Cirillo di Alessandria: 0024

Lista delle opere:
De Concilio Ephesino
De Hora Mortis
De Ieiunio
De Nativitate
De Poenitentia
Epilysis XII Capitulorum
Epistula 23
Epistulae ad Sinuthium
Erotapokrisis Cyrilli et Gregorii
Erotapokrisis Cyrilli et Stephani
In Apocalypsin
In Athanasium
In Iohannem Baptistam
In Iohannem Chrysostomum
In Mariam V. [a]
In Mariam V. [b]
In Raphaelem
Iohannis Chrysostomi vita
Miracula Trium Puerorum
Relatio Theophili
Scholia de Incarnatione
Zetemata Cyrilli Anthimi et Stephani

Notizie generali

Cirillo, nipote di Teofilo, gli succedette sul trono alessandrino nel 412, e morí nel 444 [manca una biografia recente su Cirillo; per la vita si vedrà dunque la voce di G. BARDY, in DHGE 13, coll. 1169-1177]. Ne continuò anche sotto tutti gli aspetti la politica ecclesiastica, agendo con grande energia contro gli infedeli ed all'esterno per la supremazia dottrinale e gerarchica del seggio alessandrino. Ricorderemo perciò da un lato gli episodi di intolleranza religiosa culminati con la morte di Ipatia, e la grandiosa opera scritta contro Giuliano l'Apostata, ultimo esempio di apologetica cristiana contro il paganesimo. Dall'altro l'acerrima contesa col seggio costantinopolitano e la persona di Nestorio, a proposito dell'appellativo di theotokos a Maria, che culminò nel concilio di Efeso (431) e vide il pieno trionfo delle tesi di Cirillo in accordo con la Chiesa di Roma. Come già era successo per Teofilo, Scenute, rappresentante del monachesimo più ortodosso ed attivo nel sud dell'Egitto, diede manforte al suo patriarca, e sembra lo abbia accompagnato ad Efeso ed inoltre non essere estraneo alla fine di Nestorio, quando egli morì presso Achmim. [Cf. i frammentari accenni nella storia (copta) della Chiesa (cf. sopra, p. 6, nota 6) nell'ed. D. W. JOHNSON, Enchoria 6 (1976), 7-17].
La tradizione manoscritta greca ci ha conservato moltissime opere di Cirillo; di esse l'unica che troviamo in traduzione copta è un trattato dogmatico tutto sommato di scarsa rilevanza: l'Epilysis XII capitulorum. [I frammenti sono inediti.] In effetti, al contrario di Pietro, Atanasio e Teofilo, Cirillo non ha conosciuto grande fortuna nella tradizione letteraria copta. Egli ha piuttosto vissuto di luce riflessa: un'omelia che gli viene attribuita, quella Sui miracoli dei tre giovani di Babilonia, [ed. H. DE VIS, Homélies coptes de la Vaticane 2, Copenhagen 1922, pp. 160-202] appartiene ad uno dei cicli teofiliani e dunque non lo riguarda intimamente. Anche l'Encomio di Atanasio, a lui attribuito (cf. sotto), è strettamente legato al ciclo atanasiano, e il nome di Cirillo rappresenta un puro stratagemma.
Più direttamente coinvolta da un punto di vista letterario è la figura di Cirillo in due altre opere a lui attribuite: l'omelia Sull'ora della morte, [per questa omelia e quelle citate più sotto cf. T. ORLANDI, Elementi] nella quale sono inseriti molti brani autobiografici fra cui un interessante accenno alla controversia fra Teofilo e Giovanni Crisostomo; ed un Encomio della Vergine, non corrispondente ad alcuno di quelli tramandati in greco, il quale tuttavia non presenta alcuna caratteristica rilevante, né letteraria né cronachistica. Di altre omelie a lui attribuite, ``tornando da Efeso'', Sulla Natività, Su Giovanni Battista, si hanno solo scarsi frammenti. Più interessante è un dialogo di carattere dogmatico e canonico con dei monaci, che ha qualche possibilità di essere autentico.

De Concilio Ephesino. = clavis 0096

-- Periodo: traduzioni classiche.
-- Manoscritti: PN.131.1.11.
-- Problemi:
-- Contenuto:

De Hora Mortis. = clavis 0097 (CG5275)

-- Periodo: ciclo del concilio di Efeso. ciclo di Cirillo di Alessandria. ciclo di Teofilo. periodo di Teodosio.
-- Manoscritti: LU.1086.17. LU.1089.12. MACA.DC.
-- Problemi:
-- Contenuto: Necessità della morte. Caducità della vita. Occorre comportarsi bene. Episodio autobiografico: soggiorno a Costantinopoli in viaggio per Efeso. Shenute e Vittore insieme a Costantinopoli. Sisinnio l'eunuco accusato ingiustamente. Malattia di Sisinnio: miracolo di Teodoro stratelates (acquisto e dono di libri...). Morte di Sisinnio. Concilio di Efeso. Ritorno in Egitto. Miracolo di Shenute che viaggia su una nuvola. Sulle donazioni di libri. Sull'inimicizia. Morte di Teofilo e rapporti con Crisostomo. Episodio raccontato da Teofilo: i due nemici.

De Ieiunio. = clavis 0098

-- Periodo: traduzioni classiche.
-- Manoscritti: PN.131.1.12.
-- Problemi: È pervenuto solo un frammento (P131.1.12).
-- Contenuto:

De Nativitate. = clavis 0099 (CG5276)

-- Periodo: traduzioni classiche.
-- Manoscritti: GIOV.AK.
-- Problemi:
-- Contenuto:

De Poenitentia. = clavis 0100 (CG5278)

-- Periodo: traduzioni classiche.
-- Manoscritti: MACA.AU.
-- Problemi:
-- Contenuto:

Epilysis XII Capitulorum. = clavis 0101 (CG5223)

-- Periodo: traduzioni classiche.
-- Manoscritti: MR.064.1-2.
-- Problemi: Delle tre opere di Cirillo, scritte a spiegazione dei dodici anatematismi anti-nestoriani, e variamente inglobate nelle raccolte degli Atti del concilio di Efeso, solo la terza, che era anche la più breve ed incisiva, sembra essere stata tradotta in copto. Nonostante che alcuni frammenti di tale traduzione siano stati segnalati dal Crum (Ryl. Cat. 1909; cf. anche Munier Cairo Cat. 1916) anche l'edizione critica dello Schwartz tiene conto delle versioni latina e siriaca, ma non di quella copta. Vi è dunque da fare il lavoro di edizione del copto, e della sua inserzione nella tradizione manoscritta, parallelamente alle altre versioni.
-- Contenuto: PG 76, 293-312 (Schwartz ACO I 1,5 p. 15-25).

Epistula 23. = clavis 0102 (CG5023)

-- Periodo: traduzioni classiche.
-- Manoscritti:
-- Problemi: Tramandata con gli Acta Ephesi. Cf. ACO === e Bouriant ===
-- Contenuto:

Epistulae ad Sinuthium. = clavis 0103

-- Periodo: traduzioni classiche.
-- Manoscritti:
-- Problemi: Cf. Leipoldt Sin.Op. IV p. 225-6.
-- Contenuto:

Erotapokrisis Cyrilli et Gregorii. = clavis 0105

-- Periodo: traduzioni classiche.
-- Manoscritti: BL.OR07558.058. BL.OR07558.063. BL.OR07558.098. BL.OR07558.100.
-- Problemi:
-- Contenuto:

Erotapokrisis Cyrilli et Stephani. Zetemata Cyrilli Anthimi et Stephani. = clavis 0106

-- Periodo: traduzioni classiche.
-- Manoscritti: BL.PAP.VI.2-3. BL.PAP.VI.8. CMCL.AZ.
-- Problemi: BE.P14763. Cf. Hintze #0009.
-- Contenuto: Inizio mutilo. Perdono di Giuda. I pagani invecchiano. Morte dei giusti e degli ingiusti. Età dei singoli prestabilita. Elia assunto in cielo. Mosé. Enoch. Corpo degli angeli. Giudizio finale. Sorte delle anime. Cosmologia. Pagani. Adamo. Responsabilità del vescovo. Carità. I clerici. I beati. Gli angeli. Il regno celeste.

In Apocalypsin. = clavis 0107

-- Periodo: ciclo di Cirillo di Alessandria. primo periodo arabo.
-- Manoscritti: MICH.BC. PN.131.3.58-61.
-- Problemi: Appare singolare l'attribuzione a Cirillo di un testo così straordinario per la letteratura copta come questo commento ad alcuni brani dell'Apocalisse. Siamo, io credo, nell'ambito di falsi speciali, singoli, determinati da motivi che esulano dalla formazione normale dei falsi copti. [Cf. per l'esempio l'omelia su Michele arcangelo, contro i manichei, attribuita a Gregorio di Nazianzo (cod. Morg. ed fotografica, vol. 22; ed. G. LAFONTAINE, Le Muséon 92 (1979), pp. 37-60).]
L'omelia è costituita da un prologo, nel quale si parla del tipo di ispirazione di cui si è giovato Giovanni nell'Apocalisse. Segue un primo commento di parte del cap. 4, dove la visione dei ventiquattro vegliardi è spiegata come una allegoria dell'uomo. Questa breve parte è però forse da intendersi come inclusa nel prologo, visto che si basa soprattutto sull'esortazione all'uomo a ricevere la luce della conoscenza ed a comportarsi rettamente. Segue la parte vera e propria di commentario dell'Apocalisse dei capp. 7-12. Essi comprendono soprattutto l'allegoria delle dodici tribù e dei sette angeli della punizione, e poi quella della donna partoriente. Segue un breve epilogo, nel quale sono accennati molti successivi argomenti dell'Apocalisse che l'autore si propone di spiegare se gli venga dato un periodo di tranquillità.
Sull'attribuzione a Cirillo di Alessandria non mette conto nemmeno di far caso; ma quanto a stabilire l'epoca reale della composizione, questo è assai più problematico. Prima di tutto, l'esegesi è completamente diversa da quelle bizantine note (Giovanni Damasceno, Areta di Cesarea). Vi sono peraltro alcuni brani che possono guidarci in un primo tentativo di soluzione; cercheremo di elencarli e commentarli.
In primo luogo va detto che l'omelia non sembra presentarsi come un vero e proprio falso, ma chi l'ha redatta sembra averlo fatto in prima persona, coll'intento di svolgere le proprie argomentazioni e non di attribuire la propria opera a qualcun altro. Perciò i brani nei quali egli accenna alle circostanze storiche in cui si trova ad operare possono servirci da guida. Il primo di essi: ``...fino a quale tempo ? Fino a che gli odii dell'immagine di Dio non saranno svergognati e saranno ritirati'' (par. 29), allude, a nostro avvlso, ad un movimento iconoclasta. Occorre tuttavia tener presente che (se l'accenno non è genericamente a peccati carnali) anche gli Arabi erano contrari alla rappresentazione dell'immagine umana e divina. Un secondo brano riguarda il trionfo dei nemici del cristianesimo, onde potrebbe sembrare Ä dice l'autore Ä che ``il regno di Dio è divenuto quello dell'animale per sempre'' (par. 39). Questo passo sembra alludere più chiaramente agli Arabi, che anche nell'omelia apocalittica dello ps. Atanasio (cf. sopra p. 87 par. 56) sono detti aver posto sulle monete l'immagine di un animale al posto di quella di Cristo.
Ancora, si allude ad altre circostanze storiche: ``La grazia e la verginità... vennero da noi, alla Chiesa santa... E quindi i martiri diedero il loro corpo al fuoco e ad un'altra quantità di torture... E dopo di ciò la pace falsa comincerà ad esistere... Dopo di ciò la perdizione verrà presto'' (par. 48). Questa sequenza temporale ci sembra possa alludere alla persecuzione di Ciro Moqauqas (il Caucasico), ultimo patriarca melkita subito precedente all'invasione araba, dopo la quale per un momento sembrò che la pace fosse ristabilita per la Chiesa copta.
Un ultimo accenno alle condizioni storiche si ha in questa frase: ``Vi prego dunque che non appena saprete che Dio ci dà altro tempo tranquillo veniate ad imparare ciò che segue dopo di ciò'' (par. 50), che, pur essendo chiara in sé, non dice molto, salvo che non la si ritenga parallela alle allusioni che abbiamo sopra riferito.
Se si accetta l'ipotesi che l'autore scrivesse nel periodo delle prime persecuzioni arabe contro i Copti, o se si vuole delle prime ribellioni copte contro gli Arabi, tutta la parte riguardante le tribù e gli angeli vendicatori, che secondo l'autore rappresenta la scena del giudizio, sarà da interpretare di conseguenza. [Cf. G. WIET, Précis 2, p. 132-135]. L'autore cioè prevede la.fine dei tempi a breve scadenza, e dunque considera il trionfo arabo come la fase dell'Anticristo che deve precedere la fine dei tempi.
Due altri punti interessanti: uno è rappresentato da alcune speculazioni sui numeri, che l'autore inserisce nel suo commentario. N'on ci riferiamo tanto alla spiegazione dei numeri riguardanti le tribù (par. 9), quanto a brani come quello del par. 33. Essi tuttavia ci rimangono molto oscuri, e solo ci ricordano analoghe speculazioni contenute nelle lettere di Pacomio. Si ricorderà che esse furono lette in copto almeno fino al VI secolo, come ci attesta uno dei manoscritti. [Cf. H. QUECKE, Briefe Pachoms, pp. 41-43 ed un nuovo manoscritto di prossima pubblicazione.] Un altro punto è rappresentato da alcune piccole ma sostanziali modificazioni al testo dell'Apocalisse nei versetti 9,4 e 9,16 (cf. par. 22 e 25).
Il testo, in dialetto saidico, è tramandato da un codice pervenuto integro e da un frammento di un altro codice. Il codice integro proviene dalla biblioteca del monastero di Hamuli, ora alla P. Morgan Library di New York (M 591) ed è stato scritto nell'anno 861. L'altro codice faceva parte della biblioteca del Monastero Bianco ed è coevo. Il testo è inedito.
-- Contenuto: Prologo: tipo di ispirazione di cui si è giovato Giovanni nell'Apocalisse. Commento a Apcl. 4, visione dei 24 vegliardi spiegata come allegoria dell'uomo (forse è parte del prologo). Esegesi puntuale di Apcl. 7-12. Allegoria delle dodici tribù e dei sette angeli della punizione. Allegoria della donna partoriente. Epilogo: accenno a molti successivi argomenti dell'Apocalisse che l'autore si propone di spiegare se gli viene concesso un periodo di tranquillità.

In Athanasium. = clavis 0108 (CG5273)

-- Periodo: ciclo di Atanasio. ciclo di Cirillo di Alessandria. periodo di Teodosio.
-- Manoscritti: CF.ABR.1. CF.ABR.2. GIOV.AO. LG.KNS44-45. MONB.CY.
-- Problemi: L'omelia in onore di Atanasio appartiene totalmente al ciclo atanasiano (cf. sopra) e non è naturalmente opera di Cirillo. In essa si ritrovano da un lato le notizie sulla vita di Atanasio che erano diventate patrimonio comune della tradizione copta, e si ritrovano per esempio nella Storia della Chiesa, e di lì poi nella Storia araba di Severo di Ashmunein. [Cf. sopra, p. 6 nota 6; e p. 12 nota 23.]
D'altra parte si ritrovano tutti i racconti di miracoli e di conversioni di intere popolazioni dipendenti da un gusto formatosi probabilmente all'epoca della produzione delle cosiddette . pleroforie >>. [cf. introduzione, p. 11.]
La carriera di Atanasio è dunque seguita attraverso le varie tappe che lo portano ad essere notarius del vescovo Alessandro, poi diacono, e partecipare al concilio di Nicea, quindi ad essere eletto vescovo, con la forte opposizione degli ariani (ed in particolare di Lucio, che in realtà sembra essere persona attiva alla fine dell'episcopato di Atanasio, e non all'inizio); seguono le entrate in Alessandria degli usurpatori Giorgio e poi Gregorio in concomitanza con le quali si hanno gli esilii di Atanasio: il primo in Isauria (una località sostanzialmente fantastica) ed il secondo nell'isola di Urbatos (località altrettanto fantastica). Il finale, purtroppo per noi perduto, doveva segnare il trionfo di Atanasio, divenuto il principale consigliere degli imperatori per l'ortodossia.
Questa carriera è contrassegnata da altrettanti miracoli, ognuno dei quali avviene in ognuno dei periodi; segnaleremo in particolare quello di Elarico, il ricco senza misericordia, che riproduce un cliché caro alla letteratura copta; [per esempio, nell'omelia attribuita a Pietro Alessandrino, In onore di Michele arcangelo; e in quella attribuita ad Atanasio Alessandrino, Esegesi di Luca 11, 5-9]; quello relativo alla caduta del tempio di Apollo in Isauria anch'esso di un tipo che si trova parecchie altre volte; finalmente quello della grande pioggia, che forse è riportato anche da Costantino in uno dei suoi encomi di Atanasio. [Cf. sotto p. 235.]
Il testo dell'omelia è ricostituito (in modo incompleto) a partire da quattro manoscritti mutili; è stato da noi edito in Testi copti, pp. 17-52; ma in questa sede sono stati aggiunti nuovi frammenti trovati dopo. I quattro manoscritti sono: T: codice papiraceo, conservato al Museo Egizio di Torino; BPL: codici pergamenacei, un tempo appartenuti alla biblioteca del Monastero Bianco.
-- Contenuto: Il testo è frammentario, ma ricostruibile nelle linee principali. Esso seguiva la vita di Atanasio passo passo, dando grande rilievo a quelli che apparivano i principali episodi. Rapporti con Alessandro di Alessandria suo predecessore. Partecipazione a Nicea. Primo esilio a causa di Costantino: si svolge in Isauria. Conversione di quel popolo. Secondo esilio a causa di Costanzo: si svolge in località Urbatos. Giuliano (in lacuna). Elezione di Gioviano e ritorno definitivo di Atanasio ad Alessandria. Miracoli vari.

In Iohannem Baptistam. = clavis 0840

-- Periodo: ciclo di Cirillo di Alessandria.
-- Manoscritti: GIOV.AC.
-- Problemi: Per diradare incertezze che possono sorgere a causa del modo di pubblicazione, chiariremo una volta di piú [cf. De Vis, citato, p. 5; W. TILL Johannes der Taufer..., 'Mitt. Deutsch. Arch. Inst., Kairo' 16 (1958) p. 310-32; Kuhn, citato, pp. 3-6] che il Rossi pubblica sotto un unico titolo due omelie susseguentisi nel codice di Torino, a causa del mancato riconoscimento di un foglio conte- nente la fine di una ed il titolo dell'altra. Quest'ultima è l'Encomium in Iohannem Baptistam di Proclo di Cizico: essa non ha alcun tratto in comune con l'omelia di Teodosio. La prima omelia è acefala.
[È forse possibile emettere un'ipotesi circa l'autore a cui era attribuita questa omelia. In un brano di essa, infatti si parla della costruzione del ``Martyreion'' del Battista, da parte di Teofilo di Alessandria (cf. Storia della Chiesa di Alessandria, ed. Orlandi vol. II, Milano 1970 pp. 12-4, T. ORLANDI Uno scritto di Teofilo..., ``La Par. del Pass.'' 121 ( 1968) pp. 9-18) come avvenuta da non molto tempo, e dei miracoli che avvenivano in essa: ``At eius miracula magis nunc fiunt in eius martyrio, quod sanctus apa Theophilus pro eo extruit; in quo loco nunc iacent eius ossa, cum illis Elisaei prophetae. Et nunc concedet sanationem eorum omnium, qui aegroti sint'' (ed. Rossi, p. 65). Questo passo farebbe pensare ad un'attribuzione a Cirillo di Alessandria, successore di Teofilo. È interessante notare, a questo proposito, che un'omelia copta sul Battista (attribuita a Giovanni Crisostomo, ed. BUDGE Coptic Apocrypha, Londra 1913, pp. 12845) cita quali autori di analoghe omelie Atanasio, Teofilo, Cirillo e Innocenzo di Roma. L'unico nome che potrebbe coincidere con le indicazioni del brano sopra citato è appunto quello di Cirillo.]
-- Contenuto:

In Iohannem Chrysostomum. Iohannis Chrysostomi vita. = clavis 0632

-- Periodo: omelie tardive. ciclo di Cirillo di Alessandria.
-- Manoscritti: MONB.FB.
-- Problemi:
-- Contenuto:

In Mariam V. [a]. = clavis 0109 (CG5274)

-- Periodo: ciclo di Cirillo di Alessandria. omelie tardive.
-- Manoscritti: MERC.AD.
-- Problemi: Il testo finisce in lacuna. La dottrina dell'Annunciazione presenta tratti particolari. Ed. Budge Misc.
-- Contenuto: Secondo le pagine dell'ed. Budge: [139] Rapporti fra Maria e Gesù. [140] La Virgo lactans. [141] Privilegi di Maria. Maria stessa racconta la sua vita (inusuale il racconto del concepimento). [142] Il mondo tutto personificato glorifica Maria. [143] Condiscendenza e umiltà di Gesù. Le vergini devono imitare Maria. Suo atteggiamento. Ancora l'Annunciazione. [144] Altre lodi. Cristo è senza madre in cielo, senza padre in terra. [145] Anafora ``chaire...''. Preghiera alla Vergine. [Lacuna...]

In Mariam V. [b]. = clavis 0851

-- Periodo:
-- Manoscritti: MONB.GA 3.
-- Problemi:
-- Contenuto:

In Raphaelem. Relatio Theophili. = clavis 0397 (CG2627)

-- Periodo: ciclo di Teofilo. ciclo di miracula. ciclo di costruzione di santuari.
-- Manoscritti: CF.054.1-7. MONB.CD. MONB.NA.
-- Problemi: Il testo è stato attribuito direttamente a Teofilo (che risultava essere il personaggio che racconta in prima persona) finché non è stato trovato il titolo (cf. Coquin #4716 p. 14) da cui risulta che l'omelia era attribuita a Cirillo di Alessandria. Edizione Orlandi #0686 e Coquin #4996.
-- Contenuto: Sono conservati solo frammenti. [...] Costruzione del santuario di Raffaele da parte di Teofilo, con una donazione di Teodosio. Teofilo racconta a Teodosio il miracolo della vedova con due figli, che ha originato la costruzione del santuario. Serie dei miracoli: I sette armatori naufragati. Episodio dei Macoriti. La fonte miracolosa. Gli animali marini e il piccolo affogato. Lettera di Teodosio all'imperatore e venuta di Teodosio ad Alessandria. Dedica della chiesa.

Miracula Trium Puerorum. = clavis 0110 (CG5272)

-- Periodo: ciclo di Cirillo di Alessandria. ciclo di costruzione di santuari. ciclo di miracula.
-- Manoscritti: MACA.BV. MACA.ED.
-- Problemi:
-- Contenuto:

Scholia de Incarnatione. = clavis 0111 (CG0000)

-- Periodo: traduzioni classiche.
-- Manoscritti:
-- Problemi: Cf. Lucchesi #1596.
-- Contenuto: