Studio dottrina sociale 56

Dialogo rispettoso

56 Nella situazione del mondo contemporaneo i profondi cambiamenti in tutti i campi dell'attività umana, economica, culturale, scientifica e tecnica, hanno fatto emergere nuovi problemi che reclamano l'impegno di tutti gli uomini di buona volontà. Tra questi problemi risaltano quelli della fame, della violenza, del terrorismo nazionale e internazionale, del disarmo e della pace, del debito estero e del sottosviluppo dei paesi del terzo mondo, delle manipolazioni genetiche, della droga, del deterioramento dell'ambiente, ecc.
In questo contesto, l'azione pastorale della chiesa deve svolgersi in collaborazione con tutte le forze vive e operanti nel mondo attuale. Pertanto, un secondo criterio di azione è l'esercizio del dialogo rispettoso come metodo idoneo per trovare una soluzione ai problemi, mediante accordi programmatici e operativi.

Lotta per la giustizia e la solidarietà sociale

57 Il mondo di oggi è caratterizzato inoltre da altre “zone di miseria” (120) e da “altre forme d'ingiustizia molto più vaste”, (121) di quelle delle epoche precedenti, come la fame, la disoccupazione, l'emarginazione sociale, la distanza che separa i ricchi - paesi, regioni, gruppi e persone - dai poveri, Perciò un terzo criterio di azione è la “lotta nobile e ragionata in favore della giustizia e della solidarietà sociale”. (122)

120
RH 16: EV 6/1228.
121 LE 8: EV 7/1422,
122 LC 77: EV 10/305; LE 20: EV 7/1480ss.

Formazione alle necessario competenze

58 L'azione concreta nel campo delle realtà temporali, secondo le indicazioni del magistero, è principalmente compito dei laici, i quali devono lasciarsi guidare costantemente dalla loro coscienza cristiana. È pertanto doveroso che essi acquisiscano, unitamente alla formazione morale e spirituale, le necessarie competenze nel campo scientifico e politico che li rendano capaci di condurre un'azione efficace, attuata secondo retti criteri morali.(123) Compiti di non minore importanza a tale riguardo spettano però anche ai pastori, i quali devono aiutare i laici a formarsi una retta coscienza cristiana e dare loro “luce e forza spirituale”. (124) E’ ovvio che i pastori potranno adempiere questo compito specifico soltanto se a loro volta saranno buoni conoscitori e sostenitori della dottrina sociale ed avranno acquisito una sensibilità per l'azione in questo campo, alla luce della parola di Dio e dell'esempio del Signore. Pertanto, un quarto criterio di azione è la formazione a queste competenze.
Ciò che più conta è che pastori e fedeli siano e si sentano uniti nel partecipare, ciascuno secondo le proprie capacità, competenze e funzioni, nella diversità dei doni e dei ministeri, all'unica missione salvifica della chiesa. In questa visione ecclesiologica, il compito di animare cristianamente le realtà temporali non è delegato ai laici dalla gerarchia, ma scaturisce nativamente dal loro essere battezzati e cresimati. Nel nostro tempo si è presa una coscienza sempre più viva della necessità del contributo dei laici alta missione evangelizzatrice della chiesa. La Lumen gentium afferma che in certi luoghi e in certe circostanze, la chiesa, senza di essi, non può diventare sale della terra e luce del mondo. (125)

123
GS 43: EV l/1455s; AA 13 EV l/962ss; LC 80: EV 10/308-310; L/V XI, nn. 12-14: 9/980ss.
124 GS 43; EV 1/1455; LN XI, n, 14: EV 9/982,
125 LG 33: EV 1/369.

L'esperienza delle realtà temporali e l'esperienza della fede

59 L'identità ecclesiale dei laici, radicata nel battesimo e nella cresima, attualizzata nella comunione e nella missione, comporta una duplice esperienza: quella che si fonda sulla conoscenza delle realtà naturali, storiche e culturali di questo mondo e quella che proviene dalla loro interpretazione alla luce del Vangelo. Esse non sono interscambiabili: l'una non può sostituire l'altra, ma entrambe trovano l'unità nel loro primo fondamento, che è la parola di Dio, il Verbo mediante il quale tutto è stato fatto, e nel loro ultimo fine, che è il regno di Dio. Pertanto, un quinto criterio riguardante l'aspetto metodologico dell'azione è l'uso della duplice esperienza: quella delle realtà temporali e quella della fede cristiana.
Questo metodo seguito nell'applicazione della dottrina sociale della chiesa aiuterà tutti i cristiani, e in particolare i laici, a dare alla realtà una più giusta interpretazione. Così facendo, essi potranno vedere in quale grado s'incarnano nella realtà storica i valori umani e cristiani che definiscono la dignità della persona umana; vincolare i princìpi generali del pensiero e dell'azione in campo sociale ai valori che una società deve sempre rispettare per risolvere i propri problemi; possedere un orientamento nella ricerca concreta delle soluzioni necessario; stimolare il cambiamento o la trasformazione delle strutture della società, che si rivelino insufficienti o ingiuste; valutare con saggezza i programmi elaborati da tutte le forze vive sul piano politico e culturale. In questo modo sarà assicurato l'autentico progresso dell'uomo e della società in una dimensione più umana dello sviluppo, che non prescinda, ma che nemmeno sia comandato esclusivamente dalla crescita economica.


Apertura ai doni dello Spirito


60 Come si è già detto, la chiesa non offre un suo modello per la vita sociale; essa piuttosto rimane aperta a un certo pluralismo di progetti e di ipotesi per l'azione, secondo i carismi e i doni che lo Spirito concede ai laici per il compimento detta loro missione nell'ambito della famiglia, del lavoro, dell'economia, della politica, della cultura, della tecnica, dell'ecologia, ecc. Ne deriva che le direttive di azione contenute nella dottrina sociale della chiesa assumono un significato particolare secondo le caratteristiche specifiche dell'azione da svolgere in ciascuno di questi campi. Di qui, un sesto criterio d'azione: l'apertura ai carismi e ai doni dello Spirito santo nell'impegno e nelle scelte cristiane nella vita sociale.

Pratica dell'amore e della misericordia

61 La coscienza di essere chiamata ad offrire il suo servizio alle realtà sociali è stata sempre viva nella chiesa, dai primi secoli fino ad oggi. Infatti la sua storia è piena di opere sociali di carità e di assistenza, (126) nelle quali, prese insieme, risplende il volto di una comunità povera e misericordiosa, tutta tesa a mettere in pratica il “discorso della montagna”.
Le testimonianze di questa coscienza pastorale sono innumerevoli nei papi, maestri di dottrina sociale. Nei loro documenti essi invitano a migliorare le condizioni dei lavoratori e promuovono esperienze in questo senso; (127) raccomandano di praticare la carità, armonizzandola con la giustizia; (128) estendono l'azione sociale a ogni ambito temporale;(129) richiedono che l'affermazione dei princìpi, la dichiarazione delle intenzioni e la denuncia delle ingiustizie siano accompagnate da un'azione effettiva e responsabile; (130) ricordano che sono prova della costante attenzione della chiesa alla questione sociale, non solo i documenti del magistero - conciliare, pontificio ed episcopale - ma anche l'attività dei diversi centri di pensiero e d'azione, e le iniziative concrete di apostolato sociale nelle chiese particolari e nel campo internazionale; (131) invitano il clero, i religiosi e i laici ad impegnarsi nei “diversi settori, opere e servizi” della “pastorale sociale”. (132) Da questa coscienza sociale emerge un ultimo criterio di azione, che deve essere presente in tutti, gli altri criteri sopra menzionati: la pratica del comandamento dell'amore e della misericordia in tutto, che, nello spirito del Vangelo, assegna la priorità ai poveri. (133) Tale priorità, testimoniata da tutta la tradizione della chiesa, è stata ribadita con forza dalla Sollicitudo rei socialis. Nel documento pontificio si legge infatti che “oggi, attesa la dimensione mondiale che la questione sociale ha assunto, questo amore preferenziale, con le decisioni che esso ci ispira, non può non abbracciare le immense moltitudini di affamati, di mendicanti, di senza-tetto, senza assistenza medica e, soprattutto, senza speranza di un futuro migliore: non si può non prendere atto dell'esistenza di queste realtà. L'ignorarle significherebbe assimilarci al "ricco Epulone", che fingeva di non conoscere Lazzaro il mendico, giacente fuori della sua porta (cf.
Lc 16,19-31)”. (134).

126 GIOVANNI PAOLO II, Lett. apost. Salvifici doloris. (11.2.19H4): EV 9/620ss.
127 RN: Acta Leonis XIII 11(1891), l41ss; QA: AAS 23(1931), 182,
128 MM: AAS 53(1961), MM 402,
129 AA 7: EV l/937s.
130 OA 48: EV 4/774s.
131 LE 2: EV 7/1394.
132 GIOVANNI PAOLO II, Allocuzione C'est la deuxième ai delegati della “Caritas internationalis" (30.5.1983): Insegnamenti di Giovanni Paolo II. VI/1 (1983), pp. 1399ssi,
133 LC 66-70: EV 10/283-291; SRS 42: EV 10/2672.
134 SRS 42: EV 10/2673,

Vincolo tra la dottrina sociale e la prassi cristiana


62 Nella coscienza della chiesa è evidente il vincolo d'unione essenziale tra la dottrina sociale e la prassi cristiana nei settori, nelle opere e nei servizi, con cui si cerca di dare attuazione ai princìpi e alle norme. In particolare, la pastorale presuppone la dottrina sociale e questa conduce all'azione pastorale come parte privilegiata della prassi cristiana. La presenza e il dialogo della chiesa con il mondo per cercare di risolvere i complessi problemi degli uomini esige la necessaria competenza nei pastori, e richiede loro pertanto uno studio serio della dottrina sociale, accompagnato dalla formazione alla sensibilità per l'azione pastorale e l'apostolato. Ancora una volta ci si trova dinanzi a una precisa esigenza di programmazione adeguata e di buona impostazione dell'insegnamento.

Riflessi nel campo politico


63 Il fatto che la chiesa non possiede né offre un particolare “modello” di vita sociale, né è legata a un qualche sistema politico come ad una “via” sua propria da scegliere tra altri sistemi, (135) non vuol dire che essa non debba formare e incoraggiare i suoi fedeli - e in modo speciale i laici - perché prendano coscienza della loro responsabilità nella comunità politica, (136) e optino a favore di soluzioni e, quando storicamente sia riscontrabile, dì un modello in cui l'ispirazione della fede possa diventare prassi cristiana. Le direttive della dottrina sociale della chiesa per l'azione dei laici sono valide tanto in materia politica come negli altri campi della realtà temporale, in cui la chiesa deve essere presente in forza della sua missione evangelizzatrice.
La fede cristiana, infatti, valorizza e stima grandemente la dimensione politica dell'esistenza umana e dell'attività in cui essa si esprime. Ne consegue che la presenza della chiesa nel campo politico è un'esigenza della stessa fede, alla luce della regalità del Cristo, che porta a escludere il divorzio tra la fede e la vita quotidiana, “uno dei più gravi errori della nostra epoca”. (137) E’ tuttavia evangelizzare la totalità dell'esistenza umana, inclusa la sua dimensione politica, non significa negare l'autonomia della realtà politica, come dell'economia, della cultura, della tecnica, ecc., ciascuna nel suo proprio ordine.
Per chiarire questa presenza della chiesa, è bene distinguere i “due concetti di politica e d'impegno politico”. (138) Per quanto riguarda il primo concetto, la chiesa può e deve giudicare i comportamenti politici non solo in quanto toccano la sfera religiosa, ma anche per tutto ciò che riguarda la dignità e i diritti fondamentali dell'uomo, il bene comune, la giustizia sociale: tutti problemi che hanno una dimensione etica, considerata e valutata dalla chiesa alla luce del Vangelo, in forza della sua missione di “evangelizzare l'ordine politico” e, per ciò stesso, di umanizzarlo compiutamente. Si tratta di una politica intesa nel suo più alto valore sapienziale, che è compito di tutta la chiesa. Invece l'impegno politico, nel senso di concrete decisioni da prendere, di programmi da formulare, di campagne da condurre, di rappresentanze popolari da gestire, di potere da esercitare, è un compito che spetta ai laici, secondo le giuste leggi e istituzioni della società terrena di cui fanno parte. Ciò che la chiesa chiede e cerca di procurare a questi suoi figli, è che posseggano una coscienza retta e conforme alle esigenze del Vangelo proprio per operare saggiamente e responsabilmente al servizio della comunità. (139).
I pastori e gli altri ministri della chiesa, per conservare meglio la loro libertà nell'evangelizzazione della realtà politica, si manterranno al di fuori dei vari partiti o gruppi, che potrebbero creare divisioni o compromettere l'efficacia dell'apostolato, e nemmeno vi daranno appoggi preferenziali, a meno che in “circostanze concrete ed eccezionali, l'esiga il bene della comunità”. (140)

135
GS 76: EV 1/1580; SRS 41: EV 10/2669,
136 GS 75: EV 1/1577.
137 GS 43: EV 1/1454.
138 GS 76; EV l/1579ss; Documento di Puebla, nn. 521.523.
139 CIC can. CIC 227: EV 8C/227
140 Documento di Puebla. nn, 526-527; CIC can. CIC 287: EV 8C/287.

Segno della presenza del Regno

64 Nel quadro di valori, di princìpi e di norme che si è delineato, appare che l'azione sociale della chiesa, illuminata dal Vangelo, è un segno della presenza del regno di Dio nel mondo, in quanto proclama le esigenze di questo Regno nella storia e nella vita dei popoli come fondamento di una nuova società; in quanto denuncia tutto ciò che attenta alla vita e alla dignità della persona negli atteggiamenti, nelle strutture e nei sistemi sociali; in quanto promuove una piena integrazione di tutti nella società, come esigenza etica del messaggio evangelico della giustizia, della solidarietà e dell'amore. È un'azione pastorale compiuta mediante la Parola che trasforma la coscienza degli uomini; mediante l'elaborazione e la diffusione di una dottrina sociale, volta a richiamare l'attenzione e a suscitare la sensibilità di tutti, e specialmente della gioventù, sui problemi sociali e sull'esigenza evangelica dell'impegno per la giustizia a favore dei poveri e di tutti i sofferenti; infine mediante un'azione pronta e generosa che cerchi di rispondere ai molti problemi concreti che rendono più difficile la vita delle persone e della società. Così, la Parola illumina la coscienza e le opere incarnano la Parola.


Conclusione sul significato e sul dinamismo della dottrina sociale

65 Dall'esame della natura e della dimensione storica della dottrina sociale della chiesa e dei suoi elementi costitutivi, quali sono i princìpi fondamentali, i criteri di giudizio e le direttive di azione, si ricava la convinzione che essa, pur costituendo già un “patrimonio ricco e complesso”, sufficientemente delineato e consolidato, ha ancora davanti a sé molte tappe da percorrere, secondo il dinamismo di sviluppo della società umana nella storia.
Per questa sua condizione, la dottrina sociale, pur essendo difficilmente definibile in termini rigorosamente scolastici, tuttavia, nei paragrafi precedenti, si profila, almeno nei suoi contorni essenziali, con sufficiente chiarezza, presentandosi in primo luogo come “parte integrante della concezione cristiana della vita”. (141) Infatti, si è visto che la sua incidenza nel mondo non è marginale, ma decisiva, in quanto azione della chiesa, “fermento”, “sale della terra”, “seme” e “luce” dell'umanità. (142)
In base a questi presupposti, il magistero della chiesa - papale, conciliare, episcopale - con l'apporto dello studio e dell'esperienza di tutta la comunità cristiana, elabora, articola ed espone questa dottrina come insieme di insegnamenti offerti non solo ai credenti, ma anche a tutti gli uomini di buona volontà, per illuminare con il Vangelo il comune cammino verso lo sviluppo e la liberazione integrale dell'uomo.

141 MM: AAS 53(1961).
MM 453.
142 Mt 5,13-14 Mt 13,13 Mt 13,24



VI. LA FORMAZIONE

Finalità del documento

66 Gli orientamenti dati nell'esposizione precedente sono destinati a coloro che hanno il compito e la responsabilità della formazione dei candidati al sacerdozio e degli studenti dei vari istituti teologici. Essi sono stati preparati nell'intento di facilitare e di stimolare l'opera formativa nel campo della dottrina sociale; non v'è pertanto alcun dubbio che i docenti sapranno trarne profitto per una buona impostazione dei contenuti e dei metodi dell'insegnamento. Lo scopo del documento è infatti quello di mettere in evidenza i punti che nello studio di questa disciplina sono fondamentali e quindi indispensabili per una solida formazione teologica e pastorale dei futuri sacerdoti.
Si ritiene pertanto opportuno dedicare il presente capitolo ad indicazioni concrete che promuovano la preparazione specifica dei professori e strutturino meglio la formazione degli alunni.


1. LA FORMAZIONE DEI PROFESSORI

Formazione teologica, scientifica e pastorale

67 Non è necessario insistere sul fatto che la buona accoglienza della dottrina sociale della chiesa da parte degli studenti dipende in grande misura dalla competenza e dal metodo di insegnamento dei professori. L'acquisizione di queste qualità richiede da parte loro una grande preparazione, che non può essere garantita solo da qualche corso di dottrina sociale fatto nell'ambito degli studi filosofici e teologici.
Per questo, i vescovi e i superiori dei centri di formazione ecclesiastica hanno la grave responsabilità d'inviare qualche allievo, capace e interessato, alle facoltà di scienze sociali e ad altri istituti superiori affini, approvati dall'autorità ecclesiastica, per poter così disporre di docenti dotati di una formazione scientifica adeguata.
La chiesa desidera che tali docenti, cui viene affidata la formazione del clero, siano scelti tra i migliori e posseggano una solida dottrina e una conveniente esperienza pastorale, unite ad una buona formazione spirituale e pedagogica. (143).
Si deve inoltre tenere presente che per insegnare la dottrina sociale non basta la pura conoscenza dei relativi documenti del magistero. È necessario che i professori posseggano un'ampia e profonda formazione teologica, siano competenti nella morale sociale e conoscano almeno gli elementi fondamentali delle scienze sociali moderne. Inoltre, occorre promuovere la loro stretta collaborazione con i professori di morale, di dogmatica e di pastorale per garantire la coerenza, l'unità, la solidità dell'insegnamento e alla fine, permettere agli alunni di avere una visione sintetica della teologia e della pastorale. Bisogna altresì cercare che la formazione dottrinale e la formazione pastorale siano strettamente congiunte a quella spirituale. (144).

143
OT 5: EV 1/782.
144 OT 8: EV 1/788.

Funzione delle scienze sociali

68 Come è già stato accennato sopra (nn. 10 e 50), la dottrina sociale della chiesa non può fare a meno delle scienze sociali, se vuole mantenersi a contatto con la vita della società ed incidere effettivamente sulla realtà pastorale. Per questa ragione si raccomanda vivamente ai professori di dottrina sociale di interessarsi della buona riuscita della preparazione pastorale dei candidati al sacerdozio, tenendo presente che nell’insegnamento non possono limitarsi “semplicemente a ricordare princìpi generali”, ma che devono preoccuparsi di svilupparli “mediante una riflessione maturata al contatto con le situazioni mutevoli nel mondo, sotto l'impulso del Vangelo come fonte di rinnovamento”. (145) Ne consegue che è loro compito iniziare gli alunni anche all'uso dei mezzi che offrono le scienze umane, secondo le norme della chiesa. (146)
Le scienze umane, infatti, sono uno strumento importante per valutare le situazioni che cambiano e stabilire un dialogo con il mondo e con gli uomini d'ogni opinione. (147) Esse offrono all'insegnamento sociale il contesto empirico, nel quale i princìpi fondamentali possono e debbono essere applicati; mettono a disposizione un abbondante materiale d'analisi per la valutazione e il giudizio circa le situazioni e le strutture sociali; aiutano a orientarsi nelle scelte concrete da fare. Senza dubbio, nello studio e nell'interesse per le scienze sociali, si dovrà evitare il pericolo di cadere nei tranelli delle ideologie che manipolano l'interpretazione dei dati, o nel positivismo che sopravvaluta i dati empirici a scapito della comprensione globale dell'uomo e del mondo.

145 OA 42; EV 4/766; OT 20;
146
GS 62: EV 1/1532; EV 1/815,
147 GS 43: EV 1/1458; EV 1/814.

Formazione permanente


69 E un fatto evidente che la realtà sociale e le scienze che la interpretano sono soggette ad un continuo e rapido cambiamento. Per questa ragione, è particolarmente necessaria la formazione permanente dei professori, che garantisca il loro continuo aggiornamento. La mancanza di uno stretto contatto con le nuove problematiche e i nuovi orientamenti a livello nazionale, internazionale e mondiale, come pure con i nuovi sviluppi della dottrina sociale della chiesa, può privare d'interesse e di capacità formativa il loro insegnamento.

Esperienza pastorale


70 Perché i professori possano insegnare la dottrina sociale non come una teoria astratta, ma come una disciplina orientata all'azione concreta, sarà loro utilissima l'esperienza pastorale diretta. Sarà un'esperienza diversificata secondo i luoghi, le situazioni, le capacità e le propensioni di ciascuno, ma scelta ed impostata sempre in maniera tale da favorire la concretezza, la validità e l'incisività dell'insegnamento.


2. LA FORMAZIONE DEGLI ALUNNI

Istruzione pastorale

71 Nello spirito del concilio Vaticano II e del Codice di diritto canonico, l'idoneità al ministero pastorale dei candidati al presbiterato si raggiunge mediante una formazione integrale, che sia attenta a far crescere tutti gli aspetti della personalità sacerdotale: umani, spirituali, teologici e pastorali. Analogo discorso si può fare per la preparazione dei laici all'apostolato.
A questo proposito, si deve ricordare che pur essendo vero che tutta la formazione ha una finalità pastorale, tuttavia è necessario prevedere per tutti un'istruzione specificamente pastorale, (148) che tenga conto anche della dottrina sociale della chiesa.

148 CIC can.
CIC 255; EV 8C/255,

72 Nell'ambito di questa formazione, che senza dubbio richiede e include, come si è detto, una preparazione teologica adeguata per l'annuncio della Parola secondo le esigenze delle persone, dei luoghi e dei tempi e per il dialogo della chiesa con il mondo, occorre suscitare negli alunni l'interesse e la sensibilità per la dottrina e la pastorale sociale della chiesa. In questo senso il codice parla della necessità di educare i futuri presbiteri al “dialogo con le persone” e di sensibilizzarli ai “compiti sociali” che spettano alla chiesa. (149)

149 CIC can.
CIC 256: EV 8C/256.

Corso di dottrina sociale

73 Quanto allo spazio da riservare alla dottrina sociale all'interno del programma degli studi nei centri di formazione ecclesiastica, appare chiaro che, in conformità a quanto si è detto, non basta trattarne in alcune lezioni facoltative nei corsi di filosofia e di teologia, ma che è indispensabile programmare dei corsi obbligatori e a sé stanti per questa disciplina.
Quale sia il momento più opportuno per questo studio, dipende dall'ordinamento scolastico dei diversi centri e istituti di formazione. Forse può essere utile collocare i corsi durante tutto l'arco della formazione degli alunni. Questa soluzione assicurerebbe la necessaria continuità e gradualità dell'apprendimento, e permetterebbe di comprendere meglio le nozioni di filosofia sociale e di teologia presenti nei vari documenti. In ogni caso è indispensabile che durante la formazione sia garantita la conoscenza delle grandi encicliche sociali.
Queste devono essere materia di corsi speciali e rappresentare una lettura obbligatoria per gli studenti. Il loro accostamento dovrà tener conto del contesto socio-culturale nel quale furono scritte, dei presupposti teologici e filosofici su cui si basano, della loro relazione con le scienze sociali e del loro significato per l'attuale situazione. Inoltre, in connessione con i documenti della chiesa universale, si dovranno studiare anche le problematiche sociali delle chiese particolari e locali.

Fondamento filosofico-teologico

74 Oltre alla sensibilizzazione pastorale per i problemi sociali, è necessario offrire agli alunni un solido fondamento fìlosofico-teologico sui princìpi della dottrina sociale e sulle sue relazioni interdisciplinari. Questo fondamento è di particolare importanza nell'attuale situazione di “dialogo con il mondo”, che la chiesa vive mettendo in pratica gli orientamenti del concilio Vaticano II. Infatti sia i sacerdoti sia i laici impegnati nell'apostolato sociale sono frequentemente interpellati da ideologie radicali e totalitarie, tanto collettivistiche che individualistiche, da tendenze secolarizzanti, quando non addirittura da un secolarismo estraneo allo spirito cristiano.

Il messaggio autentico e integrale di Cristo

75 Come già è stato detto, la formazione teologico-pastorale e spirituale di tutti quelli che vogliono dedicarsi all'azione sociale comporta la sensibilizzazione ai diversi problemi della società, la consuetudine a valutare con i criteri della dottrina della chiesa le situazioni, le strutture e i sistemi economici, sociali e politici. Comporta, inoltre, una specifica preparazione per poter operare adeguatamente ai vari livelli e nei differenti settori dell'attività umana.
Ma al di sopra di tutto, tale formazione richiede che laici e candidati al presbiterato prendano coscienza di dover, con la loro opera, rendere testimonianza di Cristo in mezzo al mondo. In particolare, i vescovi e i sacerdoti sono chiamati a predicare il messaggio di Cristo, in modo tale che tutta l'attività temporale degli uomini rimanga permeata della luce del Vangelo. (150). Senza dubbio, il contributo essenziale della chiesa nel campo sociale è sempre l'annuncio integrale del Vangelo; annuncio che peraltro riserva grande attenzione ai problemi sociali. L'interpretazione e l'applicazione del Vangelo alla realtà sociale dell'uomo d'oggi è dunque essenziale nella formazione teologica e interdisciplinare degli alunni e ha un valore determinante per l'efficacia della pastorale. In questa formazione la testimonianza della vita, la predicazione e l'azione non si possono separare, poiché stanno unite nella persona stessa di Gesù, nel Vangelo e nella tradizione della chiesa.

150
GS 43 EV 1/1458.

Le prime esperienze pastorali

76 Durante il periodo della formazione, si consiglia di avviare gli studenti ad esperienze di carattere pastorale e sociale, che li mettano a contatto diretto con i problemi studiati, come si sta già facendo in alcuni paesi con risultati positivi. In questa formazione molto importa che gli alunni siano pienamente consapevoli del ruolo specificamente sacerdotale nell'azione sociale, sottolineato specialmente in questi ultimi tempi in varie occasioni dal magistero sia della chiesa universale che delle chiese particolari. Molto consigliati sono le visite e i dialoghi degli studenti, accompagnati dai professori, con il mondo del lavoro - imprenditori, operai, sindacati -, con le organizzazioni sociali e con i settori emarginati.


Compito del sacerdote riguardo ai laici

77 Fa parte della formazione alla pastorale sociale istruire gli alunni sul compito e sul metodo da seguire per far prendere ai laici una coscienza sempre più viva della loro missione e della loro responsabilità nel campo sociale. In questa prospettiva, il compito del sacerdote è di aiutare i laici a prendere coscienza del loro dovere, di formarli sia spiritualmente che dottrinalmente, di accompagnarli nell'azione sociale, di partecipare alle loro fatiche e alle loro sofferenze, di riconoscere l'importante funzione che hanno le loro organizzazioni tanto sul piano apostolico che su quello dell'impegno sociale, di dar loro la testimonianza di una profonda sensibilità sociale. L'efficacia del messaggio cristiano dipende pure, oltre che dall'azione dello Spirito santo, dallo stile di vita e dalla testimonianza pastorale del sacerdote che, servendo evangelicamente gli uomini, rivela il volto autentico della chiesa. (151)

151
GS 43: EV 1/145S.

Conclusione

78 Infine, la Congregazione per l'educazione cattolica, affidando il presente documento agli ecc.mi vescovi e ai vari istituti di studi teologici, sì augura che esso possa offrire loro un valido aiuto e un sicuro orientamento per l'insegnamento della dottrina sociale della chiesa. Tale insegnamento, se impartito correttamente, saprà senz'altro infondere nuovo slancio apostolico ai futuri presbiteri e agli altri operatori pastorali, indicando loro la strada sicura per un'azione pastorale efficace. In considerazione delle molteplici necessità spirituali e materiali dell'odierna società, segnalate in tante occasioni dal sommo pontefice Giovanni Paolo II, non v'è da desiderare altro che ogni candidato al sacerdozio diventi messaggero illuminato e responsabile di questa moderna espressione della predicazione evangelica, che è l'unica in grado di proporre efficaci rimedi ai mali della nostra epoca e di contribuire così alla salvezza del mondo.
Sarà compito degli ecc.mi vescovi e dei responsabili degli istituti di formazione sacerdotale provvedere con tutti i mezzi affinché questi “Orientamenti”, debitamente illustrati ed integrati nei programmi formativi, possano produrre quel rinvigorimento della preparazione dottrinale e pastorale, che è oggi dovunque atteso e risponde ai nostri comuni desideri.

Roma, dal palazzo della congregazione, il 30 dicembre 1988.

WILLIAM card. BAUM, prefetto

+ JOSÉ SARAIVA MARTINS
arciv. tit. di Tuburnica, segretario



APPENDICE I

Indice di argomenti

che opportunamente si possono trattare nell'Insegnamento della dottrina sociale della chiesa nei seminari

79 Essendo lo scopo dei presenti “Orientamenti” mettere in evidenza i punti che nello studio della dottrina sociale della chiesa sono da ritenersi indispensabili, la Congregazione per l'educazione cattolica desidera offrire agli insegnanti di questa disciplina una traccia di programma al fine di aiutarli a dare una buona impostazione contenutistica all'insegnamento. Data la grande diversità delle situazioni locali, si tratta evidentemente soltanto di una proposta che lascia ai docenti tutto lo spazio necessario per organizzare le lezioni e le esercitazioni pastorali conformemente alle necessità concrete delle diocesi, secondo gli orientamenti delle conferenze episcopali e dei vescovi diocesani. Si è infatti ben consapevoli che un solido e proficuo insegnamento della dottrina sociale della chiesa, pur restando legato ad un nucleo essenziale di verità e di principi imprescindibili e comuni a tutti (cf. sopra, n. 51), non può prescindere dalle particolari problematiche locali e dalla necessità di opportuni adattamenti, per calare il messaggio evangelico nella concretezza della vita.

I. Nell’introduzione al corso o ai corsi della dottrina sociale della chiesa, potrebbero essere svolti, tra altri punti e secondo il programma accademico particolare, i seguenti contenuti:

1. Presentazione e spiegazione degli Orientamenti.
2. Natura della dottrina sociale della chiesa (cf. Orientamenti, nn. 3-14).
3. Radici scritturistiche della dottrina sociale della chiesa, tanto nell'Antico come nel Nuovo Testamento: la liberazione salvifica nella storia della salvezza - Gesù Cristo liberatore - Distinzione tra liberazione salvifica e liberazioni umane - Liberazione integrale - La missione evangelizzatrice della chiesa - Il dialogo della chiesa col mondo - La dimensione sociale della missione di salvezza o liberazione definitiva della chiesa (cf. Orientamenti, nn. 15-17).
4. Dimensione teologica dell'insegnamento sociale della chiesa (cf. Orientamenti, n. 9): presupposti cristologici ed ecclesiologi - Fondamento antropologico: la verità completa dell'uomo e sull'uomo - “L'uomo è il primo e il fondamentale cammino della chiesa” - La promozione integrale dell'uomo di fronte a se stesso, di fronte a Dio, di fronte agli uomini e di fronte alle cose - L'“amore preferenziale per i poveri” - Conseguenze sul piano sociale, economico e politico.

II. Un “ricco patrimonio”: tappe nello sviluppo della dottrina sociale della chiesa (cf. Orientamenti, nn- 18-28).
1. Storia della dottrina sociale - Inizio di questa storia: Antico Testamento ( Profeti) - Scritti apostolici.
2. L'apporto dei santi padri, dei dottori e dei grandi teologi della chiesa (san Tommaso d'Aquino) fino all'età moderna.
3. La rivoluzione industriale e la nascita della “questione sociale” in senso stretto - Precursori della dottrina sociale.
4. Periodo preconciliare della dottrina sociale: da Leone XIII a Pio XII - Contesto socio-culturale della Rerum novarum e della Quadragesimo anno - Finalità e contenuto di queste encicliche e dei messaggi sociali di Pio XII.
5. Periodo conciliare (1961-1971): situazione tecnico-economica, socio-politica e socio-culturale - Finalità e contenuto generale dei documenti di questo periodo: Mater et magistra e Pacem in terris di Giovanni XXIII, Gaudium et spes del concilio Vaticano II, Populorum progressio, Octogesima adveniens ed Evangelii nuntiandi di Paolo VI.
6. Periodo di Giovanni Paolo II: contesto tecnico-economico, socio-politico e socio-culturale - Finalità e contenuto generale delle encicliche di Giovanni Paolo II: Redemptor hominis (la parte sociale), Dives in misericordia (il contenuto sociale), Laborem exercens, Familiaris consortio (la parte sociale), Sollicitudo rei socialis - I grandi discorsi e messaggi sociali.

III. Princìpi e orientamenti della chiesa nei diversi campi della vita sociale (cf. Orientamenti, nn. 30-52).
1. Premessa logica: L'uguaglianza fondamentale tra gli uomini sul piano dei valori e dei diritti -1 valori fondamentali: la libertà, la verità, la giustizia, l'amore, la pace - II destino comune dei beni di questo mondo - L'ambiguità del mondo, delle sue aspirazioni - La condanna di ogni forma di razzismo e di colonialismo nel nome dell'unità e dell'universalità dell'umanità e della vocazione comune di tutti gli uomini - La necessità di riforme nella società orientata a cogliere le cause delle ingiustizie.
2. La persona umana: La dignità della persona umana; soggetto autonomo, intelligente, libero, spirituale e trascendente - II senso della vocazione dell'uomo.
3. I diritti umani: Relazione chiesa-stato - Filosofia e teologia dei diritti umani - Identità e universalità dei diritti umani - Proclamazione e difesa dei diritti - Difesa della dignità dell'uomo: dall'oppressione politica, economica e culturale; dalle pressioni dei mezzi d'informazione e di comunicazione di massa; dagli attacchi alla libertà religiosa, fondamento e garanzia delle altre libertà - La carta internazionale dei diritti dell'uomo - I diritti dei popoli.
4. L'interdipendenza persona-società: Socialità o dimensione sociale dell'uomo - La dimensione conflittuale dell'esistenza personale - importanza di una formazione per comprendere la natura dei conflitti - II senso della società e della comunità - La dinamica dei gruppi e delle associazioni nella vita sociale - I corpi sociali intermedi - Espressioni della socialità nella famiglia e nella comunità politica - L'equilibrio sociale.
5. Il bene comune: Nozione e contenuti del bene comune - L'autorità come servizio al bene comune - II bene comune internazionale - Interpretazione del bene comune secondo le ideologie moderne.
6. La solidarietà umana: Solidarietà tra gli uomini e tra i popoli, tra i paesi ricchi e i paesi poveri - Le relazioni nord-sud - La solidarietà internazionale e mondiale - Solidarietà: moderna parola evangelica (amore sociale).
7. La sussidiarietà: La funzione direttiva dello stato e la sussidiarietà - La pianificazione eccessiva e la perdita della libertà - La programmazione promotrice delta libertà - Sussidiarietà come reazione allo sfruttamento di persone e di gruppi.
8. La partecipazione: Partecipazione e società - La partecipazione di tutti i settori e livelli della società al bene comune - Accesso di tutti alle decisioni nei diversi campi e livelli della vita sociale - Riconciliazione e dialogo.
9. Concezione organica della vita sociale: Il personalismo cristiano e comunitario - La moltiplicazione delle relazioni sociali e i gruppi - II dinamismo associativo - Società intermedie e unità superiori - Comunità e struttura societaria - Importanza dell'associazionismo sociale cristiano.

IV. Realizzazione dei princìpi e valori ai diversi livelli e settori della vita sociale (cf. Orientamenti, nn. 53-63).
1. Dottrina sociale e scienze sociali: Autonomia del temporale - Autonomia della scienza, dialogo interdisciplinare - Teologia e scienze - Scienze sociali ed economiche: ausiliarie
nell'azione pastorale della chiesa - Scienze, tecnologie, ideologie.
2. Nella famiglia: La problematica familiare nel mondo d'oggi - II valore fondamentale della famiglia, come cellula e nucleo vitale della società - La famiglia e la persona - La famiglia e la società civile - La famiglia e la chiesa - Diritti e doveri della famiglia - Elementi costitutivi della comunità familiare - La famiglia e il ruolo dell'educazione - Le trasformazioni della famiglia nella società - Indissolubilità del matrimonio di fronte ad altre forme di matrimonio.
3. Nell'economia: Autonomia legittima delle realtà terrestri al servizio dell'uomo - La vita economica nei suoi aspetti e problemi contemporanei - Caratteristiche dei sistemi attuali di produzione - La crisi dei sistemi economici: capitalismo e collettivismo - Fenomeni della crisi dell'economia attuale; disoccupazione, inflazione, crisi monetaria, problematica del debito estero - Necessità, leggi ed esigenze etiche del progresso economico - Ruolo dell'economia nella vita dell'uomo - Il criterio della socialità - La via della giustizia sociale - L'economia sociale - La libertà e il controllo sociale dell'economia – Necessità e funzione sociale del capitale - La giustizia sociale nel commercio e nelle finanze - La giustizia sociale nel commercio internazionale - Equilibrio di prezzi nelle relazioni tra i paesi ricchi e i paesi poveri - La politica dei reinvestimenti e il criterio del bene comune - La politica monetaria al servizio del belle comune e dei più poveri - Regolazione sociale dei tassi d'interesse - Illiceità delle operazioni che nel cambio dei valori della moneta pregiudicano le classi, le regioni e le nazioni più deboli. - Nuovo ordine economico-sociale.
- La proprietà privata: Destinazione universale dei beni materiali - Accesso di tutti ai beni della terra - Diritto di proprietà , uso e trasformazione della terra - Sfruttamento delle risorse naturali - Uso e possesso dei beni - Ragioni e limiti della proprietà privata - La subordinazione della proprietà privata alla vita - Basi di un rinnovamento del diritto di proprietà - L'istanza del socialismo - La collettivizzazione inconcepibile con l'umanesimo cristiano - La legge dell'equilibrio e dell'armonia sociale - Il criterio della socialità - Attenzione al mondo agricolo - Riforma agraria: divisione e distribuzione delle terre non coltivate.
- Il lavoro: La crisi e la problematica attuale del lavoro – Il conflitto del lavoro: paesi industrializzati e non industrializzati - La crisi del lavoro nel terzo mondo - II problema della fame - L'emarginazione sociale - Contesto del lavoro nella dottrina sociale – Il valore e la dignità del lavoro: fondamenti filosofici, teologici e spirituali del lavoro umano - Dimensione oggettiva e sociale del lavoro – Condizioni ingiuste del lavoro – Primato del lavoro sul capitale - Diritti e doveri dei lavoratori - L'organizzazione del lavoro - Intervento dei poteri pubblici - La funzione sussidiaria dello stato - Il problema della giusta retribuzione del lavoro: il salario giusto, legale, familiare, sufficiente - Lavoro e famiglia nella società moderna - Il lavoro della donna nella società attuale - Previdenza sociale del lavoratore - I diritti del lavoro: superamento del carattere mercantile, superamento dell'alienazione dell'uomo nel lavoro, recupero del senso del lavoro - Verso una nuova distribuzione del lavoro - La disoccupazione.
- L'impresa come comunità di lavoro: La cogestione - L'associazione nel mondo del lavoro - Movimento operaio è lotta di classe - Sindacati, impresa e società – Partecipazione dei lavoratori al bene comune - Solidarietà dei lavoratori al bene comune - Solidarietà dei lavoratori e con i lavoratori - Contratto individuale e collettivo di lavoro - Natura dello sciopero: condizioni di liceità - Abusi nello sciopero.
4. Nella politica: Fenomenologia politica contemporanea - Le grandi correnti ideologiche e socio-politiche - Natura della società e del potere - Società politica e stato - Forme moderne di governo: stato totalitario, stato autoritario e stato democratico - Componenti di un sano ordine democratico - Democrazia sociale - Esigenze morali della democrazia sociale - Democrazia economica - Democrazia partecipativa - Ideologia e prassi nei comunismo - II liberalismo e l'assolutizzazione della libertà - Autonomia dello stato e sua funzione di servizio al bene comune, di rispetto dei diritti dell'uomo, di rinnovamento delle strutture per l'esercizio della libertà e del sano pluralismo - Appartenenza e partecipazione alla comunità politica - La chiesa e la politica - Libertà della chiesa e dello stato - Impegno socio-politico del cristiano: diritti, doveri e responsabilità dei cattolici.
5. Nella cultura: Le mutazioni culturali di oggi - Diffusione della civiltà industriale ed urbana - Concezione integrale della cultura - La sua funzione nel progresso dell'uomo e della società - La chiesa, la cultura e la pluralità delle culture - La promozione della cultura - Dialogo tra cultura e fede cristiana – Il tema dell'inculturazione della fede - Ideologia, fede e teologia - L'impegno dei cristiani - Ambienti e mezzi di educazione culturale: famiglia, scuola, università, mezzi di comunicazione, sport, turismo - Rispetto ed appoggio della chiesa agli uomini di scienza, lettere ed arti - Relazioni tra cultura e teologia - Missione culturale delle scuole e università cattoliche – Il progresso tecnico e la cultura - Subordinazione del progresso tecnologico al fine supremo della vita - Comunicazione sociale, cultura e progresso umano - Diritto all'informazione e alla circolazione delle idee - Importanza e funzione dell'opinione pubblica - Funzione del giornalismo nella cultura e società Moderna - Informazione al servizio della verità - Responsabilità della chiesa.
6. Nella scienza e nella tecnica: Il problema della manipolazione della scienza e della tecnologia - Campi in cui avviene questa manipolazione - Senso etico.
7. Nella comunità internazionale: La comunità internazionale - Comunità umana e società internazionale: problemi attuali - Rispetto della libertà e autodeterminazione dei popoli - La cooperazione, interdipendenza e solidarietà come leggi di giusti rapporti tra i popoli - La giustizia internazionale e lo sviluppo cconomico-sociale dei popoli - Problemi e situazioni - Le relazioni nord-sud - Le relazioni occidente-oriente - II problema della guerra: sua immoralità - II disarmo - Ruolo costruttivo della scienza e della tecnologia - Rifiuto della corsa agli armamenti - La pace: esigenze morali della pace sociale - Solidarietà internazionale per la pace - Fenomenologia della violenza - Forme dì violenza - Cause della violenza politica- Terrorismo e guerriglia - Violenza repressiva - Condanna della violenza - Impegno per la giustizia - II fenomeno della mobilità umana - Diritto all'emigrazione.
8. Nell'ecologia: Crisi ecologica - Politica ecologica per la protezione dell'ambiente a favore della salute di tutti - Pensiero di Paolo VI e di Giovanni Paolo II - Fenomeno della concentrazione urbana - Etica ecologica.
9. La “questione sociale” del terzo mondo: Problemi, situazioni ingiuste - Speranze.

V. Elaborazione e sviluppo dell'insegnamento sociale nelle lettere pastorali delle conferenze episcopali e delle chiese particolari.

VI. Competenza e compito dei vescovi, dei sacerdoti, di religiosi e di laici nell'elaborazione della dottrina sociale, e impegno nell'azione sociale della chiesa - L'azione sociale della chiesa particolare come risposta ai problemi locali-

VII. Conclusione teologico-pastorale: Disegno di Dio sull'uomo e la sua vocazione - Rottura del disegno di Dio: peccato personale, sociale e strutturale - La conversione del cuore dell'uomo come dono dello Spirito.


Studio dottrina sociale 56