Diario 31


DiSpi 29 dicembre 1720

32
29 domenica, nell'orazione di notte son stato in pace e anche qualche poco distratto; ho avuto particolar raccoglimento nell'offerta della sua ss. vita, morte e passione, come anche nelle suppliche massime per gli eretici, e ho avuto particolar moto di pregar per la conversione dell'Inghilterra, massime perché vorrei che fosse eretto lo stendardo della s. Fede, acciò si slargasse la devozione e riverenza, ossequio e amore e frequenti adorazioni al ss. Sacramento, cioè dove non si crede; nella ss. Comunione son stato quasi insensibile e poi mi son seguite anche delle distrazioni; alla sera poi son stato raccol to, e mi son sentito commosso a riparare le irriverenze massime della chiesa, sentendomi mosso a riparare queste con le correzioni, come con la grazia di Dio vo facendo; mi vien da dire: Ah, mio caro Gesù, che adesso adesso possiamo fuggi re di chiesa, e che gli angeli possono portar via il ss. Sacramento in luogo ove non sia così profanato con l'irriverenze e offese gravi; gli dico che mi dia grazia di piangere a lacrime di sangue, come tanto desidero.


DiSpi 30 dicembre 1720

33
30 lunedì, sono stato avanti raccolto, e poi nella ss. Comunione sono stato anche particolarmente raccolto e anche mosso a lacrime; il resto del giorno poi sono stato in distrazioni sopragrandissime, massime di pensieri di cose future; mi mette va il nemico avanti che mi dovevano venir tribolazioni grandi per la casa, ho anche avuta particolar desolazione; in tutto sia fatta la volontà del nostro caro Dio. Amen.


DiSpi 31 dicembre 1720

34
31 giorno di s. Silvestro, sono stato arido, distratto, ma con interna pace, molestato da pensieri sopradetti nella ss. Co munione, in pace sì, ma quasi insensibile, e duro negli affetti; verso la sera sono stato particolarmente raccolto.


DiSpi 1 gennaio 1721

35
Primo mercoledì, primo di gennaio 1721, fui altissimamente elevato dall'infinita carità del dolcissimo nostro Iddio a grande raccoglimento e lacrime in abbondanza, massime dopo la ss. Comunione, nella quale ho sentito affetti sensibilis simi di s. amore, parendomi liquefatto in Dio; raccontavo con gran confidenza, ma senza fatica, e con gran dolcezza al mio Gesù le mie miserie, gli dicevo gli scrupoli che posso provare in un voto che ho di privar il corpo di tutti i gusti su perflui, or gli dicevo che lui sa che quando ho fame sento gusto anche a mangiare il pane asciutto, e mi sentivo soavemente nell'interno: ma questo è necessario, allora mi si disfaceva il cuore e dirompevo in tenerissime lacrime miste con affetti d'amore; avevo anche cognizione dell'anima in vincolo d'amore unita alla ss. Umanità, e assieme liquefatta ed elevata alla cognizione altissima e sensibile della Divinità, perché essendo Gesù Dio e Uomo, non può essere l'anima unita con amore ss. mo alla ss. Umanità e assieme liquefatta ed elevata alla cognizione alta e sensibile della Divinità. Questa stupenda e altissima meraviglia non può né dirsi, né spiegarsi nemmeno da chi prova, ed è impossibile perché l'anima intende perché Dio vuole, prova dolcissime e sopraltissime meraviglie perché l'immenso glielo fa capire, ma poi dirlo è impossibilissimo, son cose che si provano e intendono in un attimo, almeno all'anima pare così, perché se durassero bene mille anni, non le parrebbe a mio credere un momento, perché l'anima è nel suo bene infinito, non desi dera altro che la sua gloria, il suo amore, e che sia temuto e amato da tutti. Ho avuto altre particolarissime grazie, massi me nel pensare al mistero ss. mo della ss. Circoncisione, e parimente nel servire un sacrificio, mi sentivo tanto altissimo lume della gran carità che Dio m'usa e della mia miseria, ingratitudine e vita, che non m'incallavo (non osavo) nemmeno di alzar gli occhi a guardar l'immagine di Maria santissima, e sempre con gran lacrime miste con soavità, massime nel vedere il mio Sacramentato Sposo Gesù.























Diario 31