GP2 Discorsi 1997 219

219 Invocando per voi e per tutti i fedeli delle vostre Diocesi l'intercessione della Vergine Maria e dei santi Apostoli, vi imparto di tutto cuore la Benedizione Apostolica.


AL 31° STORMO DELL'AERONAUTICA MILITARE ITALIANA


Sala del Concistoro (Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo)

Domenica, 21 settembre 1997




Carissimi Ufficiali e Sottufficiali
del trentunesimo Stormo dell'Aeronautica Militare!

1. Sono particolarmente lieto di accogliervi quest'oggi, insieme ai vostri familiari. Il tradizionale e cordiale saluto, che in questa circostanza siete soliti porgermi, mi offre l'opportunità di manifestarvi gratitudine per l'attento e puntuale servizio che garantite al Papa nei suoi spostamenti aerei in tutto il territorio italiano.

In particolare ringrazio Lei, Signor Colonnello, per il significativo dono e per le cortesi espressioni con le quali ha voluto farsi interprete dei sentimenti dei presenti. Apprendo dalle sue parole che è imminente la conclusione del suo servizio di Comandante del trentunesimo Stormo. Mentre Le manifesto vivo apprezzamento per l'opera svolta e per la cortese disponibilità costantemente dimostrata, formulo fervidi voti per le nuove responsabilità che Le saranno affidate.

2. Quale gesto di riconoscenza verso l'intero Stormo, desidero ora insignire alcuni di voi con Onorificenze Pontificie in segno di apprezzamento e di stima.

Il delicato compito che siete chiamati a svolgere vi offre spesso la possibilità di staccarvi fisicamente dalla terra e di volare nei cieli aperti, dove lo sguardo spazia lontano e dove è dato di immergersi in un'atmosfera limpida e pura. Tale esperienza aiuta a guardare con occhi diversi le cose ed a liberarsi da una visione angusta delle vicende quotidiane. Essa invita, altresì, a considerare la grandezza di Dio, che la fede localizza simbolicamente in cielo, anche se afferma che l'universo intero è incapace di contenerne l'immensità.

Additando il cielo, la Chiesa esorta ogni uomo a considerare con rispettoso distacco, pur nella amorevole cura, le cose del mondo che passa, avendo sempre presente nella mente e nel cuore la comune e definitiva patria celeste, dove si trova Cristo, assiso alla destra del Padre.

Carissimi, spaziando negli ampi orizzonti del cielo, coltivate in voi questi sentimenti di fede, che suggeriscono il giusto atteggiamento con cui vanno affrontate le realtà terrene. Iddio vi illumini sempre e vi protegga in ogni vostro intervento.

220 Mentre affido voi ed i vostri cari alla materna protezione della beata Vergine di Loreto, Patrona degli Avieri, di cuore imparto a voi ed alle vostre famiglie la Benedizione Apostolica.



MESSAGGIO DI GIOVANNI PAOLO II


AI PARTECIPANTI AL XV CAPITOLO GENERALE


DEI MISSIONARI COMBONIANI DEL CUORE DI GESÙ




Al Reverendissimo Padre
Manuel Augusto Lopes Ferreira
Superiore Generale
dei Missionari Comboniani del Cuore di Gesù

1. Mi rivolgo con gioia a Lei in occasione del Capitolo Generale, che costituisce un momento privilegiato di approfondimento e di crescita della vita di codesta Famiglia religiosa, e colgo volentieri l'occasione per esprimerLe felicitazioni ed auguri per l'impegnativo compito a cui è stato chiamato dalla fiducia del Confratelli. Il Signore L'assista nell'adempimento del nuovo incarico, nel quale L'accompagna la mia preghiera.

Saluto, altresì, i Membri del Consiglio generale ed i partecipanti all'assemblea capitolare. Auspico di cuore che gli intensi lavori di questi giorni producano abbondanti frutti di bene nella Comunità comboniana a favore dell'attività missionaria della Chiesa. Estendo il mio affettuoso saluto a tutti i Missionari comboniani, che operano, spesso in condizioni difficili, in quattro continenti, e li incoraggio a proseguire con generosa fedeltà nel loro impegno di missione "ad gentes".

Il XV Capitolo Generale si svolge tra due momenti significativi della vita del vostro Istituto: il primo è la beatificazione del Fondatore, Mons. Daniele Comboni, che ho avuto la gioia di elevare alla gloria degli altari lo scorso anno; il secondo è la celebrazione del Grande Giubileo dell'anno 2000, la cui preparazione coinvolge ogni componente del Popolo di Dio. Questi due avvenimenti stimolano la vostra Congregazione religiosa ad approfondire il proprio carisma, per proiettarsi con rinnovato slancio nell'opera dell'evangelizzazione, nella prospettiva del terzo millennio cristiano.

2. Mentre con gioia lodo il Signore per il bene che voi, Missionari comboniani, andate compiendo nel mondo, vorrei esortarvi ad attuare un attento discernimento circa la situazione dei popoli in mezzo ai quali svolgete la vostra azione pastorale. Iddio vi chiama a recare conforto a popolazioni che sono spesso segnate da grande povertà e da sofferenza prolungata e acuta, come ad esempio in Sudan, in Uganda, nel Congo-Kinshasa, nella Repubblica Centroafricana ed in diverse altre parti del globo. Lasciatevi continuamente interrogare dalle difficili situazioni con le quali venite a contatto e cercate di offrire nei modi adeguati la testimonianza della carità che lo Spirito infonde nei vostri cuori (cfr Rm 5,5).

La vita dei Missionari comboniani, cosparsa di gioie e di dolori, di luci e di ombre, è stata segnata e resa feconda anche in questi ultimi anni dalla Croce di Cristo. Come non ricordare qui i Confratelli che hanno coronato il servizio missionario col sacrificio supremo della vita?

La loro scelta evangelica radicale illumini il vostro impegno missionario e sia d'incoraggiamento per tutti a proseguire con rinnovata generosità nella vostra tipica missione nella Chiesa.

221 3. Per portare avanti questa non facile missione, occorre una solida e qualificata formazione, sia nella fase iniziale della maturazione vocazionale dei candidati, sia negli anni successivi.

A tale scopo è necessario tenere presente che cresce il numero delle Nazioni dalle quali provengono i giovani Missionari e, allo stesso tempo, non va sottovalutata l'urgenza di una adeguata preparazione di queste nuove leve, perché siano in grado di affrontare i passaggi interculturali caratteristici della missione comboniana. Va considerata, altresì, la necessità di un loro accompagnamento nei primi anni di servizio nel campo missionario, facendo leva sul sostegno che viene dall'esempio e dalla testimonianza di Comboniani maturi.

Si rivela così l'importanza di una formazione permanente, che si rivolga indistintamente a tutti i membri dell'Istituto e sia sempre più vissuta come responsabilità che tocca in primo luogo il singolo religioso e la comunità locale.

4. A partire dalla situazione attuale del vostro Istituto, considerata "al puro raggio della fede", secondo l'insegnamento del beato Daniele Comboni, sarà possibile proporre alcune linee programmatiche, che vi guidino ad incamminarvi verso il futuro con fiducia e con sempre vivo slancio apostolico.

Innanzitutto sappiate raccogliere con gioia i continui stimoli al rinnovamento e all'impegno che provengono dal contatto reale col Signore Gesù, presente ed operante nella missione attraverso lo Spirito Santo. Seguendo una fondamentale intuizione di Mons. Comboni, avrete così a cuore l'approfondimento e la riaffermazione del carisma specifico del vostro Istituto. Ciò non mancherà di spingervi ad aprire l'animo con disponibilità e riconoscenza alla grazia della vostra specifica missione nella Chiesa, che si caratterizza come una vocazione ad gentes e ad vitam.

La consacrazione alla missione dovrà poi esprimersi in una crescente mobilità apostolica, che vi permetta di rispondere con prontezza ed in modo adeguato alle necessità attuali. Ciò vi consentirà di essere operosamente presenti nei nuovi areopaghi dell'evangelizzazione, privilegiando, anche se ciò dovesse comportare dei sacrifici, l'apertura verso situazioni che, con la loro realtà di estremo bisogno, si rivelano come emblematiche per il nostro tempo.

5. Sull'esempio del beato Fondatore, è urgente imprimere nuovo impulso all'animazione missionaria. Sarà soprattutto il fervore apostolico degli stessi Missionari a sostenere le Comunità cristiane a loro affidate, in particolare quelle di recente fondazione. Esse dovranno essere da voi incoraggiate a realizzare l'universale vocazione missionaria come parte essenziale della loro identità, coinvolgendosi in quella "solidarietà pastorale organica" che ho indicato nell'Esortazione apostolica Ecclesia in Africa (cfr Giovanni Paolo II, Ecclesia in Africa, n. 131).

Nello sforzo di riqualificazione dello stile del servizio missionario, occorrerà privilegiare alcuni elementi oggi significativi, quali la sensibilità all'inculturazione del Vangelo, lo spazio dato alla corresponsabilità degli operatori pastorali, la scelta di forme semplici e povere di presenza tra la gente. Attenzione speciale meritano il dialogo con l'Islam, l'impegno per la promozione della dignità della donna e dei valori della famiglia, la sensibilità per i temi della giustizia e della pace.

6. Lo sforzo di rinnovamento dell'Istituto abbraccia necessariamente la sollecitudine amorevole per la situazione di ogni singolo religioso, affinché la sua consacrazione missionaria possa essere sempre più sorgente di incontro vivificante e santificante con Gesù, il cui Cuore trafitto è fonte di consolazione, pace e salvezza per tutti gli uomini.

In tale prospettiva, è decisivo approfondire le radici mistiche della vocazione comboniana. Potrete così nutrirvi della vostra specifica spiritualità ed offrirla come dono prezioso a tutti coloro che avvicinate nel servizio pastorale. Come ho ricordato in occasione della beatificazione di Daniele Comboni, "dalla contemplazione della Croce e dalla devozione al Sacro Cuore di Gesù, il vostro beato Fondatore seppe trarre sostegno e forza per affrontare ogni prova . . . La sua indefessa opera missionaria era sostenuta dalla preghiera, nella quale egli indicava il primo mezzo di evangelizzazione e di animazione missionaria" (Giovanni Paolo II, Messaggio ai Padri comboniani, 18 marzo 1996: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, XIX, 1 (1996) 576).

Auspico che gli orientamenti elaborati dal Capitolo Generale guidino l'intero Istituto a proseguire con generosità e determinazione sulla via tracciata dal Fondatore e seguita con eroico coraggio da tanti Confratelli.

222 Con tali sentimenti, mentre invoco la celeste protezione di Maria, Regina delle Missioni, e del Beato Daniele Comboni, di cuore imparto ai Delegati capitolari ed all'intera Famiglia comboniana una speciale Benedizione Apostolica.

Da Castel Gandolfo, 25 settembre 1997.

IOANNES PAULUS PP. II


MESSAGGIO DI GIOVANNI PAOLO II


IN OCCASIONE DELLA II ASSEMBLEA PLENARIA


DELLA PONTIFICIA COMMISSIONE PER I


BENI CULTURALI DELLA CHIESA


Giovedì, 25 settembre 1997




Signori Cardinali,
Venerati Fratelli nell'Episcopato e nel Sacerdozio,
Illustri Signori e Signore!

1. Sono lieto di farvi pervenire il mio saluto, in occasione della Seconda Assemblea Plenaria della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa. Vi ringrazio per il lavoro che svolgete con impegno e rivolgo un particolare pensiero al vostro Presidente, Mons. Francesco Marchisano, con animo grato per essersi fatto interprete dei vostri comuni sentimenti. Il vostro gruppo si è recentemente arricchito di nuovi e qualificati membri, al fine di rappresentare maggiormente l'universalità della Chiesa e la diversità delle culture, attraverso le cui espressioni artistiche può ben elevarsi un multiforme inno di lode a Dio, rivelatosi in Gesù Cristo. A tutti un affettuoso benvenuto.

Il tema del vostro incontro è di grande interesse: "I beni culturali della Chiesa in riferimento alla preparazione del Giubileo". Come scrivevo nella Tertio millennio adveniente, la Chiesa, in vista del Giubileo, è invitata a ripensare al cammino percorso in questi due millenni di storia. I beni culturali rappresentano una porzione rilevante del patrimonio, che essa è venuta progressivamente costituendo ai fini dell'evangelizzazione, dell'istruzione e della carità. Enorme, infatti, è stata l'incidenza del Cristianesimo sia nel campo dell'arte nelle sue varie espressioni, che della cultura in tutto il suo deposito sapienziale.

La presente Sessione vi offre l'occasione propizia per uno scambio di esperienze su quanto si sta organizzando, in vista del Giubileo, nelle diverse realtà ecclesiali, di cui voi siete autorevoli portavoce. Essa, inoltre, vi permette di raccogliere suggerimenti, che potranno essere segnalati ai competenti organismi dei singoli Paesi, per quell'utilizzo che apparirà opportuno nel contesto delle loro peculiari tradizioni.

In questo primo anno di preparazione alla storica ricorrenza del 2000, è in particolare la contemplazione dell'icona di Cristo che deve rinvigorire le forze spirituali dei credenti, perché amino il Signore e lo testimonino nell'oggi della Chiesa e delle culture, con il coraggio della santità ed il genio dell'arte. Le diverse manifestazioni artistiche, unitamente alle molteplici espressioni delle culture, che hanno costituito un veicolo privilegiato della seminagione evangelica, esigono in questa fine di millennio una verifica attenta ed una critica lungimirante, perché si rendano capaci di nuova forza creativa ed offrano il loro apporto alla realizzazione della "civiltà dell'amore".

2. I "beni culturali" sono destinati alla promozione dell'uomo e, nel contesto ecclesiale, assumono un significato specifico in quanto sono ordinati all'evangelizzazione, al culto e alla carità. La loro tipologia è varia: pittura, scultura, architettura, mosaico, musica, opere letterarie, teatrali e cinematografiche. In queste varie forme artistiche s'esprime la forza creativa del genio umano che, mediante figurazioni simboliche, si fa interprete di un messaggio che trascende la realtà. Se animate da afflato spirituale, tali opere possono aiutare l'anima nella ricerca delle cose divine e possono giungere anche a costituire pagine interessanti di catechesi e di ascesi.

223 Le biblioteche ecclesiastiche, ad esempio, non sono il tempio di uno sterile sapere, ma il luogo privilegiato della vera sapienza che narra la storia dell'uomo, gloria del Dio vivente, attraverso la fatica di quanti hanno cercato nei frammenti del creato e nell'intimo degli animi l'impronta della divina sostanza.

I musei di arte sacra non sono depositi di reperti inanimati, ma perenni vivai, nei quali si tramandano nel tempo il genio e la spiritualità della comunità dei credenti.

Gli archivi, specialmente quelli ecclesiastici, non conservano solo tracce di umane vicende, ma portano anche alla meditazione sull'azione della divina Provvidenza nella storia, così che i documenti in essi conservati diventano memoria dell'evangelizzazione operata nel tempo ed autentico strumento pastorale.

Carissimi, voi vi impegnate attivamente per la salvaguardia del tesoro inestimabile dei beni culturali della Chiesa, come pure per conservare la memoria storica di quanto la Chiesa ha fatto lungo i secoli, e per aprirla ad ulteriori sviluppi nel campo delle arti liberali.

Voi vi siete assunto l'impegno, in questo «tempo opportuno» di vigilia giubilare, di proporre con discrezione ai nostri contemporanei quanto la Chiesa ha compiuto lungo i secoli nell'opera di inculturazione della fede, nonché di stimolare con saggezza gli uomini dell'arte e della cultura, perché ricerchino costantemente con le loro opere il volto di Dio e dell'uomo.

Le innumerevoli iniziative, che si stanno progettando in vista dell'Anno Santo, hanno come obiettivo di sottolineare, grazie al contributo di ogni aspetto dell'arte e della cultura, l'annuncio fondamentale: "Cristo ieri, oggi e sempre"; Egli è l'unico Salvatore dell'uomo e di tutto l'uomo. E' encomiabile, perciò, lo sforzo che la vostra Commissione sta facendo per coordinare il settore artistico-culturale attraverso un apposito organismo, che valuta le molteplici proposte di eventi artistici.

Alle antiche vestigia si aggiungono i nuovi areopaghi della cultura e dell'arte, strumenti spesso idonei a stimolare i credenti perché crescano nella loro fede e la testimonino con rinnovato vigore. Dai siti archeologici alle più moderne espressioni dell'arte cristiana, l'uomo contemporaneo deve poter rileggere la storia della Chiesa, per essere così aiutato a riconoscere il fascino misterioso del disegno salvifico di Dio.

3. Il lavoro affidato alla vostra Commissione consiste nell'animazione culturale e pastorale delle comunità ecclesiali, valorizzando le molteplici forme espressive che la Chiesa ha prodotto e continua a produrre al servizio della nuova evangelizzazione dei popoli.

Si tratta di conservare la memoria del passato e di tutelare i monumenti visibili dello spirito con un lavoro capillare e continuo di catalogazione, di manutenzione, di restauro, di custodia e di difesa. Occorre sollecitare tutti i responsabili del settore a quest'impegno di primaria importanza, perché sia condotto con l'attenzione che merita la salvaguardia dei beni della comunità dei fedeli e dell'intera collettività umana. Sono beni di tutti, e quindi devono diventare cari e familiari a tutti.

Si tratta, inoltre, di favorire nuove produzioni, attraverso un contatto interpersonale più attento e disponibile con gli operatori del settore, così che anche la nostra epoca possa registrare opere che documentino la fede e il genio della presenza della Chiesa nella storia. Vanno perciò incoraggiate le istanze ecclesiastiche locali e le molteplici associazioni, per favorire la collaborazione costante e stretta tra Chiesa, cultura ed arte.

Si tratta altresì di mettere maggiormente in luce il senso pastorale di questo impegno, perché sia percepito dal mondo contemporaneo, dai credenti e dai non credenti. A tal fine è opportuno favorire nelle Comunità diocesane momenti di formazione del clero, degli artisti e di tutti gli interessati ai beni culturali, perché il patrimonio dell'arte sia valorizzato appieno nel campo cultuale e catechetico.

224 Plaudo, per questo, al vostro sforzo di presentare il contributo dato dal Cristianesimo alla cultura dei vari popoli, mediante l'azione evangelizzatrice di sacerdoti, religiosi e laici impegnati. Anche pochi secoli di evangelizzazione hanno prodotto quasi sempre espressioni artistiche destinate a restare determinanti nella storia dei vari popoli.

E' opportuno mettere in risalto le più genuine forme di pietà popolare, con le proprie radici culturali. Occorre ribadire l'importanza dei musei ecclesiastici parrocchiali, diocesani, regionali e delle opere letterarie, musicali, teatrali o culturali in genere, di ispirazione religiosa, per dare un volto concreto e fruibile alla memoria storica del cristianesimo.

Sarà utile a tale scopo organizzare incontri a livello nazionale o diocesano, in collaborazione con centri culturali (Università, Scuole, Seminari, ecc.), al fine di mettere in luce il patrimonio dei beni culturali della Chiesa. Sarà pure utile promuovere localmente lo studio di personalità religiose o laiche che hanno lasciato un'impronta significativa nella vita della nazione o della comunità cristiana; come pure sottolineare gli avvenimenti della storia nazionale, in cui il Cristianesimo è stato determinante sotto vari aspetti e segnatamente nel campo delle arti.

4. L'animazione dell'Anno Santo attraverso i beni culturali, si esplica dunque ad intra attraverso la valorizzazione del patrimonio che la Chiesa ha prodotto in questi due millenni di presenza nel mondo e ad extra attraverso la sensibilizzazione degli artisti, dei cultori e dei responsabili.

Carissimi Fratelli e Sorelle, maestra di vita, la Chiesa non può non assumersi anche il ministero di aiutare l'uomo contemporaneo a ritrovare lo stupore religioso davanti al fascino della bellezza e della sapienza che si sprigiona da quanto ci ha consegnato la storia. Tale compito esige un lavoro diuturno ed assiduo di orientamento, di incoraggiamento e di interscambio. Vi rinnovo, pertanto, il mio più vivo ringraziamento per quanto voi svolgete in tale ambito e vi incoraggio a proseguire con entusiasmo e competenza in questo apprezzato servizio alla cultura, all'arte e alla fede. Questo è il vostro specifico contributo alla preparazione del Grande Giubileo del 2000, affinché la Chiesa possa continuare ad essere presente nel mondo contemporaneo, promuovendo ogni valida espressione artistica ed ispirando col messaggio evangelico lo sviluppo dalle diverse culture.

Invoco sui lavori della vostra Assemblea l'assistenza divina, mentre di cuore benedico ciascuno di voi, come pure tutti coloro che con voi collaborano in un settore tanto significativo per la vita della Chiesa.

Da Castel Gandolfo, 25 Settembre 1997.

IOANNES PAULUS PP. II


SALUTO DI GIOVANNI PAOLO II


AL SINDACO E AI RAPPRESENTANTI


DELL'AMMINISTRAZIONE CITTADINA


DI CASTEL GANDOLFO


Venerdì, 26 settembre 1997




Signor Sindaco,
Signori Membri della Giunta e del Consiglio comunale!

Nel momento in cui mi appresto a lasciare Castel Gandolfo per far ritorno in Vaticano, mi è gradito quest'incontro con voi, diventato ormai tradizionale. Esso mi permette di esprimervi sentita gratitudine per quanto la vostra Amministrazione fa per me e per i miei collaboratori.

225 Ringrazio Lei, Signor Sindaco, per le gentili espressioni che ha voluto poc'anzi rivolgermi, interpretando pure i sentimenti dell'intera Amministrazione comunale e di tutti gli abitanti di Castel Gandolfo. Saluto cordialmente tutti i Membri del Consiglio comunale.

Vorrei, altresì, far pervenire, per vostro tramite, ai vostri concittadini il mio vivo apprezzamento per la ben nota cortesia e l'attenzione premurosa con cui mi circondano e seguono la mia attività al servizio della Chiesa universale.

Il Signore mi ha dato di poter trascorrere anche quest'anno giorni sereni in questo luogo ameno e tranquillo; giorni che mi hanno consentito di ritemprare le forze per proseguire con più vigore il mio ministero pastorale. Mi è caro, inoltre, in questa circostanza, aggiungere una parola di riconoscenza per la sollecitudine con la quale vi siete adoperati nel venire incontro alle molteplici esigenze di quanti, durante i mesi estivi, sono venuti a Castello per farmi visita. Ringrazio Dio e sono grato a tutti voi, perché ogni cosa si è svolta sempre nell'ordine e nella tranquillità.

Nell'accomiatarmi da voi, mi piace affidare alla vostra considerazione l'imminente mio pellegrinaggio a Bologna per la conclusione del Congresso Eucaristico Nazionale, come pure il prossimo viaggio a Rio de Janeiro per l'incontro mondiale delle famiglie.

Si tratta di momenti di grande rilievo per la vita della Chiesa, eventi che hanno una indubbia ripercussione nella pubblica opinione. Il mio vivo auspicio è che essi segnino delle tappe di rinnovato entusiasmo spirituale non solo per i credenti, ma per l'intera umanità. Mentre siamo incamminati verso il Grande Giubileo del Duemila, è quanto mai importante che il Vangelo diventi sempre più faro luminoso di speranza e di amore per l'uomo contemporaneo ed in particolare per le famiglie

Auguro di cuore che in ogni vostra famiglia crescano l'amore e la concordia, e vi regni un clima di intesa e di solidarietà, cosicché gli sforzi di ognuno cooperino all'edificazione del bene comune. Accompagno questo cordiale augurio con l'assicurazione del mio ricordo al Signore, perché egli vi assista con la sua grazia e vi colmi di abbondanti consolazioni.

Con tali sentimenti, imparto di cuore a voi ed all'intera popolazione di Castel Gandolfo la mia Benedizione.



VISITA PASTORALE A BOLOGNA, IN OCCASIONE DEL

XXIII CONGRESSO EUCARISTICO NAZIONALE (27-28 SETTEMBRE 1997)

INCONTRO CON LE AUTORITÀ E LA POPOLAZIONE


Piazza Maggiore (Bologna) - 27 settembre 1997



1. In questa bella e antica Piazza Maggiore saluto cordialmente tutti voi, qui venuti ad accogliermi: voi partecipanti al Congresso Eucaristico Nazionale, voi fedeli della Chiesa di Bologna, voi cittadini!

Saluto, in particolare, il Cardinale Giacomo Biffi, Arcivescovo della Città, come pure il Presidente del Consiglio dei Ministri e il Sindaco di Bologna, a ciascuno dei quali dico il mio cordiale grazie per le sincere e amichevoli parole di benvenuto che mi hanno rivolto. La loro presenza qui sta ad esprimere, a diverso ma convergente titolo, l'anima di una città e di una nazione, le cui storie sono irrevocabilmente intrecciate con il Vangelo.

Sono grato poi al Signor Cardinale Camillo Ruini, che saluto cordialmente, per avermi qui rappresentato quale mio Legato fin dall'inizio delle celebrazioni conclusive del Congresso Eucaristico Nazionale.

226 Il mio saluto si estende infine ai confratelli Vescovi provenienti da ogni parte della Nazione, alle Autorità regionali, ai Sindaci delle località di questa Arcidiocesi di Bologna e di tante Città d'Italia, alle altre Autorità religiose, civili, militari - nazionali e cittadine - che hanno voluto onorare questa circostanza con la loro presenza: a tutti giunga il mio pensiero deferente con il vivo incoraggiamento a perseverare generosamente nei rispettivi compiti, esercitando le responsabilità loro affidate per il conseguimento del bene comune.

2. Non posso in questo momento non rivolgere un pensiero affettuoso alle care popolazioni dell’Umbria e delle Marche colpite ieri a più riprese da un grave terremoto, che ha prodotto danni incalcolabili alle persone e agli edifici. Esprimo vivo cordoglio per le vittime e cordiale partecipazione al dolore delle loro famiglie. Sono vicino spiritualmente a quanti sono rimasti senza casa ed a coloro che hanno sofferto e trepidato. Motivo di dispiacere sono state anche le ingenti lesioni inferte al patrimonio artistico e religioso, in particolare nella Basilica Superiore di San Francesco, nel Sacro Convento di Assisi ed in altri monumenti e chiese in diverse località interessate dallo sconvolgimento sismico.

Mentre affido alla misericordia divina le anime dei defunti, invoco dal Signore conforto per i familiari, incoraggiamento per i feriti e sostegno per quanti sono stati danneggiati dal terremoto. La grazia del Signore e la solidarietà di tante persone generose che, coordinate efficacemente dalle pubbliche autorità, si stanno prodigando per venire in aiuto ai loro fratelli nel bisogno, possano rendere meno difficile questo momento di sofferenza e di prova.

3. Sono lieto di essere a Bologna per la terza volta. Con animo grato alla divina Provvidenza che me ne ha dato l'opportunità, ricordo le mie due precedenti venute: la prima, nel 1982, per la "Visita pastorale" alla Chiesa di Bologna, allora guidata dal compianto Arcivescovo Cardinale Antonio Poma; la seconda, nel 1988, quando, corrispondendo all'invito del Rettore dell'Università, venni a celebrare il nono Centenario di fondazione dell'illustre Ateneo.

In quelle circostanze ho avuto modo di constatare la perdurante fedeltà al Vangelo della comunità cristiana che vive in questa terra e ho potuto incoraggiarla al grande compito che, in questo passaggio millenario, impegna in modo speciale le antiche Chiese dell'Occidente cristiano, nate dalla prima evangelizzazione: il compito di una nuova evangelizzazione, capace di innervare di contenuti evangelici i comportamenti, la cultura e l'intera vita.

Questo terzo mio pellegrinaggio è stato idealmente preparato dai primi due, e ne costituisce in qualche modo il compimento. Sono venuto infatti per iscrivere nel numero dei Beati un figlio della vostra gente: il Venerabile don Bartolomeo Maria Dal Monte. Sono venuto soprattutto per presiedere alla conclusione del Congresso Eucaristico Nazionale, privilegiata tappa nel cammino di preparazione del popolo italiano al Grande Giubileo del 2000. Una preparazione che inizia così con la riflessione su Gesù Cristo, unico Salvatore del mondo: ieri, oggi e sempre.

4. E' Lui il principio, l'oggetto e il fine di ogni evangelizzazione. A Lui quindi dobbiamo guardare con fede e con speranza sempre rinnovate, specialmente in questa terra italiana di antica evangelizzazione ed oggi segnata da tante sfide sociali e spirituali.

La duplice circostanza di questa visita mi induce ad affidare a voi tutti, popolo fedele e uomini di buona volontà, e specialmente a quanti tra voi hanno responsabilità di governo del bene pubblico, un duplice messaggio. Innanzitutto il messaggio riguardante l'Eucaristia: "Somma e compendio della divina generosità", come è detto nel Documento dottrinale per il Congresso, il Sacramento eucaristico è il vero dono di Dio ad ogni cuore che nella fede si apre all'annuncio evangelico. Nella partecipazione all'unico Pane eucaristico è data ai credenti la possibilità di aprirsi alla comunione con i fratelli. L'Eucaristia diventa così fattore di ordine fecondo e di pacificante collaborazione in ogni consorzio umano.

Il secondo messaggio è quello della santità: con il riverbero delle sue umane ricchezze, la santità è tutt'altro che inutile alla società. Un popolo che volesse confinare entro i muri delle chiese questo quotidiano "dono di Dio" (cfr
Jn 4,10), sarebbe sicuramente più povero. Lo provano i fulgidi esempi che, nel corso del tempo, sono venuti dall'umana risposta all'iniziativa divina. La storia di questa vostra Chiesa bolognese può offrire ampie testimonianze al riguardo.

5. Nella giornata odierna il Congresso Eucaristico Nazionale, in svolgimento qui da circa una settimana, concentra la sua attenzione sulla famiglia. Riflettendo sulla vocazione alla santità, che è propria degli sposi, i partecipanti al Congresso si sono uniti ai giovani in veglia nell'attesa della grande festa eucaristica di domani.

La famiglia è la "primordiale comunità umana". Non è forse attraverso una famiglia che il Figlio unigenito del Padre è entrato nella nostra storia? Per questo il nucleo familiare rimane sempre e dappertutto la via della Chiesa. In certo senso, lo diventa ancora di più là dove soffre crisi interne o è sottoposto ad influenze culturali, sociali ed economiche dannose, che ne minano l'interiore compattezza, quando addirittura non ne ostacolano lo stesso formarsi.

227 Ecco perché la Chiesa considera come uno del suoi compiti essenziali il servizio alla famiglia. Essa non si stanca di chiedere che ne vengano riconosciuti i diritti originari e connaturali. Al tempo stesso, però, la Chiesa continua a farsi carico della promozione di aiuti concreti nelle tante situazioni di disagio materiale e spirituale in cui i coniugi, specialmente se giovani, vengono a trovarsi.

6. Cari genitori qui giunti da tutte le regioni d'Italia, rivolgo a ciascuno di voi il mio saluto più cordiale. Siete venuti con i vostri figli ad adorare Cristo Gesù nel sacramento dell'Eucaristia. Voi amate onorarlo chiamandolo col nome di Sposo della Chiesa sposa.

Conosco la vostra generosità, il vostro impegno e la vostra pazienza nelle difficoltà e nelle fatiche con cui ogni giorno dovete confrontarvi. Non abbiate paura! Voi avete aperto la porta della vostra casa a Cristo, anzi avete voluto costruire il vostro focolare sulla roccia della sua Parola. Cristo salverà le vostre famiglie da ogni insidia del maligno.

Abbiate a cuore di trasmettere alle nuove generazioni ciò in cui credete e sperate, accompagnandone la crescita perché diventino persone mature, capaci di spendere la vita per i fratelli e di fare della propria esistenza un dono sincero al prossimo. Saranno così artefici di quell'"umanesimo familiare" di cui la società italiana ha urgente bisogno.

In tale contesto, saluto anche i membri del Movimento per la Vita, che so essere presenti numerosi in questa giornata dedicata alla famiglia. Mentre ringrazio di cuore quanti hanno generosamente lavorato per la buona riuscita di questo grande Congresso Eucaristico, invoco sul popolo di Bologna e su coloro che ne reggono le sorti la costante protezione di Dio e della Madonna di San Luca.

A tutti il mio saluto e la mia Benedizione.

Al termine del discorso e dopo la recita dell'Angelus, il Papa ha rivolto ai presenti le seguenti parole:

Grazie ancora per questo invito e per questa accoglienza per la terza volta. Il proverbio latino dice: «Omne trinum est perfectum».

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