sr Maria Cherubina Bresciani 21

21

Sr M. Cherubina Bresciani (21) (Rs) L I, 476 -

Presentazione 19 10 1740

(CCLXXIX.)

I. M. I.

Mia Figliuola in Gesù Crocefisso,
Ho ricevuta la sua lettera, che l'ho gradita più del solito, perché ho letto in essa quella gran lettera di via la S.. O figlia mia in Gesù Cristo ! Mi creda, che le cose del suo spirito non sono mai andate tanto bene come adesso, assicurandola che in questi travagli interni e disprezzi esterni, v'è nascosto il gran tesoro del S. Amore, perché per questo mezzo S. D. M. pretende di preparare l'anima sua a ricevere i doni più sublimi del cielo. Stia dunque forte e costante, e si porti sempre più con gran mansuetudine, pazienza, umiltà e silenzio, standosene abbandonata in Dio, come un piccolo agnellino, ed in tal modo si lasci tosare la lana, con gran piacevolezza e standosene mutola, adorando il Divin Beneplacito in ogni evento.
Io credevo venir costì di passaggio ; ma S. D. M. ha disposto altrimenti, perché devo partire per un affare di molta gloria di Dio ; e per tal effetto scrivo a tutti i monasteri dove sono stato, acciò facciano incessante orazione a Dio, affine disponga la Maestà Sua ciò che sarà di maggiore suo gusto.
Non si pigli pena di ciò è successo per aver scritto a monsignor Vescovo : mi creda che S. D. M. dispone che per questi mezzi si raffini come l'oro nel fuoco. Lei non si giustifichi di vantaggio, ed ha fatto bene a sincerare la M. Abbadessa ed il Superiore, acciò conoscano la verità per quiete del suo monastero.
In quanto alla persona che frequenta ecc., ne parli in segreto col Superiore, acciò proibisca tale amicizia, e poi non vi pensi più, ma solo raccomandi la cosa a Dio, avendo operato abbastanza.
Mi creda, che passato che sarà quest'impiego della ruota, lei godrà molta pace in Dio, e crescerà l'orazione, se lei sarà fedele, umile e bene obbediente, amica del proprio disprezzo e del silenzio. Sopratutto le raccomando la santa solitudine interna, e la prego a fare i suoi voli di spirito nel Cuore dolcissimo di Gesù, ed ivi serrarsi con quella chiave d'oro del Divino Amore, attaccando questa ricca chiavetta al Cuore purissimo di Maria Santissima Addolorata.
Non si pigli pena d'aver lasciate le penitenze per le sue indisposizioni : le intraprenderà quando sarà la volontà' di Dio.
Le do notizia che le cose della nostra vocazione non sono mai state così bene incamminate, e verso li 8 di novembre credo che partirò per Roma senz'altro ; ciò lo dico in segreto, sebbene scrivo alla M. Abbadessa che raccomandi, e faccia raccomandare quest'affare senza spiegare altro + .
Se le viene qualche notizia di quel buon sacerdote, me la mandi qui ecc.
La ringrazio in Gesù dei legumi ecc. + , e prego S. D. M. a dare eterna retribuzione a chi li ha dati ecc.. Spero che prima che venga quaresima faremo una santa conferenza, e sarà peso mio ottenere licenza di farla anche dal confessionale, ma per lei sola.
Darò l'incombenza che le siano trasmesse le sacchette ecc.
Adesso, figlia mia, è tempo di fare grandi istanze e fervorose suppliche all'Altissimo per questa santa opera, a cui temo molto d'essere io l'impedimento. Offerisca all'Eterno Padre il Sangue preziosissimo del suo Unigenito, acciò si plachi per le mie ingratitudini, e mi dia grazia di fare la sua santissima volontà ; e se non è di sua gloria quest'opera, l'impedisca, e dia a me spazio e luogo di penitenza per piangere le mie gran colpe.
Scrivo in fretta, e le prego dal Signore ogni vero bene e la pienezza delle sue divine benedizioni.
Dica a suor Guglielma, che l'affare che mi scrive lo raccomanderò a Dio, come desidera e che mi perdoni se non rispondo perché sono occupato ecc.

Ritiro della Presentazione ai 19 ottobre 1740.
Se mi vuole scrivere procuri mandarmi la lettera prima del1'8 di novembre, perché poi non vi sarò. Suo vero Servo PAOLO DELLA CROCE. (Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).



22

Sr M. Cherubina Bresciani (22) (Rs) L I, 478 -

Orbetello 7 .. 1741

(CCLXXX.)

I. M. I.

Mia figliuola in Gesù Crocefisso,
Iersera ricevei una sua lettera, in cui vedo che seguita la prova di Dio, e vorrei che la mia figliuola fosse molto fedele in soffrirla, con grande annichilamento di se stessa, da cui ne nasce un amoroso silenzio ed un grande abbandonamento al Divin Beneplacito, risoluta di non volere scendere dalla santa Croce, senza licenza del dolcissimo Sposo Crocifisso, e le raccomando la fedeltà nell'esercizio delle sante virtù ecc. con le nostre sante regole antiche, perché verrà un tempo che il vostro spirito nuoterà in un mare di consolazioni, e beverà a fiumi di fuoco il S. Amore.
Io sono ritornato da Roma l'antivigilia del SS. Natale, ed ho lasciate le nostre cose in ottimo incamminamento, già esaminate prima della mia partenza le costituzioni, e solamente s'aspetta la spedizione del Breve, che se i miei peccati non impediscono, sarà spedito in questo mese, come mi promise l'Emo Cardinale nostro Protettore, e spero che mi vedrete vestito con tutta la divisa della nostra minima congregazione , e vedo che Dio vuole mandare ss. operai, e bisogna pregar Dio che levi le forze a chi ci perseguita, cioè a diavoli e uomini che ci esercitano, e credo avranno buona intenzione. Procurerò, o nell'andare o nel venire da Longone di lasciarmi vedere per una s. conferenza.
Scrivo in fretta che parto per Farnese a dar gli esercizi a quel v. monastero, e sarò di ritorno ai 22 corrente, che non posso trattenermi fuori. Ringrazi la Madre Abbadessa, e seguitino tutte a pregare per l'opera suddetta e per me. Gesù la bruci d'amore e la benedica. Amen.

Orbetello di partenza ai 7 del 1741. Suo vero Servo PAOLO DELLA CROCE,
Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).




23

Sr M. Cherubina Bresciani (23) (Rs) L I, 479 -

Rio 16 06 1741

(CCLXXXI.)

I. M. I.

Viva il dolcissimo Gesù.
Mia figliuola in Gesù Cristo,
Prima di partire dal Ritiro per venire a quest'Isola, dove sono venuto per la fondazione d'un altro Ritiro, ho ricevuta una sua carma, a cui non ho tempo di rispondere adeguatamente, perché parto oggi ecc.
Le do parte che grazie al nostro Gesù sono state approvate dal Sommo Pontefice le nostre regole e costituzioni, col titolo della Congregazione de' Minimi Chierici Regolari Scalzi, sotto l'invocazione della S. Croce e Passione di Gesù, e ci è stato concesso di portare l'ammirabile segno di salute del Nome dolcissimo di Gesù col titolo della SS. Passione, scritto in lettere bianche, scolpite in un cuore, in cui è piantata la S. Croce bianca, e questo si porta sulla tonaca e mantello, e già lo portiamo, avendo domenica prossima passata fatta la santa professione de' voti ecc.
Oh ! quanto è dolce e soave il nostro Gesù, che dopo le tempeste fa venir tranquillità, e dopo il nuvolo il sereno. Orsù, figlia mia, impegnatevi presso Dio, acciò allatti questa sua bambina congregazione al seno del divino suo amore, e l'inaffi col suo Sangue Preziosissimo. Il diavolo freme, Paolo sta in tempesta ed il gran pilota lo guida.
Pregate che s'effettui la fondazione di questo Ritiro. Gesù la benedica ; scrivo in fretta, che voglio partire.

Rio ai 16 giugno 1741.
Ne dia parte alla M. Abbadessa ed a tutte le monache, acciò lodino e ringrazino Dio.
Non mi scriva il cognome, ma faccia della Croce. Suo vero Servo PAOLO DELLA CROCE Minimo Chierico Regolare Scalzo.
(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).





24

Sr M. Cherubina Bresciani (24) (Rs) L I, 481 -

Presentazione 22 08 1741

(CCLXXXII.)

I. M. I.

Mia figliuola in Gesù Crocefisso,
Sento nella sua lettera la consolazione da lei sentita nell'approvazione delle nostre Regole, ma l'assicuro che non è compita per esser l'opera bambina e prima ancora di ss. operai, che le diano latte ed altro nutrimento spirituale acciò cresca, altrimenti presto se ne morirà questa congregazione nel suo nascere. Preghi dunque a tal'effetto, affinché Dio mandi santi operai.
Le tentazioni che mi accenna, sono moschini, dei quali non si deve far caso alcuno, essendo segni ottimi e motivi per farla star ben umile.
Si faccia dunque cuore, e seguiti i suoi esercizi con gran fervore, amando di star sola con lo Sposo Divino ; il coro e la cella sono il paradiso terrestre dei veri servi di Dio. Io scrivo con gran fretta, riservandomi a parlarle a voce, quando Dio vorrà. Preghi per il povero Paolo che sta in non poche angustie, acciò Dio faccia di lui e delle cose sue come gli piace. Saluti la M. Abbadessa e suor Ippolita e tutte le altre ; e resto con lasciarla nel Costato di Gesù, in cui mi dico

Ritiro ai 2 agosto 1741.
Aggiungo che per la nota fondazione , vi sono molte difficoltà, ed io non sono così fortunato di vedere effettuate cose tali. Fiat voluntas Dei.

Suo vero Servo PAOLO DELLA CROCE Minimo Chierico Regolare Scalzo.
(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).




25

Sr M. Cherubina Bresciani (25') (Rs) L I, 482 -

Presentazione 19 02 1742

(CCLXXXIII.)

I. M. I.

Mia Figliuola in Gesù Crocefisso,
Gesù Cristo nostra vita sia sempre la luce, la guida e il conforto de' nostri cuori. Amen.
Ricevei una sua lettera tempo fa, che stavo ancora indisposto, ora ne ho ricevuta un'altra : ed in risposta le dico, che non abbia scrupolo di ciò che disse al confessore, perché disse la verità, che lei fa con le dovute licenze, le penitenze ecc., e se lei sta mediocremente bene, può seguitare a portar la solita camicia come ha fatto finora, perché lei la porta con obbedienza. Circa la catenella che le diede Suor Ippolita, vada adagio, perché il portar quella camicia di pelo ecc., è cosa molto afflittiva, e parmi che basti così, tanto più che lei ha poca salute. Circa la disciplina seguiti il solito, ma però quando ha certe indisposizioni, non la faccia niente affatto. Insomma si regoli con discrezione e prudenza per poterla durare.
Sia molto prudente nel trattare col confessore ; se Dio le fa conoscere che sia uomo di molta orazione ed unito con Dio, in tal caso gli conferisca pure il suo spirito ; ma se Dio vorrà ciò, gliene darà impulsi forti e soavissimi, che con dolcissima attrattiva la tireranno alle sacre conferenze. Se poi non sente questo, seguiti la sua orazione al solito, e se lui l'interroga, risponda con prudenza e si trattenga poco : accusi i suoi difetti, e poi, ricevuta l'assoluzione o la benedizione, si parta senza fare altre parole ecc. Stia nascosta a tutti e solo scoperta a Dio. Attenda alle sante virtù ecc.
Io non le dico altro, perché lei non mi parla del suo interno in quanto all'orazione e tentazioni ecc.
Preghi per quella persona che mi accenna, come pure per il suo nipote, ma non s'imbarazzi più con nessuno e se ne stia più ritirata che puole : preghi S. D. M. che li ponga su la buona via ecc. Se ne stia nascosta nel Costato SSmo di Gesù, e lasci che l'anima sua si abissi tutta in quel mare immenso di carità. Or se ne stia in sacro silenzio d'amore, or in sacri stupori di quell'Infinito Bene, innamorandosi vieppiù di lui, e portando sempre nel cuore il dolce mazzetto delle pene amarissime di Gesù, acciò penetrata tutta da esse, non si glorii in altro, che nella Croce di Gesù Cristo, e con l'esercizio delle eroiche virtù, sia vera sua imitatrice ecc.
Circa a quella monaca, che V. R. mi dice, che volle ripetere la confessione ecc., io non rispondo sopra ciò, perché già sarà stata istrutta abbastanza dal confessore. Non si scordi di pregare per me. che ne ho estremo bisogno, e ringrazi l'Altissimo che si è degnato di prolungarmi la vita, acciò faccia penitenza de' miei peccati, perché le so dire che sono stato molto vicino alla morte, e fino in Orbetello si era sparsa nuova che ero morto : ed infatti ho provato alquanto gli orrori di quel tremendo passo, dove si conosce al minuto ciò che non si conosce in altro tempo. Viviamo con la maggior perfezione che possiamo, e stiamo sicuri che non proveremo il tormento della morte, come sta scritto non tanget illos tormenum mortis : ma spireremo con alta pace nel Costato Santissimo di Gesù. Viva contenta in Dio : cacci via come il diavolo le malinconie, i timori, gli spaventi ecc. Stia umile, annichilata avanti a Dio, che S. D. M. la tirerà tutta in sé con le attrattive del Santissimo Amore. Amen.
Dio la benedica. Io sono sempre

Ritiro della Presentazione ai 19 febbraio 1742. Suo vero Servo in Cristo PAOLO della Croce Minimo Chier.co reg. scalzo.
Il mio parentado non è più Danei, come lei scrive, ma è della Croce.
La cassetta non l'ho mandata, perché non ho avuta occasione, farò le diligenze ecc.
(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).




26

Sr M. Cherubina Bresciani (26) (Rs) L I, 484 -

Presentazione 26 06 1742

(CCLXXXIV.)

I.M.I.

Mia figliuola in Gesù Crocefisso,
Nel mio ritorno dalle sacre Missioni ho ricevuta una sua lettera che mi dà motivo di lodare e benedire il Sommo Bene per le misericordie che continua all'anima sua. Io la prego a non far caso di scrupoli che le pone il diavolo, né di quei spauracchi, con cui l'assalisce alla notte, anzi allora s'alzi più animosa burlandosi di lui, s'armi col segno della Santa Croce, e pigli il Crocefisso in mano, e gli comandi con imperio che parta da lei in Nome di Gesù Cristo, e non dubiti che uscirà vittoriosa e il diavolo confuso non s'accosterà più ; non faccia caso dei timori che sente la natura, ma si armi con la Santa Fede in Gesù Cristo e con profondo annichilamento di se stessa. Oh, quanto godo che si eserciti nella santa carità verso le povere inferme ! Oh, quanta ricchezza spirituale gliene darà Dio ! Animo grande che Dio vuole perfezionare in lei l'opera incominciata e le vuole insegnare gran cose. Sia fedele nell'esercizio delle sante virtù e principalmente nell'odio santo di se stessa, nel proprio disprezzo, nello starsene in un continuo annichilamento avanti a Dio Tu sei quella che non sei (disse Dio ad un'anima grande), ed io sono quel che sono : Ego sum qui sum. Oh ! che nobile esercizio è mai questo di annichilarsi avanti a Dio in pura fede senza immagini, e poi buttare questo nostro niente in quel vero Tutto che è Dio, ed ivi perdersi in quell'immenso mare d'infinita carità, in cui nuotando l'anima amante resta penetrata di dentro e di fuori da questo amore infinito, e tutta unita e trasformata in Gesù Cristo per amore, si fa sue le pene, la Passione dell'amato Bene. Questa è un'altissima scienza, ma Dio gliela vuole insegnare, ed in questo esercizio la vuole Dio. L'amore parla poco, e chi più ama più poco parla (dico della santa orazione). La lingua dell'amore è il cuore che brucia, si liquefà, si consuma, s'incenerisce in olocausto al Sommo Bene, e poi l'aura amorosa dello Spirito Santo innalza questa nostra vil cenere, la quale si perde tutta nell'abisso della Divinità. Oh, perdita felice ! Oh, fortunata l'anima che così si perde nell'infinito Amore !
Oh, quanto è ben trovata ! Tutto ciò si fa in pura fede, e l'insegna Dio all'anima umile. Io vi canto questo versetto :

Nella notte della fede Gode l'alma quel Dio che crede Sempre tutto in ogni luogo, Si consuma in quel gran fuoco. Ivi brucia dolcemente Stando in alto con la mente E col cuor tutt'umiliato i riposa nel suo Amato. Poi si sveglia poco a poco E saluta il dolce Sposo Ed allegra va cantando Alleluia, Santo, Santo. Se tu vuoi saper cantare Stanne in cella ad orare E se vuoi far buona voce sta contenta su la Croce. Quest'Alleluia, Sano, Sano, Sano è la canzone del Paradiso.

Credevo cantare un sol versetto per sua istruzione, ma ne sono fuggiti dalla penna tre altri. Compatite la mia pazzia.
Vorrei che Dio v'insegnasse quella grande scienza de' Santi, la quale mai ho imparato io, perché mai mi sono emendato de' miei vizi. La prego a non far caso di ciò le dice il confessore, perché se lei se ne prendesse pena e se ne turbasse, perderebbe la vera pace. Creda a me, che Dio ha gran cura di perfezionarla e farla santa, ma lei corrisponda meglio che può. La prego altresì a serrar la porta in faccia a tutte le creature, tenendosi ben rinchiusa nel gabinetto del suo cuore per trattare a solo, a solo coll'amato Bene, bisogna trattare quanto porta la carità e l'obbedienza e non più + . Preghi assai per me, che sono nel colmo delle miserie e delle tempeste, e le dico in confidenza, che quest'opera la vedo quasi del tutto per terra, ma mi resta una scintilla di confidenza, che Dio la debba far risorgere. Ci offeriscono fondazioni di Ritiri, e per più fresco in una terra principale di Viterbo , dove si fece la prima Missione, hanno fatto Consiglio Generale ed hanno ceduto un convento antico in un bel monte e lo vogliono restaurare a loro spese, che è una comunità molto ricca, avendomi scritto la stessa comunità, che solleciti la fondazione. Tutto ciò l'hanno fatto senza nostra richiesta ; sicché bisogna pregare Dio che provveda operai. Ma vi è tanta persecuzione dei diavoli e degli uomini, che io non so cosa dire. Io a mio parere non mi sono mai trovato in tante tribolazioni di spirito e tempeste ecc., che parmi che il cielo sia per me diventato di bronzo, e di ferro la terra. Preghi assai, assai per me poverello, che non le posso dire tanto che basti, e se scrivo queste belle cose, mi creda che le scrivo a punta di spirito e per i lumi ricevuti in altri tempi.
Non si affligga di vedermi disprezzato e che non si faccia caso di me, poiché questa è permissione di Dio per umiliarmi, ed io ne godo. Io non so cosa abbia fatto a codesto Monsignor Vescovo ; so bene che ho faticato in sua Diocesi anni sono ecc., e v'è mancato poco che non vi abbia lasciata la vita. Ma il povero Vescovo merita d'esser compatito, giacché non sono mancati persecutori e calunniatori, massime dacché si parlò della fondazione del Ritiro nell'Isola. Dio sia benedetto. Ciò non mi dà pena un jota ; volevo scrivergli una lettera, ma poi non me la sono sentita ; è meglio mi lasci giustificare da Dio, tanto più che non so i suoi sentimenti, e massime che quando mi ha scritto il tempo passato, m'ha sempre scritto con termini assai cordiali, ed io gli vivo molto obbligato. Ho ricevuto pure il seme di fiori, ma non si sa il tempo che van seminati. Chi sa quanto mi sono raccomandato che mandino la cassetta dove era la statuetta di S. Antonio ; ma perché non sanno il tempo che parte la feluca, e parte alle volte all'improvviso, ma bisognerà la raccomandi a S. Stefano.
Finisco con lasciarla nel Costato Santissimo di Gesù, in cui mi dico : (Gesù la benedica. Amen).
Ritiro della Presentazione ai 26 giugno 1742.

Se mi scrive, diriga la lettera : Viterbo per Orbetello : Ritiro ecc. Suo indegnissimo Servo PAOLO DELLA CROCE Minimo Chierico Regolare Scalzo.
(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).



27

Sr M. Cherubina Bresciani (27) (Rs) L I, 487 -

Presentazione 2 .. 1743

(CCLXXXV.)

I. M. I.

Mia Figliuola in Gesù Crocefisso,
Le sono debitore di due risposte a due sue lettere, una ricevuta per la posta, l'altra per via di mare, ma Dio non ha disposto che risponda prima d'ora, per molte occupazioni ecc., e adesso sto per partire per le sante Missioni, quali comincerò a Dio piacendo agli 8 del corrente gennaio in Toscanella ed altri luoghi.
Le sue lettere mi rallegrano molto in Dio, e mi danno motivo di benedire quella Sovrana Bontà, che usa tanta misericordia a quella figliuola che la sua Altissima Provvidenza mi ha confidato ; e desidero una sopragrande fedeltà al Sommo Bene, in corrispondere ai benefici tanto eccelsi, i quali preparano l'anima a grazie più grandi, a lumi più alti e sublimi, per i quali l'anima s'innamorerà più di Dio, acquisterà più virtù, l'eserciterà con modo più eroico ; perché quando l'anima è più illuminata in santa fede nella, santa orazione, resta più intimamente unita con Dio ; e per mezzo di questa unione col Sommo Bene, vengono all'anima tutti i beni, ed opera alla grande, con vera umiltà ed annichilamento di se stessa, e quest'annichilamento dispone la medesima anima ad esser tutta assorbita in Dio nella santa contemplazione, poiché l'Amante Divino se l'attrae a sé e tutta la divinizza, dirò così, per mezzo della santa unione con S. D. M.
Pertanto io vorrei che lei si esercitasse molto nella perfetta cognizione del suo nulla, e poi vorrei che abissasse questo suo nulla in quell'Immenso Tutto, che è il nostro buon Dio. Oh ! perdita felicissima, per chi l'anima perdendosi tutta in Dio resta ben trovata ! Ah ! che il nostro vero Sommo Bene è innamorato della verità, perché egli è Dio di verità ; e chi conosce e sta nel suo nulla, conosce la verità ; e per mezzo della santa contemplazione, in cui si conosce questa gran verità del proprio nulla e del Divin Tutto, che è Dio, resta l'anima tutta immersa nell'Amore Infinito del Sommo Bene. Nelle altre mie lettere le ho date regole per la santa orazione, come si deve regolare in essa, perché Dio me ne ha dato lume. Senta, figlia mia : lo stato presente della sua orazione, in cui Dio l'ha posta, non ha bisogno di molte parole ; l'amore parla poco, la lingua del Santo Amore è il cuore che brucia, arde, si consuma, si stempra tutto in Dio, e non puole esprimere con concetti i suoi ardori, i quali fanno fare un continuo sacrificio d'amore all'anima amante ; e questo sacrificio è d'olocausto, cioè tutto si consuma, s'incenerisce in quel divin fuoco d'infinita carità, ed in una parola, in un'occhiata d'amore in pura fede conosce gran cose ecc.
- Oh, quanto vorrei dire ! ma non ho tempo, e la mia mente si perde tutta in questo immenso mare delle infinite grandezze di Dio.
Animo grande : serviamo Dio alla grande ; esercitiamo le virtù grandi, che Dio sarà la nostra fortezza e ci darà vittoria. Le raccomando di non perdere di vista la Vita Santissima, Passione e Morte di Gesù nostra vita. Avverta, figlia mia, che adesso non deve meditare come al principio, ma secondo le sante regole che le ho date.
L'amore è virtù unitiva, e fa sue le pene dell'Amato Bene. Non operi con l'immaginativa, che non è più tempo, ma in pura e santa fede faccia un mazzetto delle pene di Gesù, e se le porti nel seno dell'anima, oppure se ne stia tutta immersa in Dio in pura fede, e con qualche parola amorosa, gli faccia memoria di quanto ha fatto e patito per noi, e si lasci penetrare tutta da quelle pene, da quell'amore ecc. ; restandosene in quel sacro silenzio, in quel sacro stupore, che più innamora di Dio ; mischi le pene di Gesù con i dolori di Maria Santissima, e l'anima tutta immersa in queste pene e dolori, fa un misto amoroso e doloroso, o doloroso ed amoroso.
L'amore insegnerà tutto, se ve ne starete ben concentrata nel vostro nulla ecc.
Coltivi l'amore, che lei ha per la santa povertà ; ed in quanto a ciò mi dice della licenza chiesta alla Madre Abbadessa, ha fatto bene, non abbia altro scrupolo, come pure dell'elemosina che fece a quella religiosa, che la favorì di quella nobile croce, con ingiuriarla ecc. ; le ha fatto bene a darle il regalo ecc. e ne ringrazi Dio. Ciò che lei le ha dato, siccome è stata elemosina fatta a lei e l'essersene privata per darla a quella che l'ha regalata di quell'ingiurie, l'ha potuto fare, per la licenza avuta di dare quello che non le bisogna ecc. Quella grazia ottenuta da quella religiosa, come pure da suo fratello, è vero che sono grazie miracolose, m i non l'ha ottenute per mezzo mio, abbenché mi abbia chiamato perché io sono uomo pessimo, che sono più capace d'irritare S. D. M.- a castigare, che a far grazie : di tali cose non voglio me ne parli più. Lei dia gloria a Gesù e Maria, dai quali l'è venuta la grazia ecc. Ho ricevuto i fichi e la sacchetta dei legumi, e prego S. D. M. a dare eterna retribuzione a chi ha fatto la carità.
Ho detto alcune volte a chi ha cura delle cose in Ritiro, che mandino le sacchette ecc.
Ma questi buoni figliuoli se ne stanno tanto in Dio, che si scordano, credo io, fin di se stessi.
Io la lascio in libertà di chiedere a Monsignore la licenza che mi accenna, con patto però di tenere in cella un piccol sacconcello di paglia trapuntato, che così è poco meno che dormir su le tavole.
Io le do il merito della santa obbedienza a tuttociò che farà, non solo di mortificazione e virtù, ma d'operazioni manuali ecc. Serva pure volentieri le sorelle, si eserciti nella carità per tutte, che Dio le tiene preparati gran tesori.
Non mi scriva più sino al fine di carnevale, che parto per le Missioni, e venga in spirito ad assistere alle medesime, e sa come ? con l'orazione, con pregar giorno e notte per la conversione delle anime e massime delle più traviate, che in tal guisa sarà mia compagna nel faticare per il nostro dolce Gesù ed avrà la parte sua ecc. Viva Gesù nel di cui Cuore Santissimo la lascio, acciò bruci giorno e notte, e si consumi tutta vittima d'olocausto.
Mi saluti tutte le Religiose che m'accenna, e la Madre Abbadessa, che preghino assai per me ecc. Di me non le dico altro, se non che sono in gran bisogno, in gran tempeste ecc. Preghi assai assai per me poverello, e per questa Santa Opera tanto oppressa, che Dio la provveda di santi operai ; e se io sono d'impedimento, mi mandi la morte, ma contrito e da vero penitente.
Gesù la benedica. Amen.

Ritiro della Presentazione ai 2 del 1743.

Le buone Feste e il buon Capo d'Anno glie l'ho date dal Sacro Altare.
La prego a scacciar come la peste quel timore di non essere in grazia di Dio ; perché se ne serve il demonio per raffreddarla. Suo inutilissimo Servo indegmo
PAOLO DELLA CROCE M. Chierico Reg. Scalzo.
(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).




28

Sr M. Cherubina Bresciani (28) (Rs) L I, 491 -

Presentazione 18 12 1743

(CCLXXXVI.)

Passio D. I. C. sit semper in cordibus nostris.

Mia Figliuola in Gesù Crocefisso,
Ho ricevuto la sua lettera ; e prima della mia partenza da questo Ritiro per Vetralla e Soriano, le rispondo con dirle che il vero Amor di Dio si esercita su la Croce dell'Amato Bene Cristo Gesù ; ed il vero modo d'arricchirsi di grazie in mezzo alle pene interne ed esterne si è il cibarsi della Divina Volontà. Gran punto è questo : è gran perfezione il rassegnarsi in tutto al divino volere, maggior perfezione è il vivere abbandonata, con grande indifferenza, nel Divin Beneplacito, massima, altissima perfezione è il cibarsi in puro spirito di fede e d'amore della Divina Volontà. Oh ! dolce Gesù ! che gran cosa ci avete insegnato con parole ed opere di eterna vita ! Si ricordi che quest'amabil Salvatore disse ai suoi diletti Discepoli che il suo cibo era di far la volontà dell'Eterno suo Padre. Meus cibus est ut faciam voluntatem eius qui misit me et ut perficiam opus eius.
Si ricordi che questo cibo d'eterna vita che è il Cibo Sovrano di far la volontà dell'Altissimo, lo suol condire S. D. M. con varie sorta di dolci saporetti (dico dolci allo spirito, sebbene amari alla nostra guasta natura ed all'amor proprio). Or questi saporetti sono travagli di varie sorta con cui il Padre Celeste suol regalare le anime più dilette ; ed in tal forma le fa giungere al sommo della perfezione, se sono fedeli ed arrivano a far con perfezione la Volontà di Dio, perché se ne cibano in spirito con ineffabile dolcezza. A questo lei deve aspirare ed essere fedele in continuare i suoi esercizi e praticare le sode virtù ; ed in quanto alle penitenze, adesso che il corpo è estenuato dal male, non bisogna aggravarlo di più, ma accettare con gioia ed allegrezza le penitenze che le dà Dio nelle sue indisposizioni ecc.
Io non mi sento ispirato di parlare al sig. Dottor Fazi per le sue figlie, che tiene in cotesto Monastero, oltre di che non posso che sono di partenza. Lei continui a raccomandar molto a Dio e me e tutta la nostra Congregazione, massime adesso che vado per trattare un grande affare di gloria di Dio ecc. ; faccia e faccia are i molta orazione.
Circa allo scrivere al sig. Tommaso, purché sia di raro e che scriva con gran prudenza, cautela, semplicità ed alto staccamento.
Non mancherò di raccomandar a Dio le accennate Religiose e tutto il Monastero. Resto in fretta e le prego dal Signore ogni. pienezza di benedizioni e sono

Ritiro della Presentazione, di partenza : ai 18 dicembre 1743.

La ringrazio dei santi segni e sono ben fatti, si gradirà che ne faccia qualche altri, non gli faccia però quelle linee di filo in mezzo alla croce ed attorno al cuore, ma lisci.

Indegnmo Servo PAOLO DELLA CROCE M. Chier. Reg. Scalzo.
(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).




29

Sr M. Cherubina Bresciani (29) (Rs) L I, 492 -

Presentazione 26 02 1744

(CCLXXXVII.)

La Passione Santissima di Gesù sia sempre nei nostri cuori.

Mia figliuola in Gesù Crocefisso,
Sia sempre benedetto Iddio, che una volta mi ha fatto sapere nuova di lei e della condotta del suo spirito. Io non ho ricevute mai sue lettere da molto tempo in qua, e le lettere che mi dice, non le ho avute, né i fiori per il giardino ecc. Solamente questa del 19 di gennaio l'ho ricevuta ier sera. Le posso dire che mi è passato qualche pensiero volante, cioè, che le fosse tanto comandato di non scrivermi più ; e mi pareva d'aver fondamento di crederlo, sul riflesso che non ricevevo più sue lettere ; sebbene però non vi ho fatto caso, ma me la sono passata in pace, adorando le divine disposizioni, senza però tralasciare d'aver memoria di lei nelle povere mie orazioni. Avrei gradito di leggere la lettera di Monsignor Vescovo, ma si vede che il tutto è smarrito. Non se ne pigli pena nessuna ma si unisca alla Divina Volontà che così ha permesso. Ringrazio l'amabilissimo nostro Bene, che la mantenga sempre stabile e perseverante nella via intrapresa Non dubiti, figlia mia, che in breve il buon Dio la libererà dalle tentazioni ecc., ed il suo cuore diventerà tutto nuovo e brucierà di Santo Amore nel Cuore dolcissimo di Gesù. Sia valorosa in combattere, ma ne' combattimenti mantenga lo spirito pacifico ecc., il cuore umile sarà sempre vittorioso. Lei ben vede che S. D. M. le insegna a combattere, a diffidarsi di se stessa ed a fidarsi tutta di Dio ecc. ; continui ad esercitare la più fina carità con le sorelle inferme e con le povere ecc., e non badi a quello le disse quella Religiosa, cioè, che pecca facendo la carità a quella poverella. Voglio però che da qui avanti raddoppi la carità, cioè insieme della corporale le faccia l'elemosina spirituale, procurando con bei modi, con santi ragionamenti condurla e guadagnarla a Dio, e spero !e riuscirà. Nell'orazione seguiti al solito e sia obbediente all'interna direzione dello Spirito Santo, lasciando il suo spirito libero di volare ove lo guida l'aura soave ed amorosa di questo Divinissimo Spirito, mantenga il suo interno ben quieto, pacifico e raccolto, standosene solitaria nella celletta del proprio interno, trattando da solo a solo coll'Amato Bene, riposandosi in lui, perdendosi tutta in quell'immenso mare di carità : Dio le insegnerà lui.
Ora voglio darle in fretta un poco di ragguaglio di me. Grazie al mio Dio, me ne sto su la croce di dentro e di fuori, non mancandomi travagli interni ed esterni, oltre le continue occupazioni e viaggi, essendo stato a Roma da dicembre a questa parte due volte, ed ho fatto la Santa Missione nelle vicinanze di Roma. Le cose della nostra minima Congregazione vanno bene (grazie sempre a Dio), e questi buoni figliuoli sono assai fervorosi. che spesso mi muovono a tenerezza nel vederli così umili, mortificati e devoti. Adesso sto dandogli gli esercizi per prepararli alla Santa Professione che molti faranno domenica prossima, e lunedì dopo pranzo partiremo (a Dio piacendo) per la fondazione di due Ritiri, uno nel Monte Fogliano di Vetralla, l'altro nel gran Santuario del glorioso Martire S. Eutizio nei confini di Soriano, Principato della Casa Albani, e concedutoci dagli Eminentissimi signori Cardinali Albani. Questo è un Santuario dove riposa il Corpo di S. Eutizio, vi sono le Catacombe dei Martiri come a Roma, e non ho veduto fuori di Roma un Santuario più bello e divoto.
Io però non provo contento di niente, ma sto in croce senza conforto, oltre che mi è sopraggiunta una palpitazione di cuore, che se seguita, presto sarà finita la povera mia vita. Dovrei curarmi, ma non posso ; se a maggio sarò vivo, bisognerà mettersi in purga con decotti dolcificanti, missione di sangue ecc. Preghi assai per me, acciò Nostro Signore mi dia grazia di morir penitente e munito de' SS. Sacramenti, perché questo è un male che fa presto.
Le mando il bambace intinto con l'olio del Santissimo Sacramento, come desidera. Come ho condotto i Religiosi ai due nuovi Ritiri, ritornerò a questo, e sarò qui alla metà di marzo ; mi scriva, acciò quando arrivo possa leggere la sua lettera, e godrò sentire i sentimenti di Monsignor Vescovo.
Per farmi recapitare le lettere sicure, le consegni al suo signor fratello, che me le metta alla posta, ed io accludo questa al medesimo. Preghiamo Dio, che provveda di santi operai questa Congregazione, che il bisogno è grande, massime per la fondazione di tanti Ritiri, dovendo a novembre prendere il possesso del Ritiro di Toscanella, che già sono spianate le difficoltà, e non lo prendo adesso, perché non vi sono Religiosi a sufficienza : preghiamo forte ecc. Lei può immaginarsi in quali timori sta il povero mio spirito, ma sto Sn pace. Queste sono opere, che superano le mie forze ed abilità ; e però non mi mancano dei timori ecc. ; pongo però tutte le mie speranze in Dio. Gesù la ricolmi d'ogni pienezza di grazie e benedizioni : Amen.

Ritiro della Presentazione ai 26 febbraro 1744.
Dio le rimuneri la carità di tutto, e la ringrazio in Dio.

Suo Indegmo Servo PAOLO DELLA CROCE Minimo Chierico Regolare Scalzo.
Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).





sr Maria Cherubina Bresciani 21