Origene su Geremia 21

21

: OMELIA L. I (III)

DALLA PAROLA: «COME È STATO INFRANTO E SMINUZZATO IL MARTELLO DI TUTTA LA TERRA? COME BABILONIA È STATA RIDOTTA ALLO STERMINIO?»

FINO AL LUOGO IN CUI SI DICE: «RETRIBUITELA SECONDO LE SUE OPERE; E TUTTO CIÒ CHE ESSA HA FATTO ANCHE VOI FATELO A LEI, POICHÉ HA RESISTITO AL SIGNORE DIO, IL SANTO DI ISRAELE».

1. Come – dice – è stato infranto e sminuzzato il martello di tutta la terra? Come Babilonia è stata ridotta allo sterminio? . Bisogna cercare in queste parole quale sia il martello di tutta la terra e quale sia la profezia della sua rottura e perché dica prima infranto e poi sminuzzato, cosi che, raccogliendo cio che negli altri passi è scritto sul martello, quando troveremo il suo nome, investigheremo cosa vuol dire (il Signore) con quel nome negli esempi che riporteremo. Una volta veniva costruita la casa di Dio secondo il terzo Libro dei Re ed era Salomone a costruirla ed edificarla; e li quasi come motivo di lode si dice della casa di Dio che non si sono uditi nella casa di Dio né martello né scure . Percio, come non si ode il martello nella casa di Dio, cosi, poiché la casa di Dio è la Chiesa, non si ode il martello nella Chiesa. Quale è questo martello che vuole, per quanto è in suo potere, impedire alle pietre di edificare il tempio, perché, una volta spezzate, non siano più adeguate alle sue


fondamenta? Il martello di tutta la terra è il diavolo. Ma io affermero con franchezza che c’è qualcuno che non si preoccupa troppo del martello di tutta la terra. E poiché è stato preso come esempio un martello sensibile, cerco una materia più forte del martello che non sia danneggiata quando esso la percuote. E, cercando, la trovo in cio che sta scritto: Ecco un uomo che sta sopra dei muri di diamante e nella sua mano è un diamante . La storia naturale riporta che il diamante è più forte di qualsiasi martello che lo colpisce e rimane intatto e irriducibile. Anche se il diavolo incombe come un martello e al di sotto si apposta il drago, che è come un’incudine indomabile, il diamante che sta nella mano del Signore e al suo cospetto non patisce nulla . Ci sono dunque due cose contrarie a questo diamante: il martello e l’incudine irriducibile. Ora, esiste anche tra le genti un trito proverbio popolare che consiste nel dire, di coloro che sono premuti da angosce e mali estremi: Tra l’incudine e il martello. Tu allora applicalo al diavolo e al drago, i quali nelle Scritture sono sempre designati con nomi di questo tipo secondo le diverse circostanze; e di’ che il santo, il quale è come un muro di diamante o come un diamante nella mano di Dio, non si cura né del martello né dell’incudine, ma quanto più è colpito, tanto più risplende la sua virtù. Si dice che quelli che fanno commercio di pietre, quando vogliono provare il diamante, non sapendo se è vero diamante o no fino a quando non è passato fra l’incudine e il martello, allora si saranno persuasi che è diamante assolutamente autentico, se la pietra resta intatta fra l’incudine e il martello, se, quando il martello la colpisce da sopra e l’incudine è sotto, la natura più dura della pietra resiste. Tale è il santo davanti alle tentazioni; ma quelli che non sanno provare le pietre, le ignorano, mentre Dio solo conosce con certezza assoluta la natura delle pietre di diamante, ignorata dai più. Io stesso ancora non so se, al sopraggiungere del martello per colpirmi,


sarei spezzato e sminuzzato dando cosi la prova di non essere diamante; o se invece mi mostrerei un vero diamante che, all’assalto delle persecuzioni, dei pericoli, delle tentazioni, risulta non tanto spezzato dai colpi del martello quanto provato. Percorri tu stesso le Scritture e cerca se puoi trovare traccia di una promessa fatta veramente da Dio, che il martello colpisca cio che deveessere colpito. E stato detto per esempio – infatti per capire le cose oscure si prendono degli esempi – che se non ci fosse il martello non ci sarebbe nemmeno la tromba di argento battuto che, secondo la Legge, chiama alle solennità di Dio infiammando gli animi alla guerra con il suo suono . Perché ci sia una tromba battuta, è necessario un martello. Questo martello ha contribuito molto a produrre quella tromba battuta che è Paolo, per formarlo e renderlo provato attraverso svariate tentazioni, cosi che potesse passare illeso dall’incudine e assumere la forma di una tromba altisonante, che produce per gli ascoltatori un suono non incerto, affinché le truppe siano preparate alla guerra.

E poiché il martello appare come una forza avversa e il drago come un’incudine non malleabile, assumendo sempre nelle Scritture un nome derivato da un martello o da qualche altra materia, mi fermero sulle parole: Caino genero figli e da Caino è nato un fabbro forgiatore del bronzo e del ferro. Come dunque il diavolo, operatore di tutte le tentazioni, è detto martello, cosi colui che lo serve è il figlio di Caino, forgiatore. Ogni volta che cadi nella tentazione, sappi che il martello è il diavolo e il forgiatore è colui mediante il quale il diavolo ti perseguita. Cosi come alla consegna del Salvatore, il martello era il diavolo e il forgiatore era Giuda. E in quel tempo in cui il Signore pati c’erano molti forgiatori che gridavano: Togli togli dalla terra un tale uomo; crocifiggilo crocifiggilo! . Tutto è pieno di forgiatori, poiché quanti nelle loro azioni


fanno accoglienza al diavolo e lo servono nell’approvare l’ingiusto e nell’accusare il giusto, sono tutti forgiatori. Percio, anche se ieri eri un forgiatore e tenevi in mano il martello, ora che sai come i forgiatori siano nati dal fratricida Caino, getta il martello dalla tua mano e passa alla generazione migliore, che è spirituale, quella di Set e di Enos e degli altri che le Scritture lodano .

Il martello tuttavia finisce con l’essere spezzato e sminuzzato . Bisogna poi sapere che il diavolo, profeticamente chiamato qui martello, è il martello non di una parte della terra bensi della terra intera, e bisogna prendere l’espressione della terra intera letteralmente, poiché in tutta la terra si è diffusa la sua malizia e dovunque questo martello opera il male. Ma bisogna anche dire che il diavolo è il martello della terra intera nel senso che non è il martello del cielo; il martello infatti non si adopera per una sostanza tenue ma per una densa. Se tu porti l’immagine del terrestre, poiché tu sei terrestre il martello ti colpisce; se pecchi e sei terra e vai alla terra esperimenterai il martello della terra intera operante anche in te. Secondo questa interpretazione si puo anche osservare che quel martello della terra intera, poiché esercita la sua potenza su tutte le realtà terrene, è il diavolo, e che si puo anche immaginare un martello più piccolo, che non è il martello della terra intera ma, per cosi dire, di questa o di quella parte della terra. E se dunque una forza contraria a un’altra mi fa guerra e lotta contro di me senza avere il potere di radunarsi contro tutti gli uomini insieme, come fa il diavolo, allora davvero c’è un martello contro di me, ma non il martello della terra intera, bensi, per cosi dire, il martello della mia terra soltanto. Una volta allora spezzato e sminuzzato il


impetuoso della Pentecoste.




101 Tema su cui Origene ritorna più volte: vedi Hom. Jer. II, SCh 232, nota 1, p. 210. «... il mio Salvatore... stesso uccide i serpenti,

martello della terra intera, che necessità c’è di pensare al martello di alcune parti della terra? E nello stesso tempo trovo degno di ammirazione il fatto che il martello della terra intera sia stato sminuzzato. Che cosa ci sarebbe di straordinario se il martello di alcune parti della terra fosse stato spezzato e sminuzzato? Ma è veramente degno di ammirazione il fatto che il martello della terra intera sia stato spezzato e sminuzzato.

2. Dopo questo cerco chi sia colui che ha spezzato e sminuzzato il martello della terra intera e diro che non è stato Mosè a poter spezzare e sminuzzare il martello della terra intera né prima di lui Abramo né dopo di lui Gesù figlio di Navè né alcun altro profeta. Chi dunque poté spezzare e sminuzzare un tale e tanto grande martello della terra intera? Chi è costui ? Gesù Cristo spezzo e sminuzzo il martello della terra intera, e ammirando questo nello Spirito santo il profeta dice: Come è stato spezzato e sminuzzato il martello della terra intera? Prima è stato spezzato quindi sminuzzato. E poiché ho trovato che è stato il Salvatore a spezzare il martello della terra intera e a sminuzzarlo, verro all’Evangelo e vedro la prima tentazione, quando il diavolo gli disse: Ti daro tutte queste cose se prostrandoti mi adorerai e il seguito; e diro che in quel tempo Gesù non sminuzzo il martello della terra intera ma soltanto lo spezzo; ma dopo che (il diavolo) si fu ritirato da lui fino al tempo stabilito e quando, sopraggiunto il tempo, ritorno, allora il martello della terra intera fu sminuzzato, non solo spezzato come la prima volta. E poiché fu sminuzzato il martello della terra intera che prima era stato spezzato, similmente anche da ciascuno di noi è veramente spezzato quando siamo introdotti nella Chiesa e accediamo alla fede, viene poi sminuzzato e spezzettato quando giungiamo alla perfezione . Che se dubiti su chi sia a sminuzzare il


diavolo quando noi giungiamo alla perfezione, ascolta l’Apostolo che benedice il giusto con una benedizione particolare, dicendo: Dio poi spezzi Satana sotto i vostri piedi in fretta. Questo martello è dunque animato, forse infuria adesso contro di noi e cerca, poiché noi facciamo conoscere queste cose su di lui – non soltanto infatti è spezzato senza essere anche sminuzzato da noi –, forse cerca per rivalsa di spezzarci e di sminuzzarci. E molti davvero ne spezza, che non hanno badato a se stessi né hanno custodito con ogni vigilanza il loro cuore. Ma noi che confidiamo in Dio e crediamo nel Cristo Figlio di Dio, non dobbiamo temere il diavolo; il timore di Dio ci rende tali che, non temendo il diavolo, non subiamo nulla da parte sua bensi diciamo non solo in generale ma anche di noi stessi: Come è stato spezzato e sminuzzato il martello della terra intera?

Una volta che quello fu spezzato e sminuzzato, Babilonia è caduta nello sterminio e la città della confusione 26 non viene dispersa prima che il martello della terra intera non sia spezzato e sminuzzato. Donde mirabilmente e con ordine straordinario il profeta era solito dire: Come è stato spezzato e sminuzzato il martello della terra intera? Come Babilonia è caduta nello sterminio?. Cio che è avvenuto prima, come prima cosa lo ha narrato, cio che è avvenuto per secondo, lo ha esposto in seguito; e questo giova osservarlo per ogni parola delle Scritture.

Quando allora Babilonia è caduta nello sterminio? Quando ogni confusione è sterminata dalla mia anima e non mi confonde più né la morte di un figlio né il decesso della sposa, quando non vi è chi mi irriti e provochi alla tristezza, all’ira, alla concupiscenza, alla voluttà, quando






106 Gv. 7, 37.


resto non confuso usando la ragione che mi rende fermo e forte, allora mi accade cio che è stato detto: E caduta nello sterminio Babilonia, cioè tutta la confusione.

E queste cose accadono – cioè che sia spezzato e sminuzzato il martello di tutta la terra e sia demolita Babilonia –, quando le genti prevalgono sul martello e su Babilonia. E scritto infatti: Di tra le genti si prevarrà su di te, cioè coloro che provengono dalle genti prevarranno su di te, Babilonia, prevarranno su di te, martello, perché tu venga spezzato e sminuzzato. Quando si sono realizzati questi eventi? Alla venuta del mio Signore Gesù Cristo, quando l’Evangelo è stato predicato a tutte le genti , allora il Padre, il Figlio e lo Spirito santo hanno prevalso su Babilonia e sul martello della terra intera, e si è compiuto cio che era scritto: Di tra le genti si prevarrà su di te.

E sarai presa, Babilonia, e non lo saprai . Magari fosse presa Babilonia anche da ciascuno di noi. Da cio che precede si puo capire in che cosa consista la cattività di Babilonia, quando, una volta presa, è stata scalzata dalle fondamenta, distrutta, desolata, cosi che in noi non rimanga alcuna confusione.

E sarai presa, Babilonia, e non lo saprai; sei stata trovata e afferrata, poiché hai resistito al Signore . La sola Babilonia dunque ha resistito al Signore e non piuttosto tutte le genti, quando, abbandonato il creatore hanno venerato gli idoli, hanno resistito al Signore? Non si dice forse in figura che ogni anima contraria a


Gerusalemme, visione di pace , è Babilonia? Per cui i santi erano a Gerusalemme, i peccatori erano a Babilonia. E se i gerosolimitani peccavano, erano mandati a Babilonia e se si convertivano a penitenza mentre erano in Babilonia, ritornavano di nuovo a Gerusalemme.

Viene presa dunque Babilonia e non lo sa: poiché Babilonia non è sottomessa alla legge di Dio né lo puo . E Babilonia è trovata e una volta trovata è afferrata e se è afferrata una volta trovata, lo è perché ha resistito al Signore.

3. Segue l’esordio di un’altra pericope: Ha aperto il Signore il suo tesoro e ha estratto i vasi della sua ira, poiché c’è bisogno del Signore delle schiere nella terra dei caldei, poiché è giunto il suo tempo. Aprite i suoi granai, scrutatela come una caverna e disperdetela in modo tale che non vi siano resti. Disseccate tutti i suoi frutti e discendano nella morte. Guai a loro, poiché è giunto il loro giorno, il tempo della vendetta su di loro . Volendo comprendere cio che è stato detto: Ha aperto il Signore il suo tesoro e ha estratto i vasi della sua ira, cerco in altri passi i vasi dell’ira di Dio e per un raffronto più pieno di questo passo ne trovo uno dell’Apostolo, e in esso trovo l’Apostolo che mi espone cosa sono i vasi dell’ira di Dio. Dice infatti: Se poi Dio volendo mostrare la sua ira e far conoscere la sua potenza ha portato con molta pazienza i vasi dell’ira preparati per la perdizione, anche per far conoscere la ricchezza della sua gloria sui vasi di misericordia che aveva preparato per la gloria, ha chiamato anche noi non solo dai giudei ma pure dalle genti . In genere l’Apostolo ha diviso tutti gli uomini in due categorie dicendo che gli uni sono vasi di misericordia, gli altri vasi di ira. Ha chiamato per esempio


112 Ger. 23, 23.


il faraone e gli egiziani vasi di ira e per contro ha chiamato se stesso, che per primo ha ottenuto misericordia , e quelli che in quel tempo di tra i giudei e le genti hanno creduto, vasi di misericordia.

Ci sono dunque nel tesoro di Dio vasi di ira; è scritto infatti: Ha aperto il Signore il suo tesoro e ha estratto i vasi della sua ira. Qual è questo tesoro del Signore nel quale si trovano i vasi dell’ira? Qualcuno forse potrebbe chiedersi se nel tesoro del Signore ci sono soltanto vasi di ira e se il tesoro di Dio, che è il tesoro di tutto, non abbia vasi di misericordia, oppure se bisogna interpretare diversamente il tesoro di Dio, da cui vengono tratti i vasi della sua ira. Io diro con franchezza che il tesoro del Signore è la sua Chiesa e in questo tesoro, cioè la Chiesa, si nascondono spesso degli uomini che sono vasi di ira. Verrà dunque un tempo nel quale aprirà il Signore il suo tesoro, la Chiesa; ora infatti è chiusa la Chiesa e i vasi di ira coabitano coi vasi di misericordia e la paglia col frumento e i pesci da perdere e rigettare sono raccolti insieme ai pesci buoni, che sono caduti nella rete . Quando Dio aprirà la sua Chiesa nel tempo del giudizio e farà uscire da essa i vasi della sua ira, uno che è un vaso di misericordia dirà forse dei vasi di ira che escono: Sono usciti da noi, perché non erano dei nostri; se infatti fossero stati dei nostri sarebbero rimasti con noi; ma per questo sono usciti da noi, perché fosse manifesto che non erano tutti dei nostri.

Il discorso corre su un altro argomento; ecco allora che cosa osiamo dire. Nel tesoro di Dio ci sono i vasi di ira, al di fuori del tesoro i vasi che peccano non sono vasi di ira ma sono qualcosa di meno dei vasi di ira, poiché sono quei servi che ignorano la volontà del loro Signore e non compiono la sua volontà . Chi invece entra nella





Chiesa è o vaso d’ira o vaso di misericordia; chi è fuori dalla Chiesa non è né vaso di misericordiadi ira. Sto cercando un qualche altro nome per colui che resta al di fuori della Chiesa, e come dichiaro con sicurezza che non è vaso di misericordia, cosi per contro, spinto dalla certezza della ragione, asserisco apertamente che non puo esser detto nemmeno vaso di ira, bensi vaso riservato per qualche altra cosa. Potro dunque dimostrare sulla base delle Scritture che non è né vaso di misericordiadi ira cosi che la seconda esposizione immetta per noi qualcosa di utile sul passo in questione e il discorso osi lanciarsi di nuovo sull’argomento che da tempo cerca di penetrare. Dice l’Apostolo: In una casa grande non ci sono soltanto vasi d’oro e d’argento, ma anche di legno e di argilla, alcuni ad onore, altri a disonore. Se dunque uno si purifica da queste cose, sarà un vaso ad onore, santificato, utile al Signore, preparato ad ogni opera buona . Credi tu che la grande casa sia quella presente e si trovino in essa i vasi a onore e altri a disonore? Non è piuttosto che nella casa futura i vasi d’oro e d’argento, che sono ad onore, si troveranno ad essere vasi di misericordia, gli altri invece, cioè gli uomini mediocri , che sono al di fuori di questo, cioè della possibilità di essere vasi di ira o di misericordia, potranno secondo una qualche dispensazione di Dio, essere nella grande casa vasi non purificati, vasi di terra a disonore, tuttavia necessari in una casa?

Vedi poi se riesco a comprovare questo stesso esempio con un’altra testimonianza della Scrittura. E stato disonorato, dice, Jechonia, come un vaso che non ha alcuna utilità ; non dice che abbia si una qualche utilità ma che questa utilità sia a disonore, ma che era della casa di Dio e ha peccato, non ha più assolutamente alcuna utilità. Ho anche un altro passo della Scrittura in cui si parla di un


p. 94, nota 42).

certo altro peccatore: E sarà come un vaso di terra nel quale prenderai un po’ d’acqua e nel quale porterai dei carboni . E afferma ancora che non è affatto necessario e che è un vaso inutile da ogni punto di vista.

Noi dunque che siamo in questa casa di Dio, cominceremo a essere purificati quando Dio comincerà ad aprire il suo tesoro , se almeno saremo vasi di misericordia, mentre i vasi di ira sono gettati lontano da noi? Non bisogna davvero ormai cominciare a sforzarci, non solo di non essere vasi di ira, ma anche di gettare lontano da noi quelli che sono vasi di ira? E qualcosa del genere che dice l’Apostolo Paolo ai Corinti: In breve, si ode che vi è fra voi fornicazione e una tale fornicazione che non è nominata nemmeno fra i gentili, che uno si tenga la moglie del padre; nonostante questo voi siete gonfi e non avete piuttosto fatto lutto affinché sia tolto di mezzo a voi colui che ha commesso questo crimine 50, come se dicesse: aperto il tesoro di Dio escano i vasi della sua ira! Poiché Dio ha aperto il suo tesoro e ha estratto i vasi della sua ira.

Ho letto in qualche luogo come se il Salvatore dicesse – sia che l’abbia detto qualcuno che prefigurava il Salvatore, sia qualcuno che abbia rievocato un ricordo, mi domando se non è vero –: Chi mi è vicino è vicino al fuoco; chi mi è lontano è lontano dal Regno . Come infatti chi è vicino a me è vicino alla salvezza, cosi è vicino anche al fuoco. E chi mi ha udito ma ha trasgredito alle cose udite, è divenuto un vaso di ira preparato per la perdizione , quando è vicino a me è vicino al fuoco . Ma se uno, temendo il fatto che chi è vicino a me è vicino al fuoco, si è allontanato da me per non trovarsi vicino al fuoco, sappia costui che sarà






tenuto lontano dal Regno. Succede cosi per gli atleti: quello che non è iscritto alla gara non teme i flagelli né attende la corona; quello che invece anche una sola volta ha dichiarato il suo nome, se viene sconfitto è preso a sferzate e scacciato, se invece vince è coronato. Allo stesso modo chi è entrato nella Chiesa – ascolta, catecumeno –, chi ha avuto accesso alla parola di Dio è nientemeno che iscritto al combattimento della pietà e in quanto iscritto, se non combatte lealmente, è preso a sferzate mentre non sono sferzati quelli che non si sono iscritti all’inizio. Ma se lotta fortemente per sfuggire le sferzate e gli affronti, non soltanto sarà libero da oltraggi ma riceverà la corona incorruttibile della gloria.

4. Deve operare il Signore delle schiere nella terra dei caldei . Un luogo terreno puo essere chiamato in molti modi secondo i diversi punti di vista. E come il Salvatore ha molteplici nomi secondo concetti diversi fra sé, essendo uno nella sostanza ma multiforme nelle operazioni, cosi pure a causa della malizia del genere umano le realtà terrene, pur essendo sostanzialmente un’unica cosa, sono molteplici secondo la diversità dei punti di vista. Cio che dico diventerà più chiaro se, riprendendo l’esempio assunto per il Salvatore, passero ai soggetti da spiegare, sviluppandoli. C’è un solo soggetto nel Signore Gesù mio Salvatore. Ma pur essendo un solo soggetto, secondo un punto di vista è medico, come è scritto: Non hanno bisogno i sani del medico, ma i malati ; secondo un altro punto di vista è pastore , poiché governa le creature irrazionali; secondo un altro è re , poiché regna sulle creature razionali; secondo un altro ancora è la vite vera, poiché gli uomini inseriti in lui


2 Ger. 20, 1.

portano molto frutto e coltivati dal Padre, l’agricoltore , ricevono la pinguedine della vera vite dalla partecipazione a un’unica radice; secondo un altro punto di vista è la Sapienza, secondo un altro la Verità, secondo un altro ancora la Giustizia . Tuttavia il soggetto è uno solo. Come dunque nel Salvatore, pur essendo un unico soggetto, ci sono molteplici aspetti dai diversi nomi, cosi anche le realtà terrene quanto alla sostanza sono una cosa sola, ma sono molteplici secondo il punto di vista da cui ci si mette. Spesso allegorizzando abbiamo detto che Babilonia rappresenta le realtà terrene che sono sempre mescolate ai vizi e l’Egitto similmente rappresenta le cose che ci affliggono; quanto poi alla terra dei caldei, poiché essi attribuiscono alle stelle la maggior parte degli avvenimenti terrestri e asseriscono che provengono dai loro movimenti cio che ci capita, sia i nostri peccati che le virtù, abbiamo detto che essi rappresentano coloro che sono consacrati a tali convinzioni. Percio ognuno che ha tali credenze, si trova nella terra dei caldei. Se qualcuno di voi segue i deliri degli astrologi, si trova nella terra dei caldei. Se qualcuno calcola l’oroscopo e credendo ai vari ragionamenti sulle ore e sui momenti accoglie la dottrina secondo cui le configurazioni astrali rendono gli uomini lussuriosi, adulteri o casti o certamente qualunque altra cosa, costui si trova nella terra dei caldei. Certi poi ritengono che si diviene cristiani in virtù dei corsi degli astri. Chiunque di voi abbia tali sentimenti, chiunque di voi abbia tali credenze, è nella terra dei caldei. Quando dunque Dio minaccia quelli che si trovano nella terra dei caldei, minaccia spiritualmente quelli che hanno consacrato se stessi alle genealogie e al fato, asserendo








10 Gen. 17, 15.


che tutto cio che accade tra i mortali dipende o dai movimenti degli astri o dalla necessità del fato. Ma il Dio di Abramo, volendo farlo avanzare verso cose migliori gli disse: Io sono colui che ti trae fuori dalla terra dei caldei . Potente infatti è Dio, cosi da concedere anche a noi di uscire dalla terra dei caldei e credere che non vi è nessun altro tranne lui che, nella sua dispensazione universale e nel governo della nostra vita, attribuisce una sorte diversa in proporzione della qualità dei meriti. Certo non è né un astro splendente come quello di Fetonte né la stella del corrotto Ganimede a contenere le cause delle nostre vicende. Da un certo punto di vista dunque si trova nella terra dei caldei colui che ha creduto ai ragionamenti summenzionati; e da un altro punto di vista c’è chi sale sui tetti e venera la milizia del cielo . In Geremia appunto troviamo grandi minacce proprio contro coloro che offrono sacrifici alla milizia del cielo.

5. Deve dunque operare il Signore delle schiere nella terra dei caldei, poiché sono giunti i suoi tempi . Aprite i suoi granai, quelli, è chiaro, della terra dei caldei. I granai dei caldei sono le dottrine degli oroscopi.

Frugatela come una caverna e distruggetela . Chi rigetta le supposizioni degli oroscopi, chi oppone ad esse la parola di verità, chi dimostra che non è vero nulla di quanto dicono gli astrologhi, chi insegna che i giudizi di Dio sono imperscrutabili e non possono essere compresi dagli uomini, chi afferma che gli astri non sono le cause di cio che avviene sulla terra e quanto meno di cio che accade a noi cristiani, questi adempie il precetto di Dio che dice: Distruggetela. Ma bisogna cercare cosa

12

significa cio che segue: Non ne rimangano resti . Non eliminate, dice, una parte della dottrina dei caldei conservandone un’altra parte; percio ordino che non ne lasciate la minima parte. Essiccate tutti i suoi frutti . Chi è cosi beato da poter essiccare tutti i frutti della terra dei caldei? E discendano nella morte. Guai a loro, poiché viene il loro giorno e il tempo della vendetta su di loro!.

6. Dopo questo, vediamo ancora il contenuto di unaltro brano: Voce di quelli che fuggono e vengono salvati dalla terra di Babilonia, per annunziare la vendetta da parte del Signore Dio nostro in Sion . Adesso egli profetizza su coloro che, lasciati i costumi paterni, le leggi delle genti e l’antica incredulità, si accostano alla parola di Dio. Questo significa cio che dice: Voce di quelli che fuggono e vengono salvati dalla terra di Babilonia. Fosse magari anche vostra, o catecumeni, la voce di quelli che fuggono da Babilonia, che fuggono i vizi, che fuggono i peccati! E voce infatti di quelli che fuggono e che sono salvati. Non basta fuggire dalla terra di Babilonia, ma bisogna anche essere salvati dalla terra di Babilonia, per annunziare in Sion la vendetta da parte del Signore Dio nostro, affinché fuggendo dalla terra di Babilonia veniate a Sion, l’Osservatorio , la Chiesa di Dio, ad annunziare in Sion, cioè la Chiesa, la vendetta da parte del Signore Dio nostro, la vendetta del suo popolo.

Minacciate in Babilonia molti, ognuno che tende l’arco . E significativo che ci sia molti; poiché sono molti quelli che sono in Babilonia, mentre in Gerusalemme sono pochi. Poiché non per questo, dice, vi ha amato il Signore vostro Dio, perché foste in molti; voi invece siete pochi rispetto a tutte le genti ; è ben giusto che sia stato




detto a quanti erano dalla parte di Dio: Siete pochi rispetto a tutte le genti. Comprendi anche questa parola: Sono pochi quelli che si salvano ; ma anche quella: Sforzatevi di entrare per la porta stretta. Ma per quella larga e spaziosa: minacciate in Babilonia molti, ognuno che tende l’arco; non vi sia chi da essa si salvi . Distruggete, uccidete tutto cio che appartiene a Babilonia . Recentemente abbiamo parlato dei piccoli di Babilonia , degli uomini di Babilonia, del seme babilonese. Non ci sia dunque nessuno in Babilonia che sia salvato, retribuitela secondo le sue opere; secondo tutto cio che ha fatto fatele anche voi, poiché ha resistito al Signore, si è opposta a Dio, il Santo di Israele. Quando hai in te dei pensieri malvagi che resistono alla pietà e alla vera fede, hai in te dei babilonesi. Ma fa’ vendetta e uccidi tutti i peccatori della terra che è in te, tutti i babilonesi, per poter passare purificato a

Gerusalemme, la città di Dio, in Cristo Gesù, al quale è la gloria e il dominio nei secoli dei secoli. Amen.



22

: OMELIA L. II


SULLA PAROLA: «FUGGITE DI MEZZO A BABILONIA», FINO AL LUOGO IN CUI DICE: «IL SUO GIUDIZIO SI È APPROSSIMATO AL CIELO, SI È INNALZATO FINO ALLE STELLE»(1).


1. Come il nostro corpo risiede in un luogo dellaterra, cosi pure l’anima, secondo il suo stato, si trova in un luogo della terra che è chiamato con un nome corrispondente. Cio che dico sarà cosi più chiaro: Il nostro corpo si trova o in Egitto o a Babilonia o in Palestina o in Siria o in ogni caso in qualche altro posto. Similmente anche l’anima si trova in un luogo che ha lo stesso nome di un paese: l’una è a Babilonia, l’altra in Egitto, l’altra nella regione degli ammaniti; e cosi, misticamente, secondo il modo di esprimersi delle Scritture, l’anima si distingue per la diversità dei luoghi inbase alla sua maniera di vivere. E a Babilonia quando è confusa, quando è turbata, quando, persa la pace, sostiene la lotta delle passioni, quando il tumulto della malvagità freme intorno a lei; allora, come abbiamo detto, è a Babilonia e a quest’anima è diretta la parola profetica: Fuggite di mezzo a Babilonia e ciascuno salvi di nuovo la sua anima . Finché uno è a Babilonia non puo essere salvato. Anche se là si ricorda di Gerusalemme , geme e dice: Come canteremo il canto del Signore in terra estranea?. E poiché è decretato che a Babilonia non è possibile cantare a Dio con strumenti


di una setta ereticale.
musicali – poiché là non si usano gli strumenti musicali che accompagnano gli inni a Dio – percio è detto mediante il profeta: Sui fiumi di Babilonia, là ci sedemmo e piangemmo, al ricordo di Sion. Ai salici in mezzo ad essa appendemmo i nostri strumenti . Appesi sono i nostri strumenti, quando siamo a Babilonia, ai salici dei fiumi di Babilonia. Ma se veniamo a Gerusalemme, luogo di visione della pace, gli strumenti, che prima pendevano oziosi, ora sono presi in mano, ora suoniamo continuamente la cetra e non vi è momento in cui non lodiamo Dio con gli strumenti che abbiamo in mano. Dunque, come abbiamo detto all’inizio, l’anima si trova sempre in un luogo che ha lo stesso nome di un paese: e come l’anima del peccatore si trova a Babilonia, cosi al contrario quella del giusto si trova in Giudea. Tuttavia, secondo la qualità della sua vita e della sua fede, anche nella stessa Giudea è assegnata a dei luoghi differenti tra loro. In effetti, o si trova in Dan, che costituisce l’estremità della Giudea , o in luoghi un po’ superiori e migliori di Dan, o nel centro della Giudea, o intorno a Gerusalemme; e quella che sta in mezzo alla città di Gerusalemme è la più beata di tutte, mentre colui che è peccatore e oppresso dai troppi delitti, questi si trova a Babilonia. Ma chi è meno peccatore di costui e non è ancora asceso fino all’estremo culmine dei peccati, dimora in Egitto e nelle regioni dell’Egitto. E come quelli che sono in Giudea non possiedono tutti dei luoghi uguali – poiché uno è a Gerusalemme, un altro in Dan, un altro in Neftali, un altro nei territori di Gad – cosi tutti quelli che sono in Egitto non abitano delle zone uguali: uno a Tafni, un altro a Menfi, un altro a Siene, un altro a Bubaste , luoghi tutti pieni di misteri come attesta la voce del profeta Ezechiele che presenta anche i nomi delle regioni dell’Egitto . Se il lettore è un uomo spirituale che giudica tutto mentre egli






stesso non è giudicato da alcuno , su queste cose darà un’interpretazione allegorica, non solo per le regioni più grandi come la Giudea, l’Egitto e Babilonia, ma anche per le più piccole parti della terra. E come per la Giudea interpreterà in modo figurato, secondo la comprensione dei fatti, Gerusalemme e Betlemme e le altre sue città, cosi farà per l’Egitto leggendo Diospoli, Bubaste, Tafni, Menfi, Siene. Chi è sapiente da comprendere queste cose? . E chi è prudente da conoscerle? . Chi è cosi dotato di senso interiore da poter conoscere la volontà dello Spirito santo nascosta nella lettera?

2. Ma ora (ci) è posta un’altra questione: Perché a coloro che sono a Babilonia la parola di Dio ingiunge: Fuggite di mezzo a Babilonia? Non gradualmente, non a poco a poco, ma fuggite rapidamente, di corsa, questo significa fuggire: Fuggite di mezzo a Babilonia. Voi tutti che avete l’anima confusa dalla passione di vari vizi, a voi è diretta questa parola; e anche a me è dato lo stesso ordine, se mai io sia ancora in stato di confusione mentale e percio mi trovi in Babilonia. Che cosa dunque comanda Dio? Non dice: Uscite di mezzo a Babilonia – il che potrebbe avvenire anche gradualmente –, ma: Fuggite di mezzo a Babilonia. E io, quando dice di mezzo a, cerco il senso di questa espressione. Puo davvero accadere che uno sia a Babilonia ma che, trovandosi all’estremità del suo territorio, sembri essere in qualche modo al di fuori di Babilonia; altra cosa infatti è essere in mezzo a Babilonia cosi che da ogni parte ci sia l’eguale distanza: uno abiterebbe allora nel suo ombelico come in mezzo al cuore di un animale. Come infatti il centro di un animale è il cuore e nell’Evangelo secondo Luca il centro della terra è chiamato cuore della terra , cosi mi sembra che sia detto anche in Ezechiele: nel cuore del mare 15 è posta


Tiro, e ora i peccatori devono fuggire di mezzo a Babilonia, cioè dal suo cuore. Fuggite dunque di mezzo a Babilonia, perché, abbandonando il centro di Babilonia, cominciate a essere nei suoi confini, non nel suo centro. E se cio sembra oscuro a qualcuno, nel modo seguente diventerà manifesto: chi è profondamente immerso nei vizi, costui è un abitante del centro di Babilonia; chi invece, abbandonando a poco a poco il male e volgendo la sua natura a cose migliori, ha cominciato non tanto a possedere le virtù quanto a desiderarle, questi, anche se è fuggito di mezzo a Babilonia, tuttavia non si è ancora allontanato da Babilonia. Quanto a questo genere di interpretazione conviene credere che le sacre Lettere non hanno nemmeno un apice privo della sapienza di Dio. Colui infatti che dà a me uomo quest’ordine: Non comparirai al mio cospetto vuoto, tanto più egli stesso provvede a non dire niente di vuoto. Ricevendo dalla sua pienezza i profeti hanno cantato le verità assunte dalla pienezza e percio i Libri santi spirano lo Spirito di pienezza e non c’è nulla né nella profezia né nella Legge né nell’Evangelo né nell’Apostolo che non discenda dalla pienezza della maestà divina. E percio anche oggi nelle Scritture sante spirano parole di pienezza e spirano per coloro che hanno sia occhi per vedere le realtà celesti sia orecchi per udire le cose divinesia narici per sentire cosa spira dalla pienezza.

3. Ho detto questo perché non c’è scritto semplicemente: Fuggite da Babilonia, ma c’è un’aggiunta necessaria: Fuggite di mezzo a Babilonia e ciascuno salvi di nuovo la sua anima . Innanzitutto bisogna fuggire di mezzo a Babilonia e poi, quando uno è fuggito,





32 Ger. 20, 2.


bisogna che salvi di nuovo la propria anima. Non ha detto: Salvate, ma: Salvate di nuovo. L’aggiunta di questa sillabasignifica un mistero: poiché un tempo gustavamo la salvezza ma poi decaduti da essa a causa dei peccati siamo venuti a Babilonia. Per questo motivo è necessario che ciascuno salvi di nuovo la sua anima per cominciare a recuperare cio che ha perduto, secondo le parole dell’apostolo Pietro che dice: Noi otterremo il fine della fede, la salvezza delle anime, intorno alla quale salvezza hanno ricercato e scrutato i profeti che hanno profetizzato sulla grazia data a noi . Tuttavia dipende da noi fuggire da Babilonia ed è stato posto in nostro potere, se lo volessimo, risuscitare cio che è crollato.

4. Vi è un terzo comandamento: E non lasciatevi scacciare per la sua iniquità . Quando uno è stato nell’ingiustizia di Babilonia e non ha fatto penitenza, ne consegue che viene scacciato. Osserva dunque la Scrittura, come, sebbene sia tradotta dall’ebraico in greco, tuttavia abbia espresso in modo significante la differenza dei termini, per quanto sia possibile coglierla. Dice infatti in un altro luogo: Ho scelto di essere rigettato nella casa del Signore , e non dice: scacciato . Qui infatti non ha messo: e non lasciatevi rigettare nella sua ingiustizia, ma: non lasciatevi scacciare per la sua ingiustizia; poiché una cosa è l’essere scacciati, altra cosa l’essere rigettati. Cio che è disprezzato e abbandonato, questo non è scacciato bensi rigettato, ma cio che è del tutto fuori dalla salvezza ed estraneo alla beatitudine, questo è scacciato. Proprio questo dichiara la Scrittura divina in un altro luogo dicendo: Le guide del mio popolo saranno scacciate dalla casa delle loro delizie




37 Mt. 24, 15ss.


a causa delle loro pessime volontà . I loro possessi non saranno per loro di alcun vantaggio. E tu stesso potrai raccogliere tutti i passi in cui nelle Scritture avrai trovato i termini di scacciare e rigettare perché dal confronto delle parole tu possa con maggior sicurezza cogliere la frase. Infatti la dispensazione della provvidenza, anche se non si è troppo preoccupata, interpretando in lingua greca, di seguire la bellezza tanto lodata dallo stile classico, si è preoccupata pero di presentare il significato delle cose e di spiegare in modo palese le loro diversità a coloro che scrutano le Scritture con estrema diligenza.

5. Non lasciatevi scacciare per l’iniquità di Babilonia perché è giunto il tempo della vendetta su di lei da parte del Signore . Dice mirabilmente che i supplizi sono inflitti per vendetta su chi li patisce. Poiché, quando uno non subisce la vendetta, resta impunito. Mi ricordo di aver detto frequentemente cio che è scritto nei dodici Profeti :

E io non visitero le vostre figlie quando commettono fornicazioni né le vostre nuore quando commettono adulteri 31. Non è dunque, come pensano alcuni, che Dio adirato punisca i peccatori, ma, se ci si puo esprimere cosi, è grande ira da parte di Dio non infliggere tormenti. Colui che è punito infatti, anche se è castigato da quella che è chiamata ira di Dio, viene punito a questo fine, la correzione: Signore – dice Davide – nella tua ira non accusarmi e nel tuo sdegno non castigarmi ; ma





42 Atti 2, 3.


anche se ci accuserai, accusaci nel tuo giudizio e non nel tuo sdegno , dice Geremia. Poi troverai pure che ad alcuni è inflitto il castigo in virtù di una promessa di Dio, poiché, quando ai figli di Cristo che peccano è promessa una pena, non è negata la misericordia, come è scritto: Se i suoi figli abbandoneranno la mia legge e non cammineranno nei miei giudizi, se profaneranno i miei decreti e non custodiranno i miei comandi, visitero con la verga le loro iniquità e coi flagelli i loro peccati, ma non ritrarro da loro la mia misericordia . Considerando queste cose, vedi come non sia ancora degno di pena colui che fino ad oggi continua a commettere delitti ma non viene punito. Certo la visita di Dio si manifesta coi tormenti di colui che è visitato; ma al peccatore che non è castigato, non so cosa accada come pena.

6. Questo a motivo di cio che è scritto: Poiché è venuto il tempo della vendetta su di lui da parte del Signore; e segue: Lui stesso lo retribuirà con la dovuta retribuzione 37. Non attraverso intermediari Dio retribuirà Babilonia, ma lui stesso retribuirà cio che si merita. Voglio dire qualcosa sull’aggiunta del pronome che è stato scritto: lui stesso, poiché dice: Lui stesso lo retribuirà con la dovuta retribuzione. Non a tutti Dio stesso rende cio che si meritano, ma ci sono alcuni a cui rende per mezzo di altri, sia punendoli, sia medicandoli mediante il dolore, come è detto nei Salmi: Mando contro di loro l’ira del suo sdegno, sdegno, ira e tribolazione, inviati mediante angeli malvagi . A questi non ha reso lui stesso il dovuto ma si è servito di angeli malvagi come ministri per renderglielo, e ad altri forse lo rende non per intermediari cattivi, ma buoni, come a coloro che sono puniti a causa di delitti. E se tu scruti la Scrittura, troverai molte altre





48 La festa per eccellenza, nel cui mistero noi siamo assunti.


cose simili a queste. Ma avviene che, rifiutato l’ufficio degli intermediari, Dio stesso renda la retribuzione, come ora a Babilonia. Temo, se tacessi, di introdurre in un passo manifesto qualcosa di oscuro che mi sembrasse nascosto, mentre bisogna avere l’ardire di sfiorare almeno alcune cose. Quando le ferite sono leggere e rapida la guarigione, il medico manda il suo servo, manda il discepolo a curare il malato per mezzo suo, poiché le ferite non sono gravi. Accade anche talvolta che colui che viene guarito abbia bisogno di un ferro che operi un taglio e cio nonostante non vada a curarlo il medico stesso, ma scegliendo uno dei discepoli capaci di curare, lo usi come suo intermediario. Ma quando le piaghe sono incurabili e un’antica cancrena si espande in una carne morta e la malattia è a tal punto da aver bisogno non tanto delle mani del servo o del discepolo che pure già nella sua scienza si è avvicinato al medico, ma del maestro stesso, allora il grande medico stesso, cinti i lombi , procede al taglio della tremenda ferita. Analogamente, dunque, quando i peccati sono minori, Dio non rende lui stesso il dovuto ai peccatori, ma si serve di altri ministri; ma quando una grave malattia si impossessa di un uomo per le sue colpe come ora accade a Babilonia, che è stata intaccata dalle gravi ferite della propria malvagità, allora Dio si affretta lui stesso a retribuirla. Se tu ben cerchi, troverai qualcosa di simile anche su Gerusalemme, che cosa le è accaduto dopo i profeti poiché ha insidiato il Cristo.

7. Cosi è finito il contenuto del primo capitolo;vediamo il resto: Babilonia è un calice d’oro nella mano del Signore, che inebria tutta la terra; del suo vino hanno bevuto le genti, per questo sono state scosse le genti e all’improvviso è caduta Babilonia ed è stata spezzata . Nabuchodonosor, volendo adescare gli uomini col calice ingannatore di Babilonia, non mise in un vaso di argilla 41 la pozione che preparava né in un vaso un po’ migliore, di


51 Is. 37, 24; 40, 9.


ferro, di bronzo o di stagno o di argento, che eccelle su questi; ma, scegliendo un vaso d’oro, in esso preparo la sua pozione, cosi che uno, vedendo lo splendore dell’oro, mentre si diletta della bellezza del metallo radioso e aderisce tutto con gli occhi a cio che appare, non consideri cio che si nasconde all’interno e prendendo il calice beva senza sapere che è il calice di Nabuchodonosor. Tu comprenderai cosa significhi il calice d’oro qui menzionato se osservi quale composizione di discorso abbiano le parole mortifere delle dottrine perverse, quale bellezza di eloquenza, quale disposizione degli argomenti, e se conosci in che modo ciascuno dei poeti reputati eloquentissimi presso i loro discepoli, abbia preparato un calice d’oro e abbia versato in questo calice d’oro il veleno dell’idolatria e il veleno del turpiloquio, il veleno delle dottrine che uccidono l’anima dell’uomo, il veleno della pretesa scienza. Ma il mio Gesù ha fatto il contrario: sapendo infatti che il calice del diavolo è d’oro e volendo prevenire chi, nell’accedere alla fede, supponesse che anche il calice di Cristo fosse cosi come quello che aveva lasciato e temesse, per la somiglianza della materia, di essere nell’errore, percio si preoccupo che avessimo questo tesoro in vasi di creta . Spesso io ho visto un calice d’oro nella bellezza dell’eloquenza e considerando i veleni delle dottrine ho compreso che si trattava del calice di Babilonia.

8. Babilonia è un calice d’oro nella mano del Signore. Non per sempre è un calice d’oro Babilonia; ma quando sarà giunta alla vendetta e sarà stata posta nella mano del Signore, allora diventerà quella terra che un tempo è stata toccata in Giobbe . Ma non è più tenuta sempre in mano dal Signore: soltanto al tempo della vendetta, quando il Signore comincerà a restituirle quello che merita, allora sarà nella sua mano.


Che inebria tutta la terra. Questo calice d’oro, Babilonia, ha inebriato tutta la terra. In che modo poi ha inebriato tutta la terra, lo saprai facilmente se consideri che tutti gli uomini sono ebbri. Siamo inebriati di ira, siamo inebriati di tristezza, siamo inebriati – e usciamo di senno – di amore, concupiscenza e vanagloria. Che necessità c’è di dire quanti bicchieri (Babilonia) ha preparato, quanti calici di ebbrezza ha fornito?
* 9. Babilonia è un calice d’oro, che inebria tutta la terra . Considera che tutta la terra è piena di peccati e non cercherai più di sapere come Babilonia ha inebriato tutta la terra. Ma se per caso vedrai che il giusto non è ebbro del calice dei peccati, non credere che la Scrittura abbia mentito quando ha detto: che inebria tutta la terra, mentre questi non è inebriato da Babilonia e tuttavia abita sulla terra. Impara che il giusto non è terra, mentre questo calice d’oro inebria tutta la terra; il giusto invece, pur essendo sulla terra, ha la sua vita nei cieli . E percio non conviene più dire al giusto: Sei terra e in terra ritornerai . Ma se è necessario parlare arditamente, Dio dice al giusto che risiede ancora sulla terra: «Sei cielo e in cielo andrai»; porta infatti l’immagine dell’uomo celeste47. Dunque, per concludere, il calice d’oro inebria tutta la terra, cioè ne siamo tutti inebriati, finché siamo terra. * 10. Del suo vino hanno bevuto le genti, per questo sono state scosse . Quando coloro che bevono questo liquore ordinario che è il vino, ne bevono al di sopra della sete e al di sopra della misura, vediamo in essi il corpo scosso di un uomo ebbro, i piedi vacillanti, il capo e le tempie appesantiti, la bocca disfatta, la lingua che





57 Questo oggi si estende a tutto il mondo presente, secondo una espressione che Origene prende in prestito a Filone. Vedi SCh 238, p.

pronuncia discorsi da ubriaco ed emette parole mozzedalle labbra bloccate. E simile a questo l’aspetto di coloro che hanno bevuto dal calice d’oro di Babilonia, come sono scossi, come sono instabili i loro passi, come nella loro mente debilitata e nel loro pensiero fluttuante non si attengono solidamente a nulla ma sono sempre agitati da turbamenti. Percio la Scrittura divina in un altro luogo dice cosi a proposito di tali uomini: Per questo sono stati scossi . Fermiamoci per un istante su un aspetto di un mistero, che cosa è detto del peccatore Caino, cioè che, uscito dal volto di Dio, abito nella terra di Naid di fronte all’Eden . Naid in greco si traduce: Scuotimento. Infatti colui che abbandona Dio, che perde il senso di pensare continuamente a lui , costui abita ancor oggi nella terra di Naid, vive cioè nel turbamento del cuore malvagio e nello scuotimento dello spirito.

11. Hanno bevuto le genti, per questo sono state scosse; e all’improvviso è caduta Babilonia ed è stata spezzata . Quando è caduta Babilonia tutt’a un tratto? Mi sembra profetizzare che la consumazione del mondoavverrà all’improvviso; come infatti nei giorni del diluvio mangiavano e bevevano, comperavano e vendevano, piantavano e costruivano, finché venne il diluvio e porto via tutti e all’improvviso è venuta l’inondazione – come poi, analogamente, anche nei giorni di Lot–, cosi anche la consumazione del mondo non avverrà a poco a poco ma tutt’a un tratto. Ritengo che sia da accostare a questo









cio che è scritto nel Libro di Gesù Navè , quando al solo suono della tromba la città di Gerico, crollando, è perita all’improvviso58, e che secondo questo modello anche Babilonia alla consumazione del secolo cadrà e all’improvviso sarà spezzata.

Queste cose sono state dette proprio sulla consumazione, ma se consideri l’avvento del mio Signore Gesù Cristo e vedi la sua grande opera, come ha sovvertito tutte le dottrine delle genti sugli idoli per redimere i credenti dal giogo dell’errore, comprenderai che al tempo della sua passione Babilonia è crollata tutto d’un colpo ed è stata spezzata. Ciascuno di noi consideri se stesso e si renda conto che nel suo cuore è crollata Babilonia; se invece nel cuore di qualcuno non è caduta la città della confusione, per costui il Cristo non è ancora venuto, poiché alla sua venuta Babilonia è solita crollare. Percio, rifugiandovi nella protezione della preghiera, chiedete che Gesù venga nei vostri cuori e spezzi Babilonia e faccia crollare ogni sua malizia e al posto di cio che è stato rovesciato e al posto di Babilonia, che un tempo era stata costruita, riedifichi proprio nella punta sovrana del vostro cuore Gerusalemme, la città santa di Dio60.

12. Piangete su di lei, prendete del balsamo per la sua corruzione, se mai guarisse 61. Piangete, dice, su Babilonia; quindi, poiché ogni anima puo accogliere la salvezza e nemmeno una è insanabile presso Dio, percio dà un consiglio a quelli che possono ottenere, per fare degli impiastri, il balsamo della trasmigrazione a Gerusalemme, e dell’alleanza: il consiglio di prendere delle medicine e di ricondurre alla salute Babilonia con




68 Cf. Sal. 8, 3.


tutto lo zelo che possono. Cerchiamo di fare cosi anche noi, supplicando Dio perché ci dia il balsamo secondo il Logos e da questo balsamo secondo il Logos impariamo a mettere l’impiastro, l’olio e le fasciature , cosi che in questo modo fasciamo le ferite di Babilonia imitando il Samaritano , affinché questa miserabile città sia guarita e, una volta sanata, cessi di essere cio che era. Questo significano le parole: Prendete del balsamo per la sua corruzione, se mai guarisse. Dove sono gli eretici, dove sono quelli che introducendo la dottrina di parecchie nature dell’anima asseriscono che vi è una materia di cui disperare, che non riceve in alcun modo la salvezza? Se c’è una natura che deve perire, chi altra potrebbe essere se non Babilonia? Tuttavia Dio non ha del disprezzo neanche per lei, tanto che ha ordinato ai medici di prendere del balsamo per Babilonia, se mai guarisca.

Alcuni dunque di loro, che avevano accolto l’ordine, prendendo del balsamo per la sua corruzione, se mai guarisse, fecero cio che era stato ordinato; presero il balsamo per la sua corruzione, sentendo che poteva accadere che Babilonia ricevesse la guarigione. Ma poiché non ottennero il risultato che si aspettavano – Babilonia infatti perseverando nella malvagità che si era prefissa non volle lasciarsi curare –, i bravi medici danno soddisfazione dicendo: Abbiamo curato Babilonia e non si è lasciata guarire; abbandoniamola! . Vedi dunque, o uomo, se Dio non ordini talvolta agli angeli di confezionare degli impiastri per curare il languore della tua anima, se mai tu possa essere guarito dalla malattia e gli angeli rispondano: Abbiamo curato questa Babilonia – mostrando la tua anima nella confusione delle passioni – e non si è lasciata guarire. Non se la prendono con la

70

scienza della loro arte né con l’efficacia del balsamo, bensi con te che non hai voluto osservare i loro ordini quando dicevano: Abbiamo curato Babilonia e non si è lasciata guarire.

Abbandoniamola! Gli angeli si sono presentati come medici sotto il grande medico 67 Dio per curare le nostre infermità, per liberare l’animo dai vizi. E noi stessi li respingiamo non acquiescendo ai loro consigli. Vedono che perdono il tempo, parlano tra loro e dicono: Abbandoniamola e ritorniamo ciascuno nella sua terra , cioè: Ci è stata affidata da Dio la medicina per curare l’anima umana: le siamo venuti in aiuto e abbiamo disposto il rimedio; ma essa è molto contumace e non vuole osservare cio che diciamo, il nostro sforzo non ha alcun effetto: Abbandoniamola e ritorniamo ciascuno nella propria terra, cioè nel luogo a noi familiare e ai propri impegni. Sta’ attento, uomo, che non ti abbandoni il medico, sia un angelo di Dio sia un qualsiasi uomo a cui è stato affidato l’incarico delle parole che apportano il rimedio per la salute. Se infatti ti ha abbandonato e ha detto: Ritorniamo ciascuno nella propria terra, perché il suo giudizio si è approssimato al cielo, è manifesto che il suo allontanarsi equivale a condannare te come una persona irrimediabilmente malata e che non vuole essere curata. Ma quando ti avrà abbandonata, che cos’altro ti capiterà se non cio che suole accadere a quelli di cui i medici disperano, tanto che, essendo attaccati con la volontà alla loro malattia, sprofondano in uno stato peggiore? Abitualmente in questa vita è costume dei medici accorti agire in simile modo. Uno di loro si accosta al malato per quanto la loro arte puo sostenerlo e non cessano di adoperare l’arte medica; ma se la malattia è cosi grave da resistere a ogni cura o l’infermo stesso, incapace di sopportare il dolore, si comporta in modo contrario alle prescrizioni, il medico disperando di un tale




uomo lo abbandona e si ritira, perché non gli muoia fra le mani e la causa della sua morte non si ritorca su di lui. Cosi dunque anche quanto a noi, affinché non moriamo nelle mani degli angeli santi destinati al Signore a curarci, quando disperano della nostra anima ci abbandonano e dicono: Non c’è da mettere né impiastro né olio né fasciature.

Poiché si è approssimato al cielo il suo giudizio, si è innalzato fino alle stelle . Chi ha un peccato piccolo non innalza il suo giudizio fino al cielo e alle stelle, poiché questo è piccolo e umile. Ma chi cresce nel delitto cresce anche nel giudizio e insieme ai vizi cresce anche la pena; e poiché nel delitto cresce tanto che il suo giudizio si innalza fino alle regioni celesti e per la sua empietà resistendo a Dio sale a regioni ancora più alte, Dio proferisce il proprio giudizio a umiliazione di quel giudizio che è stato innalzato dal peccato, e proferendo il proprio giudizio umilia si il peccato, dona pero al giusto una retribuzione degna della sua vita in Cristo Gesù, a cui è la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen.







Origene su Geremia 21