Origene su Geremia 19

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OMELIA XIX


SULLA PAROLA: «E UDÌ IL SACERDOTE PASCHOR, FIGLIO DI EMMER», FINO A: «MI HAI SEDOTTO, SIGNORE, E SONO STATO SEDOTTO»

* 10. (...) dell’intelligenza della Scrittura, il che avvieneall’occhio che comprende la chiarezza delle sacre lettere. Dico queste cose nel proemio per risvegliare e destare sia me stesso che gli ascoltatori a fare attenzione alle parole che sono state lette, affinché chiediamo che Gesù venga e si manifesti a noi e ci insegni ora cio che è scritto in questo brano. * 11. Profeto Geremia e udi Paschor figlio di Emmer, il sacerdote, le parole della profezia, e sebbene gli ascoltatori di Geremia fossero verosimilmente tanti, a giudicare dal semplice seguito della profezia, non è scritto per nulla che vi fosse un altro ascoltatore oltre a Paschor; e la Scrittura si è presa cura di dire di chi era figlio, cioè di Emmer, e che aveva il titolo di sacerdote e quale rango avesse in mezzo al popolo, cioè che era stato costituito capo della casa del Signore nel tempo in cui Geremia profetizzava queste parole. E scritto pure che all’udire le parole di questa profezia Paschor colpi Geremia e non si accontento di averlo colpito ma lo getto anche in una fossa. La Scrittura si è preoccupata di dire dove era




69 Ger. 16, 19.

questa fossa: alla porta di Beniamino, e che la fossa era in un luogo dove c’era un piano superiore , il quale piano superiore non era di alcun’altra casa se non della casa del Signore . Questo lo Spirito santo ha scritto che è avvenuto a Geremia a causa della sua profezia, ed è avvenuto ad opera di Paschor; quindi, dice, il giorno dopo Paschor trasse fuori Geremia dalla fossa e Geremia, una volta tratto fuori, disse a Paschor: Il Signore non ti ha chiamato con questo nome di Paschor, un altro nome ti è stato dato: come a Giacobbe Israele , come ad Abram Abraam , come a Sara Sarra, cosi ti ha dato il nome di Deportato e per questo ti ha chiamato Deportato, poiché dice il Signore: Ecco, io ti consegno alla deportazione insieme a tutti . Tutti chi? Non dice: con la tua sposa e i tuoi figli e le tue figlie, ma con i tuoi amici; e quando sarai consegnato alla deportazione, i tuoi amici cadranno di spada. Poi, siccome vi è differenza fra quelli che cadono di spada, tra il cadere sotto la spada dei nemici e il cadere sotto la spada di altri, afferma che gli amici di colui che ha gettato Geremia nella fossa cadranno sotto la spada dei loro nemici. E i tuoi occhi – dice – vedranno cio che è profetizzato: te e tutto Giuda consegnero in mano al re di Babilonia, dopo che i tuoi amici avranno subito la stessa sorte, e li deporteranno a Babilonia e li faranno a pezzi : il re di Giuda e quelli di Giuda li faranno a pezzi con la spada, ma non è aggiunto qui «dei loro nemici», come per i precedenti che erano detti amici di Paschor. Dice poi: E consegnero tutta la forza di questa città e tutti i tesori del re di Giuda e tutte le



fatiche di questa città nelle mani dei loro nemici, affinché i nemici facciano rapina dei tesori e prendano le cose dette sopra e conducano Giuda e il suo re a Babilonia ; e tu, Paschor, e tutti gli abitanti della tua casa andrete in cattività a Babilonia e là morrai e là sarai sepolto tu e tutti i tuoi amici, ai quali hai profetizzato menzogne.

Bisognerebbe riassumere l’intera pericope e chiarire non dico il suo senso profondo – se mai lo comprendessimo – ma il testo stesso e il suo senso letterale che anche un principiante, se si attacca alla lettera accuratamente e non alla leggera, puo capire anche cosi. Che vogliono dunque dire queste cose? Qui la difficoltà è nel mostrare l’intenzione della lettera di questo testo e io confesso davvero di non poterlo spiegare da solo ma di aver bisogno, come ho detto sopra, di una epifania della potenza di Gesù, in quanto lui è Sapienza, in quanto è Verbo, in quanto è Verità , perché la sua epifania faccia luce sul volto della mia anima.

12. (...) Anche i maghi d’Egitto avevano dei bastoni, che volevano far togliere di mezzo quelli di Mosè e di Aronne come se non provenissero da Dio, ma i bastoni provenienti da Dio rifiutano quelli dei sofisti e dei maghi. La verga di Aronne li divoro , poiché era sufficiente a







questo da sé anche senza la verga di Mosè.

Paschor colpi dunque Geremia il profeta20 e secondo la sua indole lo colpi: e colpi Geremia il profeta: è aggiunta anche l’espressione: il profeta. Qui allora colui che ha colpito Geremia ha colpito il profeta; ed è scritto negli Atti che uno colpi Paolo per ordine del sommo sacerdote Anania, al che Paolo disse: Ti colpirà Dio, muro imbiancato . E fino ad oggi, per ordine di un sommo sacerdote illegittimo del Verbo gli ebioniti colpiscono l’Apostolo di Gesù Cristo con parole calunniose e Paolo dice a un tale sommo sacerdote del Verbo: Ti colpirà Dio; e un tale sacerdote, al di fuori seducente, è in realtà un muro imbiancato, pieno al di dentro di ossa di morti e di ogni impurità . Ma perché parlare di Paolo e di Geremia? Lo stesso mio Signore Gesù Cristo dice: Il mio dorso ho consegnato ai flagelli, le mie guance agli schiaffi, il mio viso non ho volto indietro dall’onta degli sputi 24. I semplici sanno queste cose solo relativamente all’epoca in cui Pilato lo fece flagellare, quando i giudei complottarono contro di lui, ma io vedo Gesù che consegna ogni giorno il suo dorso ai flagelli: entra nelle sinagoghe dei giudei e vedi Gesù flagellato da loro con la lingua della bestemmia; vedi i gentili che si radunano per cospirare contro i cristianiin che modo afferrano Gesù , il quale consegna il suo dorso ai flagelli; considera il Verbo di Dio oltraggiato, ingiuriato,


odiato dagli increduli . Guarda come ha consegnato le guance agli schiaffi e dopo aver insegnato: Se uno ti colpisce sulla guancia porgigli anche l’altra, lui stesso lo fa. Tanti schiaffeggiano e flagellano lui che tace e nonparla. E scritto infatti che lui non parlava sotto i flagelli . E fino ad oggi Gesù non ha volto indietro il suo viso dall’onta degli sputi : chi di coloro che disprezzano la sua dottrina non è come se ancor oggi sputasse su Gesù che sopporta?

13. Poiché il profeta è stato colpito, veniva da séraccontare di quelli che sono stati colpiti come l’Apostolo e chi altro è stato colpito, ed esporre cio che riguarda Gesù stesso. Colpi dunque Paschor Geremia il profeta e lo getto nella fossa che era alla porta di Beniamino, dal piano superiore . La fossa era di Beniamino, dal piano superiore: la parte di eredità di Beniamino è Gerusalemme, nella quale c’è il tempio di Dio, come troverà chi puo intendere le letture divine quanto alla parte di eredità indicata nel Libro di Navè. Poiché dunque il tempio si trovava nella parte di eredità di Beniamino – che significa «Figlio della destra», non vi è infatti nulla di sinistro in cio che riguarda il tempio di Dio –, percio costui getta (Geremia) nella fossa che era alla porta di Beniamino, dal piano superiore della casa del Signore. Dato che vi era un piano superiore nella casa del Signore, getto il profeta nella fossa. Quanto a noi, preghiamo perché, prendendo ora Geremia, lo facciamo salire al piano superiore, nella casa del Signore. Mostrero che il piano superiore è il senso eccelso ed elevato della Scrittura quando rende ai santi la testimonianza della loro accoglienza ai profeti nei piani superiori. Nel 3° Libro dei






88 1 Pt. 4, 11.

Re è menzionata una vedova che aveva accolto Elia il profeta a Sarepta di Sidone, la quale ospito il profeta al piano superiore della sua casa34; e nel 4° Libro colei che accolse Eliseo appresto per lui una abitazione al piano superiore ; il peccatore Ochozia per contro cadde dal piano superiore . A te pure Gesù comanda di non scendere dal tetto: quando, dice, accadrà davvero questo e questo, allora chi è sul tetto non scenda a prendere cio che ha in casa . A colui che fugge nelle persecuzioni non è vietato di salire sul tetto, ma dal tetto non scenda a prendere cio che ha in casa.

E bene dunque essere nei piani superiori, è bene essere sui tetti o comunque trovarsi in alto. E gli ammirevoli apostoli, come negli Atti è scritto di loro, quando erano riuniti insieme e si davano completamente alle preghiere e alla Parola di Dio, erano al piano superiore , ed essendo al piano superiore non erano in basso, percio furono viste da loro delle lingue spartite, come di fuoco . Ma anche Pietro, quando faceva salire la sua preghiera a Dio, sali sul tetto e se non fosse salito sul tetto non avrebbe visto scendere dal cielo una vela simile a un lenzuolo legato per i quattro capi e calato in terra . E anche la discepola


2 Seguendo l’esegesi filoniana, Origene sostiene spesso che bisogna tener dietro alla logica del testo.

che faceva elemosine, Tabitha, il cui nome si traduce con Dorcade , non era in basso bensi al piano superiore , salendo al quale Pietro la risuscito dai morti . E anche Gesù, apprestandosi a celebrare coi discepoli questa festa di cui noi compiamo il sacramento, la Pasqua, alla domanda dei discepoli: Dove vuoi che ti prepariamo la Pasqua? disse: Lungo la via vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua, seguitelo: egli vi mostrerà una camera in alto, spaziosa, guarnita di tappeti, spazzata, pronta: li preparate la Pasqua . Nessuno dunque che faccia la Pasqua come vuole Gesù è al di sotto della camera in alto, ma se qualcuno la celebra con Gesù è sopra, in una camera in alto, grande, una camera in alto spazzata, una camera in alto adorna e pronta; e se tu sali con lui a celebrare la Pasqua, ti dà il calice della nuova alleanza, ti dà il pane della benedizione , ti fa dono del suo corpo e del suo sangue. Per questo vi esortiamo: Salite in alto , elevate verso l’alto i vostri occhi . E anche a me, quando insegno la parola divina, la Parola dice: Su di un monte eccelso sali, tu che evangelizzi Sion, eleva con forza la tua voce, tu che evangelizzi Gerusalemme; innalzate, non temete.

14. Tutto questo a causa di Paschor, poiché,sebbene ci fosse un piano superiore nella casa del Signore alla porta di Beniamino, non fece salire il profeta al piano superiore ma lo getto nella fossa in basso. E avvenne il giorno seguente che Paschor trasse fuori Geremia dalla fossa 54. Signore Gesù, vieni di nuovo,


chiarisci anche questo a me e a quelli che sono venuti a cercare il nutrimento spirituale 55: come mai è all’indomani che egli trae Geremia dalla fossa? Finché incombe il giorno di oggi – e l’oggi è tutta questa era

– il peccatore getta il profeta nella fossa in basso; ma secessa il giorno incombentee viene il domani, allora, pentitosi, lo trae dalla fossa.

Quindi Geremia gli dice che cosa Paschor patirà. Che cosa gli dice? Non ti ha chiamato col nome di Paschor ma di Deportato. Perché cosi dice il Signore. Questo Paschor deve essere deportato in Babilonia per la retribuzione dei suoi peccati, non da solo, ma anche con i suoi amici . E consegnato di fatto a Nabuchodonosor, parte per Babeleed è castigato per i suoi peccati, poiché aveva gettato il profeta nella fossa. Chi sono dunque gli amici di Paschor, nome che evoca la negrezza 63 della bocca? Tutti quelli che hanno accolto le sue parole, tutti insieme anneriti come la sua bocca annerita, loro che hanno accolto delle dottrine di negrezza.

E cadranno sotto la spada dei loro nemici . Coloro che sono preposti ai castighi, sono quelli che hanno le spade e che li fanno cadere . E riguardo a questi eventi che il Verbo profetizza e dice: E i tuoi occhi vedranno.


Questo, dice, è cio che viene profetizzato: Vedranno i tuoi occhi. E te e tutto Giuda consegnero nelle mani del re di Babilonia. Chiunque di Giuda sarà colto cosi peccatore da meritare il re di Babilonia, di Babele, gli verrà consegnato, cosi il re di Babilonia prende possesso dei peccatori: re di Babilonia secondo la storia è Nabuchodonosor, secondo il senso anagogicoil Maligno. A questi è consegnato il peccatore, perché egli è a un tempo nemico e vendicatore . Che poi a lui sia consegnato il peccatore, te lo insegni Paolo, quando, parlando di Figelo e Ermogene dice: che ho consegnato a Satana, perché imparino a non bestemmiare ; e altrove, riguardo a un fornicatore: Essendo stati riuniti voi e il mio spirito con la potenza del Signore Gesù, ho giudicato di consegnare questo tale a Satana a perdizione della carne, perché lo spirito sia salvato nel giorno del Signore Gesù Cristo.

Questo Paschor dunque, che è «nerezza» della bocca, viene consegnato nelle mani del re di Babilonia e lo deportano a Babilonia. E li faranno a pezzi con la spada, e io consegnero tutta la forza di questa città. E facile dire che qui si profetizza intorno a Gerusalemme, dato che allora tutta la sua forza e il resto furono consegnati al re di Babilonia; è facile dire che qui si profetizza intorno a questa città che al tempo del Salvatore fu consegnata ai nemici e i figli di Gerusalemme se ne andarono in cattività e la città fu interamente demolita. Se esamini le cose e consideri la città, non le pietre ma gli uomini, vedrai che anche quella Gerusalemme, gli uomini, furono consegnati nelle mani





del re di Babilonia a causa dell’empietà e del peccato contro Cristo; e tu ora sei Gerusalemme. Se dunque ora il Verbo minaccia Gerusalemme, temi di essere tu, se pecchi, una Gerusalemme peccatrice e di essere consegnata, cosi da non essere più Gerusalemme ma da diventare Babilonia e Babele, perché Nabuchodonosor re di Babilonia ti avrà presa in possesso. Egli consegna anche tutte le fatiche di Gerusalemme. Come consegna tutte le fatiche? Se dopo aver combattuto e aver lottato cadi nel peccato, tutte le tue fatiche se ne sono andate nelle mani di Nabuchodonosor. Come tutte le tue fatiche? Ti sarà detto, se cadi dopo aver molto faticato per la verità: Tutto questo l’avete sofferto invano. Soprattutto quelli che hanno coscienza, quanto a sé, di aver prodigato molte fatiche in favore della virtù, devono temere che le pene, al cui prezzo sono divenuti Gerusalemme, se subentra un qualche peccato se le prenda Nabuchodonosor re di Babilonia. E perché tu veda più chiaramente come Nabuchodonosor prenda possesso delle fatiche di Gerusalemme peccatrice, mi serviro di un passo di Ezechiele cosi concepito: Se il giusto si volge dalle sue giustizie e commette una caduta, non mi ricordero delle sue giustizie che aveva compiute. Perché? Perché Nabuchodonosor prende possesso delle giustizie compiute con fatica e le fa sparire, Nabuchodonosor re di Babilonia.

E tutto l’onore di Gerusalemme prende in possesso, quando un uomo posto in onore da Dio, e che era in onore non comprese , e pecco. Se tu dunque sei colpevole di essere in onore e, mentre sei stato


chiamato all’onore, disonori di nuovo te stesso con i peccati, l’onore di Gerusalemme lo prende il re babilonese.

E tutti i tesori del re di Giuda. E ricca Gerusalemme, ma se pecca, i suoi tesori li prende il re di Babilonia.

E li rapiranno e li prenderanno e li condurranno a Babilonia. E tu Paschor e tutti gli abitanti della tua casa, ve ne andrete in cattività a Babilonia, e là morirai e là sarai sepolto80. Colui che è detenuto a Babele muore a Babilonia e chi è contrario a essere consepolto col Cristo, costui è sepolto a Babilonia, poiché è possibile anche avere una bella sepoltura con Cristo mediante il battesimo, secondo le parole: Siamo stati consepolti col Cristo e siamo conrisorti con lui . Come è un mistero l’essere consepolti col Cristo, cosi è un mistero che si realizza conforme all’iniquità, che un peccatore sia sepolto a Babilonia.

E tutti , dice, i tuoi amici ai quali hai profetizzato menzogne, ve ne andrete là. Chi spiega male le parole di Dio e getta le parole profetiche in una fossa, costui si profetizza, ma profetizza menzogne: chiunque infatti spieghi le parole profetiche, se dice la verità profetizza anche lui e profetizza cose vere; ma se mente è uno pseudoprofeta che falsifica le parole profetiche.

15. Ma ecco terminata una pericope, cominciamoneallora un’altra. Ma il fatto si è che fin dalle prime parole presenta subito difficoltà non comuni; percio nell’applicarci al testo chiediamo di nuovo a Gesù di venire e invitiamolo a venire in un modo più manifesto e








29 Lc. 10, 20.


più luminoso , perché venendo insegni a tutti noi se, nel brano che segue, il profeta diceva la verità, come conviene pensare di un profeta, o mentiva, il che non sarebbe legittimo dire di un santo profeta. Egli dice a Dio:

Mi hai sedotto, Signore, e sono stato sedotto, hai fatto forza e hai prevalso; sono divenuto oggetto di riso, tutto il giorno ho continuato ad essere beffeggiato; si, ridero della mia parola amara, gridero alla ribellione e alla miseria, perché è divenuta la parola del Signore per me oltraggio e derisione tutto il giorno. E ho detto: Non nominero più il nome del Signore e non parlero più in suo nome. Ma si è formato nel mio cuore come un fuoco fiammeggiante, che divampa nelle mie ossa e vengo meno da ogni parte e non posso sopportare, poiché ho udito il vituperio da parte di molti radunatisi intorno e sono loro chiaramente a dire: Cospirate, e cospiriamo contro di lui noi suoi amici: spiate la sua intenzione, per vedere se sarà sedotto: allora prevarremo su di lui e ci vendicheremo di lui . Ma a queste loro parole il profeta dice: E il Signore è con me come un forte guerriero; percio mi hanno perseguitato ma non hanno potuto concepire nulla contro di me: sono stati grandemente confusi, poiché non hanno capito le loro infamie, che non saranno mai dimenticate.

Tale è la seconda pericope della lettura. Ma com’è che il profeta dice: Mi hai sedotto, Signore, e sono stato sedotto? Dio seduce? Come potro dispensare questa parola? Sono smarrito. Se grazie a Dio e al suo Verbo vedo in essa qualcosa, cio che sarà detto ha bisogno di una eccellente dispensazione. Dopo aver cessato di essere sedotto, dice il profeta: Mi hai sedotto, Signore, e sono stato sedotto, come per dire che i primi rudimenti e l’iniziazione sono avvenuti per lui nella seduzione e che egli non poteva essere iniziato ai rudimenti della pietà, cosi da giungere poi a rendersi conto della seduzione, se prima non fosse stato sedotto. Basta solo fare un

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esempio utile per questo problema. Ai bambini parliamo trattandoli da bambini, non parliamo come con gli adulti ma parliamo loro come a bambini che hanno bisogno di essere educati; e seduciamo i bambini impaurendoli, perché desistano dalla indisciplina comune fra i bambini, e impauriamo i bambini dicendo parole di seduzione a motivo delle caratteristiche fondamentali dell’infanzia, per intimorirli attraverso la seduzione, perché frequentino dei maestri, perché promettano di fare cio che contribuisce al progresso dei fanciulli. Tutti siamo bambini per Dio e abbiamo bisogno di essere guidati come bambini; per questo Dio, risparmiandoci , ci seduce; e se non ci accorgiamo della seduzione prima del tempo, lo fa affinché noi siamo istruiti non come persone che hanno superato l’infanzia e non attraverso la seduzione, bensi mediante i fatti. Il fanciullo è condotto al timore in un modo, in altro modo invece vi è condotto chi è avanzato in età e ha superato l’infanzia. Poiché, se io posso educarlo mediante la seduzione... affinché Dio, il seduttore, dica: Io li correggero al suono della loro tribolazione.

Esporro degli avvenimenti per mostrare come è in vista della salvezza che Dio seduce e dice certe cose perché il peccatore cessi di fare cio che avrebbe continuato a fare se non avesse udito quelle certe parole. Colui che dice: Ancora tre giorni e Ninive sarà distrutta , parlava dicendo la verità o non dicendola? O parlava piuttosto seducendo con una seduzione che fa ritornare (a Dio)? Se questo ritorno non si fosse dato, quella parola non sarebbe stata più seduzione ma verità e ne sarebbe seguita la distruzione di Ninive! Dipendeva dagli ascoltatori: o, sedotti e credenti a quelle parole come vere, trarne beneficio e non essere distrutti; oppure, non realizzandosi la cosa detta e non venendo sedotti, comprendere invece che quelle parole non si attueranno,



34 Mt. 6, 19s.


disprezzarle come una seduzione e subire non tanto il: ancora tre giorni e Ninive sarà distrutta, ma, oso dire, una sorte molto più dura che ancora tre giorni e Ninive sarà distrutta. Se infatti, per ipotesi, i niniviti che avevano peccato non si fossero pentiti, forse si sarebbe realizzata la parola: Ancora tre giorni e Ninive sarà distrutta; supponiamo invece che non sia accaduto cosi, allora sarebbe avvenuto di peggio, sarebbero stati consegnati al fuoco eterno.

Percio un altro castigo è stabilito secondo la Legge per quelli che sono educati come bambini; ma per quelli per i quali è venuta la pienezza del tempo, altri castighi sono stati indicati. Confronta i castighi dei peccatori secondo la Legge con i castighi dei peccatori secondo l’Evangelo e vedrai che quelli come infanti hanno udito castighi adatti a infanti, noi invece come maturi in età udiamocastighi più duri. Se c’era un tempo un adultero

o un’adultera, la minaccia non era la geenna, non era il fuoco eterno, ma l’essere lapidati con pietre: Lo lapidi tutta l’assemblea . L’uomo del nostro tempo trovato adultero, la donna del nostro tempo trovata adultera diranno alla loro dipartita: Valesse anche per me questa parola, mi avesse lapidato il popolo e non fossi stato custodito per il fuoco eterno! Sarà sottoposto infatti alla geenna del fuoco non solo l’adultero ma anche chi ha detto al suo fratello: Pazzo! ; e se colui che ha detto al suo fratello: Pazzo!, sarà sottoposto alla geenna del fuoco, a cosa sarà sottoposto l’adultero? Io cerco un luogo di castigo peggiore della geenna del fuoco, e forse potrei dire che la geenna è di quelli che peccano involontariamente, che possono essere purificati; e come





40 Ger. 17, 14ss.


per i buoni e i giusti al cuore dell’uomo non è salito cio che Dio ha preparato per quelli che lo amano 96, cosi cio che ha preparato per chi ha peccato di fornicazione, di adulterio, al cuore dell’uomo non è salito . Se infatti è salito al cuore il castigo a cui è sottoposto chi ha detto al suo fratello: Pazzo!, è chiaro che è più grande di cio che è salito al cuore cio che è stato preparato per chi ha commesso peccati più gravi. Non posso concepire qualcosa di peggio della geenna, soltanto pero credo che cio che è stato preparato per gli adulteri è peggio della geenna.

Vengo cosi anche ai rimanenti castighi secondo la Legge e prendo una parola dell’Apostolo in armonia con essi e che tace il mio castigo se pecco per aver rifiutato il: Mi hai sedotto Signore e sono stato sedotto, invece di accettare di essere opportunamente sedotto. Ma cosa dice l’Apostolo? Se uno annulla la legge di Mosè, muore senza misericordia sulla parola di due o tre testimoni; di quanta maggior punizione stimate che sarà reputato degno colui che ha calpestato il Figlio di Dio? . Nomina, o Paolo, la punizione! Ne ho parlato – egli dice – ma senza parlarne: il castigo dei peccatori nel Vangelo supera cio che si dice, supera cio che si ode, supera cio che si concepisce. Per questo il profeta è stato introdotto come un fanciullino, che udendo è rimasto spaventato e, corretto, dopo questo è stato reso adulto e dice: Mi hai sedotto, Signore, e sono stato sedotto. E tu, fintanto che sei un fanciullino, temi le minacce , per non patire pene superiori alle minacce, i castighi eterni, il fuoco


inestinguibile , o forse qualcosa di peggio ancora è riservato a quelli che hanno vissuto completamente al di là della retta ragione. E di tutto questo ci dia il Signore di non fare alcuna esperienza, ma resi adulti in Cristo Gesù, di essere giudicati degni delle feste celesti e della Pasqua che si celebra lassù salendo in Cristo Gesù, al quale è la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen.






20


OMELIA XX


SULLA PAROLA: «MI HAI SEDOTTO, SIGNORE, E SONO STATO SEDOTTO1», DI NUOVO E IN UN ALTRO MODO, FINO A: «TU CHE COMPRENDI I RENI E I CUORI»

1. Tutto quello che le Scritture raccontano di Dio,anche se in sé fosse assurdo, bisogna pensare che sia degno di un Dio buono. Chi infatti non dirà che è assurdo riferire a Dio che abbia dell’ira, che sia preso dal furore, che si penta, e che abbia addirittura sonno ? Ma ciascuna di queste cose sarà trovata degna di Dio presso colui che sa udire parole tenebrose ; poiché la sua ira non è infruttuosa, bensi, come la sua Parola corregge, cosi anche la sua ira corregge. Quelli che non sono stati corretti dalla Parola, li corregge con l’ira ed è necessario che Dio si serva di quella che è chiamata ira come si serve di quella che è chiamata Parola . E la sua Parola non è davvero tale come la parola di tutti: di nessuno infatti la Parola è un Vivente, di nessuno la Parola è Dio, di nessuno infatti la parola era in principio presso Colui del quale era la Parola, anche se questo esiste soltanto da un certo principio. Cosi l’ira di Dio non assomiglia all’ira di nessuno che sia in collera. E come la parola di




Dio ha qualcosa di strano rispetto a qualsiasi altra parola – e questo ha di strano, l’essere Dio e l’essere, pur essendo una Parola, un Vivente, il sussistere in sé, il servire il Padre –, cosi la sua ira, dato che una volta per tutte è stata chiamata ira di Dio, ha qualcosa di strano e di estraneo a ogni ira di uno che va in collera, cosi anche il suo furore ha qualcosa di particolare: è in realtà il furore che procede dalla determinazione di colui che rimprovera con furore, determinazione che mediante il rimprovero vuole far ritornare colui che è rimproverato. Anche la Parola rimprovera, come pure corregge, la Parola, ma la Parola non rimprovera cosi tanto come rimprovera il furore: chi infatti non trae vantaggio dal rimprovero della Parola avrà bisogno del rimprovero che procede dal furore.

Dicevo che vi è anche un certo pentimento di Dio, in sé assurdo, poiché è scritto: Mi sono pentito di avere unto Saul come re. Anche per il pentimento cercherai un significato degno e non penserai che ci sia una certa affinità tra il suo pentimento e il pentimento degli uomini che si pentono. Come infatti la sua parola aveva qualcosa di eccezionale, qualcosa di eccezionale la sua ira, qualcosa di straordinario il suo furore, e nessuna di queste cose è affine a quelle che portano il medesimo nome, allo stesso modo anche il suo pentimento è omonimo al nostro pentimento. «Sono omonime le cose che hanno in comune soltanto il nome ma quanto al nome della sostanza il concetto è differente» . Fra il furore di Dio dunque e il furore di chicchessia vi è di comune soltanto il nome e fra l’ira di chicchessia e l’ira di Dio vi è in comune soltanto il nome. Ugualmente si deve pensare quanto al pentimento, e chi puo cercherà che


cosa opera il pentimento di Dio. Che cosa ha operato? Ha rovesciato Saul che regnava prevaricando, ha fatto sorgere come re per il popolo colui che era secondo il cuore di Dio. Spinto da questo buon pentimento ha detto infatti: Ho trovato un uomo secondo il mio cuore, Davide figlio di Jesse .

2. Ma tutto questo è per me soltanto preliminare,dato che il brano di Geremia comincia cosi: Mi hai sedotto, Signore, e sono stato sedotto . Noi cerchiamo in effetti se, come il furore di tutti è cattivo mentre quello di Dio è correttivo, e come l’ira di tutti è dura mentre la cosiddetta ira di Dio è educativa, e come il pentimento di noi tutti denuncia la debolezza del nostro pensiero davanti al pentimento mentre in Dio il suo pentimento non accusa Dio ma le cose esterne su cui si volge il suo pentimento, cosi bisogna pensare che anche la seduzione da parte di Dio è di natura diversa dalla seduzione che operiamo noi.

Qual è dunque questa seduzione operata da Dio, perché il profeta, dopo averla compresa, quando ha cessato di essere sedotto, dichiari, avendo conosciuto il vantaggio della seduzione: Mi hai sedotto, Signore, e sono stato sedotto? Mi serviro innanzitutto di una tradizione ebraica, giunta a noi attraverso un uomo fuggito a causa della sua fede in Cristo e del suo superamento della Legge per venire dove noi residiamo. Egli diceva qualcosa che puo sembrare sia un mito , sia una parola che puo introdurre gli ascoltatori al: Mi hai sedotto, Signore, e sono stato sedotto. Egli diceva in sostanza: Dio non tiranneggia bensi regna e regnando non fa violenza ma persuade e vuole che chi è soggetto a lui offra se stesso volontariamente alla sua dispensazione, perché il bene di



ciascuno non sia per necessità ma secondo la sua spontanea volontà. Sapendo questo, nella Lettera a Filemone Paolo diceva a Filemone riguardo a Onesimo:

Affinché il tuo bene non sia per necessità ma per spontanea volontà . Certo il Dio dell’universo avrebbe potuto compiere in noi un bene supposto , tale che noi facessimo elemosine per necessità e per necessità fossimo temperanti, ma non ha voluto; percio l’Apostolo ci ordina di fare cio che facciamo non con tristezza o per necessità , perché cio che si compie sia di spontanea volontà. Dio cerca dunque, per cosi dire, una via perché uno faccia di spontanea volontà cio che Lui vuole.

La tradizione mi diceva dunque anche qualcosa di questo tipo: Dio voleva inviare Geremia a profetizzare a tutte le genti e prima che a tutte le genti al popolo, ma poiché le profezie avevano qualcosa di cupo – annunciavano infatti punizioni con cui ciascuno sarebbe stato punito nella misura che si meritava – e Lui sapeva l’intenzione del profeta di non voler profetizzare mali al popolo di Israele, percio nella sua dispensazione scelse queste parole: Prendi questo calice e abbevera tutte le genti alle quali io ti mandero. Dio dunque ha comandato e per convincerlo a prendere il calice di vino puro dice: e ti mandero a tutte le genti con questo calice di vino puro. E Geremia, udito che era inviato a tutte le genti per servire loro un calice di ira, un calice di punizioni, senza supporre che anche Israele doveva bere al calice della punizione, sedotto, ha preso il calice per abbeverare tutte le genti. Dopo aver preso il calice si senti dire: E abbevererai innanzitutto Gerusalemme . Mentre dunque si aspettava una cosa, gliene è capitata un’altra, percio dice: Mi hai sedotto, Signore, e sono stato sedotto.

Anche in Isaia si tramandava qualcosa di simile a





7 Già più volte in quest’opera si è visto che Origene si ispira alla cosiddetta IIa Clemente, che fa parte della letteratura dei Padri

questa esposizione: poiché anche lui non sapeva che cosa (Dio) stava per ordinargli di dire al popolo, sente Dio dirgli, secondo le Scritture: Chi mandero e chi andrà da questo popolo? . Ed egli, dice, rispose: Eccomi, manda me. Si sente rispondere: Va’ e di’ a questo popolo: Udrete chiaramente ma non comprenderete, vedrete palesemente ma non percepirete, poiché è stato impinguato il cuore di questo popolo, e il seguito . Fu dunque perché non sapeva cio che doveva profetare né che doveva minacciare il popolo in questo modo, che disse: Eccomi, manda me. Percio si dice nel seguito: Voce di colui che dice: Grida, ma la sua risposta non fu quella di uno pronto a eseguire l’ordine; disse invece: Che cosa gridero?, poiché temeva di udire di nuovo qualcosa di simile alla prima profezia: Va’ e di’ a questo popolo: Udrete chiaramente ma non comprenderete. Che dunque gridero? Ogni carne è fieno e ogni sua gloria come il fiore del fieno, e il seguito. Non udi questa volta niente contro Israele.

3. Questo ci diceva quell’uomo consegnando laparola: Mi hai sedotto, Signore, e sono stato sedotto; e io mi auguro, quanto a cio che ricevo da chi dona, di non serbare improduttivo né di immergere in terra il talento affidato da quelli che mi parlano né di riporre in un fazzoletto la mina di coloro che insegnano qualcosa di utile, ma di far fruttificare gli insegnamenti che ricevo da colui che consegna e puo consegnare cose utili. Mi auguro di far fruttificare la mina abbondantemente, sia



che si tratti di un vangelo o di un apostolo o di un profeta

o della Legge . Dopo aver udito queste cose, consideravo tra me la frase: Mi hai sedotto, Signore, e sono stato sedotto, e nella mia considerazione mi auguro di trovare qualcosa di vero sull’argomento. Dunque, forse succede come a un padre che ha un figlio ancora infante e vuole ingannarlo per il suo bene, poiché il fanciullo non puo ricevere alcun beneficio se non viene ingannato; o come a un medico che si adopera per ingannare il malato, poiché questi non puo essere curato se non riceve parole di inganno. Cosi fa anche il Dio dell’universo, la cui intenzione è di beneficare il genere umano. Dica pure il medico al malato: bisogna farti una amputazione, bisogna farti una cauterizzazione, bisogna che tu subisca altre sofferenze più dure, quello non vi si presterà mai. Ma talvolta il medico dice un’altra cosa mentre ha nascosto sotto la spugna il bisturi che taglia, il ferro che disgiunge; oppure ancora nasconde, per cosi dire, sotto il miele, la sostanza amara e il farmaco sgradevole, volendo non danneggiare bensi guarire il paziente. Di tali farmaci è tutta piena la divina Scrittura: ce ne sono di piacevoli, che sono nascosti; ce ne sono di amari, che sono pure nascosti. Se vedi un padre che minaccia suo figlio come se lo odiasse e gli dice cose terribili e non mostra alcun amore paterno ma nasconde l’amore che ha per suo figlio, vedrai che cerca di ingannare l’infante perché non giova al figlio sapere l’amore del padre, il suo tenero impulso: ne sarebbe indebolito infatti e non educato. Percio nasconde la dolcezza dell’amore paterno mostrando invece l’amaro della minaccia.

Qualcosa del genere fa Dio, analogamente a un





13 Fil. 2, 10s.


padre e a un medico. Ci sono dei rimedi amari che risanano anche l’uomo più giusto e più saggio, poiché ognuno che ha peccato deve essere punito per i suoi peccati: Non lasciatevi fuorviare, Dio non si lascia beffare . Né un fornicatore né un adultero né un effeminato né un pederasta né un ladro né un ubriacone né un insolente né un rapace erediteranno il regno di Dio . Se il senso di queste parole è esattamente compreso da chi non puo sopportare di vedere il bisturi del medico sotto la spugna e il farmaco amaro sotto il miele, ci sarà della gente scoraggiata. Chi di noi infatti non è consapevole di aver bevuto senza ponderazione e di essersi ubriacato? Chi di noi è puro dal furto e dall’essersi procurato il necessario in modo ingiusto? Ma vedi che cosa dice la Parola: Non lasciatevi fuorviare, poiché questi non erediteranno il regno di Dio. Il mistero racchiuso in questo passo deve restare nascosto perché la maggioranza della gente non si scoraggi e perché non sappia come stanno le cose; se lo sapessero, infatti, attenderebbero l’esodo non come un riposo ma come un castigo. Quale altro Paolo potrà essere trovato, che possa dire: E meglio infatti andarsene ed essere con Cristo? Ma io non posso dirlo, poiché so che, se usciro (dal corpo), la mia legnadovrà bruciare con me, intendo per legna le ingiurie, intendo per legna le ubriachezze, intendo per legna i furti, e altra legna a migliaia ho accumulato sulla mia costruzione. Vedi che tutte queste cose sfuggono alla maggior parte dei credenti, ed è bene che sfuggano; e ciascuno di noi ritiene, poiché non ha praticato l’idolatria, poiché non ha fornicato – e magari fossimo puri da questi peccati! –, che allontanandosi da questa vita sarà salvato. Non vediamo che tutti noi dobbiamo presentarci davanti all’altare di Cristo, affinché



ciascuno riceva la retribuzione delle cose compiute mentre era nel corpo, secondo che egli avrà operato, o bene o male . Noi non vediamo colui che ha detto: Solo voi ho conosciuto fra tutte le tribù della terra; percio mi vendichero di voi per tutte le vostre imprese , non per qualcuna si e per qualcuna no.

Poiché dunque il medico qualche volta nasconde il bisturi guaritore sotto la spugna tenera e molle, e il padre nasconde l’amore paterno sotto l’apparenza della minaccia; e gli inganni del primo tolgono i tumori, le varici, e ogni altra cosa che nuoce all’organismo, mentre l’inganno del secondo sopprime l’indisciplina e la rilassatezza; il profeta ha pensato che Dio opera misticamente qualcosa di simile e vedendo di essere stato ingannato da Dio per il suo bene, dice: Mi hai sedotto, Signore, e sono stato sedotto. La seduzione di cui è stato oggetto il profeta che dice: Mi hai sedotto, Signore, e sono stato sedotto, lo ha portato a una tale grazia di profezia da augurarsi questa seduzione e dire a Dio: Seducimi, se questo giova. Una infatti è la seduzione che viene da Dio, altra la seduzione che viene dal serpente. Vedi cosa la donna dice a Dio: Il serpente mi ha ingannato e ho mangiato; e proprio quell’inganno da parte del serpente caccio Adamo e la sua sposa dal paradiso di Dio, mentre la seduzione di cui è stato oggetto il profeta che dice: Mi hai sedotto, Signore, e sono stato sedotto, lo ha portato a una grazia cosi grande di profezia, alla crescita in lui della potenza , a essere reso perfetto e capace di servire la volontà del Verbo di Dio senza temere l’uomo.

Considerando dunque queste cose, auguriamoci anche noi di essere sedotti da Dio, per il presente e per il futuro, purché non ci seduca il serpente. Altrove ancora è scritto qualcosa di affine, poiché è detto in Isaia: Il Signore infatti ha mesciuto loro uno spirito di




19 Ef. 3, 18.


aberrazione . Anche là apprenderai che cosa opera lo spirito di aberrazione mesciuto da Dio; ed è bene che Dio non abbia dato loro uno spirito di aberrazione non mescolato, bensi, come ha detto il profeta, lo ha mesciuto.

4. Voglio correre un rischio facendo un esempio diseduzioni vantaggiose. C’è chi per questo pratica la castità e la purezza e chi per questo pratica la monogamia, perché si aspettano che sia perduto colui che si unisce in matrimonio e che sia perduto chi si risposa. Valutiamo da noi stessi: giova forse alla monogama essere presa nell’inganno di pensare che colei che si risposa sarà punita e consegnata al castigo eterno, cosi da restare monogama e pura, o giova invece conoscere la verità e risposarsi ? Credo che chiunque veda le conseguenze puo dire che sarebbe cosa più beata il restare pura e non risposarsi senza essere ingannata e vedere che anche la donna rimaritata partecipa a una certa salvezza, anche se non a una beatitudine cosi grande come colei che, pur potendo risposarsi, è rimasta pura. Ma se questo non è possibile, è meglio essere ingannata credendo che le donne che si risposano si perdono e a motivo di questo inganno restare pura, piuttosto che aver conosciuto la verità ed essersi messa nel rango inferiore delle donne risposate. Tu troverai la stessa cosa anche in certuni che praticano la castità e la purezza integrale, e molte altre cose si potrebbero trovare fatte da noi sotto l’influsso di un inganno e tuttavia proficue per noi. Ma quanti presunti saggi, per aver trovato la verità


22 Ger. 18, 2.


sul castigo ed essere passati, sembrerebbe, oltre l’inganno, si sono imbattuti in una vita peggiore . Sarebbe stato più vantaggioso per loro pensare come pensavano prima, cioè che il loro verme non morirà e che il loro fuoco non si estinguerà, e che saranno di spettacolo a ogni carne e che la paglia sarà arsa in un fuoco inestinguibile . E se, essendosi fatti un’altra idea rispetto al primo pensiero, devono disprezzare la ricchezza della benignità di Dio e della sua sopportazione e della sua longanimità , vedi se non è proprio per questo, cioè perché non ritennero bene di essere ingannati, che hanno ammassato per sé a guisa di tesoro ira per il giorno dell’ira e della manifestazione del giusto giudizio di Dio . Non avrebbero ammassato questo tesoro se si fossero lasciati ingannare.

Tutto questo a proposito della seduzione da parte di Dio, poiché il profeta ha detto: Mi hai sedotto, Signore, e sono stato sedotto . Ma veniamo anche più particolarmente al termine: Sono stato sedotto. Perché non ha detto soltanto: Mi hai sedotto, Signore, ma ha aggiunto anche: E sono stato sedotto? E possibile talvolta pensare a uno che opera un inganno mentre l’altro si guarda dal cadere nell’inganno e non viene ingannato. Ma quando l’uno opera l’inganno e l’altro non si guarda dall’essere ingannato bensi cade nell’inganno, allora puo dire: Mi hai sedotto, Signore, e sono stato sedotto. Ma io, se mi accadesse di trovarmi in una simile situazione, direi ancora alcune cose di questo genere: qualsiasi cosa mi dica il serpente, sia che mi dica il vero sia che voglia sedurmi, io diffido delle sue parole persuaso che, sia che mi seduca sia che dica il vero, mi nuoce. Anche la sua






29 Formula biblica molto usata nella tradizione spirituale, specialmente quella dei Padri del deserto: Gen. 24, 6; Es. 23, 21s.

verità di fatto nuoce, niente di vantaggioso viene dal serpente, poiché non puo un albero cattivo produrre frutti buoni . Qualsiasi cosa invece mi dica Dio e io sia persuaso che è Dio a parlare, sono pronto a offrire me stesso. Dice il vero, lo accolgo; vuole sedurmi, mi lascio sedurre spontaneamente purché sia lui solo a sedurmi. E poiché, persuaso che è Dio a parlare, offro me stesso anche ad essere sedotto, non mi angustio neppure di essere sedotto dato che voglio essere sedotto non da un altro ma da Dio. Percio non dico semplicemente che tu hai compiuto la seduzione, ma che io stesso ho consentito ad essere sedotto da te e percio dico: Mi hai sedotto, Signore, e sono stato sedotto.

E che cosa consegue dal fatto che Dio è colui che seduce e l’uomo è colui che è sedotto? Hai fatto forza e hai prevalso . Allora mi fa forza, se mi seduce all’inizio mentre sono ancora un infante in Cristoe facendo forza prevale; ma se non fa forza, allora io ho bisogno di pene.

5. Hai fatto forza e hai prevalso, e dopo questo dice: Sono divenuto oggetto di riso, non ho cessato di essere schernito tutto il giorno. E su questo passo sentivo dire che Geremia ha vissuto al tempo di grandissimi peccatori

– nella sua epoca infatti ebbe luogo la cattività – ed eranocosi peccatori da beffeggiare e deridere e schernire se solo il profeta diceva le parole di esordio: Cosi dice il Signore. Poiché gli ascoltatori ridevano e si facevano beffe delle sue parole, si è guardato dal dire: Cosi dice il Signore, lui che era stato sedotto e aveva tratto giovamento dalla seduzione; volendo percio anche lui sedurre per far ottenere giovamento dalla seduzione, diceva: Sono mie le parole che vi dico, dato che non




33 Prov. 5, 15s.


ascoltate le parole del Signore . Quelli allora porsero orecchio come a parole di Geremia mentre udivano parole di Dio. Tali cose mi diceva colui che mi ha consegnato questo passo, esaminando gli esordi e gli inizi delle profezie. Di fatto, come inizio della profezia di Geremia presso di noi, secondo la tradizione dei Settanta , in base a non so quale considerazione, abbiamo: Parola di Dio che venne a Geremia figlio di Chelkia, uno dei sacerdoti ; secondo l’ebraico e le altre edizioni abbiamo: Parole di Geremia figlio di Chelkia, e tutti sono stati concordi nel dire: Parole di Geremia figlio di Chelkia. Perché dunque: Parole di Geremia? Proprio perché il suo esordio nel parlare a coloro che non volevano ascoltare, era: Ascoltate le mie parole.

Facciamo cosi anche noi talvolta, quando ci sembra utile. Talora rivolgiamo parole ai gentili volendo condurli alla fede, e se vediamo che sono stati vittime di calunnie contro il cristianesimo e hanno in abominio il Nome e odiano sentire che questa è la dottrina dei cristiani, facciamo finta che non sia dei cristiani la dottrina utile di cui parliamo, ma quando questa dottrina sia ben costruita da noi nella misura del possibile e riteniamo di conquistare l’uditore perché ha ascoltato non come capita cio che è stato detto, allora confessiamo che questa dottrina degna di lode era la dottrina dei cristiani; cosi facciamo qualcosa di simile a colui che non diceva più: Cosi dice il Signore, ma: Ascoltate le parole di me, Geremia.

Questo sul passo: Sono diventato oggetto di riso. E noi ci indigniamo se a volte veniamo derisi quando parliamo, mentre un uomo come Geremia dice: Sono divenuto oggetto di riso, non ho cessato di essere schernito tutto il giorno!58. Ma che dico? Geremia? Anche



37 Ger. 18, 6-10.


il mio Gesù era schernito: Udivano – dice infatti – tutte queste cose i farisei che erano amanti del denaro e si facevano beffe di lui . Ma il Signore si fa beffe di tutti quelli che si beffano delle parole di Dio.

Sono diventato oggetto di riso: guarda che tipo di vita hanno condotto i profeti , talora derisi, talaltra in pericolo e abbattuti e lapidati dal popolo, uccisi, odiati, perseguitati e tutto pativano e sopportavano affinché, cercando la gloria che viene dal Solo secondo la volontà di Dio, proclamando la Parola ottenessero la fine che viene da Dio.

Non ho cessato di essere schernito tutto il giorno, accusa contro la gente di quella generazione, poiché il profeta non passo soltanto alcuni giorni beffeggiato ma continuo a essere beffeggiato ogni giorno.

6. Si, della mia parola amara ridero 65. C’è una promessa che consiste in un riso, della quale promessa è eponimo il patriarca Isacco, il cui nome significa appunto «riso». Che vi sia una promessa che consiste in un riso è chiaro dal Beati quelli che piangono ora e la promessa è: poiché rideranno. Come la promessa: saranno chiamati figli di Dio e: vedranno Dio e: erediteranno la terra

39


e: di essi è il regno dei cieli , cosi vi è una promessa che consiste in un riso, alla quale promessa è contrapposto il pianto chiamato beato. Cercherai dunque se a questo buon riso, secondo l’uno o l’altro punto di vista, corrisponde quel pianto detto beato, si contrappone invece quell’altro pianto dichiarato miserevole tenuto in serbo per quelli che si comportano in modo contrario. Guai, infatti, a quelli che ridono ora, perché faranno lutto e piangeranno . Altro infatti è il pianto dichiarato beato, altro quello tenuto in serbo per quanti hanno vissuto male. Ma se anche quell’altro pianto ha una fine proficua, io non lo so . E che dico? Ascolta Paolo: quando insegnava, si sforzava di dire cose tristi agli ascoltatori e confessava di rallegrarsi soprattutto quando qualcuno era rattristato da lui. Dice infatti: E chi è colui che mi rallegra se non colui che è rattristato da me? . E se vi è uno capace di scuotere l’anima di un uditore specialmente se questi ha peccato, si augura di dirgli parole tali che, per la forza e la disposizione e la partecipazione alla divinità e perché annunciano pensieri santi, scuotano l’anima di chi ascolta e la muovano al lutto e al pianto e alle lacrime , cosi che chi parla gioisce vedendo l’uditorio soddisfatto e pieno delle cose da lui dette. Talvolta infatti lo conduce alle promesse come per una via stretta e angusta, via che conduce alla vita rattristando, e attraverso il pianto lo conduce a quel riso detto beato. Ma talvolta, poiché questo non gli riesce, temo allora che dica: Guai a voi che ora ridete perché farete lutto e piangerete.

Ma perché ho detto questo se non volendo alludere




alla frase di Geremia: Della mia parola amara ridero , e volendo presentare un riso che è pianto, particolarmente quel pianto di cui piangeranno quelli che qui ridono, mentre forse Dio si impegna a generare in loro il pianto ? infatti ci sarà il pianto e lo stridore dei denti . E Dio si impegna in questo, vedendo che chi piange sui propri peccati, chi fa lamento sulle proprie trasgressioni è giunto di già alla consapevolezza dei propri mali. Come sarebbe bello che ciascuno di noi dicesse per ciascun peccato: Lavero ogni notte il mio letto, con le mie lacrime il mio giaciglio bagnero ! Come sarebbe bello che ciascuno di noi dicesse, piangendo sui propri peccati: Sono divenute per me le lacrime pane giorno e notte ! Se qui la mia parola è un po’ amara, e un po’ amara a causa della mia tribolazione per essa, chi ascolta ne è malcontento; ma quando gli accusati opprimono colui che parla, so che a causa della mia parola amara la fine sarà di ridere, e di ridere del riso dei beati. Ecco cio che senza dubbio il profeta sapeva quando diceva: Della mia parola amara ridero; la parola amara è già là, ma non rido ancora, pero della mia parola amara ridero.

7. Ribellione e miseria invochero . Il giusto invoca Dio, perfino l’ingiusto invoca la Sapienza. Avverrà infatti, dice, che mi invocherete ma io non vi esaudiro . Qui si tratta di ingiusti, ma è chiaro che anche i giusti invocano talora la Sapienza. E ognuno che invocherà il nome del Signore sarà salvato . Qui pertanto il profeta dice:


Ribellione e miseria invochero. Come si invoca Dio, cosi la ribellione, come si invoca il Signore, cosi la miseria. Invochi dunque qualcosa di buono, Geremia, quando fai questa promessa: Ribellione e miseria invochero? Ma bisogna considerare i patti che stabiliamo e le loro infrazioni: capita talora di stabilire dei patti malamente e dopo averli stabiliti malamente, magari invocassimo la ribellione! E cosi pure, se considero la via larga e spaziosa che conduce alla perdizione e vedo che camminando in essa non sono un miserabile, e passo dalla via larga e spaziosa alla via stretta e angusta , allora da miserabile dico: Miseria invochero. Devo ribellarmi ai patti col mondo e le cose mondane per assumere patti celesti, ribellione invochero; e cosi, abbandonando la vita dalla via larga e spaziosa ed entrando in quella stretta e angusta per diventare miserabile come Paolo, dico: Miseria invochero. Non ogni uomo infatti dirà: Misero me uomo! Chi mi strapperà da questo corpo di morte? . Ma colui che ha compreso che cos’è il corpo di morte e desidera essere strappato da questo corpo di morte dirà: Misero me uomo! Colui invece che ama il suo corpo, l’uomo comune che non crede al secolo futuro non dice: Misero me uomo!, ma dichiara se stesso beato perché è uomo e perché è in questo corpo di morte. Se dunque posso comprendere come Paolo disse: Misero me uomo!, io che non avevo ancora invocato la miseria la invochero nell’infrangere i patti col male, e dico come Geremia: Ribellione e miseria invochero, poiché egli non ha detto: Un’infedeltà di Dio invochero.

Voglio dare un esempio, tratto dalla Scrittura, di un giusto che infrange i patti, per presentare come egli in




55 Mt. 10, 25.


realtà ha invocato la ribellione. Giuditta aveva stabilito con Oloferne i patti che durante quei tanti giorni sarebbe uscita a pregare Dio e dopo questi giorni si sarebbe offerta al letto di Oloferne. Oloferne accolse questi patti e lascio Giuditta uscire per le preghiere fuori dall’accampamento . Che doveva fare Giuditta? Custodire i patti o infrangerli? Noi riconosciamo che doveva infrangerli, poiché era cosa beata agli occhi di Dio ribellarsi ai patti con Oloferne. Giuditta doveva ribellarsi ai patti con Oloferne, dicendo: Ribellione invochero; e invoco di fatto la ribellione.

Magari diventassi anch’io tale da dire: Ribellione invochero, e invochero la ribellione contro il serpente, contro il diavolo. Il serpente fece dei patti con Eva una volta ed ella gli era amica e lui a lei, ma Dio nella sua bontà si adopero perché questi patti fossero sciolti e per dissipare questa cattiva amicizia; e nella sua bontà Dio dice: Inimicizia porro tra te e la donna, tra il tuo seme e il seme di lei . Potessimo dunque ascoltare nobilmente come Dio pone l’inimicizia contro quello là per stabilire l’amicizia col Cristo! Poiché è impossibile essere insieme amico dei contrari e come nessuno puo servire a due padroni , cosi nessuno puo essere amico sia di Dio che di Mammona , amico insieme sia di Cristo che del serpente; ma è necessario che l’amicizia con il Cristo produca inimicizia contro il serpente e che l’amicizia col serpente generi l’inimicizia contro il Cristo.

Ribellione e miseria invochero . Perché tu comprenda ancor più le parole: Ribellione invochero, descrivero una cosa che accade agli asceti. Spesso infatti, quando si presenta l’occasione di sposarsi ma non si è nella situazione in cui la carne si rivolta contro lo spirito, uno sceglie di non usare il permesso di sposarsi,


58 Ger. 18, 7.


bensi di restare nella miseria e nella fatica, di macerare il corpo con digiuni e ridurlo in schiavitùcon l’astenersi da tali e tali alimenti e in ogni modo far morire mediante lo spirito le azioni del corpo. Forse allora che un tale uomo non ha invocato la ribellione, mentre gli era possibile consegnare se stesso alle delizie e al piacere e non invocare la ribellione? Se uno dunque puo imitare il profeta, invochi da una parte, come abbiamo spiegato, ribellione, e dall’altra invochi miseria in mezzo alle pratiche ascetiche. Questo fatto si è realizzato veramente per Geremia, poiché ha vissuto davvero nella castità, dato che il Signore gli aveva detto: Non prenderai moglie, e certamente non farai dei figli ; visse allora nella castità, poiché aveva invocato ribellione e miseria.

8. Si, è divenuta la parola del Signore per me motivo di oltraggio. Beato Geremia, che non ha altro motivo d’oltraggio se non la parola del Signore! Noi miserabili invece non abbiamo oltraggi per la parola del Signore ma per i nostri peccati e siamo oltraggiati perché cadiamo e siamo caduti e siamo insultati per le nostre malvagità. Non sono questi gli oltraggi con i quali il Salvatore vuole che siamo oltraggiati quando dice: Beati siete quando vi oltraggiano e vi perseguitano e dicono ogni parola malvagia contro di voi per causa mia. Gioite in quel giorno e fate balzi di gioia.

La parola, dice, del Signore è divenuta per me oltraggio e derisione tutto il giorno . Comprendi da qui che uomini nobili sono i profeti, i quali non nascondono i propri peccati come facciamo noi e dicono non solo ai loro contemporanei ma a tutte le generazioni che hanno






65 Deut. 8, 5.


peccato. E io invece esito a confessare i miei peccati qui davanti a poche persone, poiché chi ascolta mi condannerà, mentre Geremia, che aveva avuto un pensiero peccaminoso, non se ne vergogno ma mise per iscritto il suo peccato; era infatti un peccato cio che è riportato nel passo: E dissi: Non nominero più il nome del Signore e non parlero mai più in suo nome . Tu sei stato ammaestrato a fare tutto nel nome del Signoree tu dici: Non nominero più il nome del Signore? Ma che nome vuoi nominare? Nomi di altri dèi non ricorderete nei vostri cuori , e tu dici: Non nominero più il nome del Signore e non parlero mai più in suo nome? Egli dice cosi per aver patito qualcosa di umano che anche noi rischiamo spesso di aver patito; e soprattutto se uno è consapevole che, a causa dell’insegnamento della Parola, gli è capitato di essere miserevole e sofferente e odiato, spesso dice: Mi ritiro, che ho a che fare con queste faccende? E se mi ci trovo in mezzo per questi motivi, l’insegnare, il proclamare la Parola, perché non mi ritiro piuttosto nella solitudine e nella quiete? Qualcosa di simile ha patito anche il profeta quando diceva: E ho detto: Non nominero più il nome del Signore e non parlero mai più in suo nome.

Ma in questo è buono il Signore che impedisce tali peccati a cosi grandi personaggi. Non ha permesso al profeta di essere veritiero nel dire le cose sopraddette, ma anche in questo ha fatto si che Geremia invocasse ribellione e si ribellasse alla parola data; aveva detto infatti: Non nominero più il nome del Signore e non parlero mai più in suo nome! Ma, dice, divenne nel mio cuore come fuoco ardente, che bruciava nelle mie ossa, e vengo meno da ogni parte e non posso resistere : la parola del Signore venne a bruciare il suo cuore e divenne nel mio cuore come fuoco bruciante, che ardeva nelle mie

ossa. Rigetto il peccato che aveva commesso dicendo: Non nominero più il nome del Signore e non parlero mai più in suo nome. E Geremia rigetto il peccato proprio col dire quelle parole. Magari potessi sentire anch’io che insieme all’aver peccato e all’aver detto una parola peccaminosa, questa è diventata nel mio cuore fuoco ardente e bruciante, cosi da non poter resistere! La Parola avrà una certa audacia, non so se vantaggiosa per questa


o quella parte dell’uditorio. Ha detto che c’è una specie di fuoco, fuoco non sensibile, che castiga colui che è castigato con una pena insopportabile. Ha detto infatti: E divenuto nel mio cuore come fuoco bruciante e che ardeva non solo nel mio cuore ma anche nelle mie ossa, e vengo meno da ogni parte e non posso resistere . Io temo che qualcosa di simile sia riservato a noi, un fuoco che divenga cio che è divenuto nel cuore di Geremia, ma noi non l’abbiamo ancora esperimentato. Se l’avessimo esperimentato e ci stessero davanti i due fuochi, questo fuoco e quello esteriore che vediamo applicato a coloro che i capi delle nazioni fanno ardere, sceglieremmo quest’ultimo piuttosto che l’altro. L’uno infatti brucia cio che appare, l’altro brucia il cuore e cominciando dal cuore penetra in tutte le ossa e penetrando nelle ossa giunge a bruciare interamente colui che è arso e penetra talmente che colui che è arso non puo resistere. Chi puo dire di questo fuoco (esteriore): E non posso resistere? Conosco fin dei briganti che hanno potuto sopportare questo fuoco, il dolore che viene da questo fuoco. Diverso è il dolore che deriva dal fuoco descritto da Geremia: E divenne nel mio cuore come fuoco ardente bruciante nelle




70 Sal. 95, 4.


mie ossa, e vengo meno da ogni parte e non posso resistere. Questo fuoco è acceso dal Salvatore, lui che ha detto: Fuoco sono venuto a gettare sulla terra, e poiché questo fuoco è acceso dal Salvatore, allora per quelli che cominciano ad ascoltarlo comincia dal fuoco e prima di tutto getta il fuoco nel loro cuore, come confessano Simone e Cleofa dicendo, a proposito delle sue parole:

Non era forse ardente il nostro cuore sulla via, quando ci apriva le Scritture? . Qui arde per il fuoco il cuore di entrambi, Simone e Cleofa: sentili dire: Non era forse ardente il nostro cuore?

9. Chi è degno di ricevere fin d’ora questo fuoco nel cuore per non riceverlo di là? Voglio descrivere chi è colui che ha questo fuoco nel cuore. Descrivimi due peccatori che hanno commesso lo stesso genere di peccato, la fornicazione laida e impura, e di questi due che hanno fornicato l’uno non prova né tristezza né dolore né rimorso, ma prova cio che è scritto nei Proverbi riguardo alla prostituta: Dopo che ha agito, lavatasi, dichiara di non aver fatto niente di fuori luogo . Guarda l’altro: dopo la caduta non puo sopportare, ma castigato nella coscienza, tormentato nel cuore, non puo mangiare e bere, digiuna non per scelta ma per il dolore del pentimento; descrivimi questo tale, che si aggira tutto il giorno cupo e schiacciato dal dolore, ruggendo per il gemito del suo cuore, vedendo davanti a sé sempre il suo peccato che lo accusa 116; ed ecco quest’uomo castigato non per un sol giorno o una sola notte ma per lungo tempo. Quale dei due preferisci? Chi dici che abbia


speranze presso Dio? Forse quello che ha fornicato e non se ne preoccupa ed è insensibile al punto di consegnarsi alla dissolutezza ? Oppure questi, che fa lutto dopo un solo peccato e si lamenta? Questi è (figlio) delle speranze: quanto più è arso dal fuoco della tristezza, tanto più è oggetto di misericordia ed è sufficiente per lui un tempo di castità come quello dato (dall’Apostolo) a colui che aveva fornicato e se ne era rattristato; e poiché è vantaggioso per costui un tempo di castigo quaggiù, per questo (l’Apostolo) si è dato da fare per castigare il fornicatore, e quando lo ebbe castigato rattristandolo e vide che la sua tristezza era sufficiente, disse: Perché questi non sprofondi in una eccessiva tristezza, fate prevalere verso di lui la carità. Ciascuno di noi esamini la propria coscienza e veda in cosa ha peccato, poiché deve essere punito; preghi Dio che venga su di lui quel fuoco che era in Geremia, che venne poi su Simone e Cleofa, cosi da non essere conservato per l’altro fuoco; se infatti non ha ricevuto quaggiù il fuoco, ma anzi ha peccato e non se ne è preoccupato, sarà trattenuto da quel fuoco.

E divenne nel mio cuore come un fuoco ardente, bruciante nelle mie ossa, e vengo meno da ogni parte e non posso resistere, poiché ho udito il vituperio di molti che si affollavano intorno. L’irreprensibile, il beato Geremia – faccio eccezione di questo piccolo peccato e di qualche altro peccato insignificante che abbia potuto commettere – era biasimato da molta gente, ma il biasimo della folla era per lui lode presso Dio. Dicevano infatti quelli che lo biasimavano: Congiurate e congiuriamo insieme contro di lui noi tutti suoi amici: osservate le sue intenzioni e sarà sedotto . Volevano sedurlo con un’altra seduzione, una seduzione letale, contraria a quella di cui aveva detto: Mi hai sedotto, Signore, e sono stato sedotto.




78 Deut. 1, 31.


Costoro che congiurano contro di lui dicono: E prevarremo su di lui e su di lui ci prenderemo la nostra vendetta .

Credono di essere oggetto di ingiustizia quelli che sono accusati per i loro peccati, e per questo, convinti di essere vittime di un’ingiustizia, dicono: Su di lui ci prenderemo la nostra vendetta. Qualcosa di simile hanno fatto anche quelli che hanno segato Isaia : come se fossero stati oggetto di ingiustizia, dal momento che le profezie cercavano di convertirli e di castigarli, di accusarli e rimproverarli, lo segarono e lo condannarono con una sentenza mortale.

Ma di quelli che congiuravano contro di lui Geremia dice: E il Signore è con me come un guerriero potente . Se diventiamo quali noi dobbiamo essere e accogliamo quel fuoco che viene sui nostri peccati come su Geremia e quelli simili a lui, dopo questo il Signore diventa con noi come un guerriero potente. Per questo (mi) hanno perseguitato e non hanno potuto comprendere , poiché il Signore era col perseguitato, e il perseguitato non puo divenire loro preda. Forse che, come molte cose di Geremia si riferiscono al Salvatore, non puo allora anche questa essere dello stesso genere? Infatti il: congiurate e congiuriamo contro di lui è detto anche del Salvatore, e il Signore era con lui come un guerriero potente. Per questo (l’) hanno perseguitato e non hanno potuto capire i giudei che lo perseguitavano: furono grandemente confusi e non capirono la loro infamia; infamati per tanto tempo non dicono i loro peccati che per l’eternità non saranno dimenticati 128, mentre essi pensano che le loro iniquità saranno dimenticate in questo secolo; noi invece vediamo che per l’eternità le loro iniquità non saranno dimenticate, e vedendoli noi ci ricordiamo del: Non pensare cose alte, ma temi, poiché, se Dio non ha


risparmiato i rami che erano tali per natura, quanto più non risparmierà quelli che non lo sono per natura .

Il Signore delle potenze dunque è con noi , provando le azioni giuste, comprendendo reni e cuori . Il Signore prova le azioni giuste ma riprova quelle ingiuste; è, per cosi dire, banchiere di azioni giuste e ingiuste; lui che è anche il Signore che comprende reni e cuori. Qui dunque è scritto che comprende reni e cuori. Cerco in che cosa si distingue il comprendere reni e cuori e se una cosa è il comprendere reni e cuori, altra cosa l’esaminare cuori e reni . Non di tutti esamina cuori e reni ma di quelli che hanno peccato; conosco infatti il significato di esaminare, che si usa in questa vita per coloro che vengono torturati: nei tribunali gli uni esaminano, gli altri sono esaminati, e alcuni lo sono in mezzo a pene pesantissime. Quelli che castigano esaminano i fianchi, esaminano i corpi, ma il Signore solo ha un nuovo modo di esaminare: è colui che esamina i cuori, e soltanto al Signore appartiene l’esaminare cuori e reni. Quaggiù i briganti vengono esaminati nei fianchi per ordine del prefetto, mentre là non per ordine di Dio bensi dal Signore stesso si viene esaminati nei reni e nei cuori, a meno che qui io non dica che il Figlio è colui che riceve l’ordine, che il Padre è colui che dà l’ordine e il Verboè colui che esamina cuori e reni. E io penso che fra tutte le torture e tutte le pene, le più pesanti sono quelle inflitte


volte questo tema e con lui tanti altri Padri. Ma puo essere particolarmente opportuno riportare qui il brano di Barsanufio e Giovanni: «Dio non impedisce agli uomini di peccare lasciandoli liberi di scegliere, ma li sostiene se viene chiesto il suo aiuto» (vedi la voce Libertà-Libero arbitrio ).


dal Verbo quando esamina e cuori e reni. Percio facciamo tutto il possibile per non essere consegnati a quell’esame, al quale esame ritengo inferiore la pena di coloro che sono consegnati a quelli che nel Vangelo sono detti torturatori . All’inizio infatti vengono consegnati a molti , forse moltissimi, quando non sono ancora degni di essere consegnati al solo Verbo che esamina cuori e reni. Quel famoso ricco non era ancora degno di essere consegnato a colui che esamina cuori e reni, percio era torturato da molti. Ma se in seguito anche lui ha subito questo esame o no, chi puo esamini la cosa. In ogni caso, cio che ci attende sono dei torturatori e colui che esamina i cuori e i reni per i nostri peccati; e se da questi peccati non ci allontaniamo in fretta, ne resteremo prigionieri. Sorgendodunque, domandiamo l’aiuto che viene da Dio , per essere beatificati in Cristo Gesù, al quale è la gloria nei secoli. Amen140.




ALTRE DUE OMELIE TRADOTTE DA GIROLAMO


Origene su Geremia 19