PASTERNAK IL DOTTOR ZUVAGO

PASTERNAK

Il dottor Živago



(Jn 13,34) (1P 1,22) (Jn 8,32) (Jn 10,10) (Ac 11,18) (1Co 15,55)



«Ho detto che bisogna essere fedeli a Cristo. Mi spiego meglio. Voi non capite che si può es­sere atei, si può non sapere se Dio esista e per che cosa, e nello stesso tempo sapere che l’uomo non vive nella natura, ma nella storia, e che, nella concezione che oggi se ne ha, essa è stata fondata da Cristo, che il Vangelo è il suo fondamento. Ma che cos’è la storia? E un dar principio a lavori secolari per riuscire a poco a poco a risolvere il mistero della morte e in av­venire superarla. […] Ma non si può progredire in tale direzione senza una certa spinta. Per scoperte del genere occorre un attrezzatura spirituale e, in questo senso, i dati sono già tutti nel Vangelo. Eccoli, In primo luogo, l’amore per il prossimo, questa forma suprema dell’e­nergia vivente, che riempie il cuore dell’uomo ed esige di espandersi e di essere spesa. Poi le ragioni essenziali dell’uomo d’oggi, senza le quali egli non è pensabile, e cioè l’ideale della li­bera individualità e della vita come sacrificio, Tenete conto che ciò è ancora straordinaria­mente nuovo, Gli antichi non avevano storia in questo senso, […] Solo dopo Cristo, i secoli e le generazioni hanno respirato liberamente, Solo dopo di lui, è cominciata la vita nella pro­sperità e l’uomo non muore più per istrada sotto un muro di cinta, ma in casa sua, nella sto­ria, nel culmine di un’attività rivolta al superamento della morte».

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