sr Maria Cherubina Bresciani




Lettere di S. Paolo

a sr Maria Cherubina Bresciani





1

Sr Maria Cherubina Bresciani (01) (Rs) L I, 436 -

S.Antonio 14 12 1733

nel Monastero di S. Chiara in Piombino.

Viva sempre ne' nostri cuori il dolcissimo Gesù.

M.to R.da in Cristo,
Pochi giorni sono ricevei una sua lettera, ed in risposta le dico :
Primo : Lei non s'inquieti circa all'obbedienza che mi dice non aver fatto, perché la mia intenzione non è stata sì rigorosa, come lei l'ha presa. E poi, non vede che lei sbaglia di molto in credere d'avere disobbedito, dove in fatti non è così ; poiché ha fatto ciò che ha potuto per obbedire ? La sorella ecc. sì che è stata dura in non volere condiscendere di non venire più in sua camera.
Or basta, la sappia compatire, le parli con carità, ma però accompagnata da santa modestia e gravità che così porta il caso ecc. La guardi nel Costato di Gesù Cristo che così l'amerà con un amore puro e santo. Se viene in camera non s'infastidisca, ma la sopporti e le dica poche parole, e poi si raccolga in Dio in santo t ; silenzio. In coro, la consideri più che mai nel Cuore di Gesù Cristo ; e reprima la sua passione per non incollerirsi. Non le parli in tal luogo niente affatto. Dica al suo cuore : Mio cuore, ama questa cara sorella ! amala che è l'immagine de tuo Dio ! amala, mio cuore, nel Sangue di Gesù Cristo ! O povera mia sorella, t'amo in Dio !. ti compatisco ! Non voglio più inasprirmi con te ! Tutto ciò lo dica in spirito e dolcemente ; e se sbaglia con qualche risentimento, seguiti a dimandarle perdono ; e sopra tutto non s'inquieti, ma s'umilii dolcemente a Dio. Non dubiti che in questa disobbedienza non v'è peccato, perché non è stata vera disobbedienza ecc. Circa all'orazione va bene. Il Signore ai suoi servi legge due lezioni il giorno, d'afflizione e di ristoro, acciò stiano umili e si confortino. Non si prenda pena delle aridità, che fanno un gran bene all'anima, perché la rendono umile, e però non si avvilisca, ma confidi e si serva di slanci d'amore in Dio, di atti grandi di rassegnazione. Sì, caro Dio ! voglio ciò voi volete.
Non faccia caso di quella puntura d'amore, ma niente ; quello che desidero è che lei viva di fede : il giusto vive di fede, dice la S. Scrittura ; la presenza di Dio : riposare il cuore in Dio con F quel sacro silenzio d'amore che ho detto : la memoria della Passione di Gesù: farsi un mazzetto di tutte le sue pene e mettersele fra il seno dell'anima sua, e lasciare che l'anima si riempia d'un santo amore e dolore. Sia umile, s'abbandoni in Dio, viva staccata da tutto, dalle consolazioni spirituali ecc. vera povera di spirito e tutta fatta bambina nel seno dolcissimo del Salvatore, e non dubiti che Dio le insegnerà gran cose, che eccederanno ogni umano intendimento. Beva, o figlia mia, a quel fonte di vita eterna, beva pure, che chi beve a questo dolcissimo fonte non avrà sete in eterno.
Circa al non mangiare il giorno della SS. Comunione, non l'approvo per ora : a suo tempo sì, quando Dio vorrà ; mangi però in quel giorno poco. Sia rassegnata assai, quando le comunioni son fredde ecc.
Per adesso non occorre scrivere a Mons. Vescovo, perché per molto tempo non vi sarà rimedio mandarmi più lettere, per i flagelli imminenti della guerra. e dell'assedio a questi Presidi. Plachiamo Iddio sdegnato per i nostri peccati La povera Italia sta in una gran desolazione e rovina : Dio le sia propizio per sua misericordia. Se vi sarà modo di scrivere avviserò io, e dirò come si deve fare ; se no, scriviamo nelle Piaghe di Gesù Cristo.
I braccialetti di ferro per disopra le ginocchia e per le braccia, se starà sana, le do licenza di portarli il mercoledì, venerdì e sabato un'ora e un quarto circa per giorno, e al venerdì cinque quarti la mattina e cinque alla sera, mettendoseli a ventun'ora.
Al venerdì dorma vestita su la cassa, ma senza scarpe, ecc. con una buona coperta sotto, e la coperta cotonata sopra, e sopra al trave vi metta un povero cuscino, per ora faccia 1' obbedienza così. La disciplina non faccia più di quello le ho detto. Dica l'Antifona della Madonna. La cintura a traverso la porrà come ho detto, ma la stringa poco.
Il mercoledì e venerdì e sabato beva pure il vino adacquato, come dice, e se sente nocumento vi metta un po' più di vino ecc. e massime per digerire. Gli altri giorni faccia come prima. Circa 8110 scrupolo di quando era ammalata, lo lasci andare, che è una tentazione : lei si piglia scrupolo d'aver fatta una cosa buona ; non vi pensi più Scrivo a Suor Saveria.- Dio la vuole tutta sua, ne spero assai bene : la consoli assai, che sarà gran carità ; ma finita l'opera di carità si ritiri in pace. Ami il silenzio` : la solitudine interna, ed esterna : coro, e camera. Sia dolce con tutte : Presenza di Dio ; Riposo in Dio : Abbandonamento in Dio : Ricordatevi di Dio : Amatelo assai, e pregate per me poverello : la lascio nel SS. Costato di Gesù Cristo.
S. Antonio ai 14 dicembre 1733. Umo Servo lndmo PAOLO FRANCESCO DANEO.
Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).



2

Sr M. Cherubina Bresciani (02) (Rs) L I, 439 -

M. di Marciana 12 07 1735

(CCLX.)

Gesù sia sempre ne' nostri cuori. Amen.

Mia Figliuola in Gesù Cristo Crocefisso,
Giacché la Provvidenza dell'Altissimo non ha disposto, ch'io risponda alla sua lettera, a causa delle moltissimeoccupazioni della S. Missione, ora che ho un tantino di tempo le rispondo, sebbene con fretta, ché è notte.
Primo le dico, che non v'è da dubitare che quella tentazione di gelosia spirituale non sia stata cagionata dal demonio, che cerca sempre d'assalire le anime con astuzie. Non ne faccia caso alcuno, la sprezzi costantemente, e si burli di quel mostro d'inferno, non l'ascolti in verun modo, e non disputi con lui, ed in cambio si nasconda sotto l'ombra della S. Croce, annichilandosi avanti a Dio con una umiltà confidente. Dio s'è servito di questa puzzolente tromba per chiamarla ad una vita santa ; e però, non è maraviglia, se il diavolo tanto arrabbiato cerca di distrarla con varie suggestioni, acciò lasci la santa direzione, che si deve credere che sia secondo il Divino Beneplacito, perché chi dirige ne è totalmente spogliato ; e se non fosse l'occhiata che si dà in fede alla maggior gloria di Dio e bene delle anime, si lascerebbe il tutto all'istante ; conferma questo la facoltà del prelato, concessa senza cercarla ecc. e senza desiderarla.
Riceva con gratitudine le grazie che Dio le fa, e s'umilii j molto, stando sempre in una vera annichilazione in Dio.,
Si serva degli avvisi antichi : non rinnovi altro, tanto nell'orazione che nelle penitenze.
Circa al monastero vi vuole maggior luce. Se Dio vorrà tal cosa, si farà intendere con modo grande ; per ora non bisogna n lasciare occupare il cuore da tal desiderio.
Non ho più tempo : solo le dico che faccia orazione che Dio le provveda direzione, perché lei sa i miei grandi affari, che non ho tempo né di scrivere, né d'altro.
Costì è difficilissimo che io vi passi più e per l'aria e perché non ci ho occasione ecc. Dal Monte dove potrò, non lascerò di darle quegli avvisi che Dio m'ispirerà, non in altro modo, che come minimo servo di tutti. Preghi per me, e sono in fretta nel Cuore di Gesù ; mi dico
Dalla Chiesa del Monte di Marciana ai 12 luglio 1735. Suo Servo nel Signore PAOLO.
(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).




3

Sr M. Cherubina Bresciani (03). (Rs) L I, 440 -

Capoliveri 12 08 1735

(CCLXI.)

Viva sempre ne' nostri cuori il dolcissimo Gesù.

Mia Figliuola dilettissima in Gesù Cristo Crocifisso,
La brevità del tempo e le mie grandi occupazioni m'impediscono lo scrivere lungamente.
Solo le dico che si rallegri nel Signore, che le cose vanno assai bene ; e sopra tutto le sue indisposizioni sono gioie preziosissime ; può essere che durino, e così si menerà una vita crocifissa, vita amara secondo il mondo, ma dolcissima secondo Dio. Non voglio che lei s'affligga d'essere eletta Rotara a maggio ; non pensi al dimani, ne lasci la cura a Dio : intanto che si pensa a queste miserie, si perde di vista il Sommo Bene. Non si pigli pena dell'aridità nella SS. Comunione, perché allora il gusto è tutto di Gesù, ed egli si ciba del suo cuore e lo trasforma nel suo Divino Amore.
Non posso scrivere a Suor Alma Candida ; le dica in mio nome, che lasci quel desiderio che mi scrive, che sebbene è buono, per ora però non v'è modo d'eseguirlo, vi vuole maggiorluce ; le legga questo capitolo ecc.
A Suor Saveria, che stia contenta in Dio, che tiri avanti, che avverta a mai più lasciare la SS. Comunione, che non la dia vinta al diavolo ; che verrà una luce, che farà sparire tante tenebre.
A Suor Caterina, che la saluto nel Signore, che seguiti a stare in Croce con Cristo, e viva tutta trasformata in quel Bene Infinito. Avrei scritto a tutte, ma non posso. Preghino assai per me, ne ho estrema necessità, massime il giorno del gran Trionfo di Maria SSma. Io sono sempre e senza fine
Capoliveri ai 12 agosto 1735. Suo vero Servo e Padre Spirit. PAOLO DANEI.
(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).



4

Sr M. Cherubina Bresciani (04) (Rs) L I, 442 -

S.Antonio 3 09 1735

(CCLXII.)

Sia lodato Gesù e Maria.

La pace del dolcissimo Gesù sia sempre nel suo cuore.
Mia Figlia in Gesù Cristo,
Iersera ricevei una sua lettera ; e perché non mi pare necessario a rispondere con distinzione a tutti i punti, le dico solo ciò che segue. Primo. Non faccia caso di quei rumori, strepiti che sente ; senz'altro sono opere del diavolo che ha una gran rabbia che lei voglia essere tutta di Dio, e che tratti spesso con S. D. M. con la santa orazione. Oh, quanto scotta al diavolo la santa orazione ! Adunque quando succedesse qualunque rumore, strepito, spavento o parole di bestemmia o altre tentazioni, resistere forte nella fede, senza partirsi dall'orazione, armarsi col segno della S. Croce, dire il Credo, far atti vivi di fede, di speranza e di carità, e riposarsi poi in Dio, burlandosi del diavolo, che così partirà confuso. Sappia che questi sono ottimi segni e non dico altro ; basta cosi.
Circa a quella dolcezza sentita nella SS. Comunione e molto materiale, non è da farne caso : le virtù son quelle che adornano la nostra anima.
Quei soliti sbattimenti di cuore, che vengono nella contrizione de' suoi peccati, li reprima se può, e se no, si slanci tutta nel fuoco dell'Amore di Dio e riposi in pace.
Per qualunque cosa che succeda, o in orazione o nella SS. Comunione o in altri esercizi, come sarebbe qualche dolcezza straordinaria, o locuzioni interne o esterne, o immaginative vive causanti rappresentazioni avanti la fantasia ed altro, non ne faccia caso:
per fuggire gli inganni, conoscerà il buono dal falso dagli effetti che cagionano. Le cose di Dio, i suoi doni, cagionano una gran cognizione di quell'Infinita Maestà, una gran cognizione del proprio niente, che l'anima s'abbasserebbe sino sotto ai piedi (dirò così) de' demoni, tanto è basso il sentimento che ha di se stessa : causano un grande staccamento da tutto, un grande amore alla croce, al patire, una grande condiscendenza a tutto quello che non è peccato, che è un'esatta obbedienza ; causano una gran pace, ed intelligenza celestiale, causano una grande inclinazione alla santa orazione ecc. Altre volte causano tutti questi ed altri effetti, altre volte in parte : vero è che sempre portano seco il basso sentimento di se stesso, ed un gran concetto e rispetto verso la Maestà di Dio.
Le opere del diavolo all'incontro pare che al principio portino qualche pace di divozione, ma non dura, e segnatamente generano una segreta presunzione e stima di essere qualche cosa ; portano poi, se non subito, almeno fra poco tempo, turbazione di spirito e sollevazione delle passioni, durezza di mente e proprio sapere, da cui ne nasce il non far stima del prossimo ed essere amica del proprio parere ; questi ed altri effetti cagionano le opere del diavolo.
Pertanto, figlia mia, stia attenta, non si fidi di lei, ma confidi in Dio e s'umilii sempre. Non abbia però paura, che lei non è ingannata, stia sicura in Dio.
La via certa è la S. Fede, il fare orazione in viva fede, con la continua memoria della Passione di Gesù. Quando però non si può meditare (già sa che gliel'ho detto e scritto) riposi in Dio, in un sacro silenzio d'amore, con una pura, ma dolce attenzione amorosa in Dio in viva fede. Oh, qui sì che non vi può essere inganno ! Chi pratica ben questo, fa un'orazione che dura ventiquattro ore il dì, perché s'avvezza a stare sempre alla presenza di Dio adorandolo in spirito e verità ! Si lasci pure stimolare da quel prezioso sperone, che la stimola ad amare assai Dio ; lasci pure che questo prezioso desiderio l'inzuppi tutta e le penetri sino la midolla dell'ossa.
Sopra tutto mi dispiace quel gran dolore e malinconia sentita per l'indisposizione di quella sorella che per il passato amava distintamente. Questo è attacco chiaro chiaro. Io però le proibisco di trattarla con confidenza, e se è necessario, sia ben di rado, solo quando porta la carità, e non mostrarle alcuna particolare confidenza ; quand'è con le altre, le parli come alle altre ecc. Io parto per la Missione il giorno della Natività di Maria SSma. Le proibisco le penitenze, e quando stia meglio, dalla Festa di tutti i Santi sino a Natale le concedo un Miserere di disciplina secca, ma non alle feste.
Non mi scriva più sino alla fine di novembre, perché non ci sono. Si levi tutti gli scrupoli, e stia quieta di tutto, e sopra la proibizione del confessore, non se ne pigli pena, perché mi ricordo che Mons. Illmo le diede licenza di parlare con me per i bisogni dell'anima sua, quando voleva, tanto più dello scrivere. Monsignore so che ha gusto ch'io aiuti le anime. Viva Gesù. Preghi per me, e Dio la benedica.
S. Antonio ai 3 settembre 1735.
Dica a Suor Alma Candida, mia figlia in Gesù Cristo, che stia volentieri su la croce delle sue infermità e che riposi nel seno amoroso del caro Sposo Crocifisso, e preghi per me e perseveri con costanza, con fortezza e con gran fedeltà. Deo gratias. PAOLO SUO vero Servo nel Sig.re
(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).



5

Sr M. Cherubina Bresciani (05) (Rs) L I,444 -

Piombino 13 04 1736

(CCLXIII ;)

Sia lodato Gesù e Maria.

Mia figliuola in Gesù Crocifisso,
La grazia dello Spirito Santo sia sempre seco. Amen.
Mercoledì ricevei in Livorno una sua lettera in data di marzo, in cui mi dava nuova della felice morte della nostra Suor Saveria. Che si potea aspettare diversamente da un'anima che ha patito tanto per amore di Gesù ? Spero che si ricorderà anche di me poverello, che qualche poco ho desiderato di vederla santa e di cooperare alla sua perfezione. Orsù, figlia mia, andiamoci preparando ancor noi, con un totale staccamento da tutto il creato. Già vedo che Dio la vuole spogliata di tutto, non vuole che lei abbia altro contento, che il contento di fare la SS. Volontà del Sommo Bene e di riposare con profondissima umiltà nel suo seno amoroso.
Seguiti le regole antiche. Nell'orazione si regoli come le ho detto altre volte. Bisogna fare orazione a modo dello Spirito Santo, sicché quando S. D. M. concede all'anima il riposo amoroso, e vuole che stia in un sacro silenzio ed altissima ammirazione dell'infinita sua Bontà, bisogna starci, e lasciarsi maneggiare da Dio : bisogna portare però sempre nel seno dell'anima un mazzetto delle pene del nostro Amore Gesù ecc.
Le penitenze, si regoli come le ho detto, e secondo le sue forze e sanità. Ordinariamente non faccia di più di ciò che le ho scritto e detto, poi mi avviserà ecc.
Ieri arrivai qui a due ore di notte, ed ora mi parto, che è l'alba. Dio la benedica, preghi per me e stia contenta in Dio, che spero faremo una santa morte e loderemo insieme in eterno il nostro Sommo Bene. Saluti nel Signore Suor Alma Candida, che faccia del bene assai. La lascio nel Cuore di Gesù. Amen. Resto in fretta che parto
Piombino ai 13 aprile 1736 (in casa del sig. D. Giacomo). Suo vero Servo in Cristo PAOLO D. S..
(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).



6

Sr M. Cherubina Bresciani (06) (Rs) L I,446 -

S.Antonio 2 08 1736

(CCLXIV.)

Viva sempre ne' nostri cuori il dolcissimo Gesù.

Mia Figlia in Gesù Cristo,
Poco fa ricevei la sua lettera in data dell'otto scaduto. In risposta le dico che ben volentieri sarei venuto a servir la Monaca inferma, che mi accenna, se non fosse stata l'aria cattiva : il mio confessore me l'impedisce affatto, perché è un venire a pericolo di morire, e così per una cosa per cui non è necessaria la mia persona, si potrebbe perdere un bene maggiore, come è l'esito del Ritiro, le S. Missioni ecc. Io però non pensavo a questo che dico, ma stavo quasi in procinto di mettermi in viaggio, senz'altra riflessione, ma si deve stare a consiglio, si deve ubbidire ecc. Non mancano in queste vicinanze Ministri di Dio, acciò l'inferma possa soddisfarsi colla confessione generale, che farà bene a farla ben presto, fino che ancora è in forze ecc.
Io parto per le Missioni dopo la SS. Assunta ; e non so certo quando sarò al Ritiro.
Lei non parla bene con dirmi che non si sente di parlare al cognato per consolarlo, come le scrissi in altra mia : la carità è regina delle virtù Basta : so che la lasciai in libertà ; ma quel che dice di gente di mondo non mi curo ecc. e lei chi è ? Persona del Cielo ? S'umilii, s'annichili e conosca il suo nulla, la sua indegnità, che non non merita nemmeno di stare sotto i piedi di quelli, che chiama gente di mondo : può essere che siano più spirituali di lei. Non parli mai più così. Ciò le dico, non perché si pigli scrupolo, che non vi è, ma acciò impari per un'altra volta ad essere più umile. Dio la benedica, e preghi per me.
Non è cosa certa, ma molto dubbia, che io venga a Grosseto a fare la Missione a ottobre.
S. Antonio ai 2 agosto 1736.

F. Dica a Suor Colomba Serafina che al ricevere questa lettera faccia la sua Confessione, e non tardi più, che così Dio m'ispira ; avverta, lo faccia.

Suo Servo in Gesù Cristo PAOLO D. S.+.
(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).



7

Sr M. Cherubina Bresciani (7a) (Rs) L I, 447 -

S.Antonio 10 10 1736

(CCLXV.)

L'amore purissimo di Gesù e gli effetti della sua Divina Grazia siano sempre ne' nostri cuori. Amen.
Mia Figliuola dilettissima in Gesù Crocefisso,
Ieri 9 del corrente ricevei la sua lettera in data del 14 settembre prossimo passato. Confesso il vero, che mi è stata più cara delle altre, perché vedo il bel lavoro d'amore che S. D. M. fa nel suo spirito, e i reali che le comparte di pene, desolazioni, oscurità e preziosissimi disprezzi. Vero è che questi travagli in confronto di quello hanno patito i veri servi di Dio sono quasi un nulla ; onde anche in questi bisogna umiliarsi, e conoscere la propria debolezza ed infermità. Bisogna adorare i tremendi giudizi di Dio nei combattimenti di S. Ma. Colomba, che veramente sono stati orribilissimi e di grande spavento. Ah ! figlia mia, che ho da dire ? Temo e tremo di me, ma spero molto nella Passione di Gesù, che non darà licenza al diavolo di tormentarmi in tal forma, e di spingermi a pigliarmela contro il mio amabilissimo Salvatore. Via dunque, camminiamo in questa valle di miserie e di tenebre ; e tutta piena di nemici, camminiamo, dissi, con le armi in mano combattendo con gran valore, ma tutti confidati nel nostro Crocifisso Amore, che ci darà vittoria. Non dubiti, che in quel tremendo momento lei non si troverà nei cimenti della suddetta, che dobbiamo sperare in S. D. M. le abbia data vittoria, ma sarà la sua morte preziosa, in cui e per cui si perfezionerà quel SS. Sposalizio col Sommo Bene, purché si perseveri nel bene incominciato senza voltarsi più indietro, come spero. Seguiti pure ad amare ed esercitarsi nella santa povertà e nel disprezzo di sé, amando in p tutti gli eventi la SS. Volontà di Dio.
Circa all'orazione : quando si trova in tanta desolazione e spogliamento interno, che le pare non avere più fede, ami la SS. Volontà di Dio in queste tenebre, e stia sulla Croce di Gesù senza conforto, seguitando il suo silenzio e riposo amoroso, in pura e S. Fede ; e sebbene la parte inferiore sta in tempesta, lei se ne stia con la suprema parte dello spirito in una pura e semplice attenzione amorosa al Sommo Bene. Bensì che di tanto in tanto sarà bene risvegliare lo spirito con qualche parola amorosa, fatta e detta dolcemente. Non è necessario tenere il libro delle meditazioni in mano, ma tenersi attenta per quanto si può a Dio in viva fede, non curandosi né di sentire, né di godere. Oh ! che santa orazione è mai questa in cui ci ha tutto il gusto Gesù !
Non si pigli altra pena di ciò le ho scritto del suo sig. cognato ; mi spiace d'esserle lontano, che se fossi vicino, procurerei di darle delle buone mortificazioni senza che se ne avvedesse, ma farà Dio per me. E certo che se lei non passa presto all'Eternità, Dio aprirà la strada per far quel passo grande di cui si sente impulso, a servir il Sommo Bene con maggior perfezione.
Seguiti ad abbandonarsi come un bambino nelle braccia di Gesù.
Mia figliuola in Gesù, mi creda che scrivo con molta pena, che è un pezzo tengo la penna in mano, e però non dico altro. Chi sa se Dio fra poco mi farà approdare costì, in occasione che dovrò fare un pericoloso viaggio, ma non sono certo. Ho scritto al meglio ho saputo al sig. suo cognato, che dal suo scrivere vedo che intende assai, e sarebbe molto buono per aiutare i prossimi : basta, sentirà. Mi contento che lei faccia qualche sacra conferenza ogni 50 o 60 giorni, ma di cose puramente spirituali ; io le do la santa benedizione di tutto ecc. Bisogna aiutarlo dove si può : io ne spero un buon esito. Vorrei però che le conferenze non fossero tanto lunghe : lascio però in libertà di mettervi il tempo che vi vorrà ecc. Parli con modestia, con umiltà, con mortificazione de' sensi : parli delle sante virtù ecc., del Divino Amore, de' Di, vini Misteri. Senta con umiltà ciò dice lui, ed impari da tutti ad amare Iddio. Si figuri di fare la conferenza coll'Angelo Custode. Quando arriva il cognato al parlatorio invochi lo Spirito Santo : si faccia il segno della Croce, gli faccia cuore a servir Dio con fervore, con disprezzo di se stesso. Spero che Dio ne caverà del bene.
Io sto sempre al solito. Grazie a Dio non mi mancano né disprezzi, né travagli ecc., ma in confronto di ciò patiscono i veri amanti, i miei sono gocciarelle. Bisogna pregare assai per me. Il Ritiro sarebbe finito, se non fossero mancate le elemosine e massime le tavole : ora però è quasi al fine. Ah ! piaccia a Dio che sia abitato da santi servi di Dio !
Io finisco e la lascio nel Costato di Gesù, in cui mi dico senza fine. Dio la benedica.
Mi saluti Suor Alma Candida, e le dica che mi rallegro, che ora comincia ad essere discepola di Gesù. Mi saluti la M. R. Madre Abbadessa e Suor Ippolita et omnes. Gesù le benedica tutte. Amen. Preghino per me.
S Antonio ai lo ottobre 1736. Suo vero Servo in Gesù PAOLO D. S.+.
(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).



8

Sr M. Cherubina Bresciani (08) (Rs) L I, 450 -

Porto Longone 26 10 1736

(CCLXVI)

I. M. I.

Mia Figliuola in Gesù Cristo,
Credo che a quest'ora avrà ricevuta la mia lettera, con l'acclusa al signor suo cognato, a cui ho scritto con quella maggiore efficacia possibile, onde non ho altro che dirle, tanto più che non ho tempo e per accidente mi trovo qui in Longone di passaggio, per fare un viaggio a maggior gloria di Dio ; che prego arda il suo cuore del suo santissimo amore, ed accresca sempre più nel suo spirito l'esercizio delle Sante Virtù. Ori per me assai, ed io non ho altro tempo che per dirle, che io sono e sarò sempre nel Costato purissimo di Gesù. Scrivo in fretta.

Porto Longone di passaggio per Livorno ai 26 ottobre 1736.

Suo vero Servo in Dio PAOLO D. S. +.
(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).




9

Sr M. Cherubina Bresciani (09) (Rs) L I, 451 -

Orbetello 19 02 1737

(CCLXVII)

Sia lodato Gesù e Maria.

M.to R.da in Cristo.
Mia Figliuola in Gesù,
Nel mio arrivo da Roma ho ricevuta una sua carissima, e godo che il suo cuore sia sempre più risoluto d'essere tutto di Dio. L'altra sua lettera non l'ho ricevuta, e vedendo che non avevo rincontri, tanto della lettera scritta a lei, che al suo sig. cognato, mi faceva dubitare o d'infermità o di altro evento. La ringrazio dunque in Gesù Cristo della carità dell'olio e fichi ecc. ; prego Dio a rendergliene eterna retribuzione, ma la prego a non mandarmi mai più niente : io non voglio altro che la carità delle orazioni.
Per ritrovarmi tanto occupato per gli affari di questo S. Ritiro, che grazie a Dio è ormai al fine, non posso scriverle a lungo, Giacché nemmeno ho potuto leggere tutto il suo scritto. Solo le dico che vada molto vigilante nel fare certe esteriorità, come di benedir l'aria nelle tempeste ecc., e se lo fa col SS. Legno della Croce, lo faccia forzata dall'ubbidienza della Superiora, ma lei si scusi e preghi che lo facciano altre. Stia molto in guardia, acciò il diavolo non le faccia qualche vituperosa burla : la vanagloria, se non si caccia con l'umiltà, può far cascare a terra montagne di santità. Seguiti dunque le regole antiche, e per il dormire su la cassa, aspetteremo il tempo più caldo ; le do licenza di dormire il venerdì sul pagliaccio, ma ben coperta.
Attenda alle sante virtù, e massime al dispregio di sé.
La messa la celebrerò ben volentieri, e non l'ho detta subito, che ho obblighi antecedenti.
Non dico altro che ho troppi affari. Bisogna pregare assai e far pregare per me poverello, che sono combattuto da tutte le parti, acciò le mie ingratitudini non impediscano un'opera sì santa, com'è questo S. Ritiro, e pregare assai che Dio lo provveda d'uomini santi, che lodino il suo SS. Nome. La lascio nel Cuore purissimo di Gesù, e mi riservo a scrivere con più comodo e tempo. Dio la benedica e bruci d'amore. Amen.

Orbetello ai 19 febbraio t737.

Mi saluti assai in Gesù la Madre Abbadessa e le altre religiose nominate e tutto il Monastero, e gli dica che mai mi scordo di raccomandarle a Dio, e me gli confesso tanto tanto obbligato, e preghino per carità per me.

Suo Indegmo Servo in Cristo PAOLO DANEI D. S. +.
Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).



10

Sr M. Cherubina Bresciani (10) (Rs) L I, 452 -

Presentazionne15 07 1737

(CCLXVIII.)

Viva sempre nei nostri cuori il dolcissimo Gesù.

Mia Figliuola dilettma in Gesù Cristo,
Ier l'altro ricevei la sua lettera, e vedo che lei si maraviglia, che io non le abbia scritto, ed io appunto mi stupisco pure, che lei non mi avesse risposto della ricevuta del libretto che io le mandai, che appunto adesso sento che l'ha ricevuto. Le dico dunque che io non ho avute le sue lettere né di Suor Alma Candida, onde non si hanno da dolere, se non ho risposto ; bisogna si siano smarrite.
Godo del frutto dei Santi Esercizi, e la prego a fare animo anche in mio nome a quelle piante novelle, ed io pregherò dal Sacro Altare l'Altissimo, che le ricolmi d'ogni perfezione.
Lei non si maravigli se i detti Esercizi le hanno fatto poco colpo : Dio la guida per altra strada, sebbene in essenza è la stessa, ma Dio vuole che facciamo orazione a modo suo. La vita spirituale ha il suo principio, il suo mezzo ed il suo fine. Non bisogna creda di far nel mezzo, quello si fa al principio ecc.
Viva dunque abbandonata in Dio, si riposi in lui, e seguiti quelle regole antiche che le ho date per la sua direzione.
Si contenti de' suoi dolori e delle altre sue indisposizioni, E che sono più care a Dio che tutte le penitenze volontarie, perché in essi non vi è niente del nostro.
Circa la tentazione, si serva di quegli avvisi che già le ho dati e non dubiti di niente, che Dio la tiene nelle sue Braccia Divine.
In quanto alle aridità ed altre desolazioni che prova, tanto nella Santa Comunione, come in altri Esercizi, le dico che goda d'essere in simile stato, amando in esse la Divina Volontà, assicurandola che con queste, Dio la spoglia dell'amor proprio e la dispone a grazie grandi.
Ringrazio vivamente nel Cuore purissimo di Gesù le RR. Madri Suor Guglielma e Suor Alba Diamante della carità dell'olio, e le assicuri che tutti di qui pregheranno S. D. M. che gliene dia eterna la retribuzione.
Ringrazio nel Signore la molto Reverenda Madre Abbadessa e Suor Ippolita della caritatevole memoria, che conservano di me, come così tutte le altre religiose ; me le saluti tanto nel Costato dolcissimo di Gesù, e gli dica, che non mi scordo di farle sempre parte delle mie povere orazioni, così facciano loro, per i miei grandi bisogni ecc.
Il nostro povero Ritiro è perfezionato e spira divozione. Siamo in tutto nove poveri religiosi, cioè cinque sacerdoti e quattro laici, e tutti ben risoluti di servire Dio. Sono insorte persecuzioni e dai demoni, che si sono scatenati, ed anche dagli uomini, e però non abbiamo ancora fatto il solenne ingresso, ma si aspetta a momenti ; preghi Dio, che i miei peccati non distruggano questa pianta da cui spero copiosi frutti.
Non è vero niente, che il signor Marocco si sia mai vestito del nostro abito, e però sono ciarle che spanticano e non se gli deve credere.
Manderò la bombola a S. Stefano acciò subito che parte la, feluca gliela consegnino, e la farò dare al signor D. Giacomo a cui pure accludo questa.
Finisco con salutarla nel Costato dolcissimo di Gesù, e le prego dal Sommo Bene ogni pienezza di grazie e benedizioni. Amen.

Orbetello SS. Presentazione ai 15 luglio 1737.
Mi saluti pure Suor Alma Candida, e se le bisogna qualche cosa, scriva. Suo vero Servo Indegmo PAOLO DANEI.
(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).



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Sr M. Cherubina Bresciani (11) (Rs) L I, 454 -

Presentazione 20 11 1737

(CCLXIX.)

Viva sempre ne' nostri cuori il dolcissimo Gesù e la sua +.

Mia Figliuola dilettma in Gesù Crocefisso,
Al mio arrivo al Ritiro dalle Missioni, ho trovata una sua lettera, e solo Dio sa quanto mi è stata cara, per le nuove preziose che sento della sua condotta. Oh via ! figlia mia, adesso lei comincia ad essere discepola di Gesù Cristo ! Mi rallegro al sommo che le riesca di andare senza camicia, purché si conservi la dovuta modestia e decenza. Spero che, a poco a poco, S. D. M. ci insegnerà la sua Santissima Volontà, e ci darà grazia di adempirla. Io non mi estendo in scrivere, perché non ho motivo, per non sapere cosa di nuovo del suo spirito ; e mi spiace che adesso dovrò partire per andare a predicare il Sacro Avvento ; ma se lei mi scriverà, lascerò detto qui al Ritiro, che mi mandino la lettera, perché vado a Scanzano, che è lontano di qui 18 miglia circa, e di là risponderò.
Certo che le due sue lettere non le ho ricevute, e però bisogna si siano perdute. Sia fatta la volontà di Dio : solamente questa ho ricevuta, che è in data dei 22 settembre passato. Le faccia consegnare sicure e le diriga con sopracarta : All'Illmo Sig. D. Francesco Carascon Commissario di guerra ; e faccia dentro due versi, con raccomandargliele, che anch'io glielo dirò. Il detto Signor Carascon sta in Orbetello e me le manderà sicure.
Or senta, mia figliuola in Gesù Cristo : spero in quel buon Dio, che ha incominciata l'opera, la perfezionerà. Oh, se sapesse con che occhio amoroso la guarda Dio ! Buon cuore dunque !
Seguiti adunque con quelle regole, che le ho date, tanto nell'orazione, che in altro ecc.
Si riposi tutta in Dio : tratti da sola a sola col Sommo Bene, se ne stia nel suo niente e butti questo niente nell'Infinito Tutto che è Dio : si lasci perdere in questo mare immenso di carità.
Dopo non pochi travagli, uscì un Breve Apostolico, ed ai 14 settembre, giorno dell'Esaltazione di S. + festa principale della nostra minima nascente Congregazione, si fece il solenne ingresso, e Santa Benedizione della Chiesa e Ritiro. Io ebbi la sorte andare avanti con la Croce inalberata, con fune al collo, e mi seguitarono otto compagni, cioè cinque sacerdoti con me, e 4 laici. Si fece il discorso confacente all'opera, e si te--minò la sacra funzione. Tutti i compagni suddetti sono nel mio medesimo abito ; in tutti siamo nove, oltre chi si vuol vestire : tutti servono Dio con fervore, fuorché l'indegno che scrive. Ora insorgeranno le principali difficoltà, perché fra breve devo andare a Roma a mettermi ai piedi del Sommo Pontefice, per l'approvazione delle Regole ; e quel che mi spaventa si è, che niente sono preparato. Sicché, figlia mia, lei ha fatto e fa bene a pregare per quest'opera e seguiti, che la prego di cuore, e si assicuri, che lei avrà la stessa parte di merito, come se lei fosse in attuale esercizio della nostra vocazione. Spero e confido di poterle dar, prima di morire, delle buone nuove : ma per ora Iddio sa in che acque mi trovo ; ed ho bisogno che si preghi assai per me.
Quando lei mi parla in lettera o in altro, lasci quel termine di Babbo, che sebbene è detto con semplicità e carità, è però termine di secolo : meglio che lei mi chiami col nome più tenero di Padre, Giacché Dio, gran Padre delle misericordie, me l'ha data per figlia, nel Cuore purissimo del suo dilettmo Figlio Cristo Gesù. Io dunque finisco e la lascio in quel bel Cuore, che è il Re de' Cuori. Mi saluti il P. Confessore, la Madre Abbadessa e tutte queste buonissime religiose. Orino per me e Dio la benedica e bruci d'amore.
Mi saluti Suor Alma Candida : desidero, che sia tutta di Dio, e viva solamente per Iddio. Si ricordi delle sue sante risoluzioni ecc.
Orbetello dal nostro Ritiro della SS. Presentazione ai 20 novembre 1737. Suo Indegmo Servo in Cristo PAOLO DELLA S. CROCE Miss.
(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).





sr Maria Cherubina Bresciani