Giovanni Crisostomo: 0044

Lista delle opere:
Ad Stelechium
Ad Theodorum II
Admonitiones
Cum Saturninus ...
De Annuntiatione
De Ascensione
De Ascensione
De Chananaea
De Creatione
De Crucifixione
De Filio Prodigo
De Nativitate
De Nativitate
De Peccatrice
De Pentecoste
De Pentecoste
De Poenitentia
De Resurrectione
De Samaritana
De Samaritana
De Scribis et Pharisaeis
De anima et corpore
De baptismo
De hora mortis
De morte et iudicio
De parabola ficus
De remissione peccatorum
De salute animae
De vita caelesti
Epistulae
In 4 Animalia
In David et Saul III
In Gabrielem et Raphaelem
In Gen. 30
In Heliam
In I Cor.
In II Cor. 5.17
In Io. 22
In Io. 4.4
In Iohannem Baptistam
In Ioseph Patriarcham
In Lc. 11.37
In Lc. 12.16
In Michaelem
In Mt. 12.14
In Mt. 15,22
In Mt. 18.18
In Mt. 6.24 & 28
In Mt. varia
In Petrum et Heliam
In Ps. 38
In Ps. 48
In Ps. 50
In Ps. 6
In Ps. 6
In Raphaelem
In Susannam
In Victorem
In ep. ad Coloss. 9
In ep. ad Hebraeos
In ep. ad Thess. 1-2
In ep. ad Thess. 15
In ep. ad Titum
Quod Deus non est auctor malorum

Notizie generali


Nato in Antiochia (ca. 347) ed ivi consacrato diacono (381) e presbitero (386), fu eletto vescovo di Costantinopoli nel 398, ma fu esiliato nel 404 nel Caucaso dove morì nel 407. Ad Antiochia aveva compiuto studi superiori; si era poi dato per qualche anno alla vita monastica, fino ad essere iniziato agli ordini ecclesiastici dal vescovo Flaviano. A Costantinopoli fu chiamato contro la sua volontà, ed il suo moralismo lo pose in urto con parte almeno della corte imperiale.
Egli è qui menzionato per la parte importante che la sua figura ha nella letteratura copta. Per quanto riguarda i suoi rapporti con l'Egitto, l'episodio fondamentale resta quello della disputa con Teofilo di Alessandria per aver Crisostomo accolto alcuni monaci fuorusciti origeniani d'Egitto (i ``Fratelli Lunghi''). A seguito di ciò Teofilo riuscì a farlo condannare (sinodo ``della Quercia'', 403) e con l'intervento dell'imperatrice Eudossia a mandarlo in esilio.
È sorprendente che, nonostante ciò, la figura del Crisostomo fosse entusiasticamente recepita dalla tradizione copta, sia come autore di omelie, sia come santa persona. E questo senza pregiudizio per la figura di Teofilo. In realtà le fonti copte più antiche ed autorevoli sulla figura del Crisostomo trascurano (per quanto è dato vedere) i suoi rapporti con Teofilo, facendo risalire tutte le sue disavventure ad Eudossia.
Così la Historia ecclesiastica (1561) lo definisce ``saggio uomo di Dio, pieno di fede, sapienza e carità''; e dopo aver riferito a lungo delle sue opere letterarie attribuisce le sue disgrazie unicamente alla disputa con la malvagia Eudossia (1651-1726). E analogamente si comporta il testo delle cosiddette Memorie di Dioscoro (Traduz. Orlandi para. 98-99).
D'altra parte troviamo pure in copto la traduzione della Vita Epiphanii ep. Salaminae, nella quale i rapporti fra Teofilo e Giovanni Cr. sono messi in evidenza; ed una omelia, sia pure falsa e tarda, attribuita a *Cirillo di Alessandria, De hora mortis, anch'essa conosce questo episodio, pur parlando di una riconciliazione post mortem dei due vescovi. Il pallido ricordo delle vicende della vita di Giovanni Cr. e della sua morte in esilio ha suscitato più tardi, nel periodo dei *Cicli (ca. VII sec.), una serie di testi romanzeschi, a lui attribuiti o che parlano di lui, che vanno considerati a parte (cf. sotto).
Noi cominceremo con l'elencare qui le opere genuine del Cristostomo giunte in traduzione copta. Fra quelle del periodo monastico: Epistula II ad Theodorum, Epistula ad Stelechium (Frgm. di Vienna, Papyrussamml. K0000, ed. Orlandi). Fra le omelie sono importanti soprattutto quelle in saidico: Excerpta dalle omelie sull'Epistola agli Ebrei (frammenti dal Monastero Bianco). In Ioseph, In Susannam (CPG 4566-7; Ms di Torino, Mus. Egizio Cat. 63000, cod. VIII,15-25; London Brit. Lib. OR 5001; ed. Rossi e Budge). De Davide et Saul III (CPG 4412.3; Ms di Torino, Mus. Egizio Cat. 63000, cod. VIII,26-39; ed. Rossi). In Petrum et Heliam (CPG 4513; framm. dal Monastero Bianco; ed. Devos). De Chananaea (CPG 4529; Ms London, Brit. Lib. OR. 5001, ed. Budge). De Nativitate (CPG 4657); Ms New York, P. Morgan Lib., C6; ed. Crum). In Mt. 12.4 (exeuntes pharisaei) (CPG 4640; Ms Torino, Mus. Egizio, Cat. 63000, cod. VI,74-91). De Pentecoste (CPG 4536; framm. dal Monastero Bianco).
Molte altre se ne trovano in boairico, soprattutto nel codice Vaticano Copto 57, ma anche in altri codici da S. Macario (cf. Hebbelynck-Van Lantschoot ===); ma è probabile che si tratti di una traduzione derivata dal saidico, e nei casi di traduzione di prima mano non sembra probabile che possa risalire al V(-VI) secolo, come quelle in saidico.
Altre omelie sono invece non solo sicuramente spurie, ma redatte con grande probabilità direttamente in copto non prima della metà del VI secolo. Tralasciando per ora il ``ciclo di Crisostomo'' (cf. sotto), elencheremo: De Resurrectione (Ms New York, P. Morgan Lib. M595; inedito). Trattando dei normali episodi riferiti alla Resurrezione, si sofferma soprattutto su due punti interessanti: il computo cronologico della permanenza di Gesù nella tomba e del momento della Resurrezione; ed un episodio ``autobiografico'' relativo ad un certo Eutychus, morto quando Cristostomo era vescovo da due anni.
In Iohannem Baptistam (Ms London, Brit. Lib. OR 7024, ed. Budge; framm. dal Monastero Bianco). Dopo una prima parte normalmente encomiastica, si riporta quanto l'autore avrebbe trovato in un prezioso libro della biblioteca degli apostoli, a Gerusalemme, circa gli onori tributati in cielo a Giovanni Battista.
In Raphaelem arch. (Ms London, Brit. Lib. OR 7022+6806A, ed. Budge; framm. dal Monastero Bianco). Dopo un prologo normale, si introduce un episodio ``autobiografico'' nel quale Arcadio fa costruire l'oratorio di Raffaele. Segue il racconto dei miracoli avvenuti nell'oratorio.
In quattuor animalia (Ms. New York, P.Morgan Lib. M612 + Berlin, Papyrussamml. P11965; framm. da Qasr Ibrim). Si tratta di uno di questi testi relativi alla ``intronizzazione'' di creature angeliche (cf. le analoghe di *Michele, *Raffaele etc.). Il preteso Giovanni avrebbe trovato il testo in un libro della biblioteca dell'Anastasis di Gerusalemme (dialogo fra Gesù e i discepoli prima della Resurrezione).
In Lc. 7.37 ``de peccatrice'' (Ms. New York, P. Morgan M===; ed. Yassa) è una semplice esegesi del passo della peccatrice che unge i piedi di Gesù. - In Michaelem (Ms New York, P. Morgan Lib. M592) === da vedere ===. - In Michaelem et latronem (Ms boairico, Vaticana Copto ===; ed. Simon): elenco delle festività dedicate a Michele nel corso dell'anno liturgico, e relativi miracoli e apparizioni. - In Heliam proph. (Ms. boairico London Brit. Lib. ===; ed. Budge): semplice compilazione di brani biblici riferiti ad Elia.
Passiamo finalmente al ciclo dedicato a Giovanni Crisostomo, che come abbiamo accennato appartiene ad uno speciale tipo di produzione di testi copti (cf. *Cicli), da attribuirsi al VII secolo circa. Si tratta di una serie di testi imperniata sulla vita del Crisostomo e distinta in due parti: la sua attività fra Antiochia e Costantinopoli nel periodo in cui fu eletto vescovo; e le peripezie relative al contrasto con Eudossia (di Teofilo non si parla) e all'esilio.
Per quanto riguarda la prima parte, si nota soprattutto la creazione di un personaggio fittizio, *Demetrio vescovo di Antiochia, che avrebbe consacrato Giovanni Cris. presbitero. A quale scopo rispondesse la sostituzione di questo Demetrio al Flaviano storicamente vero è oggi impossibile dire. A Demetrio vennero comunque attribuite anche alcune omelie. Al Crisostomo di questo periodo ne venne per lo meno attribuita una, In Victorem (Ms dal Monastero Bianco; ed. Bouriant ==== e Von Lemm ====), nella quale egli stesso parla appunto della sua consacrazione e del suo spostamento a Costantinopoli.
Per la seconda parte, abbiamo soprattutto una specie di biografia del Crisostomo (framm. dal Monastero Bianco; ed. Orlandi === cf. Devos ===) nella quale egli, dopo aver passato varie sofferenze in esilio nella Tracia, converte quella popolazione al cristianesimo. In quest'opera si parla già di un Antimo, che secondo l'omelia In Michaelem attribuita ad *Eustazio di Tracia, sarebbe diventato vescovo di Tracia, ed a lui sarebbe successo appunto Eustazio. Del medesimo ambiente parla anche un'omelia attribuita a *Proclo di Costantinopoli, In xxiv Seniores.

Ad Stelechium. = clavis 0161 (CG4309)

-- Periodo: traduzioni classiche.
-- Manoscritti: WK.03194.
-- Problemi: Il testo conservato è troppo breve per permettere osservazioni.
-- Contenuto: PG 47, 393-422

Ad Theodorum II. = clavis 0162 (CG4305)

-- Periodo: traduzioni classiche.
-- Manoscritti: BL.PAP.XIV.A. BL.PAP.XIV.B. BL.PAP.XIV.G.
-- Problemi: La versione copta sembra essere alquanto differente dal greco tràdito. Cf. Crum #4555 no. 981
-- Contenuto: PG 47, 277-316

Admonitiones. = clavis 0618 (CG4670)

-- Periodo: traduzioni classiche.
-- Manoscritti: MACA.DT 177-187.
-- Problemi:
-- Contenuto:

Cum Saturninus .... = clavis 0611 (CG4393)

-- Periodo: traduzioni classiche.
-- Manoscritti: MACA.AC 172-178.
-- Problemi:
-- Contenuto:

De Annuntiatione. = clavis 0610 (CG4667)

-- Periodo: traduzioni classiche.
-- Manoscritti: MACA.AC 166-171.
-- Problemi:
-- Contenuto:

De Ascensione. = clavis 0471

-- Periodo: traduzioni classiche.
-- Manoscritti: MONB.VY.
-- Problemi:
-- Contenuto:

De Ascensione. De Pentecoste. = clavis 0472

-- Periodo: traduzioni classiche.
-- Manoscritti: PN.131.1.33-36.
-- Problemi:
-- Contenuto:

De Chananaea. In Mt. 15,22. = clavis 0147 (CG4529)

-- Periodo: traduzioni classiche.
-- Manoscritti: CMCL.AW. NM.664B.28.
-- Problemi: L'omelia è attribuita in greco a Giovanni Crisostomo. (Cf. Mercati JTS 8 (1906-7) 114). Può essere di carattere ascetico, dal momento che tratta congiuntamente dei due problemi della preghiera e della misericordia divina. All'inizio dell'omelia vi sono accenni autobiografici alle disavventure di Crisostomo.
L'omelia è attribuita nel codice copto ad Eusebio ``storiografo'', dunque Eusebio di Cesarea. Questo potrebbe essere sorprendente, ma è solo il segno della particolare maniera di operare da parte dei traduttori copti e di coloro che curarono poi la relativa tradizione manoscritta. Non è nemmeno sicura l'attribuzione in greco a Giovanni Crisostomo, anche se l'omelia appare in due collezioni latine antiche (cf. De Aldama #1046, Nr. 434). È da notare che le versioni greca, latina e copta sono differenti in molti punti, e denunciano i rimaneggiamenti portati ad un testo molto popolare e diffuso. Nel ms copto l'omelia è attribuita ad Eusebio storiografo, di Cesarea; il che è naturalmente faso. L'autenticità crisostomiana è comunque disputata (cf. De Aldama 434), nonostante che l'omelia sia compresa nella collezione latina risalente al V sec. (Wilmart), e sia nota un'altra traduzione latina risalente forse all'inizio del VI sec. (c.d. di Lorenzo di Milano o Novara). Il fatto è che i tre testi, greco latino e copto, rappresentano versioni differenti dell'opera, che essendo molto popolare, come sembra, avrà conosciuto rimaneggiamenti e varie attribuzioni.
-- Contenuto: PG 52, 449-460. Il contenuto è semplicemente esegetico, salvo l'accenno iniziale alle disavventure di Crisostomo.

De Creatione. = clavis 0473

-- Periodo: traduzioni classiche.
-- Manoscritti: MONB.CA.
-- Problemi:
-- Contenuto:

De Crucifixione. = clavis 0474

-- Periodo: traduzioni classiche.
-- Manoscritti: PN.131.1.48.
-- Problemi:
-- Contenuto:

De Filio Prodigo. = clavis 0475 (CG4577)

-- Periodo: traduzioni classiche.
-- Manoscritti: MACA.DT.
-- Problemi:
-- Contenuto:

De Nativitate. = clavis 0163

-- Periodo: traduzioni classiche.
-- Manoscritti: CC.9272. MU.0158.24. NM.C06. PN.131.1.32. PN.131.1.38.
-- Problemi: Un foglio da un codice papiraceo [W. E. CKUM, Theological Texts, Oxford 1913, n. VI. L'altro frammento compreso sotto lo stesso numero non proviene dalla medesima omelia] ci conserva il titolo e l'inizio di un'omelia di Basilio di Cesarea, Sul Natale. In realtà, come ben vide G. Mercati [G. MERCaTt Journ. of Theol St. 8 (1917) 355-7 (= Studi e Testi, 79, pp. 458)], si tratta di un'omelia tramandata in greco sotto il nome di Giovanni Crisostomo (PG 61, 763-768) ma certo non autentica [A. DE ALDAMA, Repertorium Pseudo-Chrisostomicum, Paris 1969, n. 319], né l'attribuzione copta può trovare di per sé maggior credito, salvo un eventuale approfondimento del problema. L'omelia è di quelle per cui si è dubitato dell'autenticità (De Aldama 319). In effetti il ms M.C6 la attribuisce a Basilio di Cesarea (il nome è in lacuna, ma è da accettare l'osservazione di Crum Texts, ad loc.), l'altro al Crisostomo. Certo essa era molto diffusa, ma altrettanto incerta di attribuzione, come attestano le citazioni che si trovano in Teodoreto (PG 83, 209-212), che la attribuisce a Severiano, ed in Severo di Antiochia (Contra imp. gramm. 3, cap. 36) che l'attribuisce al Crisostomo.
-- Contenuto: PG 61, 763-768

De Nativitate. = clavis 0602 (CG4334)

-- Periodo: traduzioni classiche.
-- Manoscritti: MACA.AC 098-111.
-- Problemi:
-- Contenuto:

De Peccatrice. In Lc. 11.37. = clavis 0172

-- Periodo: omelie tardive.
-- Manoscritti: MICH.CB.
-- Problemi: Questa omelia appartiene al periodo tardo della letteratura copta, ma non sembra collocabile in un ciclo preciso, salvo che per il nome di Giovanni Crisostomo.
-- Contenuto: Esortazione alla penitenza. Esegesi di Lc. 11.37. Ancora sulla penitenza.

De Pentecoste. = clavis 0165 (CG4536)

-- Periodo: traduzioni classiche.
-- Manoscritti: MONB.VY.
-- Problemi: L'omelia è stata ritenuta spuria insieme ad altre due dello stesso argomento. Ma la nostra (n. 1) si trova anche nella collezione latina (Wilmart) antica, e la triplice testimonianza greco-latino-copto (in copto è conservato anche il titolo) dovrebbe pesare ora nel giudizio sulla genuinità. La traduzione è fedele, e come nei casi analoghi varrebbe la pena di fare un'edizione critica nelle tre lingue.
-- Contenuto: PG 52, 803-808

De Poenitentia. = clavis 0166 (CG4631)

-- Periodo: traduzioni classiche.
-- Manoscritti: CC.-ABUMAQAR.003. CP.B29.1-6. MACA.DT.
-- Problemi: L'omelia è stata anche attribuita a Severiano: cf. De Vis #0146 II p. 200-4.
-- Contenuto: PG 60, 765-768

De Resurrectione. = clavis 0167

-- Periodo: ciclo di Giovanni Cris. in Tracia. ciclo di omelie con apocrifi.
-- Manoscritti: MICH.BR.
-- Problemi:
-- Contenuto: Storia di Eutycos, morto tre anni prima, quando Crisostomo era vescovo da due anni. Adamo e il peccato originale. Salvazione. Computo del tempo di Gesù nella tomba. Maria alla tomba. Apparizione agli apostoli. Gioia di Gesù per la Chiesa. Ascensione. I due ladroni. Computo del tempo della resurrezione. Pietro e le chiavi. Gli apostoli (sono nominati Rufo e Alessandro).

De Samaritana. = clavis 0606 (CG5003)

-- Periodo: traduzioni classiche.
-- Manoscritti: MACA.AC 136-140.
-- Problemi: Testo greco ed. Uthemann etc., Turnhout 1994, n. 31.
-- Contenuto:

De Samaritana. = clavis 0608

-- Periodo: traduzioni classiche.
-- Manoscritti: MACA.AC 153-158.
-- Problemi:
-- Contenuto:

De Scribis et Pharisaeis. In Mt. 12.14. = clavis 0173 (CG4640)

-- Periodo: traduzioni classiche.
-- Manoscritti: GIOV.AF.
-- Problemi: L'autenticità crisostomiana dell'omelia è stata messa in dubbio (De Aldama 333), probabilmente a torto.
-- Contenuto: PG 61, 705-710. L'omelia è di carattere strettamente esegetico.

De anima et corpore. = clavis 0223 (CG2004)

-- Periodo: scuola asiatica.
-- Manoscritti: CMCL.AW.
-- Problemi:
Melitone De anima et corpore è perduto come omelia a sé nella tradizione greca principale, salvo che per alcuni excerpta inclusi in altre omelie dall'antichità. Invece ne abbiamo il testo completo (sia pure in redazioni differenti) in copto (sotto il nome di Atanasio); in siriaco (sotto il nome di Alessandro di Alessandria); in georgiano (sotto il nome di ambedue). Ne esiste anche una parte fra i testi pseudo-crisostomici.
Non entriamo nel merito delle differenze redazionali. Possiamo dire che il copto sembra dare l'idea più completa del testo originale, che era diviso in due parti. La seconda parte è in certo senso la più ovvia, e parla dell'incarnazione e della passione del Salvatore, in termini molto simili a quelli del De Pascha. La prima parte, invece, contiene un notevole brano teologico sul problema della relazione fra Anima e Corpo, che in ogni caso è molto lontano da una teologia che potesse essere accettabile per un seguace della scuola alessandrina.
-- Contenuto:

De baptismo. = clavis 0603 (CG4522)

-- Periodo: traduzioni classiche.
-- Manoscritti: MACA.AC 112-122.
-- Problemi:
-- Contenuto:

De hora mortis. = clavis 0476

-- Periodo: traduzioni classiche.
-- Manoscritti: MACA.DU.
-- Problemi:
-- Contenuto:

De morte et iudicio. = clavis 0477

-- Periodo: traduzioni classiche.
-- Manoscritti: DC.MS819B.
-- Problemi:
-- Contenuto:

De parabola ficus. = clavis 0601 (CG4588)

-- Periodo: traduzioni classiche.
-- Manoscritti: MACA.AC 090-097.
-- Problemi:
-- Contenuto:

De remissione peccatorum. = clavis 0598 (CG4629)

-- Periodo: traduzioni classiche.
-- Manoscritti: MACA.AC 023-030.
-- Problemi:
-- Contenuto:

De salute animae. = clavis 0600 (CG4622)

-- Periodo: traduzioni classiche.
-- Manoscritti: MACA.AC 066-074.
-- Problemi:
-- Contenuto:

De vita caelesti. = clavis 0478

-- Periodo: traduzioni classiche.
-- Manoscritti: CF.AAZ.
-- Problemi:
-- Contenuto:

Epistulae. = clavis 0479

-- Periodo: traduzioni classiche.
-- Manoscritti: BL.OR07561.070.
-- Problemi:
-- Contenuto:

In 4 Animalia. = clavis 0177

-- Periodo: ciclo di institutio angelorum. omelie tardive. opere agiografiche tardive.
-- Manoscritti: MICH.AT. OB.COPT.C60-61.
-- Problemi: I sei fogli finali del manoscritto sono a Berlino e non sono stati compresi nell'edizione fotografica.
-- Contenuto: Prologo: benvenuto alla folla. Gioia per la creazione degli asomatoi. Descrizione degli animali. Loro funzione. Descrizione dell'institutio dei 4 animali, con discorsi di Michele e Gabriele. Tutti devono gioire. Narrazione: Giovanni, partendo da Atene (prima di farsi monaco) va a Gerusalemme e sta quattro mesi nella casa di Maria, poi all'Anastasis, dove studia la biblioteca. Trova un libro degli apostoli, in cui si narra: Sono riuniti sul Monte degli Ulivi. Giunge il Salvatore con gli angeli. Tommaso chiede ragguagli sui 4 animali. Spiegazioni di Gesù. Funzione dei 4 animali. Pregano e intercedono per l'uomo. Quando un uomo pecca, uno dei 4 (quello ``uomo'') prega Enoch di aspettare a scrivere. (Dio ha sostituito Mafriel con Enoch...). Tommaso chiede i nomi e il giorno dell'institutio. È in 4 Athor. I nomi: Cherubiel Zarafiel Baruchael Dothiel. I 4 animali parlano. Prima si nominano, poi dicono quello che hanno fatto, collaborando alla creazione. Parla Michele. Prega Gesù di istituire l'indulgenza per la festa dei 4 animali. Gesù acconsente. Il Salvatore torna in cielo. Ecco quello che Giovanni ha trovato nel libro. Poi torna ad Antiochia. Viene chiamato in causa Isaia e la sua visione. Esortazioni al clero. Viene chiamato Giovanni apostolo: Apocalisse. Viene chiamato Ezechiele: visione.

In David et Saul III. = clavis 0168 (CG4412.3)

-- Periodo: traduzioni classiche.
-- Manoscritti: GIOV.AI.
-- Problemi: Del ciclo di tre omelie su David e Saul pronunciato dal Crisostomo nel 387, è stata scelta la terza in ambiente copto, crediamo a causa del contenuto morale.
-- Contenuto: PG 54, 695-708. L'omelia tratta principalmente degli spettacoli e della necessità di sopportare le ingiurie del prossimo.

In Gabrielem et Raphaelem. In Raphaelem. = clavis 0176 (CG5050.2)

-- Periodo: ciclo di miracula. ciclo di Giovanni Cris. in Tracia. opere agiografiche tardive.
-- Manoscritti: MERC.AN. MONB.VY. PL.E10611. PN.132.1.12.
-- Problemi:
-- Contenuto: Prologo: lodi di Gabriele. Misericordia di Gabriele, annunciazione, altre funzioni (Tobit). Altre lodi. Sul Martyrion di Raffaele. Racconto autobiografico. Arcadio vuole costruire il Martyrion. Miracolo di Eumenio. Miracolo di un diacono. Epilogo contro gli eretici.

In Gen. 30. = clavis 0604 (CG4409.30)

-- Periodo: traduzioni classiche.
-- Manoscritti: MACA.AC 122-131.
-- Problemi:
-- Contenuto:

In Heliam. = clavis 0481

-- Periodo: omelie tardive.
-- Manoscritti: CMCL.AT. CC.-ABUMAQAR.053. MR.CRAWFORD02B.
-- Problemi:
-- Contenuto:

In I Cor.. = clavis 0613 (CG4428)

-- Periodo: traduzioni classiche.
-- Manoscritti: MACA.AC 230-247.
-- Problemi:
-- Contenuto:

In II Cor. 5.17. = clavis 0482 (CG4701)

-- Periodo: traduzioni classiche.
-- Manoscritti: MACA.CI.
-- Problemi:
-- Contenuto:

In Io. 22. = clavis 0609 (CG4425.22)

-- Periodo: traduzioni classiche.
-- Manoscritti: MACA.AC 158-166.
-- Problemi:
-- Contenuto:

In Io. 4.4. = clavis 0607 (CG4581)

-- Periodo: traduzioni classiche.
-- Manoscritti: MACA.AC 141-153.
-- Problemi:
-- Contenuto:

In Iohannem Baptistam. = clavis 0170

-- Periodo: ciclo di omelie con apocrifi. omelie tardive.
-- Manoscritti: MERC.AR. PN.129.18.116-120.
-- Problemi: Cf. la polemica di Shenute a proposito di Giovanni Battista. Ed. Budge Apocr. 128-145.
-- Contenuto: Prologo. Lodi di Giovanni. Erodiade (da Mt. 14,6sgg.). Gesù e i discepoli di Giovanni. Apocrifo trovato a Gerusalemme: Dialogo fra Gesù e i discepoli sul Monte degli Ulivi. Gesù parla con loro di Giovanni. Gli fanno delle domande. Allora li porta in cielo a vedere. Giovanni è nel terzo cielo. Istituzione dell'indulgenza per Giovanni Battista. Interrogazioni sul fiume di fuoco che ogni uomo deve passare alla sua morte. Giovanni aiuterà i suoi fedeli. Visita al terzo cielo (descrizione molto materialistica). Conclusione.

In Ioseph Patriarcham. = clavis 0171 (CG4566)

-- Periodo: traduzioni classiche.
-- Manoscritti: GIOV.AI. PN.131.3.17.
-- Problemi: Il testo copto è sostanzialmente corrispondente a quello greco, e si rivela molto utile per una nuova edizione critica, necessaria dopo quella del Montfaucon. Questa omelia e quella IN SUSANNAM (v. sotto) sono state chiaramente concepite unitariamente, per essere predicate in giorni successivi. Quanto all'attribuzione, quella crisostomiana non ha convinto in genere i critici, che hanno proposto vari altri nomi (De Aldama 293 e 176). A proposito del copto, si è però sfortunatamente prodotto un equivoco, secondo il quale il ms di Londra attesterebbe un'attribuzione a Giovanni Digiunatore (Beck Kirche p. 424 n. 2, da cui De Aldama 176). Al contrario, l'editore (Budge) intende correttamente Giovanni Crisostomo, ed in effetti tutti i mss portano: il beato Giovanni vescovo di Costantinopoli, che per la tradizione copta era sicuramente il Crisostomo, anche se nei codici del VII sec. (cf. quello dell'Ad Stelechium) veniva omesso l'appellativo. Il copto dunque tende piuttosto a confermare che a smentire l'autenticità crisostomica. Quanto al motivo preusumibile per il quale le due omelie sono state divulgate in copto, riteniamo che esso debba essere ricercato nell'uso monastico, come esaltazione, nell'un caso e nell'altro, della verginità e della resistenza alle tentazioni carnali.
-- Contenuto: PG 56, 589-594

In Lc. 12.16. = clavis 0596 (CG4969)

-- Periodo: traduzioni classiche.
-- Manoscritti: MACA.AC 001-006 .
-- Problemi:
-- Contenuto:

In Michaelem. = clavis 0483

-- Periodo: omelie tardive.
-- Manoscritti: MACA.AF. MICH.AV. MONB.BU.
-- Problemi:
-- Contenuto:

In Mt. 18.18. = clavis 0484

-- Periodo: traduzioni classiche.
-- Manoscritti: LU.1090.05-07. RV.C096.01-04.
-- Problemi:
-- Contenuto:

In Mt. 6.24 & 28. = clavis 0597 (CG4424)

-- Periodo: traduzioni classiche.
-- Manoscritti: MACA.AC 006-022 .
-- Problemi:
-- Contenuto:

In Mt. varia. = clavis 0599 (CG4424)

-- Periodo: traduzioni classiche.
-- Manoscritti: MACA.AC 031-066.
-- Problemi:
-- Contenuto:

In Petrum et Heliam. = clavis 0175 (CG4513)

-- Periodo: traduzioni classiche.
-- Manoscritti: PN.131.3.67.
-- Problemi: L'omelia sembra appartenere al Crisostomo minore, ma essere genuina (cf. De Aldama 314)
-- Contenuto: PG 50, 725-736. L'argomento è relativo al perdono dei peccati, e viene svolto attraverso i due esempi di sacerdoti peccatori, Pietro apostolo ed Elia profeta.

In Ps. 38. = clavis 0485 (CG4543)

-- Periodo: traduzioni classiche.
-- Manoscritti: MACA.AM.
-- Problemi:
-- Contenuto:

In Ps. 48. = clavis 0605 (CG4413)

-- Periodo: traduzioni classiche.
-- Manoscritti: MACA.AC 132-136.
-- Problemi:
-- Contenuto:

In Ps. 50. = clavis 0486 (CG4544-5)

-- Periodo: traduzioni classiche.
-- Manoscritti: MACA.AN. MACA.BK.
-- Problemi:
-- Contenuto:

In Ps. 6. = clavis 0018

-- Periodo: traduzioni classiche.
-- Manoscritti: CC.-ABUMAQAR.061.1-3. MACA.AL.
-- Problemi: Il manoscritto boairico completo (MACA.AL) attribuisce l'omelia a Giovanni Crisostomo; essa è tuttavia compresa fra le opere attribuite in greco ad Anastasio Sinaita (cf. Van Lantschoot #4510 ad Vat.58, anche per il riconoscimento del frammento dall'altro codice).
-- Contenuto: PG 81, 1077-1116; altra recens. PG 81, 1116-1144.

In Ps. 6. = clavis 0470

-- Periodo: traduzioni classiche.
-- Manoscritti: MACA.AL.
-- Problemi:
-- Contenuto:

In Susannam. = clavis 0178 (CG4567)

-- Periodo: traduzioni classiche.
-- Manoscritti: CMCL.AW. GIOV.AI. WK.09146BIS.
-- Problemi: I due codici copti principali offrono l'identico testo, che corrisponde bene anche a quello greco, che tuttavia necessita di una nuova edizione critica dopo quella del Montfaucon. Per altri problemi cf. quanto detto per IN IOSEPH PATRIARCHAM. Ed. ROSSI #1424.1. BUDGE #0107.2. I due manoscritti copti offrono un testo identico. Esso corrisponde bene a quello greco, che tuttavia necessita una nuova edizione critica.
Questa omelia e la precedente sono state concepite unitariamente, e sono tramandate dalla tradizione greca per essere lette in giorni successivi. L'attribuzione crisostomiana non ha convinto i critici, che hanno proposto vari altri nomi (DE ALDAMA #1046 no. 293 e 176). A proposito del copto si è però sfortunatamente prodotto un equivoco, secondo il quale il manoscritto di Londra attesterebbe una attribuzione a Giovanni Digiunatore (cf. BECK #0000 p. 424 n. 2, da cui De Aldama ad no. 176). Al contrario, il Budge intende correttamente Giovanni Crisostomo; ed in effetti tutti i manoscritti portano: ``il beato Giovanni vescovo di Costantinopoli'', che per la tradizione copta era sicuramente il Crisostomo, anche se nei codici del VII secolo (cf. quello dell'Ad Stelechium) veniva omesso l'appellativo. Il copto dunque tende piuttosto a confermare che a smentire l'autenticità crisostomica. Quanto al motivo presumibile per il quale le due omelie sono state divulgate in copto, riteniamo che esso debba essere ricercato nell'uso monastico, come esaltazione, nell'un caso come nell'altro, della verginità e della resistenza alle tentazioni carnali.
-- Contenuto: PG 56, 589-594

In Victorem. = clavis 0179

-- Periodo: ciclo di Giovanni Cris. in Tracia. ciclo di Vittore, Claudio, Cosma e Damiano. ciclo di miracula. ciclo di rielaborazione di passiones.
-- Manoscritti: MONB.EQ. NM.665.06.
-- Problemi: Giovanni parla dei suoi rapporti col predecessore Demetrio.
-- Contenuto: (Inizio mutilo). Prologo. Racconto del martirio, molto lungo. Invettiva contro Romano generale. Miracoli: guarigioni varie. Conclusione: raccomandazioni.

In ep. ad Coloss. 9. = clavis 0616 (CG4433.9)

-- Periodo: traduzioni classiche.
-- Manoscritti: MACA.AC 272-278.
-- Problemi:
-- Contenuto:

In ep. ad Hebraeos. = clavis 0169 (CG4440)

-- Periodo: traduzioni classiche.
-- Manoscritti: IB.16.20-23.SUP. MONB.CR.
-- Problemi: È questa un'antologia, non una traduzione integrale, delle omelie crisostomiche sulla Lettera agli Ebrei. È probabile che tale antologia esistesse già in greco, e sia stata ripresa come tale dai traduttori. Sembra che il criterio con cui l'antologia è stata fatta fosse quello di privilegiare le parti più specificamente di argomento morale. Il manoscritto inizia con l'omelia XXV e prosegue almeno fino alla XXXII, probabilmente fino alla fine (om. XXXIV). Rappresentava esso un II tomo di un'antologia che partiva dall'om. I? È molto probabile, ma non lo si può affermare con sicurezza, anche perché i titoli non portano numerazione. È interessante notare come la raccolta crisostomica boairica del ms MACA.AC non contenga nemmeno un brano dalle omelie sulla Lettera agli Ebrei. P129.18.116-120 ?
-- Contenuto: PG 63, 9-236 (parziale)

In ep. ad Thess. 1-2. = clavis 0612 (CG4434-5)

-- Periodo: traduzioni classiche.
-- Manoscritti: MACA.AC 179-230.
-- Problemi:
-- Contenuto:

In ep. ad Thess. 15. = clavis 0614 (CG4436.15)

-- Periodo: traduzioni classiche.
-- Manoscritti: MACA.AC 256-262.
-- Problemi:
-- Contenuto:

In ep. ad Titum. = clavis 0615 (CG4438)

-- Periodo: traduzioni classiche.
-- Manoscritti: MACA.AC 262-272.
-- Problemi:
-- Contenuto:

Quod Deus non est auctor malorum. = clavis 0081 (CG2853)

-- Periodo: traduzioni classiche.
-- Manoscritti: MACA.AC. MONB.GS.
-- Problemi: Dell'omelia Quod Deus non sit auctor malorum (attribuita in greco a Basilio di Cesarea, PG 31, 32-353) esiste la traduzione quasi completa in un codice della Vaticana, Copt. 57, 11 (foll. 74-89) del secolo IX [cf. il catalogo cit. alla nota 16, p. 372]. Come in altri casi, è tralasciata la parte iniziale, e la corrispondenza col greco va dalla col. 332 lin. 20 alla fine. L'omelia è attribuita, secondo l'inscriptio, a Giovanni Crisostomo; ma questo si spiega facilmente con il fatto che il codice che la tramanda è per il resto dedicato completamente ad una antologia di omelie di Crisostomo, nella quale sarà stata inserita a suo tempo questa di Basilio, destinata perciò in breve a diventare pseudepigrafa. Del resto anche nella tradizione greca il nome di Crisostomo ha spesso sostituito altri meno conosciuti ma autentici autori di omelie. Più interessante è che a questa omelia si fa forse allusione in un catalogo di opere di Atanasio, incluso nella Storia dei Patriarchi di Alessandria (in arabo: X secolo) di Severo di Ashmunein [ed. B. EVETTS, Patrologia Orientalw, I, 4 (Paris 1907) p. 422. Cf. T. ORLANDI, Studi cogiti, Milano 1968, p. 68]: Trattato sul male, in cui prova che esso viene dal diavolo, e non c'è male in Dio. Questo significherebbe che in quel periodo, e certo anche un po' prima, il testo circolava (anche) sotto il nome di Atanasio, e testimonierebbe una intersezione nella tradizione letteraria dei due autori. È interessante notare una corrispondenza con Shenute Contra Origenistas [= Logoi A.1 + 7.5], nell'esempio del medico che quando incide le piaghe etc. non solo è pagato ma anche lodato.
-- Contenuto: (Dalla vers. greca:) Vari tipi di insegnamento da trarre dai Salmi: esempi di patimenti, per la pazienza; aiuto divino immediato; preghiera contro il peccato. Nel salmo 12 insegna a non incattivirsi nelle tribolazioni. Infatti Dio le invia agli uomini come mezzo per convertirsi e salvarsi. Dio non è responsabile dei nostri veri mali; egli è provvidenza sempre per il bene. Esempio del medico. Lo stesso vale per le città; guerra, pace, distruzioni etc. Lo stesso vale per le calamità naturali. Il male è privazione del bene; non è innato. Natura e comportamento dell'anima. Natura del diavolo.