Origene su Geremia 2

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OMELIA II

SUL: «COME TI SEI VOLTA IN AMAREZZA, TU VITE STRANIERA?»

FINO AL «ANCHE SE TI LAVI COL NITRO E MOLTIPLICHI ERBA SU DI TE, RESTI ANCORA MACCHIATA 1 NELLE TUE INGIUSTIZIE DAVANTI A ME, DICE IL SIGNORE».








134 Ger. 1, 9s.

1. Dio non ha fatto la morte e non si diletta della rovina dei viventi. Egli infatti ha creato tutto per l’esistenza, e salvifiche sono le generazioni del mondo, e non c’è in esse veleno di distruzione né regno degli inferi sulla terra ; poi, saltando un po’ di testo, diro: Ma per invidia del diavolo la morte è entrata nel mondo . Se dunque Dio ha fatto per noi tutto il meglio possibile, siamo stati noi a crearci il male e i peccati. Percio anche qui l’inizio della lettura, nel profeta, come per sollevare un’obiezione a chi ha accolto nell’anima l’amarezza invece della dolcezza, diceva: Come ti sei volta in amarezza, tu vite straniera? . Come se dicesse: Dio non ha fatto la claudicazione, bensi ha fatto a tutti dei piedi agili; ma si è prodotta una causa per cui gli zoppi zoppicano. Dio aveva fatto pure originariamente tutte le membra sane, ma è intervenuta una causa per cui qualcuna di esse patisce. Allo stesso modo è stata fatta a immagine non soltanto l’anima del primo uomo ma di ogni uomo – poiché la parola: Facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza raggiunge tutti gli uomini – e come in Adamo cio che i più intendono per a immagine è anteriore a quanto egli ha aggiunto portando a motivo del peccato l’immagine dell’uomo di terra , cosi in tutti


l’immagine di Dio è precedente all’immagine inferiore . Abbiamo portato – essendo peccatori – l’immagine dell’uomo terrestre; portiamo ora, facendo penitenza, l’immagine dell’uomo celeste , del resto la creatura è stata fatta a immagine del celeste.

La Parola solleva qui dunque una obiezione rimproverando i peccatori col dire loro: Come ti sei volta in amarezza, tu vite estranea? Poiché io ti avevo piantato come vite fruttifera tutta vera . E stato appena detto, e io ci ritorno un poco per persuadervi, che Dio ha piantato l’anima dell’uomo come una vite bella, ma ognuno, volgendosi , è diventato il contrario della volontà del Creatore: Ma io ti avevo piantato come vite tutta fruttifera, non parzialmente vera, né l’una vera l’altra falsa, ma io ti ho piantato come vite fruttifera tutta vera; come ti sei volta, mentre io ti avevo creato come vite tutta vera, tu come ti sei volta in amarezza e sei divenuta vite straniera?

2. Dopo questo vediamo il: Se ti lavi col nitro e moltiplichi su di te l’erba, resti ancora macchiata nelle tue ingiustizie davanti a me, dice il Signore . Forse un’anima peccatrice penserebbe che, prendendo del nitro e lavandosi con nitro materiale, cesserebbe dalla sua sporcizia e cesserebbe dal suo peccato? E qualcuno potrebbe pensare che prendendo quest’erba che spunta dalla terra e lavandosi e sfregandosi con essa purificherebbe la sua anima, poiché la Parola dice qui alla vite voltasi in amarezza e divenuta straniera: Se ti lavi col nitro e moltiplichi su di te l’erba, resti ancora macchiata





147 1 Cor. 3, 9.


nelle tue ingiustizie davanti a me, dice il Signore ? No, ma bisogna sapere che il Verbo ha ogni potenza ; e come ha la potenza di generare ogni Scrittura, cosi il Verbo ha la potenza di ogni guarigione ed è la potenza di tutto cio che purifica ed è detergente in grado sommo:

Vivente infatti è la Parola di Dio ed efficace e più tagliente di ogni spada a due tagli ; e qualsiasi cosa di cui si possa dire che c’è bisogno, questa è contenuta nella potenza della Parola. C’è dunque una Parola che è nitro e c’è una Parola che è erba, la quale, appena pronunciata, purifica tali macchie; ma come una Parola che è nitro e una Parola che è erba non guariscono da ogni peccato e vi sono peccati che hanno bisogno di ben altro che nitro ed erba, viene detto all’anima che pensava di avere peccati lavabili col nitro e l’erba: Se ti lavi col nitro e moltiplichi su di te l’erba, resti ancora macchiata nelle tue ingiustizie davanti a me, dice il Signore . Guardate le ferite: alcune si curano con un impiastro, altre si curano con olio e altre si fasciano con bende e cosi vengono sanate, ma vi sono altri tipi di ferite di cui è detto: Non è possibile applicare né impiastro né olio né bende; ma la vostra terra è deserta, le vostre città consumate dal fuoco . E cosi anche per i peccati : alcuni macchiano l’anima e per questi peccati l’uomo ha bisogno di una parola di nitro, di una parola di erba; ma vi sono dei peccati che non si curano cosi, poiché non sono nemmeno paragonabili alle macchie.

Guarda percio come il Signore che parla in Isaia, conoscendo le differenze dei peccati dice: Laverà il Signore la sozzura dei figli e delle figlie di Sion e pulirà il sangue di mezzo a loro con spirito di giudizio e spirito di ardore ; sozzura e sangue: sozzura con spirito di giudizio, sangue con spirito di ardore. Se non hai peccato


a morte , tuttavia hai peccato, sei sporco. Laverà dunque il Signore la sozzura dei figli e delle figlie di Sion e pulirà il sangue di mezzo a loro ; quindi alla sozzura corrisponde lo spirito di giudizio e al sangue lo spirito di ardore. E noi tutti abbiamo bisogno, quando pecchiamo più gravemente, non tanto di nitro né di accrescere l’erba, ma di spirito di ardore.

3. E per questo che Gesù battezza – forse ne trovoora la ragione – in Spirito santo e fuoco ; non che battezzi la medesima persona in Spirito santo e fuoco, ma battezza il santo nello Spirito santo, colui invece che dopo aver creduto, dopo esser stato fatto degno dello Spirito santo, di nuovo ha peccato , lo lava nel fuoco, cosi che la medesima persona non è battezzata da Gesù nello Spirito santo e nel fuoco .

Beato dunque colui che è battezzato nello Spirito santo e non ha bisogno del battesimo che viene dal fuoco, tre volte infelice per contro quello che ha bisogno di essere battezzato col fuoco; Gesù pero ha entrambe le cose: Uscirà – infatti – una verga dalla radice di Iesse e un fiore crescerà dalla sua radice 24, verga per coloro che vengono puniti, fiore per i giusti . Allo stesso modo Dio è fuoco divorante 26 e Dio è luce 27, fuoco divorante per i peccatori, luce per i giusti e santi. E beato colui che ha parte alla prima risurrezione 28, colui che ha custodito il battesimo dello Spirito santo . Chi è colui che è salvato in un’altra risurrezione? Colui che ha bisogno del


ritrova una legge generale dell’agire di Dio, il quale fa sempre seguire l’"edificazione" alla "distruzione", e percio si serve normalmente nella Scrittura prima delle espressioni negative per sostituirvi quindi le positive»: L. Perrone, La passione della carità, PSV 29, p. 229. Il noto studioso cita anche Om. XVI, 6, 13-26, pp. 198s.

battesimo che viene dal fuoco, quando giunge a quel fuoco che lo mette alla prova 30 e quel fuoco trova legna, fieno e paglia da bruciare .

E cosi, dopo questo discorso, raccolte per quanto possibile le parole delle Scritture, deponiamole nel cuore e cerchiamo di vivere in modo ad esse conforme, se mai possiamo diventare puri prima del nostro esodo e avendo preparato per questo esodo le nostre opere possiamo, uscendo , essere accolti tra gli stessi buoni ed essere salvati in Cristo Gesù , al quale è la gloria e il potere nei secoli dei secoli. Amen .


160 Ger. 1, 10.






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OMELIA III

SUL: «SONO STATO FORSE UN DESERTO PER LA CASA D'ISRAELE», FINO A: «O UNA TERRA INARIDITA?»



1. Dice il Signore all’inizio delle parole che sono state lette su Israele, che egli non è stato per lui né un deserto né una terra inaridita 1. Chi dunque, davanti a questo passo, non cercherebbe di scrutare l’intento di cio che vi è scritto? Ammettiamo che Dio in Israele non sia stato un deserto, che Dio in Israele non sia stato una terra inaridita; ma allora, è diventato oggi il Signore per Israele un deserto o è per lui adesso una terra inaridita? E che? Quando per Israele non era un deserto né una terra inaridita, per le genti era un deserto e una terra inaridita? Se infatti per tutti non è sempre un deserto e per tutti non è sempre una terra inaridita, che bisogno c’era di dire particolarmente a Israele in modo speciale: Sono stato forse un deserto per la casa d’Israele o una terra inaridita? . Ma bisogna venire ai benefici universali di Dio, quindi, dopo i suoi benefici universali, a quelli particolari.

2. Per nessuno Dio è un deserto, lui che fa sorgere il sole sui malvagi e sui buoni; per nessuno è una terra arida, lui che fa piovere su giusti e ingiusti 3. Come potrebbe essere un deserto, lui che fa sorgere il giorno e fa la notte per il riposo? Come potrebbe essere un deserto, lui che fa fruttificare la terra? Come potrebbe


essere un deserto, lui che dispensa a ciascuno, quanto all’anima, che sia dotato di ragione, che accolga la scienza, che eserciti la sua intelligenza? Quanto al corpo, che abbia i sensi in forze ? Per nessuno dunque Dio è un deserto dal punto di vista universale; quanto a quello particolare, vengo alla storia d’Israele e dico: non era né desertoterra inaridita quando in Egitto faceva segni e prodigi per il popolo , ma quando venivano i momenti in cui essi si lasciavano andare, diventava per loro come un deserto, pur non essendo egli stesso un deserto. Mentre pero non era per Israele né desertoterra inaridita, per le genti in modo particolare era un deserto e una terra inaridita; quando poi si ritrasse da Israele e divenne per quell’Israele là deserto e terra inaridita, allora fu riversata la grazia sulle genti e Cristo Gesù è divenuto per noi ora non deserto ma pienezza, non terra inaridita ma fruttifera: poiché i figli dell’abbandonata sono molto più numerosi di quelli di colei che ha marito .

E minaccia coloro per i quali non è stato né desertoterra inaridita, dicendo: Io non sono stato per voi né desertoterra inaridita, ma voi avete detto: Non ci lasceremo comandare, non verremo più a te . Hanno dunque parlato con ostinazione i figli d’Israele dicendo: Non ci lasceremo comandare...?








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: OMELIA IV


SUL: «E DISSE IL SIGNORE A ME NEI GIORNI DI GIOSIA» FINO AL «HA GIUSTIFICATO LA SUA ANIMA ISRAELE RISPETTO A GIUDA INFEDELE».

1. La lettera stessa del passo che è stato letto haqualcosa di oscuro, che dobbiamo dapprima capire; e dopo questo, se Dio lo dona, comprenderemo il suo mistico intento. Vuole dunque che noi su queste cose sappiamo che, come è scritto nei libri dei Re 1, ai tempi di Roboamo il popolo si divise in un regno di dieci tribù sotto Geroboamo e in uno di due tribù sotto Roboamo; e quelli che erano sotto Geroboamo furono chiamati Israele, quelli sotto Roboamo Giuda. Ed è rimasta questa divisione del popolo, quanto alla storia, fino ad ora. Non conosciamo infatti, secondo la storia, una riunificazione insieme di Israele e di Giuda . Pecco dunque prima e di più Israele, quello che era sotto Geroboamo e i suoi successori, e pecco tanto più di Giuda da essere condannati dalla Provvidenza a divenire prigionieri degli Assiri fino ad oggi . Dopo questo peccarono anche i figli di Giuda e furono condannati alla cattività in Babilonia, non fino ad oggi come Israele ma per settant’anni, predetti da Geremia e menzionati anche da Daniele .


Se comprendiamo questi fatti in rapporto a quel popolo di allora, vedi se le espressioni dei poeti non manifestino qualcosa di questo tipo: come attesta la Scrittura, accusa i peccati di Israele e dice : Nonostante i cosi grandi peccati commessi in Israele, l’assemblea di Giuda, udite le loro cadute e in che modo io li avevo condotti in cattività, non ne fu ammaestrata, ma aggiunse peccati ai peccati, cosi che per tale aggiunta, se si raffrontano questi peccati ai peccati di Israele, si trova più giustizia in Israele che in Giuda. Per questo allora il profeta riceve l’ordine di profetare, poiché Giuda è diventato peggiore di Israele, perché si converta dopo i suoi peccati . Quindi dopo la profezia che ordina a Israele di convertirsi, il profeta profetizza che Israele e Giuda si riuniranno e si farà un giorno un solo regno di entrambi .

Chi si interessa alle letture, prenda le parole di tutta quanta la lettura di oggi e allora vedrà che il senso ne è stato chiarito: E il Signore mi disse nei giorni del re Giosia: Vedi cio che mi ha fatto la casa di Israele – non di Giuda, ma, prima, di Israele –, essa è andata su ogni monte elevato e sotto ogni albero sacro e si è prostituita. E io ho detto, dopo che ha commesso tutte queste prostituzioni: Ritorna a me; e non è tornata. E l’infedele Giuda vide la sua infedeltà – cioè dell’assemblea di Israele. E hanno visto – quelli di Giuda – che per tutte le fornicazioni per le quali era stata abbandonata la casa di Israele, io l’ho ripudiata e le ho dato il libello di divorzio . Bisogna che Giuda ne sia ammaestrata – poiché io ho ripudiato Israele, l’assemblea di Israele, li ho gettati in mezzo agli Assiri e le ho messo in mano un libello di ripudioe non ha avuto timore l’infedele Giuda . Dopo tanti mali inflitti a Israele, scacciandolo, dando il libello di ripudio, bisognava che l’assemblea di Giuda fosse


14: la gloria del Signore riempie il tempio.

ammaestrata da quanto quelli avevano patito, ma essi non solo non furono ammaestrati bensi aggiunsero peccati ai peccati, cosi che i peccati dell’assemblea di Israele in confronto ai peccati dell’assemblea di Giuda sembrano essere giustizia, e le ho messo in mano il libello di ripudio; e non ha avuto timore l’infedele Giuda sua sorella ma è andata a prostituirsi anch’essa e per lei la prostituzione è divenuta un nulla e si è prostituita col legno e con la pietra. E con tutto questo non è tornata a me l’infedele Giuda con tutto il suo cuore, ma falsamente si è volta a me: non mi ha temuto dopo quanto avevo fatto a Israele, cosi da ritornare a me perfettamente. Mentre bisognava che tornasse in modo verace, essa è ritornata a me falsamente. E con tutto questo non è ritornata a me l’infedele Giuda con tutto il suo cuore ma falsamente. E il Signore mi ha detto: Ha giustificato la sua anima Israele in confronto all’infedele Giuda – i peccati di Israele paragonati alle colpe di Giuda sono divenuti giustificazione dell’anima dell’assemblea di Israele –, va’ dunque e leggi queste parole verso settentrione .

2. Se la lettera è già chiara, vediamo che cosa si vuole manifestare in questo brano. La chiamata delle genti ha preso inizio dalla caduta di Israele e gli apostoli, proclamando l’annunzio nelle sinagoghe dei giudei, dicono: A voi è stata inviata la parola della salvezza, ma poiché ve ne giudicate voi stessi indegni, ecco ci volgiamo alle genti . E l’Apostolo, ben consapevole di questo, dice cio che sa: Dalla loro caduta la salvezza per le genti, cosi da provocare la loro emulazione . Dunque i molti peccati di quel popolo hanno fatto si che sia stato abbandonato e che noi giungessimo alla speranza della salvezza , noi



182 Gen. 13, 10.


stranieri ai patti, estranei alle promesse . Donde infatti viene a me, nato non importa dove, straniero alla terra cosiddetta santa , di parlare ora delle promesse di Dio e di credere nel Dio dei patriarchi Abramo, Isacco e Giacobbe e di ricevere per grazia di Dio Gesù Cristo, il preannunciato dai profeti? Se tu comprendi questi due popoli, l’uno da Israele e l’altro dalle genti , considerami la deportazione di Israele e come si applica a quel popolo di Israele e comprendi che per lui sta scritto: L’ho ripudiata e le ho dato il libello di divorzio ; poiché Dio ha ripudiato quel popolo e gli ha dato il libello di divorzio, come avviene per le persone sposate: se la moglie è sgradita al marito, la legge di Mosè dice che un libello di divorzio era redatto dal marito e la moglie veniva ripudiata ed era lecito a chi aveva ripudiato la prima moglie perché appariva aver commesso qualcosa di vergognoso, sposare un’altra donna 22. Cosi, secondo questo ragionamento, vedi quelli che ricevono il libello di ripudio e poiché hanno ricevuto il libello di ripudio, per questo sono stati completamente abbandonati. Dove infatti ci sono ancora profeti presso di loro ? Dove ancora segni presso di loro ? Dove una manifestazione di Dio? Dove il culto, il tempio, i sacrifici ? Sono stati eliminati dal proprio luogo.

Aveva dato dunque a Israele un libello di divorzio; poi noi Giuda – Giuda a causa del Salvatore che è sorto dalla tribù di Giuda: è noto infatti che da Giuda è sorto nostro Signore – siamo ritornati al Signore e i nostri




4 Ger. 2, 21.


ultimi giorni – piacesse al Signore che non ci fossimo già arrivati! – sembrano essere simili agli ultimi giorni di Giuda, se non forse anche peggio.

3. Che la nostra condizione alla consumazione deisecoli sia cosi , è chiaro dalle parole dette nel Vangelo dal Salvatore quando dice: Per il moltiplicarsi dell’iniquità si raffredderà la carità di molti, ma chi persevererà sino alla fine, questi sarà salvato ; e ancora: Farà segni e prodigi colui che verrà, tanto da ingannare, se possibile, anche gli eletti . E tale è la nostra situazione, che il Salvatore dice riguardo al suo ritorno, come se da chiese tanto grandi non si trovasse forse neanche un fedele: Ma il Figlio dell’uomo venendo troverà forse la fede sulla terra? . E davvero se giudichiamo le cose secondo la verità e non la quantità, se giudichiamo le cose secondo la disposizione dell’anima e non per il fatto di vedere molte persone radunate, vedremo che ora non siamo fedeli; ma allora erano fedeli, quando avvenivano i nobili martirii, quando, dopo aver accompagnato i martiri, tornavamo dai cimiteri e ci riunivamo in assemblea e tutta la Chiesa era presente senza la minima angoscia e i catecumeni venivano catechizzati in mezzo al martirio e alla morte di quelli che confessavano la verità fino alla morte 31, non spaventati 32 né turbati (nella loro fede) nel Dio vivente . Conosciamo persone che allora hanno visto segni straordinari e prodigiosi 34; allora vi erano si pochi fedeli ma veramente fedeli che percorrevano la via stretta e angusta che conduce alla vita . Ma ora che siamo diventati molti, poiché non è possibile che ci siano





10 Ger. 2, 21.


molti eletti – non mente infatti Gesù che ha detto: Molti i chiamati ma pochi gli eletti –, fra la moltitudine di quelli che fanno professione di pietà 37 sono pochissimi quelli che giungono all’elezione di Dio e alla beatitudine .

4. Quando dunque dice: – Dapprima ho ripudiatoIsraele per i suoi peccati e l’ho mandato in cattività, ma Giuda, sebbene udisse quanto accaduto a Israele non ritorno –, parla dei nostri peccati. Quando si legge cio che è avvenuto a Israele e le sventure abbattutesi su quel popolo, bisogna che noi temiamo e diciamo: Se non ha risparmiato i rami naturali, quanto più non risparmierà nemmeno noi . Se quelli che si vantano di essere olivo buono , radicati sulla radice dei patriarchi Abramo Isacco e Giacobbe, il Dio soave e insieme amante degli uomini non li ha risparmiati ma li ha recisi , quanto più non risparmierà noi !

Vedi, infatti, la bontà e la severità di Dio . Non è soave ma non tagliente, né tagliente ma non soave; se fosse solo soave senza essere tagliente, disprezzeremmo quanto mai la sua bontà; ma se fosse tagliente senza essere soave, forse anche dispereremmo dei nostri peccati. Ma ora, poiché è Dio – siamo infatti noi uomini, se facciamo penitenza, a esperimentare la sua bontà e, se rimaniamo nei peccati, la severità –, Dio è sia soave che tagliente e parla a noi mediante i profeti e dice: Vedi che cosa mi hanno fatto (quelli del)la casa di Israele – per Israele intendi quel


popolo –: è andata su ogni altura elevata e sotto ogni albero ombroso . Se osservi il fariseo che sale al tempio con arroganza e non si batte il petto e non si preoccupa dei suoi peccati, ma dice: Ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, fornicatori, e nemmeno come questo pubblicano: digiuno due volte alla settimana, pago la decima di tutte le mie sostanze , vedrai che egli è salito su ogni altura elevata 50 in modo riprovevole e amando di essere altezzoso, arrogante e superbo . Ed egli è salito pure su ogni colle elevato ed è venuto sotto ogni albero, non da frutto ma di legno sacro . Perché un conto è l’albero di legno sacro , un conto è l’albero da frutto. Quando si piantano alberi per dei boschi sacri, si piantano alberi non da frutto, né fico né vite, ma soltanto alberi improduttivi, per il piacere. Troverai che sono tali i discorsi degli eterodossi e le bellezze dei loro illusori argomenti, incapaci di convertire gli ascoltatori. Quando dunque uno si lascia andare a tali discorsi, questi si è recato sotto ogni albero di legno sacro; non ha detto: ogni albero senza aggiungere nulla, e nemmeno ha aggiunto: ogni albero da frutto, ma ha detto: sotto ogni albero di legno sacro . Cosi comprenderai che cosa precisamente dice il legislatore : Non pianterai alcun albero presso l’altare del Signore tuo Dio né farai alcun boschetto sacro . Trovi infatti vietato il nome stesso di bosco sacro .









26 Ebr. 12, 29.


5. E si prostitui là. E io dissi dopo tutte queste sue prostituzioni: Ritorna a me. E non torno. E vide la sua ribellione la ribelle Giuda . Siamo riprovati anche noi, intendo dire noi che pecchiamo e non custodiamo i patti con Dio né vediamo che quelli hanno perduto l’alleanza pur essendo nobili, usciti da Abramo, eredi della promessa . E necessario quindi per noi pensare che, se quelli sono decaduti dalle benedizioni e dalle promesse e a nulla giovo loro la discendenza dai padri, quanto più noi peccando saremo abbandonati. Se foste figli di Abramo, fareste le opere di Abramo , dice loro il Salvatore. E Giovanni ancora: Non cominciate a dire in voi stessi: Abbiamo per padre Abramo, poiché vi dico che puo Dio da queste pietre suscitare figli ad Abramo . Per pietre intende noi che abbiamo il cuore di pietra e siamo induriti di fronte alla verità; e davvero il potente Dio ha suscitato 65 figli ad Abramo dalle pietre se rimaniamo nella generazione di figli e custodiamo lo Spirito di adozione . Vide dunque la sua ribellione, cioè quella della casa di Israele, la ribelle Giuda, che non aveva osservato i patti con Dio , e vide che, a causa di tutte le colpe per le quali quella era stata abbandonata – tutto cio infatti noi, Giuda, lo vediamo se leggiamo la Scrittura –, poiché a causa di tutte le colpe per cui è stata abbandonata la casa di




(8, 3, Bihlmeyer, pp. 73s.).

Israele, per tutti gli adulteri che ha commesso, Dio l’ha ripudiata e le ha dato il libello di divorzio . E noi dovremmo essere ammaestrati da cio che ha fatto a loro giudicandoli secondo i peccati, abbandonando e consegnando alla cattività e consegnando all’uccisione e consegnando ai nemici. Noi dovremmo per queste cose ritornare a pensare, ciascuno di noi, che se Dio non ha risparmiato i rami naturali, quanto più non risparmierà

noi ! Se ha scacciato in tal modo i discendenti dei padri perché divenuti peccatori, che cosa patiremo noi che siamo stati chiamati dalle genti ? Ma noi non abbiamo riflettuto su alcuna di queste cose, noi che siamo stati chiamati perché quel popolo si ingelosisse vedendo lo schiavo colmato di onori, guardando l’uomo vile che si avanza . Se già quelli hanno sofferto cosi tanto, quanto più, se pecchiamo, noi saremo abbandonati?

A motivo degli adulteri della casa di Israele l’ho ripudiata e le ho messo in mano il libello di divorzio, ma non ha avuto timore la ribelle Giuda 74 di cio che ho fatto alla casa di Israele, come cioè l’ho ripudiata e le ho dato il libello di divorzio, non ha avuto paura di cio che è accaduto agli altri. Se un tale entra nell’abitazione di un padrone di casa 75 come schiavo appena acquistato, si informa sui servi precedenti, quale è stato onorato e perché, quale dei servi è stato disprezzato e perché. Dopo averne preso atto, se vuole restare nella casa di quel signore si guarda bene dal


cadere in quelle colpe che hanno commesso gli schiavi precedenti che hanno peccato e sono stati cacciati e consegnati al castigo. Sapendo poi che cosa hanno fatto gli schiavi precedenti che sono stati apprezzati e in che modo hanno ottenuto la libertà, è preso da emulazione per loro . E anche noi non eravamo schiavi di Dio bensi degli idoli e dei demoni, eravamo pagani, e solo da ieri e ieri l’altro ci siamo accostati a Dio : leggiamo dunque la Scrittura, vediamo chi è stato giustificato , chi è stato condannato, imitiamo i giustificati, guardiamoci dal cadere in quelle colpe in cui sono caduti quelli consegnati alla cattività, scacciati lontano da Dio.

6. E non ebbe timore la ribelle Giuda ma ando a prostituirsi anche lei – dapprima si era prostituita Israele, in seguito si prostitui anche Giuda – e si prostitui al nulla, e fornico col legno e la pietra . Quando pecchiamo, non facciamo null’altro che fornicare con la pietra, divenendo cuori di pietra . Quando pecchiamo prostituendoci sotto ogni albero sacro , anche noi fornichiamo col legno.

E non è ritornata a me la ribelle Giuda con tutto il suo cuore ma falsamente 83. Se siamo ritornati a Dio solo in modo parziale, veniamo accusati di non essere ritornati con tutto il cuore. Per questo dice: Non è tornata a me la ribelle Giuda con tutto il suo cuore, ma falsamente è ritornata.

Il vero ritorno è leggere le cose antiche , conoscere quelli che sono stati giustificati, imitarli; leggere quelle vicende, conoscere i riprovati, guardarsi dal cadere negli stessi motivi di biasimo, leggere i libri del Nuovo Testamento, le parole degli apostoli. Dopo la lettura,




7 Is. 54, 1 (Ga 4,27).


scrivere tutte queste cose nel cuore, vivere in modo ad esse conforme, perché non sia dato anche a noi il libello di ripudio ma possiamo giungere all’eredità santa e, una volta salvata la pienezza delle genti, allora possa entrare Israele; poiché, quando entrerà la pienezza delle genti, allora tutto Israele sarà salvato e saranno un solo gregge, un solo pastore , che insegna a glorificare il Dio onnipotente in lui, il Cristo Gesù, al quale è la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen .






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OMELIA V

SUL: «RITORNATE, FIGLI, DAVVERO, E GUARIRÒ LE VOSTRE FERITE» FINO AL «CINGETEVI DI CILICI PER QUESTE COSE»

1. E scritto chiaramente negli Atti degli Apostoli chegli apostoli entrarono dapprima nella sinagoga dei giudei annunciando a loro, come consanguinei in Abramo e Isacco e Giacobbe , cio che nelle Scritture concerne la venuta di Gesù Cristo . Ma poiché, per il rifiuto delle parole loro indirizzate dovevano essere altri gli ascoltatori di queste parole, gli apostoli, dopo aver loro parlato indifesa della fede, li abbandonarono. E scritto infatti: A voi doveva essere annunziata la parola di Dio, ma poiché voi ve ne giudicate indegni, ecco ci volgiamo alle genti . Cio che è detto chiaramente negli Atti degli Apostoli è detto virtualmente anche in tanti passi dei profeti, poiché lo Spirito santo per mezzo dei profeti parla prima di tutto agli appartenenti a quel popolo, ma se poi, dopo aver detto molte cose, non è stato ascoltato, profetizza alle genti la parola del messaggio.

Questo si verifica anche all’inizio della lettura di oggi, poiché prima di essa è detto ai figli di Israele: Se anche mi chiamerai Padre e non ti allontanerai da me, tuttavia, come una donna rigetta il suo compagno, cosi mi ha rigettato la casa di Israele, dice il Signore , e dal


soltanto ad aderire alle spiegazioni, ma a leggere direttamente il brano biblico e a leggerlo nel suo contesto.

momento che queste cose sono state dette prima di tutto a Israele e i figli d’Israele si sono sentiti dire che avevano commesso ingiustizia nelle loro vie e avevano dimenticato il loro Dio santo , allora lo Spirito santo trasferisce la parola su di noi che proveniamo dalle genti e dice: Convertitevi, figli, davvero, e guariro le vostre ferite . Noi siamo infatti quelli pieni di ferite. Ciascuno potrebbe dire, anche se ora è stato purificato e sanato dalle ferite: Eravamo infatti anche noi ribelli, insensati, erranti, schiavi di molte e svariate concupiscenze e piaceri, passando la vita nel male e nell’invidia, odiosi e odiandoci gli uni gli altri, ma quando si manifesto la bontà e l’amore per gli uomini di Dio nostro salvatore, mediante il lavacro di rigenerazione ha riversato la sua misericordia su di noi . Ma poiché ho appena ricordato quel brano dell’Apostolo, cerchero di presentarlo più chiaramente. Egli non ha detto: Eravamo infatti un tempo insensati, ribelli; ma Paolo, l’Apostolo, il figlio di Israele, lui che era irreprensibile quanto alla giustizia secondo la Legge , dice: Eravamo anche noi un tempo – noi provenienti da Israele – ribelli, insensati , ma non erano insensati soltanto i provenienti dalle genti, né i provenienti dalle genti erano i soli ribelli, né i soli peccatori, bensi anche noi, sebbene ammaestrati nella Legge, eravamo tali prima della venuta del Cristo.

2. Dopo le parole indirizzate a Israele, viene dettodunque a noi provenienti dalle genti: Ritornate, figli, davvero, e guariro le vostre ferite . Ma qualcuno dirà: Queste cose sono dette a Israele, e tu le tiri a favore di quelli che provengono dalle genti. Noi vogliamo mostrare che il Signore, quando vuole parlare a Israele della conversione, non dopo molto tempo, bensi subito, aggiunge il nome di Israele. Di seguito infatti dice: Se Israele ritorna a me – dice il Signore – allora ritornerà; se toglierà le sue abominazioni dalla sua bocca e se avrà timore davanti al mio volto, e se giurerà: "Vive il Signore", con verità, giudizio e giustizia, allora delle genti lo benediranno . Le prime parole dunque erano dette per quelli provenienti dalle genti, poi si tratta di Israele, poiché

quando la pienezza delle genti entrerà, allora tutto Israele sarà salvato, secondo cio che dice l’Apostolo nella Lettera ai Romani .

Osserva attentamente in quale modo Dio ci sospinge, quando ritorniamo, a ritornare completamente, promettendoci che, se ritornando ritorneremo a lui, mediante Gesù Cristo guarirà le nostre ferite. E noi, né indugiando né ritardando riguardo alla salvezza, come quell’Israele, rispondiamo: Eccoci, noi saremo tuoi 14. E Dio ci ha detto: Ritornate, figli, ritornando, e guariro le vostre ferite. E quelli che provengono dalle genti diranno: Saremo tuoi servi , noi che prima non lo eravamo ma eravamo schiavi dei demoni, possesso delle potenze avverse. Infatti, quando l’Altissimo distribuiva le genti, noi non divenimmo tua porzione, né lotto della tua eredità insieme al popolo di Giacobbe, ma divenimmo porzioni di altri ; tuttavia noi divenuti un tempo porzioni di altri, ora che tu ci dici: Ritornate, figli, ritornando, e guariro le vostre ferite, rispondiamo: Eccoci , poiché questo soltanto aspettiamo, la chiamata. Non come quelli che furono chiamati e rifiutarono, cosi anche noi chiamati rifiutiamo. Troviamo infatti nelle parabole del Vangelo che di alcuni chiamati in precedenza l’uno disse: Ho preso moglie, considerami scusato; e un altro: Ho acquistato cinque paia di buoi, vado a provarli, considerami




15 Atti 13, 26.46.


scusato . Non cosi noi che proveniamo dalle genti siamo stati chiamati e rifiutiamo. Perché dovremmo farlo? Per occuparci di quale campo? Di quale donna saggia ? O impegnarci in qualche altra occupazione?

Dio ci ha detto dunque: Ritornate, figli, ritornando, e guariro le vostre ferite. Vedendo allora le nostre ferite e la promessa della guarigione, subito noi rispondiamo e diciamo: Eccoci, saremo tuoi, perché tu sei il Signore nostro Dio . Avendo dunque accolto l’invito e detto: Saremo tuoi, ricordiamoci che abbiamo fatto una promessa a Dio dicendogli: Saremo tuoi, e poiché gli abbiamo detto: Saremo tuoi , non diveniamo possesso di nessun altro, né dello spirito di ira né dello spirito di tristezza né dello spirito di concupiscenza, non diveniamo possesso del diavolo né dei suoi angeli . Ma poiché, una volta chiamati, abbiamo detto: Eccoci, noi siamo tuoi, mostriamo coi fatti che, dopo aver promesso di appartenere a lui, non abbiamo votato noi stessi a nessun altro che a lui. E aggiungiamo: Poiché tu, Signore, sei il nostro Dio; non confessiamo infatti nessuno come Dio, né il ventre – come i ghiottoni il cui dio è il ventre – né il denaro come gli avari né la cupidigia che è idolatria ; noi non erigiamo a dio né divinizziamo – come i più divinizzano – nessun’altra cosa, ma noi abbiamo il Dio che è al di sopra di tutte le cose, il Dio che è al di sopra di tutto, mediante tutto e in tutto , e ci siamo attaccati all’amore verso Dio – poiché l’amore ci fa aderire a Dio –, percio diciamo: Eccoci, noi saremo tuoi, poiché tu sei il Signore nostro Dio .

3. Poi, condannando i nostri mali precedenti –






quando ritenevamo gli idoli grandi e eccelsi, adoravamo e consideravamo mirabili queste cose cui rendevamo culto, mentre ora le abbiamo condannate poiché erano tutte menzognere e un nulla – diciamo ritornando : Davvero i colli erano menzogna , condannando anche noi le cose eccelse e mirabili di un tempo. E forse con un po’ di abilità troveremo la differenza dei colli e dei monti che si trovano fra le genti, abbandonati da quelli che dicono:

Eccoci, saremo tuoi, perché tu sei il Signore nostro Dio 28 e che li accusano come menzogne, sia i colli che i monti. Qual è dunque la differenza dei monti e dei colli che si trovano fra le genti, condannando i quali diciamo:

Davvero i colli erano menzogna cosi come la potenza dei monti ? Cosi diciamo condannando le cose di un tempo. Gli esseri adorati presso le genti lo sono gli uni come dèi gli altri come eroi. Loro stesse infatti di alcuni ammettono che prima erano uomini e poi furono divinizzati. Adorano Eracle non come uno che fosse un dio dalla nascita ma come un uomo trasformato in dio; Asclepio lo adorano come trasformato da uomo in dio a causa della virtù. Ma quando adorano i padri di costoro, padri chiamati presso di loro dèi, non li adorano come uomini mutati in dèi, ma, secondo la loro opinione, come dèi fin dall’origine. Quelli dunque che sono ritenuti presso le genti dèi fin dall’origine saranno le montagne e la potenza dei monti e quelli che sono considerati presso di loro come dèi attualmente, mentre prima erano uomini, questi sono i colli.

Conoscendo dunque entrambe le categorie oggetto di adorazione dicono: Davvero i colli erano menzogna cosi come la potenza dei monti . Quelli che rendono loro culto non suppongono che queste cose siano menzognere; pensano percio che i loro oracoli siano oracoli veraci e le loro guarigioni vere guarigioni, senza



24 Sal. 73, 9.


vedere la differenza fra ogni potenza e segni e prodigi di menzogna che avvengono con ogni seduzione di ingiustizia per quelli che si perdono e ogni potenza di segni e prodigi di verità. Quelli che faceva Cristo Gesù, questi erano segni di verità, e prima di lui cio che faceva Mosè era potenza di verità, ma cio che facevano gli egiziani erano segni e prodigi di menzogna e altrettanto cio che dopo Gesù faceva Simon Mago, cosi da ingannare la gente della Samaria e da essere creduto una potenza di Dio: anche questi erano segni e prodigi di menzogna.

4. Quando dunque li condanniamo, noi che licondanniamo diciamo: Davvero i colli erano menzogna cosi come la potenza dei monti . Quindi, poiché noi che proveniamo dalle genti sappiamo che per la caduta di Israele abbiamo raggiunto la via della salvezza 35 mentre essi sono stati cacciati fuori finché entriamo noi in pienezza, e come d’altronde sappiamo che, quando sarà entrata la pienezza delle genti, dopo questo tutto Israele sarà salvato , percio in primo luogo diciamo: Davvero i colli erano menzogna cosi come la potenza dei monti , in secondo luogo diciamo riguardo a Israele che sarà salvato dopo la pienezza delle genti: Tuttavia mediante il Signore Dio nostro si compirà la salvezza di Israele . Poiché abbiamo ricordato una volta il detto


dell’Apostolo che dice come per la caduta di Israele è venuta la salvezza alle genti e che, quando la pienezza delle genti sarà entrata, mentre Israele rimane fuori, dopo l’ingresso della pienezza delle genti, allora tutto Israele sarà salvato, spieghiamo cio che concerne questi luoghi. C’era un Israele salvato. Cadde la moltitudine di Israele, ma per scelta della grazia c’è stato un resto , riguardo al quale resto è detto sotto forma di figura in Elia : Mi sono riservato settemila uomini che non hanno piegato il ginocchio a Baal , e spiegando questo resto l’Apostolo dice: Anche nel tempo presente vi è dunque un resto per scelta della grazia . Vi è dunque almeno un resto di Israele salvato, mentre Israele è stato abbandonato. Se sei capace, trasferiscimi queste due categorie anche su quelli che provengono dalle genti. Non ha detto infatti: Quando tutte le genti saranno salvate, allora tutto Israele sarà salvato, ma: Quando la pienezza delle genti sarà entrata, allora tutto Israele sarà salvato . Non un qualche Israele sarà salvato dopo tutte le genti, ma dopo la pienezza delle genti. Se qualcuno è dunque capace, cosi come ha trovato l’Israele salvato dopo la pienezza delle genti, percorrendo la Parola consideri quando tutti serviranno Dio – secondo le parole di Sofonia – sotto un unico giogo, e dai confini dell’Etiopia porteranno a lui offerte 46, quando come è detto nel salmo 67: l’Etiopia stenderà la sua mano a Dio e il Verbo dà quest’ordine ai re della terra: Cantate al Signore, salmeggiate al Dio di Giacobbe 48.










44 Rom. 11, 21.


5. Noi dunque che proveniamo dalle genti, pentendoci delle menzogne che credevamo verità diciamo di noi stessi: Davvero i colli erano menzogna cosi come la potenza dei monti ; e dell’Israele che sarà salvato dopo di noi diciamo: Ma per mezzo del Signore Dio nostro ci sarà la salvezza della casa di Israele . Poi confessando i peccati nei quali siamo vissuti sia i nostri padri che noi stessi adorando gli idoli, diciamo: La vergogna ha consumato le fatiche dei nostri padri dalla loro giovinezza, le loro pecore e i loro buoi, i loro figli e le loro figlie . La vergogna ha consumato le fatiche dei nostri padri, e il seguito. Se devono essere consumate la onerosa fatica e l’opera menzognera dei padri, deve dunque esserci vergogna, perché senza vergogna non viene consumata la fatica dei nostri padri e il resto. Consideriamo quindi la differenza tra i peccatori. Ci sono dei peccatori che non provano né vergogna né confusione né rossore per i loro peccati. Questi sono quelli divenuti insensibili al dolore e che hanno consegnato se stessi a ogni dissolutezza e ogni impurità . Tu vedi infatti in che modo quelli che provengono dalle genti elencano talora le loro fornicazioni e adulteri come gloriosa memoria senza arrossire nel confessare di aver commesso tali cose, che nemmeno chiamano peccati. Se non ne hanno vergogna, non vengono consumate le loro fatiche, né vengono consumati i loro peccati. Inizio dei beni è che uno si vergogni di cio di cui prima non si vergognava. Percio io non considero una maledizione questa parola dei profeti: Siano confusi e svergognati tutti quelli che odiano Sion . E piuttosto un voto, perché quelli che non sono consapevoli di opere di vergogna, giungano a prenderne coscienza cosi che, avendo provato vergogna, possano consumare le loro fatiche e i loro peccati.



* 6. Ha chiamato pecore e buoi i moti irrazionali dei padri. Non che tutti gli esseri irrazionali siano lodevoli, ve ne sono anzi di biasimevoli come le pecore dei padri che hanno peccato e vi sono esseri irragionevoli che sono lodabili come: Le mie pecore ascoltano la mia voce . Erano pecore anche queste, in paragone alle quali abbiamo una disposizione analoga quando abbiamo il buon pastore nelle nostre anime. Quando infatti il Salvatore dice: Io sono il buon pastore , io non l’intendo soltanto genericamente, come tutti fanno, nel senso che è pastore dei credenti – benché anche questa sia cosa sana e vera – ma anche nella mia anima devo avere dentro di me il Cristo, dentro di me il buon pastore che regola i moti irrazionali che sono in me, cosi che non escano più verso il pascolo come capita, ma questi moti un tempo estranei a lui condotti dal pastore divengano suoi. Per questo dunque, se il pastore è in me, comanda ai miei sensi: non sono più sotto uno spirito estraneo, o sotto Faraone o sotto Nabucodonosor , ma sotto il buon pastore. * 7. La vergogna dunque ha consumato le fatiche dei nostri padri fin dalla loro giovinezza, le loro pecore e i loro buoi . C’è qualcosa in noi che ci coltiva: o ci coltiva male


– se si puo dire male nel caso di un coltivatore – o cicoltiva bene. Se coltiva male, è la fatica dei padri consunta dalla loro vergogna; se invece coltiva bene, non c’è fatica dei padri. Ma il bue è tra quegli animali dai quali sono offerti i primogeniti sull’altare di Dio .

I loro figli e le loro figlie , dicono questi. Ma chi sono questi loro se non i padri i cui figli e figlie sono consunti dalla loro vergogna? Spesso abbiamo detto dei


frutti dell’anima che i pensieri sono i figli mentre le opere e le azioni corporali sono le figlie. Poiché ci sono dei pensieri malvagi 60 concepiti da coloro che provengono dalle genti e ci sono pure opere malvagie, per questo figli e figlie sono consunti da coloro che li hanno generati quando li coglie la vergogna dei loro peccati. Quanto a noi, non generiamo figli e figlie che debbano essere consumati dalla vergogna!

8. Dopo tali cose quelli che confessano dicono: Noi giacciamo nella nostra vergogna, e dopo questo dicono: e ci ha ricoperto la nostra ignominia . Quanto alla copertura di un velo, spesso abbiamo parlato di un velo che giace sul volto di quelli che non si volgono al Signore . A causa di questo velo, quando viene letto Mosè il peccatore non lo comprende, poiché un velo giace sul suo cuore . A causa di questo velo, quando viene letto l’Antico Testamento chi ascolta non comprenderà mai. A causa di questo velo lo stesso Evangelo resta velato per quelli che si perdono . Potremmo quindi dire riguardo al velo che la vergogna è il velo, poiché, fino a che abbiamo le opere della vergogna , è chiaro che abbiamo il velo secondo quanto è scritto nel salmo quarantatreesimo: E la vergogna del mio volto mi ha coperto di un velo . Ho già detto che chi non ha le opere della vergogna non ha il velo; tale era Paolo che diceva: Noi tutti a viso svelato contempliamo come in uno specchio la gloria del Signore . Paolo

dunque ha il viso svelato, poiché non ha opere di vergogna; chi non è come Paolo ha il viso velato. Come dunque è detto nel salmo quarantatré: La vergogna del mio volto mi ha coperto di un velo , analogamente è detto qui: Ci ha coperti – dice – di un velo il nostro disonore . Quando compiamo opere di disonore, abbiamo un velo sul nostro cuore. Se vogliamo deporre il velo proveniente dal disonore, protendiamoci alle opere dell’onore e consideriamo la parola detta dal Salvatore: Affinché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre , consideriamo anche la parola detta dall’Apostolo: Con la trasgressione della legge disonori Dio . Il giusto onora il Figlio come onora il Padre . Il disonore, con il quale disonoro il Figlio, questo disonore con cui disonoro il Padre assieme al Figlio, diventa il velo sul mio volto, percio dico: Il disonore ci ha coperti di un velo . Comprendendo percio cos’è il velo che è posto dalle opere della vergogna, dalle azioni del disonore, togliamo il velo. Togliere il velo è in nostro potere e di nessun altro: Quando Mosè si volgeva al Signore, toglieva il velo 75. Vedi che Mosè talora è preso perfino come la figura del popolo? Quando non si volgeva al Signore essendo simbolo del popolo che non si volge al Signore, aveva un velo posto sul suo volto; quando si volgeva al Signore, divenendo simbolo di quelli che si volgono al Signore, allora toglieva il velo ; e non è che Dio gli comandasse: Mettiti il velo – poiché il Signore non ha detto a Mosè: Mettiti il velo – ma Mosè, vedendo che il popolo non poteva vedere la sua gloria, allora si poneva il velo sul



Origene fa un gioco di parole usando termini biblici: ribelle e patti : ajsuvnJeto¦ e sunJhvkh.

volto e non aspettava che Dio gli dicesse: Togliti il velo, quando si volgeva al Signore .
* 9. Questo dunque è stato scritto perché anche tu,che ti poni il velo sul volto mediante le opere del disonore e della vergogna, ti adoperi tu stesso anche a toglierti il velo; se ti volgi al Signore, allora tu togli il velo e non dirai più: Ci ha coperti di un velo il nostro disonore . Per esempio, l’ira contro qualcuno posta sulla nostra anima, stende un velo sul nostro volto; se vogliamo percio dire pregando: E stata impressa su di noi la luce del tuo volto, Signore , togliamo il velo e mettiamo in pratica la parola dell’Apostolo: Voglio dunque che gli uomini preghino in ogni luogo alzando mani pure senza ira e discussioni . Se togliamo l’ira, togliamo il velo, e cosi per tutte le passioni; ma finché esse sono nella nostra mente, nel nostro pensiero, il velo e il disonore poggiano sul nostro volto interiore, sulla parte dominante del nostro spirito, cosi che noi non vediamo brillare la gloria di Dio. Non che sia Dio a nasconderci la sua gloria, ma siamo noi a porre sulla parte dominante del nostro spirito il velo che proviene dalla malvagità. * 10. Poiché davanti al nostro Dio abbiamo peccato noi e i nostri padri . Magari dicessimo anche noi, come questi che il profeta presenta: Abbiamo peccato. Dire: Abbiamo peccato, non è la stessa cosa che dire: «Pecchiamo»; colui infatti che è ancora nel peccato non dica: Abbiamo peccato; ma colui che ha peccato in precedenza e che si è veramente pentito dica: Abbiamo peccato, cosi come nel libro di Daniele è scritta la confessione di quelli che senza più peccare dicono: Abbiamo peccato, abbiamo trasgredito la legge ; e nei salmi: Non ricordare le nostre trasgressioni antiche 84,



glorioso, è caro alla letteratura patristica ed esplode in alcuni testi

dice il profeta. Confessiamo dunque anche noi i peccati: magari fossero non di ieri né dell’altro ieri, ma potessimo davvero confessare i peccati commessi quindici anni fa senza avere più commesso peccati dopo quelli, per quindici anni. Se abbiamo peccato ieri, non siamo ancora degni di fiducia quando confessiamo i nostri peccati e questi nostri peccati non hanno spazio per essere cancellati.

Poiché abbiamo peccato, noi e i nostri padri, dalla nostra giovinezza fino ad oggi ; la frase iniziale ci insegni il modo migliore della confessione, quanto segue è l’accusa di chi pecca da molto tempo: dalla giovinezza

– dice – fino ad oggi e non abbiamo obbedito alla voce del Signore nostro Dio . Abbiamo peccato e non abbiamo obbedito fino ad oggi. In seguito, quando hanno cominciato a convertirsi, ad avere un principio di conversione, dicono: Abbiamo peccato e non abbiamo obbedito. Insieme alla volontà di obbedire non viene per noi subito l’obbedire effettivamente: come per la guarigione delle ferite è necessario del tempo, cosi anche per la conversione è necessario, per convertirsi perfettamente e puramente a Dio.

11. Oltre a questo, riguardo a Israele dice Dio: Se Israele si converte a me – dice il Signore – allora si convertirà ; se cioè si convertirà perfettamente, allora si convertirà davvero, come se cominciasse a convertirsi (realmente). E poi dice: Se toglierà dalla sua bocca le sue abominazioni e se avrà timore davanti al mio volto e se giurerà: Vive il Signore! con verità, giudizio e giustizia, allora le genti in lui benediranno (Dio) 88. Se fanno tutto questo, le genti in lui benediranno (Dio). Ma quali cose devono fare, perché le genti benedicano (Dio) in lui? Se toglie le sue abominazioni dalla sua bocca . E cosa


significa togliere le abominazioni dalla bocca? Tutto cio che diciamo di male sono abominazioni nella nostra bocca. Togliamo dunque le abominazioni dalla nostra bocca eliminando maldicenze, parole vane, parole oziose , cose che ci renderanno oggetto di accusa nel giorno del giudizio, poiché dalle tue parole sarai giustificato e dalle tue parole sarai condannato . Se dunque vogliamo che ci investa la parola: Allora le genti benediranno (Dio) in lui e in lui loderanno Dio in Gerusalemme, facciamo le cose dette all’inizio: quale per prima? Togliere le abominazioni dalla nostra bocca. Seguono poi le parole: Se avrà timore davanti al mio volto 92; facciamo questo come seconda opera, ma non limitiamoci al semplice timore, poiché puo esserci un timore che non nasce davanti al volto di Dio; quelli infatti che hanno il timore senza scienza , poiché si propongono di temere, non hanno un timore che nasce davanti al volto di Dio. Quanti invece hanno il timore con scienza, perché sempre vedono e si rappresentano il volto di Dio rivolto contro chi fa il male, per sterminare dalla terra il loro ricordo , questi sono quelli che temono davanti al volto di Dio.

12. Se toglierà le abominazioni dalla sua bocca e se avrà timore davanti al mio volto e giurerà: Vive il Signore! con verità, giudizio e giustizia . Noi che giuriamo, guardiamo noi stessi, in che modo giuriamo, non con giudizio ma senza giudizio, cosi che i nostri giuramenti si fanno più per abitudine che per giudizio. Il fatto è che ci lasciamo trasportare, e rimproverando questo il Verbo dice: Anche se giura: Vive il Signore, con verità, giudizio e giustizia. Sappiamo che nel Vangelo è detto dal Signore ai suoi discepoli: Ma io vi dico di non giurare affatto .

74

Consideriamo anche questa parola e, se Dio lo concederà, le due frasi si collegheranno mutualmente. Forse bisogna dapprima giurare con verità, giudizio e giustizia, affinché, progrediti dopo questo, si divenga degni di non giurare affatto ma di avere un si che non ha bisogno di testimoni per dire che le cose sono cosi, e avere un no che non ha bisogno di testimoni per dire che questo è veramente no 96.

E se giura – dunque –: Vive il Signore, con verità . In chi giura innanzitutto cerco che non ci sia la menzogna ma il vero, cosi che giuri con verità – miseri noi che spergiuriamo! –; ma sia pure con verità, nemmeno cosi è un giuramento fatto bene se non è con giudizio; poniamo che io giuri per abitudine, non giuro con giudizio. Se per un tale giuramento si deve prendere a testimone il Dio dell’universo e il suo Cristo su questa faccenda, quale dev’essere la faccenda per piegare le ginocchia e giurare! Per ovviare all’incredulità presente in alcuni alle mie parole, lo potrei fare eventualmente; ma se è cosi come capita, giurando in tal modo peccherei.

Dunque, se giura: Vive il Signore, con verità e con giudizio, non senza giudizio, e con giustizia, non ingiustamente, allora le genti benediranno (Dio) in lui . Ha unito le due realtà, quelli dalle genti e Israele, ha parlato delle genti, ha parlato anche di Israele.

13. E aggiunge: Allora le genti benediranno (Dio) in lui e in lui loderanno Dio in Gerusalemme. Poiché questo dice il Signore agli uomini di Giuda e agli abitanti di Gerusalemme : ha parlato a quelli che provengono dalle genti, ha parlato anche a quelli di Israele, parla a quelli di Giuda. Mi ricordo delle allegorie dette prima riguardo a Giuda e agli abitanti di Gerusalemme; noi infatti abitiamo,





80 Ger. 3, 9.


se Dio lo concede, in Gerusalemme. Poiché, dov’è il tesoro, là è anche il cuore 101, se accumuliamo ricchezze in cielo e abbiamo il cuore nella Gerusalemme dell’alto, della quale l’Apostolo dice: La Gerusalemme dell’alto è libera, lei che è nostra madre, come è scritto

e il seguito.

Questo dunque dice il Signore agli uomini di Giuda e agli abitanti di Gerusalemme: Fatevi dei campi nuovi e non seminate sulle spine . Questa parola è detta soprattutto a quelli che insegnano, perché non affidino agli ascoltatori le parole della Scrittura prima di aver fatto dei campi nuovi nelle loro anime. Poiché quando, messa mano all’aratro , fanno dei campi nuovi nelle anime ed essi ascoltano come la terra bella e buona , se seminano non seminano sulle spine . Se invece, prima dell’aratro e del fare campi nuovi nell’apice dell’anima degli ascoltatori, uno prende i semi santi, la dottrina sul Padre, quella sul Figlio, quella sullo Spirito santo, la dottrina sulla risurrezione, la dottrina sul castigo, la dottrina sul riposo eterno, quella sulla legge, quella sui profeti, e, in breve, su ciascun punto della Scrittura e semina, trasgredisce il comando che dice in primo luogo: Fatevi dei campi nuovi, e in secondo: Non seminate sulle spine .

Ma dirà uno degli ascoltatori: Io non insegno, io non soggiaccio a questo comando. Ma tu sii coltivatore di te stesso e non seminare sulle spine, fammi invece un campo nuovo del terreno che ti ha affidato il Dio di tutte le


cose . Considera questo terreno, vedi dove sono le spine, dove le sollecitudini mondane, l’inganno della ricchezza e l’amore del piacere ; e considerando le spine che sono nella tua anima, cerca l’aratro spirituale del quale Gesù dice: Nessuno che messa mano all’aratro si volge indietro, è adatto al regno di Dio ; se l’hai cercato e trovato , dopo aver raccolti come buoi, a partire dalle Scritture, gli operai puri, ara e rinnova la terra e perché non sia più vecchia rendila nuova, spogliandovi dell’uomo vecchio con le sue azioni e rivestendovi del nuovo che viene rinnovato per la conoscenza . Ti farai un campo nuovo, e se farai un campo nuovo, prendi semi da quelli che insegnano, prendi semi dalla legge, prendine dai profeti, dagli scritti evangelici, dalle parole apostoliche, e presi questi semi semina la tua anima mediante il ricordo e la meditazione . Queste cose sembreranno germogliare da sé , ma in realtà non è che germoglieranno per il fatto che tu ti ricordi di loro, bensi è Dio che le farà crescere: Io ho piantato, Apollo ha irrigato, ma è Dio che ha fatto crescere . Se qualcuno comunque ha potuto comprendere le Scritture, questi ha fatto un campo nuovo e avendo fatto un campo nuovo non ha seminato in mezzo alle spine. E stabilito dalla dispensazione di Dio che questi semi non diventino istantaneamente spighe, ma, come nel Vangelo secondo Marco, che siano prima erba, poi spiga ; quindi (il campo) è pronto per la mietitura . Quando sarà pronto per la mietitura, verranno coloro che




88 Gv. 10, 16.


sono inviati a mietere ; quando sarà pronto per la mietitura, verranno coloro ai quali il Verbo dice: Alzate i vostri occhi e guardate i campi, che sono già bianchi per la mietitura .

Dice a noi dunque: Fatevi dei campi nuovi e non seminate sulle spine . Se prima di aver purificato la tua anima, mentre hai ancora delle spine ti accosti a colui che puo insegnare o è reputato tale o si proclama tale, e chiedi dottrine e semi spirituali, trasgredisci il comando che dice: Non seminate sulle spine.

14. Quindi il testo dice: Fatevi circoncidere per il vostro Dio e circoncidete il prepuzio del vostro cuore . Fatevi circoncidere per il vostro Dio: era necessario aggiungere: Fatevi circoncidere per il vostro Dio, lo comprenderai dall’esempio della realtà materiale. Si fanno circoncidere, intendo corporalmente, non solo quelli della circoncisione secondo la legge di Mosè, ma anche molti altri. I sacerdoti (che servono) gli idoli degli egiziani si fanno si circoncidere, ma quella circoncisione è una circoncisione per gli idoli, non è una circoncisione fatta per Dio, mentre quella dei giudei forse, almeno allora, era fatta per Dio. Se dunque dice il Verbo: Fatevi circoncidere per il vostro Dio, dopo aver compreso il senso letterale passa anche a quello tropologico , per trovare come, tra i circoncisi secondo questo senso – tanto che qualcuno di loro potrebbe dire: Noi siamo la circoncisione 125 – gli uni sono circoncisi per Dio, gli altri sono circoncisi si ma non per Dio. Vi sono poi anche altre dottrine oltre alla dottrina della verità, oltre alla dottrina della Chiesa: i filosofi sono circoncisi nei costumi e nel cuore, praticano cioè la sobrietà; gli eretici sono sobri e


contesto. Vedi IV, 1, 37-39, nota 9, p. 58.

hanno una circoncisione, circoncisione si ma non per Dio: presso di loro la circoncisione avviene sulla base di una dottrina menzognera . Ma quando partecipi alla comunione ecclesiale secondo la regola della Chiesa, secondo il tenore della sana dottrina 127, non solo sei stato circonciso ma sei stato circonciso per Dio.

Fatevi circoncidere dunque per il vostro Dio e circoncidete il prepuzio del vostro cuore . Chi passa sopra queste parole come se non fossero chiare? Vi è dunque un prepuzio del cuore e bisogna circonciderlo. Chi è acuto nel ragionare, indagando su questo tema troverà quanto segue: il prepuzio è congenito, la circoncisione è aggiunta e cio che è venuto dalla nascita, questo è soppresso dalla circoncisione. Pertanto, se la Parola ordina di sopprimere il prepuzio del cuore, bisogna che ci sia qualcosa di congenito al cuore, chiamato prepuzio, che deve essere tolto perché si sia circoncisi del prepuzio del cuore. Se si considera la parola: eravamo per natura figli d’ira come gli altri 129, se si considera il corpo dell’umiliazione nel quale siamo stati generati, se si considera che nessuno è puro da macchia, neanche se la sua vita fosse di un sol giorno, mentre innumeri sono i suoi mesi , si vedrà in che modo siamo stati generati con impurità e prepuzio del nostro cuore.

15. Ma per fare un esempio più semplice che possacondurvi a vedere il prepuzio del cuore , vi mostrero che nella prima età a fortiori nascono nell’anima opinioni erronee, perché non è possibile che dall’inizio l’uomo riceva dottrine vere e pure. Ma il Verbo divino ha previsto che ci fosse una storia e una Scrittura da prendersi prima






secondo la lettera, per nutrire il figlio nato ad Abramo secondo la carne prima con le parole secondo la carne e perché nascesse prima il figlio della schiava e potesse dopo di lui nascere quello della libera , il figlio della promessa . Se si comprende perché è stato preso questo esempio, si puo comprendere cos’è il prepuzio del cuore che precede la circoncisione.

Bisogna dunque che noi riceviamo la Parola che purifica le dottrine e sopprime tutto cio che è nato in noi per falsa opinione. Questo è togliere il prepuzio del nostro cuore. Se infatti in noi è il cuore a contenere il principio fondamentale in cui risiedono i concetti, donde escono i pensieri malvagi , colui che sopprime i pensieri malvagi sopprime il prepuzio del cuore, colui che depone le false opinioni ha circonciso il prepuzio del suo cuore e diviene uomo di Giuda e abitante di Gerusalemme , circonciso in modo puro. Ma se uno non depone il prepuzio del suo cuore, vediamo di cosa lo minaccia il Verbo: Che non esca

– dice – come fuoco il mio furore e arda e non ci sia chi lo spenga 136. Esce dunque come fuoco il furore del Signore su quelli che non sono circoncisi per Dio, su quelli che non hanno deposto il prepuzio del loro cuore, e non ci sarà chi lo spenga davanti alla malvagità delle loro azioni . Quel fuoco è alimentato dalla malvagità delle nostre azioni; dove non c’è la malvagità delle azioni il fuoco non trova il suo pascolo. Materia di quel fuoco è dunque la malvagità delle azioni, come puoi udire dal profeta che dice: Non ci sarà chi lo spenga davanti alla malvagità delle vostre azioni.

Annunciate in Giuda e sia udito in Gerusalemme; dite, suonate la tromba sulla terra e gridate a gran voce . Cio che è annunciato – dice – ditelo in Giuda, a





16 Deut. 32, 8s.


quelli della tribù di Giuda, cioè il Cristo, poiché è noto che da Giuda è sorto il nostro Salvatore .

16. Suonate la tromba sulla terra. La Parola sublime, che risveglia l’ascoltatore, che lo prepara alla guerra contro le passioni, alla guerra contro le forze avverse , che lo prepara alle feste celesti – è detto infatti di suonare nell’uno e nell’altro caso – questa parola è considerata come una tromba. Nei Numeri tale parola è una tromba: quando ad es. la Parola dà ordini a me e a qualcun altro – poiché è data a chi la vuole e a chi cerca l’intelligenza delle Scritture – ordina di fare trombe d’argento battuto . Cosi dice la Parola: Suonate la tromba sulla terra e gridate a gran voce. Dite: Radunatevi ed entriamo nelle città fortificate . La Parola di Dio non vuole che noi entriamo in una città non fortificata, bensi in una fortificata. La Chiesa del Dio vivente è fortificata dalla verità del Verbo; poiché è lui il muro. Troviamo infatti nel salmo 17 che Dio è anche muro .

Prendete su e fuggite a Sion, quanti siete fuori di Sion, prendete su e fuggite a Sion, affrettatevi, non indugiate ; voi che siete in vantaggio affrettatevi verso l’Osservatorio , poiché io faccio venire dal settentrione mali e distruzione grande 149. Mentre questi mali arrivano dal settentrione – essendo il settentrione l’Avversario, come è stato detto spesso – chiunque è trovato a non


affrettarsi e a non entrare nelle città fortificate , non presente nelle chiese di Dio 151, ma fermo fuori, questi sarà afferrato dai nemici ed ucciso. Ma chi è il nemico? Vediamo da quel che segue in che modo è detto: E salito un leone dalla sua tana, si è levato per distruggere le genti . Ecco il nemico che dobbiamo fuggire. Un leone ci insegue, chi è? Pietro ce lo spiega dicendo: Il vostro avversario, il diavolo, come leone ruggente si aggira cercando chi divorare: resistetegli saldi nella fede ; e secondo il salmo nono: Si apposta in un nascondiglio, si apposta come un leone nella sua tana , e si apposta questo leone non di giorno ma quando viene la notte, perché secondo il salmo 103: Hai posto le tenebre e fu notte, in essa si aggireranno tutte le fiere della foresta, i leoncelli ruggenti per far preda e cercare da Dio il loro cibo .

17. E salito dunque un leone dalla sua tana 156. Dove? Quando? E in basso, caduto, è disceso nelle profondità della terra : è salito un leone dalla sua tana. Sei un uomo, sei più in alto del diavolo perché sei meglio di lui chiunque tu sia: quello, a causa della sua malvagità, è in basso.

E salito dunque un leone dalla sua tana, si è levato per distruggere le genti . Salito dalla sua tana, luogo appropriato al suo castigo, si è levato per distruggere le genti. E uscito dal suo luogo per ridurre la terra a un deserto . Vuole entrare nella tua terra, della quale poco fa parlavamo , vuole pascersi di ciascuno di noi. Viene dunque per ridurre la tua terra a un deserto , per


calpestare i semi, il leone, per rendere deserta la tua terra, e le tue città saranno demolite, cosi da non essere abitate; per questo cingete il cilicio . Poiché dunque è salito il leone e ti minaccia il leone e vuole far sparire la terra, cingi il cilicio, piangi e fa’ lutto , invoca Dio con preghiere, affinché stermini lontano da te questo leone e tu non gli cada in bocca. Poiché, come, quando il pastore strappa dalla bocca del leone due gambe o il lobo di un orecchio , cosi il leone cerca di prenderti per le orecchie, tanto che, gettandoti per la tua curiosità parole mendaci, ti trascina fuori della verità; vuole strappare i tuoi piedi dalla verità e divorarti. Ma tu cingi i cilici, battiti il petto e piangi e lancia il grido di guerra vedendo il nemico che incalza, perché il furore dell’ira del Signore sia distolto da te e una volta distolto il furore, pervenuto alla assenza di sollecitudini tu possa, al riparo dagli assalti del leone, entrare nella città fortificata 166 e glorificare il Dio che ti libera in Cristo Gesù, a cui è la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen .


discorso escatologico del Vangelo di Marco:





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OMELIA VI

SUL: «SIGNORE, I TUOI OCCHI SULLA FEDE» FINO A: «ANDRÒ DAGLI UOMINI FORTI E PARLERÒ LORO»

1. Signore – dice – i tuoi occhi sulla fede . Come gli occhi del Signore sui giusti , poiché li allontana dagli ingiusti, cosi gli occhi del Signore sulla fede , poiché li allontana dalla incredulità: bene percio è stato detto da uno che comprendeva cio che diceva nella preghiera: Signore, i tuoi occhi sulla fede .

In questo luogo dunque è scritto cosi: Signore, i tuoi occhi sulla fede; ma poiché, se l’uomo sapiente ode una parola saggia, la loderà e ad essa aggiungerà (qualcosa) , guarda quante cose si possono ricavare dal: Signore, i tuoi occhi sulla fede. Dice Paolo: Ma ora rimangono queste tre realtà, fede, speranza, amore, e di queste la più grande è l’amore . Come gli occhi del Signore sulla fede, cosi gli occhi del Signore sulla speranza, gli occhi del Signore sull’amore. E poiché c’è uno Spirito di potenza e di amore e di moderazione , come gli occhi del Signore sull’amore, cosi gli occhi del Signore sulla potenza, cosi gli occhi del Signore sulla moderazione, gli occhi del Signore sulla giustizia ; in breve, su tutte le virtù gli occhi del Signore. Se

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vuoi dunque anche tu che i raggi degli occhi spirituali di Dio giungano su di te, assumi la virtù e come il: Signore, i tuoi occhi sulla fede, cosi sarà: Signore, i tuoi occhi su ciascuno dei beni che avrai acquisito. E se tu sarai tale che gli occhi del Signore risplendano per te, dirai: E stata impressa su di noi la luce del tuo volto, Signore .

2. Vediamo poi cio che è detto riguardo ai peccatori:Li hai flagellati e non ne hanno sofferto . I flagelli sensibili di questo mondo, inflitti ai corpi viventi, sia che i flagellati vogliano sia che non vogliano, producono loro dolore; ma i flagelli di Dio sono tali che a certuni dei flagellati fanno male e ad altri dei flagellati non fanno male. Vediamo se riusciamo a spiegare che cosa significa soffrire per i flagelli di Dio e cosa significa il non soffrire: infelici quelli che non soffrono per i flagelli di Dio, beati invece quelli che soffrono per i flagelli di Dio . Dice la Sapienza: Chi applicherà al mio pensiero flagelli e alle mie labbra un sigillo, perché non mi risparmino per i miei errori e i miei peccati non mi portino alla perdizione? . Fa’ attenzione alle parole: Chi applicherà al mio pensiero flagelli? Ci sono dunque flagelli che flagellano il pensiero . Sono i flagelli di Dio a flagellare il pensiero, perché il Verbo, congiungendosi all’anima e portandola alla consapevolezza dei suoi peccati, la flagella: flagella il beato, che soffre sotto i flagelli perché cio che gli viene detto lo penetra a fondo e non scaccia da sé con disprezzo colui che l’accusa. Ma se qualcuno è trovato ,


rappresentazione del demonio o immagine delle anime sottomesse a lui (vedi VeD I, nota 13, p. 218).

per cosi dire, insensibile, sarà detto di lui: Tu li hai flagellati e non ne hanno sofferto. Metti che la medesima parola di accusa venga pronunciata per penetrare nella mente di chi ha la coscienza macchiata da qualche peccato: se qualcuno degli ascoltatori soffre per questa parola al punto che si possa dire di lui: Hai visto come quel tale è rimasto compunto , mentre un altro degli ascoltatori non soffre ma rimane insensibile a chi lo accusa, certamente è a proposito di quello insensibile che si dirà: Tu li hai flagellati e non ne hanno sofferto.

Questa è una prima spiegazione sul non ne hanno sofferto o «ne hanno sofferto»: vediamo se ne abbiamo anche un’altra. Accade talora nei corpi la necrosi e l’inaridimento di alcune membra e spesso fra le membra necrotizzate e quelle vive la differenza nel patire è tale che, se si applica al membro vivo qualcosa che puo procurare dolore, la persona a cui si applica cio che provoca dolore soffre; se invece si applica al membro insensibile cio che provoca dolore, la persona in questione non sente, perché questo membro è in stato di necrosi. Trasferisci all’anima cio che hai visto adesso sul corpo e vedi che anche un’anima puo essere morta nelle sue membra tanto da non sentire i flagelli per forti che possano essere. Vengono inflitti dei colpi orrendi, ma quell’anima orrenda non li sentirà, mentre un’altra li sentirà. E forse colui che non sente le sofferenze che gli sono inflitte soffre in un certo senso più di non sentire che se sentisse: egli si augurerebbe piuttosto di soffrire quando gli si infliggono sofferenze perché questo sarebbe un segno che egli vive, mentre è molto contrariato di non sentire le sofferenze. E come questo avviene per i corpi, cosi ritengo che la parola: Vorrebbero divenire preda del fuoco! si debba chiarire cosi: come il fuoco applicato a uno che non sente il bruciore, cosi quegli uomini, comprendendo la differenza fra quelli che non sentono il


dolore e quelli che lo sentono, vorrebbero sentire il fuoco piuttosto che non sentirlo . E quando si avvicina quel fuoco riservato ai peccatori, uno si augurerebbe di sentirlo piuttosto che di non sentirlo .

Questo sul versetto: Tu li hai flagellati e non ne hanno sofferto. Li hai condotti all’estremo ma non hanno voluto accogliere la correzione . Quando il Dio che provvede all’universo compie la sua opera purificatrice per la salvezza di un’anima, per quanto sta in lui la porta fino in fondo. Comprenderai la parola: Li hai condotti all’estremo ma non hanno voluto accogliere la correzione, dall’esempio di uno che trasmette la scienza e di uno che non la vuole ricevere da colui che gliela trasmette. Faccia pure il maestro tutto quanto sta in lui e compia tutto per la trasmissione della scienza, ma continui quell’altro a non accogliere cio che gli viene detto. Di costui potrei dire al maestro: L’hai portato fino in fondo ma non ha voluto accogliere la correzione. Se dunque cio che ci viene dalla Provvidenza è tutto per noi, affinché siamo condotti fino in fondo e perfezionati, ma noi non accogliamo i doni della Provvidenza che ci attira alla perfezione, colui che comprende potrebbe dire a Dio: Signore, tu li hai condotti fino in fondo ma non hanno voluto accogliere la disciplina.

3. Hanno indurito i loro volti più della roccia . Anche questo lo comprenderai da esempi più materiali. Tra i peccatori, alcuni, udendo parole di accusa contro il loro peccato, arrossiscono, sprofondano e cedono toccati dalla parola di accusa; ma altri sono tali da non arrossire, da non aver vergogna di cio di cui sono accusati, dei peccati che hanno commesso. Potresti percio dire di


coloro che non si vergognano: Hanno indurito i loro volti più della roccia. Se hai compreso questo nell’ordine corporale, passami mentalmente all’anima comprendendo cos’è il volto di cui è detto: Allora faccia a faccia e considera un’anima dura, come era indurito il cuore del Faraone cosi da resistere ostinatamente agli ammonimenti e da rigettare in qualche modo quanto gli veniva detto senza lasciarsi conformare ad essi. Troverai allora che li si adatta la parola: Hanno indurito i loro volti più della roccia.

E non hanno voluto ritornare, allora io ho detto: Forse sono poveri, poiché non hanno voluto conoscere la via del Signore e il giudizio di Dio: andro dagli uomini forti e parlero loro . Comprendendo queste cose riguardo a quelli che non volevano essere corretti e non capivano i flagelli di Dio, riflettendo sulla causa di tutto cio Geremia dice: Povera è la loro anima.

E io ho detto: Forse sono poveri, poiché hanno perso le forze, poiché non hanno conosciuto la via del Signore e il giudizio di Dio. Andro dagli uomini forti e parlero loro . Quelli che sono forti nelle anime sono oggetto di lode. E infatti presso i greci viene nominata spesso la forza e la grandezza dell’anima razionale . Cosi, quando uno si lancia in grandi azioni e ha progetti degni di rilievo e considera sempre cosa bisogna fare per vivere secondo la retta ragione, senza voler nemmeno vedere alcunché di basso e di piccolo, un tale uomo ha nell’anima la fortezza e la grandezza. Ma quegli altri, i primi che la Parola ha biasimato, siccome erano poveri non hanno ascoltato – dice il profeta – per questo non hanno udito, poiché sono poveri: andro dagli uomini forti e parlero loro; e se è vero che dà beatitudine parlare alle orecchie di gente che ascolta , dà pure beatitudine incontrare un ascoltatore forte e grande .





Percio, dopo aver detto in questo modo tali cose, sapendo che per quelli che parlano il danno è molto minore che per quelli che ascoltano se questi non accolgono le ammonizioni, vedendo anche che (Geremia) accusa di povertà il loro spirito e i loro pensieri, invochiamo di ricevere da Dio, mentre la Parola crescerà in noi , forza e grandezza in Cristo Gesù per poter udire le parole sacre e sante. A lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen .

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OMELIA VII


SULLA PAROLA: «E AVVERRÀ IN QUEI GIORNI - DICE IL SIGNORE TUO DIO - NON VI COLPIRÒ SINO ALLA FINE», FINO A: «COSÌ SERVIRETE A STRANIERI IN UNA TERRA NON VOSTRA »

1. Il Dio che giudica a poco a poco coloro che castiga, dà spazio alla penitenza e non castigando in modo simultaneo al peccato infligge al peccatore il compimento del castigo; percio castiga giudicando a poco a poco, cosa di cui abbiamo l’esempio nel Levitico: nelle maledizioni contro quelli che trasgrediscono la legge è scritto dopo i primi castighi: E sarà, se dopo queste cose non vi convertirete, dice il Signore, anch’io aggiungero contro di voi sette piaghe ; e di nuovo espone un altro castigo: E sarà, se dopo queste cose non vi convertirete, ma camminerete verso di me in modo tortuoso, anch’io camminero accanto a voi con animo tortuoso . Costaterai allora che Dio misura i castighi con parsimonia, poiché vuole condurre il peccatore alla conversione, invece di farglieli pagare tutti in una volta.

Quanto dunque al testo, sono queste le cose accadute al popolo; e minacciandoli di quanto avrebbero sofferto dopo di esse, il Verbo dice: E sarà in quei giorni, dice il Signore tuo Dio, non vi colpiro sino alla fine . Forse che queste parole investono soprattutto anche i




63 2 Cor. 3, 15.


castighi futuri ? Se no, chi puo passi dagli eventi della vita del popolo anche a quelli; io potrei dire infatti con convinzione che, come quel popolo rendeva culto all’immagine e all’ombra delle realtà celesti , cosi fu castigato per i suoi peccati a immagine e ombra dei veri castighi, cosi che ogni castigo del popolo scritto nella Legge e nei Profeti contiene l’ombra di veri castighi.

Se dunque per loro non è venuto il compimento al tempo dei loro peccati ma avverrà un giorno alla fine, vi sarà forse cosi un castigo sui peccatori anche dopo l’esodo . Ma il compimento su Gerusalemme avviene con la deportazione sotto Nabucodonosor. Qualcuno pero potrebbe dire che il compimento non fu né allora né all’epoca dei Maccabei, ma per il popolo il compimento sarà alla parusia del mio Signore Gesù Cristo: finché infatti il Salvatore non diceva loro: Ecco, vi è lasciata deserta la vostra casa , non veniva lasciata deserta; ma quando pianse su Gerusalemme dicendo: Gerusalemme Gerusalemme, che uccide i profeti e lapida quelli che le sono inviati, quante volte avrei voluto radunare i tuoi figli come una gallina raduna la nidiata sotto le sue ali, ma non avete voluto! Ecco, la vostra casa vi è lasciata deserta , la casa è stata lasciata deserta, Gerusalemme è stata circondata da eserciti , poiché è stata lasciata deserta la casa e si è avvicinata la sua devastazione . Quindi, dopo la caduta di costoro, è venuta la salvezza per noi, le genti .

2. Quelli dunque venivano castigati, ma il


compimento non li raggiunse fino all’avvento del mio Signore Gesù. Ma io cerco di vedere se mai ci siano tali cose anche per noi e se ci sono castighi tali che certi uomini non fanno esperienza dei secondi castighi ma per loro sono sufficienti i primi, mentre altri arrivano ai secondi e addirittura ai terzi, altri ancora giungono fino ai quarti. La parola: aggiungero sette piaghe manifesta un qualche mistero di una prima piaga che si è verificata, poi una seconda, quindi una terza fino alle sopraddette sette piaghe per alcuni: poiché non tutti sono colpiti da sette piaghe, ma penso che alcuni saranno colpiti da sei piaghe, altri da cinque, altri da quattro, altri da tre o due, e quelli che avranno bisogno di castighi meno di tutti credo che saranno colpiti da una piaga sola.

Dio sa dunque anche cio che riguarda le piaghe, percio è scritto qui all’inizio della lettura: E sarà in quei giorni – quelli relativi alle cose dette –, non faro di voi il compimento : no, non ci sarà in quei giorni compimento, poiché ci saranno giorni in cui porterà al compimento quelli che porterà.

3. E avverrà: quando direte: Perché il Signore Dio ha fatto a noi tutti questi mali?, tu allora dirai loro: Poiché mi avete abbandonato e avete servito ad altri dèi sulla vostra terra, cosi li servirete in una terra non vostra . Si comprenda il senso letterale e per il momento sarà sufficiente dalla lettera prospettarne il ricordo a quelli che possono ascoltare. I figli di Israele dunque avevano la terra santa, il tempio, la casa della preghiera . Dovevano rendere culto a Dio, ma, trasgredendo i comandamenti divini, oltre che servire agli idoli accoglievano gli idoli di Damasco, come è scritto nei libri dei Re 18 e altri idoli delle genti facevano salire nella terra santa. Per avere accolto gli idoli delle genti si resero




72 Rom. 2, 23.


degni di essere rigettati nella terra degli idoli, di scendere là dove si adoravano gli idoli.

Dice dunque loro il Verbo secondo la lettera: Poiché mi avete abbandonato e avete servito dèi estranei nella vostra terra, cosi servirete a dèi estranei in una terra non vostra . Ognuno che di qualche cosa si fa un dio, serve a dèi estranei. Tu divinizzi i cibi e le bevande? Tuo dio è il ventre . Tu stimi come un grande bene il denaro e la ricchezza di quaggiù? Tuo dio e signore è Mammona, poiché Gesù l’ha chiamato signore di chi ama il denaro dicendo: Non potete servire a Dio e a Mammona, nessuno puo servire a due signori . Colui dunque che stima il denaro e ammira la ricchezza e la ritiene un bene e accoglie i ricchi come dèi mentre disprezza i poveri come privi di un loro dio, questi divinizza il denaro. Se capita che nella terra di Dio, cioè la Chiesa, qualcuno adori dèi estranei divinizzando cio che non è degno di esserlo, sia cacciato in una terra estranea e adori pure gli dèi che adorava quando era dentro. Stia fuori l’avaro, espulso dalla Chiesa! E l’ingordo sia tenuto fuori dalla Chiesa.

E questo, secondo una interpretazione allegorica, perché io non cerchi ora con curiosità cose al di sopra di me anche riguardo alla terra di cui il Salvatore ha detto: Cio che è nostro, chi ve lo darà? . E anche perché non cerchi come, avvenuta una adorazione nella terra di qualcun altro, Dio in tal modo stabili che alcuni fossero cacciati dalla propria terra e giungessero alla terra di cui sta scritto: Ascolta Israele: perché sei in una terra di nemici? Sei stato annoverato fra quelli che scendono negli inferi; hai abbandonato il Signore fonte della vita. Se tu avessi camminato nella via di Dio, avresti dimorato in pace per sempre 24.




77 Es. 34, 34.


Adesso dunque siamo in terra estranea e ci auguriamo di fare il contrario di quanto fecero i figli di Israele nella terra santa, poiché quelli nella terra santa hanno adorato divinità estranee, noi invece in terra estranea adoriamo il Dio estraneo alla terra, estraneo agli affari terreni. Poiché qui comanda il principe di questo secolo e Dio è estraneo ai suoi figli. Dicendo estraneo non dico che Dio non abbia creato il mondo ma che è estraneo al signore del male, estraneo ai peccati presenti. Quando vogliamo tuttavia adorare il Dio estraneo alle opere del peccato in questa terra di male, vediamo cosa fare. Non diciamo: Come possiamo cantare il canto del Signore in terra estranea? Ma diciamo: Come possiamo cantare il canto del Signore senza essere in terra estranea? Noi cerchiamo un luogo per questo, per cantare il canto del Signore, un luogo per adorare il Signore Dio nostro su una terra estranea. Qual è dunque il luogo? Io l’ho trovato . E venuto su questa terra portando il corpo salvifico, assumendo il corpo del peccato , in forma somigliante alla carne del peccato , affinché in questo luogo, dal momento che Cristo Gesù è disceso e ha reso inoperoso 31 il principe di questo secolo e ha reso inoperoso il peccato, io possa qui adorare Dio e adorarlo poi nella terra santa. Se infatti uno che ha adorato gli idoli nella terra santa ha dovuto partire per la terra estranea, dopo aver adorato Dio nella terra estranea ritornerà nella terra santa in Cristo Gesù, al quale sono la gloria e la potenza nei secoli. Amen .




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OMELIA VIII

SUL: «SIGNORE CHE HA FATTO LA TERRA CON LA SUA FORZA» FINO A: «OGNI UOMO È STATO RESO STUPIDO, PRIVO DI CONOSCENZA»

1. Il profeta, prendendo per cosi dire tre virtù di Dio,la sua forza, la sua sapienza e la sua prudenza, (attribuisce) a ciascuna di esse un’opera particolare, alla forza la terra, alla sapienza il mondo abitato e alla prudenza il cielo. Ascolta infatti la frase che dice: Il Signore che ha fatto la terra con la sua forza, ha reso stabile il mondo abitato con la sua sapienza, e con la sua prudenza ha disteso il cielo . E noi, quanto alla nostra terra – è stato detto infatti ad Adamo: Sei terra –, abbiamo bisogno della forza di Dio e senza la potenza di Dio non siamo capaci di compiere tutto cio che non è secondo il sentire della carne . Ma una volta che saranno fatte morire le membra che sono sulla terra , avverrà secondo la volontà dello Spirito, poiché, secondo l’Apostolo, dallo Spirito sono messe a morte le opere della carne .

E il Signore, dunque, che ha fatto la terra con la sua forza . Se tu consideri anche questa terra, se puoi vedere cio che è scritto nel Libro di Giobbe, come lo troviamo nelle copie più precise, cioè che (Egli) la appoggio sul nulla , vedrai che per la forza di Dio resta in equilibrio.




88 Ger. 4, 1s.


Vengo anche al mondo abitato. Conosco un’anima abitata, conosco un’anima deserta. Se infatti non ha Dio, se non ha il Cristo che ha detto: Io e il Padre mio verremo a lui e faremo dimora presso di lui , se l’anima non ha lo Spirito santo, è deserta; è invece abitata quando è stata riempita di Dio, quando ha il Cristo, quando lo Spirito santo è in lei. Questo si legge nelle Scritture in modi svariati e diversi, che il Padre e il Figlio e lo Spirito santo sono nell’anima dell’uomo. Cosi Davide nel salmo della confessione chiede al Padre questi spiriti dicendo: Confermami con lo spirito sovrano ; Rinnova nel mio intimo uno spirito retto ; Non togliere da me il tuo santo spirito . Chi sono questi tre spiriti? Lo spirito sovrano è il Padre, lo spirito retto è il Cristo, e c’è lo Spirito santo.

Tutto questo per dimostrare che il mondo abitato non è creato in altro modo che mediante la sapienza di Dio: la sapienza infatti aiuterà il sapiente più di dieci uomini che abbiano potere nella città ; e: miserabile colui che disprezza sapienza e disciplina, e vuota è la sua speranza e le sue fatiche infruttuose e inutili le sue opere , dice la Sapienza attribuita a Salomone. Percio, per quanto possiamo, siccome il mondo abitato è risollevato dalla sapienza di Dio , cerchiamo allora anche noi di desiderare che sia risollevato il nostro mondo abitato che è, presentemente, caduto. Questo mondo abitato infatti è caduto quando siamo giunti al luogo dell’oppressione, è caduto questo mondo abitato quando abbiamo peccato, siamo stati empi, abbiamo commesso ingiustizia ; percio ha bisogno di essere risollevato.

Dio è dunque colui che ha risollevato il mondo


abitato ; ma se tu non prendi in questo senso i termini: ha risollevato il mondo abitato, e credi invece che lo abbia ritenuto più vile, cerca donde possiamo dire che (Dio) è colui che ha risollevato il mondo abitato, cerca la caduta di questo mondo abitato, affinché, scoperta la sua caduta, tu veda anche il suo sollevamento . Allora chiunque si trova in questo mondo abitato – se tu comprendi il termine in questo senso – è chiaro che ha bisogno del sollevamento, mentre non ne ha bisogno chi non ècaduto. E chiaro che ciascuno di quelli che sono nel mondo abitato è caduto per il peccato ed è il Signore che risolleva quanti sono abbattuti e sorregge tutti quelli che cadono . In Adamo tutti muoiono , e cosi è caduto il mondo abitato e ha bisogno di sollevamento, perché in Cristo tutti siano vivificati .

Ho dato cosi una duplice spiegazione riguardo al mondo abitato: mostrando da una parte come in ogni persona ogni anima è abitata o deserta, dall’altra trattando l’argomento del mondo abitato in sé.

2. E la sua prudenza ha disteso il cielo . Non a caso (il profeta) per il cielo ha usato la prudenza. Troverai infatti nei Proverbi questa parola: Dio con la sua sapienza ha fondato la terra e ha preparato i cieli con prudenza . C’è dunque una prudenza di Dio, che tu non devi cercare se non in Cristo Gesù, poiché tutto cio che in Dio è tale, è il Cristo: sapienza di Dio : lui; potenza di Dio : lui; giustizia di Dio : lui; santificazione : lui; redenzione : lui; allo stesso modo egli è prudenza di




99 Ger. 4, 2s.

Dio. Si, quanto alla sostanza è una realtà sola, ma quanto ai concetti ci sono molti nomi per differenti aspetti e tu non hai il medesimo concetto di Cristo quando lo concepisci come sapienza e quando lo concepisci come giustizia. Quando infatti lo concepisci come sapienza, assumi la scienza delle realtà divine e umane ; quando lo concepisci come giustizia, intendi il potere di distribuire in tutto, cio che è dovuto; e quando lo concepisci come santificazione intendi colui che ha il potere di salvare, cosi che divengano santi quelli che credono in Dio e appartengono a lui. Cosi tu lo intenderai anche come prudenza dal momento che è scienza dei beni e dei mali e di cio che non è né l’uno né l’altro.

Poiché dunque vi è separazione tra quelli che abitano in cielo o che rivestono l’uomo celeste (...) separando i mali dai beni affinché, per il fatto che il cielo è stato steso dalla prudenza di Dio, non fosse più macchiato quel cielo né il giusto che è un cielo – anche il giusto è un cielo, come vi mostrero –, ha detto: Ha disteso il cielo con la sua prudenza .

Come dunque viene disteso il cielo? E la Sapienza a distenderlo e come lo distende è rivelato nel versetto: poiché io distendevo le parole e voi non facevate attenzione 33, e dice che vi è una certa estensione di parole. Cosi viene disteso il cielo e nel salmo 103 è detto: tu che stendi il cielo come una tenda . Ma anche la nostra anima si estende mentre prima era contratta, per poter contenere la sapienza di Dio.

Ma ritorniamo a cio che precede. Parlavamo del cielo creato con la prudenza e abbiamo detto che quanti









109 Emerge ancora una volta il maestro di Scrittura, avido di introdurre i fratelli nella sua gioia. Si noti anche come Origene tragga

rivestono l’uomo celeste sono anch’essi un cielo. Se è detto infatti al peccatore: Sei terra e alla terra ritornerai 35, non potrebbe esser detto al giusto del quale è il regno dei cieli : Sei cielo e al cielo ritornerai? O ancora a causa dell’uomo di terra verrà detto a colui che porta l’immagine dell’uomo di terra : Sei terra e alla terra ritornerai , ma a causa dell’uomo celeste, se tu porti l’immagine dell’uomo celeste , non converrà pure dire: Sei cielo e al cielo ritornerai? Dunque ciascuno di noi ha delle opere celesti e delle opere terrestri. Sono inerenti alla terra le opere che fanno scendere alla terra che è loro connaturale colui che le tesaurizza sulla terra invece di tesaurizzarle in cielo . Per contro, gli atti di virtù fanno salire alle regioni connaturali alle opere colui che tesaurizza in cielo, colui che porta l’immagine dell’uomo celeste.

3. E ha fatto salire le nubi dall’estremità della terra . La stessa espressione abbiamo incontrato da poco anche nel salmo e dicevamo come Dio ha fatto salire le nubi dall’estremità della terra . E necessario ritornare su queste parole a chiarimento e reminiscenza delle cose dette per quelli che le sanno, a delucidazione per chi le ha dimenticate o era assente, sia che la mia interpretazione sia svelata e manifesta sia che sia come racchiusa in concetti. Dicevamo che i santi sono nubi: infatti la parola: la tua verità fino alle nubi non puo riferirsi alle nubi inanimate, ma la verità di Dio è fino a quelle nubi che ascoltano il comandamento di Dio e sanno dove spargere la pioggia e a chi negarla. Che ci


siano infatti nubi alle quali Dio comanda di non piovere

o di piovere, sta scritto: Comandero alle nubi di non far piovere pioggia su di essa 44. Quanto poi a queste nubi, se non c’è pioggia, non è che Dio comandi alle nubi di non far piovere pioggia sulla vigna o sul paese, ma è che non c’è affatto parvenza di nube, come sta scritto nel terzo Libro dei Re , dove, al di là del tempo della siccità, non c’era parvenza di nube; ma quando, secondo la parola della profezia di Elia, la pioggia doveva venire, apparve una traccia di nube come una traccia d’uomo e si formo una nuvola che portava la pioggia. Ma che vi siano delle nubi che ricevono l’ordine di non piovere quando l’anima è indegna della pioggia, è detto dalla parola: Comandero alle nubi di non far piovere pioggia su di essa . Ognuno dei santi è dunque una nube: Mosè era una nube e come nube diceva: Fa’ attenzione, o cielo, e io parlero; e ascolti la terra le parole della mia bocca, sia atteso come la pioggia il mio dire – se non fosse stato una nube non avrebbe mai detto: Sia atteso come la pioggia il mio diree scendano come rugiada le mie parole . E in quanto nube che dice: come acquazzone sul prato e come neve sull’erba. Poiché ho invocato il nome del Signore . Allo stesso modo anche Isaia come nube dice: Ascolta, cielo, e porgi l’orecchio, terra, poiché il Signore ha parlato. E poiché era egli stesso una nube e chiamava nubi coloro che profetavano assieme a lui, dice profetando: Comandero alle nubi di non far piovere pioggia su di essa .


deserto, frequenti anche col passare dei secoli in tutta la tradizione,

culminanti nell’esicasmo.

4. Se ora ci è chiaro chi sono le nubi, vediamocome Dio fa salire le nubi dall’estremità della terra . Come dall’estremità della terra? Dice il Salvatore: Chi vuole fra voi essere il primo, sarà 53 l’ultimo di tutti 54.

Paolo custodi questo comandamento ed era l’ultimo in questo mondo; percio dice: Ritengo infatti che Dio ha reso noi apostoli gli ultimi, come condannati a morte, poiché siamo divenuti spettacolo al mondo e agli angeli e agli uomini . Se uno dunque è custode del comandamento del Salvatore e si fa l’ultimo in questa vita, egli diventa nube e Dio fa salire le nubi non di tra i primi della terra, non da chi riveste cariche consolari fa salire le nubi, non dai governatori fa salire le nubi, non di tra i ricchi: Beati, infatti, voi poveri, perché vostro è il regno di Dio . Vedi come Dio fa salire le nubi dalle estremità e le personifica? Percio, se vogliamo diventare nubi fino alle quali giunge la verità di Dio, diventiamo ultimi di tutti e diciamo coi fatti e con la disposizione di spirito: Ritengo che Dio ha reso noi apostoli gli ultimi . E se anche non sono apostolo, mi è possibile farmi ultimo, affinché il Dio che fa salire le nubi dall’estremità della terra , mi faccia salire .

E ha fatto i lampi per la pioggia . I competenti in materia dicono che la genesi dei lampi è dalle nubi che si sfregano l’una con l’altra: come accade infatti sulla terra per le pietre incendiarie, se se ne sfregano due l’una



contro l’altra si sprigiona il fuoco, cosi – dicono – avviene anche per le nubi. Quando le nubi si scontrano in caso di tempesta, si produce il lampo; e il lampo in genere si accompagna al tuono poiché questo manifesta il rumore dello scontro delle nubi, mentre il lampo genera la luce.

5. Se hai compreso l’esempio, considerami anche lanube spirituale. Mosè era una nube, Gesù figlio di Nave era una nube: esse conversano fra loro e dalle loro parole nasce un lampo. Geremia era una nube, Baruc era una nube: discorrono tra loro: dalle parole di Geremia e dalle parole di Baruc è venuto il lampo. Cosi, se puoi, raccogli dalle Scritture in che modo viene il lampo: anche nel Nuovo Testamento Paolo e Silvano erano due nubi; si sono congiunte, è nato il lampo dell’Epistola 64.

Dio dunque ha fatto dei lampi per la pioggia e ha tratto fuori i venti dai suoi tesori . Ma allora questi venti sono (raccolti) in tesori? O forse non è affatto chiara la natura di queste cose che soffiano sulla terra, qual è la loro sussistenza? Tuttavia ci sono dei tesori di venti, dei tesori di spiriti, spirito di sapienza e di intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di pietà, spirito di timore di Dio , spirito di potenza e di amore e di moderazione 67, e puoi tu stesso dalle Scritture raccogliere una lista di questi venti. Questi spiriti sono dentro a tesori. E quali sono questi tesori? E in Lui sono nascosti i tesori della sapienza e della conoscenza 68: questi tesori sono in Cristo. Di là dunque vengono questi venti, questi spiriti, perché un uomo sia saggio, un altro sia fedele, un terzo sia fornito di conoscenza, un altro ancora riceva questo o quel carisma di Dio: poiché a uno mediante lo Spirito è data una parola di sapienza, a un altro una parola di


che richiede un passaggio e un approfondimento rispetto al senso letterale.

conoscenza secondo il medesimo Spirito, a un altro la fede, nel medesimo Spirito .
* 6. Ha fatto dunque salire le nubi dall’estremità della terra e ha fatto i lampi per la pioggia e ha tratto fuori i venti dai suoi tesori . E noi grazie a Dio speriamo di pervenire a questi tesori e poiché vi sono molti tesori, forse secondo i ranghi in cui si risuscita ci saranno (diversi) riposi tra i tesori di Dio. Questo è cio che dico: la risurrezione dei morti avviene in qualche modo per ranghi, poiché l’Apostolo dice: Ciascuno nel proprio rango ; e siccome i ranghi non sono mescolati a caso, questo rango sarà in un tesoro di Dio e quest’altro rango in un altro tesoro di Dio e un terzo rango sarà in un altro tesoro. Tuttavia tutti questi tesori hanno un unico Tesoro in cui dimorano; percio da Paolo è detto: E in Lui sono nascosti i tesori della sapienza e della conoscenza . E come con la totalità delle perle possiedo l’unica perla di gran pregio , allo stesso modo pervengo al tesoro dei tesori, al Signore dei signori, al Re dei re , quando divengo degno degli spiriti che provengono dai tesori di Dio; poiché ha tratto fuori i venti dai suoi tesori. * 7. E stato reso stolto ogni uomo, privato della conoscenza . Se ogni uomo è stato reso stolto, privato della conoscenza, anche Paolo è un uomo, Paolo è stato reso stolto, privato della conoscenza, in parte conoscendo e in parte profetando , è stato reso stolto, privato della conoscenza, vedendo per specchio, vedendo in enigma , vedendo e afferrando una minima parte e, se si puo dire, una parte infinitesima delle cose.



Hom. Jer. V, 14, pp. 316s.).

Per contrasto allora comprenderai le parole: E stato reso stolto ogni uomo, privato della conoscenza. Ci sono peccati di Gerusalemme, peccati anche di Sodoma, ma in paragone ai peccati peggiori di Gerusalemme, i peccati diSodoma sono giustizia. Dice infatti: E stata giustificata Sodoma ben più di te . Come dunque i peccati di Sodoma non erano giustizia ma ingiustizia, come rispetto a una ingiustizia più grande (l’ingiustizia) è giustizia, cosi per contrasto la conoscenza: la conoscenza che aveva Paolo, in rapporto a quella conoscenza che è nei cieli, in rapporto a quella perfetta conoscenza è stoltezza; percio: è stato reso stolto ogni uomo, privato della conoscenza. Penso che l’Ecclesiaste intendesse qualcosa di simile dicendo: Ho detto: Diventero saggio; ma cio si è allontanato da me lontano più di prima; questa profondità profonda chi la troverà? .

8. La Parola oserà perfino dire che quello che èvenuto ad abitare con gli uomini svuoto se stesso perché attraverso il suo vuoto fosse riempito il mondo; se ha svuotato se stesso quel che è venuto ad abitare con gli uomini, quel vuoto stesso era sapienza, poiché la stoltezza di Dio è più sapiente di quella degli uomini . Se stoltezza di Dio l’avessi detto io, come mi avrebbero accusato quegli attaccabrighe! Come mi avrebbero biasimato! Sebbene abbia detto mille cose che anche a loro paiono buone, per questa espressione che a loro non sembra opportuna sarei stato accusato, poiché ho detto: la stoltezza di Dio. Ma ecco che Paolo nella sua sapienza e nella sua autorità apostolica ha osato dire che tutta la sapienza della terra e quella che era in lui e quella che





137 Ger. 4, 4.


era in Pietro e negli apostoli e tutta quella che è venuta ad abitare nel mondo è la stoltezza di Dio. Di fatto, in rapporto a quella sapienza che nessun luogo della terra puo contenere, in rapporto a quella sapienza sovraceleste, sovracosmica, cio che è venuto ad abitare con gli uomini è stoltezza di Dio. Ma questa stoltezza di Dio è più sapiente di quella degli uomini. Quali uomini? Non dico gli stolti, ma è più sapiente degli stessi uomini sapienti. E se anche citi i sapienti di questo eone , sia i sovrani sia i profeti dei sovrani di questo eone, la stoltezza di Dio, di cui ho parlato, è più sapiente degli uomini .

9. La Parola sta per dire un paradosso, cioè che la sapienza del mondo è stoltezza presso Dio e che Dio ha reso stolta la sapienza del mondo . E dunque con la sua sapienza che Dio ha reso stolta la sapienza del mondo? Puo forse la sapienza del mondo comprendere la Sapienza cosi da essere accusata di stoltezza? La sapienza di Dio puo forse gareggiare con la sapienza del mondo cosi che questa sia accusata in rapporto a quella? No, ma basta una cosa piccolissima, che è quel piccolo po’ di stoltezza di Dio affinché, mediante questo pochino di stoltezza di Dio sia resa stolta e confutata la sapienza del mondo. Poiché la sapienza di questo mondo non ha sopportato la sapienza di Dio. Prendiamo un esempio, perché tu capisca che la stoltezza di Dio ha reso stolta la sapienza del mondo. Supponiamo che io che sembro saperla lunga gareggi con un individuo insensato e ignorante e che non capisce niente e che non è in grado di misurarsi su qualsiasi argomento un po’ elevato. Forse che con un uomo simile ho bisogno di dialettica o di considerazioni più profonde dal momento che i suoi pensieri sono stolti? Non mi basta forse una sola parolina




142 Num. 10, 10.


un po’ più acuta del suo linguaggio per poter confutare la sua stoltezza? Cosi, perché sia resa stolta la sapienza di questo mondo, non c’è bisogno che la sapienza di Dio gareggi con lei – essa infatti è di quaggiù – ma è sufficiente la stoltezza di Dio, poiché la stoltezza di Dio è più sapiente di quella degli uomini e la debolezza di Dio è più forte di quella degli uomini .

E tutti i contrari il mio Salvatore e Signore li ha assunti per distruggere i contrari con i contrari e perché noi fossimo resi forti dalla debolezza di Gesù e fossimo resi sapienti dalla stoltezza di Dio, e una volta entrati in esse potessimo ascendere alla Sapienza, alla Forza di Dio, Cristo Gesù, al quale è la gloria e la potenza nei secoli. Amen .


nota 3, SCh 232, pp. 322s.






Origene su Geremia 2