GP2 Discorsi 1998 38


GIOVANNI PAOLO II


AI MEMBRI DELLA GIUNTA


E DEL CONSIGLIO DELLA PROVINCIA DI ROMA


Lunedì, 2 febbraio 1998




39 Signor Presidente,
Illustri Componenti della Giunta e del Consiglio Provinciale di Roma,
Gentili Signori e Signore!

1. Sono lieto di porgervi un cordiale benvenuto in occasione di questo nostro tradizionale incontro, che mi rinnova la gradita opportunità di esprimervi la mia stima per il vostro lavoro ed i miei più sentiti voti augurali per il nuovo anno da poco iniziato.

Rivolgo il mio deferente saluto a ciascuno di voi e, in particolare, ringrazio l'Onorevole Giorgio Fregosi per le cortesi espressioni augurali, che ha avuto l'amabilità di rivolgermi, facendosi interprete dei sentimenti di voi tutti. A mia volta, desidero ricambiare la vostra gentilezza auspicando per voi, per i vostri collaboratori e per tutti gli abitanti della Provincia di Roma un 1998 ricco di serenità e di frutti di bene in ogni settore delle vostre attività.

Accompagno questi sentimenti con l'assicurazione del mio costante ricordo nella preghiera. L'apostolo Paolo raccomandava al suo discepolo Timoteo di pregare per i responsabili della cosa pubblica. "Ti raccomando dunque, prima di tutto, che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per quelli che stanno al potere, perché possiamo trascorrere una vita calma e tranquilla con tutta pietà e dignità". E aggiungeva: "Questa è una cosa bella e gradita al cospetto di Dio, nostro salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità" (
1Tm 2,1-4).

Seguendo queste indicazioni dell'Apostolo delle genti, la tradizione cristiana ha sempre tenuto in grande considerazione la preghiera per i governanti e per gli amministratori della cosa pubblica, convinta com'è dell'importanza, della delicatezza e del valore del servizio che essi rendono all'intera collettività.

2. Nel suo indirizzo di saluto, il Signor Presidente della Giunta Provinciale ha accennato ai problemi con cui quotidianamente vi confrontate e all'impegno con cui vi sforzate di rispondere alle richieste dei cittadini. Il progresso del mondo attuale e la varietà dei bisogni presenti nella società potrebbero forse acuire dentro di voi l'impressione che i mezzi e le risorse di cui dispone la pubblica amministrazione siano inadeguati rispetto alla complessità ed all'urgenza delle aspettative della popolazione. E questo potrebbe ingenerare un senso di frustrazione.

Occorre reagire e non lasciarsi vincere da questa tentazione. Moltiplicate pertanto i vostri sforzi nel cercare una sempre più ampia intesa e collaborazione fra le varie componenti della società. Solo con un leale e generoso atteggiamento di solidarietà tra i cittadini e le istituzioni potranno essere affrontate e risolte in modo adeguato le tante sfide della società attuale. In questo vostro compito vi sarà di grande aiuto la coscienza del valore del servizio a voi demandato e la consapevolezza che i risultati raggiunti in questo campo, pur limitati di fronte all'ampiezza delle attese ed alla necessità di sempre nuovi approfondimenti, costituiscono un bene per tutti e favoriscono il conseguimento di una migliore qualità della vita.

3. In questo nostro tempo, carico certo di contraddizioni ma anche caratterizzato dall'apertura a grandi ideali, deve essere sforzo comune quello di combattere efficacemente la diffusa tendenza a chiudersi nel piccolo orizzonte del proprio interesse. Occorre a tal fine concentrare le potenzialità di tutti e valorizzare sempre più le molteplici realtà locali presenti nel circondario di Roma. Esse possono offrire uno specifico contributo alla soluzione dei numerosi ed a volte drammatici problemi che la Metropoli presenta. Penso all'endemico problema della mancanza di abitazioni; alla difficile situazione di quanti, specialmente giovani, sono ancora alla ricerca di un posto di lavoro; alla corretta gestione delle risorse del territorio ed a quei settori della vita sociale che rientrano nelle dirette competenze dell'Amministrazione provinciale.

Vi è ben noto quanto stia a cuore alla Chiesa favorire con ogni legittimo mezzo il progresso integrale dell'uomo, e vi è ugualmente noto con quanta insistenza essa ribadisca in ogni circostanza la priorità del bene comune su quello privato. Nel concorde sforzo per l'edificazione di un futuro più umano voi, con le vostre responsabilità di pubblici amministratori, potete prestare un qualificato contributo. Non abdicate alle vostre prerogative ed ai vostri impegni.

40 4. La Chiesa "esperta in umanità" (cfr Lettera Enciclica Populorum progressio PP 13) segue con cordiale apprezzamento il vostro quotidiano servizio. Essa, nel pieno rispetto delle specifiche competenze, desidera cooperare alla costruzione del bene di tutti, offrendo il proprio fattivo apporto alle istituzioni statali per creare una società sempre più fraterna e solidale.

Il Grande Giubileo dell'Anno Duemila, che ormai si sta rapidamente avvicinando e nella cui preparazione la città e la Provincia di Roma sono pienamente coinvolte, rappresenta anche per l'anno che ci sta davanti un campo di feconda collaborazione tra la Diocesi di Roma e le istituzioni statali. Possa la prospettiva di questo storico evento costituire per tutti un pressante appello a riscoprire le profonde radici spirituali della identità culturale e sociale di Roma e della sua Provincia.

Con tali auspici, rinnovo a ciascuno dei presenti cordiali auguri per un nuovo anno pieno di serenità e di pace, ricco di soddisfazioni e fecondo di opere di bene. Accompagno questi miei voti augurali con l'invocazione della celeste protezione della Madre di Dio, mentre imparto a voi, alle vostre famiglie, ai vostri collaboratori ed all'intera popolazione della Provincia di Roma la mia Benedizione.




GIOVANNI PAOLO II


ALLE PARTECIPANTI AL CAPITOLO GENERALE


DELL'ORDINE DEL SANTISSIMO SALVATORE DI S. BRIGIDA


Giovedì, febbraio 1998




1. Sono lieto di porgere il mio cordiale benvenuto a voi, care Suore Brigidine, convenute in questi giorni a Roma per l'ottavo Capitolo generale elettivo. Rivolgo un particolare saluto alla Madre Tekla, eletta nuovamente Abbadessa Generale, e la ringrazio per le affettuose parole che a nome di tutti mi ha indirizzato. Nel congratularmi con Lei per il nuovo mandato conferitole dalle Consorelle, auspico che, sotto la sua guida, l'Ordine prosegua generosamente nel servizio a Cristo ed alla Chiesa. Il mio cordiale pensiero va, altresì, a Mons. Mario Russotto, assistente degli Oblati brigidini; con lui saluto i cari sacerdoti e laici, oblati brigidini, che hanno voluto unirsi alle Suore in questa speciale circostanza.

2. "Vegliate e pregate in ogni momento" (Lc 21,36). Rispondendo all'invito di Gesù, il vostro Ordine, fondato da Santa Brigida di Svezia, si propone innanzitutto di vivere il carisma della lode al Signore, testimoniando il primato assoluto di Dio e la sua tenerezza per gli uomini. L'esperienza di Dio, maturata nella contemplazione, vi conduce, altresì, a vivere la vostra santificazione in comunione riparatrice col Divin Salvatore, che nella preghiera sacerdotale consacrò se stesso al Padre per i fratelli (cfr Jn 17,19). Nel vostro Ordine, tale carisma si arricchisce della dimensione ecumenica, mutuata dal nobile cuore di Brigida, che si sacrificò e si adoperò con tutte le forze, perché il ritorno del Papa da Avignone a Roma costituisse la necessaria premessa per la pacificazione di tutti i cristiani.

Rifondando l'Ordine, la Madre Maria Elisabetta volle riproporre l'indole riparatrice di antica derivazione monastica, adeguandola alla situazione dei tempi nuovi. In tal modo, ella impresse all'Istituto un chiaro orientamento verso la preghiera e la riparazione con caratterizzazione ecumenica, in sintonia con la preghiera di Gesù nel Cenacolo: "Che tutti siano una cosa sola. Come tu, Padre, sei in me ed io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato" (Jn 17,21).

3. Accanto all'anelito ecumenico, ben chiaro è un altro aspetto del vostro carisma: l'impegno missionario. Sull'esempio di Santa Brigida, infatti, voi vivete il primato della lode a Dio come continuo atto d'amore verso l'umanità ferita dal peccato e dalle divisioni. Accogliendo con piena disponibilità l'invito che, attraverso le luminose testimonianze di santa Brigida e della Madre Elisabetta, lo Spirito vi rivolge alle soglie di un nuovo Millennio, il vostro Capitolo generale è chiamato a dare all'Ordine nuovo slancio e rinnovato entusiasmo, così da essere nel mondo contemporaneo un avamposto di evangelizzazione e di carità.

A tale progetto mirano i Centri di spiritualità e di attività ecumeniche che, sull'esempio di quelli di Farfa e di Lugano, intendete promuovere nel prossimo sessennio a Danzica ed a Tallinn. Vi esorto a proseguire con coraggio in questa benemerita opera di apostolato, per testimoniare agli uomini ed alle donne del nostro tempo le esaltanti possibilità offerte da una vita vissuta nella totale dedizione a Dio ed ai fratelli. Le vostre case siano scuola di preghiera, soprattutto per i giovani, attraverso la lectio divina e l'adorazione eucaristica, che in diverse vostre Comunità si prolunga per tutto il giorno con grande partecipazione di fedeli laici. Vi invito, altresì, a rendere più consistente la vostra presenza nei Paesi scandinavi, dove la vostra testimonianza evangelica di povertà e di accoglienza è già apprezzata e produce frutti.

4. Santa Brigida rinnovi in voi la speciale attenzione alla sua Terra e l'ardente desiderio di annunciare il Vangelo ai figli di quelle amate Nazioni. La vostra carità, che ha già portato promettenti frutti in India ed in Messico, abbracci generosamente altre realtà dei Paesi in via di sviluppo e, senza arrendersi di fronte alle inevitabili difficoltà, renda anche là presente con le parole e le opere la luce del Vangelo, fonte inesauribile di civiltà e di promozione umana.

In ogni luogo le vostre comunità siano, per quanti le avvicinano, stimolo a vivere l'unità nella Chiesa, che, "chiamata ad annunciare e instaurare in tutte le genti il Regno di Cristo e di Dio..., di questo Regno costituisce in terra il germe e l'inizio" (Lumen gentium LG 5).

41 Ecco un impegno da sottolineare nelle iniziative ecumeniche e, specialmente, nelle attività che con un apposito Comitato di cattolici e luterani state programmando in vista del prossimo Giubileo del Duemila. Possano le vostre preghiere e la vostra costante sollecitudine ecumenica far progredire il cammino verso la piena unità di tutti i cristiani.

Con tali auspici, affidando ciascuno di voi alla celeste protezione della Madre di Dio e di Santa Brigida, imparto di cuore a tutti una speciale Benedizione Apostolica.


GIOVANNI PAOLO II


A CONCLUSIONE DELLA "FESTA DELLA FAMIGLIE"


DELLA DIOCESI DI ROMA E RECITA DEL SANTO ROSARIO


Sabato, 2 febbraio 1998




1. "E annunziarono la parola del Signore a lui e a tutti quelli della sua casa" (Ac 16,32).

Carissime famiglie di Roma, questo versetto degli Atti degli Apostoli fa da cornice a questo incontro di fede e di preghiera che, nell'ambito della Missione cittadina, conclude la Settimana diocesana dedicata alla vita ed alla famiglia.

Saluto il Signor Cardinale Vicario Camillo Ruini, che ringrazio per le gentili parole rivoltemi. Con lui saluto Mons. Francisco Gil Hellín, Segretario del Pontificio Consiglio per la Famiglia, l'Onorevole Carlo Casini, Presidente Nazionale del Movimento per la Vita, Mons. Luigi Moretti, Responsabile diocesano del Centro Pastorale per la Famiglia, e Mons. Renzo Bonetti, Direttore Nazionale dell'Ufficio di pastorale familiare della CEI.

Il mio pensiero va in questo momento a tutte le famiglie della diocesi, soprattutto a quelle che si sentono particolarmente provate: sia di incoraggiamento per loro la costante attenzione del Papa e di tutta la Chiesa locale. Desidero ripetere a ciascuno le parole che, dopo la prodigiosa liberazione, san Paolo e il suo compagno di prigionia, Sila, rivolsero all'attonito carceriere, che chiedeva cosa fosse necessario per essere salvato. Rispose l'Apostolo: "Credi nel Signore Gesù e sarai salvato tu e la tua famiglia" (Ac 16,31). Accogliere la presenza di Cristo nella famiglia: questo è l'invito che risuona questa sera.

Care famiglie di Roma, non abbiate paura di aprire la porta di casa a Gesù Cristo. Il suo progetto divino arricchisce la famiglia, la libera da ogni schiavitù e la conduce alla piena realizzazione della vocazione che le è propria.

2. Nei numerosi incontri che ho modo di avere con i giovani in Italia e nel mondo intero, raccolgo la testimonianza di un crescente desiderio di costruire famiglie in cui siano vissuti gli autentici valori dell'amore, del rispetto per la vita, dell'apertura agli altri, della solidarietà. Come non vedere in queste aspirazioni l'implicita contestazione dei comportamenti permissivi che la società cerca oggi di avallare?

Care famiglie cristiane, guardate al bisogno d'amore, di donazione e di apertura alla vita, presente nel cuore dei vostri figli, disorientati da modelli di unioni fallimentari. I figli imparano ad amare il proprio sposo o la propria sposa guardando all'esempio dei genitori. Non accontentatevi di vivere al vostro interno il Vangelo della famiglia, ma annunciatelo e testimoniatelo a quanti incontrate sul vostro cammino ed in ogni ambito della vita pubblica e sociale.

In questo ardito, eppur connaturale, compito di testimonianza non siete soli. Lo Spirito Santo è con voi; abita in voi in forza dei sacramenti del Battesimo, della Confermazione e del Matrimonio! Egli vi sosterrà nell'adempimento della vostra missione!

42 3. Questa nostra città di Roma, come tutta l'Italia, ha grande bisogno di una nuova e organica politica a favore della famiglia, per poter affrontare con speranza di successo le gravissime sfide che stanno davanti a noi, a cominciare da quella della denatalità.

E' illusorio pensare di poter costruire il benessere attraverso una mentalità egoistica che, in vario modo, nega spazio ed accoglienza alle nuove generazioni. Così come si dimostra irragionevole il tentativo di equiparare altri modelli di convivenza alla famiglia fondata sul matrimonio. Tutto ciò conduce inevitabilmente al declino di una civiltà sotto il profilo sia morale e spirituale che sociale ed economico.

Chiedo pertanto a voi, famiglie di Roma, come a tutte le famiglie d'Italia, di unire i vostri sforzi, anche attraverso l'azione del Forum delle famiglie, per far valere la soggettività sociale della famiglia e ottenere così quei cambiamenti culturali e legislativi che possono rendere giustizia alle famiglie e assicurare il vero bene della società. In questo impegno la Chiesa è al vostro fianco e non vi lascerà sole.

4. Carissime famiglie di Roma, contemplando il modello della Santa Famiglia di Nazaret, reciteremo insieme la preghiera del Rosario. Affidiamo all'intercessione di Maria e del suo sposo Giuseppe tutte le famiglie della nostra città e soprattutto quelle che vivono in situazioni difficili. Affidiamo loro i giovani che si preparano al matrimonio attraverso quel periodo di grazia che è il fidanzamento. Affidiamo anche quanti hanno responsabilità nel promuovere politiche familiari più giuste e costruttive. Il Signore benedica tutte le famiglie e le renda luogo privilegiato di incontro con Lui, per un annuncio autentico del suo amore.

Maria, Regina della Famiglia, con cuore materno tutti vi protegga e vi ottenga da Dio abbondanza di consolazioni.


GIOVANNI PAOLO II


AI PARTECIPANTI ALL'INCONTRO


PROMOSSO DAL COMITATO CENTRALE


PER IL GRANDE GIUBILEO DELL'ANNO DUEMILA


Giovedì, 12 febbraio 1998




Signori Cardinali,
Venerabili Fratelli nell'Episcopato,
Carissimi Sacerdoti e Fedeli Laici!

1. Sono lieto di accogliervi a conclusione del secondo Incontro del Comitato Centrale con i Delegati per il Giubileo, qui convenuti per incarico dei rispettivi Episcopati.

Saluto, innanzitutto, il Signor Cardinale Roger Etchegaray, Presidente del Comitato Centrale, i Cardinali Membri del Consiglio di Presidenza, Mons. Crescenzio Sepe, nuovo Segretario Generale, i Membri dello stesso Comitato Centrale e i Delegati delle Conferenze Episcopali. Porgo uno speciale benvenuto ai Delegati Fraterni delle Chiese e Comunità ecclesiali non cattoliche. A tutti l'espressione del mio apprezzamento per l'attiva partecipazione!

43 Questa vostra riunione riveste particolare importanza per la possibilità che offre di focalizzare i piani pastorali in vista della celebrazione giubilare, abbozzandone il Calendario e predisponendo un piano concreto per l'accoglienza dei pellegrini. Desidero congratularmi con voi per la generosità con cui operate in questo periodo che prelude al Giubileo, offrendo preziosi e illuminanti contributi, intesi a rendere più significativi e più proficui spiritualmente gli atti celebrativi dell'anno giubilare.

2. Il cammino verso quella storica scadenza si sta facendo ormai più veloce, perché più vicino è il momento dell'apertura della Porta Santa, che darà inizio per tutta la Chiesa ad un Anno di grazia e di riconciliazione.

Lodevole pertanto è lo sforzo che si va facendo per l'organizzazione esteriore, ma esso deve accompagnarsi a quello per la preparazione interiore che dispone il cuore all'accoglienza dei doni del Signore. Si tratta, prima di tutto, di riscoprire il senso di Dio, e di riconoscerne la signoria sul creato e sulla storia. Deriverà di qui la revisione a cui ciascuno sottoporrà, con sincero convincimento ed amore, i propri pensieri e le proprie scelte, nel desiderio di tendere alla pienezza della carità soprannaturale.

3. La commemorazione del millennio della nascita di Cristo ci riconduce al centro del mistero della Redenzione: "Apparuit gratia Dei et Salvatoris nostri, Jesu Christi" (
Tt 2,1). E' Dio che chiama tutti gli uomini, nessuno escluso, a partecipare ai frutti dell'opera di salvezza, che si compie e si diffonde sulla terra sotto l'azione misteriosa dello Spirito Santo. Il Grande Giubileo ci invita a rivivere questo momento di grazia, nella consapevolezza che al dono della salvezza deve corrispondere la conversione del cuore, grazie alla quale la persona si riconcilia col Padre e rientra nella comunione del suo amore.

La conversione, però, non sarebbe autentica, se non portasse anche alla riconciliazione con i fratelli, che sono figli dello stesso Padre. E' questa la dimensione sociale della ritrovata amicizia con Dio: essa abbraccia i membri della propria famiglia, s'estende all'ambiente di lavoro, permea l'intera comunità civile. Il Signore, mentre ci accoglie con il suo perdono, ci affida la missione di essere fermento di pace e di unità in tutto l'ambiente circostante.

4. La riscoperta di questa ricchezza di grazia, che ci è offerta nel Cristo, ed il suo accoglimento nella propria vita richiedono un adeguato itinerario di preparazione spirituale: e noi stiamo cercando di attuarlo in questi anni, dei quali voi conoscete bene il programma che ho suggerito a tutta la Chiesa. Ho voluto invitare ogni cristiano a ravvivare innanzitutto la fede nel mistero di Dio-Trinità, e ad approfondire il mistero di Cristo Salvatore.

Solo così il popolo di Dio peregrinante sulla terra, potrà ritrovare e ravvivare l'entusiasmo della fede; ogni cristiano potrà assaporare l'esperienza dell'incontro con Cristo Maestro e Pastore, Sacerdote e Guida di ogni coscienza. Ciò disporrà i credenti a ricevere il dono di una rinnovata Pentecoste, per entrare nel terzo millennio animati da più fervido desiderio di riscoprire la sempre attuale verità che Dio Padre, per mezzo del Figlio incarnato, non solo parla all'uomo, ma lo cerca e lo ama.

5. Importante è il compito che vi è stato affidato. In ciascuna delle vostre Nazioni è già presente un'attesa. Nascono curiosità e speranze, incalza soprattutto il desiderio di un'autentica pace interiore, illuminata dalla verità del Vangelo. Perciò a tutti devono giungere le parole della speranza: "Venite a me voi tutti che siete affaticati ed oppressi, e io vi ristorerò" (Mt 11,28).

Fatevi, dunque, promotori assidui di iniziative atte a trasmettere alle popolazioni delle vostre terre, cristiane e non, il messaggio del Grande Giubileo. Fate in modo che siano conosciuti e applicati i piani pastorali, che si riferiscono ai Sacramenti, alla Parola di Dio, all'animazione della vita liturgica, alla preghiera, al fondamentale tema del dialogo ecumenico, agli incontri con i non cristiani. Fate affluire le informazioni, comunicate notizie, tenete vivo il dialogo con le vostre Comunità, considerando le attese di ogni popolazione. Fate in modo che il passaggio nel terzo millennio sia per tutti un momento di rinnovamento e di grazia.

6. Come è ormai noto, il Giubileo dell'anno 2000 si differenzia dagli altri Giubilei, perché si celebrerà contemporaneamente a Roma, in Terra Santa e nelle singole Chiese locali.

La celebrazione di ogni Giubileo implica anche il concetto di "pellegrinaggio", manifestazione religiosa antichissima e presente pressoché in tutti i popoli e religioni con finalità soprattutto penitenziale. Il pellegrinaggio riflette il destino ultimo dell'uomo. Il cristiano sa che la terra non è la sua ultima dimora, perché egli è in cammino verso una meta che costituisce la sua vera patria. Per questo, il pellegrinaggio verso Roma, la Terra Santa e i luoghi sacri indicati nelle Diocesi mette in luce che tutta la nostra vita è un andare a Dio.

44 Il pellegrinaggio, perché porti frutto, esige che siano garantiti momenti forti di preghiera, significativi atti di penitenza e conversione, gesti di carità fraterna, capaci di essere compresi come una viva dimostrazione dell'amore di Dio. In questo spirito, il Giubileo sarà l'occasione perché si dilatino gli spazi della carità di ogni Chiesa particolare, di ogni associazione, di ogni gruppo ecclesiale.

Il segno concreto della carità indicherà che l'itinerario dell'auspicato rinnovamento ha già compiuto autentici passi, preannunziatori di pace e di universale fraternità.

A voi l'impegno di dare vita con intelligenza ad opportune iniziative in tal senso. Alla Chiesa di Roma il compito di accogliervi, a braccia aperte, con cuore grande, con amicizia fattiva e generosa. La sede di Pietro, che "presiede alla comunione della carità", vuole essere presente e viva in questa gara di solidarietà, che impegna tutte le Chiese sparse nel mondo. Occorre oggi testimoniare una peculiare sensibilità verso la giustizia e la promozione dello sviluppo sociale. Siamo tutti convinti che è doveroso ricercare, ed è possibile trovare vie di superamento delle tensioni al di fuori della logica dei conflitti e che si possono fare progetti capaci di risolvere la pesante situazione economica in cui si dibattono non pochi Stati, liberando intere popolazioni da condizioni di servitù e di miseria disumane.

7. Il Giubileo è un provvidenziale evento ecclesiale. Esso, però, non è fine a se stesso, ma è un mezzo - nella solenne celebrazione commemorativa dell'Incarnazione del Figlio di Dio, nostra salvezza - per stimolare i cristiani alla conversione ed al rinnovamento interiore. Corroborati nella fede, essi potranno annunciare con slancio rinnovato il messaggio evangelico, indicando nel suo accoglimento la strada per giungere all'edificazione di un mondo più umano perché più cristiano.

Affido, alla Vergine santa il vostro zelante servizio di preparazione del grande evento ecclesiale, con l'auspicio che esso produca abbondanti frutti a beneficio della Chiesa e del mondo intero.

Con affetto e riconoscenza vi imparto la Benedizione Apostolica.


GIOVANNI PAOLO II


AI DIRIGENTI, FUNZIONARI E AGENTI DELL'ISPETTORATO


DI PUBBLICA SICUREZZA PRESSO IL VATICANO


Sabato, 14 febbraio 1998




Signor Prefetto,
Signori Funzionari ed Agenti
dell'Ispettorato di Pubblica Sicurezza presso il Vaticano,
della Polizia Stradale e di altre specialità
45 e della Questura di Roma!

1. Sono lieto di accogliervi in questo incontro sempre gradito che, all'inizio del nuovo anno, mi offre l'opportunità di porgere un saluto cordiale e riconoscente a voi, incaricati, da parte dello Stato italiano, di assicurare la sicurezza e l'ordine intorno al Papa ed al Vaticano.

Ringrazio anzitutto il Signor Prefetto Enrico Marinelli per le parole con cui si è fatto interprete dei sentimenti di tutti ed ha presentato gli obiettivi prioritari del vostro lavoro. Un "grazie" caloroso desidero rivolgere a ciascuno di voi, per il prezioso servizio che offrite e per l'impegno con cui lo compite. La vostra attività non solo risponde ad un'obiettiva necessità, ma è altresì importante per la collaborazione che s'instaura tra le autorità civili ed il Vescovo di Roma, la cui missione, a cerchi concentrici, si svolge in Vaticano, a Roma, in Italia e nel mondo intero. E' una missione spirituale, al servizio del Vangelo, ma, come tale, difende e promuove la dignità di tutto l'uomo e di tutti gli uomini.

2. Il ministero universale del Papa conosce momenti di singolare rilevanza in occasione dei Giubilei, e ciò avverrà in maniera eccezionale nell'Anno Santo del Duemila, primo Giubileo millenario dell'era cristiana.

Dalle parole del Signor Prefetto è emerso chiaramente come l'approssimarsi di tale evento vi trovi solerti nell'opera di preparazione. Esprimo per questo il mio vivo apprezzamento, insieme a sentimenti di viva gratitudine. Soprattutto vorrei darvi atto dello spirito di piena collaborazione con cui intendete operare per predisporre quanto è di vostra competenza in vista della storica ricorrenza.

Permettetemi di proporvi, al riguardo, un pensiero che nasce spontaneo nel cuore del Pastore. Voi ben sapete che l'Anno Santo è anzitutto un tempo forte dello spirito, un anno di riconciliazione con Dio, un anno propizio per rimettere il Signore al posto che gli spetta, cioè al primo nella scala dei valori, al centro della vita personale e collettiva. Possa ogni credente considerare il Giubileo in questa prospettiva, che costituisce poi la motivazione autentica per le realizzazioni pratiche, per l'azione concreta, secondo le responsabilità e le mansioni di ciascuno.

Auguro anche a voi di potervi preparare spiritualmente nel modo migliore al Grande Giubileo. Questo vi gioverà anche nella vostra attività, consentendovi di attuare un servizio altamente qualificato sia sotto il profilo, per così dire, "tecnico", che nelle motivazioni e nello stile. Ne guadagnerà il rendimento professionale e soprattutto ne trarrete beneficio voi, che riuscirete a svolgere le vostre prestazioni con maggiore soddisfazione e slancio.

3. Carissimi, mentre ci avviamo a grandi passi verso la storica scadenza, non perdiamo tuttavia di vista l'impegno ordinario: è lì, nel compiere bene ogni giorno il proprio dovere, faticoso e magari ripetitivo, che si rivela la serietà della persona ed il grado della sua maturità umana e professionale. Vi auguro di lavorare sempre così, per la gloria di Dio, per il bene della patria e per amore delle vostre famiglie, alle quali assicuro un particolare ricordo nella preghiera.

Con questi auspici, invoco per voi la materna protezione di Maria Santissima e di cuore vi benedico.

MESSAGGIO DI GIOVANNI PAOLO II


AI VESCOVI AMICI DEL MOVIMENTO DEI FOCOLARI




Signori Cardinali,
Venerati Fratelli nell'Episcopato!

46 1. Sono lieto di rivolgervi un affettuoso e fraterno saluto in occasione del Convegno spirituale, che vi vede raccolti da varie parti del mondo, per approfondire il vincolo di comunione ecclesiale fra di voi e con il Successore di Pietro e per riflettere, nel confronto fra le rispettive esperienze pastorali, su alcuni aspetti particolari della spiritualità del Movimento dei Focolari dell'Unità.

Questo vostro incontro annuale mi offre la gradita opportunità di far giungere a ciascuno dei partecipanti l'assicurazione della mia vicinanza spirituale e del mio ricordo nella preghiera, affinché Cristo stesso - che come sottolinea la Lettera agli Ebrei è "il Pastore grande delle pecore" (
He 13,20) - assista con la sua grazia gli intensi lavori di questi giorni e vi accompagni nel vostro quotidiano ministero episcopale.

2. Questo vostro Convegno si inserisce nel contesto del cammino di preparazione al Grande Giubileo del 2000. Ci siamo ormai decisamente inoltrati nel secondo anno di preparazione immediata al Giubileo, nel quale la Chiesa è chiamata a riflettere in modo particolare sullo Spirito Santo e sulla sua presenza santificatrice all'interno della Comunità dei discepoli di Cristo.

Come ho ricordato nella Lettera Apostolica Tertio millennio adveniente, lo stesso Spirito che suscita nella Chiesa la molteplicità dei carismi e dei ministeri sostiene con la forza divina che gli è propria l'intima connessione delle varie membra ed anima la comunione dell'intero Corpo di Cristo. "L'unità del Corpo di Cristo è fondata sull'azione dello Spirito, è garantita dal ministero apostolico ed è sostenuta dall'amore vicendevole (cfr 1Co 13,1-8)" (n. 47). Le approfondite riflessioni della vostra Assise, arricchite anche dall'ampio scambio di esperienze pastorali, costituiscono una preziosa occasione per cogliere in modo più intenso e vitale il senso della collegialità effettiva ed affettiva e della comunione ecclesiale concretamente vissuta nel servizio apostolico a voi affidato.

3. Il tema scelto per il Convegno di quest'anno - "Verso l'unità delle nazioni e l'unità dei popoli" - si pone sulla scia degli insegnamenti del Concilio Vaticano II, che ha riservato grande attenzione alla missione universale della Chiesa, aperta ai vasti orizzonti del mondo attuale, per il quale è chiamata ad essere "segno e strumento dell'intima unione con Dio e dell'unità di tutto il genere umano" (Lumen gentium LG 1). La stessa diversità delle zone da cui provenite e nelle quali siete stati chiamati a servire il Vangelo pone in chiara evidenza la "cattolicità" della Chiesa, la quale, formata da persone di varie nazioni, costituisce l'unico Popolo di Dio, redento da Cristo ed animato dallo Spirito.

Nel cammino verso la piena unità dei cristiani a cui, pur fra tante tensioni e difficoltà, tende la storia guidata dalla Provvidenza divina, i successori degli Apostoli sono chiamati ad offrire un proprio peculiare contributo attraverso il triplice ufficio di ammaestrare, governare e santificare la porzione del gregge di Cristo ad essi affidata.

4. Cari e venerati Fratelli! Nel vostro servizio di animazione vi sia di guida e sostegno la materna intercessione della Vergine Maria. Come ben sottolinea l'icona di Maria nel Cenacolo con Pietro e gli altri Apostoli raccolti in attesa dello Spirito Santo (cfr Ac 1,12), la missione apostolica e la missione della Madre di Dio sono intimamente unite e complementari. L'ideale di santità, a cui tende l'intera missione della Chiesa, è infatti già preformato e prefigurato in Maria.

La Chiesa possiede dunque, accanto al "profilo petrino", un insostituibile "profilo mariano": il primo manifesta la missione apostolica e pastorale affidatale da Cristo, il secondo esprime la sua santità e la sua totale adesione al piano divino della salvezza. "Questo legame tra i due profili della Chiesa, quello mariano e quello petrino, è dunque stretto, profondo e complementare" (Discorso alla Curia romana, in Insegnamenti X/3 [1987], p. 1484).

Nell'augurare alle vostre Comunità cristiane di riproporre fedelmente questo duplice profilo della Chiesa, il profilo "mariano" e quello "petrino", affido i frutti spirituali del vostro Convegno alla materna protezione della Vergine Maria, Regina degli Apostoli e Madre dell'Unità, mentre con affetto imparto a ciascuno di voi la mia Benedizione.

Dal Vaticano, il 14 febbraio, Festa dei Ss. Cirillo e Metodio, Patroni d'Europa, dell'anno 1998, ventesimo di Pontificato.


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