aldo latino d.o.

 

 

Maria specchio della Chiesa

nella eucologia del messale mariano

formulari 13, 14, 15

 

 

 

 

 

 

 

 

Premessa

I tre formulari che mi accingo a presentare sono:

1) il 13, Affidamento della Beata Vergine Maria,

2) il 14, Maria Vergine madre di riconciliazione,

3) il 15, Santa Maria nella risurrezione del Signore.

I primi due appartengono al gruppo dei formulari proposto per la quaresima; l’ultimo appartiene a quello della pasqua.

I

Formulario 13

Affidamento

della Beata Vergine Maria

1. Introduzione

Il tema della croce, come mistero pasquale per la salvezza del genere umano, è il tema centrale di tutto il formulario 13. All’interno di questo tema troviamo quello più specificamente mariologico dell’affidamento della Beata Vergine Maria. L’intimo legame che unisce il tema dell’affidamento a quello della croce è espresso chiaramente in ogni formula eucologica, dove si accostano inscindibilmente i due temi. Sarà proprio questo schema croce/affidamento che ci permetterà di leggere con chiarezza i testi eucologici di questo formulario.

Il mistero dell’affidamento di Maria è "parte del mistero della passione di Cristo e della compassione della Vergine": nella teologia giovannea, infatti, è sotto la croce che Maria è proclamata madre di tutti i credenti, mediante una formulazione di reciproca appartenenza fra Maria e i discepoli che riscontriamo anche nel nostro formulario, e precisamente nel Pr. È chiaro, quindi, che ben si inserisce questo formulario nel tempo di quaresima, come tempo di cammino verso la pasqua, nell’ascolto più frequente della parola di Dio e nella dedizione alla preghiera e alle opere di carità: "in questo "pellegrinaggio della fede", Maria, discepola del Signore, è con noi; a lei, sul Calvario, siamo stati "affidati""

La fonte biblica è quasi esclusivamente il vangelo di Giovanni, di cui è presente la teologia a piene mani. Così, oltre al tema proprio dell’affidamento, troviamo alla fine dell’embolismo anche quello dell’accoglienza della parola del Signore, tema questo tipico di Gv 2,5.

Individuiamo pure la presenza del salmo 112, laddove nell’Ai si proclama Maria "madre gioiosa di figli" e della seconda lettera a Timoteo, laddove nell’Ac si applica a Maria un’espressione di S. Paolo.

Per quanto concerne le fonti patristiche, l’introduzione al formulario non cita nessun autore. Il tema, comunque, dell’affidamento/maternità di Maria è proprio dei Padri della Chiesa. Citiamo:

— fra gli autori latini:

- Ambrogio di Milano, che nel commentare Gv 19,26-27 fa risaltare il tema del testamento, presente anche nel nostro Pr;

- Agostino, che illustra il rapporto tipologico Maria vergine/Chiesa vergine;

— fra gli autori greci cito semplicemente Origene, il quale commentando Giovanni giustifica la maternità spirituale di Maria in quanto il discepolo è Cristo.

Tra le fonti magisteriali possiamo segnalare LG 61, laddove si parla della cooperazione di Maria al disegno salvifico, per la qual cosa ella "è stata per noi la madre nell’ordine della grazia". È interessante far emergere anche la RM 23, dove citando Agostino, si afferma che la maternità di Maria è "frutto del "nuovo" amore, che maturò in lei definitivamente".

Il formulario è di nuova composizione, anche se nella So la fonte liturgica è il Sacramentario di Verona, come fa notare l’introduzione al formulario.

2. Analisi dei testi

2.1 Colletta

La preghiera Co ha il suo centro nella richiesta di inclusione "nel numero dei figli di adozione" affidati da Cristo morente alla Madre: questo viene chiesto ricordando il mistero pasquale di Cristo, fonte di salvezza per il genere umano. È stabilita, così, una stretta relazione fra la croce e la nostra inclusione tra i figli di adozione. Non è marginale in questa prospettiva la menzione dell’affidamento a Maria, in quanto i figli redenti sono affidati alle premurose cure della Madre, alla quale i figli "ricorreranno nei secoli [...] come a un sicuro rifugio", come dice il Pr.

Come abbiamo già accennato, la chiave di lettura è data dal binomio croce/affidamento. Il tema della croce è espresso nell’anamnesi, quello dell’affidamento nella petizione dove è inclusa anche una seconda anamnesi. Un legame forte fra le due parti è dato dalla menzione dello Spirito: si chiede, infatti, che sia proprio lo Spirito, frutto della croce nella teologia giovannea, a riunire tutti gli uomini tra i figli di adozione, che Gesù morente ha affidati alla Vergine Madre.

Possiamo cogliere essenzialmente due elementi ecclesiotipici.

Innanzitutto la figura di Maria è presentata sotto la croce, per cui si possono cogliere quegli elementi dei numeri 16-23 della MC. Maria è modello di accoglienza della salvezza offerta dal Padre nel Figlio.

Maria è, poi, modello in quanto prefigura quella che sarà la Chiesa: questa sarà la madre dei credenti, di coloro, cioè, che accoglieranno la salvezza, così come Maria si è inserita ed ha accolto la salvezza.

2.2 Sulle offerte

Nella So si chiede al Signore di accogliere i doni e di trasformarli nel corpo e nel sangue di Cristo, mentre si fa memoria del mistero dell’affidamento dei discepoli alla Madre. Anche se L.M. Crociani critica quest’accostamento come "pura amplificazione per trattare a tutti i costi il tema", lo ritengo interessante considerando lo schema di lettura da me proposto "croce/affidamento": l’affidamento è frutto della croce.

Anche per la So possiamo, quindi, usare questo schema: il tema della croce è contenuto, questa volta, nella petizione, mentre quello dell’affidamento è contenuto nell’anamnesi. Anche qui, dunque, si coglie bene il nesso fondamentale tra croce e affidamento.

Per ciò che concerne i contenuti teologici, dobbiamo evidenziare l’introduzione del tema dell’eredità. Cristo ha fatto eredi i suoi discepoli del suo amore verso la Madre: d’ora innanzi i discepoli ameranno la Madre con lo stesso amore di Cristo. Qui il concetto di eredità si differenzia da quello che riscontreremo nel Pr, dove l’affidamento della Madre è l’eredità di Cristo morente. Questo tema si ricollega, però, profondamente all’ultima espressione dell’embolismo, laddove si dice che "nei suoi figli adottivi Maria riconosce ed ama il Figlio": il Figlio, dunque, ci dona il suo amore per amare la Madre; questa riconosce in noi l’amore del Figlio ed in noi lo ama.

Possiamo, dunque, cogliere a differenza delle altre formule eucologiche il tema dell’eredità dell’amore: poiché Cristo dona ai discepoli il suo amore per amare Maria, significa che i discepoli e tutta la Chiesa devono riconoscere la funzione essenziale che ella svolge nella loro vita. Maria, poiché vergine e madre, è modello di vita ecclesiale: anche la Chiesa, infatti, "per mezzo della parola di Dio accolta con fedeltà diventa essa pure madre, poiché con la predicazione e il battesimo genera a vita nuova e immortale i figli, concepiti ad opera dello Spirito santo e nati da Dio".

Ma, al tempo stesso, Maria è modello di vita per il singolo cristiano: la RM parla al n. 45 di "dimensione mariana della vita dei discepoli di Cristo". Il discepolo "cerca di entrare nel raggio d’azione di quella "materna carità", con la quale la Madre del Redentore "si prende cura dei fratelli del Figlio suo", "alla cui rigenerazione e formazione ella coopera" [...]".

2.3 Prefazio

Desidero subito constatare l’infelice traduzione italiana del testo latino: questo infatti mette benissimo in risalto il reciproco affidamento di Maria e dei discepoli, usando letterariamente la formulazione:

"Genetrix discipulis in matrem commendatur,

discipuli Matrem accipiunt pretiosam Magistri hereditatem.

Illa in aevum erit mater credentium,

isti in perpetuum ad eam securi confugient.

Illa in filiis Filium diligit,

isti, monita Matris audientes,

verba costodiunt Magistri".

Strutturalmente, quindi, è più chiaro l’originale latino, che evidenzia bene questa reciprocità. Evidenziamo come anche qui è presente lo schema croce/affidamento: subito dopo la menzione della croce all’inizio dell’embolismo, si passa come di consueto alla menzione dell’affidamento come frutto della croce: questo è infatti instaurato ai piedi della croce fra i discepoli e la Madre da colui che morente proclama il testamento.

Contenutisticamente, diciamo che la lode è rivolta al Padre a motivo del "perenne vincolo di amore instaurato ai piedi della croce". E qui si immette il tema dell’eredità/testamento, diverso — come già abbiamo rilevato — da quello della So e sviluppato più ampiamente nel seguito del Pr. Qui si evidenziano tre temi che si rivelano strettamente collegati tra di loro: "eredità", "maternità", "rifugio".

Maria è data come eredità ai credenti perché essa sia la loro madre che si preoccupa della salvezza dei figli; i figli ricorrono a lei come a un sicuro rifugio e ne ascoltano la voce che li richiama alla custodia delle parole del Signore. Dal tema dell’ascolto della voce materna si nota l’altro tema fondamentale: Maria, poiché madre, è modello. Possiamo così segnalare l’altro tema giovanneo, già annunziato, dell’accoglienza del Verbo.

Possiamo cogliere essenzialmente tre temi ecclesiotipici.

Maria è modello della Chiesa perché è madre dei credenti: come Maria è madre di Cristo e madre dei discepoli, così la Chiesa genera i figli di Dio con la parola e i sacramenti; come Maria è rimasta vergine pur essendo madre, così la Chiesa è vergine perché genera i figli di Dio per la potenza dello Spirito Santo

Maria è modello della Chiesa perché è rifugio dei credenti: donata dal Cristo morente, a Maria ricorreranno i figli; così la Chiesa si rispecchia in Maria vedendovisi come rifugio e porto sicuro di unità per coloro che crederanno.

Come Maria serbava e meditava la parola, così la Chiesa "è impegnata a custodire la Parola di Dio, ad indagarne le ricchezze con discernimento e prudenza, per darne in ogni epoca fedele testimonianza a tutti gli uomini".

2.4 Dopo la comunione

Dividendo la struttura di questa orazione secondo lo schema croce/affidamento, abbiamo che la petizione esprime il tema della croce, mentre l’anamnesi quello dell’affidamento.

La richiesta principale è la crescita nell’amore di Dio mediante il convito appena celebrato: è la comunione ecclesiale che permette di crescere nell’amore a Dio.

A questa richiesta si aggiunge la menzione dell’affidamento dei figli alla madre. Anche qui mi sembra che il rapporto croce/affidamento sia strettissimo. Ma soprattutto quello che risalta è l’ingresso quasi improvviso della menzione della madre mentre si parla di comunione ecclesiale e di amore a Dio. Sembra che qui si possa cogliere il tema di Maria come fonte di unità/riconciliazione, tema strettamente congiunto a quello dell’affidamento: i figli, affidati alla madre, sono riuniti in assemblea ed insieme, obbedendo alle parole di Cristo, crescono nell’amore di Dio mediante la partecipazione ai sacramenti.

Anche qui valgono le considerazioni ecclesiotipiche già fatte per le precedenti formule eucologiche. Possiamo mettere in risalto la nuova sfumatura appena colta precedentemente: Maria si configura così per la Chiesa come modello di unità.

2.5 Antifone

In base allo schema croce/affidamento, diciamo che la prima parte dell’Ai obbedisce alla teologia giovannea, quando menziona la gloria di Dio e il suo essere eccelso su tutti i popoli: difatti per Giovanni la croce è esaltazione pasquale ed innalzamento sopra tutti.

La seconda parte si presenta come scaturigine della prima: proprio perché il Signore è eccelso Maria abita "nella sua Chiesa quale madre gioiosa di figli". È interessante qui rilevare come la fonte — Sal 112,9 — sia stata leggermente cambiata. Il salmo così recita:

"Fa abitare la sterile nella sua casa

quale madre gioiosa di figli";

la nostra antifona, invece, cambia "sterile" in "vergine" e "casa" in "Chiesa". Così abbiamo che la Vergine Maria è accostata a quelle donne dell’AT — come Sara ed Anna — che cantavano a Dio per averle fatte madri pur essendo sterili; ed abbiamo anche che la Chiesa è la nuova "casa di Dio" dove abitano la Vergine e figli di lei riuniti insieme.

La fonte dell’Ac è la seconda lettera a Timoteo 2,10: questo versetto è applicato a Maria in quanto lei, madre, si preoccupa della salvezza dei figli e non ha paura della sofferenza provata sotto la croce, purché i figli "raggiungano la salvezza". Anche qui, dunque, si coglie lo schema croce/affidamento, anche se non strutturalmente ma nei contenuti.

3. Conclusione

Concludendo possiamo raccogliere gli elementi più significativi circa il rapporto tipologico Maria/Chiesa.

— Maria è specchio della Chiesa in quanto è vergine e madre: anche la Chiesa è vergine perché concepisce per opera dello Spirito i figli di Dio, ed è madre perché con la predicazione e il battesimo genera a nuova vita l’uomo;

— Maria è specchio della Chiesa in quanto è rifugio dei credenti;

— Maria è specchio della Chiesa in quanto custodisce la parola di Dio nel suo cuore;

— Maria è specchio della Chiesa in quanto è modello di vita per il singolo cristiano: lei, madre di carità, si prende cura di tutti i suoi figli perché tutti raggiungano la salvezza, così il cristiano si impegna per la salvezza dei suoi fratelli.

II

Formulario 14

Maria Vergine

Madre di Riconciliazione

1. Introduzione

Anche per il formulario 14 — nettamente quaresimale — il tema centrale è il mistero della croce: questa volta la croce è contemplata come fonte di riconciliazione dell’uomo con Dio.

All’interno di ciò si inserisce il tema più prettamente mariologico di Maria "madre di riconciliazione". È necessario collocare bene questo mistero mariano all’interno di quello cristologico: Maria — come mostra l’introduzione al formulario — "è stato il luogo dove si è instaurata la "pace" tra Dio e l’umanità". Il grembo verginale di Maria ha accolto Cristo, il mediatore, il pontefice: per questo è madre di riconciliazione. Ma al tempo stesso Maria, per essere associata al mistero della riconciliazione — cioè alla croce —, è stata costituita rifugio e riconciliazione dei peccatori.

La fonte biblica è senza dubbio Col 1,20, dove si proclama espressamente il nostro tema: Cristo ha rappacificato "le cose che stanno sulla terra e quelle nei cieli". È presente anche il Sal 144,8-9 nell’Ai; nell’Ac si ode l’eco del Sal 86, laddove Gerusalemme è vista come città messianica. Non è indifferente l’assonanza con la Preghiera eucaristica IV, quando nel Pr si dice che Dio non abbandona gli erranti ma in molti modi li chiama a sé.

I Padri hanno sempre visto la Madre di Dio come luogo di pace tra Dio e l’uomo; ad esempio il beato Stefano, un vescovo dell’VIII secolo, loda Maria nominandola espressamente come "riconciliatrice tra Dio e gli uomini", mentre in un antico inno greco del primo millennio si canta a Maria come "riconciliazione dei mortali".

Dice l’introduzione al formulario che spesso il magistero dei pontefici del nostro tempo si è interessato su questo mistero: così ad esempio Giovanni Paolo II nella Reconciliatio et Paenitentia dice che in Maria "si è operata la riconciliazione di Dio con l’umanità [...], si è compiuta l’opera della riconciliazione".

Il formulario è tratto quasi interamente — esclusi l’Ai e il Pr — dalla messa propria della Beata Vergine Maria riconciliatrice dei peccatori.

2. Analisi dei testi

2.1 Colletta

Il tema centrale della Co è espresso in una endiadi: si chiede infatti il perdono delle colpe e una rinnovata esperienza dell’amore di Dio; per questo si ricorda nell’anamnesi il mistero della croce come riconciliazione tra uomo e Dio e la costituzione di Maria riconciliatrice dei peccatori. È essenziale cogliere l’importanza di questa anamnesi per lo schema contenutistico della preghiera: non si può chiedere perdono senza "ricordare" il mistero che ha riconciliato cielo e terra.

In questo mistero centralissimo per la nostra fede Maria ha ricoperto un ruolo eminente: già madre di riconciliazione quando accolse l’annuncio dell’angelo, ai piedi della croce viene proclamata "riconciliatrice dei peccatori". Questo mistero è da accostare a quello materno di Maria: ella diviene riconciliatrice dei peccatori perché di essi è madre e perché in lei si rifugiano i peccatori. La maternità spirituale di Maria nei confronti dei discepoli di Cristo è, dunque, il fondamento del suo essere riconciliatrice.

Il tema "Maria riconciliatrice dei peccatori" si prospetta molto fecondo per il rapporto tipologico con la Chiesa: così come Maria ha riconciliato in sé i peccatori quando ha accolto il Verbo divino riconciliatore, così la Chiesa si mostra madre di riconciliazione quando, nell’ascolto e nella meditazione della Parola, chiama in sé i peccatori per ricondurli in unità verso l’unico Signore.

Un altro aspetto ecclesiotipico emergente lo si può raccogliere dal fatto che il perdono e l’esperienza d’amore sono richiesti per i meriti di Maria e le sue preghiere: mi sembra di vedere qui il tema — centrale nell’ecclesiologia — della comunione all’interno del Corpo mistico: come Maria per i suoi meriti e per le sue preghiere ottiene il perdono dei peccatori, così la Chiesa per i suoi meriti di santità e per le sue preghiere ottiene dal suo Signore il perdono dei peccatori.

2.2 Sulle offerte

La preghiera So è profondamente imbevuta del tema del formulario. Nella prima petizione si usano due termini tecnici per chiedere il perdono delle colpe (seconda petizione): "sacrificio" ed "espiazione". Difatti trovandoci nel tema della riconciliazione, non si chiede a Dio semplicemente di accettare i doni, così come spesso si fa, ma di accettare "questo sacrificio di espiazione", per sottolineare il carattere sacrificale/espiatorio dell’eucaristia. La menzione della lode si colloca nel senso generale dell’eucaristia come l’unica Preghiera di lode a Dio, nella quale si innestano le altre.

Si chiede ancora il perdono delle infedeltà e il ricondurre "i cuori vacillanti sulla via del bene": non ci discostiamo ancora dal tema del nostro formulario, cioè dalla riconciliazione.

La richiesta è effettuata "per intercessione di Maria, rifugio dei peccatori". Anche qui il tema ecclesiotipico di fondo è lo stesso: Maria si configura týpos della Chiesa poiché in lei si rifugiano i peccatori.

2.3 Prefazio

Il tema del Pr è subito messo in luce proclamando la premura di Dio nel cercare i peccatori: sembra qui di cogliere un’eco della lettera agli Ebrei e della Preghiera eucaristica IV, laddove si contempla il Padre che, nella sua misericordia a tutti viene incontro perché coloro che lo cercano lo possano trovare.

La parte che segue spiega quel "molti modi" precedente: Dio richiama al suo amore i peccatori anche dando alla Vergine Maria "un cuore pieno di misericordia verso i peccatori": la misericordia del Padre, cioè, si manifesta anche costituendo Maria madre di riconciliazione sotto la croce. E in Maria, proclamata Madre dal suo Signore, si rifugiano gli uomini, ben sapendo che in lei troveranno il perdono perché in lei è stata fatta pace tra Dio e l’uomo.

Il seguito del Pr sviluppa l’atteggiamento dei discepoli che si volgono a Maria: essi contemplano la spirituale bellezza di Maria per combattere l’oscuro fascino del male. Si noti il forte contrasto tra "spirituale bellezza" e "oscuro fascino": la prima espressione richiama la luce, propria di Dio, mentre la seconda già esprime chiaramente le tenebre, proprie del male. Il contrasto è poi evidenziato anche dai termini: "bellezza" e "fascino": il primo termine indica una bellezza oggettiva che viene contemplata, mentre il secondo indica qualcosa di ingannevole.

Ancora il Pr continua rifacendosi all’evangelista Giovanni: i discepoli meditano le parole e gli esempi della Madre facendo così la volontà del Figlio suo. Ecco, quindi, cosa segue dal rifugiarsi in Maria: meditazione delle parole e degli esempi della Madre e compimento della volontà di Cristo.

Cogliamo tra aspetti ecclesiotipici.

Anzitutto Maria ha "un cuore pieno di misericordia verso i peccatori": così anche la Chiesa è costituita "madre di riconciliazione" perché con la parola e i sacramenti attira a sé gli uomini per condurli a Cristo. Per questa missione Cristo ha dato alla Chiesa un cuore attento per i peccatori perché si convertano e tornino sulla via del bene.

Dio ha donato a Maria una "carità materna": così anche la Chiesa, nella sua funzione di madre, è caritatevole verso gli uomini di ogni tempo perché tutti conoscano la salvezza.

Infine, si dice che in Maria si rifugiano i peccatori: è chiaro che la Chiesa è una comunità; in tal modo l’uomo che accoglie la fede non può che entrare in questa comunione e solo all’interno di essa continuare a vivere la fede.

2.4 Dopo la comunione

La richiesta centrale della preghiera Dc è che il sacramento ricevuto, "sacramento della nostra riconciliazione", sia "fonte di misericordia" e "pegno di redenzione": si menzionano così tre termini tipici per il tema del formulario in esame. All’interno di questo tema si innesta il ricordo mariano; non si fa più menzione esplicita di privilegi mariani, perché già ampiamente proclamati nell’eucologia precedente, ma ne è chiaro il riferimento: noi siamo partecipi della riconciliazione con Dio anche perché abbiamo ricordato le opere di misericordia del Signore compiute in Maria.

Per i temi ecclesiotipici, dunque, rimandiamo a quanto detto precedentemente.

2.5 Antifone

La prima Ai celebra la riconciliazione con Dio citando il Sal 144, 8-9: si mette in evidenza la "pazienza" di Dio e la sua "misericordia".

Il tema propriamente mariologico non emerge, poiché questa antifona vuole far risaltare la misericordia come proprietà essenziale ed esclusiva di Dio.

La seconda Ai, invece, applica tale misericordia, che è propria di Dio, a Maria: il "piena di grazia", infatti, vuole indicare la relazione di Maria con Dio e, quindi, la comunicazione di tale prerogativa divina.

L’Ac, sulla base del Sal 86, celebra la maternità divina di Maria: da lei è nato "il sole di giustizia". È interessante l’accostamento che si opera tra Maria e Gerusalemme: come il salmo profetizzava la nascita del popolo di Dio da Gerusalemme, così da Maria nascono alla salvezza tutti gli uomini.

Bisogna, poi, cogliere nel suo giusto significato il termine "giustizia": la giustizia di Dio rende l’uomo giusto, e questo è il fondamento della riconciliazione.

3. Conclusione

Tracciamo, quindi, gli elementi più significativi del formulario 14 circa il rapporto tipologico Maria/Chiesa:

— Maria è specchio della Chiesa in quanto ha accolto il Verbo della riconciliazione;

— Maria è specchio della Chiesa in quanto ha "un cuore pieno di misericordia verso i peccatori";

— Maria è specchio della Chiesa in quanto è animata da "carità materna".

III

Formulario 15

Santa Maria

nella risurrezione del Signore

1. Introduzione

"I cinquanta giorni della pasqua sono il tempo della pienezza della vita — la risurrezione di Cristo —, del dono totale dello Spirito — la pentecoste — e della sua comunicazione, attraverso i sacramenti dell’iniziazione cristiana, ai discepoli del Signore. Questi contenuti pasquali ispirano le quattro messe che la Collectio dedica al tempo pasquale".

"Pienezza di vita" e "dono dello Spirito", dunque, sono alla base di questi formulari; Maria è lodata proprio per essere in questo mistero pasquale il modello della Chiesa: si celebra la sua fede, la sua attesa intrepida, la sua letizia.

A leggere attentamente i testi si coglie subito una caratteristica: la pasqua del Signore è portatrice di gioia. In tutta l’eucologia è presente la menzione di questa gioia che ha "colmato [...] il cuore della Madre" e che ha "inondato il mondo intero" (cfr. Pr). Assieme alla gioia, bisogna, comunque, cogliere anche altre tematiche annesse: vita, luce, gloria, tutte realtà che scaturiscono dalla pasqua del Signore.

Per quanto riguarda le fonti bibliche: il "rallegrati" delle antifone richiama Gl 2,23, laddove si celebra la benevolenza del Signore; richiama pure l’annuncio dell’angelo a Maria: "rallegrati, dunque, come annuncio pasquale per eccellenza". Torna in mente anche Lc 24,41 e Gv 20,20.

In generale, diciamo che tutto il formulario sembra richiamare alcune pagine dell’Apocalisse, laddove si parla della signoria di Cristo e della nuova creazione.

Il formulario, ad eccezione dell’Ai e del Pr, è tratto dal "Comune della Beata Vergine Maria" del Messale Romano.

2. Analisi dei testi

2.1 Colletta

La tematica centrale della Co è la gioia, vista in due aspetti: gioia come frutto della risurrezione e gioia come modello di vita escatologica. Infatti, proprio perché si ricorda la gioia donata ai discepoli con la risurrezione di Cristo, si chiede poi di "godere la gioia della vita senza fine": è la medesima gioia, quindi, considerata da due aspetti.

Questo viene chiesto "per intercessione di Maria Vergine": la Madre del Signore, infatti, fu la prima che con fede attese la risurrezione del suo Figlio — come celebrerà il Pr — e con fede guardava al giorno della gioia.

La tematica propriamente ecclesiotipica, pertanto, è presente, anche se non è direttamente indicata nella formulazione della preghiera: il Pr svilupperà ampiamente tale tematica.

2.2 Sulle offerte

La preghiera So è divisa in due parti: nella prima si chiede al Padre di accettare i doni offerti, ricordando gioiosamente Maria; nella seconda parte, facendo memoria della croce, si chiede il soccorso del Cristo. Il tema della risurrezione, così, è presente nella seconda parte, mentre il motivo mariologico nella prima.

Anche per la preghiera So vale quanto detto prima. Aggiungiamo che questa preghiera ricorda Maria: è necessario, quindi, vedere cosa bisogna ricordare di Maria per imitarlo. È ciò che farà il Pr.

2.3 Prefazio

Nel Pr cogliamo essenzialmente tre temi portanti nell’ossatura della preghiera: gioia, fede, luce.

La resurrezione di Cristo ha riempito di gioia il cuore della Madre perché lei attendeva con fede la vittoria pasquale del Figlio. Causa della gioia di Maria, quindi, sembra essere la sua fede: si dice, infatti, espressamente che Maria "forte di questa fede guardò al giorno radioso".

È interessante cogliere, poi, il "parallelismo profondo tra la fede della Vergine nel concepimento di Cristo (credendo concepì) e la sua fede nella risurrezione del Figlio (credendo attese)": con la stessa fede, senza velo di dubbio, Maria concepì e attese il Figlio.

Infine emerge fortemente la tematica della luce: questa, frutto della risurrezione, inonda il mondo intero, dileguando le tenebre della morte. Ed anche qui bisogna rilevare l’accostamento luce/tenebre, secondo la visione biblica della risurrezione.

Passando alla tematica ecclesiotipica, notiamo anzitutto la fede di Maria: ella, in questa forte esperienza, non conobbe mai dubbio, ma con fede concepì il Figlio e ne attese la risurrezione. Anche la Chiesa contempla "con trepida esultanza il volto glorioso del suo immortale Signore", senza lasciarsi travolgere dalla storia e dagli eventi.

In questa attesa la Chiesa conosce la medesima gioia di Maria: la fede nella risurrezione di Cristo fa scaturire in lei quella gioia con cui Cristo inonda il mondo.

2.4 Dopo la comunione

Con la preghiera Dc ci si ricollega tematicamente al Pr, chiedendo al Signore di confermare "il dono della vera fede": come nel Pr si ricordava la fede di Maria, così ora si chiede di avere in dono quella stessa fede "che ci fa riconoscere nel Figlio della Vergine il Verbo fatto uomo".

In una seconda petizione si chiede di essere guidati "al possesso della gioia eterna": qui, invece, ci si ricollega tematicamente alla Co, dove si chiedeva allo stesso modo di godere di questa gioia.

In questa preghiera Maria è ricordata semplicemente come madre del Verbo: certamente per comprendere in chiave ecclesiotipica tale espressione bisogna ricollegarsi all’eucologia precedente.

2.5 Antifone

Anche per le due antifone il tema centrale è la gioia. La prima antifona aggiunge, però, il tema della luce, già abbastanza evidenziato nella sua importanza precedentemente.

Il tema della gioia, in entrambe le antifone, è espresso con l’annunzio pasquale "rallegrati" che, abbiamo visto, richiama l’annunzio dell’incarnazione.

Il tema della luce, presente solo nell’Ai, è menzionato con l’accostamento sole/tenebre/luce, secondo la classica contrapposizione.

3. Conclusione

Raccogliamo quanto di più significativo abbiamo detto sul rapporto tipologico Maria/Chiesa:

— Maria è specchio della Chiesa in quanto è modello di fede intrepida che genera il Figlio di Dio e ne attende la risurrezione del Signore;

— Maria è specchio della Chiesa in quanto è modello nella gioia che scaturisce da quella fede: la Chiesa, ad imitazione di Maria, gioisce per il Signore risorto e ne contempla il volto glorioso.

Bibliografia

1. Fonti

Conferenza Episcopale Italiana, Messe della Beata Vergine Maria. Raccolta di formulari secondo l’anno liturgico, Città del Vaticano 1987.

Concilio Ecumenico Vaticano II, Lumen Gentium, costituzione dogmatica sulla Chiesa: EV 1/284-445.

Giovanni Paolo II, Reconciliatio et Paenitentia, esortazione apostolica, Roma 1984: EV 9/10751207.

Giovanni Paolo II, Redemptoris Mater, lettera enciclica, Roma 1987: EV 10/1272-1421.

2. Studi

I.M. Calabuig, Votivas, in Nuevo Diccionario de Mariologia, Madrid 1988, 2046-2079.

A. Catella, La "Collectio missarum de Beata Maria Virgine". Analisi della eucologia, in Rivista Liturgica 75 (1988) 82-111.

L.M. Crociani, Nuovo libro liturgico: "Messe della Beata Vergine Maria", in Riparazione Mariana 74 (1-2/1989) 4-18.

Sommario

Premessa *

Formulario 13 *

1. Introduzione *

2. Analisi dei testi *

2.1 Colletta *

2.2 Sulle offerte *

2.3 Prefazio *

2.4 Dopo la comunione *

2.5 Antifone *

3. Conclusione *

Formulario 14 *

1. Introduzione *

2. Analisi dei testi *

2.1 Colletta *

2.2 Sulle offerte *

2.3 Prefazio *

2.4 Dopo la comunione *

2.5 Antifone *

3. Conclusione *

Formulario 15 *

1. Introduzione *

2. Analisi dei testi *

2.1 Colletta *

2.2 Sulle offerte *

2.3 Prefazio *

2.4 Dopo la comunione *

2.5 Antifone *

3. Conclusione *

Bibliografia *