Cirillo di Gerusalemme: 0025

Lista delle opere:

Catecheses
De Passione 1
De Passione 2
De Passione A
De Passione B
De Vita et Passione Christi
In Canticum Vineae
In Crucem
In Is. 5
In Mariam Magdalenam
In Mariam V.

 

Notizie generali

Cirillo di Gerusalemme, figura di notevole rilievo nella letteratura cristiana del IV secolo, è uno dei molti vescovi a cui le vicende conseguenti alla controversia ariana hanno reso agitata l'esistenza. [sulla vita di Cirillo, in mancanza di una monografia recente (l'ultima è quella di J. AIADER, Der heilige Cyrillus, Einsiedeln 1891), sono da consultare G. BARDY in: Dist. d'Hist. et Géogr. Eccl. XIII, 1181-5 (del 1956), e A. PIEDAGNEL, Cyrille de Jérusalem, Cathéchèses mystagogiques, Paris 1966 (Sources Chrét. 126), Introduction, p. 9-40. Cf. anche le Patrologie di Quasten (vol. III, 1960, p. 362-76); Altaner (7a ed., 1966, p. 312-3). Ricorderemo qui brevemente che la sua elezione (350 ca.) si colloca nel clima generato dalla lotta fra il suo predecessore Massimo (filo-niceno) e il metropolita di Cesarea, Acacio (filo-ariano). Fu deposto poi per opera di Acacio nel 357; riabilitato a Seleucia nel 359, ma nuovamente sùbito deposto da un sinodo di Costantinopoli nel 360; tornò a Gerusalemme nel 362 a causa dell'amnistia di Giuliano, fu esiliato poi da Valente nel 367, e tornò definitivamente nel 378 sul suo seggio. Morì nel 387.
Un episodio importante nella sua vita fu l'apparizione della ``croce luminosa'' sul Golgota, avvenuta poco dopo la sua elezione [cf. Socrate, II 28; Sozomeno, IV 5; Filostorgio III 26. J. VOGT, Berichte der Kreuzerscheinungen aus dem 1. Jahrhundert n. Chr., Ann. Inst. Phil. Hist. Or. 9 (1949) 593-606]; un altro è costituito dalla sua partecipazione all'importante concilio di Costantinopoli del 381. Non sarà superfluo ricordare anche che egli fu lo zio di quel Gelasio di Cesarea, che scrisse una storia ecclesiastica in tre libri, a continuazione di Eusebio, appunto su sua ispirazione [cf. F. WINKELMANN, Untersuchungen zur Kirchengeschichte des Gelasios von Kaisareia Sitzungsber. Deutsch. Akad. Wiss. Berlin 1965, 3), Berlin 1966; Charakter und Bedeutung der Kirchengesch. des Gelasios von Kaisareia, Byzant. Forsch. I (1966) (= Festschr. Dolger) 346-85]. Tale storia era filo-atanasiana.
Sotto il suo nome ci sono pervenute in greco le seguenti opere:
- Catecheses (Catechesi introduttiva; 18 catechesi ``anagogiche''; 5 catechesi ' mistagogiche '): ed. REISCHL-RUPP) 2 voll., Munchen 1848 e 1860; per le Cat. mystag. v. ora l'ediz. PIDAGNEL, Paris 1966 (Sources chrét. 126).
- Homilia in Io. 5,1-15 (sulla guarigione del paralitico alla piscina probatica): ed. RUPP, cit., p. 406-264.
- Homilia in ``hypapanten'' (Lc. 2,12-39); ed. RUPP, cit., p. 444-57. È considerata generalmente spuria, sulla scorta delle considerazioni premesse dal Toutée alla sua edizione (ora in PG 33, 1187-204): molti brani sembrano derivati da Gregorio nazianzeno; la festa della Purificazione non sembra introdotta a Gerusalemme prima dei tempi di Marciano.
- Homilia in Io. 2,1-11 (nozze di Cana): 2 frammenti, ed. TOUTE, ora in PG 33, 1181-2. Contenuti nella compilazione anti-monofisita, edita da ultimo dal DIEKAMP, Doctrina patrum, Munster 1907: v. p. 20 e 92-3.
- Homilia in Io. 14,12-13: un frammento da codici di raccolte anti-monofisite (ed. DIEKAMP, Analesta Pattistica [Orientalia Christ. Analecta, 117], Roma 1938, p. 10), parzialmente citato anche da Leone bizantino (Contra monophysitas, PG 86, 2, 1836; cf. PG 33, 1181).
- Epistola ad Constantinum (sull'apparizione della croce luminosa): ed. RUPP, cit., p. 434-40. Cirillo volle dare rilievo all'episodio (si sarà trattato di una meteora) probabilmente per aumentare il prestigio del seggio di Gerusalemme, rispetto a quello di Cesarea.
- Epistola ad Iulium ep. Romae (attribuita anche a Giovenale di Gerusalemme): cf. PG 33, 1207-10. Epistola ad Augustinum: cf. PG 33, 1209-10, e PL 33, 1120-6. Ambedue spurie.
In lingua siriaca ci sono pervenuti degli estratti dalle Catechesi, forse derivati dalle traduzioni fatte fino dalla fine del IV secolo [W.J. SWAANS, A propos des a Cathéchèses mystagogiques attribuées à S. Cyrille de Jérusalem, Le Muséon 55 (1942) 1-43]. In lingua armena ci sono pervenute le 18 catechesi battesimali in traduzione forse risalente al V secolo [G. GARITTE, Les Catéchèses de S. Cyrille de Jérusalem en Arménien, Le Muséon 76 (1963) 95-108]. In georgiano sono tramandati sotto il suo nome:
- De apparitione crucis, ad Costantium imperatorem; De apparitione crucis temporibus Constantii imp.; De inventione crucis: tre testi di tipo agiografico, tradotti dal siriaco (per l'originale, cf. sotto, nota 25). Essi dovrebbero corrispondere a parte di un'omelia copta (sotto, no 5). Ed. A. SANIDZE, Crestomazia dell'antico georgiano (in lingua georg.), Tiflis 1935, p. 45-54.
- Novem homiliae, di contenuto incerto, inedite [M. TARCHNISVILI, Geschichte der kirchlichen georgischen Literatur, Città del Vaticano 1955, p. 339-40; 389; 426].
Sui numerosi testi arabi attribuiti a Cirillo di Gerusalemme (sono comprese anche le 23 Catechesi e l'omelia In hypap.), alcuni dei quali corrispondenti a testi copti (cf. sotto), è opportuno rimandare senz'altro al Graf [G. GRAF, GeschicAte der christlichen arabischen Literatus, vol. VI, Città del Vaticano 1944, p. 335-37].
In copto abbiamo delle Catecheses un solo frammento, papiraceo: pubblicato dal Bilabel [F. BILABEL, Ein kopt. Fragment..., . Veroff. bad. Papyr.-Samml. 3, Heidelberg 1924]; la sua origine fu riconosciuta però dallo Schmidt [Orient. Liter. Zeit. \> 28 (1925) 378-9. ]2 Cf. sotto, omelia n. 6]. Le altre sette omelie, tramandate sotto il suo nome, non trovano riscontro in alcuna parte del ``dossier'' greco, e molto parzialmente in quello delle altre lingue orientali. Le omelie copte non sono mai state studiate nel loro insieme; e del resto anche ciascuna di esse non è stata quasi mai presa in considerazione approfonditamente sotto l'aspetto letterario o del contenuto storico e dogmatico. Il presente studio intende appunto mostrare, con tratti molto generali, quanto potrebbe essere ricavato, poco o molto che ciò sembri.
Fisseremo in primo luogo la nostra attenzione sul brano di una omelia, che secondo noi fornisce la chiave per intendere la relazione reciproca che hanno fra loro i testi copti. Tale brano appartiene all'omelia In Mariam Virginem; è però assente per più della metà nell'unico codice edito di tale omelia, e si trova integralmente nei due codici Morgan.
1. Vobis enim primum locutus sum de Eo qui carnem accepit et homo factus est pro nobis; quomodo baptisma accepit in Iordane a Ioharune et quomodo Spiritus Sanctus descendit super eum carnali- ter ut columba.
2. Vobis etiam locutus sum de passione quam Christus accepit in cruce et eius morte et eius resurrectione de mortuis et quomodo in caelum ascenderit omnibus astantibus, et sederit ad dexteram Patris in excelsis, et venturus sit ad iudicandos vivos et mor- tuos.
3. Vobis etiam locutus sum de Spiritu Paracleto, qui est in Patre, et Pater in eo cum Filio dilecto, una divinitas, una potestas, sine mutatione neque corruptione; et quomodo necesse sit ut veniat Antichristus, brevi vivens tempore.
4. Vobis etiam locutus sum de passionibus quas super mundum mittet filius perditionis, ille quem Dominus perdet per spiritus sui oris et flatus suae irae.
5. Audistis etiam laudes crucis et eius apparitionem, quae multos paganos et iudaeos ad fidem Iesu Christi compulit; et illum qui credidit, Castor magnus Iudaeus cum eius domo universa. Et paupertas mea, ego Cyrillus, eum docui et baptizavi in magna (Ecclesia) Resurrectionis Christi. Et ille factus est magnum vas electionis, iustus, fidem diligens Filii Dei.
6. Et baptizavi etiam multos Samaritanos, quorum unus fuit Isaac e Ioppe; factus est optimus Christianus Christi.
7. Haec vobis dico, carissimi, quia amplius de his rebus cum vestra diligentia non disseram... Sed nunc vertamur ad optimum propositum quod nobis est... (cioè le lodi di Maria).
Dei due personaggi menzionati nei nn. 5 e 6, Isaac di Ioppe ci è effettivamente noto attraverso l'omelia In crucem; è dunque perfettamente coerente con l'inizio del n. 5. Di Castore giudeo non si parla invece in alcuna delle omelie a nostra disposizione. Vi è però un accenno nel titolo di un'omelia In Passionem:
Sermo quem pronuntiavit sanctus pater apa Cyrillus, archiepiscopus Ierusalem, in festivitate festivitatum, quae est dominica absolutionis, sanctae Paschae nostri Salvatoris; temporibus quibus baptizavit Castorem Iudaeum, cum civitas omnis convenisset in Ecclesiam quam appellant ``Resurrectionem''.
L'omelia, come vedremo, non appartiene al ``ciclo'' più autorevole attribuito a Cirillo: ma chi ha scritto il titolo sapeva che il battesimo di Castore era in relazione con un'omelia pronunciata il giorno di Pasqua. Ed in effetti noi abbiamo un'omelia In Passionem, che molto probabilmente appartiene a quel ``ciclo'' più autorevole cui accennavamo.
Si giunge in tal modo a stabilire, sulla scorta del brano citato prima, questa sequenza: I) omelia (od omelie) su Gesù (Incarnazione, Passione, Resurrezione), in relazione con la conversione del giudeo Castore. 2) Omelia sulla Croce, in relazione con la conversione del samaritano Isaac. 3) Omelia sulla Vergine.
Per il n. 1) abbiamo parlato di una o più omelie, in quanto i nn. 1-4 del brano citato alludono agli argomenti: Incarnazione; Passione e Resurrezione; Spirito Santo; Anticristo, per due dei quali abbiamo in effetti due omelie [omelie n. 1 e 2. Alcuni degli argomenti sono trattati anche nelle Catechesi, non però nell'ordine dato dal nostro manoscritto], mentre possiamo pensare che altre siano andate perdute.
Se quanto detto sin qui appare almeno probabile, siamo in grado di fare un'ultima congettura su di un particolare di non scarsa importanza. Tutti e tre i manoscritti dell'omelia In Mariam Virginem sono concordi nell'affermare (nel titolo) che si tratta della ventunesima ``catechesi'' di Cirillo. Si noti che raramente un'omelia in un titolo copto è chiamata catechesi, preferendosi appunto i termini di ``Homelia'' o ``Logos''.
Gli studiosi hanno cercato delle corrispondenze con quella che nelle raccolte greche è la XXI Catechesi, ed hanno giustamente concluso che esse non esistono. Data la generale disistima per i ``titoli'' delle opere copte, il problema non è stato ulteriormente approfondito. A nostro avviso, si è dimenticato che le traduzioni orientali (cf. sopra) ci testimoniano il fatto che solo le 18 catechesi ``battesimali'' (con la prima, senza numero) ebbero una vera diffusione: le catechesi ``mistagogiche'' conobbero assai minore fortuna, tanto che a lungo in epoca moderna si dubitò della loro autenticità [cf. Piédagnel, cit. alla nota 1]. Se noi quindi ammettiamo che esistesse una traduzione delle Catechesi, testimoniata probabilmente dal frammento pubblicato dal Bilabel, e ricolleghiamo a ciò le considerazioni svolte precedentemente, possiamo emettere l'ipotesi che al ``corpus'' genuino si siano aggiunte altre tre cosiddette catechesi, nel seguente ordine:
- 18 catechesi battesimali (oltre la ``Procatechesi'' senza numero).
- XIX catechesi su Gesù, lo Spirito Santo, l'Anticristo (questa catechesi si divise in parecchie omelie).
- XX catechesi sulla Croce.
- XXI catechesi sulla Vergine.
Avremmo in tal modo, se non altro, la spiegazione di quanto dice il titolo copto, la cui autorevolezza è sostenuta dal fatto di ripetersi uguale in più manoscritti: cosa non frequente per le opere copte.
Inutile aggiungere che la non-genuinità di questa appendice copta sembra fuori discussione; con la sola riserva che lo studio degli ``spuria'' patristici (anche in greco) non sarà privo di sorprese, e non è escluso che si giunga a ``riabilitare'' sermoni apparentemente falsificati, ed in realtà rivolti ad un pubblico particolarmente indotto.

Catecheses. = clavis 0112 (CG3585)

-- Periodo: traduzioni classiche.
-- Manoscritti: HP.450. WK.08502A-L.
-- Problemi: Ambedue i manoscritti ci restituiscono solo brani della catechesi VI, in particolare della parte che contiene la polemica prima contro i pagani, poi contro gnostici e manichei. È dunque impossibile dire con sicurezza se esistesse in copto la traduzione di tutto il corpus delle catechesi, o almeno delle 18 battesimali. La traduzione appare abbastanza libera, e comunque si notano differenze anche sostanziali, in alcuni punti, rispetto al testo greco (cf. ediz. Touttée-Maran e Reischl-Rupp). Poiché tuttavia la qualità critica di ambedue le edizioni lascia a desiderare, non è possibile trarre conclusioni da queste osservazioni.
-- Contenuto: PG 33, 331-1180

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De Passione 1. = clavis 0114

-- Periodo: ciclo di Cirillo di Gerusalemme.
-- Manoscritti: CC.9227. IB.14.27. IB.14.28. IB.14.38. MICH.BQ. MICH.BR. MICH.GD. MONB.MI. MONB.MJ. MONB.ML. MU.0592. PN.129.13.067. PN.131.4.166. PN.131.5.125. PN.131.5.139.
-- Problemi:
-- Contenuto: Prologo per esaltare la Pasqua. Invito a tutti i profeti e i giusti dell'Antico Testamento a partecipare alla festa. Esegesi del testo evangelico della passione e della resurrezione secondo il racconto di Giovanni 13-20.18. Esortazioni conclusive. Due codici completi: Morg. XLIII 19, tavv. 3-56 (M595, a.D. 855); e Morg. XLII (M594, IX sec., difficilmente leggibile). Frammenti da un codice del Monastero Bianco Contenuto, secondo Morg. XLIII: tavv. 1-12, prologo (celebrazione della maggiore fra le feste, cioè la Pasqua; tutti i profeti sono chiamati retoricamente a prenderne parte). Tavv. 12-54, commento alla Passione, secondo il Vangelo di Giovanni, con la Resurrezione e la prima apparizione. Tavv. 54-56, breve conclusione. Non vi sono brani autobiografici, né notizie di carattere storico contemporaneo.

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De Passione 2. = clavis 0115

-- Periodo: ciclo di Cirillo di Gerusalemme.
-- Manoscritti: MICH.BI. MICH.BJ. MICH.BR. MONB.MK. PN.131.3.51-55. PN.131.3.56. RV.B109.114.4. RV.B109.115.2-7. WK.09577.
-- Problemi:
-- Contenuto: Prologo, nel quale si rimanda all'omelia precedente, perché quale non si è potuto esaurire l'argomento della resurrezione. Tale argomento sarà concluso nella presente omelia. Esegesi del testo evangelico di Giovanni 20.19-20.23. Conclusione, in cui si esortano i fedeli a risollevarsi dal peccato. Tre codici completi: Morg. XLIII, tavv. 159-188; Morg. XXXIV (M596, a.D. 872), tavv. 53-75; Morg. XXXV (M598, IX sec.), tavv. 19-44. Contenuto: prologo, in cui si riferisce all'omelia precedente. Commento al Vangelo di Giovanni: Gesù e Tommaso; pesca miraco- losa; colloquio con Pietro. Conclusione esortatoria.
L'omelia a cui si riferisce nel prologo ``Epulas quae nobis heri paratae sunt, perficere nequimus propter divitias earum...'', dove NSAF = heri è da intendere in senso lato, cioè la settimana precedente) è chiaramente la cc0114, sia per motivi stilistici (qualità del contenuto), sia per il fatto che è scelto il Vangelo di Giovanni, e il commento della n. 1 si ferma proprio dove comincia quello della n. 2.
Non vi sono brani autobiografici, né notizic di carattere storico contemporaneo.

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De Passione A. = clavis 0116

-- Periodo: ciclo di Cirillo di Gerusalemme.
-- Manoscritti: MICH.BR.
-- Problemi:
-- Contenuto: Prologo: Dio è adirato contro gli Ebrei fin dall'esodo dall'Egitto. Narrazione dell'infanzia di Maria per dimostrare che la sua natura è umana. Commento al racconto della passione e resurrezione fino all'apparizione a Maria. Interruzione dell'omelia: si annuncia il seguito nella successiva synaxis. Battesimo di Castore giudeo. Il titolo allude al battesimo di Castore giudeo (cf. sopra) e prosegue: . Locutus est etiam in hoc ipso sermone multas narrationes a Iosepho et Irenaeo magnis hebraeis. Et sermonem pronuntiavit coram regina Elena Christum amanti, matre regis Constantini Deum amantis... )>. Queste notizie sono del tutto fuori luogo, rispetto a questa omelia, e si riferiscono invece al sermone sulla croce (sotto, nx 5); esse ci provano che la presente omelia è stata composta p o almeno attribuita a Cirillo p da qualcuno che era già a conoscenza del ' ciclo ' cirilliano delle ``21 catechesi'', e dunque vi è stata aggiunta posteriormente.
Un elemento interessante di questa omelia è l'accenno all'eretico Carpocrazio, con cui spesso polemizzano anche le omelie copte ' cirilliane ' (tav. 148: . Opprobrium nunc accipiat, et os claudat Carpocratius foedus, qui insolenter dixit se nescire id esse acetum, dummodo id non gustaret /).

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De Passione B. = clavis 0117

-- Periodo: ciclo di Cirillo di Gerusalemme.
-- Manoscritti: MICH.BR.
-- Problemi:
-- Contenuto: Prologo. Le donne danno la notizia della resurrezione degli apostoli. Pietro al sepolcro. Apparizione in Emmaus. Apparizione agli apostoli. Discorso immaginario dei fedeli con Cristo risorto che narra la sua resurrezione. Gesù e Pietro. Esortazioni e conclusione.

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De Vita et Passione Christi. = clavis 0113

-- Periodo: ciclo di Cirillo di Gerusalemme. ciclo di omelie con apocrifi.
-- Manoscritti: MICH.BS.
-- Problemi: Un codice completo: Morg. XLIV (M610, IX sec.). Questo scritto, che sicuramente non faceva parte del ' ciclo ' autentico di Cirillo, è uno dei parecchi apocrifi copti, nei quali un personaggio narra di aver trovato un antico testo contenente una rivelazione degli Apostoli, e lo riporta integralmente. In questo caso il supposto Cirillo trascrive una narrazione della vita di Gesù, con particolare riguardo alla Passione.
-- Contenuto:

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In Canticum Vineae. In Is. 5. = clavis 0020

-- Periodo: ciclo di Cirillo di Gerusalemme. omelie tardive.
-- Manoscritti: MONB.DA. MONB.FV. PN.129.17.04-08. PN.131.6.097.
-- Problemi: Cf. DEVOS #0713 e #0758. L'attribuzione a Cirillo di Gerusalemme è proposta da me per motivi puramente interni all'opera, ed è molto dubbia.
-- Contenuto: L'omelia si suppone pronunciata a Gerusalemme. È un ampio commento a Is. 5 (Cantico della vigna), diviso in tre parti: 1. Sul cantore (identificato col Logos); i canti sono i comandamenti; la vigna è il popolo di Dio. 2. La siepe (recinto) è la legge divina. Le rose sono i patriarchi Abramo, Isaac, Giacobbe, Giuseppe. Su Giuseppe si sofferma molto. 3. La torre (il testo è mutilo, soprattutto in questo punto).

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In Crucem. = clavis 0120 (CG3602)

-- Periodo: ciclo di Cirillo di Gerusalemme.
-- Manoscritti: MERC.AE. MICH.AO. MICH.AP. MONB.GD. OB.COPT.D230.021.
-- Problemi: Tre codici completi: Brit. Mus. Or. 6799 (a.D. 1053; ed. BUDGE, Miscellaneogs Coftic Texts, London 1915, p. 183-230); Morg. XV (M599, a.D. 855); Morg. XVI (M600, a.D. 906), tavv. 3-90. Frammenti di un codice del Monastero Bianco 21 La versione araba è stata pubblicata da CARALI, . Al-Machriq / 31 (1933) passim, 32 (1934) passim; poi nel volume: L'exaltation de la Sainte Croix, La Revue Patriarcale, 1934; cf. GRAF, . Oriens Christ. / 32 (1935) 274-6.
-- Contenuto: Prologo basato su passi biblici riguardanti la regalità di Cristo. Storia di Isaac samaritano convertitosi in seguito al miracolo della croce nella fonte operato per mano di apa Bachos. Viaggio di Isaac a Gerusalemme per ricevere il battesimo da Cirillo. Nella storia di Isaac si inserisce a questo punto una predica di Cirillo in lode della croce, in cui sono narrati: miracolo di Cleopa e Rufo parenti di Maria; storia dell'occultamento del Santo Sepolcro da parte dei giudei; ritrovamento della croce ad opera di Costantino ed Elena, che a sua volta contiene: storia di Eusignio; storia di Giuda; episodio della croce luminosa. Riprende la storia di Isaac che viene battezzato. Contenuto, secondo il cod. del Brit. Mus.: a) introduzione (ff. 2a-6b). b f. 6b-13b, storia di Isaac samaritano, convertito da apa Bachos presso la fonte di Gabaon. c) Ff. 13b-14a, miracolo della croce, avvenuto presso la fontana di Eliopoli, in Egitto. Questo brano è chiaramente interpolato, forse da un'omelia attribuita a Cirillo di Alessandria. d) Ff. 14a-19a, Isaac si reca a Gerusalemme, dove è istruito e battezzato da Cirillo. e) Ff. 19a-22a, storia di Cleopa, parente della Vergine, di suo figlio Rufo e della sparizione della Croce. Al f. 22aI sono citati Giuseppe e Ireneo (( storici )> (secondo Morg. XV, tav. 38 e Morg. XVI, tav. 49: Filone e Ireneo), ed una lettera che Vespasiano avrebbe scritto a Tolemeo d'Egitto (!) invitandolo a maltrattare i Giudei. /) Ff. 22a-25a, lodi della Croce. Al f. 23b2 è citato Giuliano l'apostata; al f. 24bI ancora Giuseppe e Ireneo (cosl anche Morg. XVI, tav. 56; Morg. XV, tav. 42: solo Giuseppe). g) Ff. 25a-fine, storia della scoperta della Croce. Sono narrate: la visione di Costantino in Persia e la spiegazione data da Eusignio; la raccomandazione fatta dall'imperatore al figlio Costantino di cercare la croce (il testo integrale in questo punto è dato da Morg. XV, tav. 49 e Morg. XVI, tavv. 67-68); il ritrovamento della croce da parte di Elena e Costantino II, con l'aiuto di Giuda-Ciriaco. Come si vede, abbiamo in questa parte una versione particolare di una delle leggende sul ritrovamento della croce. T data anche una ' sequenza ' di vescovi di Gerusalemme molto strana: Giuseppe, Giuda-Ciriaco, Marco, Cirillo. La famosa apparizione della croce sarebbe avvenuta sotto Giuseppe.

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In Mariam Magdalenam. = clavis 0118

-- Periodo: ciclo di Cirillo di Gerusalemme.
-- Manoscritti: CF.ACA. NM.665.04.
-- Problemi:
-- Contenuto:

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In Mariam V.. = clavis 0119 (CG3603)

-- Periodo: ciclo di Cirillo di Gerusalemme.
-- Manoscritti: MERC.AB. MICH.BH. MICH.BP. MONB.FD.
-- Problemi: Tre codici completi: Brit. Mus. Or. 6784 (ed. BUDGE, Miscell., cit., p. 49-73); Morg. XXXIII (M597, a.D. 914); Morg. XLI (M583 a.D. 848), tavv. 277-313. Frammenti da un codice del Monastero Bianco. Di questa omelia esiste la versione etiopica. Il Van Lantschoot divide erroneamente la tradizione manoscritta in due redazioni; in realtà ogni manoscritto differisce parzialmente dagli altri, secondo una caratteristica normale ai testi copti, senza che si possa parlare di vere e proprie reda- zioni. Di questa omelia dà un riassunto il Muller, Die alte koftische Predigt, Berlin 1954, cf. p. 192, 207-17, 318-9.
-- Contenuto: Introduzione richiamante le altre due omelie di Cirillo In crucem e De passione (a-b). Brano teologico tendente a mostrare la natura umana e quindi corporea di Maria contro gli eretici che ne fanno una dynamis. A questo proposito si narra la storia del monaco Annarico di Maiuma, convertito da Cirillo. Narrazione della morte e del funerale di Maria. Conclusione. Contenuto, secondo il codice del Brit. Mus.: a) ff. Ia-2b, intro- duzione (cf. il brano citato sopra). b) Ff. 2b-4a, polemica con gli eretici che affermano la Vergine essere solo una ' dynamis ' divina. Sono espressamente Ebion ed Arpocratios (cf. Morg. XXXIII, tav. 98 e Morg. XLI, tav. 281); il riferimento è evidentemente una contaminazione di due note eresie (cf. Iren. Adv. Haeves. I, 25; Epiph. Panav. XXIX). c) Ff. 4a-lOb, la vita della Vergine, con la nascita di Gesù, la fuga in Egitto etc. Al f. 5a sono citati Giuseppe e Ireneo (( ex-ebrei come me / (cf. Morg. XXXIII, tav. 103 e Morg. XLI, tav. 284): cf. l'omelia nx 5, parti e) ed f). d) Ff. IOb-15a, storia del monaco eretico Annari- co di Maiuma di Gaza. Egli era ebionita, e dichiarava che i suoi maestri erano Ebion e Sator (Morg. XXXIII, tav. 116: Sarto; Morg. XLI, tav. 296: Sarton) oltre a Carpocratio: siamo sempre nell'am- bito dell'eresia ebionita. L'autore sa bene che gli ebioniti avevano Ull loro . Vangelo secondo gli Ebrei >), accanto ai quattro canonici. Al f. 13b è citato l'Ancovatus di Epifanio, di cui peraltro esisteva la versione coptas9. e) Ff. 15a-22b, morte di Maria. Al f. 17a sono ancora citati i nomi di Giuseppe ed Ireneo. /) Conclusione.

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