sr Maria Cherubina Bresciani 39

39

Sr M. Cherubina Bresciani (39) (Rs) L I, 513 -

S.Angelo 13 07 1754

(CCXCVII)

I.C.P.

La Passione Santissima di Gesù sia sempre nel suo cuore.
In mezzo alle molte mie occupazioni, ricevo il di lei piego, unito alla lettera complicata di Suor Alma Candida Paolini ; e siccome non ho poco da fare, così servirà questa per risposta all'una e l'altra.
In ordine a ciò che V. R. mi dice del suo spirito, è certo che i lumi che portano seco amore e contrizione dei propri peccati, vengono sempre da Dio, e lei ne deve esser gratissima a quel Signore che per sua misericordia infinita glieli comparte.
La siccità di spirito con le aridità, desolazioni ed altre avversità sono doni della Divina Pietà, per esercitarci nella perfetta rassegnazione al Divin Suo Volere e per staccarci da ogni sensibile contento e farci camminare in pura fede e povertà di spirito nella via della santa perfezione, che è la strada più sicura. V. R. dunque si eserciti fedelmente nelle sante j virtù ; specialmente nella vera umiltà di cuore, poiché in tal forma si disporrà a ricevere i più preziosi doni del Cielo. Lei sa quanto le ho sempre raccomandato 1' interno raccoglimento, e lo potrà vedere nelle mie lettere scrittele nei tempi passati, nelle quali le ho dati documenti in nome del Signore per farsi santa, come spero che praticherà.
In quanto al giovane laico postulante, replico ciò che già le ho scritto, cioè, che non posso riceverlo, non essendovi luogo, né posso fare un impossibile moralmente ecc., onde procuri l'ingresso in altra Religione, come il Signore lo ispirerà.
Io non rispondo a Suor Alma Candida Paolini, perché sono occupato, e far rispondere dal P. Segretario non devo ; onde servirà questa di risposta.
Dica dunque alla suddetta religiosa, che siccome io non ho la minima notizia del di lei spirito, così non posso né devo darle i consigli che chiede in ordine alla sua coscienza. Onde deve sentire l'oracolo del confessore ed ubbidirlo esattamente. E certo però, che non v'è obbligo di ripetere le confessioni già fatte, quando si ha moral certezza di aver fatto ciò si è potuto per spiegarsi bene. Il confessore che fa le veci di Gesù Cristo, a cui deve credere, la quieterà. Bramo che si dia tutta a Dio in questo poco di tempo che Dio le concede di vita con essere assidua all'orazione, al ritiro, allo staccamento da ogni cosa creata, come spero farà. Ecco la risposta per suora Paolini, quale le potrà leggere ; e raccomandandomi alle orazioni dell'una e dell'altra, racchiudendole nel Costato Santissimo di Gesù, mi dico in fretta
D. V. R..

Ritiro di S. Angelo ai 13 luglio 1754.

Indegmo Servitore PAOLO DELLA CROCE.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).



40

Sr M. Cherubina Bresciani (40') (Rs) L I, 515 -

S.Angelo 21 05 1755

(CCXCVIII.)

I. C. P.

Mto Renda Madre e Figlia in Gesù Cristo,
Ricevo la sua lettera in data dei 6 aprile, e siccome mi trovo molto infermo e tornato di fresco dai bagni di Vicarello, così rispondo in succinto. La di lei lettera che mi scrisse in novembre scorso non mi ricordo di averla ricevuta ; ma le dico adesso in risposta di ciò chiedea, che V. R. deve star indifferente ed abbandonata totalmente al Divin Beneplacito, ed in caso fosse eletta superiora, lei non deve ricusare tal peso che le sarà alleggerito dalla Divina Bontà, e le saranno dati aiuti grandi per reggerlo ecc. In quanto alla morte del nostro buon P. Fulgenzio, io già ho baciata la mano amorosa che ha vibrato tal colpo ; e siccome esso era frutto ben maturo per la reggia e per la mensa della Gloria, come vivamente spero, così ho ringraziato il Signore, che lo abbia ricevuto nel seno delle divine sue misericordie. In ordine al di lei memoriale da presentarsi al sepolcro del defunto Servo di Dio, io farò ciò che stimerò opportuno in Domino. Scrivo con pena e però mi conviene lasciare. Lei sia fedelissima a Dio e speri bene ; preghi molto per me, poiché, a mio parere, fra poco farò nel sepolcro compagnia al defunto suddetto e voglia Dio, che ottenga la sorte del medesimo.
Mi saluti nel Signore la M. Abbadessa e Vicaria e le altre, e preghino per me che sono sempre più
D. V. R.

S.Angelo ai 21 maggio 1755. Indegmo Servo PAOLO DELLA CROCE.
(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).



41

Sr M. Cherubina Bresciani (41) (Rs) L I, 516 -

S.Angelo 4 12 1755

(CCXCIX)

I.C.P.

Mto Rnda Madre e figlia in Gesù Cristo,
Nel mio ritorno dalle sacre missioni, che fu appunto ieri a ore 2U, dopo circa tre mesi di fatiche, ho ritrovata fra un fascio di lettere venute in mia assenza, anche una sua, a cui rispondo in fretta per le molte lettere che ho ed altre occupazioni. Le dico adunque che non mi è possibile poter mandare costì gli operai, che V. R. desidera, tanto per il suo monastero, che per il popolo, poiché sono tutti impiegati, e parte sono lontani ; ed al Ritiro della Presentazione, che è il più vicino a codesta città, non vi sono altri che quelli destinati per il Noviziato, che in conto veruno non possono abbandonarlo. Le facoltà devono darsi solamente dall'lllmo e Rmo Vescovo e non da un principe secolare, né io voglio passare per tali canali e Don voglio pregiudicare alla giurisdizione ecclesiastica : ma su di ciò era superfluo l'esprimerlo, mentre mi è chiuso l'adito di poter mandare costì operai, poiché essendo pochi, sono obbligati tutti ai Vescovi, ove sono fondati i Ritiri ; onde V. R. può prendere altro compenso, e sa Dio quanto volentieri la servirei se mi fosse possibile. Nelle città vicine V. R. potrà trovare quanti soggetti vuole, tanto per il monastero che per la città. Lei stia di buon animo, continui i suoi esercizi, patisca in silenzio e fiducia in Dio, e il Signore la farà santa. Preghi molto per me e per la nostra Congregazione. Stia raccolta in Dio in solitudine interna, vestita di Gesù Crocefisso e si faccia santa della segreta santità della Croce ; e Gesù la benedica con tutte le sue religiose : ho gran fretta. D. V. R.
Vetralla, Ritiro di S. Angelo ai 4 dicembre 1755 ; di partenza la seconda o terza festa di Natale per le missioni. Indegmo Servo PAOLO DELLA CROCE.
(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).




42

Sr M. Cherubina Bresciani (42) (Rs) L I, 517 -

S.Angelo 1 04 1756

(CCC.)

I.C.P.

M.to Rnda Madre e figlia in Cristo Gesù,
Ricevo la sua lettera venutami per la via di Orbetello, a cui rispondo in fretta.
Sa Dio quanto volentieri la servirei con mandare costì qualche nostro religioso per i santi esercizi, ma mi è moralmente impossibile, mentre tutti siamo impiegati, e la lontananza è troppa. Quel povero vecchio del P. Marco Aurelio, mandandolo costì, sarebbe un perderlo, essendo tanto indisposto ; sicché bisogna che V. R. faccia di necessità virtù, e si serva di altri soggetti. Se il monastero fosse più vicino, tanto si potrebbe rimediare, ma di qui sono più di 120 miglia ! In ordine alle missioni, se lei ben si ricorda, già ne diedi l'esclusiva, non essendomi possibile poterle accettare, essendo molto impegnato ; ed ho ancora due diocesi da terminare, e queste saranno le ultime mie missioni, perché terminato quest'altro triennio che mi resta della mia carica, termino pur le missioni, affine di seppellirmi, seppure vivrò tanto, in un ritiro, ed ivi in profondo silenzio e orazione, prepararmi alla morte.
V. R. si faccia un buon monastero nel suo interno e ne conservi con gran gelosia la clausura, standosene sempre in riposo amoroso fra le braccia divine dello Sposo Celeste, ardendo sempre d'amore per lui, né si scordi di molto pregare per me che sto in estremi bisogni, e preghi per la Congregazione secondo la mia intenzione.
La ringrazio dei caritativi saluti della Madre Vicaria e delle altre, e la prego restituirglieli in mio nome nelle Piaghe di Gesù ed imploro le loro divote orazioni : e nel Costato Santissimo di Gesù mi riprotesto in fretta, pregandole copiose benedizioni.

Sant'Angelo 1- aprile 1756.

Suo inutile servo P. D. +

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).



43

Sr M. Cherubina Bresciani (43) (Rs) L I, 519 -

Cerro 19 .. 1757

(CCCI.)

I. C. P.

M.to Renda Madre e figlia in Gesù Cristo,
Nel mio ritorno dalla lunga campagna di missione e dal servire due monasteri, ho ritrovata una lettera di V. R., trasmessami dal Ritiro della Presentazione d'Orbetello, a cui rispondo subito, sebbene carico d'affari.
E verissimo che l'osservanza della Regola approvata dal Papa, è da anteporsi all'osservanza delle Costituzioni approvate dal Vescovo ; ma siccome queste sono tutte fondate su la Regola, e sono il muro ed antemurale per custodire la stessa Regola, così per ben osservarla è necessario osservare ancora esattamente le medesime Costituzioni ; onde V. R. lasci dire chi vuole, e con virile costanza le faccia osservare e specialmente di mai e poi mai permettere che si tenga la porta aperta e che le monache parlino dalla medesima con le signore che accenna, poiché con le signore verranno ancora qualche volta i signori ; ed in qualunque modo succeda, sarà sempre al sommo pernicioso per l'anima alle sue religiose, e lei ne renderebbe conto a Dio. Stia dunque forte, né 5i lasci vincere mai da veruno. Oh, se V. R. sapesse che danno ne proviene da ciò !
Io sono pratico dei monasteri, e l'accerto che in queste parti non vi è tale abuso di permettere alle signore di sedere su la porta, cioè fuori, ma appena con le monache. Questo è un abuso molto pernicioso ; parmi su di ciò d'aver detto e spiegato abbastanza.
Lei si è regolata benissimo con le religiose che insieme altercarono, e si vede che il Signore assiste a V. R. con modo speciale.
In ordine poi al venir io costì a dare gli esercizi, è cosa moralmente impossibile.
Io sono troppo carico d'affari, di missioni e del governo della Congregazione, ed inoltre pieno di acciacchi e pochissima salute. Procuri qualche soggetto e lo richieda al superiore della diocesi ; mentre vedo che il bisogno non è poco. Lei si faccia sempre più coraggio ; porti la croce con Gesù e riposi come una bambina nel suo Divin Seno ; dorma quieta all'ombra di questo albero di vita, e si cibi dei frutti che cadono da quest'albero, che sebbene paiono amari al palato del senso, sono però dolcissimi al palato dello spirito ; onde per digerirli faccia i suoi sonni interiori con pacifico riposo, sopra il sacro petto del dolce Salvatore, poiché essendo tutto fuoco di santo amore, al caldo di questa divina carità, digerirà tutto con facilità.
Mi creda che portando con pace, con zelo, con costanza e fortezza la croce pesante del suo superiorato, lei andrà al Cielo colla palma del martirio. Questo è il gran dono che Dio fa a quelle anime che con fedeltà portano tal peso ecc.
Ho fretta, e la racchiudo nel Cuore dolcissimo di Gesù, salutando nel Signore le buone religiose che mi accenna, e mi raccomando alle sue e comuni orazioni ; e con profondo rispetto mi riprotesto
D. V. R.

Toscanella nel Sacro Ritiro di Maria SSma del Cerro ai 19 del 1757

Spero che pria che passi febbraio, sarò a visitare il Ritiro del Monte Argentaro, ma poco mi fermerò. Indegmo Servo Obblmo PAOLO DELLA CROCE.
(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).



44

Sr M. Cherubina Bresciani (44) (Rs) L I, 521 -

S.Angelo 16 06 1761

(CCClI.)

I.C.P.

M.to Renda Madre,
Ho letto con mia edificazione la sua lettera, in data dei 6 del corrente e ricevuta ier sera. Benedico e magnifico le misericordie che Dio benedetto continua all'anima sua ; e godo che S. D. M. l'abbia sgravata da} peso di superiora, acciocché possa più di proposito darsi all'ozio santo della contemplazione. Segno ben chiaro di quel che dico si è il gran tocco interiore di santo amore e contrizione, che V. R. mi accenna ; grazia veramente grande, che purificò il suo spirito e lo rese più disposto alla santa unione di carità col nostro buon Dio. Lei ne sia molto grata al Signore, e sempre più s'umilii e se ne reputi indegnissima ; ed intanto non perda tempo e procuri che i luoghi di sue delizie siano solamente questi tre, cioè : uno il coro, il secondo la cella, terzo e più principale il tempio interiore del suo spirito ; e da questo tempio interno, lei non si parta mai, ma ivi in pura e nuda fede adori l'Altissimo in spirito e verità, ivi si riposi nel seno amoroso di Dio in sacro silenzio di fede e di santo amore, ivi si riposi in pace e se l'anima sua, tutta assorbita in Dio, vuole più riposare col dolce sonno di amore, che Dio concede ai suoi diletti, lo prenda pure, perché in questo sacro sonno si acquista la sapienza dei santi e non si risvegli senza licenza dello Sposo Divino.
Non tralasci però di portare sull'altare del suo cuore il fascetto di mirra delle pene santissime di Gesù, acciò in esso vi stia sempre acceso il fuoco del santo amore. Se V. R, porrà in pratica i documenti che in nome del Signore le do in questo punto di lettera, lei giungerà alla perfezione del santo amore, ed avrà grazia di esercitare tutte le sante virtù che accompagnano questo Divino Amore.
Veniamo ora agli altri punti della sua lettera. Io la prego a scordarsi di tutte le cose occorse nel tempo del suo superiorato perché non servono che a tenerla distratta. Uno sia il suo pensiero, di piacere a Dio, di far tutto per sua gloria, di stare nella solitudine interna del suo spirito, e l'assicuro che l'aver rinunciato ai parlatori ecc., oh, quanto le gioverà !
Non faccia conto di quella scomunica che ignorantemente le disse quella sorella che mi accenna, perché l'assicuro, che non vi è né peccato, né scomunica in ciò che disse quella, ma fu, dirò così, uno sproposito da donna senza studio. Stia dunque quieta sopra di me ecc.
Scrivo con pena, che sono quasi tre mesi che sono inchiodato in cella sul pagliaccio con i miei dolori articolari.
Mi saluti nel Signore la madre abbadessa suor Alma Candida e le dica che sia tutta occhi nel governo delle sue monache, vigili sull'osservanza e su le grate, ed avverta bene non fare omissioni, perché le omissioni fanno andare all'inferno le superiore, i confessori ecc., e non si lasci vincere da rispetti umani
Mi saluti nel Signore il signor D. Guglielmo, loro confessore, e tutte le altre che hanno fatto caritativa memoria di me : io l'accerto che sempre prego per il loro monastero ; così prego loro a farlo per me.
Io poi dico al suo cuore in segreto, che le cose della nostra Congregazione sono in molti guai ed io vivo per grazia miracolosa. Ciò glielo dico a lei in segreta confidenza, acciò si muova a pregare assai per la nostra Congregazione, che parmi stia attaccata ad un filo in mezzo a tante tempeste, freddezza ecc. ; e sopra tutto preghi assai per me, che sto in gran bisogno ecc.
Le sette messe secondo l'intenzione della donna che accenna per l'anima di suo marito, non le ho celebrate io, ma i nostri buoni sacerdoti di qui, perché io è tanto tempo che sono indi sposto ; e gliene accludo il biglietto. E qui pregandole dal Signore le più copiose benedizioni, passo a riprotestarmi di vero cuore in Domino.
D. V. R.

Vetralla, Ritiro di s. Angelo ai 16 giugno 1761.
Tutte le sette messe sono state celebrate all'altare privilegiato, a riserva di due, per inavvertenza ecc. Indegmo Servitore Obbmo PAOLO DELLA CROCE.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).



45

Sr M. Cherubina Bresciani (45) (Rs) L I, 523 -

S.Angelo 15 09 1761

(CCCIII.)

I.C.P.

Molto Renda Madre in Cristo osseqma,
Nella posta di ieri sera ho ricevuta la sua lettera, a cui rispondo in fretta, essendo molto occupato e vicino a partire per una missione. Le dico dunque che non si prenda la minima pena in ordine all'oscurità in cui si trova, essendo queste prove necessarie per esercitarla nella viva fede, ed acciò spogliata d'immagini, possa starsene in solitudine interna, riposandosi in Dio ed adorandolo in spirito e verità.
Stia dunque ben rassegnata alla Divina Volontà fra i suoi travagli interni, e stia sicurissima che dopo la tempesta verrà grande serenità e pace.
Circa la tentazione che mi accenna, lei si è portata benissimo con la Divina Grazia, e si regoli sempre così, che uscirà sempre vittoriosa con gran suo merito e corona. Dio benedetto permette tali tentazioni, acciò l'anima si umilii e non si fidi mai di se stessa ; ma dopo la vittoria di tali tentazioni, oh ! che tesori di grazie il Signore concede all'anima fedele !
In ordine al P. Antonio , io non ne ho pena alcuna, ha voluto partire, e noi non vogliamo tener veruno per forza ; Dio gli dia bene, acciò salvi l'anima.
Ho fretta e la lascio nel Costato Santissimo di Gesù. Mi scordavo di dirle, che all'Isola per la limosina del vino vi è andato un sacerdote con un laico, per quello mi ha scritto il P. Rettore ; ma il detto sacerdote non è atto a confessare monache, e credo che neppure confessi i secolari ; sicché resto impedito di poterla servire dello straordinario, che desidera ; se l'avessi saputo prima mi sarei forzato di provvederne uno, ma ora sono di già partiti, e saranno arrivati all'Isola. Se mi avviserà in tempo l'anno venturo, e che io sia vivo, procurerò di renderle consolate, con mandare un soggetto, se però l'avrò in ordine.
Gesù la benedica - e lo preghi per me. Mi saluti la Madre Abbadessa e preghino per noi, e sono con tutto lo spirito
D. V. R.

Vetralla Ritiro di S. Angelo ai 15 settembre 1761.
Le sette messe, che V. R. commise, sono state celebrate, e parmi che gliene mandassi la fede in un biglietto, ma non mi ricordo bene ; glielo avviso per più sicurezza. Indegmo Servo Obbmo PAOLO DELLA CROCE.
(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).




46

Sr M. Cherubina Bresciani (46) (Rs) L I, 525 -

S.Angelo 15 12 1761

(CCCIV.)

I. C. P.

M.to Renda Madre in Cristo Osservma,
Nella posta di ier sera ho ricevuta la sua lettera che ho gradita, la quale mi è stata trasmessa dal Ritiro del Monte Argentaro, dove non ho potuto ancora andare, il che spero di fare al principio della futura prossima quaresima : ed allora vedrò di far quanto potrò per servir codesto monastero d'un buon soggetto per dare gli esercizi e confessarle ecc.
Sarà però difficile, ma se potrò, mi creda che lo farò volentieri e gliene darò avviso in tempo ecc.
2. Circa la mia salute me la passo al solito, ma posso far la vita comune tanto il giorno che la notte a mattutino ecc., e mangio come gli altri di magro.
3. Le rendo grazie in Gesù Cristo della carità che ha per me ; il Signore glielo meriti, anche per la elemosina mandata (come credo) al Monte Argentaro, e di tutto S. D. M. gliene conceda eterna retribuzione, ma non s'incomodi più, perché il Signore sempre mi provvede il necessario, secondo la povertà che professo.
4. Circa il modo di sottoscrivermi a lei, io l'accerto che così fo con gli altri, perché veramente io sono e mi professo indegmo servitore di tutti.
5. Veniamo al più essenziale punto della sua lettera, che concerne il di lei spirito.
Le oscurità che prova sono indizi (come già altre volte le ho detto), che Dio la vuole più in raccoglimento di pura fede ; onde vorrei che lei spesso si riconcentrasse nel suo interno, ed ivi con viva fede si riposasse nel seno di Dio come una bambina, con sacro silenzio di fede e di santo amore ; ogni volta che l'anima si raccoglie tutta in Dio, nel tempio interno del suo spirito, rinasce a nuova vita d'amore nel Divin Verbo Cristo Gesù. Prego il Signore che le faccia bene intendere e praticare quanto le dico. In questo raccoglimento, nel fuoco del santo amore, si distrugge tutta la ruggine del peccato e si rinnovella l'anima in Dio ecc.
6. In quanto alle cose della nostra Congregazione vanno bene al solito ; perché in tutti i Ritiri si vive con osservanza e si loda Dio giorno e notte ; non mancano però a me delle molte angustie e travagli per più capi, ed ho bisogno che tutti preghino per me e per la Congregazione. Circa al nuovo monastero , la fabbrica è un pezzo avanti e riescirà un santuario ; ma ora si è cessato di fabbricare, perché il Benefattore ha avuta scarsissima la raccolta ; io non so, se sarò più vivo quando sarà perfezionata. Circa al resto che mi dice di ciò si era sparso costì, io non mi ricordo più di ciò che lei dice le scrissi in mia lettera.
Parmi di aver risposto a tutti i punti della sua lettera : ora soggiungo, che a cautela, potrebbero ottenere tutta la più ampia facoltà per il soggetto accennato, che se potrà venire, bene, se no tanto non dà fastidio l'averla ottenuta, e subito che l'avranno ottenuta, me ne dia avviso e mi dica le circostanze di tal facoltà, che dev'essere amplissima, per maggior profitto spirituale del loro monastero.
Mi saluti nel Signore la Madre Abbadessa e le religiose, implorando le loro orazioni.
Le buone feste gliele darò dal Sacro Altare ; e qui racchiudendola nel Costato Santissimo di Gesù, mi riprotesto con tutto l'ossequio
D. V. R

Vetralla Ritiro di S. Angelo ai 15 dicembre 1761. Indegmo Servitore Obbmo PAOLO DELLA CROCE.
(Conforme a copia antica).














sr Maria Cherubina Bresciani 39