ESPERIENZE DI FORMAZIONE PERMANENTE IN AFRICA

di Alexandre do Nascimento

 

Osservazioni previe

Questo risultato della breve indagine condotta circa le esperienze di formazione permanente dei presbiteri in Africa va letto nel contesto particolare delle comunità cristiane, quasi tutte relativamente giovani.

Bisogna tener presente, inoltre, che parliamo soltanto dell'Africa nera; non ci riferiamo alle Chiese del Nordafrica, sulle quali non abbiamo informazioni.

Esperienze riguardanti la vita spirituale

Emerge come dato costante la pratica di esercizi spirituali, soprattutto annuali, sia a livello diocesano che interdiocesano.

Sono numerosi pure gli esercizi spirituali mensili. Tuttavia, in alcuni luoghi, questi incontri di spiritualità si presentano con una fisionomia alquanto ibrida: ci sono senz'altro dei momenti di preghiera e di meditazione, frammisti però con lo studio dei documenti più recenti del magistero. Inoltre, c'è anche la condivisione di esperienze e di preoccupazioni di natura pastorale.

Si nota, dunque, l'adesione convinta e attiva dell'episcopato africano, che cerca di assicurare, nel modo migliore possibile, la formazione permanente dei propri presbiteri, a cominciare dalla pratica costante della vita interiore. In questo, i vescovi vedono la via sicura, la garanzia perché il sacerdote rimanga fedele alla sua missione.

... nel campo della vita intellettuale

In numerose province ecclesiastiche del continente si organizzano settimane o giornate di studio per il clero. Generalmente, tali corsi o incontri versano su temi di teologia, di Diritto canonico, di spiritualità o di dottrina sociale. La preoccupazione di mantenere o di elevare il livello accademico di questi incontri, spesso, fa sì che vengano invitate delle équipe di esperti. Lo scopo è quello di agevolare l'aggiornamento dei partecipanti.

E’ da ricordare il ruolo che i centri di formazione universitaria svolgono nella Chiesa in Africa. C'è addirittura un campo al quale è riservata speciale attenzione, quello dell'inculturazione. Compito dei più importanti e delicati, che richiederà a lungo - forse per delle generazioni - ricerca, riflessione approfondita e audacia, legata a un senso di responsabilità.

Abbiamo visto come i vescovi siano particolarmente solleciti, quando si tratta dei presbiteri appena ordinati. Tale bisogno era da loro avvertito già prima del concilio Vaticano II. Sono conosciute delle direttive diocesane che prevedevano appunto tale bisogno e impartivano al riguardo precise direttive. Il Direttorio pastorale della conferenza episcopale di Angola e Saò Tomé, nel capitolo riguardante i chierici, ispirandosi ai decreti Christus Dominus e Presbyterorum Ordinis, dispone con chiarezza, senso di realismo e nel dettaglio come adempiere questa formazione permanente. Basti la seguente citazione: "E’ auspicabile che tutti i sacerdoti si attengano ad un regolamento di vita che permetta loro di consacrare quotidianamente circa un'ora allo studio. Cerchino di comperare i libri indispensabili per rimanere aggiornati sui problemi pastorali e sociali del tempo e dell'ambiente in cui vivono. Speciale attenzione va riservata alle questioni sociali trattate dalle encicliche degli ultimi pontefici" .

... della carità pastorale

Nella Chiesa che si trova in Africa non di rado mancano mezzi e strutture. Tuttavia forse proprio per questo è più evidente l'azione dello Spirito in quella porzione della sua Chiesa. Penso che sia tempo di riconoscere e dì rendere grazie a Dio per l'opera feconda, generosa, stupenda e spesso veramente eroica - anche se, un po' dovunque non indenne da ombre - opera che lo Spirito Santo realizza nella sua Chiesa in Africa, per mezzo dei presbiteri. Li incontriamo presenti in quasi tutti i fronti della missione: nell'annuncio della parola, nella catechesi, nell'amministrazione dei sacramenti, nell'insegnamento, come animatori infaticabili delle Caritas. Questi sacerdoti della santa Chiesa, autentici cooperatori dei vescovi, a loro volta attorniati da bravi catechisti, dalle benemerite suore e dalla moltitudine di laici impegnati, hanno avuto, non solo nel passato ma anche di recente, l'onore supremo del martirio. Dire questo, è dire tutto.