PIERPAOLO PASOLINI - POESIA IN FORMA DI ROSA

PIERPAOLO PASOLINI

Il film l’ho già girato - e con Cristo



(Ps 42,3) (Jn 1,41)



«Il film l’ho già girato - e con Cristo!

L’ho trovato, Cristo, l’ho rappresentato!

E ora il non trovarlo, il non rappresentarlo

non è che una torbida ingenua guerra

di sentimenti entrati nella mia anima

da un mondo non mio - che quindi mi aliena –

Mi manca qualcosa,

ma questa mancanza non mi dà dolore.

L’altra mancanza, la mancanza reale,

ha diversi fenomeni, di questa non ha

neanche l’apparenza».




La poesia della tradizione



(1Co 11,23) (1Co 15,1) (1Co 15,3) (Mt 4,8) (Mt 13,22) (Mt 16,26) (Mc 8,36) (Lc 9,25) (Jn 1,10) (Jn 3,19) (Mc 7,8) (Col 2,8)



«Venisti al mondo, che è grande eppure cosi semplice, e vi trovastì chi rideva della tradizione, e tu prendesti alla lettera tale ironia fintamente ribalda, erìgendo barriere giovanili contro la classe dominante del passato la gioventù passa presto; oh generazione sfortunata, arriverai alla mezza età e poi alla vecchiaia senza aver goduto ciò che avevi diritto di godere e che non si gode senza ansia e umiltà e così capirai di aver servito il mondo contro cui con zelo “portasti avanti la lotta”: era esso che voleva gettar discredito sopra la storia- la sua; era esso che voleva far piazza pulita del passato - il suo; oh generazione sfortunata, e tu obbedisti disobbedendo! Era quel mondo a chiedere ai suoi nuovi figli di aiutarlo a contraddirsi, per continuare; vi troverete vecchi senza l’amore per i libri e la vita: perfetti abitanti di quel mondo rinnovato attraverso le sue reazioni e repressioni, si, si, e vero, ma soprattutto attraverso voi, che vi siete ribellati proprio come esso voleva, automa in questo Tutto; non visi riempirono gli occhi di lacrime contro un Battistero con caporioni e garzoni intenti di stagione in stagione ne lacrime aveste per un’ottava del Cinquecento, né lacrime (intellettuali, dovute alla pura ragione) non conosceste o non riconosceste i tabernacoli degli antenati oh sfortunata generazione piangerai, ma di lacrime senza vita perché forse non saprai neanche riandare a ciò che non avendo avuto non hai neanche perduto».






Il Vangelo secondo Matteo



(Jn 8,25) (Jn 8,53)



«In parole molto semplici e povere: io non credo che Cristo sia figlio di Dio, perché non sono

e credente - almeno nella coscienza -. Ma credo che Cristo sia divino: credo cioè che in lui l’u­manità sia così alta, rigorosa, ideale da andare al di là dei comuni termini dell’umanità. Per

questo dico “poesia”: strumento irrazionale per esprimere questo mio sentimento irrazionale per Cristo. Vorrei che il mio film potesse essere proiettato nel giorno di Pasqua in tutti i ci­nema parrocchiali d’Italia e del mondo. Ecco perché ho bisogno della vostra assistenza e del vostro appoggio. Vorrei che le mie esigenze espressive, la mia ispirazione poetica, non contraddicessero mai la vostra sensibilità di credenti. Perché altrimenti non raggiungerei il mio scopo di riproporre a tutti una vita che è modello - sia pure irraggiungibile - per tutti».

PIERPAOLO PASOLINI - POESIA IN FORMA DI ROSA