Origene su Geremia 17

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OMELIA XVII


SU: «HA ALZATO LA VOCE UNA PERNICE», FINO A: «E UN GIORNO D'UOMO NON L'HO MAI DESIDERATO, TU LO SAI»

1. Siamo giunti alla famosa questione di sapere chi èla pernice di cui la Scrittura parla: Ha alzato la voce una pernice, ha radunato quelli che non aveva partorito, arricchendosi ma senza giudizio: a metà dei suoi giorni l’abbandoneranno e alla sua fine sarà insensata . Bisogna partire da cio che la zoologia descrive intorno alla pernice perché, conoscendo le caratteristiche di questo animale, vediamo se bisogna mettere la pernice di cui stiamo parlando in una migliore o in una peggiore categoria. Si dice che questo animale è di pessimi costumi e ingannatore e astuto, e volendo ingannare i cacciatori spesso volteggia attorno ai piedi del cacciatore per distoglierlo, con lo stargli vicino, dall’accostarsi al nido; e quando suppone che ha distolto il cacciatore e che i piccoli sono fuggiti, allora si alza in volo anche lei. Questo animale è anche estremamente impuro, al punto che i maschi combattono corpo a corpo gli uni con gli altri per accoppiarsi e un maschio monta un maschio. Se questo animale è dunque di cattivi costumi e se è impuro e se è astuto e se è ingannatore, è chiaro che metterlo in una categoria migliore e dire che puo riferirsi al Salvatore appare una cosa empia. Bisogna dunque vedere, qualora vogliamo interpretarlo come l’Avversario, se ci risulta una interpretazione tutta conseguente.

* 2. Cominciamo dalle parole: Ha alzato la voce una pernice, ha radunato quelli che non aveva partorito. Non sono certo le proprie creature che il diavolo raduna, non raduna quelli che ha generato, ma quando alza la voce raduna le creature altrui e le fa proprie . Ha alzato la voce la pernice per bocca di Valentino, ha alzato la voce la pernice per bocca di Marcione, ha alzato la voce per bocca di Basilide 4, per bocca di tutti gli eterodossi, poiché in nessuno di loro poteva essere la voce di Gesù a parlare. Le mie pecore ascoltano la mia voce ; ma la voce di Gesù è in Pietro e in Paolo, percio Paolo diceva: Se cercate una prova del Cristo che parla in me , mentre la voce della pernice che raduna quelli che non ha partorito è in coloro che sviano e ingannano i più semplici fra i credenti a motivo della loro ingenuità e sprovvedutezza. * Ha alzato la voce, dunque, la pernice, ha raccolto quelli che non aveva partorito, arricchendosi ma senza giudizio. Si è arricchita la pernice, vedi quante migliaia le appartengono, molti sono divenuti possesso della pernice, possesso della potenza avversa. E si è acquistata la sua ricchezza senza pensare con giudizio e senza agire con giudizio, ma comportandosi senza giudizio; percio è detto che la pernice si arricchisce, ma senza giudizio. Il mio Salvatore invece si acquista la sua ricchezza con giudizio e la sua ricchezza è oggetto di giudizio e di scelta. * 3. A metà, poi, dei suoi giorni la abbandoneranno. Noi tutti che eravamo un tempo sotto il dominio della pernice che alza la voce – poiché l’ha alzata non solo mediante quelli che ho nominato sopra, ma anche in senso assoluto mediante tutti quelli che ingannano e che, come se invitassero alla pietà l’empietà, invitano (invece)



a dogmi contrari alla verità – ma a metà dei suoi giorni l’abbiamo abbandonata; tutti i suoi giorni infatti sono giorni di questa era; ma poiché Cristo Gesù ci ha strappati dal presente secolo malvagio , per questo a metà dei suoi giorni l’abbiamo abbandonata.

E alla sua fine sarà insensata. Quando mai dunque è stata sensata cosi da divenire insensata alla fine dei suoi giorni? Certo possiamo dire che era sensata; poiché il serpente era il più sensato di tutte le bestie della terra che aveva fatto il Signore Dio ; sensata era secondo le parole di Isaia: Faro incursione sull’Intelligenza grande, il principe degli assiri, poiché ha detto: Con la forza agiro e con la sapienza dell’intelletto sopprimero i territori delle genti e devastero le loro risorse e scuotero le città abitate . Se qualcuno lo puo, comprenda come il suo ultimo tempo sarà insensato. Dopo essere stata sensata nel male – poiché essa era la più sensata di tutte le bestie sulla terra – diventerà insensata nel male per contrasto al fatto che era stata sensata. Ma tu comprenderai che cosa sia: Il suo ultimo tempo sarà insensato, se tu sapessi in che modo anche a te per mezzo dell’Apostolo è dato l’ordine di accettare l’insipienza per la tua salvezza: Se qualcuno fra voi si pensa sapiente in questo secolo, divenga stolto ; colui che aveva cominciato a gridare: sia stolto e insensato, conclude dicendo: per divenire sapiente. Se vi è dunque una certa sapienza riprovevole, nella quale i figli di questo secolo sono più sapienti dei figli della luce in questa generazione , buono è Dio, che sovverte i contrari coi contrari per far si che si compia cio che è stato detto: Il suo ultimo tempo sarà insensato. Quando il suo ultimo tempo sarà insensato? Bisogna che Cristo regni finché Dio non abbia posto tutti i suoi nemici sotto i




13 Con questo testo Origene mostra di interpretare in modo inequivocabile i due contestati verbi di Gv. 21, 15ss., filw` e ajgapw`.

suoi piedi; quando poi gli avrà sottoposto tutto, come ultimo nemico sarà distrutta la morte 15; quando sarà distrutta la morte, allora sarà la fine della pernice e il suo ultimo tempo sarà insensato.

4. Questo intorno alla pernice. Ma è stato lettoquesto inizio del capitolo secondo: Trono di gloria, luogo innalzato dal principio, nostra santificazione, pazienza di Israele, Signore, tutti quelli che ti hanno abbandonato restino confusi, quelli che si sono allontanati siano scritti sulla terra, perché hanno abbandonato il Signore, fonte della vita . Disse il beato profeta Isaia vedendo il Signore e il suo regno: Ho visto il Signore delle schiere seduto su un luogo eccelso ed elevato ; anche Geremia vide in che modo Dio regna e percio lo glorifica dicendo: Trono di gloria, luogo innalzato dal principio, nostra santificazione 18. Sia che tu voglia attribuire al Cristo queste parole, non peccherai; sia che tu le applichi al Padre, non sarà un sentimento empio; poiché il Salvatore è il trono eccelso della gloria e lo è dal principio: trono eccelso di gloria, percio il suo regno è eccelso. Nostra santificazione è il Cristo : poiché colui che santifica e coloro che sono santificati sono tutti da uno solo .

Pazienza di Israele . Come il Salvatore è la Giustizia in persona, la Verità in persona, la Santificazione in persona, cosi è anche la Pazienza in persona e non è possibile né essere giusti senza il Cristo né santi senza di lui né pazientare senza avere Cristo,


poiché la Pazienza di Israele è lui. E se riferisci a Dio (tutto questo), nemmeno cosi commetterai empietà.

Signore, tutti quelli che ti hanno abbandonato restino confusi, quelli che si sono allontanati . Ciascuno di noi quando pecca, per i suoi peccati abbandona il Cristo e abbandonando il Cristo abbandona Dio: infatti commettendo ingiustizia abbandona la Giustizia , e divenuto profano abbandona la Santificazione , e facendo la guerra abbandona la Pace , e venuto in potere del Nemico abbandona la Redenzione e stando al di fuori della sapienza abbandona la Sapienza di Dio . Tutti coloro dunque che abbandonano Dio il profeta li maledice e ci insegna che cosa capiterà loro, dicendo: Tutti quelli che ti abbandonano restino confusi! Nella misura in cui si sono allontanati, cosi restino confusi.

Sulla terra siano scritti. Tutti gli uomini sono scritti, i santi in cielo, i peccatori sulla terra. E detto ai discepoli da Gesù: Gioite poiché i vostri nomi sono scritti nei cieli . Bisogna dunque gioire se uno diviene tale che il suo nome sia scritto nei cieli. E come il nome dei santi è scritto nei cieli, cosi di quelli che vivono in modo terrestre, che non attraversano semplicemente la terra di Edom ma possiedono i campi della terra di Edom e le vigne , i nomi sono scritti sulla terra come quelli di gente che abbandona Dio.

Restino confusi, dice infatti, poiché si sono allontanati siano scritti sulla terra, poiché con la misura





22 Is. 5, 1.


con cui misurate sarà misurato a voi. Ciascuno è per se stesso causa di come è scritto. Se cerchi le cose che sono sulla terra, non cerchi quelle celesti . Se la tua anima si è piegata verso le cose di quaggiù, tu attiri su te stesso la pena, come Gesù dice: Non tesaurizzate per voi tesori sulla terra, dove tignola e ruggine distruggono e dove i ladri scavano e rubano, ma tesaurizzate per voi tesori nei cieli . Tesaurizzi in cielo? Sei causa per te stesso del fatto che il tuo nome sia scritto nei cieli.

Questo per le parole: Sulla terra siano scritti , e dice la causa: poiché hanno abbandonato la fonte di vita, il Signore. E all’inizio il medesimo profeta diceva da parte di Dio: Mi hanno abbandonato, fonte di acqua viva . E ora: Hanno abbandonato la fonte di vita, il Signore. Usiamo dunque anche noi, se vogliamo non abbandonare la fonte di vita, il Signore, l’espressione che i discepoli autentici 37 di Gesù usarono verso il Maestro che diceva loro: Forse anche voi volete andarvene? . E che diremo? Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna.

5. Qui cessa anche la seconda pericope; segue poiun’altra preghiera cosi formulata: Sanami, Signore, e saro sanato; salvami e saro salvato, perché mio vanto sei tu. Ecco che essi mi dicono: Dov’è la parola del Signore? Venga! Ma io non mi sono stancato di seguirti e non ho desiderato il giorno dell’uomo , tu lo sai . A colui che è venuto per i malati come medico e che dice: Non

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hanno bisogno del medico quelli in buona salute ma i malati , a lui solo ognuno che voglia essere guarito dalla malattia della sua anima puo dire con confidenza: Sanami, Signore, e saro sanato. Ma se altri da lui promettesse la guarigione delle anime, a costui non potresti dire con verità: Sanami, Signore, e saro sanato. Di fatto quella famosa emorroissa aveva dilapidato tutte le sue sostanze43 con i medici e non era riuscita a essere guarita da nessuno di loro ; non era certo ragionevole dire ad alcuno di loro: Sanami, Signore, e saro sanato, se non al solo di cui basta toccare l’orlo del manto . Dico dunque a lui: Sanami, Signore, e saro sanato, poiché se tu curi, alla cura da te impartita seguirà infine la guarigione , cosi che io saro salvato. Per numerosi che fossero quelli che salvano, non saro salvato. La salvezza vera è una sola, se è il Cristo a salvare: allora si che saro salvato. Fallace è il cavallo per la salvezza , fallaci anche tutte le altre cose tranne Dio per la salvezza. Percio vorrei dirgli questo: Salvami, Signore, e saro salvato; e io dico questo se solo potro dire anche il seguito, dopo aver rinunciato a ogni vanto: poiché mio vanto sei tu, o quando adempiro al comandamento che dice: Non si vanti il sapiente della sua sapienza né il forte della sua forza né il ricco della sua ricchezza, ma di questo si vanti chi si vanta, di comprendere e conoscere che io sono il Signore . Beato dunque chi ha rinunciato a ogni vanto di quaggiù, come alla cosiddetta nobiltà di nascita e alla bellezza e alle cose materiali, alla ricchezza, alla gloria, e si appaga del solo vanto di dire: Poiché il mio vanto sei tu.





30 Lc. 15, 7.


6. Ecco che essi mi dicono: Dov’è la parola del Signore? Che venga! Ma io non mi sono stancato di seguirti . Gesù ti dice: Prendi la tua croce e seguimi, e: Lascia tutto e seguimi, e: Colui che non abbandonerà il padre e la madre e non mi seguirà, non è degno di essere mio discepolo . Se tu divieni dunque tale da potere sempre seguire Gesù, allora lo seguirai e fintanto che lo segui, non te ne stancherai, poiché non ci sarà travaglio in Giacobbe né si vedrà dolore in Israele . Non c’è fatica per chi segue Gesù, il solo fatto di seguirlo toglie la fatica; per questo lui stesso dice, affinché non ci affatichiamo più, noi che eravamo stanchi prima di cominciare a seguirlo: Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi e io vi daro riposo .

Se dunque veniamo stanchi a lui e lo seguiamo, diremo: Ma io non mi sono stancato di seguirti; ne consegue logicamente dire anche: Un giorno d’uomo non l’ho mai desiderato. C’è un giorno d’uomo, c’è un giorno di Dio. Che ciascuno di noi desideri il giorno della risurrezione dei santi, non quello di cui è scritto: Guai a quelli che desiderano il giorno del Signore, poiché esso è tenebra e non luce . Chi è che dice: E un giorno d’uomo non l’ho mai desiderato? La chiarezza del Verbo ci rimprovererà di aver desiderato un giorno d’uomo. Spesso, quando siamo ammalati e presi dal pensiero del nostro esodo ,


preghiamo i fratelli che ci visitano e diciamo: Chiedi per me una concessione, chiedi per me che io resti in vita. Se diciamo cosi, non desideriamo il giorno santo di Dio ma un giorno d’uomo. Deponiamo percio l’amore della vita e il desiderio di un giorno umano e cerchiamo di vedere quel giorno nel quale otterremo la beatitudine in Cristo Gesù a cui è la gloria e la potenza nei secoli. Amen.


di Origene per la Scrittura si esplica anche, naturalmente, nel cercare di appurare l’esattezza del testo.





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OMELIA XVIII


SULLA PAROLA VENUTA DA PARTE DEL SIGNORE A GEREMIA IN QUESTI TERMINI: «ALZATI E SCENDI NELLA CASA DEL VASAIO», FINO A: «ESPONI LA LORO TERRA ALLA DISTRUZIONE E ALLA DERISIONE»

1. Ci sono di seguito due visioni di Geremia chesono state lette, delle quali la prima contiene cio che riguarda il vaso di argilla cruda nella mano del vasaio, vaso suscettibile di essere riparato dopo la rottura poiché è possibile riplasmarlo; la seconda visione contiene cio che riguarda il vaso di argilla cotta, vaso che, una volta rotto, non puo essere riparato. Quando infatti era di argilla cruda, se veniva spezzato, anche se era già stato modellato, poiché era di argilla cruda era suscettibile di diventare ancora una pasta per la seconda volta e di ricevere forma una seconda volta; ma se dopo essere stato di argilla cruda è già divenuto di argilla cotta ed è stato temprato al fuoco, allora non era più possibile, dopo la rottura del vaso di argilla cotta, che esso venga restaurato. Che cosa vuol dire questo? Consideriamolo dapprima in maniera globale, poi, se ce ne viene fatto dono, esaminiamolo parola per parola.

Finché siamo in questa vita, poiché il nostro vaso è di argilla cruda, per cosi dire, siamo formati alla maniera di un vasaio e siamo formati sia secondo la malizia che secondo la virtù; solo che siamo formati in modo da poter accogliere sia il fatto che la nostra malizia sia spezzata cosi da divenire una nuova creatura migliore, sia il fatto


che il nostro progresso dopo la sua formazione sia ridotto a un vaso d’argilla crudo. Ma quando saremo giunti al di là di questa era presente , pervenuti alla fine della vita, allora diventeremo qualsiasi cosa possiamo divenire, dopo essere stati temprati sia al fuoco delle frecce infuocate del Maligno5 sia al fuoco divino, poiché anche il nostro Dio è un fuoco divorante ; se, io dico, diveniamo sotto l’azione di questo o quel fuoco qualsivoglia cosa diverremo, se veniamo spezzati – sia che noi siamo spezzati e distrutti dopo essere stati dei bei vasi, sia che lo siamo dopo esser stati dei vasi miserevoli –, non possiamo essere rifatti né la nostra condizione è suscettibile di miglioramento. Percio, finché siamo di qui, è come se fossimo in mano a un vasaio, e se il vaso cade dalle sue mani, egli puo porvi rimedio e rifarlo.

2. Questo si puo dire in maniera un po’ sommaria,prima di esaminare il testo in modo dettagliato, sui due tipi di vasi, l’uno di argilla non ancora cotta e l’altro di argilla già cotta. Vediamo a partire dal testo stesso cio che è detto del vaso d’argilla che è in mano al vasaio e come la Parola stessa che è nel profeta, il Signore che profetizza in lui , ci fornisce anche altri spunti non irrilevanti per l’interpretazione di cio che riguarda l’oggetto plasmato nella mano del vasaio.

Parola venuta a Geremia da parte del Signore in



questi termini: Alzati e scendi nella casa del vasaio. In alto c’è Geremia, è salito più in alto dei vasi d’argilla; e la natura che regge i vasi d’argilla, per condiscendenza verso quelli che regge è in basso. Percio la Parola venuta a Geremia da parte del Signore gli dice: Alzati e scendi nella casa del vasaio e là ascolterai le mie parole. A Mosè è detto: Sali sul monte e ascolta 11; a Geremia è detto: Scendi nella casa del vasaio e ascolta: poiché ciascuno di quelli che ascoltano la Parola riceve o un insegnamento sulle cose dell’alto o un’istruzione su quelle del basso. Se ricevo un insegnamento sulle cose del basso, discendo mediante il Verbo per vederle; se ricevo un’istruzione sulle cose dell’alto, salgo mediante il Verbo per contemplare cio che vi è là.

Affinché tutti seguiate cio che vi viene detto, secondo la capacità di ciascuno, mi serviro di un esempio tratto anch’esso dalla Scrittura e accanto a questo esempio presentero pure una spiegazione chiara che conduce all’interpretazione (a me) donata : Nel nome di Gesù ogni ginocchio si piegherà13 degli esseri celesti, terrestri e sotterranei e ogni lingua confesserà che Gesù Cristo è Signore a gloria di Dio Padre . Vi è una sapienza che concerne ciascuna di queste categorie: una sapienza relativa agli esseri celesti, come gli esseri celesti siano disposti; una sapienza relativa agli esseri sotterranei, perché c’è una sapienza di Dio anche riguardo alla disposizione degli esseri sotterranei, e ugualmente per gli esseri terrestri 15. Se devo comprendere la sapienza relativa agli esseri celesti, salgo verso le cose celesti




50 2 Cor. 5, 16.


come Mosè sali sulla cima del monte perché la voce dal cielo gli divenisse udibile come sta scritto : doveva infatti essere istruito sulle liturgie celesti, poiché vi è un’ombra e una rappresentazione dei misteri celesti nelle leggi scritte, come insegnava l’Apostolo dicendo: i quali rendono culto alla rappresentazione e all’immagine delle cose celesti . Se devo dunque essere istruito riguardo alle cose celesti, salgo; e cosi, se devo ricevere un ammaestramento sulle cose sotterranee, anche se fossi un profeta, discendo. E forse per questo Samuele, quando fu istruito nelle realtà sotterranee, scese giù e venne nell’Ade: non perché condannato a stare nell’Ade, ma per essere osservatore e spettatore dei misteri degli esseri sotterranei . Possono essere simili a queste anche le cose dette dall’Apostolo riguardo alla Sapienza, quando le distingue per poter conoscere qual è la larghezza e la lunghezza e la profondità e l’altezza . Devi conoscere l’ altezza: sali mediante il Verbo sull’altezza; devi conoscere il profondo: scendi, mediante il Verbo, nel profondo; devi conoscere cio che è intermedio fra l’altezza e la profondità: conosci la larghezza e la lunghezza. L’intelletto che puo seguire il Figlio di Dio va dappertutto, condotto dal Verbo che lo istruisce su tutto, e lo segue se ha rinunciato al mondo e preso la croce , poiché puo seguire Gesù soltanto colui che puo dire: Per me il mondo è crocifisso e io per il mondo.

Bisognava spiegare il passo: Scendi nella casa del vasaio e là udrai le mie parole , poiché bisognava confrontarlo con l’altro: Sali e udrai le mie parole. Di quelli che ascoltano, gli uni salgono per essere istruiti, pero non salgono affatto corporalmente; gli altri scendono



54 2 Cor. 4, 10.


ma tengono l’anima in alto per vedere la Ragione superiore delle cose inferiori. Il mio stesso Signore Gesù Cristo è salito ed è disceso, poiché colui che è salito è anche colui che è disceso: egli è al di sopra di tutti i cieli . Se dunque anche tu devi capire il Verbo asceso nelle zone superiori, che istruisce riguardo alle realtà superiori, se devi comprendere il Verbo disceso nelle zone inferiori, che istruisce riguardo alle realtà inferiori,

non dire: Chi salirà in cielo? Questo è trarre giù Cristo. Oppure: Chi scenderà nell’abisso? Questo è ritrarre Cristo dai morti. Ma cosa dice la Scrittura? Vicina a te è la Parola, sulla tua bocca e nel tuo cuore , mediante la quale tu sali nel cielo. E per quanto concerne la salita, vicina a te è la Parola; e quanto alle cose inferiori: vicina a te è la Parola. E che cosa infatti puo avere in se stesso il santo se non il Verbo che è dappertutto ? Poiché il regno dei cieli è dentro di voi 27.

3. Scende dunque il profeta nella casa del vasaio eracconta cio che ha visto con queste parole: Ed ecco egli faceva un oggetto con le sue mani, ma il vaso che egli stava facendo con l’argilla cadde dalle sue mani; e di nuovo fece da esso un altro vaso, come gli piacque di fare . Ma non so che cosa ha visto il profeta una volta giunto dal vasaio: certo ha visto il vasaio al lavoro, il vaso che faceva era d’argilla, il vaso è caduto. Perché non ha detto chiaramente: Si è lasciato cadere di mano il vaso, e non ha dato la colpa al vasaio? Ma è perché la Parola concerne dei vasi animati, i quali cadono da sé, per questo è detto: è caduto il vaso dalle sue mani. Bada dunque anche tu a te stesso , perché, mentre sei nelle mani del vasaio e ancora nell’atto di essere plasmato, tu


non cada da solo fuori dalle sue mani. Nessuno, infatti, rapisce dalle sue mani 30, come è detto nel Vangelo secondo Giovanni: non è affatto scritto che, come nessuno rapisce cosi nessuno cade dalle sue mani, perché il principio di autodeterminazione è libero. Allora io dico: Certo nessuno rapirà qualcosa dalla mano del Pastore, dalla mano di Dio nessuno puo prenderci, ma noi stessi per negligenza possiamo cadere dalle sue mani.

4. E venne la Parola del Signore a me dicendo: Forse che non potro fare di voi come il vasaio, casa di Israele?, dice il Signore. Ciascuno comprende cio che è scritto secondo la sua capacità, l’uno ricavandone il senso in modo più superficiale come da una fonte raso terra; l’altro traendolo più profondamente come da un pozzo ; e possono entrambi averne giovamento, perché la stessa realtà per l’uno è fonte e per l’altro è pozzo 33. Lo attesta il Vangelo nel racconto della Samaritana, poiché la stessa cosa è chiamata fonte e pozzo e da luogo a luogo talora è detta fonte talaltra pozzo. Vi rifletta chi puo per vedere che la stessa realtà quanto a sostanza è fonte per l’uomo superficiale e pozzo per l’uomo più profondo.

Questo è stato il mio proemio al seguente racconto che concerne il vaso d’argilla caduto dalla mano del vasaio e subito riplasmato. Alcuni hanno osservato e compreso queste cose in maniera piuttosto semplice; vi esporro il loro pensiero e la loro spiegazione e qualora poi abbiamo qualcosa di più profondo, descriveremo anche questo.

Possono, dicono, essere qui manifestati i misteri della risurrezione: se infatti il vaso d’argilla è caduto dalle mani del vasaio e questi dalla medesima materia, dalla




medesima argilla, fa di esso un altro vaso, come gli è piaciuto 35, il Dio vasaio dei nostri corpi, creatore del nostro organismo, se il vaso cade e si spezza per un qualunque motivo, puo riprenderlo e rinnovarlo e fare un altro vaso più bello e più pregiato, come gli è piaciuto di fare.

5. Abbia pure favore anche questa spiegazione, maascoltiamo il Signore stesso che spiega con queste parole: Forse che non posso fare a voi come il vasaio, o casa di Israele? dice il Signore. Ecco, come l’argilla del vasaio, cosi voi siete nelle mie mani. Pronuncero un decreto finale su una nazione e su un regno, di toglierli di mezzo e distruggerli; e si convertirà quella nazione dai loromali che le avevo rimproverato e io mi pentiro dei mali che avevo pensato di farle. E pronuncero un decreto finale su una nazione e su un regno, da ricostruire e piantare, e faranno il male davanti a me cosi da non ascoltare la mia voce, e io mi pentiro del bene che avevo detto di fare loro, dice il Signore. Vediamo che quanto è avvenuto nella casa del vasaio si riferisce non a degli eventi di carattere individuale ma a due nazioni: dice infatti cominciando che sta per parlare di nazioni, per suggerire qualcosa a coloro che possono intendere misteri ineffabili : Pronuncero un decreto finale su una nazione. Cerca e la fine e la prima nazione su cui parla di distruzione a motivo dei loro peccati, e dopo aver parlato di distruzione per i peccati promette niente meno che questo: qualora si pentano, lui si pentirà del male che aveva detto di fare loro. E di nuovo parla su di un’altra nazione, la seconda, di ricostruire e piantare una nazione intera; e poiché questa nazione ricostruita e piantata possiede una bella promessa, potendo tuttavia peccare, egli dice dopo queste cose: Se si allontanano dalle opere


5 VIII, 5, 24, p. 110.


buone, io mi pentiro del bene che avevo detto di fare loro.

Quali sono dunque le due nazioni, quella nominata per prima, che il Verbo minaccia, e la seconda, a cui fa delle promesse? Minaccia tuttavia in modo tale che, se si convertisse, non eseguirebbe le minacce; promette in modo tale che, se la seconda nazione cadesse e nonfosse più degna delle promesse, non le otterrebbe. E essenzialmente attorno a due nazioni che gira tutta l’economia di Dio riguardo agli uomini che sono nel mondo: per prima c’è quella nazione, Israele; per seconda, dopo la venuta del Cristo, questa nazione. Alla prima Dio ha fatto le minacce che ha fatto e vediamo gli effetti della minaccia rivolta alla prima nazione: fu in cattività, la loro città fu demolita, distrutto il santuario, abbattuto l’altare, non c’è più nulla di salvo presso di loro delle cose un tempo venerabili. Poiché Dio diceva a quella nazione: Convertitevi, e non si sono convertiti. Dopo aver detto loro cosi, Dio parla a questa seconda nazione della sua ricostruzione, ma vede che anche questa nazione è composta di uomini che possono cadere di nuovo, percio minaccia pure questa e dice: Anche se prima ho parlato di costruire e di piantare e di coltivare campi, anche questa nazione dovrà peccare e a lei che pecca accadranno le stesse cose dette a quegli altri a motivo dei loro peccati, e se non si pentiranno saranno piegati. Scruta tutta la Scrittura e troverai che la maggior parte dei passi si riferisce a queste due nazioni: Dio ha scelto i padri, ha fatto loro una promessa, ha fatto uscire dall’Egitto un popolo disceso dalla stirpe dei padri, è stato longanime con coloro che peccavano, li ha istruiti come un padre, li ha introdotti, ha donato loro la terra della promessa, ha mandato loro profeti in tempi opportuni, li corresse e li distolse dai loro peccati, fu sempre longanime con loro inviando chi li curasse, finché non venne l’archiatra , il profeta che supera i profeti, il medico che



supera i medici. Lui venuto, l’hanno consegnato e ucciso dicendo: Togli, togli dalla terra un uomo simile! Crocifiggi! Crocifiggilo! . Immediatamente venne una visita (di Dio) sulla nazione , fu reso deserto il luogo dove il mio Gesù era stato crocifisso, Dio scelse un’altra nazione. Vedete come la messe è molta, anche se gli operai sono pochi 46; e d’altra parte la dispensazione di Dio è tale che la rete viene sempre gettata nel mare di questa vita e vengono raccolti pesci di ogni specie ; invia numerosi pescatori, invia numerosi cacciatori , cacciano su ogni monte, cacciano su ogni colle , vedi quanta è la sua dispensazione per la salvezza delle genti.

Vedi dunque la soavità e la severità di Dio: per la nazione che era la prima ed è caduta, severità, ma per te, seconda nazione, promesse e soavità, se perseveri nella soavità: altrimenti anche tu sarai reciso; poiché la scure non soltanto allora era posta alla radice degli alberi, è pronta a venire di nuovo la scure, si la scure è posta alla radice degli alberi , diceva allora il mio Gesù profetizzando su Israele, presso il quale era la scure. Lui stesso era la scure per l’albero sterile e diceva: Già la scure è posta alla radice degli alberi. Quanto vi era là di alberi non facenti frutto fu reciso e gettato nel fuocoed è punito. Ma ora c’è un altro territorio simile al primo, del quale è detto: Introducili e piantali sul monte della tua


eredità, sul luogo preparato per tua abitazione ; ha introdotto il suo popolo Dio sul monte della sua eredità. Il monte che io cerco non è, come per i giudei, composto di materie inanimate; il monte è il Cristo: in lui siamo stati piantati, su di lui siamo stati fissati . Vedete dunque che il padrone di casa , se pure ha fatto prova di longanimità, venendo non dica: Già da tre anni vengo da questo fico e non ha portato frutto; taglialo! Perché poi deve ancora rendere inutile la terra? . Rende infatti inutile la terra buona che è il Cristo, mistero della Chiesa, colui che viene all’assemblea e non porta frutto.

6. Pronuncero un decreto finale su una nazione o anzi su un regno . Puo sembrare che l’espressione «finale» sia stata usata senza particolari intenzioni, essa invece è stata usata cosi: nel passo «pronuncero su una nazione o su un regno», il decreto finale significa cosi: «demoliro» è il decreto finale detto alla prima nazione, e alla seconda nazione: «vi ricostruiro». E ai primi dice anche: Vi sradichero; e ai secondi: Vi piantero.

Dato allora che è detto «finale», bisogna dunque che venga la fine? Dio che non si pente è detto che si pente secondo la Scrittura . Applichiamoci al testo affinché, se possiamo giustificare come cio è detto, accogliamo la Parola: Pronuncero un decreto finale, dice, su una nazione o su un regno, di toglierli di mezzo e distruggerli; e se si convertirà quella nazione dai loro mali che le avevo rimproverato, allora io mi pentiro dei mali che









avevo pensato di fare loro. E pronuncero un decreto finale su una nazione e su un regno, di ricostruire e di piantare, e faranno il male davanti a me cosi da non ascoltare la mia voce, e io mi pentiro del bene che avevo detto di fare loro, dice il Signore. Quanto al pentimento di Dio, ci è richiesto di giustificarci, poiché sembra riprovevole e indegno, non solo da parte di Dio ma anche dell’uomo saggio, il fatto di pentirsi. Non concepisco infatti un saggio che si pente, ma colui che si pente, se si prende il termine secondo il suo uso abituale, si pente di non aver preso una buona decisione. Ma Dio, che preconosce gli eventi futuri, non puo non decidere bene e poi pentirsene. Come dunque la Scrittura gli fa dire: Mi pentiro? Lo spieghero più avanti . Anche nel Libro dei Re è detto: Mi sono pentito di aver unto Saul come re, e in genere di lui si dice: e si pente dei mali .

Ma vedi in che cosa veniamo istruiti su Dio in generale. In qualche luogo è detto: Dio non è come un uomo per essere ingannato né come un figlio d’uomo per essere minacciato . Apprendiamo quindi attraverso questo testo che Dio non è come un uomo, apprendiamo invece che è come un uomo attraverso un altro testo che dice: Poiché il Signore tuo Dio ti ha castigato come un uomo castigherebbe suo figlio , e ancora: Ti ha portato come una nutrice, come un uomo porterebbe suo figlio . Quando dunque le Scritture discorrono di Dio in se stesso e cioè non mescolano la sua economia alle cose umane , dicono che non è come un uomo : della sua grandezza non vi sarà mai confine e: è temibile sopra tutti gli dèi , e: Lodatelo, voi tutti angeli di Dio: lodatelo, voi tutte sue schiere; lodatelo, sole e luna; lodatelo, astri


tutti e luce . E percorrendo le sacre Scritture potresti trovare mille altri passi che si addicono alla frase: Dio non è come un uomo ; ma quando la divina economia si intreccia alle cose umane, lui assume la mente, i costumie il linguaggio umani. E come quando noi parliamo a un bambino di due anni: balbettiamo in funzione del bambino, perché, se conserviamo la dignità dell’età adulta dell’uomo maturo e parliamo ai bambini senza accondiscendere al loro linguaggio, non è possibile che i bambini comprendano. Mi sembra che avvenga qualcosa di simile anche per cio che concerne Dio, quando lui si occupa del genere umano e soprattutto di coloro che sono ancora infanti. Vedi come noi adulti cambiamo perfino i nomi (delle cose) per i bimbi piccoli: anche il pane lo chiamiamo con un nome speciale per i bimbi piccoli e anche il bere lo chiamiamo con un altro nome, senza usare il linguaggio degli adulti del quale ci serviamo con gli interlocutori adulti, usando invece un altro linguaggio adatto ai bambini e agli infanti. E cosi, se parliamo ai bambini dei vestiti, imponiamo ad essi altri nomi, fabbricando una specie di linguaggio infantile. Siamo dunque allora degli uomini immaturi? E se



l’umanità del Cristo.

senso.

qualcuno ci sentisse parlare con dei bambini, dirà: Questo vecchio ha perso la ragione, quest’uomo si è dimenticato della sua barba, della sua età adulta? O non si concederà piuttosto, secondo le circostanze, che parlando a un bambinetto non si usi un linguaggio da anziano o da adulto bensi da fanciullo?

Cosi anche Dio parla a dei fanciulli: Eccomi, dice il Salvatore stesso, io e i figli che Dio mi ha dati . Si potrebbe dire a un vecchio che parla a un fanciullo in modo fanciullesco o, per dirla in maniera più enfatica, in modo infantile: Hai portato come una nutrice tuo figlio e hai preso gli atteggiamenti dell’infante e hai assunto la sua situazione. Comprendiamo dunque che in questo senso anche la Scrittura dice: Ti ha portato come una nutrice il Signore tuo Dio, come se un uomo portasse suo figlio . Sembra che i traduttori dall’ebraico, non avendo trovato in greco una espressione equivalente, l’abbiano coniata, come in molti altri casi, e abbiano reso la frase: Il Signore tuo Dio si è «accomodato» a tenel senso di: ha assunto i tuoi «modi», come un uomo sempre assumerà i modi – secondo l’esempio che ho dato – di suo figlio. Poiché dunque noi siamo gente che si pente, quando parla a noi che ci pentiamo Dio dice: Io mi pento, e quando ci minaccia non agisce da uno che preconosce ma minaccia come se parlasse a dei lattanti: non mostra di aver preconosciuto tutte le cose prima della loro nascita , ma come se, per cosi dire, ingannasse un lattante, fa finta di non sapere le cose future. Certo è che minaccia una nazione per i suoi peccati e dice: Se si pente questa nazione, anch’io mi pentiro . O Dio, dunque quando tu minacciavi non sapevi se questa nazione si sarebbe pentita o non si sarebbe pentita? E che? Quando promettevi, non sapevi se l’uomo o la





32 Lc. 12, 20.


nazione a cui era rivolta la tua parola sarebbe rimasta degna delle tue promesse o non lo sarebbe rimasta? Si, ma Dio fa finta.

Potresti anche trovare molti simili antropomorfismi nella Scrittura, come pure questo: Parla ai figli di Israele, forse ascolteranno e si pentiranno82. Non perché fosse in dubbio Dio ha detto: Forse ascolteranno; Dio non è mai in dubbio cosi da dire: Forse ascolteranno e si pentiranno, ma fa cosi per mettere in piena evidenza la tua autodeterminazione e perché tu non dica: Se ha previsto che io sia perduto, è inevitabile che io sia perduto; se ha previsto che io sia salvato, è affatto inevitabile che io sia salvato .

Finge dunque di non sapere cio che avverrà di te per rispettare la tua autodeterminazione come se non avesse presupposto né preconosciuto se ti pentirai o no. Percio dice al profeta: Parla, forse si pentiranno. Troverai certamente altre migliaia di simili frasi, dette di Dio quando si accomoda all’uomo. Se senti dire furore di Dio e ira di lui , non credere che l’ira e il furore siano passioni di Dio: sono dispensazioni di linguaggio utili per convertire e migliorare un lattante, poiché anche noi presentiamo ai bambini una faccia tremenda, non perché corrisponda al nostro stato d’animo, ma a una precisa dispensazione. Se conserviamo sul volto l’indulgenza dell’anima verso il bambinetto e manifestiamo il tenero amore che abbiamo per lui, senza cambiare noi stessi e in qualche modo trasformarci ai fini della sua conversione, lo guastiamo e lo rendiamo peggiore. Percio dunque si parla dell’ira e del








41 1 Gv. 3, 21s.


furore di Dio, perché tu ti penti e sia reso migliore; e in realtà non si adira né si infuria, ma tu subirai gli effetti dell’ira e del furore se per la tua malvagità cadrai in pene intollerabili, qualora tu sia corretto dalla cosiddetta ira di Dio.
* 7. In seguito, dopo il discorso delle due nazioni, la prima a cui è fatta la minaccia e la seconda a cui è fatta la promessa, dice all’indirizzo evidentemente dei primi: E ora ho detto agli uomini di Giuda e agli abitanti di Gerusalemme: Cosi dice il Signore: Ecco io plasmo contro di voi dei mali . Poiché nella mia mano sono queste cose che io plasmo contro di voi, possono cadere; fatele cadere dalla mia mano, affinché io cambi i mali che plasmo contro di voi e ne faccia dei beni. Non potresti trovare: Ecco plasmo per voi dei beni, né parole analoghe a quelle dette in seguito, per manifestare dopo questo che i beni che plasma se li lascia cadere dalle mani per farne dei mali; no, plasma dei mali secondo l’esempio detto sopra e plasmando dei mali fa si nella sua dispensazione – a parte l’interpretazione data sopra della frase: è caduto dalle mie mani – che, se cadono, non si realizzi neanche l’effetto impensabile dei mali plasmati. * 8. Si volga dunque ciascuno dalla sua via malvagia ed emendate i vostri comportamenti 89. Talvolta i sempliciotti dicono: Beati gli uomini di epoche anteriori, che hanno udito il Signore parlare mediante il profeta e ai quali il Signore ha parlato. Ma anche a noi dice ora il Signore mediante le Scritture: Si volgano ognuno dalla sua via malvagia; è il Signore stesso che discorre con te quando dice: ed emendate i vostri comportamenti. Quelli a cui sono state rivolte queste parole di invito alla penitenza hanno risposto, e vediamo che cosa hanno risposto, per non rispondere anche noi le medesime cose. E che?



Rispondendo dicono: Noi ci comportiamo virilmente, si, andremo dietro alle nostre perversioni e faremo ciascuno cio che piace al suo cuore malvagio 90. E se anche non lo dite a parole ma la vostra vita è tale da peccare, di fatto dite anche voi mediante le azioni malvagie commesse dopo le parole di invito: Noi ci comportiamo virilmente, si, andremo dietro alle nostre perversioni e faremo ciascuno cio che piace al suo cuore malvagio. Che significa: Andremo dietro alle nostre perversioni? Quelli che hanno cominciato a porre mano all’aratro , protendendosi alle cose che stanno davanti nel coltivare, dimenticando le cose che sono dietro , si sono volti dalle cose abbiette. Quando dunque qualcuno che ha messo mano all’aratro si volge indietro, andrà dietro alle sue perversioni, poiché andrà dietro a quelle cose da cui si era volto e ritorna correndo a quei peccati che aveva abbandonato. E tra coloro dunque che ascoltano queste cose, sia catecumeni che hanno abbandonato la vita pagana, sia fedeli già progrediti nel protendersi in avanti, non si dice nient’altro, se la loro vita è divenuta depravata, che questo: Andremo dietro alle nostre perversioni e faremo ciascuno cio che piace al suo cuore; non dice semplicemente al suo cuore bensi al suo cuore malvagio, poiché vi è un cuore malvagio e vi è un cuore buono.

Nessuno dunque vada dietro alle sue perversioni e faccia cio che piace al suo cuore malvagio. Percio a quelli che rispondono cosi dice il Signore: Interrogate le genti: Chi ha mai udito cose tanto terribili come quelle compiute smodatamente dalla vergine d’Israele? . Sembrerà che anche queste parole siano state dette semplicemente; ma se la Chiesa uscita dalle genti si volgerà a Dio nel modo dovuto, allora si dirà: Su, interrogate le genti: udite quali cose terribili ha compiuto smodatamente la vergine d’Israele. Paragoniamo infatti la vita di quei peccatori alla vita di quelli che si sono volti (a Dio) e hanno creduto e



sapremo che quelli hanno commesso cose terribili uccidendo il Signore della gloria94; questi invece, mentre quelli commettevano cose terribili, si sono convertiti a lui, che è stato ucciso e messo a morte per i peccati del mondo.

9. Interrogate dunque le genti: Chi ha mai udito cose tanto terribili come quelle compiute smodatamente dalla vergine d’Israele? Mancheranno forse alla roccia le mammelle o la neve al Libano? Forse che l’acqua portata violentemente dal ventosi volgerà di lato? Poiché il mio popolo mi ha dimenticato, hanno offerto incenso a vuoto e perderanno le forze nelle loro vie su dei percorsi eterni per seguire sentieri non tracciati e gettare la loro terra in una distruzione e derisione eterne . Qui ha parlato di differenze di acque: in primo luogo nel: Mancheranno alla roccia le mammelle? In secondo: O la neve al Libano? In terzo luogo: L’acqua portata violentemente dal vento si volgerà di lato? Queste tre specie di acque sono le fonti delle acque cui anela l’anima dei giusti divenuta simile alla cerva, cosi che ciascuno puo dire: Come anela la cerva alle fonti delle acque, cosi anela l’anima mia a te, o Dio.

Chi dunque è divenuto un cervo, nemico della razza dei serpenti, insensibile al loro veleno, come si racconta dei cervi ? Chi ha avuto tanta sete di Dio da poter dire: Ha avuto sete l’anima mia del Dio vivente ? Chi ha avuto cosi sete delle mammelle della roccia? – e la roccia era il


Cristo –. Chi ha avuto tanta sete dello Spirito santo da poter dire: Come anela la cerva alle fonti delle acque, cosi anela l’anima mia a te, o Dio ? Se non abbiamo sete delle tre fonti delle acque, non troveremo nemmeno una fonte di acque. Sembrava che i giudei avessero sete di una sola fonte delle acque, Dio, ma poiché non hanno avuto sete del Cristo e dello Spirito santo non possono bere nemmeno da Dio; sembrava che gli eretici avessero sete di Cristo Gesù, ma poiché non hanno avuto sete del Padre, che è il Dio della Legge e dei profeti, per questo non bevono nemmeno da Gesù. Quelli che custodiscono Dio ma cancellano le profezie, non hanno avuto sete dello Spirito santo che è nei profeti, percio non bevono nemmeno dalla fonte del Padre né di colui che grida nel tempioe dice: Se qualcuno ha sete venga a me e beva.

Non mancheranno quindi alla roccia le mammelle107, ma sono stati loro ad abbandonare la fonte d’acqua viva , non la fonte ad abbandonarli. Dio infatti non si allontana da nessuno, ma quelli che si allontanano da lui periranno ; Dio, piuttosto, si avvicina ad alcuni e va incontro a chi viene a lui. Di fatto, quando il figlio che aveva consumato tutta la sua sostanza ritorno, il Padre gli ando incontro , lui che promette mediante i profeti: Mi avvicinero a loro più che la tunica della loro pelle; dice infatti: Un Dio vicino sono io e non un Dio lontano, dice il


Signore.

Non mancheranno dunque alla roccia le mammelle, le acque di Gesù, né la neve al Libano , le acque delPadre. E bianco infatti il santo incenso secondo la legge di Dio e viene offerto sull’altare un incenso puro in parti uguali . Questo monte ha lo stesso nome che l’incenso e c’è una neve che scende dal Libano come l’acqua dello Spirito santo di cui è detto: Si volgerà forse di lato l’acqua portata violentemente dal vento? E vero che è portata dal vento . Non si volgerà di lato, non fugge l’acqua dello Spirito santo, ma ciascuno di noi peccando fugge dal bere allo Spirito santo.

10. Poiché mi ha dimenticato il mio popolo, a vuoto hanno offerto incenso 117. Ognuno che pecca ha dimenticato Dio , ma il giusto dice: Tutto questo è venuto su di noi, ma non ti abbiamo dimenticato e non abbiamo violato la tua alleanza . Quel popolo si, che ha realmente dimenticato Dio e ha offerto incenso a vuoto. Bisogna considerare cosa significa l’offrire incenso a vuoto. Se riprendiamo le cose dette recentemente sul salmo, comprenderemo che cosa vuol dire l’offrire incenso a vuoto. C’era nel salmo una parola come questa: Sia la


mia preghiera come incenso davanti a te . Dunque la mia preghiera, composto sottile di pensieri sottili di un cuore sottile quando il nostro cuore non è impinguato, innalzandosi diventa come un incenso davanti a Dio. Se dunque la preghiera del giusto è incenso davanti a Dio, la preghiera dell’ingiusto è incenso si, ma tale che di essa e dell’ingiusto che prega è detto: A vuoto hanno offerto incenso; come è scritto di Giuda: La sua preghiera diventi peccato . Quello nel pregare aveva offerto incenso a vuoto. Ma consideriamo ancora di più chi è colui che offre incenso a vuoto: Tre volte all’anno – dice – comparirà ogni tuo maschio davanti al Signore Dio tuo , al che viene aggiunto subito: Non comparirai davanti a me vuoto. Dunque, fra quelli che venivano... .








Origene su Geremia 17