M O R T E M I S T I C A




M O R T E M I S T I C A



M O R T E M I S T I C A:

ovvero Olocausto del puro spirito di un'anima religiosa



Jesu Christi Passio

MoMi Introduzione

1 Affinché per umana fragilità e per mia negligenza non avessi a perdere quei lumi e sante ispirazioni, che Gesù per sua infinita misericordia si è degnato darmi, perché scossa dal letargo della mia infedeltà e pigrizia, sorga al lume della divina grazia, ed intraprenda quella vita di perfezione, che più piacerà al mio Signore: quindi è che a fine di facilitarmene la strada e camminarvi con sicurezza (risolvo di seguire) tutto quello che in questo foglio si contiene e che da me parmi richieda al presente Iddio, acciocché approvatomi dalla santa obbedienza di cui voglio essere martire e fedelissima figlia sino all'ultimo respiro di mia vita, mi serva di stimolo a proseguire e a vincere con le violenze le mie ripugnanze. Gesù dunque mi conceda la grazia di un buon principio e santa perseveranza.

2 Una sola cosa richiede Dio da me, ma se ne richiedono moltissime per conseguirla e giungervi. Oh! Dio che violenza! Si deve morire ed ubbidire mio Gesù! In una cosa troppo mi chiedete perché volete che io muoia con voi sulla croce. Morte mistica, morte per me troppo dura ma soave perché prima di morire a mille morti mi conviene sottopormi! Signore, al solo pensarvi l'umanità s'inorridisce trema e sgomenta, ma lo spirito al quale voi comandate, è già pronto per eseguirla sull'infallibile certezza che, se voi la volete, non mancherà il vostro soccorso per conseguirla; devo tuttavia lasciare un tale riflesso per potere in fede e alla cieca correre con tutta indifferenza come cervo assetato alla fonte delle divine consolazioni, con un totale abbandono in voi, lasciandomi guidare come voi volete, non cercando me stessa, ma solo che Dio compiaccia se stesso, coll'adempimento della sua volontà mi annienterò in me stessa ammirando come Dio voglia ricevere tal minimo compiacimento da una miserabile creatura ripiena di tanti difetti e peccati, e per tale effetto mi umilierò sempre dentro me stessa stimandomi come sono, ed avrò un altissimo concetto di Dio, come padrone di tutto, amore immenso, giudice inesorabile, bontà senza fine. Oh Dio!


MoMi I

3 I. Non mi muoverò dal mio nulla se non venga mossa da Dio, primo principio ed ultimo fine, e allora non mi alzerò più di quello che Dio vuole, affinché per mia presunzione non venga a precipitarmi e cadere. No Signore!


MoMi II

4 II. Sarò rassegnata e pronta al divino volere col nulla bramare, niente ricusare, ed egualmente contenta di ogni suo volere.
Mi spoglierò di tutto con un totale abbandono di me stessa in Dio, lasciando interamente la cura di me a lui; egli sa ed io non so, quello che mi conviene, e però riceverò con eguale rassegnazione sì la luce che le tenebre, sì le consolazioni che le calamità e le croci, sì il patire che il godere; in tutto e di tutto lo benedirò, e più di tutto quella mano che mi flagella, fidandomi interamente di lui.

5 E se talvolta mi vorrà aggraziare della sua presenza, o con soli effetti di essa, o con l'atto pratico e continuo, non mi attaccherò mai al gusto dello spirito, né mi affliggerò per timore di restarne priva, ma prontissima alla pena meritata dei suoi abbandoni, gli farò sempre il dono della pura e nuda mia volontà, con offrire Lui a Lui, un'anima crocifissa e morta a Gesù crocifisso e morto, poiché a lui così piace, contenta e rassegnata tornerò alle tenebre ed agonie, quando così voglia, pregandolo a permettermi a poter dire: spero dopo le tenebre la luce: Mio Gesù ti adoro e sto morendo per non morire: Oh che santa morte! perché in agonia!


MoMi III

6 III. Se Gesù mi vorrà desolata, morta e sepolta nelle tenebre, rifletterò che dovendo per i miei enormi peccati starmene meritevolmente nell'inferno, essere bontà del mio Dio avermelo mutato in tali pene, mi attaccherò ben soda all'àncora della potentissima sua misericordia, acciò diffidando di essa non facessi torto alla sua bontà tanto grande! Oh che bontà di Dio!


MoMi IV

7 IV. Procurerò a tutto mio potere seguire del mio Gesù le pedate; se afflitta, abbandonata, desolata mi troverò, mi accompagnerò seco nell'Orto. Se disprezzata, ingiuriata, mi accompagnerò nel Pretorio. Se depressa ed angustiata nelle agonie del patire, con fedeltà mi accompagnerò al Monte, e con generosità alla croce, con la lancia nel cuore. Oh che dolce morire!


MoMi V

8 V. Mi spoglierò d'ogni mio proprio interesse con non guardare né pena, né premio; ma solo alla gloria di Dio, ed al puro suo gusto, non cercando di stare che tra questi due termini. Qui agonizzare fino che Dio vuole, e qui morire di puro suo amore. Oh che benedetto Amore di Gesù!

MoMi VI

9 VI. Non cercherò né amerò altra cosa che Dio solo, perché in questo solo godrò il paradiso, pace, contento, e amore; e mi armerò di un odio santo ed implacabile contro tutto quello che può da lui distormi. Gesù mio, mai peccato nel cuore!


MoMi VII

10 VII. Sbandirò da me ogni pazzo timore che render mi possa pusillanime nel suo santo servizio; con questa sola massima che, se sarò fedele e forte a Dio, egli sarà sempre mio, temerò lui solo, e ciò che può apportargli disgusto fuggirò sempre, e perciò starò sempre sopra me stessa, guardando a tutto mio potere non apportargli volontariamente disgusto, benché minimo: per quanto con la sua grazia mi sarà possibile. Oh che bella speranza!


MoMi VIII

11 VIII. Se per mia debolezza cadessi in qualche errore sorgerò subito col pentimento, riconoscendo la mia miseria e quello che sono, e quello che posso, pregando il mio Dio col capo a terra, con le lacrime su gli occhi, e coi sospiri nel cuore per il perdono e grazia di mai più tradirlo; ma di stabilirmi più seco. Né qui mi fermerò più di quello che mi conviene per riconoscere me stessa miserabile, ma tornerò a lui dicendo: Mio Dio, mio Gesù, questo è il frutto che posso rendervi: non vi fidate di me, sono miserabile!


MoMi IX

12 IX. Stabilirò sempre il mio cuore in Dio con distaccarlo a tutto mio potere per forza dalla terra, e da tutto quello che egli non è. Voglio che sia stanza di Gesù, e farmelo un Calvario di pene, come la beata Chiara di Montefalco, dandone a lui solo la chiave, acciò ne sia assoluto padrone per abitarvi a suo piacere, e riporvi ciò che gli piace. Il mio cuore non sarà più mio, perché neppure io sono più mia, mio non sarà solo che Dio. Ecco il mio amore!


MoMi X

13 X. Io morirò tutta a me stessa per vivere solo a Dio, e a Dio certo morirò, perché senza Dio vivere non posso: Oh che vita! Oh che morte! Vivrò, ma come morta, e con tale riflesso passerò la mia vita con stabilirla in una continua morte. Mi voglio risolvere a morire per ubbidienza. Benedetta ubbidienza!


MoMi XI

14 XI. Pondererò questa massima forte di spirito della Morte Mistica nei tre voti di povertà, castità e ubbidienza. Mi figurerò morta nella povertà. Il morto, dirò a me stessa, non ha se non quello che gli si pone in dosso, né si cura che sia buono o cattivo; nulla chiede, e nulla vuole, perché non è più di questo mondo, ed ancora per non essere più di questa terra. Sarò poverissima come il morto, e per quanto mi sarà possibile non terrò cosa alcuna presso di me, con questo riflesso, che non devo aver niente, e ogni cosa è di più, come al morto, che è superflua ogni cosa che gli si pone in dosso.
Quello che mi verrà dato, lo riceverò per carità, senza mai lamentarmi, ma terrò sia sempre troppo, per non meritar niente. Non chiederò cosa alcuna, se non fosse per estrema necessità, e questa la riceverò per pura carità, e sarò tarda a richiederla, per provare e soffrire gli incomodi della santa povertà. Nel vitto e vestito procurerò sempre il peggio, morendo ad ogni desiderio e gusto del senso, non chiedendo e ritenendo mai niente senza licenza dei miei Superiori, e questi pregherò che mi siano sempre rigorosi, per soddisfarmi meno che possono rimettendomi tutta a Dio.
Cercherò in questo di imitare Gesù povero in tutto: essendo egli Signore del cielo, non si vergognò di abbracciare questa estrema povertà, di fare una vita poverissima in tutto ed abbietta per mio amore ed esempio. Disprezzerò me stessa e godrò di essere disprezzata dagli altri, e posposta ad ognuno. Il morto è il vero povero di Gesù, non si cura degli onori e disprezzi, e però non dimostrerò neppure desiderio o inclinazione a cosa alcuna, a fine di non essere compiaciuta, insomma studierò essere poverissima, di essere privata di ciò che ho, perché non mio, e di sempre più impoverirmi per rendermi simile a Gesù poverissimo. Povera morire in croce come Voi!


MoMi XII

15 XII. Morirò nella castità col sottoporre il mio corpo ad ogni sorta di strazi e patimenti per amore del mio Dio, ed acciò non si ribelli per farmi offuscare un sì bel giglio, fuggirò ogni occasione, e custodirò i miei sentimenti, con somma vigilanza, acciò per essi non entri cosa che sia cattiva. Il morto non ha sentimenti, così neppure io voglio avere alcun sentimento in offesa del mio Dio.
Fuggirò anche ogni minima occasione di attacco, perché Gesù del mio cuore vuole egli solo esserne assoluto padrone; e pura d'intenzioni, gloria di Dio, salute dell'anima; pura di affetti, mai amore alle creature, né ad altro; pura di desideri e non cercare altro che Gesù, che si pasce tra i gigli immacolati. Così mi voglio rendere morta ad ogni piacere di me stessa, sacrificandomi sempre alla croce purissima del mio sposo Gesù. Oh morte santa di chi vive casta per voi, Gesù mio!


MoMi XIII

16 XIII. Morirò nell'ubbidienza. O che santo sacrificio! Oh santo martirio di volontà pura, dandomi totalmente morta in essa, qui si ha da finire di morire con sottoporre la volontà propria, ed in tutto e per tutto vincerla sino che sia morta affatto, senza dare neppure un sospiro. Sarò con la grazia del Signore pronta e indefessa nell'ubbidienza, alla cieca, senza replica, e se mi fosse comandata cosa ardua e difficile, e di somma mia ripugnanza, un'occhiata a Gesù alla Colonna, un'altra all'Orto, nell'agonia della sua orazione, un'altra sulla Croce in cui spirò per obbedienza all'eterno Padre; nel primo ricordandomi degli avvertimenti che mi dà dirò: benedetta ubbidienza, santa ubbidienza mi fai morire, mi farò santa ed in fine beata: così mi renderò dolce e soave l'ubbidienza e l'eseguirò con contento. Oh che beata morte di chi muore per obbedienza! Come fece Gesù caro Sposo dell'anima mia.
Non solo poi ubbidirò a chi devo ma anche alle eguali ed inferiori, procurerò essere tutta di tutti acciò tutti mi possano con libertà comandare; starò indifferente in tutto, non mostrando dispiacere o rincrescimento in cosa alcuna per dare una santa libertà di comandarmi. Starò sopra me stessa sempre per non far capire la minima inclinazione acciò non mi sia soddisfatta né a questo né a quello, anche sotto titolo di essere mortificata, volendo anche in questo far languire l'amor proprio, ed in tutto farlo morire; e piuttosto contenta a quelle ripugnanze a ciò mi sia comandato sempre contro mia voglia e volontà conoscendo per lume di Dio consistere in questo forte punto la soda virtù, e l'ubbidienza che si domanda vero sacrificio dello spirito. Andrò così sempre contro me stessa, per non fidarmi mai di me, e calpestare così la mia inclinazione mala, superbia e passioni, privandomi sempre del proprio gusto sì nel temporale che nello spirituale, ed in questo essere pronta a lasciare lo stesso Iddio per Dio, con quella santa libertà di spirito e depurata intenzione che deve avere una religiosa morta a se stessa fino all'ultimo respiro. Oh santa Morte che fa vivere di vero spirito di Gesù! Santa ubbidienza! Santa Morte! Santo Amore!


MoMi XIV

17 XIV. Mi guarderò dal soverchio parlare stando anche in questo punto forte e costante, per riposarsi Gesù nelle anime solitarie, gustando solo di parlare con Dio, di Dio, per Dio, acciò egli parli con me. Non mi diffonderò in parole vane, superflue ed inutili, acciò il soverchio parlare non mi faccia mancare alla carità e non mi ingombri nell'ozio; volendo morire anche del tutto nel parlare: e voglio che sia considerato, poco, prudente e santo, acciò la lingua mi serva solo per (dare) esempio, e non mai per scandalo. Il morto non parla, e la religiosa morta a sé non deve parlare se non con Dio solo, e per Iddio. SILENZIO!


MoMi XV

18 XV. Starò sempre in dietro in tutte le cose della Religione, come cosa non buona e da nulla, non ingerendomi in niente, così comportando il mio niente; né darò mai il mio parere, lasciando tutto a chi deve farlo, perché così porta il mio niente. Stimarmi niente, e questo solo sapere ed intendere: di non sapere ed intendere niente; ma solo bramare, sapere ed intendere la vita di Gesù, umile, disprezzata e non conosciuta. Questa è la via, la verità e la vita. Santa umiltà, voglio morire con questa! Oh santa Morte!


MoMi XVI

19 XVI. Userò carità con tutte ed in particolare quelle con le quali avessi qualche controgenio, con le difettose, impazienti, superbe; e dirò: Signore, ecco il mio guadagno, ecco la mia pace, vincere me stessa, con rendere bene per male, amore per odio, umiltà per disprezzo, e pazienza per impazienza. Chi è morto non si risente; così voglio far io. Più carità al prossimo e più Gesù l'avrà con me: qui non la sbaglio. La carità ruba il cuore a Gesù, con questa posso essere una gran santa. Sì, lo voglio essere, sì voglio morire per morire a me stessa.


MoMi XVII

20 XVII. Non avrò punto compassione a me stessa, portando così lo stato di una persona penitente che voglia guadagnare il cielo a forza di violenza. Mi affaticherò indefessa per la gloria di Dio e per la santa religione, per sollevare dalle fatiche l'altre mi offrirò a fare quanto posso, e scomparire tutta nel mio ufficio, lascierò il sopraintendere alla mia compagna, standovi solo per operare, per umiliarmi, ed essere comandata come l'infima del monastero, per essere come diceva (lo confesso di cuore) la gran Maddalena de' Pazzi, nobile e delicata giovane, ma gran penitente ed umilissima: voglio essere lo straccio del monastero. Mio Dio, questo ed altro farò con la grazia vostra; ma se voi vi discostate da me, farò più di male di quello che ora propongo di operare di bene; ed acciocché questo per mia disgrazia non mi avvenga, di che molto temo, ma molto più confido in voi. Procurerò di star sempre con voi unita, e temerò non discostarmi un momento da voi, perché un sol momento da voi disgiunta posso perdervi, e perdendo voi perdo tutto.


MoMi Conclusione

Voglio ridurmi con questi sentimenti ad una agonia spirituale, con cui voglio distruggere tutto il mio amor proprio, inclinazioni, 'passioni e volontà'.
Volendo così morire sulla croce con quella santa morte di Gesù, con cui muoiono sul Calvario con lo Sposo delle anime innamorate, e muoiono d'una morte più dolorosa di quella del corpo, per poi risorgere con Gesù trionfante nel cielo.
Beata me, se praticherò questa santa morte, la benedirò nell'ultimo mio punto con mia grande consolazione.
Gesù sia sempre meco: Gesù, la ultima mia parola sia il vostro nome; Gesù, l'ultimo respiro sia il vostro amore. Amen.
FINE. PREGHI PER ME!!!



















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