioni e alle tentazioni di un mondo che troppo spesso cerca di ignorare una verità fondamentale: che ogni vita è un dono che ci viene da Dio nostro Creatore, e che dobbiamo rendere conto a Dio di come la usiamo, nel bene e nel male.

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7. Vi è un'altra tappa del passaggio dello Spirito Santo attraverso la storia su cui dobbiamo meditare: il terzo Mistero Gaudioso del Rosario, la nascita del Figlio di Dio, annunciata dagli Angeli ai Pastori. "Non temete... oggi vi è nato nella città di Davide un Salvatore... troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia" (
Lc 2,10-12). San Luca ci dice che i Pastori si dicevano l'un l'altro: "Andiamo a vedere questo bambino" (cfr. Lc 2,15). Ed essi andarono e trovarono il Bambino con Maria e Giuseppe. Ecco cosa dobbiamo fare! Dobbiamo andare da questo Bambino, da quest'Uomo, il Figlio di Dio, indipendentemente dai disagi o dai rischi, perché conoscerlo e amarlo cambierà veramente le nostre vite.

Ricordo una canzone che ero solito cantare in Polonia quando ero giovane, una canzone che canto ancora come Papa e che parla della nascita del Salvatore. Nella notte di Natale, in ogni chiesa e cappella, questo canto risuona ripetendo in musica la storia raccontata dal Vangelo. Dice così: "Nel silenzio della notte si ode una voce: 'Alzatevi, pastori, Dio è nato per voi! Correte a Betlemme a incontrare il Signore'". La stessa storia viene narrata nel bellissimo inno "Notte santa", che tutti conoscono. E' un inno che ci commuove profondamente, ricordandoci che Gesù, il Figlio di Dio, è nato da Maria, nato per renderci santi e per fare di noi i figli e le figlie adottivi di Dio. E' un inno al potere creativo dello Spirito Santo. E' un canto che ci aiuta a non avere paura.

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8. Se parlo di Natale è perché tra meno di cinque anni giungeremo al termine del Secondo Millennio, duemila anni dalla nascita di Cristo in quella prima notte di Natale a Betlemme. Dobbiamo permettere allo Spirito Santo di prepararci a quell'importante evento, che rappresenta un'altra tappa significativa del suo passaggio attraverso la storia e del nostro pellegrinaggio di fede.

Il vostro Arcivescovo, il Cardinale O'Connor, mi ha dato la gradita notizia che la Chiesa a New York inizierà a prepararsi per il Millennio dichiarando il 1996 Anno dell'Evangelizzazione. Che splendido inizio compiere un enorme sforzo della durata di un anno per trasmettere l'insegnamento e l'amore di Cristo a tutti coloro che vorranno ascoltare, soprattutto a quanti, per qualche ragione, possono essersi allontanati o estraniati dalla Chiesa. Il Cardinale O'Connor avrà bisogno di tutti voi, e soprattutto di voi giovani, per aiutare la Chiesa a entrare nel Terzo Millennio. Voi giovani vivrete la maggior parte della vostra vita nel prossimo Millennio. Dovete aiutare lo Spirito Santo a formarne il carattere sociale, morale e spirituale. Dovete trasmettere la vostra gioia per essere diventati figli e figlie adottivi di Dio attraverso il potere creativo dello Spirito Santo. Fatelo con l'aiuto di Maria, Madre di Gesù. Rimanete uniti al suo Rosario, e non vi allontanerete mai dal suo fianco.

Il Papa sta parlando a tutti voi, non solo ai giovani. Il Papa vi chiede di farlo. Sa che lo farete e per questo vi ama. Allora potrete dire a tutto il mondo che avete offerto al Papa un regalo di Natale a ottobre, a New York, al Central Park. Non abbiate paura! Il potere dello Spirito Santo è con voi! Vieni, Spirito Santo, riempi i cuori dei tuoi fedeli! Accendi in loro il fuoco del tuo amore! Amen.

Data: 1995-10-07 Data estesa: Sabato 7 Ottobre 1995

Rosario: la pia pratica diffusa dalla Radio Vaticana nel primo sabato del mese - Cattedrale di "St. Patrick", New York (U.S.A.)

Titolo: I religiosi e le famiglie svolgono un ruolo essenziale nella missione della Chiesa di umanizzare il mondo

Caro Cardinale O'Connor e cari fratelli Cardinali e Vescovi, Cari Fratelli e Sorelle, Distinti Ospiti,

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1. E' per me una grande gioia essere ancora una volta nella cattedrale di St.

Patrick, che è una sorta di punto di riferimento spirituale per tutti gli abitanti di New York, e in un certo senso per tutti i cattolici negli Stati Uniti.

Da questa "dimora di Dio" saluto i familiari di Dio nello Spirito (cfr.
Ep 2,19): tutti coloro che sono stati "rigenerati, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una speranza viva" (1P 1,3). In primo luogo saluto il mio caro amico il Cardinale O'Connor, Pastore di questa enorme Arcidiocesi, di cui tutti conoscete la coraggiosa guida. Saluto tutti voi che avete recitato il Rosario con me, qui, oggi, proprio nella Festa del Santo Rosario, specialmente i malati e i disabili. Rivolgo rispettosi saluti anche alle autorità civili della città, dello Stato e della nazione.

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2. Sono lieto che il Cardinale O'Connor abbia invitato due categorie molto speciali di persone per pregare insieme questo pomeriggio: i rappresentanti degli istituti religiosi dell'Arcidiocesi e le famiglie di ognuna delle oltre quattrocento parrocchie. Queste vocazioni sono complementari. La famiglia, tipica vocazione laica, testimonia la presenza di Dio nella storia attraverso l'amore reciproco dei coniugi e il loro servizio alla vita. I religiosi, vivendo la consacrazione radicale dei consigli evangelici, testimoniano che Dio è assoluto e che il suo Regno di giustizia, di pace e d'amore è il nostro supremo destino.

Entrambe le vocazioni svolgono quindi un ruolo essenziale nella missione della Chiesa e nella grande impresa di umanizzare il mondo.

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3. Cari religiosi, seguendo Cristo lungo il cammino stretto e difficile (cfr.
Mt 7,14), sperimentate quanto sia vero che è "grande presso di lui la redenzione": copiosa apud eum redemptio (Ps 129,7). Forse per alcuni di voi questo è stato una croce resa pesante dalle tentazioni del dubbio circa il significato e lo scopo della vostra testimonianza, dagli attacchi rivolti alla vita religiosa e alla Chiesa stessa. Tuttavia la vostra fedeltà ha resistito alle sfide interne ed esterne e rimane un esempio singolare per un mondo che ha tanto bisogno della vita nuova in Cristo (cfr. Rm 6,4), resa presente dall'amore della donazione di sé che ispira tutta la vostra vita (cfr. PC 1).

Ogni giorno nelle mie preghiere lodo e ringrazio il Padre della Misericordia per gli sforzi eroici di tante religiose e tanti religiosi che vivono secondo "la legge dello Spirito che dà vita in Cristo Gesù" (Rm 8,2). Dobbiamo implorare Dio affinché, per Sua grazia e mediante l'intercessione di Maria e dei vostri Santi fondatori e delle vostre Sante fondatrici, una nuova Pentecoste si radichi nella vita consacrata affinché risulti chiaro a tutti, in particolare ai giovani, che la vita religiosa è una forza vitale e necessaria nella Chiesa. A ognuno di voi e a tutti i fedeli religiosi degli Stati Uniti, con parole tratte dalla Lettera agli Ebrei dico: "Non abbandonate dunque la vostra fiducia, alla quale è riservata una grande ricompensa" (He 10,35). La società ha bisogno della vostra testimonianza profetica e inequivocabile della vicinanza di Dio.

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4. Care Famiglie, Care madri, cari padri, figlie, figli, fratelli, sorelle, nonni: Dovevo venire a New York lo scorso anno in occasione della celebrazione dell'Anno della Famiglia promosso dalle Nazioni Unite. Nella Lettera alle Famiglie, scritta in quella occasione, ho osservato che la famiglia si trova "al centro del grande combattimento tra il bene e il male, tra la vita e la morte, tra l'amore e quanto all'amore si oppone" (
LF 23). La famiglia è quindi al centro della missione della Chiesa e della sua sollecitudine per l'umanità.

Quando un uomo e una donna si uniscono l'uno all'altro senza riserve nella loro decisione di essere fedeli in "malattia e salute, nella buona e nella cattiva sorte", fino ad escludere ogni altro amore fisico, essi cooperano con il Creatore nel portare al mondo nuova vita. Voi genitori potete guardare i vostri figli con amore e dire: questa è "carne della mia carne" (Gn 2,23). La vostra vita è delineata dal vostro desiderio e dovere paterni e materni di dare il meglio ai vostri figli: una casa colma di amore, una formazione, un avvio buono e positivo sul cammino della vita, ora e per l'eternità. Soprattutto, attraverso il battesimo permettete ai vosti figli di diventare i figli e le figlie diletti di Dio, misticamente uniti con Cristo, incorporati alla sua Chiesa!. Considerate quanto è importante che voi alimentiate la vita di fede e quella di grazia in voi stessi e nei vostri figli. Sotto l'altare maggiore di questa Cattedrale, insieme ai precedenti Cardinali e Arcivescovi di New York, è sepolto il servo di Dio Pierre Toussaint, uomo sposato, in passato schiavo originario di Haiti. Che c'è di tanto straordinario in quest'uomo? Egli ha irradiato una fede serena e gioiosa, alimentata quotidianamente dall'Eucaristia e dalle visite al Santissimo Sacramento. Di fronte alla costante e dolorosa discriminazione, egli comprese, come pochi hanno fatto, il significato delle parole: "Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno" (Lc 23,34). Nessun tesoro eleva e trasforma quanto la luce della fede.

Da molti punti di vista questi sono tempi difficili per i genitori che desiderano trasmettere ai loro figli il tesoro della fede cattolica. A volte voi stessi non siete sicuri di ciò che la Chiesa sostiene. Vi sono falsi maestri e voci dissenzienti. I cattivi esempi causano grandi danni. Inoltre, una cultura intemperante mina molti dei valori che sono alla base di una sana vita familiare.

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5. Vi sono due cose che le famiglie cattoliche in America possono subito fare per rafforzare la vita familiare. La prima è la preghiera: sia quella personale, sia quella famigliare. La preghiera eleva le nostre menti e i nostri cuori a Dio per ringraziarlo delle sue benedizioni, per chiedergli aiuto. Ciò introduce la forza salvifica di Gesù Cristo nelle decisioni e nelle azioni della vita quotidiana.

Vi è una preghiera in particolare che consiglio alle famiglie, quella che abbiamo appena recitato, il Rosario. E in particolare i misteri gaudiosi, che ci aiutano a meditare sulla Sacra Famiglia di Nazaret. Unendo la sua volontà alla volontà di Dio, Maria ha concepito Cristo Bambino, ed è diventata l'esempio di ogni madre che porta in grembo il proprio figlio. Andando a trovare sua cugina Elisabetta, Maria ha portato in un'altra famiglia la presenza salvifica di Gesù.

Maria ha partorito il Bambino Gesù nelle circostanze più umili e lo ha presentato a Simeone nel tempio, come ogni bambino può essere presentato a Dio nel battesimo.

Maria e Giuseppe si preoccuparono del bambino che si era perduto prima di ritrovarlo nel tempio, cosicché i genitori di tutte le generazioni sapessero che le prove e i dispiaceri della vita familiare sono la via per un'unione più stretta con Gesù. Per usare una frase resa famosa dal defunto Padre Patrick Peyton: La famiglia che prega unita rimane unita!

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6. Il secondo suggerimento che offro alle famiglie è quello di utilizzare il Catechismo della Chiesa Cattolica per apprendere la fede e per rispondere alle domande che sorgono, in particolare alle questioni morali che oggi tutti devono affrontare. Cari Genitori, voi siete educatori perché siete genitori. Esorto e incoraggio i Vescovi e tutta la Chiesa negli Stati Uniti ad aiutare i genitori ad adempiere la loro vocazione a essere i principali e più importanti maestri di fede per i loro figli. Vorrei inoltre rivolgere un particolare ringraziamento a tutti coloro che hanno fatto sacrifici, a volte eroici, per garantire ai bambini cattolici di ricevere una formazione nella fede sia attraverso il sistema scolastico cattolico sia attraverso i programmi di educazione religiosa nelle vostre parrocchie. So che l'Arcidiocesi di New York è orgogliosa delle sue scuole cattoliche e dei suoi programmi di educazione religiosa. Enormi sforzi vengono profusi in queste attività nonostante le grandi difficoltà. Possa Dio ricompensare tutte le persone impegnate in queste attività!

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7. Anche le famiglie in difficolta o le coppie che vivono in situazioni irregolari hanno diritto alla cura pastorale della Chiesa. Altre famiglie più forti e spiritualmente più mature possono svolgere un ruolo meraviglioso nell'offrire incoraggiamento e aiuto a tali coppie e famiglie. Ogni rafforzamento dei legami familiari è una vittoria per la società. Mi rivolgo a tutti voi affinché promuoviate il rispetto per il mistero della vita e dell'amore che Dio ha affidato in modo speciale alle famiglie.

E a voi religiosi, rivolgo un appello affinché siate, nel cuore della Chiesa negli Stati Uniti, ciò che il Concilio Vaticano II vi ha chiamato ad essere: "una splendida caratteristica del regno dei cieli" (
PC 1).

Che Dio benedica tutti voi! Che Dio benedica la Chiesa a New York!

Data: 1995-10-07 Data estesa: Sabato 7 Ottobre 1995

Giovanni Paolo II benedice gli Uffici della Missione della Santa Sede presso le Nazioni Unite - New York (U.S.A.)

Titolo: Operiamo e preghiamo sempre per la slavezza dell'intera Famiglia umana

Miei cari Fratelli e Sorelle,

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1. Con l'avvicinarsi del terzo millennio ci viene offerta l'opportunità di riflettere sul potere e sulla presenza di Dio nella nostra vita e nel mondo. Quasi duemila anni fa Gesù Cristo ha annunciato il Regno di Dio qui sulla terra, e ai nostri giorni continua ad attrarre uomini e donne verso la luce della sua verità.

Così come ha ordinato alla sua Chiesa di "ammaestrare tutte le nazioni" (
Mt 28,19), egli chiama oggi i fedeli, siano essi Vescovi, sacerdoti, religiosi o laici, ad essere strumenti di evangelizzazione per la salvezza dell'intera famiglia umana.

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2. E' proprio per questa ragione che, più di trent'anni fa, Papa Paolo VI diede inizio alla partecipazione formale della Santa Sede all'Organizzazione delle Nazioni Unite, offrendo la cooperazione della competenza umanitaria e spirituale della Chiesa agli uomini e alle donne di buona volontà che operano per il progresso della pace e della giustizia nella comunità internazionale. In questa veste la Santa Sede continua a ricordare alle nazioni che il loro interesse deve sempre essere rivolto al bene integrale della persona umana.

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3. Intendendo estendere questa attività al di là dei parametri strettamente diplomatici della Missione della Santa Sede presso l'Organizzazione delle Nazioni Unite, nel 1991 è stata istituita la Fondazione "Path to Peace". Da allora la Fondazione ha dato molti frutti nella diffusione del messaggio con il quale la Chiesa cattolica, attraverso il ministero del Sucessore di Pietro e le attività della Santa Sede, s'impegna a "dirigere i nostri passi sulla via della pace" (
Lc 1,79).

Ogni anno la Fondazione "Path to Peace" rende omaggio a un singolo individuo per il suo eccezionale servizio alla causa della pace nel mondo e riconosce quegli eroi, spesso non celebrati, che operano in molti campi e il cui unico proposito e desiderio è quello di essere presenti dove è più necessario.

Allo stesso tempo offre riconoscimento a quegli uomini e quelle donne che offrono il loro tempo, le loro capacità e le loro risorse per fornire i mezzi atti a sostenere e a estendere la missione evangelica della Chiesa che consiste nel far conoscere Cristo a tutto il mondo.

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4. Questa struttura di nuova acquisizione è una testimonianza del sostegno e dell'impegno di tante persone, sia per la Missione della Santa Sede, sia per la Fondazione "Path to Peace", nella loro opera congiunta a favore della pace nel mondo. A tutti voi, benefattori e volontari, esprimo, dal profondo del cuore, la mia gratitudine. Consacrando questo edificio alla causa di Cristo, consacriamo anche noi stessi al suo servizio, operando e pregando sempre per la salvezza dell'intera famiglia umana.

Data: 1995-10-07 Data estesa: Sabato 7 Ottobre 1995

L'omelia durante la solenne Celebrazione Eucaristica domenicale all'"Oriole Park at Camden Yards" - Baltimora (U.S.A.)

Titolo: La sfida che l'America deve affrontare oggi è quella di trovare la pienezza della libertà nella verità

"Ascoltate oggi la sua voce: non indurite il cuore" (Ps 95,7-8) Cari Fratelli e Sorelle in Cristo,

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1. Ogni giorno la Chiesa inizia la Liturgia delle Ore con il Salmo che abbiamo appena recitato insieme: "Venite, applaudiamo al Signore" (
Ps 95,1). In quell'appello, che risuona nel corso dei secoli e che rieccheggia su tutta la terra, il Salmista chiama a raccolta il Popolo di Dio per cantare le lodi del Signore e rendere grande testimonianza alle cose meravigliose che Dio ha fatto per noi. Sacerdoti, Religiosi e Religiose, e un numero sempre maggiore di laici recitano ogni giorno la Liturgia delle Ore, dando origine a una grande mobilitazione di lode a Dio - officium laudis - a Dio che, attraverso la sua Parola, ha creato il mondo e tutto quanto vi esiste: "Nella sua mano sono gli abissi della terra, sono sue le vette dei monti. Suo è il mare, egli lo ha fatto, le sue mani hanno plasmato la terra" (Ps 95,4-5).

Non siamo soltanto creature di Dio. Nella sua infinita misericordia, Dio ci ha scelti come suo popolo diletto: "Egli è il nostro Dio e noi il popolo del suo pascolo, il gregge che egli conduce" (Ps 95,7). Egli ci ha scelti in Cristo, il Buon Pastore, che ha dato la vita per le sue pecore e che ci chiama al banchetto del suo Corpo e del suo Sangue, la Santa Eucaristia che stiamo celebrando insieme questa mattina.

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2. L'appello del Salmista ad ascoltare la voce del Signore ha un significato particolare per noi che celebriamo questa Messa a Baltimore. Il Maryland è stato il luogo d'origine nascita della Chiesa nell'America coloniale. Oltre trecentosessanta anni fa, un piccolo gruppo di cattolici vennero nel Nuovo Mondo per costruire una casa in cui poter applaudire al Signore (cfr.
Ps 95,1) in libertà. Fondarono una colonia caratterizzata dalla tolleranza religiosa, che più tardi sarebbe diventata una delle pietre angolari culturali della democrazia americana. Baltimore è la più antica Sede Metropolitana degli Stati Uniti. Il suo primo Vescovo, John Carroll, si distingue come un modello ancora in grado di ispirare la Chiesa di oggi in America. Qui sono stati tenuti i grandi Concilii Provinciali e Plenari che hanno guidato l'espansione della Chiesa quando ondate di immigranti giungevano su queste sponde alla ricerca di una vita migliore. Qui a Baltimore, nel 1884, i Vescovi degli Stati Uniti autorizzarono il "Catechismo di Baltimore", che per decenni formo la fede di decine di milioni di cattolici. A Baltimore, il sistema scolastico cattolico statale è stato avviato sotto la guida di Santa Elisabetta Ann Seton. Il primo Seminario degli Stati Uniti fu fondato qui, sotto la protezione della Vergine Madre di Dio, così come il primo Collegio cattolico femminile d'America. A partire da quegli eroici inizi, uomini e donne di ogni razza e classe sociale hanno costruito la comunità cattolica che vediamo oggi in America, un grande movimento spirituale di testimonianza, di apostolato, di buone opere, di istituzioni e organizzazioni cattoliche.

Saluto quindi con grande affetto il vostro Arcivescovo, il Cardinale Keeler, e lo ringrazio per la sua guida sensibile in questa Chiesa locale e per la sua opera a favore della Conferenza Episcopale. Saluto con stima gli altri Cardinali e Vescovi qui presenti in gran numero, i sacerdoti, i diaconi e i seminaristi, i Religiosi e le Religiose, e tutto il popolo di Dio, le "pietre vive" (1P 2,5) di cui si serve lo Spirito per edificare il Corpo di Cristo.

Saluto con gioia i membri delle varie Chiese e Comunità Ecclesiali cristiane.

Assicuro loro che la Chiesa cattolica desidera ardentemente celebrare il Giubileo dell'anno 2000 quale grande occasione per cercare di superare le divisioni del Secondo Millennio (cfr. TMA 34). Ringrazio le autorità civili che hanno desiderato condividere con noi questo sacro momento.

Ringrazio i fedeli di lingua spagnola qui presenti e tutti coloro che seguono questa Messa attraverso la radio o la televisione. La Chiesa è la loro casa spirituale. Le sue parrocchie, associazioni, scuole e programmi educativi religiosi hanno bisogno della loro cooperazione e dell'entusiasmo della loro fede.

Con affetto speciale li esorto a trasmettere le proprie tradizioni cattoliche alle giovani generazioni.

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3. La nostra celebrazione odierna non ci parla soltanto del passato. L'Eucaristia rende sempre nuovamente presente il mistero salvifico della Morte e della Risurrezione di Cristo ed è volta al definitivo compimento futuro del piano salvifico di Dio. Due anni fa, a Denver, sono rimasto profondamente colpito dalla vitalità dei giovani d'America mentre rendevano una testimonianza entusiastica del loro amore per Cristo e mostravano di non aver paura di fronte alle richieste del Vangelo. Oggi offro questa Messa per un rafforzamento di quella vitalità e di quel coraggio cristiano a ogni livello della Chiesa negli Stati Uniti: tra i laici, tra i sacerdoti e i religiosi, tra i miei Fratelli Vescovi. Tutta la Chiesa si sta preparando al Terzo millennio cristiano. La sfida del grande Giubileo dell'anno 2000 è la nuova evangelizzazione: un approfondimento della fede e una vigorosa risposta alla vocazione cristiana alla santità e al servizio. Il Successore di Pietro è venuto a Baltimore per esortare ciascuno di voi proprio a questo: il coraggio di rendere testimonianza al Vangelo della nostra Redenzione.

Nella lettura odierna del Vangelo, gli Apostoli chiedono a Gesù: "Aumenta la nostra fede" (
Lc 17,6). Questa deve essere la nostra costante preghiera. La fede è sempre esigente, poiché ci porta al di là di noi stessi. Ci porta direttamente a Dio. La fede inoltre conferisce una visione dello scopo della vita e ci esorta all'azione. Il Vangelo di Cristo non è un'opinione privata, un ideale spirituale remoto o un semplice programma di crescita personale. Il Vangelo è la forza che può trasformare il mondo! Il Vangelo non è un'astrazione: è la persona viva di Gesù Cristo, la Parola di Dio, il riflesso della gloria del Padre (cfr. He 1,2), il Figlio Incarnato che rivela il significato più profondo della nostra umanità e il nobile destino a cui tutta la famiglia umana è chiamata (cfr. GS 22). Cristo ci ha ordinato di far risplendere la luce del Vangelo nel nostro servizio alla società. Come possiamo professare la fede nella parola di Dio, e poi impedirle di ispirare e orientare il nostro pensiero, la nostra attività, le nostre decisioni e le nostre responsabilità reciproche?

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4. In America, la fede cristiana ha trovato espressione in un incredibile insieme di testimonianze e di conquiste. Dobbiamo ricordare con gratitudine l'edificante opera educatrice svolta in innumerevoli famiglie, scuole e università, e tutta la sollecitudine e il conforto profusi negli ospedali, negli ospizi e negli asili.

Dobbiamo rendere grazie per quanti hanno vissuto concretamente la chiamata di Dio nel devoto servizio agli altri, nell'impegno per la giustizia sociale, nella responsabile partecipazione alla vita politica, in un'ampia gamma di organizzazioni caritative e sociali, e nella crescita dell'intesa e della cooperazione ecumenica e interreligiosa. In un contesto più generale, dobbiamo ringraziare Dio per la grande generosità dei cattolici americani, il cui sostegno alle missioni estere ha contribuito grandemente al benessere spirituale e materiale dei loro fratelli e delle loro sorelle in altri Paesi. La Chiesa negli Stati Uniti ha inviato missionari coraggiosi, uomini e donne, in altre Nazioni, e non pochi di essi hanno reso la testimonianza ultima dell'antica verità che il sangue dei martiri è il seme del cristianesimo. Nelle mie visite alle comunità cattoliche di tutto il mondo ho spesso incontrato missionari, laici, religiosi e sacerdoti americani. Desidero lanciare un appello ai giovani cattolici affinché prendano in considerazione la vocazione missionaria. So che lo "spirito di Denver" è vivo in molti giovani cuori. Cristo ha bisogno di una numero maggiore di uomini e donne impegnati che portino quello "spirito" ai quattro angoli della terra.

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5. Oggi tuttavia alcuni cattolici sono tentati dallo scoraggiamento e dalla disillusione, come il Profeta Abacuc nella Prima Lettura. Sono tentati di gridare al Signore in modo diverso: perché Dio non interviene quando la violenza minaccia il suo popolo; perché Dio ci fa assistere alla rovina e alla miseria; perché Dio permette il male? Come il Profeta Abacuc, e come gli Israeliti assetati nel deserto a Meriba e Massa, la nostra fiducia può vacillare; possiamo perdere la pazienza con Dio. Nel dramma della storia, possiamo trovare gravosa piuttosto che liberatrice, la nostra dipendenza da Dio. Anche noi possiamo "indurire i nostri cuori".

Eppure il Profeta dà una risposta alla nostra impazienza: Se Dio indugia, attendilo, perché certo verrà e non tarderà (cfr.
Ab 2,3). Un proverbio polacco esprime la medesima convinzione in altro modo: "Dio prende il suo tempo, ma è giusto". La nostra attesa di Dio non è mai vana. Ogni momento rappresenta un'opportunità di conformarci a Gesù Cristo, di permettere alla forza del Vangelo di trasformare le nostre vite personali e il nostro servizio agli altri, secondo lo spirito delle Beatitudini. "Soffri anche tu insieme con me per il Vangelo", scrive San Paolo a Timoteo nella Seconda Lettura di oggi (2Tm 1,8). Questa non è una vana esortazione alla sopportazione. No, è un invito ad approfondire maggiormente la vocazione cristiana che appartiene a noi tutti grazie al Battesimo. Non esiste male da affrontare che Cristo non affronti con noi. Non esiste nemico che Cristo non abbia già sconfitto. Non esiste croce da portare che Cristo non abbia già portato per noi, e che non porti con noi. E all'estremità di ogni croce noi troviamo la novità della vita nello Spirito Santo, quella nuova vita che raggiungerà la sua pienezza nella risurrezione. Questa è la nostra fede.

Questa è la nostra testimonianza dinanzi al mondo.

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6. Cari Fratelli e Sorelle in Cristo: l'apertura al Signore, una disponibilità a lasciare che il Signore trasformi la nostra vita, dovrebbe produrre una rinnovata vitalità spirituale e missionaria tra i cattolici americani. Gesù Cristo è la risposta alla domanda posta da ogni vita umana, e l'amore di Cristo ci spinge a condividere con tutti questa grande Buona Novella. Crediamo che la Morte e la Risurrezione di Cristo rivelino l'autentico significato dell'esistenza umana; perciò nulla che sia autenticamente umano può non trovare un'eco nei nostri cuori.

Cristo è morto per tutti, dobbiamo quindi essere al servizio di tutti. "Dio infatti non ci ha dato uno Spirito di timidezza... Non vergognarti dunque della testimonianza da rendere al Signore nostro" (
2Tm 1,7-8). così scrisse San Paolo a Timoteo quasi duemila anni fa; così la Chiesa parla oggi ai cattolici americani.

La testimonianza cristiana assume forme diverse nei diversi momenti della vita di una Nazione. Qualche volta rendere testimonianza a Cristo significa trarre da una cultura il pieno significato delle sue intenzioni più nobili, una pienezza che è rivelata in Cristo. Altre volte rendere testimonianza a Cristo significa sfidare quella cultura, soprattutto quando la verità sulla persona umana è minacciata. L'America ha sempre desiderato essere il Paese della libertà. Oggi la sfida che l'America deve affrontare è quella di trovare la pienezza della libertà nella verità: la verità che è intrinseca nella vita umana creata a immagine e somiglianza di Dio, la verità che è inscritta nel cuore umano, la verità che può essere conosciuta dalla ragione e che può quindi formare la base di un dialogo profondo e universale tra i popoli sull'orientamento che essi devono dare alla propria vita e alle proprie attività.

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7. Centotrenta anni fa, il Presidente Abramo Lincoln si chiese se una nazione "concepita nella libertà e fedele all'asserzione che tutti gli uomini sono uguali" potesse "durare a lungo". L'interrogativo del Presidente Lincoln non è altro che l'interrogativo dell'attuale generazione di americani. La democrazia non può esistere senza un impegno condiviso verso certe verità morali sulla persona umana e la comunità umana. La questione fondamentale che una società democratica si pone è: "Come dovremmo vivere insieme?". Nel cercare una risposta a questa domanda, può la società escludere la verità e il ragionamento morali? La sapienza biblica, che ha svolto un ruolo così formativo nella stessa fondazione del vostro Paese, può forse essere esclusa da questo dibattito? E se ciò accadesse, non significherebbe che i documenti costitutivi dell'America non hanno più un carattere distintivo, ma rappresentano semplicemente la veste formale di un'opinione mutevole? Se accadesse, non significherebbe forse che decine di milioni di americani non potrebbero più offrire il contributo delle proprie convinzioni più profonde alla formazione della politica pubblica? E' certamente importante per l'America che le verità morali che consentono la libertà vengano trasmesse ad ogni nuova generazione. Occorre che ogni generazione di americani sappia che la libertà non consiste nel fare ciò che piace, ma nell'avere il diritto di fare ciò che si deve.

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8. Com'è opportuno il compito che San Paolo affida a Timoteo! "Custodisci il buon deposito con l'aiuto dello Spirito Santo che abita in noi" (
2Tm 1,14). Quel compito parla ai genitori e agli insegnanti; parla in modo particolare e urgente a voi, miei Fratelli nell'Episcopato, Successori degli Apostoli. Cristo ci chiede di custodire la verità perché come ci ha promesso: "Conoscerete la verità e la verità di farà liberi" (Jn 8,32). Depositum custodi! Dobbiamo custodire la verità che è la condizione dell'autentica libertà, la verità che consente alla libertà di realizzarsi nella bontà. Dobbiamo custodire il deposito della verità divina che ci è stato trasmesso nella Chiesa, soprattutto alla luce delle sfide poste da una cultura materialistica e da una mentalità permissiva che riduce la libertà a licenza. Ma noi Vescovi dobbiamo fare ben più che custodire tale verità. Dobbiamo proclamarla, nei momenti opportuni e non opportuni; dobbiamo celebrarla con il popolo di Dio, nei sacramenti; dobbiamo viverla nella carità e nel servizio; dobbiamo rendere pubblica testimonianza alla verità che è Gesù Cristo.

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9. Cattolici d'America! Fatevi sempre guidare dalla verità - dalla verità di Dio che ci ha creati e redenti, e dalla verità sulla persona umana, fatta a immagine e somiglianza di Dio e destinata a una gloriosa pienezza nel Regno che verrà. Siate sempre testimoni convincenti della verità. "Infiammate il dono di Dio" che vi è stato offerto nel Battesimo. Illuminate la vostra nazione, illuminate il mondo, con la luce di quella fiamma! Amen.

Data: 1995-10-08 Data estesa: Domenica 8 Ottobre 1995


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