sr Maria Crocifissa Costantini




Lettere di S. Paolo

a sr Maria Crocifissa Costantini




1

M.e D. Maria Crocifissa Costantini (01) (Rs) L II, 288 -

Presentazione 10 08 1741

(DCXXIX)


(M. M. Crocifissa di Gesù). Corneto

I. M. I.

Viva la S. Croce.
Mia Figliuola in Gesù Crocefisso,
Non ho risposto prima d'ora alla sua lettera, perché non mi sono mancate occupazioni e croci, quali vorrei sempre baciare, come preziose margherite. Ho sentito con consolazione la notizia che mi dà del suo spirito, e vedo che il Diino e Sovrano Maestro è quello che opera le sue misericordie nell'anima sua, alle quali bisogna essere fedele in corrispondere, con annichilarsi sempre più avanti la Sovrana Sua Maestà, spogliandosi di tutti i doni e restando nella semplice nudità ed annichilamento e facendo nell'istesso tempo un sacrificio di olocausto di tutti questi doni, ponendoli nell'incensiere del cuore, acciò bruciando sui carboni accesi dalla Divina Carità, ascendano come un odoroso incenso avanti l'Altissima Maestà del Sommo Bene. Facendo questo spogliamento, l'anima resta nel suo vero nulla e non riguarda i doni con attacco, ma il Sommo Donatore, per innamorarsi sempre più di lui e disporsi in tal guisa a grazie maggiori ; legga con attenzione questo punto, che le gioverà molto.


2 Sopra tutto si lasci guidare dallo Spirito Santo. Stia lei nel suo annichilamento, e quando sente le attrattive e le impressioni divine, le segua con quell'invito che le fa Dio, ora con restarsene tutta abissata in Dio in sacro silenzio, ora con restarsene tutta assorta in quell'alto stupore amoroso, nella contemplazione delle divine perfezioni, ora esultando nelle divine lodi, ora penetrata dall'amore e dolore delle pene di Gesù ecc., ma procuri di operare con spogliamento della sua immaginativa, standosene in pura fede senza immagini, che così camminerà con maggior sicurezza ;
La fede oscura Guida sicura Del Santo Amor, Oh, qual dolcezza La sua certezza Mi reca al cuor.
Adesso le dirò qualche cosa intorno ai miei estremi bisogni. Sappia, figlia mia in Gesù Cristo, che i travagli crescono, tanto per parte della rabbia dei diavoli, come per parte della buona intenzione degli uomini, e se Dio non mi dà gran forza, temo di restar sotto la soma, voglio dire, che anche il mio debol corpo cederà, e con la morte si darà fine a tutto, perché spero che S. D. M. m'accoglierà nel seno delle sue Divine Misericordie : tutto ciò lo dico in segreto al suo cuore.
Vedo l'opera nata, ma vedo altresì che v'è molta evidenza che possa morire nel suo nascere, perché non vedo apertura che vengano Servi di Dio per essere pietre fondamentali per alzare questo spirituale edificio : può essere però che levato io, che sono d'intoppo, S. D. M. provveda.
Io mi preparo a tutto, e non fo altro che rassegnarmi ed abbandonarmi nel divin beneplacito, pronto a vederla fatta e disfatta quest'opera, se così Dio vuole. Il mio cuore si ritrova a strettezze tali, che mai parmi sia stato così, e m'abbatte forte anche il corpo. Tuttociò lo dico in segreto ad una mia figliuola in Gesù Cristo, essendo molto conveniente che il povero Padre comunichi ai suoi figli i suoi bisogni. Sicché pregate assai, ma assai per me, che i bisogni sono grandi, offerite il Sangue preziosissimo di Gesù all'Eterno Padre ed i dolori di Maria SSma, e dimandate soccorso, aiuto e misericordia per questo povero peccatore, che si trova in tante calamità, quali abbraccio volentieri per amor di Gesù Cristo.
Starò attendendo in qualche vostra lettera, come la passate nella condotta del vostro interno ecc. Esclamate a Dio, figliuola, e ditegli che si muova a pietà di me e conforti tutti i congregati, i quali sono tutti ben risoluti di servir Dio, e ne mandi degli altri secondo il suo Cuore Divino. Gesù vi bruci tutta di santo amore e vi benedica. Amen.

Orbetello, Ritiro della Presentazione li 10 agosto 1741.
Vostro Indegmo Servo PAOLO DELLA CROCE Min.
Chier. Regolare Scalzo.
(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).






3

M.e D. Maria Crocifissa Costantini (02) (Rs) L II, 291 -

S.Angelo 3 09 1754

(DCXXXVII.)

Gesù sia sempre la sua Via, Verità e Vita. Amen.

Rispondo alla sua lettera, ricevuta ier sera dispiacendomi non le sia giunta la betonica, quale mandai al signor Carboni di Vetralla, che mi promise mandarla alla prima occasione, giacché esso ha corrispondenza col sig. Domenico, a cui l'ho raccomandata col soprascritto all'inviluppo a V. R.
Ringrazio il gran Padre delle Misericordie del di lei miglioramento, e dice bene che il Signore pare che giuochi. Ed infatti lo dice la Sacra Scrittura : Ludens in orbe terrarum e subito soggiunge, et deiciae meae esse cum filiis hominum.. Oh, fortunata quell'anima che in silenzio di fede e d'amore lascia far i suoi giuochi di carità al Sommo Bene, vivendo abbandonata nel divin suo beneplacito, tanto nella sanità che infermità, tanto in vita che in morte ! Oh, mille volte avventurata è l'anima, se sposata con la Divina Volontà, accarezza questa Sovrana Sposa nel nudo patire dentro e fuori, riposando nel seno del Celeste Padre e cibandosi in spirito e verità di questa Manna Divina del Divin Volere, gustando e compiacendosi che sia adempito in ogni evento per amaro che sia, poiché mirando con occhio di fede le più grandi amarezze tempeste, afflizioni di spirito e di corpo, mirandole, dissi, con occhio di fede, come gioie sgorgate dal seno del santo amore, non sono più amare, ma dolcissime e soavissime !
Lei ponderi con matura riflessione queste verità e lasci ogni timore. Lei ha segni più chiari del giorno che Dio l'ama e che il lavoro è tutto suo. Lei s'umilii, stia nell'orribile suo niente, ma subito lasci sparire il suo nulla, nell'Infinito Tutto che è Dio ed ivi si abissi e si riposi, con essere sempre vera adoratrice dell'Altissimo in spirito e verità.
V. R. mi dice che le dia documenti per ben servir S. D. M.
Lei sa quanti gliene ho dati in tanti anni, che servo all'anima sua ; ma giacché parto per le Missioni, voglio aggiungere anche questi, che saranno un compendio ecc. Maria Crocefissa deve essere sempre vestita da festa ; e come ? Eccolo. Deve essere sempre vestita nel suo interno delle Pene SSme di Gesù, crocefissa e morta ad ogni cosa creata e viva solo in Dio. Deve far sparire ogni pensiero di terra, cioè anche delle afflizioni dei parenti, come accenna nella sua lettera, ma deve raccomandar le cose a Dio benedetto, e poi perder di vista tutto e proseguir nella sua morte mistica a tutto ciò che non è Dio. L'orazione poi deve essere continua, tanto il giorno che la notte, tanto andando come stando, tanto lavorando come riposando ecc., e tale orazione deve farsi nel più profondo del sacro deserto interiore, in altissima solitudine, in riposo amoroso interno in Dio, tutta assorbita e persa in quel mare d'Infinita Carità. Non deve mai lasciare il sacrificio d'olocausto di tutta se stessa al Sommo Infinito Bene, e tal sacrificio si deve fare nel fuoco della Divina Carità acceso in quel sacro fascetto di mirra, che sono le Pene SSme di Gesù Cristo ; e tutto ciò deve farsi a porte chiuse, cioè con lontananza da tutto il sensibile in pura e nuda fede, in questo sacro fuoco deve Maria Crocefissa lasciar consumare tutti i timori o di perdersi o d'ogni altra cosa, fuori che il pacifico timore, che fa star in guardia di non disgustare l'Amato Bene e fa fuggir ogni occasione di offenderlo ecc.
Del resto tutti gli altri devono farsi morire e consumar nel fuoco dell'amore, a segno che chi ponesse Crocefissa sotto un torchio, possa vedersi che non escirebbe altro che pace e amore sin dalle midolla delle ossa.
Viva dunque nell'Amore e del Santo Amore, e stia nel nihilo non rubi niente a Dio, tutto il suo è il niente ecc. Preghi per me e per la Congregazione, ma lo faccia di cuore, che i bisogni non sono pochi ; preghi per il frutto delle Missioni, acciò tutti si con vertano e lascino il peccato, le discordie e vi sia in tutti vera pace.
Io parto sabato, 14 del corrente, e vado in Sabina fuori di posta, e non occorre che mi scriva, anzi ho fatto sapere pure ai Ritiri, che non scrivano. Se la strada fosse di poter passare di costì lo farei volentieri, ma io vado a levante, e costì è a ponente, or veda lei. Dopo farò un altro viaggio, ma chi sa se potrò far la strada di Corneto tanto cattiva, ed io vecchio, infermo e debole ? Raccomanderò le cose al Signore ; del resto non saprei che fare.
Gesù la benedica e la faccia santa. Amen.
Di V. R.

S. Angelo li 3 settembre di partenza li 14 del 1754.
Indegmo Serv. Obgmo PAOLO DELLA CROCE.
(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).




4

M.e D. Maria Crocifissa Costantini (03) (Rs) L II, 293 -

S.Angelo 7 09 1762

(DCXXXVIII.)

I. C. P.

Molto Rnda Madre Ossma,
Ho ricevuto ier sera la sua lettera e l'ho molto gradita nel
Signore : io ho esaminato lo stato in cui ora lei si ritrova e che m'accenna nella detta sua lettera, e parmi poterle dire francamente e senza esitazione che lo stato presente in cui si ritrova, è il migliore che sia mai stato in tutta la sua condotta spirituale ; e mi creda che per lei non è mai andata tanto bene avanti a Dio, come va adesso. Pertanto io la prego di essere sempre più fedele a Dio ; continuando con discrezione i suoi esercizi e sopra tutto le racco i ; mando un'alta rassegnazione alla ssma volontà di Dio con vivere abbandonata al suo divin beneplacito in quel nudo patire desolato in cui si trova, senza lamentarsi né di dentro né di fuori, né con Dio né con le creature, riposando come una bambina nel seno del Celeste Padre, lasciando a lui la cura di tutti i suoi eventi, senza pensiero di ciò che sari di lei, né nel tempo né nell'eternità, ma patire in sacro silenzio di fede, nuda, povera, annichilata su la Croce del dolce Gesù.
Io poi l'assicuro nel Signore che questo stato tanto prezioso porta all'anima sua beni e tesori inestimabili : ma sopra tutto tenga ben chiuso il vaso del balsamo dei suoi patimenti col silenzio e la rassegnazione, acciò non svapori di fuori col cercar contento dalle creature, il che sarebbe dannoso ; più rassegnata, più abbandonata in Dio col patire e tacere che sarà, più presto ancora finirà la prova che ora fa Dio di lei ecc.
Il canestro di paste l'ho ricevuto ier l'altro e prego il Signore di rimunerarle la carità, ma non s'incomodi più che ora sto meglio e domenica prossima spero senz'altro di principiare una Missione in una cittadina qui vicina ; preghi il Signore per noi, acciò anche stiamo sani ecc.
Neppure noi abbiamo nuova del sig. Domenico e credo pero che ormai saranno di ritorno e li aspettiamo qui di passaggio. Mi saluti nel Signore le buone sorelle ; e qui racchiudendola nel Costato SSmo di Gesù, passo a riprotestarmi
D. V. R.
Io parto presto per la Missione.

Ai 7 settembre 1762, S. Angelo. Indmo Servo Obblmo PAOLO DELLA CROCE.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).




5

M.e D. Maria Crocifissa Costantini (04) (Rs) L II, 295 -

Cerro 2 12 1762

(DCXXXIX.)

I.C.P.

Molto Rnda M. in Cristo Osserma,
Nella posta di ier sera ho ricevuta una sua lettera, ed in risposta le dico che non faccia caso veruno del seguito con quello straordinario che accenna. Che importa a lei che dicano le genti e che disapprovino ciò che fa ? Lei cerchi di piacere a Dio solo e lasci dir chi vuole ; e sopratutto usi ogni carità e mansuetudine con l'accusatrice, e creda che lo avrà fatto per bene e con buona intenzione, né si lasci scappar di bocca parola di lamento con veruno ; avverta bene, se no darebbe luogo alla passione, tiri avanti la sua condotta e lasci dir chi vuole.
Sia fedele a Dio, accettando ogni travaglio dalla sua mano amorosa in silenzio e con gran mansuetudine ; tutto sparirà come fa la nebbia al sole caldo, stia forte e costante in perseverare nel suo tenor di vita, sempre raccolta in Dio, in solitudine interiore, e non cerchi altra consolazione che di piacere a Dio e fare la santissima sua volontà, la quale si adempie meglio nelle aridità, desolazioni, abbandoni ed altri travagli, che nelle consolazioni, nelle quali ogni bambino fa il bravo, ma nei travagli grandi si fa prova delle anime virili e non delle femminucce. State contenta, D. Maria Crocefissa, ed abbiate pazienza di portar la croce dove siete, che poi verrà il suo tempo di portarla altrove : ora è tempo di patire e tacere. Salutate le buone sorelle. Le buone feste ve le darò tutte dal Santo Altare : pregate assai per me che ne ho estremo bisogno, e lasciandovi nel Costato SSmo di Gesù, mi dico di cuore in Gesù Cristo
D. V. R.

Toscanella, nel Ritiro di S. Maria del Cerro ai 2 dicembre 1762.

Indegmo Servo Obblmo PAOLO DELLA CROCE.

Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).



6

M.e D. Maria Crocifissa Costantini (05) (Rs) L II, 296 -

Cerro 22 12 1762

(DCXL.)

I.C.P.

Ricevo la sua lettera, ed avrei gradito più di sentire a dir da lei così : Oh, che grazia ! Oh, che contento ! Oh, che dono mi fa Dio d'aver la sorte di servire a)le mie buone benedette accusatrici e che in premio sia data alle medesime ogni mattina la Santa Comunione ! Ma in sentir che lei esclama ! Oh, che pena ! Oh, che tormento ! ecc. di dover servire alle mie accusatrici ! questo fa conoscere che vi è poca, pochissima virtù, perché una delle più grandi grazie che le abbia fatto il Signore, si è l'occasione presente di esercitare la vera umiltà di cuore, la vera pazienza e mansuetudine, e sopra tutto una gran carità verso le medesime, mirandole come istrumenti nobilissimi, dei quali si serve Dio per arricchir l'anima sua di virtù come sopra ecc.
Orbene, cerchi tutte le occasioni di servire alle suddette, di fargli ogni bene che puole, di mostrargli tutta la carità, mansuetudine ecc., e le guardi con gran riverenza e rispetto come istrumenti dei quali si serve Dio benedetto per lavorar in lei quelle sante virtù che le mancano, e vada in cerca di tali occasioni con più di avidità, che non fanno quelli che vanno a cercare le perle e i diamanti. Le rendo grazie in Gesù Cristo della carità del canestro mandato a questo Ritiro, e S. D. M. le rimuneri la carità fatta a questi religiosi. Lei stia ben chiusa nel suo interno, con profondissima cognizione dell'orribile suo niente, che in tal forma si celebrerà nel suo spirito la Divina Natività del Verbo Divino umanato nel silenzio della notte della santa fede e del santo amore
Mi saluti nel Signore le buone sorelle e le accerti che nella Messa Solenne della prossima Sacratissima Notte porrò i cuori di tutte tre fra le fascie del dolce Bambino, acciò glieli riscaldi col fuoco della divina sua carità, e Maria SSma glieli inaffi col sacro suo latte e dolcissime lacrime d'amore, che scaturivano dagli occhi santissimi della Divina Madre, in vedersi il Re de' Regi fra le braccia, involto e fasciato in poverissimi pannicelli, e lo bagnava di dolcissime lacrime ecc. ; nascondendosi tutta in quel Verbo Divino umanato, rinasceva ogni momento più in lui a vita deifica ecc. Ho fretta ; e pregandole ogni benedizione mi riprotesto di cuore ed imploro le loro orazioni
D. V. R.

Ritiro di S. Maria del Cerro ai 22 dicembre 1762.

Indegmo Servo Obblmo PAOLO DELLA CROCE.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).



7

M.e D. Maria Crocifissa Costantini (06) (Rs) L II, 297 -

Cerro 14 .. 1763

(DCXLI.)

I.C.P.

Molto Rnda Madre,
Ricevei ier sera la sua lettera e ringrazio il Signore delle ` misericordie che le continua e specialmente del conforto avuto nel Santo Natale, del che conviene esserne molto grata a Dio benedetto. Non si maravigli che seguitino le aridità e desolazioni, perché sono per lei necessarie, acciò colla divina grazia, arrivi alla perfetta cognizione sperimentale del suo vero niente che ha da sé, e faccia altresì un esercizio continuo di rassegnazione alla Divina Volontà. Pertanto lei prosiegua fedelmente nei soliti esercizi, tanto delle virtù tutte che dell'orazione specialmente, e si mantenga raccolta sempre, senza badare al sensibile ; stia dentro di se stessa, nel tempio interno del suo spirito in sacro silenzio di fede e di santo amore, colla parte superiore dello spirito, cioè della mente suprema, attenta a Dio, ed ivi riposi in quel seno divino, patendo e tacendo. Attenta ora a questa massima che le scrivo. I pesci sono muti, sebbene le altre bestie, tanto quadrupede che volatili formano la loro voce secondo la loro natura, ma il pesce è stato creato da Dio muto, per farci sapere che chi sta nelle tempeste dei travagli, deve essere muto e non aprir mai bocca per lamentarsi ecc. Se ne ricordi bene di questa massima. Io non devo scrivere ai suoi fratelli, sollecitandoli all'opera del Monastero, perché so che gli sta a cuore, e il signor Domenico fa quel che puole : rifletta alla scarsa raccolta dell'anno scorso, e vedrà che è gran grazia, che possa fare ciò che fa. Abbandoniamoci alla Divina Volontà e lasciamo far la tela a chi la sa fare.
Saluti le sue sorelle, e pregate tutte tre per noi : Gesù la benedica : Amen.

Cerro ai 14 del 1763. Indegmo Servo Obblmo PAOLO DELLA CROCE.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).



8

M.e D. Maria Crocifissa Costantini (07) (Rs) L II, 299 -

Cerro 24 12 1764

(DCXLII.)

I. C. P.

Gesù Bambino sia e nasca nei nostri cuori.
Mi ricordo che S. Girolamo, in certa occasione che per alcune lingue mordaci, gli alienavano da lui le sante sue figlie spirituali, S. Paola, S. Marcella e altre sante matrone romane, scrisse una lettera in sua difesa ad un suo amico, e gli disse che salutasse nel Signore le suddette sante, ed aggiunse che o vogliano o non vogliano, sue figlie erano in Cristo : Velint, nolint, filiae meae sunt ecc.
Così ardisco dire io a Maria Crocefissa. O vogliate o non vogliate, mia figliuola sempre benedetta in Gesù Cristo voi siete perché spero vedervi colla stessa livrea della SSma Passione di Gesù Cristo che porto io ; e sono molti anni che Dio mi ha confidata l'anima vostra, e se state in silenzio voi, non voglio già starvi io, perché ora non è tempo di tacere. Vi annunzio dunque allegrezza grande, gaudio nello Spirito Santo nella presente sacrosanta Solennità Natalizia, perché, se aprite bene la porta del cuore nascerà in voi il dolce Gesù, e si farà la Divina Natività nel vostro spirito. Animo grande, già sta prossima la nascita del vero sole di giustizia, e perciò tenetevi ben solitaria nel più intimo del vostro spirito, state in sacro silenzio di fede e di santo amore nel seno del Divin Padre, che rinascerete in Cristo Gesù suo Figlio a nuova vita di santo amore.
Vorrei dirvi altre buone cose, ma non sono disposto, e sa Dio come sto, oltre di che l'uomo di casa vuol partire e non ho tempo ; dirò ciò che potrò al vostro spirito dal Sacro Altare nella seguente notte ssma, e vi pregherò dal Sommo Bene copiosi tesori di grazia e perfetta santità di vita. Pregate S. D. M. per questi due poveri vecchi e per la Congregazione, esclamate assai, acciò Dio la provveda di santi operai. Salutate le buone sorelle, e le buone feste le darò ad esse ancora dal Sacro Altare, e con fretta resto che parte l'uomo
D. V. S.

Ritiro del Cerro la vigilia del Santo Natale 1764.

Indegmo Servo PAOLO DELLA CROCE.

(Conforme a copia.



9

M.e D. Maria Crocifissa Costantini (08) (Rs) L II, 300 -

Cerro 1 .. 1765

(DCXLIII.)

I.C.P.

Il dolcissimo Nome sacratissimo di Gesù sia nei nostri cuori.
Ho ricevuta ier sera la sua lettera, e le buone cose che volevo dirle nell'altra mia, gliele dico adesso. Primo : secondo il povero mio sentimento, lei non è mai stata in miglior stato di adesso, per più capi ; ed il principale si è che il suo patire è più nudo e spogliato di conforto, e questo è una grazia e dono grande del Signore e che non suole concederlo che alle anime sue più dilette.
Il punto si è di sapersene approfittare con una silente pazienza, già le scrissi una volta, sebbene non mi ricordo, che i pesci non hanno lingua, per farci intendere che chi sta nel mare tempestoso dei travagli non deve aver lingua per lamentarsi, né col prossimo, né con se stesso e né anche con Dio. Oh, che gran punto è questo ! Lo pratichi fedelmente, poiché dopo la tempesta verrà gran tranquillità e serenità ecc. ; ma lei non è ancor morta, e pure Dio benedetto col patire che le permette, pretende che lei muoia di morte mistica a tutto ciò che non è Dio, e che vi diportiate da morta, senza lingua, senza orecchie, senza occhi ecc. ; e siccome il morto sepolto è calpestato da tutti, così lei, come morta e sepolta, si lasci calpestare da tutti, fatta l'obbrobrio e l'abiezione della plebe. Godo sentire che codesto nuovo Confessore vi tratti aspramente e sia duro e severo ; oh, che buon amico è questo !
Adesso Iddio vuol dare l'ultima mano alla statua ed abbellirla per la galleria del Cielo, e perciò permette che chi vi dovrebbe dar qualche conforto spirituale, adopri lo scalpello più fino ed acuto, per ben ripulire la statua. Oh, che nobile lavoro è questo ! Approfittatevi di questa preziosa occasione, lasciatevi mortificare, riprendere e trattare con ogni severità ed asprezza, ma portatevi sempre da vera serva del Signore, sempre tacita, sempre mansueta, sempre tranquilla e pregate S. D. M. che non vi privi di tal istrumento, sinché non sia terminata l'opera che Dio vuol fare in voi.
Continuate il raccoglimento interiore, giacché qualunque aridità non puol impedirlo, poiché non importa che si senta il gusto della divina presenza, ma bensì importa molto lo starvi con pura fede, spogliata d'ogni contento, per amor di Dio, che è il contento dei nostri contenti. Statevene dunque riposando come bambina nel seno di Dio, in silenzio di fede e di santo amore, con la parte superiore dello spirito, senza badare ai rumori che fanno i nemici intorno allo spirito. Questi sono di fuori e voi state di dentro nel gabinetto più intimo dello spirito a solo a solo collo Sposo Divino. 11 buon capo d'anno ve l'ho dato e ve lo do, anche alle buone sorelle, accompagnato da molti altri, ubertosi di virtù eroiche e di gran perfezione, acciò facciate ciò che dice S. Giovanni Crisostomo : Sientium quod lutum praebet figulo, idem ipse praebet Conditori suo. Oh, che gran sentenza ! E vuol dire così : che quel silenzio che il fango o loto esibisce e conserva al vasaio, lo stesso esibiate voi al vostro Creatore ; il loto tace sempre, o il vasaio faccia un vaso d'onore o un vaso di contumelia, tace ; o lo rompa o lo getti in pezzi in una cloaca tace ed è contento, come se lo ponesse in una regia galleria. Tenetevi a memoria questa gran dottrina e praticatela nell'occasione che vi trovate, tanto col Confessore che cogli altri ecc. Ho fretta e le prego dal Signore copiose benedizioni, e pregate molto per me e per la Congregazione, e sono di cuore
D. V. R.

Ritiro di S. Maria del Cerro il 1 del 1765.

Indegmo Servo Obblmo PAOLO DELLA CROCE.

Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti.




10

M.e D. Maria Crocifissa Costantini (09) (Rs) L II, 302 -

Cerro 5 02 1765

(DCXLIV.)

I.C.P.

Gesù sia sempre nel suo cuore.
In risposta della sua lettera, ricevuta ier sera, godo sentire che lei stia in miglior salute e vada ricuperando le forze per servire con più fervore il Signore. Io non manco, né mancherò di pregare S. D. M. secondo le sue pie intenzioni ; ma non vorrei che inalzasse tanto i piccoli suoi travagli, tenebre ed aridità. Il vero e puro amor di Dio fa sempre parer piccolo e poco il patir che si fa per l'Amante Divino. Quando piacerà al Signore che lei intraprenda la vita penitente di prima, le darà forze e salute ed impulso e lume di poterlo fare ; per ora seguiti a ripigliar salute, e sopra tutto ad unirsi sempre più alla divina volontà, con una silente e pacifica pazienza, carità e mansuetudine, e continui a star sene solitaria nel tempio interiore del suo spirito, riposandosi nel seno del Padre Celeste ed adorandolo in spirito e verità.
Già scrissi al nostro signor Domenico che avrei servito la M. Abbadessa. con mandare un religioso nostro, che sarà qui domenica di quinquagesima per dar gli esercizi a questo Monastero di Toscanella, ed ai due circa `di marzo, spero senz'altro, che sarà costì a servir loro. Questo è il P. Gio. Batta. di S. Vincenzo Ferrerio, uomo dotto e molto pio, che ultimamente diede gli esercizi a quel santo Monastero di Vetralla, con gran contento e frutto di quelle piissime religiose, così spero sarà costì.
Mi saluti la M. Abbadessa e le dica che chieda la facoltà a Monsignor Vescovo, essendo ciò necessario : ho fretta e sono di vero cuore
D. V. R.
Ritiro del Cerro ai 5 febbraio 1765.
Aggiungo, che ho avuto un lume certo, che suo fratello il signor Domenico vuole una o due condizioni per il nuovo Monastero, le quali sono totalmente opposte e contrarissime alle nostre sante Regole alle quali mai e poi mai acconsentirò ; e so che esso si è fatto intendere che se non si fa come dice, in ordine alle con dizioni suddette, vi porrà altre monache di altro Istituto. Vi ponga pur chi vuole che io non ho altro desiderio che di fare la santissima volontà di Dio, ma starò sempre fortissimo in mantenere la nostra osservanza.
Indegmo Servo
POLO D. + .
(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).



11

M.e D. Maria Crocifissa Costantini (10) (Rs) L II, 304 -

Cerro 16 02 1765

(DCXLV.)

I. C. P.

Dico in fretta a D. Maria Crocefissa che ho ricevuta ier sera la sua lettera che mi è stata grata, perché la vedo ben rassegnata ed unita alla ssma volontà di Dio ; e se ciò continuerà, sarà santa grande.
Ora le voglio dire in succinto il lume certo che ho avuto dei sentimenti del signor Domenico, suo fratello, intorno al nuovo Monastero. Primo : dice che il primo Capitolo vuole che sia che le monache mangino carne ; secondo che vi sia il parlatorio ecc.
Faccia lui le Regole e Costituzioni, le faccia approvare dal Papa, e poi vi ponga le monache che pare a lui, perché io mai acconsentirò a tal cosa, essendo distruggitrice del nostro Istituto della SSma Passione.
So che i parlatori sono la rovina dei monasteri, e ne ho pratica, essendo un pezzo che li servo con gli esercizi ecc.
Il nuovo Monastero, se ha da essere dell'Istituto della SSma Passione come noi, devono, come noi, osservare le sante Regole approvate dal Papa, altrimenti me ne lavo le mani, né mai vi acconsentirò, ché Dio benedetto non vuole. Noi vogliamo fare un Monastero di anime grandi e sante, morte a tutto il creato, e che s'assomiglino nelle sante virtù, penitenza e mortificazione a Gesù Appassionato ed a Maria SSma Addolorata, che deve essere l'Abbadessa del Monastero.
Le monache di S. Fiora, ove io sono stato a servirle, digiunano ogni giorno, e la sera non hanno altro che due mele, una cotta, l'altra cruda, con un piccolo pezzo di pane ecc. Dormono sul pagliaccio, s'alzano a mezzanotte, vanno coi piedi nudi nei sandali ecc., c vi sono delle signore delicate.
Se V. R. vuole illuminar suo fratello con dirgli tutto ciò che scrivo, la lascio in libertà. Ho fretta ; saluti le sorelle e gli dica tutto ciò, e preghino per me che sono ben di cuore

Toscanella, Ritiro del Cerro ai 16 febbraio 1765.
Suo Indegmo Servo
PAOLO DEI LA CROCE.
(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).



12

M.e D. Maria Crocifissa Costantini (11) (Rs) L II, 305 -

Cerro 19 02 1765

(DCXLVI.)

I. C. P.

Gesù sia sempre con noi.
Ier sera ho ricevuta la sua lettera e parimente quella del nostro signor Domenico, in cui vedo i piissimi sentimenti e risoluzioni del di lui buon cuore che mi fa sperare e credere felicissima riuscita del Monastero e di tutto, e ne ringrazio il Signore. Io sono molto occupato con lettere ed altro, e non ho tempo di allungarmi, come ho fatto ora col signor Domenico A mezzo maggio prossimo venturo, spero di essere costì, per trattare a lungo l'affare con Monsignor Vescovo, e la discorreremo assieme anche con lei e col signor Domenico, e si conchiuderà e risolverà tutto bene a gloria di Dio e profitto delle anime. Continuiamo a far orazione, ad esclamare a Dio, acciò ci dia i lumi necessari per ben riuscire nell'affare, che è molto grande ed importante ; ho bisogno di salute e di avere ancora un po' di vita, se ho da cooperare con le fatiche, viaggi ecc. ; ho fretta, e la racchiudo nel Costato SSmo di Gesù, e sono di vero cuore sempre più : mi saluti nel Signore le sorelle ecc.
D. V. R.

Toscanella, Ritiro del Cerro ai 19 febbraio t765.
Indegmo Servo Obblmo PAOLO DELLA CROCE.
(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).



13

M.e D. Maria Crocifissa Costantini (12) (Rs) L II, 306 -

S.Angelo 15 06 1765

(DCXLVII.)

I. C. P.

Con questo biglietto la ringrazio in Gesù Cristo della buon'acqua di fiori e di merangolini, che mi ha fatto la carità mandarmi, e prego il dolce Gesù a rendergliene eterna retribuzione.
Spero che V. R. stia volentieri crocefissa con Gesù Cristo, senza conforto, giacché ne porta il nome.
Oh, che gran tesoro racchiude il nudo patire senza conforto, né dal Cielo né dalla terra ! Ne faccia grande stima, ne sia grata a Dio e si offerisca spesso vittima di olocausto a S. D. M. sull'altare della Croce, ed ivi finisca di morire di quella morte mistica in Cristo, che porta seco una nuova vita d'amore, vita deifica, perché unita per carità al Sommo Bene, ed in cui poi si conosce al chiaro, quanto sia prezioso il nudo patire in vera mansuetudine e silente pazienza.
Mi saluti nel Signore le nostre buone sorelle, che insieme con lei racchiudo e rimiro nel Cuore SSmo del dolce Gesù. Preghino assai per me e per la nostra Congregazione, e sono di cuore
D. V. R.
Ritiro di S. Angelo ai 15 giugno t765.

Indegmo Servo Obblmo PAOLO DELLA CROCE.
(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).



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M.e D. Maria Crocifissa Costantini (13) (Rs) L II, 307 -

S.Angelo 13 05 1766

(DCXLVIII.)

1. C. P.

Molto Rnda Madre,
Ho ricevuta ier sera la lettera di V. R., che ho molto gradito nel Signore, e le rendo grazie in Gesù Cristo della carità che mi continua colle sue orazioni. La mia sanità sta attaccata ad un filo di ragno e mi aspetto ben presto la morte, perché le mie indisposizioni sono continue, e sa Dio quanto volentieri verrei a sentirla costì, ma non posso più azzardarmi a far viaggi, che non ho, salute ; quando Dio benedetto vorrà, mi darà anche la forza
Ho viva fiducia in Dio, che nella prossima solennità di Pentecoste le infonderà con maggior pienezza i doni dello Spirito Santo ; e perciò lei ci stia preparata con alto spogliamento di ogni cosa creata e con totale abbandono nel divin beneplacito, senza attacco alcuno alla divozione sensibile, cioè alle interne consolazioni, ma se ne stia in vera solitudine interna, adorando Iddio in spirito e verità, e tutta nascosta nel suo divin seno, senza voler altro che il purissimo e purgatissimo suo santo amore e la maggior gloria sua in tutte le sue operazioni ; in tal forma sarà di sposta a ricevere lo Spirito Santo.
Il nostro signor Domenico di lei fratello mi fece sapere dal r P. Candido, che esso voleva che le monache del nostro Istituto mangiassero carne tre volte la settimana e non si alzassero a matutino la notte ; e perché questi sono i punti più essenziali ed anche Monsignor Vescovo aderisce al signor Domenico, così io gli ho risposto, che mai e poi mai vi acconsentirei, perché sarei spergiuro, avendo io giurato in Capitolo di mantener l'osservanza ; e perciò io me ne sono lavato le mani e gli ho scritto che vi ponga. pur monache che mangino carne e non si alzino a matutino, che ne troverà quante vuole, ma mai del nostro Istituto.
Le ho scritto tutto ciò, affinché anche lei con me ci rassegniamo alla volontà di Dio, poiché volendo così Monsignore ed il signor Domenico, è segno chiaro che Dio non vuole da noi tale opera, e ne sia benedetto in eterno. Mi saluti nel Signore le sue buone sorelle, e tutte e tre le racchiudo nel Cuore dolcissimo di Gesù, e sono sempre più pronto a servirla quando si degnerà comandarmi, e sono con tutto il rispetto
D. V. R. Indegmo Servo Obblmo PAOLO DELLA CROCE.
(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).




sr Maria Crocifissa Costantini