sr Maria Cherubina Bresciani 12

12

Sr M. Cherubina Bresciani (12) (Rs) L I, 456 -

Presentazione 10 02 1738

(CCLXX.)

Viva la Santa Croce.

Mia Figliuola in Gesù Crocifisso,
Ne : mio arrivo di Roma ho ricevuta una sua lettera con l'altro piego ed i fiori ecc. Il piego per le occupazioni, che Dio sa quante sono, ancora non ho letto ! ma lo leggerò più adagio, e risponderò, colla grazia di Dio. Intanto la ringrazio vivamente nel Cuore purissimo di Gesù di tanta carità che mi continua, e prego il Sommo Bene a ricolmarla sempre più della pienezza delle sue grazie e benedizioni. Molto confido in Dio, che le cose dell'anima sua vadano di bene in meglio.
Io mi trovo in qualche acque, stante le difficoltà che bisogna superare per lo stabilimento di quest'opera, e molto e molto temo che le mie ingratitudini non l'impediscano. Le Costituzioni sono in Roma, e chi sa che questa Quaresima non sia chiamato di nuovo per sentire le risoluzioni della Sacra Congregazione . Mi creda che ho bisogno d'orazioni.
Tutto il suddetto lo dico al suo cuore, e non altro.
Ho scritto a Suor Alma Candida ; ed ella ha torto a lamentarsi, poiché io sono certo che le risposi, e le acclusi anche la risposta di suo cognato ; ed ora pure le scrivo. Se sapessero le mie occupazioni e le mie poche forze, forse forse non attribuirebbero a mia mancanza ciò che è impotenza. Mi sono trovato un fascio di lettere da rispondere, oltre quelle di gran premura che devo scrivere, e mi trovo come sa Dio.
Viva Gesù. Spero in breve di scriverle più a lungo. Mi saluti Suor Reginalda e le dica che ho gradito molto il libretto ecc. e mi rallegro, che ella sia così fortunata per il male accennato. Oh, mille e mille volte fortunatissima, che ha un gran segno della sua predestinazione ! Oh I che vorrei dirle gran cose ! vada dal Crocifisso che parlerà al cuore per me ecc.
Saluto il P. Confessore, la Madre Abbadessa et omnes, e resto in fretta. Seguiti le regole antiche delle virtù, dell'orazione ecc.
Gesù la benedica e abbruci d'amore. Amen. Il laico, che desidera sapere, fa del bene ecc.

SS. Presentazione ai 10 febbraio 1738. Suo vero Servo in Cristo PAOLO FRANCESCO D. S. +.



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Sr M. Cherubina Bresciani(13) (Rs) L I, 458 -

Presentazione 25 06 1739

(CCLXXI.)

I. M. I.

M.to Rev.da in Cristo Ossma,
La grazia dello Spirito Santo sia sempre seco. Pochi giorni fa ricevei una sua lettera, in cui vedo che la sua condotta va al solito ; ma lei costì tiene il confessore che (al sentire) non vuole che lei sia sotto altra ubbidienza di direzione. Sopra ciò non ho che dire, perché sono un povero cieco. Vorrei che la sua orazione fosse più in fede e con meno immaginativa : basta, quando Dio vorrà, lo farà cessare. S'avvezzi a trattar con Dio in pura fede, si abissi tutta nell'infinito suo amore, si riposi nel suo Seno Divino. Svegli spesso il suo spirito a pensare a Dio con santi affetti, e se sarà umile ed obbediente, Dio le insegnerà lui.
Non faccia caso di ciò se le presentò alla mente il giorno del Corpus Domini ; tanto più che non ha prodotto alcun effetto di virtù ecc.
Il P. Gio. Battista, grazie a Dio, sta bene, e però non badi alle ciarle mondane ; io già vi sono avvezzo, ed ho quasi fatto il callo tanto alle ciarle che alle calunnie del mondo ecc.
Dissi mandarle la S. Bambina, ma non si vide il signor suo fratello ; se avessi persona sicura la manderei, ma non voglio assicurarla ai marinari, acciò la rompano, per essere di cera, anche se sia in una scatola ecc. Se Dio aprirà la strada, la manderò a suo tempo. La ringrazio in Gesù della carità dell'olio, ma non vorrei s'incomodasse più. Circa alla camicia di cilicio, ne puole domandar licenza al suo confessore, come hanno fatto le sue compagne : ma faccia il tutto con discrezione ; sino a portarla qualche volta la settimana va bene, ma di continuo, vi vuole più luce. Resto ai suoi comandi, preghi Gesù per un poverello peccatore bisognoso.
Il sonetto sta bene, perché è nato dal suo spirito contriío ed umiliato. Seguiti a far del bene, e sfugga tutte le occasioni che la possono intiepidire ; e per tal effetto doveva scoprire al confessore ciò le successe nella commedia ; acciò imparasse a non metterla mai più in tale cimento.
Basta : Dio la illuminerà. Un'altra volta stia sopra di sé, e non vada dietro alla comune corrente, e quando le viene bene, glielo dica che a Dio non piace si permettano nei monasteri tali vanità di mondo. Ah, povera cristianità ! Spero che Dio la purgherà, e piaccia al Signore non sia con qualche orrendo flagello, che ne temo forte. Preghi Dio per me assai, che sto in bisogni estremi, e la lascio nel Cuore di Gesù, in cui mi dico sempre.
D. V. R.
Dal Ritiro della l'resentazione ai 25 giugno 1739.
Umo Indegmo Servo PAOLO F. D. S. 3.
(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).




14

Sr M. Cherubina Bresciani(14) (Rs) L I, 459 -

Presentazione 30 07 1739

(CCLXXII.)

Gesù sia la nostra via, verità e vita : Amen.

Mia figliuola in Gesù Crocifisso,
La sua lettera ricevuta giorni sono dà motivo di benedire S. D. M. Lei crede che le cose dell'anima sua vadano male, e io le dico in Nome di Dio, che non sono mai andate tanto bene come adesso. Oh, quanto ne ringrazio Iddio ! Non si spaventi di quelle tentazioni, e sappia che S. D. M. gliele permette, per raffinarla nell'umiltà, e mettere ben profondi i fondamenti di quell'altissimo edificio spirituale, che la Maestà Sua ha disegnato di fabbricare nell'anima sua.
Sappia, mia figliuola, che il profitto spirituale non si misura con le dolcezze, ma coll'esercizio delle sante virtù, e grazie a Dio, ho di che rallegrarmi : soprattutto le raccomando di conservare sempre più quella gioia della santa povertà, ed ho gradito al sommo quella questua che fece per farsi una povera veste ecc. Tenga questa regola fino alla morte.
Seguiti pure a portare quella camiciola di pelo di cammello tre volte la settimana, e gli altri giorni che non la porterà, porti quella fune con nodi : già conosco che Dio la vuole una sua cara penitente, ma per esserlo perfettamente bisogna essere ben umile, sprezzata, annichilita ecc.
Circa alla penitenza del confessore non se ne pigli pena. Lei non è obbligata chiedere licenza a lui di scrivermi : basta che l'abbia dalla madre abbadessa, la quale saluterà da mia parte, e le dica il suo cuore e il suo profitto su questo particolare, e le dica che s'accontenti che seguiti a scrivermi, con segretezza, per non far dire alle altre, che già si sa cosa suole fare il diavolo, massime nei monasteri, e perciò bisogna operare con segretezza, mandando le lettere al signor capitano suo fratello, che così faceva Santa Teresa, e si serviva spesso d'un suo fratello ecc.
Io non so se il vescovo la favorirà, perché sono più poste, che gli ho scritto per un affare spirituale, non per me, ma per bisogno di un'anima, e non ne ho mai avuto riscontro, e non so il perché. Può essere stia infermo, o sia assente fuori di stato, perché ho diretto la lettera in Siena e Massa ecc. La mia coscienza non mi rimorde d'avergli dato verun disgusto ; ma so che non sono mancate lingue e penne che mi hanno flagellato, dopo che ho fatte le Missioni in quella benedetta Isola ecc. Dio abbia misericordia di noi. Tenga questo nel suo cuore. Lei non ha bisogno di far altro che ciò le ho detto, tanto più che il vescovo, se si ricorda, già le ha data licenza ecc.
Io mi sento fortemente stimolato a dirle due parole per l'orazione. Oh ! senta figlia mia.
Lei sa che ho piena notizia del suo spirito, per grazia di Dio, e però le voglio parlare a proposito secondo la sua condotta presente. Il suo apparecchio per la santa orazione vorrei che fosse un totale annichilamento di se stessa avanti a quella Sovrana Maestà, vorrei, che in spirito si facesse tutta polvere, vorrei che s'incenerisse, che si facesse un puro nulla, e poi vorrei che in viva fede buttasse questa cenere, questo nulla in quel vero tutto, che è Dio, ed ivi si riposasse e si lasciasse portare da quell'aura amorosa dello Spirito Santo, per perdersi tutta in quell'abisso d'amore. Oh ! che questa è una gran lezione, e Dio vuole che cammini così.
Gradirei ancora ; ma più lo gradirebbe Dio, che la mia figliuola in Gesù Cristo si sacrificasse tutta in olocausto al Sommo Bene. Sa che cosa vuole dire sacrificarsi in olocausto ? Vuole dire incenerirsi tutta, vuol dire bruciarsi tutta e consumarsi tutta in quell'abisso di fuoco del santo amore.
Anticamente, quando si faceva il sacrificio d'olocausto, si consumava tutta la vittima e s'inceneriva a gloria di Dio. Così lei si butti in spirito sopra questo fuoco divino come vittima d'olocausto, e si lasci incenerire. Tutto questo che ho detto dev'essere fatto senza rappresentazioni ossia immaginazioni, ma in viva fede in spirito e verità ; e se l'orazione passasse tutta così, oh ! che grande orazione ! Si guardi da sforzi di capo e di stomaco, ma operi dolcemente e spiritualissimamente. Dio le insegnerà tutto. Quando lei sarà bene incenerita, verrà un vento dolcissimo e soavissimo che innalzerà questa cenere, e l'abisserà tutta in quel fuoco divino, in cui si perderà, per ritrovarsi più ricca. Oh ! perdita fortunata ; oh ! perdita ricchissima ; oh ! che tesoro nascosto è mai questo !
Tenga l'anima in libertà, e la lasci orare a modo dello Spirito Santo. Quando Dio le dà lumi per più conoscere le sue ingratitudini, è segno che vuole si ecciti a contrizione ; quando la lascia in libertà di parlarle della sua Passione, lo faccia, ma con riposo e soavità, lasciando mischiare l'amore e il dolore ; ma quando Dio vuole che la povera farfalletta, dopo che ha girato intorno a quel lume divino, vi si abbruci dentro ed ivi se ne stia godendo di quel dolce lume, di quel dolce fuoco d'amore, bisogna lasciarla star così, e non risvegliarla da questo sonno divino.
Stia con attenzione amorosa a Dio, da cui ne nasce quel sacro silenzio d'amore, che è un parlare tanto grande alle orecchie dello sposo divino. S'innalzi alla contemplazione della divina perfezione : or dell'infinita grandezza, or dell'immensità, or dell'infinita bellezza, bontà ecc., e lasci che l'anima si riposi in un'amorosa maraviglia e stupore, da cui ne nasce il compiacersi che Dio sia quel bene infinito ch'egli è ; ed in questa compiacenza l'anima gode, giubila, fa festa e si rallegra delle ricchezze e grandezze del suo amato bene. Oh ! che grande scienza è mai questa, figlia mia ! e Dio gliela farà arrivare, se s'annichilerà e sprezzerà ed eserciterà le altre virtù come ho detto. Legga qualche volta questa lettera che l'ho scritta dopo aver celebrato, e vedo che Dio mi ha data luce ; ne faccia conto, come d'un tesoro di Dio, che in me non v'è che il male, la cecità, ignoranza e tutti i difetti ecc.
Io non ho mai pensato d'abbandonar la servitù per l'anima sua, che ben conosco, e l'ho toccato con mano fino dal principio, che Dio me l'ha confidata e vuole che la serva, ed io lo fo assai volentieri : preghi per me che sono in un abisso di tempeste coll'acqua fino alla gola, ma sto ancora attaccato alla tavola della Santa Croce, e spero non farò naufragio. Preghi per questo povero Ritiro acciò Dio lo provveda di santi operai, massime in questi tempi di tanto bisogno ; e se io sono d'impedimento come temo assai, preghi istantemente il Signore, che mi pigli. Io credo di dover andare a far Missione al Giglio e passerò in S. Stefano e porterò la S. Bambina con me, e la consegnerò a persona sicura acciò gliela porti : con patto però che stia in suo potere sino alla sua morte. e poi desidero ritorni al Ritiro, e glielo scriverò acciò lo dica ecc.
La bombola l'ho mandata al cappellano di S. Stefano e m'ha scritto la manderà sicura. Dio le paghi la carità di tutto.
Mi saluti in Gesù la madre abbadessa e le sorelle sue compagne che servono Dio in penitenza e mi raccomandi alle loro orazioni, che mi rallegro in Gesù della loro santa risoluzione : ma siano fedeli, umili e sconfidate di sé, per non tornare indietro. Gesù la bruci d'amore, mia figliuola, e la faccia santa come desidero e prego il Signore : Amen.
Orbetello Ritiro della Presentazione ai 30 luglio 1739. Suo Indegmo Servo Obmo PAOLO D. S. +
(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).




15

Sr M. Cherubina Bresciani(15) (Rs) L I, 463 -

Presentazione 7 09 1739

(CCLXXIII.)

I. M. 1.

Mia figlia in Gesù Cristo,
Iersera ho ricevuto la sua lettera, a cui non rispondo per non esserci necessità. Se lei farà ciò le ho detto nell'ultima scrittale, farà molto bene, e massime nell'orazione, nella quale non conviene che lei sempre stia fissa nella considerazione de' suoi peccati, ma dopo essersi umiliata ed eccitata dolcemente alla contrizione, deve lasciar volare l'anima in quell'abisso d'infinita carità. Si serva degli avvisi datile ecc. e non faccia caso di quei fantasmi notturni, si rida del diavolo e s'umilii a Dio.
Circa le penitenze, fa bene regolarsi col confessore, perché essendo presente può conoscere meglio di me le sue forze. Ho fretta, che devo partire mercoledì prossimo, e vado a servire due monasteri con gli Esercizi, e confessarli, avendo lasciato le Missioni per questo autunno, ché le genti sono in troppe faccende ecc.
La SS. Bambina la manderò per persona sicura, ma vi vuole un po' di pazienza tanto che sia ritornato, che andrò io in persona a S. Stefano a consegnarla. Il Ritiro è perseguitato dai diavoli e dagli uomini, ma credo di questi, con buona volontà ; ma è protetto dall'Altissimo. Siamo in tutti otto, e lei non dia retta alle ciarle del mondo, e non mi distragga con scrivermi le ciarle mondane.
Preghi Dio che levi quest'albero infruttuoso, ma con taglio misericordioso, che allora il Ritiro andrà bene, giacché, grazie a Dio, è più ben incamminato che mai per il fervore de' Servi di Dio e la protezione dei superiori della Chiesa. Gesù la benedica. Amen. Manderò anche la croce che desidera.
Ritiro della Presentazione ai 7 settembre 1739 e di partenza mercoledì.
Indegmo Servo di V. R. PAOLO DELLA CROCE.
(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).




16

Sr M. Cherubina Bresciani(16) (Rs) L I, 464 -

Ritiro 19 11 1739

(CCLXXIV.)

I.M.I.

Mia Figlia in Gesù Crocefisso,
Ho ricevuta una sua lettera : ma lei non si sazia mai di farmi del bene. Dio le rimuneri la carità dei ceci, e le manderò la sacchetta per qualche occasione. Mi dispiace non averle potuto mandare la S. Bambina, ma non mi fido, che temo la guastino, come è successo a me d'un bel Bambino, che m'ha mandato una serva di Dio, mia figliuola in Gesù Cristo, il quale mi è arrivato tutto fracassato, e glielo rimando, acciò lo faccia di nuovo. Se verrò, come mi dice, a far la Missione, la porterò da me.
Ma chi sa se si accorderanno costì, e se il vescovo avrà altri impegni. Adoriamo la divina volontà. Se la camiciola di pelo di camello non le dà danno alla salute, la porti pure con la benedizione di Dio, ma a lungo andare vedrà che le sarà di nocumento, e così sarà meglio portarla con discrezione. Esamini bene il tutto ai piedi del Crocefisso, tanto più, che lei è indisposta. Basta : replico se non le fa danno, la porti pure. Io poi me ne sto sempre più immerso nelle croci ecc., ed ho motivo di credere che Dio sia assai sdegnato con me. Mi raccomandi assai a Dio, acciò si plachi e mi dia grazia, ch'io muoia trafitto da vero dolore di avere offeso il mio Dio con l'impressione nel cuore della sua SSma Passione. Seguiti le sue regole al solito, d'orazione ecc. come già le ho detto e scritto, e sfoghi più del solito i suoi affetti con Gesù Sacramentato ecc.
Il vero tempo per la Missione sarebbe dopo l'Epifania, ma se non sono arrivato prima del Santo Natale, con le facoltà ecc. anderò altrove.
Sia sempre fatta la SSma Volontà di Dio, che se vengo costì spero in Dio, che debba essere più fruttuosa dell'altra volta. Sono in fretta
Ritiro ai 19 novembre 1739.
Suo vero Servo PAOLO D. S. +.
(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).




17

Sr M. Cherubina Bresciani (17) (Rs) L I, 465 -

Presentazione 17 02 1740

(CCLXXV.)

I. M. I.

Sia lodato Gesù e Maria.
Mia Figliuola in Gesù Crocefisso,
Con l'occasione che il P. Antonio nostro fratello va a predicare a Longone, cioè alla Marina, rispondo alla sua lettera, e mi dispiace che non ho tempo di rileggerla, perché non la posso cercare fra le altre mie lettere.
Le dico dunque, che siccome non mi do pena io di non venir costà a far le Missioni, così non deve affliggersene lei, e non si creda che sia colpa sua, ma somma provvidenza di Dio, che li vuole provvedere d'altri operai, che faranno frutto infinitamente più di me. Il travaglio seguito è ridondato in molto profitto, e lei non se ne pigli, perché Dio castiga me e non lei ; ma mi castiga con mano amorosa e tanto più vedo crescere i travagli, più voglio sperare in Dio.
Non si prenda veruno scrupolo di ciò mi dice intorno al confessore, né intorno a quelle orribili tentazioni. Stia quieta sopra la mia coscienza, che non solo non vi è peccato, ma anzi vi è merito, e molto grande. Ciò che ha scritto, l'ha potuto fare. Stia in pace ; e le tentazioni sono prove di Dio per purgarla, si umilii assai, che questo pretende Dio, e dopo la tempesta verrà la calma. Per cose orribili che succedono, come la volontà le aborrisce non ci è male, anzi merito. Nei sogni, non siamo padroni di noi, basta che svegliati si facciano gli atti contrari.
Seguiti la sua via, e lasci dire chi vuole. Seguiti le regole datele. Stia tutta abbandonata in Dio ; legga quella lettera che le scrissi per l'orazione, che le gioverà molto.
Scrivo con gran fretta, che parte il P. Antonio, e se venisse sempre per mare manderei la Santa Bambina, ma Dio provvederà l'occasione ; la tengo qui per lei. Gesù la benedica e la faccia santa, come desidero e preghi per me e per gli affari del Ritiro che spero un giorno si placherà Dio e lo benedirà. Io sono sempre in Gesù
Ritiro della Presentazione ai 17 febbraio 1740. Suo vero Servo PAOLO DELLA CROCE.
(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).



18

Sr M. Cherubina Bresciani (18) (Rs) L I, 467 -

Presentazione 31 05 1740

(CCLXXVI.)

I. M I.

Mia Figliuola in Gesù Crocefisso,
Nel mio arrivo dalle Sacre Missioni, che fu ier mattina, ho ritrovata una sua lettera, che l'ho molto gradita in Gesù Cristo. Mi rallegro nel nostro Amabilissimo Salvatore delle prove amorose che la Maestà Sua si degna fare di quella figliuola, che la Infinita Sua Bontà mi ha confidato.- Nell'elezione atta di lei in Rotara v'è stato senza dubbio veruno il Divin Beneplacito, conosciuto ben chiaro nel precetto del Superiore : onde lei si deve compiacere in Dio di esercitare tale ufficio, e non lasciarlo mai per qualunque evento, fintantoché non sia finito il tempo prefisso ; e poi deve stare indifferente a qualunque altro ufficio che le venga imposto, accettandolo alla cieca, senza proferir parola. In tale impiego ove si trova posta dalla Divina Provvidenza lei troverà sempre il suo Sposo Divino, che starà in sua compagnia per arricchirla di grazie e d'aiuti per bene esercitarlo. Vorrei che lei s'abbandonasse sempre più in quel mare immenso di carità : vorrei che vivesse della vita e nella vita divinissima di Gesù Cristo ; e ciò le riuscirà, se si annichilerà avanti a Dio, se si umilierà a tutti, se si farà la scopatura del convento. Lei non abbandoni mai i parlatori quando vi sono le monache a parlare, si accosti a sentire se si parla di cose mondane, non abbia rispetto umano, le avvisi con carità, ne dia parte alla Superiora quando vede che a lei non riesce di rimediare ; e se la Superiora non rimedia, ricorra al Confessore, che si avvisi il Vescovo. Sia di soggezione a tutte e di timore a tutte, acciò non parlino con secolari senza gran necessità ; ma faccia il tutto con spirito di mansuetudine e carità. Lei poi non parli che per necessità, risponda a chi viene con spirito di raccoglimento e con brevità, e poi seguiti a starsene solitaria nel romitorio del suo cuore, trattando a sola a sola con lo Sposo Divino.
Oh, figlia mia ! Gesù nostra vita diede un gran grido nella sua Divina Predicazione, e disse : Chi ha sete venga a me e beva. Oh ! figliuola, accostiamoci dunque a questo fonte divino e beviamo a sazietà, ma senza saziarci mai. Chi beve a questo fonte, si bevono fiumi di fuoco d'amore. Ah, che l'Amor Divino bisogna beverlo a fiumi, a mari, ma mari di fuoco ! Dite dunque a Gesù : O mio Sposo, o mia vita, o fonte d'amore, fatemi l'elemosina di darmi un poco da bere ! Oh, quanta sete ho, Gesù caro ! ecc. ecc. E poi accostatevi al Cuore di Gesù e bevete e levatevi la sete ; bevete a fiumi l'Amore Divino, bevete a mari, ma fiumi e mari di fuoco !
Finisco che non ho altro tempo. Già l'avvisai che si era ricevuto l'olio e fichi ecc., e già la ringraziai della carità, come fo di bel nuovo.
Non ho mandata la bombola, perché partii per le Missioni, e la mando adesso, e se vi sarà buona occasione manderò la Santa Bambina, che sta qui già per lei da tanto tempo. Se le avanzerà del tempo e voglia impiegarsi in far quei brevini per dare per divozione ai fedeli, sarà cosa molto grata a Dio. I Preghi per me assai, che sto sempre sotto la sferza misericordiosa di Dio ; ma mi spavento non poco, che temo i Divini Giudizi. Gesù la benedica. Amen.

Ritiro della Presentazione ai 31 maggio 1740. Suo vero Servo Indegmo PAOLO DELLA CROCE.
(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).




19

Sr M. Cherubina Bresciani (19) (Rs) L I, 469 -

Presentazione 05 06 1740

(CCLXXVII.)

I. M. I.

Mia Figliuola in Gesù Crocefisso,
Nel mio arrivo dalle Sacre Missioni ritrovai una sua da me molto gradita lettera, perché in essa ho lette le pie risoluzioni di perseverare ecc.
Già ho risposto per la posta, ma credo non l'avrà ricevuta, perché l'ho mandata quest'ordinario. In essa le do ottimi avvisi per l'ufficio, in cui la Divina Provvidenza l'ha posta : e sa Dio quanto godo nel Signore, che la mia figliuola sia provata in tal modo, giacché per questa via S. D. M pretende tirarla ad una gran perfezione.
Ora mi si porge l'occasione sicura di mandarle la Santa Bambina, già da me benedetta secondo il Rito di Santa Chiesa, e la supplico tenerla in gran venerazione, ma nella sua cella, e solamente la Novena della Santa Bambina l'esponga all'adorazione delle monache in coro, con farle da tutte solenne Novena con lumi e lampade le quali devono stare accese, cioè le dette lampade tutta la Novena, e se vogliono l'Ottava, e le candele solamente quando si fa la detta Novena in coro. La tenga sempre coperta con piccola tendina, e la scuopra ne' suoi bisogni, e se vuole, ogni volta che fa orazione avanti detta Immagine.
Vedrà che riceverà grazie grandi per lei e per il prossimo. L'offerisca spesso all'Eterno Padre come sua cara Figlia, all'Eterno Figlio come sua cara Madre, allo Spirito Santo come sua dolcissima Sposa ; e quando fa tale offerta se la pigli nelle braccia con gran devozione col cordone al collo, e l'offerisca per i bisogni estremi del povero Paolo e del Ritiro.
L'amore le insegnerà gran cose ; se potrà le faccia fare una piccola urna o culla, come stima meglio. Ho fretta ; solo le dico, che stia volentieri in croce, che vigili assai sopra il suo ufficio, che non lasci le monache sole quando parlano ai parlatori, gli renda soggezione, le corregga con carità.
Parli poco con tutti, stia nella cella del suo cuore solitaria collo Sposo Divino, fate spesso la Comunione Spirituale ; assistete in spirito a tutte le Messe ; bevete figlia mia a sazietà al fonte perenne del Cuore di Gesù ; dimandategli spesso da bere :
Mio Gesù, la povera Cherubina ha sete, per carità un po' da bere ; mi avete messa a parlare, mio Sposo, ho sete, oh quanta sete ! Ubbriacatemi d'amore. Amen.
Resto con pregarle ogni pienezza di benedizioni. Amen.
Mi rimetto all'altra lettera.
Mia figliuola, scrivetevi questa massima nel cuore. Operate, patite e tacete.
La S. Bambina stia sempre in sua cella, fuori che la Novena ecc.
Ritiro della Presentazione ai 5 giugno 1740.
Mando pure la bombola ; e già ho fatte le parti nell'altra lettera. Suo Indegmo Servo PAOLO DELLA CROCE. (Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).





20

Sr M. Cherubina Bresciani(20) (Rs) L I, 471 -

Presentazione 9 08 1740

(CCLXXVIII.)

I. M. I.

Quel fuoco divino, che è venuto ad accendere in terra il nostro Amantissimo Gesù, bruci sempre i nostri cuori.
Mia Figliuola in Gesù Crocefisso,
Domenica prossima passata ricevei una sua lettera, che mi è stata molto cara in Gesù Cristo, perché vedo che si vanno adempiendo i desideri che Dio mi ha dato e mi dà per l'anima sua ; ma non sono ancora contento. Ho ricevuto pure la scatolina con brevini ecc., ma non voglio che s'incomodi più, che questi bastano. Ricevei pure l'altra lettera del signor aiutante, e tra la purga che dovevo fare e la mia pigrizia, non ho risposto. Ma Dio caverà del bene da questa tardanza, perché spero in Dio che in questa che scrivo adesso, gusterà la mia figliuola una manna nascosta. Così lo Spirito Santo sia nella mia mente co' suoi lumi divini, nel mio cuore e nella mia penna, acciò l'accerti : Amen.
Incomincio dunque nel nome santissimo di Dio. Chi vuole trovare il vero tutto, che è Dio, bisogna buttarsi nel niente. Dio è quello che per essenza, è quello che è: ego sum qui sum Noi siamo quelli che non siamo, perché per quanto scaveremo a fondo non troveremo altro che niente, niente ; e chi ha peccato, è peggio dello stesso niente, perché il peccato è un orribile nulla, peggio del nulla. Dio dal niente ha creato tutto il visibile e l'invisibile, ma dal peccato la sua onnipotenza non vi puol cavare niente, perché il peccato è un orribile nulla, che s'oppone a quell'Infinito Essere d'infinita perfezione. Vero è che quel gran Bene Infinito, che sa` cavare dallo stesso male il bene, colla giustificazione però del peccatore, fa uno sforzo maggiore della sua onnipotenza, che se creasse mille mondi assai più vaghi e più belli di questo, perché cava il peccatore (col giustificarlo) da un abisso più tetro e più profondo dello stesso nulla, che è il peccato. Leggete, figlia mia, con attenzione questo punto, per imparare a stare nel niente, ed annichilarsi avanti a Dio ed avanti alle creature, con starsene sotto i piedi di tutti, umile e disprezzata per amor di Dio. Adesso dirò molto in poche parole, e compendierò tutto ciò che ho detto di sopra ; giacché le regole di spirito necessarie per il tempo passato gliel'ho date, e in voce e in scritto. Adesso bisogna mutare scena. State dunque attenta, aprite le orecchie, dilatate il vostro cuore, acciò a guisa d'una conchiglia riceviate questa rugiada di paradiso, per lavorare una preziosa perla, affine di porla nell'erario dello Sposo Divino, sebbene che il porla in quell'erario non sarà altro che una giustissima restituzione di quello che non è suo, perché chi è niente, non ha niente da dare ecc.
Adesso è tempo di cominciare a slattarsi ed imparare ad adorare con maggior perfezione il gran Dio della Maestà in spirito e verità : e per farlo bisogna umiliarsi, annichilarsi ed abissarsi nello stesso nulla, spogliandosi affatto di tutte le immagini delle creature, e poi, in pura fede, abissarsi tutta in Dio, ed ivi riposarsi nel suo Seno Divino, ma senza veruna immaginativa, perché Dio non cade sotto immagini, perché è uno spirito purissimo e semplicissimo, abisso senza fondo d'infinite perfezioni. Oh ! quanto è felice l'anima, che morta a tutto il creato, spogliata di tutte le immagini delle creature, se ne sta tutta immersa in questo mare immenso di carità, ed ivi si riposa in quel sacro silenzio d'amore, che è un linguaggio tanto grato a S. D. M. Oh ! fede oscura, guida sicura del Santo Amore : Oh, qual dolcezza la tua certezza mi reca al cuore !... Figlia mia, statevene ritirata nel vostro interno. Chiudete le porte de' vostri sensi a tutte le creature, ed ivi trattate da sola a sola col Sommo Bene. Il giusto vive di fede, perché la sua vita è Dio e questo caro Dio lo trova nell'oscurità della s. fede, la quale per l'anima amante è più chiara del giorno. Lei mi dice che puol fare poca orazione, ed io voglio che ne faccia 24 ore il giorno. Che voglio dire con questo ? Che lei se ne stia sempre dentro di sé tutta annichilata in Dio, dando però libertà all'anima di fare quei voli di spirito, secondo la porterà l'aura amorosa dello Spirito Santo ; or compiacendosi che Dio sia quel Bene infinito che è, ora ammirando, cioè restarsene tutta sospesa in altissima maraviglia d'amore, nel contemplare le sue infinite perfezioni, e se da ciò ne nasce il cantare in spirito qualche versetto d'amore, dar libertà all'anima di cantarlo ; come sarebbe Sanctus, Sanctus, Sanctus, oppure Alleluia, oppure tu solus Sanctus, tu solus Dominus, tu solus Altissimus Iesu Christe, cum Sancto Spiritu in gloria Dei Patris. Amen. Queste canzonette d'amore devono cantarsi in spirito, ma quando Dio vuole, e ben si conosce della libertà di spirito accompagnata dagl'impulsi che Dio dà all'anima. Se poi l'anima usta di starsene in silenzio d'amore nel seno divino, lascia tela star così ecc. Bisogna insomma lasciarsi guidar da Dio, come gli piace ecc. Il diavolo ha rabbia che scriva questa lettera e spesso mi fa sbagliare e fare cassature, ma resterà burlato lui il maligno. Adesso vi voglio insegnare un bel segreto per più innamorarvi dello Sposo dolcissimo e conseguentemente starvene in una continua orazione.
Dopo che vi sarete ben annichilata, sprezzata ed abissata Del niente, dimandate licenza a Gesù d'entrare nel suo Cuore Divino e subito l'otterrete. Poi volate in spirito in quel bel Cuore ed ivi mettetevi come una vittima sopra quell'Altare Divino, nel quale arde sempre il fuoco del S. Amore, e lasciatevi penetrare sino la midolla delle ossa da quelle sacre fiamme, anzi lasciatevi tutta incenerire ; e se il vento soavissimo dello Spirito Santo innalza questa cenere alla contemplazione dei Divini Misteri, date libertà all'anima d'ingolfarsi tutta in questa sacra contemplazione. Oh ! quanto piace a Dio questa pratica !
Ma bisogna avvertire che questo volo di spirito deve farsi nel Cuore di Gesù Sacramentato ed ivi spasimare di dolore per le irriverenze che riceve dai cattivi cristiani e dai più cattivi ecclesiastici e religiosi e religiose, i quali corrispondono con ingratitudini e sacrilegi a tanto amore, e per riparare a tanti oltraggi deve l'anima amante offerirsi vittima tutta incenerita nel fuoco del santo amore ed amarlo e lodarlo e visitarlo spesso per quelli che lo maltrattano, massime visitarlo in certe ore, che non v'è chi gli faccia corte ecc. Oh ! quanto avrei da dire su questa materia ecc., ma il tempo non me lo permette. In questo Cuore SS. voglio che la mia figliuola dimori sempre, ma in pura fede, senza immagini, ed ivi voglio che ami, adori, lodi, magnifichi il nostro grande Iddio, ivi si devono fare colloqui d'amore, or parlandogli della sua Passione, or dei dolori della nostra cara Madre ecc., or offerendo quel gran Cuore all'Eterno Padre ecc. ; l'Amore insegnerà tutto. Ma quando l'anima gusta di starsene in silenzio d'amore, lasciatela stare ed intanto bevete a quel fonte divino quelle acque sacratissime di grazia che scaturiscono da questo Cuore : ma avvertite che chi beve qui, bisogna bevere grosso, voglio dire bisogna bevere l'Amore a fiumi, a mari di fuoco e lasciar andare ogni cosa in cenere. Prima di leggere queste cose, invocate lo Spirito Santo coll'inno Veni, Creator Spiritus.
Circa alla tentazione che lei mi dice, non è da pigliarsene pena, sebbene è uno dei gran travagli che possa venire ad un'anima che vuole essere tutta di Dio. Questa tentazione è la regina delle tentazioni, ma chi è fedele in combattere, porta all'anima tesori immensi. Ricordatevi, che non è degno della Divina Contemplazione, chi non ha patito e vinto qualche gran tentazione. Coraggio grande, che la vittoria è nostra, ma in Gesù Cristo, che combatte per noi. L'anima non consente, figlia mia, sebbene vi pare di star tutta immersa ecc. ; è tutta operazione del diavolo. Né il vostro corpo è disposto a tali cose. Ma Dio lo permette per nostro gran bene : i segni che non si patisce naufragio sono evidenti. La pace del cuore, sebbene vi resta della paura, i desideri incessanti d'amar Dio e servirlo in penitenza ecc.
Tutti questi e il di più sono segni che state nelle braccia di Gesù, che combatte in voi e per voi. Sicché quando si confessa, si faccia materia di qualche cosa certa passata, ma non tocchi la confessione generale fatta da me ecc. ecc. Solo si accusi d'impazienza, bugie passate ecc., e poi dica : In generale mi accuso di tutti i peccati commessi ; e ne abbia vero dolore e proposito ecc. ; che così riceverà validamente l'assoluzione. Mi dispiace che quel buon padre non intenda il lavoro che fa Dio ecc. L'intenderà per altri, ma Dio nol permette che l'intenda per lei. Si creda su la mia coscienza, che mai vi è peccato in quelle battaglie ecc. Stia contenta in Dio, che verrà presto un sole tanto caldo, che dileguerà queste montagne di neve. Circa le penitenze seguiti così, ma non aggiungo altro. Spero che Dio permetterà, che non passeranno mesi, che mi parlerà a voce, perché procurerò d'approdare costì, mentre devo andare per un affare che spero debba essere di grande gloria di Dio.
Circa a quel)a signora che mi scrisse, le dica che continui ad abbandonarsi alla Divina Volontà, e le dia lei gli avvisi necessari per l'orazione, virtù ecc. Io la raccomanderò a Dio. Ma le farò forse più male che bene, perché sempre più mi allontano dal vero servizio di Dio. Così farò per l'altra sua congiunta ecc.
Quando verrà la feluca le manderò la scatola e panierino, sacchetta ecc.
Ma non si prendano incomodo per amor di Dio. Basta : io non ricevo niente, bensì il povero Ritiro, che le vive molto obbligato in Dio. La Bambina Santissima sino che lei vive la tenga presso di sé ; fuorché esporla la novena della Natività e l'ottava, e poi resti pure al monastero, sebbene fin d'ora lei non ne ha proprietà, ma la tiene per obbedienza. Io ho bisogno estremo di orazioni, che sto in fiere tempeste al mio solito di dentro e di fuori. Ah ! che temo molto che Dio sia sdegnato contro di me assai, assai ; cerchiamo di placarlo, e la mia figliuola faccia lei pure le parti sue, e lo faccia fare dall'altra ecc. Alla mia venuta, se Dio mi farà approdare costì, porterò la croce ecc.
Preghiamo S. D. M. che dia la perseveranza a questi servi di Dio qui ritirati, che veramente fanno una vita da santi ; e saranno quelli che mi faranno il processo nel mio giudizio. Oh, quanto temo ! Oh quanto ! Che non so d'avere mai esercitato un atto di virtù con perfezione. Preghi S. D. M. che mi dia una vera contrizione, acciò muoia da vero penitente. Amen.
Gesù la benedica e bruci d'amore. Mi saluti in Cristo la M. Abbadessa e suor Guglielma ecc.
Ritiro della Presentazione ai 9 agosto 1740. Suo indegmo ed umo Servo PAOLO DELLA CROCE.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).




sr Maria Cherubina Bresciani 12