"Come la luce, emanando un unico raggio, rischiara ogni cosa, così anche lo Spirito Santo illumina coloro che hanno occhi per vederlo"

Alcune immagini dello Spirito Santo

negli scritti dei Padri

 

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Offriamo alcuni pensieri, tratti dagli scritti dei Padri, che ci sembrano particolarmente adatti per approfondire la comunione con lo Spirito Santo. Egli è anche oggi all'opera, anzi non si è mai perso d'animo rispetto al nostro tempo; al contrario sorride, danza, penetra, investe, avvolge, arriva anche là dove mai avremmo immaginato. Di fronte alla crisi nodale della nostra epoca, crisi del senso di Dio, lo Spirito sta giocando, nell'invisibilità e nella piccolezza, la sua partita vittoriosa.

 

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Fonte di vita

Il cristianesimo, infatti, è cibo e bevanda: quanto più uno ne mangia, tanto maggiormente la sua anima rimane sedotta da quella dolcezza, al punto da non riuscire a sentirsene sazia né appagata, ma, al contrario, da andarne in cerca senza posa, nutrendosene insaziabilmente. O anche come, quando qualcuno è tormentato dalla sete e gli viene offerta una dolce bevanda, questi, dopo aver intrapreso a gustarla, con una smania più ardente di prima si affretta più decisamente a bere; così pure il gusto dello Spirito è, per così dire, talmente lungi dal poter essere pienamente appagato, da suggerire, giustamente, il paragone che abbiamo appena descritto. Né, d'altronde, si tratta qui di vane parole: è, al contrario, l'opera stessa dello Spirito Santo che produce misteriosamente i suoi effetti nell'anima". (Pseudo-Macario, Omelie spirituali, 17,12-13).

"Come il calore non può essere separato dal fuoco, né la luce dalla lampada, altrettanto non possono essere separati dallo Spirito la santificazione, la dispensazione della vita, la bontà e la giustizia...

Come il sole illumina i corpi e si dà loro in modo diverso senza che per questo ne risulti sminuito, parimenti accade allo Spirito, il quale concede a tutti la sua grazia pur rimanendo intatto e indiviso. Illumina tutti sulla conoscenza di Dio, entusiasma i profeti, rende saggi i legislatori, consacra i sacerdoti, consolida i re, perfeziona i giusti, fa degni di onore i temperanti, elargisce il dono della santificazione, risuscita i morti, libera i prigionieri, rende figli gli stranieri.

Tutto ciò egli opera per mezzo della nascita dall’alto. Trova un esattore credente ne fa un evangelista; incontra un pescatore ne fa un dotto della legge di Dio; trova un persecutore contrito ne fa un apostolo dei pagani, un eroe della fede, un vaso di elezione. Ad opera sua i deboli divengono forti, i poveri ricchi, i minori e indotti più saggi dei dotti.

Paolo era debole ma, grazie alla presenza dello Spirito, i sudari del suo corpo recavano la salute a quanti li toccavano. Anche Pietro aveva un corpo debole, ma, per la grazia dello Spirito che in lui albergava, l’ombra del suo corpo allontanò la malattia dei sofferenti. Pietro e Giovanni erano poveri, non possedevano né oro né argento, tuttavia dispensavano la salute fisica che ha molto più valore dell’oro. Quel paralitico ricevette da parecchie persone del denaro, tuttavia era rimasto un mendicante; ma quando ricevette il dono da Pietro, saltò su come un cervo, lodò Iddio e cessò di fare l’accattone. Giovanni non sapeva nulla della saggezza del mondo, eppure egli disse, in virtù dello Spirito, parole alle quali nessuna saggezza può guardare" (Basilio il Grande, Omelia sulla fede, 3)

Sorgente di santificazione

"Sorgente di santificazione, luce intelligibile, egli, mediante la partecipazione di se stesso, dona ad ogni essere ragionevole una certa chiarezza nella scoperta della verità. Inaccessibile per natura, si lascia comprendere per la sua bontà. Lo Spirito riempie ogni cosa con la sua forza, ma si dà in comunione solo a chi ne è degno. Non a tutti in uguale misura, ma secondo differenze di intensità, in rapporto alla fede. Semplice nella sua essenza, è molteplice nelle sue potenze. Presente a ciascuno in modo totale, è nello stesso tempo totalmente presente dappertutto. È condiviso da molti, senza subirne danno, e si dà a ciascuno in comunione piena: simile allo splendore del sole la cui bellezza è data a chi ne gode come se fosse solo al mondo, mentre nello stesso tempo esso illumina la terra e il mare, ed è assimilato dall’aria. Così anche lo Spirito, presente a chiunque sia in grado di accoglierlo come se fosse solo al mondo, effonde la grazia in misura sufficiente per tutti, rimanendo intatto in se stesso. (...)

Per questo lo Spirito fa ascendere i cuori, guida i deboli come per mano, rende perfetti coloro che sono in cammino. Risplendendo agli occhi di chi si purifica da ogni macchia, egli lo rende spirituale, grazie alla comunione con lui. E allo stesso modo in cui i corpi limpidi e diafani, quando vengono colpiti dalla luce, diventano essi stessi luminosi e la riverberano attorno a loro in un nuovo riflesso, così anche le anime portatrici dello Spirito, e da lui illuminate, diventano esse stesse perfettamente spirituali e diffondono, a loro volta, la grazia sugli altri". (Basilio il Grande, Trattato sullo Spirito Santo, 9, 22-23).

 

Luce che rischiara ogni cosa

"Lo Spirito Santo è qualcosa di grande, qualcosa di onnipotente e di straordinario nei doni di cui è portatore. Considera quanti sediamo qui adesso, in quanti siamo presenti. Ebbene, lo Spirito, nella misura e nel modo idoneo per ciascuno, agisce efficacemente: stando nel mezzo, esso conosce la natura di ognuno di noi, discernendone i pensieri e la coscienza, tutto quanto pronunciamo o agitiamo nella mente. Già è significativo, certo, quanto ho detto; eppure, non è ancora abbastanza.

Prova a farti un’idea, infatti, illuminato nel pensiero dallo Spirito, di quanti siano i cristiani di tutta questa diocesi e quanti ne conti, poi, l’intera provincia della Palestina. Fa’ spaziare, successivamente, la tua immaginazione al di là dei limiti di questa provincia, abbracciando tutto l’impero romano e, infine, volgendo lo sguardo, oltre quello, a tutto l’universo: ai persiani e agl’indi, ai goti e ai sarmati, ai galli e agli spagnoli, ai popoli della Mauritania e dell’Africa, agli abitanti dell’Etiopia e a tutti gli altri dei quali non conosciamo neppure il nome (molti sono i popoli, infatti, dei cui nomi non ci è pervenuta alcuna notizia).

Considera poi, di ciascuna di queste genti, i vescovi, i presbiteri, i diaconi, i monaci, le vergini e tutti gli altri fedeli. Potrai constatare, così, che il grande protettore ed elargitore di grazie, in ogni angolo del mondo, dona a uno il pudore, a un altro la perpetua castità, a un altro ancora la misericordia, a questo l’amore per la povertà, a quello il potere di scacciare gli spiriti avversi.

Come la luce, emanando un unico raggio, rischiara ogni cosa, così anche lo Spirito Santo illumina coloro che hanno occhi per vederlo: se qualcuno, infatti, non essendo in grado di percepirlo, non viene ritenuto degno della grazia, non ne attribuisca la colpa allo Spirito, bensì alla propria incredulità" (Cirillo di Gerusalemme, Catechesi battesimali, 16, 22-23).

 

Agisce con delicata discrezione

"L’opera dello Spirito Santo mira esclusivamente al compimento del bene e della salvezza. Discreta è, sulle prime, la sua comparsa, dolce la presa, soavissimo il giogo. Emanazioni di luce e di scienza si avvertono in anticipo del suo arrivo. Egli giunge con l’animo d’un vero protettore: viene, infatti, a portare la salvezza, a guarire, a impartire ammaestramenti, a corroborare, a recar conforto, a illuminare la mente; a beneficio, anzitutto, di colui che lo accoglie e, successivamente, attraverso l’opera di quest’ultimo, a vantaggio anche degli altri. E allo stesso modo come colui che era dapprima avvolto dall’oscurità, poi, all’improvvisa apparizione del sole, i suoi occhi si illuminano ed egli distingue perfettamente ciò che sino a quel momento non riusciva a vedere; non diversamente, anche colui che è stato stimato degno di ricevere il dono dello Spirito Santo, è illuminato nel profondo dell’anima e, elevato al di sopra della dimensione umana, percepisce quanto fino ad allora ignorava. (...)

Se talora ti sorge il pensiero della castità o della verginità, sappi che si tratta d’una ispirazione suscitata in te dallo Spirito Santo. E quante volte una fanciulla, destinata ormai al letto nuziale, ne è fuggita via, dietro suggerimento dello Spirito? Quante volte un ricco, nello sfarzo dei suoi palazzi, si è sentito spinto dallo Spirito Santo a rinunziare alle sue ricchezze e ai suoi privilegi? Quante volte un giovane ha chiuso gli occhi e si è rifiutato di guardare ciò che poteva contaminarlo? Chi gli ha dato questa forza, domanderai? Ebbene, è stato lo Spirito Santo a ispirare la mente del giovane. Quanti interessi e quanta cupidigia in questo mondo! È per questo che i cristiani scelgono la povertà. Per quale motivo? Ma per tener fede al comando dello Spirito.

Consola e fortifica

È chiamato, inoltre, Paraclito, poiché consola, incoraggia e risolleva la nostra debolezza. Noi, infatti, non sappiamo ciò che ci conviene domandare, ma è lo Spirito stesso che intercede a nostro favore, con gemiti inesprimibili (Rm 8, 26), al cospetto, evidentemente, di Dio. Sovente coloro che sono stati insultati per causa di Cristo, hanno ingiustamente subìto oltraggi; su costoro ha gravato la minaccia di martirio, d’ogni sorta di tormenti, del fuoco, della spada, di essere dati in pasto alle belve o di venire precipitati. Lo Spirito Santo però sussurra sommessamente: Spera nel Signore (Sal 26, 14), o creatura umana; è una cosa da nulla quanto ti accade, di fronte alla grandezza dei doni che ti sono destinati: dopo aver patito per poco, trascorrerai l’eternità in mezzo agli angeli. Infatti, le sofferenze del tempo presente non possono essere paragonate alla gloria futura che si rivelerà in noi (Rm 8, 18). Lo Spirito, così, evoca l’immagine del regno dei cieli, mostrandoci il paradiso delle delizie. Anche i martiri, d’altronde, pur costretti a guardare con gli occhi materiali i loro giudici, ma già detentori nondimeno della gloria nel paradiso, provavano unicamente disprezzo per quelle pene, per quanto dure apparissero.

Vuoi conoscere come i martiri rendono testimonianza per la virtù dello Spirito Santo? Ascolta allora quanto dice il Salvatore ai suoi discepoli: Quando vi trascineranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non datevi pensiero del modo come vi difenderete o di che cosa dovete dire, giacché lo Spirito Santo vi insegnerà, in quel momento, come bisognerà parlare (Lc 12, 11-12). Sarebbe infatti impossibile rendere testimonianza a Cristo, se non la si rendesse nello Spirito Santo. Se è vero, infatti, che nessuno è in grado di dire "Signore Gesù, se non in virtù dello Spirito Santo" (1Cor 12, 3), chi mai potrebbe offrire addirittura la propria vita per Gesù, se non nello Spirito Santo?" (Cirillo di Gerusalemme, Catechesi battesimali, 16, 19-21).

Fa una la Chiesa

"Siamo certi, fratelli, che ciascuno ha lo Spirito Santo nella misura in cui ama la chiesa di Cristo. Infatti, come dice l’Apostolo, lo Spirito Santo è dato "per essere manifestato". E come? Così dice ancora l’Apostolo: "A uno è concesso per mezzo dello Spirito il linguaggio della sapienza, all’altro il linguaggio della scienza secondo quello stesso Spirito, a un altro la fede mediante lo stesso Spirito, a un altro il dono delle guarigioni in virtù di quest’unico Spirito, a un altro ancora il potere di operare miracoli grazie allo stesso Spirito" (1Cor 12, 8-10).

In effetti molti doni vengono dati per essere manifestati, ma forse tu non hai nessuno di questi doni di cui ho parlato. Se ami, quello che possiedi non è poco: se infatti ami l’unità, tutto ciò che in lei è posseduto da qualcuno, lo possiedi tu pure. Bandisci l’invidia e sarà tuo ciò che è mio; e se io bandisco l’invidia, è mio ciò che possiedi tu. Il livore separa, la buona salute riunisce.

Solo l’occhio, nel corpo, ha la facoltà di vedere: ma è forse per sé solo che l’occhio vede? No, egli vede per la mano, per il piede e per tutte le altre membra: se infatti il piede sta per urtare in qualche ostacolo, non accade certo che l’occhio si volga altrove, evitando di prevenirlo. Solo la mano agisce nel corpo, ma forse essa agisce solo per sé? No, agisce anche per l’occhio: infatti, se sta per arrivare qualche colpo, che ha di mira non la mano, ma soltanto il volto, dice forse la mano: "Non mi muovo, perché il colpo non è diretto a me?". Così il piede, camminando, serve tutte le membra; le altre membra tacciono, e la lingua parla per tutte.

Abbiamo dunque lo Spirito Santo, se amiamo la chiesa: e l’amiamo se ci manteniamo inseriti nella sua unità e carità. Infatti lo stesso Apostolo, dopo aver detto che ci sono stati dati doni differenti, così come vengono distribuiti compiti diversi alle membra del corpo, continua dicendo: "Ma vi indicherò una via di gran lunga migliore" (1Cor 12, 31) e comincia a parlare della carità. Antepone la carità alle lingue nostre e degli angeli, la preferisce ai miracoli della fede, alla scienza e alla profezia: la mette perfino prima di quelle grandi opere di misericordia che consistono nel donare tutto ciò che si ha ai poveri; la preferisce da ultimo anche al martirio del corpo. A tutti questi grandi doni antepone la carità. Abbi dunque la carità e avrai tutto, perché, qualsiasi cosa tu possa avere, senza di essa nulla potrà giovarti.

E per provare che la carità, di cui stiamo parlando, si riferisce allo Spirito Santo, ascolta l’Apostolo che dice: "La carità di Dio è diffusa nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato donato" (Rm 5, 5)". (Agostino, Commento al vangelo di san Giovanni, 32, 8).

 

 

La chiesa "una" parla tutte le lingue

"Fratelli carissimi, dobbiamo sapere che, grazie allo Spirito Santo, l’amore di Dio è stato effuso nei nostri cuori (Rm 5, 5). E poiché l’amore doveva unificare la chiesa di Dio in tutto il mondo, il dono di parlare tutte le lingue, che un tempo era dato anche a una sola persona che avesse ricevuto lo Spirito Santo, ora è dato a tutta la chiesa, una in se stessa, unificata dallo Spirito. Allora, se qualcuno ci viene a dire: "Hai ricevuto lo Spirito Santo: perché non parli tutte le lingue?", dobbiamo rispondere: "Ma è appunto quel che sto facendo, dato che appartengo al corpo stesso di Cristo che è la chiesa, e che parla tutte le lingue". Che cosa dunque Dio ha voluto significare, con la presenza dello Spirito Santo, se non che la sua chiesa avrebbe parlato tutte le lingue?" (Fulgenzio di Ruspe, Discorsi, 8, 2-3) (nota 2).