Origene su Matteo 200


LIBRO XII



4.

(17) Sal 87 (88), 6 LXX. Il segno per eccellenza è il mistero pasquale: "Gesù sapeva come e perché moriva... Se per ipotesi non fosse stato crocifisso e non fosse morto, il chicco di grano sarebbe rimasto solo e non sarebbero usciti in molti da lui... Ma se la morte ha portato tanti frutti, quanti non ne porterà la risurrezione!" (Om Ger X, 3,

126; cf. H. de Lubac, Storia, 91-106; Bastit-Kalinowska, L'interprétation, cit., 280s.).

22 Cf. Rm 4, 11.

(18) Mt 12, 40. "Per uno Stoico, il ragionamento trae dal "segno presente" l'esistenza di una disposizione costante della natura universale o di uno stato presente dell'individuo singolare. Per Origene, la relazione da segno a significato, tenuto conto del rapporto di compimento postulato fra i due grandi insieme che costituiscono le Scritture, è retrospettiva. E il significato che conferisce al segno

(semeion) passato la sua capacità d'indicare, di mostrare (delotikon). La decifrazione dei "segni" della Scrittura... è inseparabile da una storia dell'economia della salvezza" (Le Boulluec, Les représentations , 112; H. de Lubac, Cattolicesimo, 147ss.; R. Scognamiglio, Concezione

Commento a Matteo, Libro XII, 9 291

origeniana di "semeion" nel Commento a Giovanni, in Origeniana secunda, 177-187).

(19) Cf. Gio 2, 1; Mt 12, 40. Una realtà che si compie in seguito:

""Disfate questo tempio e in tre giorni lo innalzero"... L'uno e l'altro, tanto il tempio quanto il corpo di Gesù, secondo un'interpretazione possibile, mi sembrano essere tipo della Chiesa... Ora, poiché "voi siete corpo di Cristo e sue membra", ...anche se puo sembrare talora che l'armonia delle pietre del tempio venga meno o che siano scompaginate tutte le ossa di Cristo, ...il corpo di Cristo risorgerà il terzo giorno... La risurrezione di Cristo dalla passione della croce, che è già avvenuta, racchiude anche il mistero della risurrezione di tutto il corpo di Cristo"

(Cm Gv X, XXXV, 432s.).

292

201
1. L'

Si avvicinarono Sadducei e Farisei per metterlo alla prova e gli chiesero che mostrasse loro un segno dal cielo .

Sadducei e Farisei sono discordi tra loro sulle verità più essenziali (1). I Farisei infatti sostengono la risurrezione dei morti sperando nell'esistenza di un mondo futuro, mentre i Sadducei niente riconoscono di riservato all'uomo dopo questa vita, sia che abbia progredito nella virtù, sia che non si sia affatto impegnato a varcare i confini

185.238-249; Sgherri, Chiesa, 225s.). Ricerca anche tu: l'impegno per il lettore è a "verificare, estendere e generalizzare" la lettura fatta sinora (cf. Perrone, Quaestiones , cit., 31; Bendinelli, Il Commentario,

54ss.).

(21) Cf. Rm 7, 14. Il tema sarà centrale in Cm Mt XIV, 19-20. "Il Cristo aveva sposato (la Sinagoga): è la presenza di Cristo nella Legge, la quale è anche lo sposo dell'anima. Sia - in parte - al tempo dell'AT che - molto più - in quello del NT la Sinagoga si è pero da sé distaccata dallo sposo, commettendo adulterio nell'amare le cose carnali, nel voler

Commento a Matteo, Libro XII, 10-11 293

del vizio. Orbene, costoro si trovano d'accordo pur di mettere alla prova Gesù.

Qualcosa di simile si è verificato, stando al racconto di Luca, nel caso di Erode e Pilato divenuti tra loro amici nel mettere a morte Gesù . Probabilmente la loro mutua ostilità avrebbe distolto Erode dal chiedere l'eliminazione di Gesù per far piacere al popolo che gridava: Crocifiggilo, crocifiggilo (2), e avrebbe indotto Pilato, già propenso a liberare Gesù, ad evitarne la condanna, se alla sua precedente propensione si fosse aggiunta anche l'inimicizia verso Erode. E invece la presunta amicizia rese più efficace la richiesta di Erode contro Gesù, e probabilmente Pilato, anche a motivo di questa recente amicizia, volle compiere un gesto gratificante nei confronti sia di Erode che di tutta la nazione dei Giudei.

204).

27 Cf. Prv 19, 14.

(22) Rm 7, 1-2. "Voi avete lasciato la Legge come fosse un marito morto. E la sua morte si verifica con la venuta di Cristo e l'assunzione del suo corpo, per cui voi siete divenuti di un altro, cioè vi siete uniti a un altro marito, a colui appunto che è risorto dai morti e non subisce più la morte, quella morte che ha subito quel primo marito, cioè la Legge. Voi dunque siete ora divenuti la sposa di quel marito che è risorto dai morti e percio dovete vivere secondo la sua volontà perché non siamo più nella carne, ma nello spirito" (Cm Rm VI, VII, cit., I, 322s.).

(23) Cf. 1 Cor 9, 20-21; Gal 4, 4-5. Agisce come il Cristo: Origene rilegge Paolo di 1 Cor, ove si parla del cristiano, sulla falsariga di Gal, che parla di Cristo: c'è una "cristificazione" dell'agire cristiano, perché è Cristo che conduce in alto, insieme a sé i credenti, come verrà detto poco dopo. Si tratta della anagogia ontologica dell'essere cristiano,

294

Ma questo molte volte possiamo vederlo anche adesso nella vita: gente con opinioni divergenti sia in filosofia greca che in altri sistemi di pensiero, sembra poi ritrovarsi d'accordo nel dileggiare e attaccare Gesù Cristo nella persona dei discepoli (3).

Di qui, ritengo si possa passare col discorso a una considerazione: tra potenze magari in conflitto tra loro, come il Faraone e Nabucodonosor , e come Tiraca re degli Etiopi e Sennacherib re degli Assiri , si crea a volte un accordo contro Gesù e il suo popolo.

E in tal senso forse che insorsero i re della terra e i principi congiurarono insieme: benché fino a ieri non andassero affatto d'accordo, si trovano uniti nel tramare contro il Signore e contro il suo Cristo (4), e uccidere il Signore della gloria (5).

202 2. I M

Col discorso siamo giunti a questo punto a motivo dei

Farisei e dei Sadducei che insieme si avvicinarono a

28 Cf. Rm 7, 14. 29 Cf. Gv 1, 14. 30 Cf. Gal 2, 20; Fil 1,

2 2 ;

2 Cor 10, 3. 31 Cf. Rm 7, 1-3.

(24) Cf. Eb 5, 1. I riti antichi purificavano dal peccato, ma "una disciplina più stretta conviene al cristiano, "per il quale Cristo è morto"... Hai sentito quanti siano nella Legge i sacrifici per i peccati; ascolta ora quante siano le remissioni dei peccati nei Vangeli" (Om Lv II, 4, 53); anche il sacrificio antico richiedeva la disposizione interiore:

"Supponiamo che... al presente il loro famoso tempio sussista intatto, che vi si offrano vittime; ...entra nel tempio uno scellerato, ...trova

Commento a Matteo, Libro XII, 11 295

Gesù: anche se sulla questione della risurrezione erano discordi, si ritrovarono in certo senso concordi, pur di mettere alla prova il Salvatore e chiedergli di mostrare loro un segno dal cielo .

Non paghi, infatti, dei miracoli e degli altri prodigi compiuti dal nostro Salvatore con le guarigioni di ogni malattia e infermità in mezzo al popolo , prodigi di cui molti erano al corrente, volevano che mostrasse loro un segno dal cielo. E immagino che essi sospettassero che i segni compiuti sulla terra potessero anche non essere da Dio (per cui non esitarono a dire che Gesù caccia i demoni per opera di Beelzebùl principe dei demoni [6]), e invece ritenessero che un segno dal cielo non potesse venire da

esposte carni che provengono dai sacrifici, le tocca: subito sarà dichiarato santificato?" (Om Lv IV, 7, 92).

(25) Cf. Gv 1, 2. Di tutte le dispensazioni salvifiche, la Incarnazione è la economia per antonomasia, "economia per la salvezza" (Cm Gv I, VII, 129, con nota 16 di Corsini; cf. Mosetto, Cristo ieri, 289s.). La pagina origeniana esprime la teologia del Logos come fondante la salvezza del mondo: "La mediazione del Logos nella creazione e nella storia significa più precisamente rivelazione di Dio: partecipazione salvifica della verità, introduzione nell'ascesa verso l'eterna contemplazione di Dio... L'incarnazione è il fondamento della salvezza nella gnosi, a causa della quale Dio ha creato gli uomini e tutte le cose e guida tutti gli esseri liberi con la sua provvidenza educatrice verso la pienezza" (B. Studer, Dio Salvatore nei padri della Chiesa, Roma 1986, 121ss.).

32 Rm 7, 2.3. 33 Rm 7, 3.

(26) Rm 6, 9. "Tutto quello che il Salvatore ha compiuto nel corpo, il fuoco celeste lo ha consumato, e tutto ha restituito alla sua natura divina. Questo fuoco si accende proprio usando legna, e fino al legno fu la passione del Cristo nella carne. Ma da quando fu appeso alla croce, ebbe fine l'economia della carne; infatti risorgendo dai morti ascese al cielo, del quale il fuoco - per la sua natura - mostra la via"

(Om Lv I, 4, 41; cf. H. de Lubac, Storia, 403; Studer, Dio Salvatore, cit.,

296

Beelzebùl o qualche potenza malefica. Erano in errore su entrambi i punti: sia sui segni della terra che su quelli dal cielo, non essendo essi "provetti banchieri" (7) e non sapendo discernere, tra gli spiriti (8) che operano, quali sono da Dio e quali separati da lui. Eppure avrebbero dovuto sapere che molti dei prodigi contro l'Egitto verificatisi al tempo di Mosè, pur non essendo dal cielo, erano chiaramente da Dio (9), e che il fuoco caduto dal cielo sulle pecore di Giobbe non era da Dio: quel fuoco apparteneva allo stesso autore cui appartenevano i predatori, quelli che avevano formato tre bande di uomini a cavallo contro il bestiame di Giobbe (10).

(27) Cf. Rm 7, 23. "Salomone (ha cantato il Cantico dei cantici) a guisa di sposa promessa che va a nozze e che arde di amore celeste per il suo sposo, che è il Verbo di Dio. Infatti lo ha amato, sia l'anima che è stata fatta a sua immagine sia la chiesa" (Cm Ct, Pref, 33); per contro "si ha fornicazione generale quando l'anima, entrata in commercio con il Verbo di Dio e in qualche modo legatasi a lui in matrimonio, viene corrotta e violata da un altro, estraneo e nemico a quel marito che l'"ha sposata a sé nella fedeltà"" (Om Nm XX, 2, 279-

283). Su questo tema fondamentale in Origene, cf. Crouzel, Origene,

174s.; Chênevert, L'?glise, cit., 160ss.; A. Ceresa-Gastaldo, L'esegesi origeniana del "Cantico dei cantici", in Origeniana secunda, 245-252.

34 Cf. Os 1, 2.

(28) Mt 16, 4. Se all'inizio del brano si parlava di Farisei e

Sadducei, ora il discorso riguarda tutta la Sinagoga dei Giudei: cf. nota

(21).

(29) Cf. Is 1, 21. "Allo stesso modo in cui un tempo il popolo ebreo, senza speranza in mezzo agli uomini e reietto, ottenne misericordia da parte di Dio, cosi dunque anche ora il popolo dei gentili, che era disprezzato e considerato come perduto da coloro che si gloriano nella circoncisione, ha ottenuto misericordia... Anche quelli hanno ottenuto misericordia e sono stati chiamati popolo di Dio e furono gli amati di Dio; ma poiché non furono capaci di conservare la grazia ricevuta, fu detto loro: "Per gli adulteri di cui si è macchiata la casa d'Israele, io la abbandonai e le consegnai nelle mani il libello di

Commento a Matteo, Libro XII, 11-12 297

Ritengo pero che, essendo possibile avere segni sia dalla terra che dal cielo (i veri segni non sono che da Dio, mentre ogni specie di portenti, segni e prodigi menzogneri sono quelli del Maligno) nel libro di Isaia ad Achaz venga detto: Chiedi per te un segno del Signore tuo Dio dal profondo oppure dall'alto (11). Se infatti non ci fossero stati segni, e alcuni di quelli che sono dal profondo e dall'alto non fossero dal Signore Dio, non avrebbe detto: Chiedi per te un segno dal Signore tuo Dio dal profondo oppure dall'alto. So bene che a qualcuno sembrerà forzata tale interpretazione di: Chiedi per te un segno dal Signore tuo Dio. Pero fa' attenzione al detto dell'Apostolo sull'uomo iniquo, il figlio della perdizione , che sarà manifestato con ogni specie di portenti, di segni e di prodigi menzogneri e con ogni sorta di empio inganno per quelli che vanno in rovina imitando tutti i prodigi della verità. E come gli incantatori e i maghi egiziani , pur essendo inferiori all'uomo iniquo e al figlio della perdizione,

ripudio"" (Cm Rm XVIII, VII, cit., II, 23; cf. Introduzione di Cocchini, ibid., XX-XXVII).

(30) Cf. Gs 6, 25. Sion, la città fedele, divenuta prostituta, è la Sinagoga abbandonata come adultera, mentre la Chiesa dalle genti cessa dalla fornicazione e fa penitenza: "Se vuoi più chiaramente vedere in che modo Raab sia "congiunta a Israele", guarda come "il ramo dell'oleastro viene innestato sulla radice dell'olivo buono", e capirai come coloro che sono stati innestati sulla fede di Abramo, Isacco e Giacobbe a giusto titolo son detti "aggiunti ad Israele fino ad oggi", perché sulla loro radice noi, i rami dell'oleastro presi tra i pagani, noi che un tempo ci davamo alla fornicazione adorando del legno o una pietra al posto del Dio vero, siamo stati aggiunti fino ad oggi e per la fede in Cristo siamo stati posti "a capo", mentre quel popolo che è rimasto incredulo è stato posto "in coda"" (Om Gs VII, 5, 124; cf. Introduzione Danieli, 27-33).

35 Cf. Lc 7, 38; Gv 12, 3.

298

imitarono certi potenti segni e prodigi della verità, compiendo prodigi menzogneri, in modo che non si credesse più a quelli veritieri, cosi penso che l'uomo iniquo imiterà (tutti) i segni e i portenti (della verità) (12).

Ma forse i Farisei (e mi chiedo se anche i Sadducei), a motivo della profezia sul suo conto, proprio questo hanno sospettato, quando per metterlo alla prova chiedevano a Gesù che mostrasse loro un segno dal cielo (13). Dichiarando che non lo hanno sospettato, cosa diremo che sia capitato loro nei confronti dei prodigi compiuti da Gesù, rimanendo insensibili e non provando alcun timore davanti agli aspetti straordinari dei fatti? Qualcuno potrà temere che cosi non abbiamo che fornito motivi di discolpa ai Farisei e ai Sadducei, sia nel caso in cui affermano che Gesù ha cacciato i demoni in virtù di Beelzebùl , sia in quello in cui mettono alla prova Gesù sul segno dal cielo (14): costui sappia che a titolo di plausibilità ho detto solo che essi sono andati fuori strada nel credere ai miracoli di Gesù, non giungo pero al punto da scagionarli di

(31) Cf. Lc 7, 40ss.; Mt 26, 6 e par. Sulla problematica del testo e su Simone figura del "primo popolo", cf. Sgherri, Chiesa, 328-333.

1 Mt 16, 5(-12).

(1) Cf. Gal 3, 3. Su questa presentazione dei discepoli come i veri

"ebrei" spirituali, i peratikoi che passano dalla riva delle cose transeunti alla sponda delle realtà eterne, cf. Cm Mt XI, 5, note (10).(11); si noteranno le antitesi sensibili-intelligibili, corporali-spirituali, in cui il linguaggio biblico cristiano interpreta il passaggio platonico (cf. Crouzel, Origène et la connaissance, cit., 41-44; Vogt, Der Kommentar , nota 20,

209; una diversa prospettiva di "ebrei-passanti" in Sulla Pasqua II, 45;

cf. ivi nota Sgherri, 124).

(2) Mt 16, 6. Tornare indietro: Gesù denuncia un rischio di inversione della rotta; dirà subito dopo che occorre avere gli occhi aperti e discernere, perché c'è da fare un cammino; il rilievo è anche per richiamare ai discepoli la potenza e la generosità del donatore di quei

Commento a Matteo, Libro XII, 12 299

non aver saputo scorgere il compimento delle parole dei profeti nelle azioni di Gesù, azioni che nessuna potenza malefica era assolutamente in grado di imitare. Il far ritornare un'anima già spirata, al punto che il morto, già emanante cattivo odore e al quarto giorno, uscisse dal sepolcro , non era in potere di nessun altro se non di colui il quale aveva udito dire: Facciamo l'uomo a mostra immagine e somiglianza . Ma anche il dare ordini ai venti, il calmare con la parola l'impeto del mare , a nessun altro era possibile se non a colui per mezzo del quale tutte le cose furono create, anche questo mare e i venti (15). E inoltre l'insegnamento che invitava ad amare il Creatore in accordo con la Legge e i Profeti , l'insegnamento che pacificava gli istinti ed educava i costumi alla pietà, che altro manifestava a coloro che erano in grado di vedere, se non che era veramente il Figlio di Dio colui che compiva cosi grandi cose? A motivo di esse egli disse ai discepoli di Giovanni: Andate e riferite a Giovanni cio che avete veduto

pani e perché essi traggano "la "lezione" dalle scene che hanno appena vissuto" (Bastit-Kalinowska, L'interprétation, 279; ibid., 270s. sulla successione dei brani e le intenzionali rotture "ascensionali" del commento).

(3) Cf. 1 Cor 5, 7. "Il grano che Gesù dona ai suoi fratelli, cioè ai suoi discepoli... è il frumento del Vangelo, il frumento degli apostoli. Con questo grano noi dobbiamo fare il pane, guardandoci bene dal mescolarvi "il vecchio lievito", onde avere del pane nuovo, fatto con il grano e la farina delle Scritture, macinato in Cristo Gesù" (Om Lc XXVIII, 6, 188s.).

(4) Cf. Gv 6, 51.33. Deve fare un cammino: "Considerando il viaggio che ci attende, non lasciamo che si consumi in maniera pigra e negligente il tempo della nostra vita" (Om Nm XXVII, 7, 380; occorre stare attenti , per non retrocedere in quel cammino epistemologico che è tutt'uno con la vita in Cristo e nei suoi misteri; cf. Crouzel, Origene,

162-169).

(5) Cf. 1 Cor 5, 8. E proprio dei chiaroveggenti e degli attenti: "Si

300

e udito: i ciechi recuperano la vista, ecc. (16).

203 3. IG

Dopo cio, cerchiamo di capire in che senso, richiesto di un segno dal cielo da mostrare ai Farisei e ai Sadducei che glielo hanno chiesto, Gesù risponda: "Una generazione perversa e adultera cerca un segno, ma nessun segno le sarà dato se non il segno di Giona il profeta". Allora, lasciatili, se ne ando .

Il segno di Giona, stando alla loro domanda, non era un semplice segno, ma un segno dal cielo. Per cui, anche se lo mettevano alla prova e richiedevano un segno, nondimeno nella sua grande bontà egli quel segno lo concesse. Se infatti, come Giona passo tre giorni e tre notti nel ventre della balena, cosi il Figlio dell'uomo resto tre giorni e tre notti nel cuore della terra e dopo ne risorse, da dove diremo sia venuto il segno della risurrezione di

(Crouzel, Origene, 163).

3 Cf. Gv 6, 51. 4 Cf. Gv 6, 33. 5 Eb 10, 1. 6 Col 2, 17.

7 Mt 16, 7.

(6) Rm 7, 14. Vivere da cristiani... vivere da giudei: il retrocedere dal livello spirituale a quello carnale sopprime le tappe del cammino percorso. "Rigettate dunque il cattivo lievito invecchiato e inacidito e trasformatevi in nuovo lievito, che è Gesù Cristo... E fuor di luogo parlare di Gesù Cristo e giudaizzare" (Ign., Magn. X, 2-3, cit., 88-90).

(7) Cf. 1 Cor 15, 12ss. Farisei e Sadducei corrispondono a giudaizzanti ed eterodossi di altre pagine origeniane, con un'attualizzazione alla Chiesa del tempo di Origene, valida per la comunità cristiana di sempre: "I Giudei non hanno perseverato nel Vangelo non avendo accettato Gesù, gli eretici hanno perseverato male, non comprendendo il Vangelo, ma interpretandolo secondo il loro proprio modo di vedere" (Fr I Cor XXVI, JTS X (1965), 43; cf. Sgherri, Chiesa,

24; H. de Lubac, Storia, 59-68; Monaci Castagno, Origene, 97-115).

Commento a Matteo, Libro XII, 12-13 301

Gesù se non dal cielo? E cio appunto, quando al momento della Passione, insieme al ladrone beneficato, entro nel paradiso di Dio , anche se dopo questo (penso) discese presso i morti nell'Ade, come libero tra i morti (17).

E a me pare che il Salvatore colleghi il segno che viene da lui con il discorso del segno di Giona, dichiarando di dare non semplicemente un segno simile, ma quello stesso segno. Fa' bene attenzione alle parole: ma nessun segno le sarà dato se non quello del segno di Giona il profeta . Per cui quel segno li coincideva con questo, con funzione indicativa: quel segno di per sé oscuro doveva trovare la sua soluzione nella Passione del Signore e nel suo restare tre giorni e tre notti nel cuore della terra (18). Nello stesso tempo veniamo ad apprendere un

8 Cf. Mt 16, 9.

(8) Cf. 1 Pt 2, 25; At 15, 8. Sul Cristo "ispettore" dei cuori tornerà Cm Mt XII, 6; cf. Cm Gv XLVI: "(Gesù conosceva) cosa c'era nell'uomo, perché egli era superiore a quelli che, mediante la profezia, rimproverano e giudicano e manifestano i segreti del cuore di tutti coloro che lo Spirito sottopone a loro" (cit., 454; cf., Crouzel, Origène et la connaissance, 65).

(9) Cf. Mt 16, 11. Linguaggio figurato , tropologico: si noterà nel passo che segue il percorso da tropos, figura, al significato. "La conoscenza dei tropi... puo rivelare i legami esistenti fra le realtà sensibili e gli atteggiamenti spirituali che si estrinsecano negli schemi"

(cf. Quacquarelli, Gli schemi dell'espressione verbale, in Retorica, 44);

"Poiché le gesta di Cristo realizzano per davvero... cio che i fatti della storia biblica prefiguravano, allorché si prenderanno come punto di partenza queste gesta di Cristo... dalla storia - che allora è già più che storia - si passerà direttamente alla tropologia... Dopo i facta mystica... i facienda mystica" (H. de Lubac, Esegesi medievale , I/2, Milano 1988,

199.204). Cf. Cm Mt X, 14, nota (7).

9 Mt 28, 20. 10 Mt 15, 32. 11 Cf. Mt 15, 32. 12 Mt 15,

37.

302

principio generale: se il "segno" sta ad indicare una realtà, ciascuno dei segni riferiti nel testo (a livello sia di racconto reale che di precetto) è indicativo di una realtà che si compie in seguito: come ad esempio il segno di Giona che esce dopo tre giorni dal ventre della balena (19) lo era della risurrezione del nostro Salvatore, risorto dai morti dopo tre giorni e tre notti, e anche la circoncisione, detta

"segno" , lo era di quella indicata da Paolo: siamo noi la circoncisione (20).

Ricerca anche tu ogni segno presente nelle Antiche Scritture, e vedi di quale realtà sia figura nella Nuova Scrittura; e quello che nel Nuovo Testamento viene designato col nome di "segno", ricerca di quale realtà sia indicativo o nel secolo futuro, oppure nelle generazioni successive al segno dato.

(10) Cf. Mc 2, 19 e par. Il Cristo è il vero esegeta, che spiega le sue parole e i suoi gesti (cf. Bastit-Kalinowska, Conception, cit., 680).

(11) Mt 16, 8. Ogni Vangelo narra del Verbo che "è Dio", che "un tempo fu uomo", che "risorgendo dai morti, ormai più non muore" e

"ha oggi abbandonato la condizione umana" (Om Lc XXIX, 7, 194); se il Vangelo di Giovanni resta la "primizia della primizia", tutti i Vangeli sono gli "elementi costitutivi della fede della Chiesa", dai quali è sorto

"il mondo riconciliato a Dio in Cristo" (Cm Gv I, IV, 123.122).

(12) Cf. 1 Re 8, 39. Cf. Cm Mt XII, 5, nota (8).

(13) Cf. Mt 16, 6. "I vangeli appaiono... come un dizionario sacro in cui si trova consegnato il senso di certi termini"; rispetto a Ilario e ad Ireneo, anch'essi ben convinti della coerenza del corpus scritturistico e

"della importanza ermeneutica di questi luoghi-faro in cui la Parola spiega se stessa", troviamo in Origene "l'esplicitazione e la problematizzazione" del procedimento: fermento equivale sempre a insegnamento nella Scrittura? (cf. Bastit-Kalinowska, Conception,

682s.; H. de Lubac, Storia, 337-342).

(14) Cf. Lv 2, 11. Se si intendono come preci quelle liturgiche,

Commento a Matteo, Libro XII, 13-14 303

204 4. L

Li chiamo generazione malvagia a motivo della qualità prodotta in loro dal Maligno (la malvagità è volontaria produzione del male); li chiamo invece generazione adultera per questo motivo: Farisei e Sadducei, avendo abbandonato quella che in senso figurato è detta "marito", cioè la parola di verità , o Legge, avevano commesso adulterio con la menzogna e la legge del peccato .

Se infatti ci sono due leggi, quella che è nelle nostre membra e quella della mente , allora è da dire che la legge della mente (cioè quella "spirituale" [21]) è il marito, al quale fu data in moglie da Dio l'anima, marito che è la Legge , in base a quello che sta scritto: da Dio la donna fu data in dono all'uomo ; l'altra legge invece è adultera rispetto all'anima che vi si sottomette e che per colpa sua è chiamata adultera.

Ora, che la Legge sia marito dell'anima, lo esprime chiaramente Paolo nell'Epistola ai Romani: La Legge ha potere sull'uomo (solo) per il tempo in cui egli vive. La

(Perrone, Il discorso protrettico, cit., 16).

(15) 1 Cor 13, 9. L'attenzione alla akolouthia del testo evangelico

- il passaggio all'altra riva - implica di per sé la sottolineatura della sproporzione fra questo salto qualitativo e la misura della fede ancora

"in via" dei discepoli; cf. Cm Mt XII, 5, nota (1); e Bastit-Kalinowska,

L'interprétation, 271.274.

304

donna sposata infatti è legata dalla Legge al marito, finché egli vive ecc. (22). Fa' attenzione a cio: La Legge ha potere sull'uomo per il tempo in cui essa vive (nel senso della legge, marito della donna). La donna sposata è l'anima soggetta alla Legge; essa è vincolata al marito, cioè alla Legge; ma una volta morto il marito, è libera dalla Legge, che è il marito. Orbene la legge muore per chi ascende alla beatitudine e non vive più sotto la Legge, ma agisce come il Cristo: egli, anche se si fece (come uno che è) sotto la Legge, per coloro che sono sotto la Legge, allo scopo di guadagnare coloro che sono sotto la Legge (23), tuttavia non rimase sotto di essa, né sotto di essa lascio coloro che aveva affrancato. Cristo infatti li condusse insieme a sé, nel modo di vivere che è al di sopra di quella Legge, la quale

(quanto a quelli che sono più imperfetti e vivono tuttora nel peccato) contiene sacrifici per il perdono dei peccati (24). Chi dunque è senza peccato e non ha bisogno dei sacrifici

(già) contemplate che si ricordano e si dilatano (cf. Vogt, Der Kommentar, cit., nota 30, 211). La tensione fra la misura della vita e la pienezza dell'eterno viene placata negli anticipi della "prima risurrezione" battesimale, per cui: "(i credenti vengono) ricolmati di ogni gioia e di ogni pace... sono riconciliati con Dio Padre mediante la fede,

...ritornano nella pace con il Figlio di Dio mediante il sangue della sua croce... si associano con lo Spirito Santo", pur nella insufficienza della scienza e della profezia fino alla "seconda risurrezione" (Cm Rm X, IX- X, cit., II, 175-177; e ancora Cm Rm III, XI, cit. I, 172; cf. Crouzel, Origène et la connaissance, cit., 188ss.356; Id., Origene, 159ss.). Quanto alla memoria, "che alimenta il pensiero", essa "è lo stesso cuore dell'uomo", e ha per Origene "una grandezza tale da comprendere le cose infinite" (cf. A. Quacquarelli alla voce Memoria I, in DPAC, II, 2214).

(17) Cf. Mt 5, 28. Cf. Cm Mt XI, 12 - "La morale dell'intenzione"

- e note relative. Nel nostro paragrafo, che riflette la lotta della mente dai molti pensieri (
Sg 9,15), si riconduce al cuore l'esito del male fatto sub specie boni; ci puo essere una malizia dell'agire in sé, ma ci

Commento a Matteo, Libro XII, 14 305

prescritti dalla Legge, essendo stato reso perfetto, ha superato forse anche la Legge spirituale e ha raggiunto quella Parola, che è al di sopra della Legge, Parola che si è fatta carne per coloro che vivono nella carne , ma per quelli che non militano più assolutamente secondo la carne, è la Parola come era all'inizio presso Dio, Parola che è Dio, contempla e rivela il Padre (25).

Tre dunque le realtà da intendere in questo passo: la donna sposata con la Legge suo marito; la donna adultera, la quale, essendo ancora in vita suo marito che è la Legge, passa a un altro uomo, che è la legge della carne, dunque l'anima; e la donna che è presa in moglie dal fratello del marito morto, e questo è la Parola che è viva e non muore, colui che risuscitato dai morti non muore più; la morte non ha più alcun potere su di lui (26). Queste cose le abbiamo dette tenendo conto dei testi:

Se l'uomo muore, è liberata dalla legge dell'uomo; ella

puo essere anche uno "scambio dei beni", cioè un fare il male per il bene. Tommaso dirà che "negli atti morali il fine è più importante del principio attivo" e mutuerà da Agostino questa esemplificazione: "Fa giurare uno che ritiene vero l'oggetto del suo giuramento, mentre è falso; ...prendi un altro che ritiene falsa la cosa, e giura come se fosse vera, e per caso è vera: e questi è spergiuro: giura la verità, ma è spergiuro" (Summa theologica II-II, q. 98, a. 1, t. III, Torino 1885,

563s.).

(18) Cf. Mt 5, 28. L'azione peccaminosa è manifestazione di un intimo atteggiamento di aversio a Deo (cf. voce Peccato [S. Virgulin] in NDTB, EP, Cinisello Balsamo 1988, 1122-1140); al contrario è il Verbo che "si forma nel cristiano in base alla pratica delle virtù", esprimente l'anelito alla deificazione in un agire da "dèi" (Cm Gv XX, XXIX, 657; cf. Crouzel, Origene, 136-144). Potrebbe allora la "castità del cuore" non esprimersi anche esteriormente, oppure alla "castità del corpo" non corrispondere quella del cuore? La frase - che parla di

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dunque finché è in vita il marito, sarà chiamata adultera se passa a un altro uomo; ma se muore il marito, è libera dalla Legge e non è più adultera, se passa a un altro uomo .

Ma l'affermazione: ella dunque finché è in vita il marito, sarà chiamata adultera , l'abbiamo citata per mettere in chiaro per quale motivo Gesù, ai Farisei e Sadducei che lo mettevano alla prova e chiedevano di mostrare loro un segno dal cielo, non disse solo generazione malvagia, ma aggiunse adultera (27). In genere, dunque, la legge che è nelle membra e muove guerra alla legge della mente, come un marito adultero, commette adulterio con l'anima. Ma qualsiasi potenza avversa, che assoggetti l'anima umana e si unisca a lei, rende adultera colei che possiede il Logos, che Dio le ha

essere in contrasto , alla lettera ostacoli - non è del tutto chiara: si puo intendere, con il Vogt, che è impossibile che le due castità non si corrispondano, benché l'esempio della vergine violentata, che segue, non quadri perfettamente con questa interpretazione (cf. Der Kommentar, nota 32, 212).

13 Cf. Mt 16, 7. 14 Cf. Mt 16, 8.

(19) Cf. Dt 22, 25ss. Origene si esprime con grande precisione: il non più puro, ma incolpevole, non è ormai dissoluto! D'altra parte "non basta all'anima la castità del corpo... Puo accadere che uno sia vergine nel corpo, e, conoscendo questo sposo pessimo, il diavolo, e accogliendone in cuore i dardi della concupiscenza, perda la castità dell'anima" (Om Gn X, 4, 172; cf. Monaci Castagno, Origene, 188-201).

15 Cf. Gv 4, 14. 16 Cf. Gv 4, 5.7.

(20) Gv 4, 13s. Origene stabilisce un rapporto fra "acqua del pozzo di Giacobbe" - "acqua di Gesù" e "fermento-dottrina" di Farisei e Sadducei - "pani cotti" di Gesù. Nella sua brevità, il capitoletto esprime come un paradigma della ermeneutica origeniana, secondo la quale la visione totale delle Scritture comanda la ricerca analitica (cf. Harl, Introduzione a Philocalie, cit., 145; Simonetti, Lettera, cit., 80-82.88s.; per la "tropologia spirituale" cf. Cm Mt XII, 6, nota [9]).

Commento a Matteo, Libro XII, 14 307

dato in sposo.

Dopo, è scritto che Gesù, lasciatili, se ne ando (28). Infatti, come avrebbe potuto lo Sposo, il Logos, non lasciare la generazione adultera e allontanarsi da essa? Ma si potrebbe anche dire che il Logos di Dio, lasciata la sinagoga dei Giudei, perché adultera, ando via da essa e prese in moglie una prostituta , cioè coloro che vengono dalle nazioni. Poiché quelli, (i Giudei) pur essendo la città

4, 6)... La Scrittura, dunque, è un'introduzione; essa ha qui il nome di sorgente di Giacobbe; se la si comprende esattamente, non si puo non risalire a Gesù, perché ci dia una sorgente d'acqua zampillante verso la vita eterna" (Cm Gv XIII, V-VI, 463s.): è solo nella introduzione costituita dalle Scritture "che il lettore che ha "lo Spirito di Cristo" scoprirà "quel che è al di là dello scritto"" (Harl, Introduzione a

fedele di Sion (29), si sono prostituiti; costoro invece, come Raab la meretrice che accolse gli esploratori di Giosuè e si salvo con tutta la sua famiglia (30), non fornico più in seguito, ma venne ai piedi di Gesù e bagnandoli con le lacrime della conversione, li unse col profumo degli unguenti della santa condotta . In merito a lei Gesù, rimproverando Simone il lebbroso (cioè l'antico popolo) disse quanto è scritto nel testo (31).

(22) Cf. Mt 16, 11-12. "Il cuore dell'uomo è un forno... Se lo accende colui che ha detto: "Sono venuto a gettare un fuoco sulla terra" (Lc 12,49), ...cuocio per il sacrificio i pani delle Scritture divine e delle parole di Dio che accolgo nel cuore. Forse si dice di cuocere

"al forno" le realtà interiori e nascoste che non possono essere facilmente essere dette... non possono essere mangiate crude come sono" (Om Lv V, 5, 112; cf. Monaci Castagno, Origene, 256).

1 Mt 16, 13(-19).

Commento a Matteo, Libro XII, 15 309

Origene su Matteo 200