Origene su Matteo 425


LIBRO XV

76 Mt 18, 28. 77 Cf. Mt 18, 25. 78 Cf. Mt 18, 27. 79 Mt

112 Lc 11, 8. 113 Lc 11, 9. 114 Mt 19, 11. 115 Lc 11, 11.

116 Mc 12, 30. 117 1 Ts 5, 17.

(36) Il buon dono: il richiamo è al Padre delle luci, da cui discende ogni carisma (Gc 1, 17): Oratio castitatem impetrat (l'Enchiridion asceticum [M.J. Rouët de Journel - J. Dutilleul], Friburgo di Bresgovia

1947, 68, segnala appunto questo passo origeniano); la forte esortazione alla preghiera si ancora per l'aspetto positivo alla gratuità dell'opera redentiva, che Origene contempla nel Cristo in croce:

"Secondo la tua volontà, Padre, tu mi hai abbandonato:... il popolo un tempo in onore presso di te (si) trova posto nelle tenebre... Tuttavia è anche per la salvezza delle nazioni che tu mi hai abbandonato... Ma quelli (che) cosa hanno fatto di bene perché io versi in loro favore sulla terra il mio sangue prezioso?" (Mt Ser 135: PG 13, 1786; cf. Fédou, La Sagesse, 201ss.; Sgherri, Chiesa, 296s.); d'altra parte il ricorso alla preghiera smentisce una castità che "per usare un'espressione piuttosto ardita, (sarebbe)... una specie di castità nel diavolo, cioè un laccio per l'anima umana (per) farla sua e irretirla con falsi discorsi": Om Ez VII, 3,

131 (cf. C. Vagaggini, Maria nelle opere di Origene, Roma 1942, 123). Se la kénosi salvifica del Cristo invita alla speranza nei carismi più ardui, che trapassano dall'ascesi matrimoniale alla castità desiderata, essa va sostenuta dalla preghiera per essere assoluta purezza.

1 Mt 19, 10-12.

(1) Errate letture ... la vera interpretazione : il commento di Mt 19,

196

12 trova in Origene un taglio esegetico netto, inabituale alla sua esegesi aperta; nel caso il letteralismo ad oltranza introduce all'eresia (cf. Le Boulluec, La notion d'hérésie, 467). Dobbiamo sentire nell'ampia trattazione l'autobiografia origeniana? "Compi un gesto che è prova grandissima di un cuore inesperto e giovanile, ma anche di fede e di temperanza" (Eusebio, Historia Ecclesiastica VI, VIII, 1 [G. Bardy], SC

41, Paris 1955, 95; cf. P. Nautin, Origène. Sa vie et son oeuvre, Paris

1977, 45s.; Crouzel, Origene, 27ss.: "Origene è abbastanza umile [per]

biasimare nella sua vecchiaia un atto [compiuto] da giovane").

2 Cf. Mt 19, 12.

(2) Si sono esposti allo scherno presso quelli che sono estranei alla fede: è nota la recezione difficile del cristianesimo fra gli intellettuali

Commento a Matteo, Libro XV, 6-7 197

PER IL REGNO DEI CIELI

501
1. I

Vi sono infatti eunuchi che sono nati cosi dal ventre della madre... sino a: Chi puo capire, capisca .

Prima di proporre quella che a noi sembra la vera interpretazione del testo, esporremo due possibili letture errate di questo passo (1), e secondo le nostre capacità, le confuteremo affinché, messi in guardia contro qualsiasi errore quanto alle cose che si stanno per dire, possiamo mettere in pratica cio che è meglio. Veniamo cosi al testo che ci sta davanti.

Alcuni ritennero, in linea con gli effetti avuti dalle prime due evirazioni considerate in senso carnale, che anche la terza fosse di ordine corporeo e commisero il

greco-romani dei primi due secoli della nostra era, pronti ad accusare i cristiani d'irrazionalità nel seguire la follia della croce; Origene, nel quale troviamo l'eco più profonda della difesa paolina della sapienza nuova del Crocifisso, avvalorata anche da una replica scientifica di qualità altissima, vuole che non si diano motivi veri di biasimo (cf. F. Vouga, L'attrait du christianisme primitif dans le monde antique, RThP

130 [1998], 257-268; G.C. Stroumsa, Celsus, Origen and the nature of religion, in Discorsi di verità . Paganesimo, Giudaismo e Cristianesimo a confronto nel Contro Celso di Origene [L. Perrone], Roma 1998, 81-94; M. Simonetti, La Sacra Scrittura nel Contro Celso, ibid., 97-114).

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gesto ardito, certo per timore di Dio, ma con imperizia, di sottoporsi ad una evirazione dello stesso tipo delle prime due: si sono esposti allo scherno, e magari alla vergogna, non solo presso quelli che sono estranei alla fede (2), ma anche presso quanti mostrano comprensione per altri gesti umani, ma non per cio che (per presunto timore di Dio ed eccessivo amore alla castità) produce dolori, mutilazione fisica o qualsiasi altro effetto che deve subire chi si sottopone a operazioni del genere.

Altri invece, e sono la maggior parte, non avendo esaminato a fondo la connessione tra i discorsi, li hanno intesi cosi: hanno ammesso che il Salvatore parlasse delle prime due categorie di eunuchi in senso ovvio e fisico, non indicando altro che le realtà sensibili; riguardo invece la terza categoria hanno creduto che Egli non parlasse più secondo il senso letterale, ma che il terzo tipo stesse a significare una categoria di eunuchi (mossa)

284). Già Clemente Alessandrino vede la parola sul celibato per il regno dei cieli in continuità con il monito sulla indissolubilità del matrimonio:

"Dio, per mezzo del Figlio, è con coloro che si comportano onestamente nel matrimonio... è anche con colui che si mantiene volontariamente casto" (Stromati III, 10. 68,4, cit. in G. Bosio - E. Dal Covolo - M. Maritano, Introduzione ai Padri della Chiesa II, Torino 1994,

281; sulla verginità , affermazione prolettica dei figli della risurrezione e segno escatologico per la Chiesa, cf. Grossi - Di Berardino, La Chiesa antica, 231).

(4) Amici della lettera... anche del Nuovo Testamento: la lettera uccide; negli amici litterae , che - particolarmente nelle opere della stagione di Cesarea - indicano l'opposizione all'esegesi spirituale, si possono individuare varie categorie: minoranze giudeo-cristiane,

Commento a Matteo, Libro XV, 7 199

dal Logos, dal momento che essi, in vista del regno dei cieli , hanno reciso dell'anima - per opera dell'acutissimo Logos - la concupiscenza verso tali cose, ed hanno disdegnato gli impulsi del corpo, che non possono più portare alcuna vittoria su di un'anima che in virtù del Logos ha reciso da sé ogni brama (3).

Ora occorre sapere che i primi, essendo amici della lettera del vangelo ma non avendo inteso che anche di questo Gesù parlo in parabole e che anche questo è stato detto nello Spirito , hanno inteso il senso di questo passo in modo più consequenziale di quelli che ammettono che i primi due tipi di evirazione siano stati detti in senso fisico, e di conseguenza hanno messo sullo stesso piano il terzo tipo di eunuchi e i primi due: da una parte non sbagliano dal punto di vista della connessione logica tra le tre categorie; dall'altra, pero, sono caduti inevitabilmente in errore per non aver ben visto il punto principale del passo. Infatti se delle prime due categorie si è parlato in senso fisico, ne segue che anche la terza è corporale.

103s.). Viene puntualizzata la teorizzazione esegetica: il Vangelo sensibile dei detti di Gesù è trasferito alla sua significazione spirituale

(M. Simonetti, Lettera e/o allegoria , Roma 1985, 94; cf. Crouzel, Origène et la connaissance, 336-339); questa deve restare trasformazione incessante, "mai irrigidita in un certo numero di risultati acquisiti... suscettibili di essere iscritti in una sorta di canone" ma colta, per cosi dire, come "il respiro della riflessione cristiana" (de Lubac, Storia, 231s.).

(5) "Non è solo nell'Antico Testamento che si coglie la lettera che uccide; c'è anche nel Nuovo Testamento una lettera che uccide colui il quale non intenda spiritualmente le cose dette... Percio accogli spiritualmente le cose che vengono dette sia nella Legge che nei

200

I secondi, invece, hanno correttamente attribuito alla terza categoria di eunuchi la mutilazione, ritenendola indicata dal Logos, (mutilazione che elimina) la passionalità dall'anima. Ma non hanno considerato che in base a siffatta interpretazione, conviene leggere in senso allegorico le prime categorie di eunuchi al pari della terza, ossia mettere sullo stesso piano tanto le prime due quanto la terza categoria.

Se, pertanto, per altri testi non solo dell'Antico, ma anche del Nuovo Testamento si addice asserire: la lettera uccide, lo Spirito dà la vita , cio va applicato altresi al presente brano (4). Cioè, una volta che si mantiene l'interpretazione letterale per le prime due categorie di eunuchi, si dirà che essa ha "ucciso" coloro che hanno inteso la terza categoria alla stregua delle prime due ed hanno ardito dire (quasi che fossero capaci di capire , stando alla parola del Signore) di essersi fatti eunuchi in vista del regno dei cieli allo stesso modo della mutilazione

489).

(6) Questo letteralismo disumano, invece di attrarre alla parola di Dio, giunge a farla prendere in odio , con una esegesi svuotata del suo senso vivificante: "La lettera uccide e produce morte non nel senso della separazione dell'anima dal corpo, ma della separazione dell'anima da Dio, dal suo Signore, dallo Spirito Santo" (è ancora il testo di Cm Gv XIII, XXIII, 489). Occorre cercare nel Vangelo i misteri che Gesù esprime, poiché niente è "privo di mistero presso il Cristo" -

Commento a Matteo, Libro XV, 7 201

degli eunuchi precedenti.

502 2. "L"

Ma se uno cerca altri esempi per mostrare che nel Nuovo Testamento c'è la lettera che uccide (5), ascolti pure in che termini il Salvatore parlava agli Apostoli: Quando vi ho mandato senza borsa né bisaccia, né sandali, vi è forse mancato qualcosa? . E poi l'aggiunta: Essi risposero: Nulla. E Gesù soggiunse: Ma ora, chi ha una borsa la prenda, e con lui una bisaccia; e chi non ha una spada, venda il suo mantello e compri una spada . Se infatti, (sol) perché Gesù ha detto questo, uno non considera l'intenzione delle sue parole, ma magari vende il suo mantello di stoffa e compra una spada di morte , impugnando una tale spada, e agendo contro la volontà di Gesù fraintendendone la parola, costui perirà e magari perirà di spada . Di che specie pero sarà la spada, non è questo il momento di spiegarlo. Ma se qualcuno, senza indagare che cosa intendesse dire Gesù quando ordino: Non salutate nessuno per strada e, quasi

3), resta tuttavia che in essa sono i... tipi dei beni futuri... Anche la lettera... impossibile [è] un segno [per] cercare altrove, nell'accostamento con altri testi" (Harl, Introd. Philoc., 123).

14 Cf. Mt 5, 29. 15 Cf. Mt 5, 30. 16 Cf. Mt, 19, 12.

17 Cf. 2 Cor 5, 16.

(7) Il testo di Eusebio già ricordato nella nota iniziale a Cm Mt XV

potrebbe riecheggiare l'espressione origeniana qui usata: "Le parole:

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per zelo per la vita apostolica, non saluta alcuno per strada , questi potrebbe apparire disumano a quelli che considerano un uomo tale. I quali, nel far risalire la colpa di chi cosi ha capito, alla parola per la quale crede bene di agire cosi, saranno indotti a prendere in odio la parola di Dio (6) in quanto essa, di coloro che ne vivono, fa gente selvaggia e disumana. Responsabile di cio, colui che non saluta alcuno per strada subirà la morte a motivo della lettera, perché è la lettera che lo ha ucciso. E se ad un altro avvenga che si cavi l'occhio destro, in quanto colpevole dello sguardo malvagio , o che tagli la mano destra del corpo o il piede destro fisico, subirà la stessa pena di quelli uccisi dalla lettera: ché anch'egli si è attenuto alla lettera, mentre avrebbe dovuto elevarsi allo spirito delle parole dette.

Altri dunque prima di noi, nei propri scritti, non esitarono a fornire ad alcuni delle motivazioni per osare, col presunto motivo del regno dei cieli , di sottoporsi al

58.61; cf. G. Bosio - E. Dal Covolo - M. Maritano, Introduzione ai Padri della Chiesa III, Torino 1993, 381s.); adepti di tali sette si sarebbero trovati in Palestina nella prima metà del III sec., e Origene avrebbe potuto incontrarli nei suoi spostamenti (Bastit-Kalinowska, Origène exégète, 137s.).

(8) Gli autori sono citati in maniera esplicita, con il rinvio alle opere e un accenno alla recezione di esse; Sesto Pitagorico si colloca tra il I e il II sec. d.C. (G. Reale, Storia della Filosofia antica V, Milano

1989, 537s.): le sue Massime etiche, di origine neo/pitagorica-stoica- platonica, rielaborate in senso cristiano, sono richiamate con elogio da

Commento a Matteo, Libro XV, 7-8 203

terzo tipo di mutilazione, alla maniera degli altri due tipi di eunuchi.

503
3. L

Quanto a noi, anche se un tempo comprendevamo il Cristo (il Logos di Dio) secondo la carne e secondo la lettera, adesso non lo conosciamo più cosi , e percio non approviamo come plausibile il modo di vedere di coloro che col presunto motivo del Regno dei cieli si procurano il terzo tipo di evirazione.

E non avremmo impiegato altro tempo a confutare chi volesse interpretare in senso fisico il terzo modo di essere eunuchi alla stregua dei primi due, se non avessimo visto gente che ne ha avuto l'ardire (7) e non ci fosse capitato di leggere autori capaci di indurre un'anima più zelante

18 Cf. Gal 5, 22. 19 Lv 19, 27 (LXX). 20 Rm 10, 2.

21 Dt 25, 11-12 (LXX). 22 Dt 23, 2.

9) Occorre riprendere l'aspetto autobiografico del brano, che riguarda la ordinazione presbiterale di Origene, "i turbamenti da essa provocati, le decisioni prese dai capi delle chiese" (Eusebio, Hist Eccl VI, XXIII, 4, 124): "L'insegnamento di Origene ad Alessandria termino nel 230 a causa di un incidente che è una delle parti oscure della sua storia... Nel corso di un viaggio in Palestina, Origene viene ordinato prete dai vescovi del paese. "Questa ordinazione (era) viziata da una doppia irregolarità. Origene aveva ricevuto il sacerdozio senza l'autorizzazione del suo vescovo e malgrado l'impedimento contratto

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(dotata di fede, ma non di buon senso), a compiere un atto cosi ardito. Dice infatti Sesto nelle sue Sentenze, un libro da molti ritenuto degno di approvazione: "qualunque parte del corpo ti induca a non vivere con temperanza, gettala via; meglio vivere in continenza senza quella parte, che vivere rovinosamente, con essa". Ed ancora, più avanti nello stesso libro, dà spunto ad un'idea del genere col dire:

"potrai vedere persone in buona salute per tutto il resto del corpo, che si recidono e gettano via delle parti: quanto di meglio per una vita continente". Ma anche Filone, tra molti dei suoi scritti sulla Legge di Mosè, in buona stima presso gente di senno, in un'opera da lui intitolata: Il peggio è solito attaccare il meglio, scrive: "Meglio vivere da eunuchi che smaniare per unioni illegittime" (8).

Ma a costoro non si deve dar credito, perché non hanno capito l'intenzione delle Sacre Scritture. Se infatti tra i frutti dello Spirito, insieme ad amore, gioia, pazienza, ed altri frutti, è annoverato anche il dominio di sé , si deve far fruttificare il dominio di sé e custodire la virilità dono

con la sua mutilazione volontaria". Demetrio (vescovo di Alessandria) riunisce un sinodo che non invalida l'ordinazione, ma che dichiara Origene indegno della catechesi, e lo scaccia dalla Chiesa di Alessandria. Egli si reca allora a Cesarea" (Daniélou, Origene , 44s., con rinvio a R. Cadiou, La jeunesse d'Origène, Paris 1935; Crouzel, Origene, 39-48; Nautin, Origène, 60s.366ss.).

23 Mt 19, 12.

10) Dopo avere accennato alle conseguenze della castrazione sul piano socio-ecclesiale, Origene avvalora il suo discorso con elementi medici, tratti dal patrimonio della scienza biologica del tempo, e si estende sulle "conseguenze prodotte dalla mancanza di sperma su un carattere sessuale secondario come la crescita della barba" (cf. Bendinelli, Il Commentario, 131s., nell'ambito di un capitolo dedicato alla explanatio rerum, cioè agli approfondimenti storico-scientifici che arricchiscono il lavoro filologico origeniano).

(11) Si noterà che l'accenno a Marcione intende dare il colpo di grazia al discorso letteralista, accusato di affinità con l'eresia (Bastit-

Commento a Matteo, Libro XV, 8-9 205

di Dio, anziché ardire di compiere un altro gesto, per trasgredire cio che di proficuo (la Scrittura) dice anche nel suo tenore letterale: Non deturperai l'aspetto della barba .

Per distogliere persone piene di fervore, ma immature nella fede, alle quali va riconosciuto il merito di aver un vivo desiderio di castità, benché non secondo retta conoscenza , risulterà utile la prescrizione: Se alcuni uomini vengano a contesa tra loro, un uomo con suo fratello, con cio che segue, sino a l'occhio tuo non abbia compassione di lei . Se si recide una mano che ha afferrato i genitali di un uomo, come non si reciderà colui che si è esposto a tale rischio per ignoranza della via che

Kalinowska, Origène exégète , 139; Le Boulluec, La notion, 511-513; Gianotto, Gli gnostici e Marcione, cit., 260-265; de Lubac, Storia, 65).

"Circa la castità" - ammonisce Origene - non si deve essere "sapienti più di quanto si deve" (Cm Rm IX, II, cit. II, 100).

24 Mt 19, 19. 25 1 Tm 4, 3. 26 Mt 19, 20.

(12) "Vi sono poi anche altre dottrine oltre alla dottrina della verità, oltre alla dottrina della Chiesa: i filosofi sono circoncisi nei costumi e nel cuore, praticano cioè la sobrietà; gli eretici sono sobri e hanno una circoncisione, circoncisione si ma non per Dio: presso di loro la circoncisione avviene sulla base di una dottrina menzognera" (Om Ger V, 14, 85s.); il legame tra filosofia ed eresia non è inevitabile, ma

conduce alla continenza?

Percio, chi ha in mente di rischiare un'azione del genere, badi bene a che cosa subirà da parte di coloro che lo biasimeranno, citando il passo: Non entrerà nell'assemblea del Signore chi ha il membro contuso o mutilato , ed annovereranno un uomo del genere tra le persone menomate (9). Senza parlare dei danni che uno subirà, con l'andar del tempo, dal fatto che l'arresto (come dicono i medici) di quei semi che dal capo defluiscono nei genitali, e che nel passare attraverso le vene delle guance, con la loro temperatura naturale producono peli che agli uomini fanno crescere la barba; anche questi peli vengono a mancare a coloro che pensano doversi evirare fisicamente per il Regno dei cieli. Ma che cosa dovranno ancora soffrire? Pesantezze di testa o vertigini, che talvolta attingono l'intelletto, turbano la fantasia, e le fanno immaginare cose alterate rispetto a quelle di questa natura! (10).

Prima di venire alla spiegazione di questo passo, devo dire che se Marcione avesse avuto un po' di coerenza nel dire di no all'intepretazione allegorica della Scrittura, avrebbe respinto anche questi passi come non detti dal Salvatore; e avrebbe pensato o di dover

27 Cf. Eb 4, 12. 28 Cf. Ef 6, 17. 29 Cf. Mt 19, 12. 30 Mt 19,

12. 31 Mt 19, 11. 32 Mt 19, 12.

(13) Lo faccia per aver capito il regno dei cieli: l'Enchiridion asceticum riporta il paragrafo che stiamo commentando sotto il titolo di Mortificatio (cit., 68); Origene assentirebbe: "Dunque dobbiamo

Commento a Matteo, Libro XV, 10 207

ammettere (dicendo che il Salvatore aveva affermato cio) che chi è divenuto credente obbedisca nell'arrendersi a fare gesti cosi arditi; oppure, se uno a buon motivo non ardi compiere gesti talmente gravi, che sarebbero di discredito al Logos, di non dovere neppure credere che quei discorsi appartengano al Salvatore, a meno che non li si interpreti allegoricamente (11).

504 4. LS

Noi invece, che vogliamo mantenere la consequenzialità tra le tre categorie di eunuchi e approviamo l'interpretazione tropologica della terza, diremo quanto segue in merito alle prime due.

Dunque, eunuchi in senso figurato potrebbero per questo chiamarsi coloro che si astengono dai piaceri sessuali e non si lasciano percio andare alle incontinenze, impurità e cose simili.

Tre sono le specie (penso) di coloro che sono continenti a riguardo di questi piaceri: gli uni sono tali per natura, e di loro si potrebbe dire: ci sono eunuchi i quali nacquero cosi dal seno della madre ; gli altri fanno ascesi in base a ragioni <umane> e si sono imposti l'astensione dai piaceri erotici e da ogni impurità in questo campo; ma non è stata la Parola di Dio a generare in loro questa intenzione e ascesi, questa (chiamiamola cosi) impresa virtuosa, bensi le parole umane (12) sia di coloro che

208

seguono la filosofia greca, sia degli eretici che ordinano di non sposarsi e di astenersi dal mangiare . Questi appunto mi sembrano indicati dalle parole: ci sono eunuchi che furono resi tali dagli uomini .

Ma cio che merita plauso è che uno impugni la parola, quella viva ed efficace, più tagliente di qualunque spada a doppio taglio e (come la chiama l'Apostolo) la spada dello spirito , e recida la parte passionale dell'anima, senza toccare il corpo, e questo lo faccia per aver capito il regno dei cieli , e per aver capito che recidere la passionalità dell'anima è di grandissimo aiuto per ereditare

di amore e un Figlio dell'amore e se Dio è amore,... dalla sua abbondanza è infusa l'abbondanza dell'amore anche nei cuori dei santi, perché ricevano la partecipazione alla natura divina" (Cm Rm IV, IX, cit. I, 221.223; cf. Crouzel, Virginité et mariage, 71).

33 Cf. Gn 40, 2ss. 34 2 Esd 11, 11; 12, 1 (LXX). 35 2 Esd

12, 6 (LXX). 36 Is 39, 7.

(14) Il testo di 2 Esdra 11, 11 - secondo il greco - corrisponde all'ebraico Neemia 1, 11: "Io allora ero coppiere-oinochoos del re"; il termine greco si trova peraltro espresso anche con la variante eunuco- eunoûchos di cui si avvale Origene. "Il coppiere del re era un personaggio importante... Il costume esigeva che i funzionari regali fossero degli eunuchi... Neemia lo era? Nulla lo dice esplicitamente. Il greco porta, secondo i manoscritti: oinochoos o eunoûchos. La similitudine delle parole e il costume antico hanno potuto far passare dall'uno all'altro" (Les livres des Chroniques, d'Esdras et de Néhémie

[F. Michaeli], Neuchâtel 1967, 308; cf. Vogt, Der Kommentar II, n. 13,

143). Origene ha anticipato che nell'esempio che adduce si fondono significati storici e lettura anagogica: l'eunuchia del giudeo che da Babilonia parte per riedificare Gerusalemme è il simbolo di una libertà totale per il servizio del Verbo, per le cose sante del Signore, per la edificazione della Chiesa (Crouzel, Virginité et mariage , 128ss.; cf. Cm Mt XIII, 16, n. 7).

37 Is 56, 3-5. 38 Cf. Mt 19, 12. 39 Cf. Gal 5, 25.

Commento a Matteo, Libro XV, 10-11 209

il regno dei cieli (13). Ecco il genere di persone alle quali si adatteranno bene, e non secondo l'opinione di coloro hanno preso questo testo in senso corporeo, le parole ci sono eunuchi che si sono fatti tali per il regno dei cieli .

505 5. "M"

Grande forza è "capire" come rendere eunuco l'animo con la Parola. Cosa che non tutti capiscono, ma solo quelli a cui è stato dato . E cio è stato dato a tutti quelli che avranno chiesto a Dio una spada razionale, e l'avranno usata come conviene, per fare di sé degli eunuchi per il Regno dei cieli .

Ma se ci dobbiamo occupare anche di fatti storici presenti nelle Scritture, insieme alla lettura anagogica che scorgiamo in esse, diremo che ci sono alcuni eunuchi del Faraone, che non producono alcun bene, evirati soltanto per mescergli vino e porgere vivande ; e ci sono uomini di Dio, divenuti eunuchi per ricostruire Gerusalemme dopo la caduta . Riguardo ai primi la Scrittura riferisce nel libro della Genesi; dei secondi la Scrittura ci dà un esempio nel libro di Esdra. Costui disse: Anch'io ero eunuco del re. Ed avvenne nel mese di Nisan, dell'anno ventesimo di

3, 430s.). Si noterà come il brano sia percorso da una forte, contenuta, sobria esaltazione del valore della verginità nella coscienza dell'olocausto ch'essa rappresenta e della fecondità ch'essa consente:

210

Artaserse, eccetera, fino a: Ho trovato grazie davanti al re e mi ha inviato .

Se leggi il secondo libro di Esdra, troverai tutto quel che concerne tale passo (14), e capirai per quale ragione un eunuco è divenuto capo della ricostruzione del Tempio di Dio. I figli degli Ebrei infatti affermano che Daniele ed i suoi tre compagni (Anania, Azaria, Misaele) a Babilonia li resero eunuchi, realizzandosi cosi la profezia pronunciata da Isaia contro Ezechia: Dal tuo seme saranno presi e se ne faranno eunuchi nella reggia di Babilonia . Dicono poi che su di loro Isaia abbia profetato col dire: Non dica lo

12, 46-50, cit., 126).

1 Cf. Mt 19, 13-15. 2 Mt 19, 13. 3 Eb 2, 13.

(1) Bambini nell'anima: si ricorderà l'ampio sviluppo ecclesiologico dato in Cm Mt XIII, 14-19 al tema de Il Bambino, con l'esegesi di Mt 18,

1-6 nella prospettiva dello Spirito Santo fattosi piccolo per la salvezza degli uomini e posto da Gesù nel cuore dei discepoli : "Ne deriva che l'invito a "farsi piccoli come questo bambino significa farsi simili allo Spirito Santo" cosi da consentire al Salvatore di pronunciare...: "Ecco io e i bambini che Dio mi ha dato"; questi "bambini"... sono coloro che si sono

"convertiti dagli affari terreni" e sono diventati portatori dello Spirito Santo" (cf. Cm Mt XIII, 18 e, ivi, alla n. 15, il rinvio a Cocchini, Lo Spirito Santo in Origene, in Atti del Convegno "Study on the Holy Spirit""; Id., Lo Spirito Santo e le Scritture in Origene, cit.).

2) Bambini-infanti -lattanti: commentando il Sal 8, 3, Origene lo collega a Mt 21 sull'ingresso di Gesù a Gerusalemme, e nota che là dove è scritto che "i ragazzi gridavano", Gesù risponde a sommi sacerdoti e scribi: "Non avete mai letto: Dalla bocca dei bambini e dei lattanti ..."; "Quelle medesime folle Matteo le chiama ragazzi, mentre il Salvatore... bambini e lattanti , e cosi ci fa capire attraverso le stesse parole del salmo che egli non solo spiegava i fatti con un'allegoria, ma che dava un senso allegorico al salmo" (Origene, Selecta in Psalmos

8, 3: PG 12, 1184). Sono cosi stabiliti due livelli di comprensione:

"quello dell'Evangelista che vede solo ragazzi o fanciulli osannanti, e quello di Gesù che va oltre e dice che quelli che dicono la lode di Dio

Commento a Matteo, Libro XV, 11 211

straniero, che ha aderito al Signore: Certo mi escluderà il Signore dal suo popolo, eccetera, sino a: migliore di figli e figlie .

E dunque cosa buona, stando al senso mistico di questo passo, non generare figli in Babilonia, ma restare privi di posterità quanto a Babilonia, come Daniele, perché non concepiamo e generiamo dalla Parola di Dio (come lui ed i suoi compagni) se non visioni e profezie (15).

Ma si sappia che non troverebbe pochi argomenti per provare che le tre categorie di eunuchi vanno intese in senso corporeo, chi intendesse dimostrare cio con la ragione e farlo trovare in accordo con quegli (autori) menzionati in precedenza, che esposero questo insegnamento attraverso i loro scritti. Ma non volemmo esporli, questi argomenti, onde evitare che, avendoli proposti a titolo di semplici esercitazioni, ed esponendone

sono infanti e lattanti... Il salmo annuncia la realtà,... la realtà dà un senso più profondo al salmo stesso" (R. Scognamiglio, Il Salmo 8 nella Teologia dei Padri, Atene/Bari 1996, [pro-manuscripto ], 25: il testo è stato edito in greco, Atene 1998).

(3) "Quanto alle donne, ai fanciulli e ai proseliti ... se li comprendiamo separatamente e pensiamo che anch'essi formino un certo seguito della Chiesa... allora diciamo: il cibo solido viene dato agli uomini forti... tra cui Gesù si prepara una Chiesa senza macchia...

(Donne-fanciulli -proseliti) dobbiamo ritenere che siano quelli che hanno ancora bisogno di latte ... Fanciulli , non vi fate bambini nei giudizi... passiamo alla perfezione" (Om Gs IX, 9, 163s.). Come Origene sottolinea la lode proclamata dagli infanti, cosi ammonisce ad uscire dagli esordi del cammino della fede per progredire e crescere fino alla maturità cristiana: a questa lettura spirituale della comunità evangelica puo non risultare estraneo uno sguardo alle dinamiche e strutture di essa, nel disciplinarsi di funzioni e coesioni che si vorrebbero trasparenti a quella disposizione sui piccoli che Gesù ha voluto discepoli e fratelli a monte di ogni successiva specificazione (cf. Scheuermann, Gemeinde im Umbruch. Eine sozialgeschichtliche Studie zum Matthäusevangelium , Würzburg 1996).

7 Eb 5, 12. 8 Cf. 1 Ts 2, 7. 9 1 Cor 3, 2. 10 Mt 19, 13.

11 Mc 10, 13. 12 Lc 18, 5. 13 Cf. Rm 11, 33; Col 2, 3. 14 Cf. Mt 4,

212

singolarmente le ragioni e la soluzione, finissimo col dare a coloro che non capiscono nel senso inteso da Gesù il discorso sull'evirazione, il pretesto di "capirlo" in senso differente da quello che si deve intendere e di pensarla in modo corporeo, mentre chi vive nello Spirito e cammina nello Spirito dovrebbe essere persuaso che tutti e tre i modi di essere eunuchi sono detti in senso spirituale.

LA BENEDIZIONE DEI BAMBINI

506 6. I G

Allora gli presentarono dei bambini, eccetera, sino a:

imposte loro le mani, ando via di là .

"Allora" avvenne la storia descritta: dei fanciulli furono

11.

Commento a Matteo, Libro XV, 11-12 213

presentati a Gesù, e quelli che glieli presentarono volevano che imponesse loro le mani e pregasse . Ma - lo si sappia - non c'è un tempo in cui non si presentino a Gesù bambini nell'anima (1), in riferimento ai quali egli potrebbe dire (accogliendoli come creature che Dio gli affida): Ecco, sono qui, io ed i bambini che Dio mi ha dato . Di questi bambini, alcuni si potranno chiamare

"infanti", altri "lattanti" (2), in quanto inferiori agli infanti; dalla bocca di entrambi nostro Signore ha tratto lode perfetta , perché, avendo sentito parlare di tale beneficio accordato ai fanciulli, noi proclamiamo: Dalla bocca degli infanti e dei lattanti hai resa perfetta la tua lode .

"Fanciulli" possono definirsi coloro che sono carnali e infanti in Cristo. L'Apostolo Paolo, sapendo che tali erano alcuni Corinzi, diceva: Ed io non potei parlare a voi come uomini spirituali, ma come ad uomini carnali e infanti in Cristo .

Fanciulli di questo genere furono dunque presentati

(Om Sal XXXVI, V, I, 214-217; nn. di Prinzivalli, 441s.).

(5) Questo bellissimo forse che esprime lo stupore di una esegesi non apodittica, ma aperta al mistero (Bendinelli, Il Commentario , 62), si apre alla dy´namis del Cristo nella sua misteriosa signoria (cf. Introduz . a Cm Mt I vol., 23; de Lubac, Storia, 351s.).

18 Mt 19, 14. 19 Cf. 1 Tm 3, 16. 20 Ef 1, 21.

(6) "Che esistano poi molte e diverse potenze non solo attorno a noi, ma anche dentro di noi, ce lo indica il profeta quando dice nei salmi:... Quanto è in me benedica il suo nome. "Quanto è in me", cioè tutti gli esseri che sono dentro di me... Dentro di noi ci sono molte

214

a Gesù "allora"; ma anche adesso gli si presentano tali bambini, sempre (3). Segno di questa presentazione sono i molti, appartenenti alla Chiesa, ancora infanti e lattanti in Cristo, bisognosi ancora di latte e non di cibo solido . Alimentandoli come madre che nutre i suoi figli

(Paolo) potrebbe dire loro: vi ho dato da bere del latte, non cibo, perché non ne eravate ancora capaci .

Gli evangelisti, ricordando il fatto menzionato in questo passo, hanno scritto (stando a Matteo): dei bambini furono presentati a Gesù o (come dice Marco), glieli presentavano oppure (come dice Luca): gli presentavano
anche bambini , ma nessuno dei tre ha precisato da chi furono presentati o chi li presentava, lasciando a noi la cura di indagare su cio che è omesso. Vale pertanto la pena considerare, se tutti e tre abbiano per puro caso omesso una precisazione del genere (pur potendo riferire: "dai genitori" e "dalle mamme" furono presentati; o: "le loro madri" presentavano a lui bimbi e fanciulli), oppure l'abbiano fatto per un pensiero di conoscenza e di sapienza, a dimostrare che gli angeli che si avvicinarono a Gesù per servirlo , gli stessi, vedendo per più elevata

(7) Sugli esseri razionali "nominati in questo secolo" e quelli

"neppure nominati in questo secolo (ma) in quello a venire", Origene torna più volte, accennando ai misteri divini che solo i beati potranno conoscere (cf. Princ I, 5, 1, 188; "Poiché la condizione (degli esseri razionali è) conseguenza dell'uso... fatto del libero arbitrio, all'infinita varietà dei loro movimenti (corrisponde) infinita varietà di condizioni",

Commento a Matteo, Libro XV, 12-13 215

conoscenza divina le differenze tra i fanciulli ed i bimbi, sanno quali fanciulli presentare a Gesù, perché portati a lui imponga loro le mani, e sanno quando farlo. Sanno pure quali bambini non debbano portare e in che tempo non presentarli. Non penso, infatti, che tali bambini si accostino a Gesù senza l'assistenza degli angeli (4).

L'intenzione di coloro che glieli presentano è, stando a Matteo, che Gesù imponga loro le mani e preghi; invece, stando a Marco, è che li tocchi, e stando a Luca che parla di bimbi, che li toccasse . Ai fanciulli ed ai bambini incapaci di intendere quel che ascoltano persone già spirituali puo bastare che Gesù preghi per loro e li tocchi, per un aiuto e un'utilità che essi comprendono. E infatti la potenza di Gesù a toccarli: basta che ponga su di loro le mani del suo sguardo, e nessun altro male li toccherà più. E forse (5) (in cio che attiene al testo) proprio questa era l'intenzione di coloro che gli presentavano bimbi e fanciulli, avendo essi intuito che se Gesù li avesse toccati, ed avesse lasciato penetrare in loro una forza grazie al suo contatto, cio che Gesù aveva raggiunto col suo contatto

ibid., n. 3 di Simonetti).

21 Cf. Mt 19, 13. 22 Cf. Eb 5, 12; 1 Cor 3, 1-3. 23 Rm 1,

14. 24 1 Cor 1, 27-28.

(8) Quando l'Alessandrino parla del dare la carne solida dopo il latte dei neonati , non intende parlare dei bambini come degli umili e semplici secondo il mondo, ma appunto di quegli infanti che Paolo dice ancora carnali: "Noi difatti, per quanto è possibile, facciamo di tutto perché la nostra comunità sia costituita di uomini avveduti, ed osiamo portare in pubblico nei nostri dialoghi con la comunità le nostre idee belle, e divine al massimo grado, soltanto allora, quando possiamo disporre di uditori intelligenti... Noi riconosciamo il nostro desiderio di educare tutti gli uomini con il Verbo di Dio... a tal punto da impartire ai giovinetti la esortazione loro conveniente, ed indicare agli schiavi in che modo essi possano acquisire spirito di libertà e venire nobilitati dal Verbo" (C Cel III, 52.54, 267s.; cf. de Lubac, Storia, 100s.: "Non ci sono

216

non avrebbe potuto essere raggiunto da un male o un demonio .

507 7. "I",

A mio parere, giacché molte potenze maligne si occupano dell'anima umana sin dall'inizio insidiandola in vari modi, per questo motivo quelli che presentavano i bambini al Salvatore, conoscendo già da prima la sua potenza, facevano cio perché l'imposizione delle sue mani, la preghiera ed il contatto coi bambini ne allontanassero gli spiriti cattivi e vi stabilissero una forza superiore e bastevole, anche in futuro, ad impedire il contatto di forze avverse (6). E quindi il Salvatore, sapendo che tale gesto non era qualcosa di banale ed ozioso, ma realtà di salvezza per coloro che egli toccava e che ricevevano l'imposizione delle mani, ai discepoli che li sgridavano e coi loro rimproveri impedivano ai bambini di essere portati da lui, replico: Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite . Orbene, se sono ragionevoli le spiegazioni date

25 1 Cor 1, 28. 26 Cf. Mt 19, 13. 27 Mc 10, 14. 28 Cf.

1 Cor 9, 19-20. 29 Mt 19, 15. 30 Fil 2, 6.

(9) Si facciano bambini... per guadagnare i bambini... Egli stesso si fece bambino: abbiamo ricordato il significato di simili testi nella Introduzione al I vol. di Cm Mt, n. 38, 21; "Dice il Vangelo che (Gesù)

"cresceva". Si era infatti "umiliato assumendo la natura del servo", e con la stessa potenza con la quale "si era umiliato" cresce" (Om Lc XIX, 2,

142). Origene si è posto con ammirato stupore di fronte al mistero dell'Incarnazione: "La fragilità dell'intelletto mortale non riesce a comprendere come tanta potenza della divina maestà, la stessa Parola e Sapienza di Dio Padre, nella quale sono state create tutte le cose visibili ed invisibili... si sia delimitata nell'uomo che è apparso in Giudea, e la Sapienza di Dio sia entrata in un ventre di donna e ne sia nata

Commento a Matteo, Libro XV, 13-14 217

su chi presento i fanciulli e chi li portava, ne consegue che alcuni discepoli di Gesù potrebbero essere intesi come egregie potenze sante, istruite dal Figlio di Dio. Infatti a giusto titolo il nome "discepoli di Gesù" si estende a simili potenze, perché non solo gli uomini, ma anche gli angeli cui apparve (7) siano ammaestrati da lui, con qualunque essere gli vuole credere, da ogni nome che non è soltanto nel mondo presente, ma anche nel mondo futuro . Certo, se uno ritenesse forzata un'interpretazione del genere e sostenesse che il termine "discepoli" non si applichi che ad esseri umani che rimproverano quelli che presentano a Gesù i bambini e i fanciulli , allora coloro che presentano i bambini ed i fanciulli a Gesù sarebbero i più semplici tra coloro che pongono mano ad insegnare la Parola, avendo la parola da bambini, simile a latte che alimenta gli ancora bisognosi di latte . Non possono infatti convincere con una parola spirituale superiore alla situazione di questi bambini, come colui che puo dire: Sono creditore ai Greci ed ai barbari, ai saggi ed agli stolti . Ma mentre costoro portano tali bambini e fanciulli a Gesù, bambini nella fede cioè e meno istruiti, ecco che quelli ritenuti più dotati di ragione

(Princ II, 6, 2, 284s.; "Il ritmo delle frasi e il fremito dello stile lasciano apparire, al di là dell'abituale sobrietà dell'autore, l'emozione del cristiano interamente afferrato dall'oggetto della sua fede": Fédou, La Sagesse, 316; cf. Crouzel, Théologie, 260).

31 Mt 2, 8. 32 Mt 2, 9. 33 Mt 2, 11. 34 Mt 2, 13. 35 Mt 2,

20. 36 Mt 11, 29. 37 Mt 19, 14. 38 1 Ts 2, 6.

(10) "Tanto grande è la dottrina sull'umiltà, che non abbiamo un qualunque maestro ad insegnarcela, ma lo stesso grande Salvatore nostro, il quale afferma: Imparate da me..." (C Cel VI, 15, 501); la meditazione sulla kénosi del Cristo è al centro della cristologia origeniana: "Lui che era di condizione divina, si degna di essere della condizione dello schiavo; lui che è immortale, muore; impassibile

218

rispetto a coloro che insegnano ai più semplici e che per questo sono chiamati "discepoli di Gesù", prima di imparare a conoscere i fanciulli ed i bambini, si mettono a

rimproverare coloro che insegnano in maniera più semplice e presentano questi fanciulli e bambini a Gesù (8).

Questo lo capirai chiaramente se intenderai le parole: Considerate la vostra vocazione fratelli: non ci sono tra voi molti sapienti secondo la carne, non molti potenti, non molti nobili. Ma Dio ha scelto cio che nel mondo è stolto, è debole, e ignobile, e cio che è nulla, per ridurre a nulla le cose che sono .

Poniamo dunque il caso che uno di quelli che esercitano per professione catechesi e insegnamento ecclesiastico veda presentare a Gesù cio che nel mondo è stolto, cio che è nulla, che è ignobile , e che per questo si potrebbe definire puerile; e mettiamo che egli, nel vedere cio, riprenda colui che presenta tanti bambini e fanciulli al Salvatore e Maestro (come se agisse senza giudizio). Rifletti attentamente se le cose che ora stiamo esaminando non convenga riferirle a tale situazione: mentre gli uni presentano dei bambini, perché Gesù imponga loro le mani e preghi, i discepoli li rimproverano . Il Maestro, Salvatore e Signore, rivolto a coloro che si sdegnano per i bambini presentati, potrebbe

"offri come vittima a Dio"... la sua carne incontaminata" (Om Lv III, 1,

59s.; cf. Bostock, Origen's exegesis of the Kenosis Hymn, 546).

39 Cf. 1 Ts 2, 7. 40 Mt 19, 14. 41 Cf. Mt 23, 12; Lc 18, 14.

(11) L'amore di Paolo tenero come di madre (cf. 1 Ts 2, 7) è riecheggiato in questi ultimi tratti, come già in Cm Mt XIII, 29; non a caso Origene ammira "lo spirito" di Paolo che "con linguaggio semplice esprime dei concetti grandi" (C Cel III, 20, 233; sull'amore di condivisione con i piccoli, cf. H. Pietras, L'amore in Origene, Roma

Commento a Matteo, Libro XV, 14 219

ben dire: Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite . Poi, esortando i discepoli ormai in età virile ad accondiscendere all'utilità dei bambini (che si facciano bambini con loro, per guadagnare i bambini ) (9), puo darsi che il Salvatore dica: Perché di essi è il regno dei cieli . Egli stesso, infatti, pur essendo di natura divina, non ritenne tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio , ma si fece bambino, tanto che Erode disse ai magi a suo riguardo: Andate e informatevi accuratamente del bambino , e Matteo racconta: La stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva finché giunse e si fermo sopra il luogo dove si trovava il bambino . Dopo poco dice: Entrati nella casa, videro il bambino con Maria, sua madre . Anche l'angelo apparso a Giuseppe chiamo bambino un cosi grande nostro Salvatore: Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto .

E dopo la morte di Erode, un angelo del Signore apparve di nuovo in sogno a Giuseppe in Egitto, e disse: Alzati, prendi con te il bambino e sua madre . Gesù dunque non solo si è abbassato in senso storico, ma si è fatto umile come un bambino anche in senso anagogico, tanto che come diceva: Imparate da me, che sono mite ed umile di cuore , cosi avrebbe potuto dire: Imparate da me, che sono diventato come un bambino (10); imparate

(12) Immaginandoci di avere la sapienza - per una fantasia, come si esprime il testo originale; con la presunzione di una sapienza più eccellente e di un progresso più spirituale , come parafrasa amplificando la Vetus interpretatio -: l'attenzione ai piccoli nella Chiesa è al cuore della grande didaskalia origeniana; lo abbiamo ricordato nella Introduzione al I vol. di Cm Mt, n. 52, 28, per quanto riguarda la

220

in che senso dico: a quelli che sono tali appartiene il regno dei cieli ; questi uomini, proprio come bambini, sono tali che ai discepoli non è consentito riprendere quelli che li presentano. Anche Paolo, che aveva ben compreso le parole: a costoro infatti appartiene il regno dei cieli, pur potendo come Apostolo di Cristo far valere la propria autorità , si fece tenero, simile a una madre che nutre il proprio bambino e per suo amore gli fa dei discorsi da bambini (11).

508 8. U

42 Lc 14, 11. 43 Mt 18, 4. 44 Mt 19, 15. 45 Sal 11 (12),

7.

(13) Gesù lascia una forza dentro i bambini che non possono ancora seguirlo; la comunità cristiana è lo spazio salvifico al quale tutti sono invitati: "Ognuno secondo le proprie forze colga gli oracoli di Dio che puo, e se è idoneo per un cibo solido, riceva quegli oracoli di Dio che sono la sapienza di cui l'apostolo parla tra i perfetti... Chi non puo

(riceva) gli oracoli di Dio in modo da servirsi di latte e non di cibo solido. Se poi è ancora debole nella fede, prenda gli oracoli di Dio negli ortaggi. E sufficiente che tutti ugualmente sappiamo che gli "oracoli di Dio" sono

"oracoli casti" e "argento provato con il fuoco, puro della terra, purificato sette volte": cioè che conserviamo gli oracoli divini nella castità e nella santità del cuore e del corpo" (Cm Rm II, XIV, cit., I, 113s.). E significativo il ricorrere in Cm Rm del Sal 11(12), 7: la forza dentro i bambini si puo interpretare origenianamente come la stessa parola di Gesù, anche non compresa nei suoi strati totali (cf. L. Cignelli, Il tema Logos-Dy´namis in Origene, in "Liber Annuus" 34 [Gerusalemme 1984],

239-272; sulla sequela di Gesù nelle sue gradualità, cf. Bertrand, Mystique de Jésus, 106ss.; F. Cocchini, Il progresso spirituale in Origene, in Spiritual Progress [J. Driscoll - M. Sheridan], Roma 1994,

Commento a Matteo, Libro XV, 14-15 221

A questi discorsi dobbiamo pero dare diligente ascolto, onde evitare che immaginandoci di aver la sapienza e di esservi progrediti, ci facciamo grandi e disprezziamo i piccoli e i fanciulli nella chiesa (12). Ma sapendo che è stato detto: a costoro appartiene il regno dei cieli , dobbiamo anche noi farci bambini, perché questi si salvino grazie a noi. La volontà del Salvatore la realizziamo non solo lasciando che portino i fanciulli a Gesù, e non solo non impedendo che gli vengano presentati, ma facendoci a nostra volta bambini con i bambini, affinché - col salvarsi loro grazie a noi che siamo divenuti tali - siamo esaltati da Dio, essendoci noi umiliati . Ad una simile realtà si puo pensare nel sentire la parola: Chi si umilia sarà esaltato , specie perché nel brano precedente sta scritto: Chi dunque si umilierà come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli . E

46 Mt 19, 13. 47 Mt 19, 14.

(14) Quanti sono superiori ai bambini sono capaci di fare spazio a preghiera e imposizione delle mani: chore¦n indica insieme contenere e comprendere, con una sfumatura realistica che esalta appunto la nozione di fare spazio - "Coloro a cui la Parola di Gesù è rivolta sembrano non essere in grado di contenerla, non potendo abbracciarla a causa dell'eccessiva sua grandezza che li trascende" (Cm Gv XX, VI,

610; cf. Crouzel, Origène et la connaissance, 392-395) -; questa impositio manuum appare come l'insieme dei doni riservati ai piccoli senza perdersi in una teurgia mai presupposta e quanto meno invocata

(cf. Bendinelli, Il Peri; Eujch¦ di Origene , 41-47.51s. e la messa a punto - valevole anche per Cm Mt - di A. Le Boulluec, Miracles et magie, in Vingt ans de recherches sur le Contre Celse: état des lieux , in Discorsi di verità , cit., Roma 1998, 19-21; sul tema dei simpliciores , imperitiores, "moltitudine (che) nasconde una grande varietà di condizioni", cf. Monaci Castagno, Origene, 90-93).

(15) Non mettersi al di sopra... non disprezzare: l'esegesi

222

cio sia utile a riguardo dei discepoli che rimproverano quelli che presentano bambini perché li si porti a Gesù. Ma sappi che, anche se non possono seguire (in quanto bambini) tutte le cose dette, Gesù impose le mani ai bambini.

E imposte loro le mani, ando via di li. Toccandoli, ha lasciato una forza dentro i bambini; ma dopo si allontana da loro, perché non hanno avuto la capacità di seguirlo al pari dei discepoli (13).

Dal momento pero che le parole del Signore, e le parole evangeliche, sono parole pure, argento provato col fuoco, argento esaminato, mandato sulla terra, diligentemente vagliato, purificato sette volte , ci deve pur essere un giusto motivo per cui, nell'esporre questo passo, Matteo ha enunciato due scopi per cui i bambini erano presentati a Gesù, ma questi due scopi non li estende poi al seguito del racconto. Infatti i bambini non vennero presentati perché Gesù imponesse loro le mani soltanto, ma anche perché pregasse .

sinottica svolta nel tratto intende avvalorare il dibattito interno fra ragione e fede che, negli anni di Cm Mt, Origene porta avanti con altre opere di riflessione e con la predicazione. "Se fosse possibile ad ognuno abbandonare le faccende terrene per dedicarsi alla filosofia, nessuno certo dovrebbe imboccare una strada diversa da questa... Anche nel cristianesimo non si troverà una investigazione meno profonda... dei concetti della fede, ed una esegesi delle espressioni oscure che si trovano nei profeti, delle parabole che si leggono negli evangeli... Se pero questo riesce impossibile, tanto a causa delle necessità della vita, quanto per la stessa debolezza degli uomini , e ben pochi si dedicano alla investigazione razionale, quale altra via più adatta potrebbe escogitarsi per aiutare la moltitudine, se non quella che ha offerto Gesù ai popoli?" (C Cel I, 9, 51; cf. l'ampio commento di L. Perrone, Proposta per un commento: un'esemplificazione su Contro Celso I, 9-13, in Discorsi di verità , 225-256).

1 Mt 19, 16-30. 2 Sal 33 (34), 13ss. (LXX). 3 Mt 19, 17.

Commento a Matteo, Libro XV, 15 223

509 9. I

E invece sta scritto: Egli impose loro le mani, e ando via di li. (L'evangelista) non aggiunge "dopo aver pregato";

(avrebbe potuto anche dire: "impose loro le mani, prego e ando via di li"). Considera, pertanto, se la preghiera di Gesù tu possa riservarla a coloro che sono superiori ai bambini, capaci di fare spazio sia all'imposizione delle mani su di loro, sia alla preghiera al Padre per loro, ma considera anche se puoi dire che per i bambini più piccoli basta l'imposizione delle mani (14).

A conferma pero della spiegazione data nel testo: perché di essi è il regno dei cieli , e per esortare il più sapiente a non mettersi al di sopra di quelli che nella chiesa sono piccoli, e a non disprezzare i bambini e gli infanti in Cristo (15), gioverà prendere dal vangelo di Luca il passo che dice: In verità vi dico, se uno non riceve il regno di Dio come un bambino : pur non essendo più bambino, ma uomo, avendo abbandonato cio che era da bambino , costui si fa bambino coi bambini, e dice loro: Non ho potuto parlare a voi come ad uomini spirituali, ma come ad esseri carnali; come a bambini in Cristo, vi ho

30 Is 50, 1. 31 Fil 2, 6. 32 Fil 2, 6.

(1) Il termine buono solo a Dio: "Quanto grande è la benevolenza

- benignitas - di Dio verso ciascun'anima... Se davvero consideri le anime sante, le buone opere, allora davvero scoprirai la tunica di vari colori che la visita di Dio dispensa a quanti sono stati chiamati per la salvezza. Comprendo la Legge, intendo i profeti, conosco i Vangeli, mi è chiaro l'Apostolo, sono prudente, son giusto, pietoso..." (Om Ez VI, 9,

123s.); nelle omelie pronunciate negli anni contemporanei a Cm Mt, Origene ripercorre la trama della misericordia e bontà divine attraverso le vicende della elezione d'Israele, segno e preparazione di un'epoca

224

dato da bere latte, e non cibo solido . Il testo completo, dunque, nel Vangelo secondo Luca, dice cosi: Gli portarono anche i bambini perché li accarezzasse, eccetera , sino al punto: Chi non accoglierà il regno di Dio come un bambino, non entrerà in esso .

Marco ha riportato il testo quasi con le stesse parole, anzi la fine l'ha riferita negli stessi termini.

4 Cf. Lc 6, 45. 5 Mt 19, 16. 6 Mt 19, 17. 7 Mc 10, 18; Lc

18, 19. 8 Lc 6, 45. 9 Col 1, 15. 10 Cf. Sap 7, 26. 11 Sap

7, 26.

(2) "Non si deve vedere una specie di bestemmia nell'espressione: Nessuno è buono se non il solo Dio Padre (
Mc 10,

18), si da credere che con cio venga negata la bontà del Figlio e dello Spirito Santo:... si deve intendere la bontà originaria ed assoluta in Dio Padre: da questo il Figlio nascendo e lo Spirito Santo procedendo

Commento a Matteo, Libro XV, 15-16 225

Origene su Matteo 425