[a cura del Segretariato Oratori Brescia - il Gabbiano BBS, marzo 97]
AKATHISTOS
Lode alla Santa Madre di Dio
L’icona della Madonna di san Luca
Si racconta che san Luca abbia dipinto, dopo una visione, una sola ed unica icona della Madonna, conservata a Costantinopoli; e che poi in seguito ignoti pittori abbiano fatto altre 150 copie della stessa immagine per portarle in tutto il mondo; una di queste copie sarebbe stata portata a Bologna.
A Bagolino si racconta che l’icona della Madonna di san Luca qui conservata sia stata portata dopo una crociata in Palestina e custodita nell’antico castello dei conti di Lodrone. Quando questo castello fu distrutto, così si racconta, l’immagine è stata ritrovata miracolosamente intatta fra le macerie del castello.
Ma a Bagolino si conserva anche un racconto di religiosità popolare che narra l’origine di questa sacra immagine. "San Luca desiderava dipingere il volto della Madonna ma poté farlo solo durante un lungo sogno: san Luca portò a termine una prima e una seconda icona, durante il sogno; la terza icona non riuscì a terminarla perché si svegliò... Si racconta che la prima e la seconda icona dipinta da san Luca sono conservate a Bagolino e Bologna e la terza, "l’incompiuta" in una non ben definita chiesa di Roma...".
Per comprendere questo racconto è necessario rifarsi a una nota affermazione di Pascal: "Il cuore ha delle ragioni, che la ragione non conosce...".
Nella comunità cristiana c’è sempre stato il desiderio profondo di vedere e conoscere i lineamenti del volto della Madonna, con la difficoltà e la paura di raggiungere questo traguardo: le parole umane non possono raccontare i lineamenti del viso di Maria e le mani di un pittore non sanno dipingerlo, per questo il racconto dice che san Luca poté "dipingere solo in sogno" il volto della Madonna e il "sogno" per gli antichi è sempre stato il segno di un intervento dall’alto e di un dono che ci viene dato.
Il volto è un riflesso dell’immagine di Dio, e il volto di Maria è trasparenza di grandezza e di misericordia, di forza e di dolcezza, di impegno e tenerezza: il disegno del volto di Maria rimane misterioso e segreto e l’immagine che ci viene data è solo un dono per sognarlo più bello e più vero. Per noi, è questa la storia che vogliamo rivivere perché ci venga mostrato veramente il volto di Maria, e avvicinarci al grande desiderio umano: "Fà che io veda o Dio, il tuo volto... il tuo volto, Signore, io cerco".
Le icone: dipinte tra preghiera e penitenza
Gli antichi pittori di icone o erano monaci o erano uomini e donne spirituali: prima di apprestarsi a dipingere una icona facevano una quaresima di digiuno e di penitenza e poi, tagliato il legno che sarebbe diventato icona, per sette giorni spalmavano il legno, una volta al giorno, con una particolare colla per ricordare i sette giorni della creazione. Non solo, ma dopo aver pregato e digiunato per una quaresima e dopo aver fatto questo lavoro per sette giorni, iniziavano a disegnare l’effigie in ginocchio come quando si prega: e poi la coloravano, finché giungevano a realizzare l’immagine che sarebbe stata poi benedetta dal Vescovo e dall’autorità della Chiesa che la riconosceva come un segno vero della presenza del Signore.
I colori dell’umanità e della divinità
Voglio ora sottolineare i colori di questa icona: secondo la tradizione orientale nell’immagine domina il colore oro che è il segno del Paradiso, il segno della vita beata. In questo Paradiso rappresentato dall’oro (e sono di solito fogli di oro zecchino incollati sulla tavola), viene incastonata la figura della Vergine Maria, che ha una veste di colore scuro (qui verde scuro) e, come sopravveste, un mantello di colore rosso. Ogni cosa ha un significato profondo: il colore scuro della veste della Vergine ricorda l’umanità. Maria è la figlia di Sion, è una di noi: viene ricoperta dal mantello della divinità, il colore rosso. Maria adombrata, ricoperta dallo Spirito santo: la sua umanità è divinizzata, viene ricoperta dalla divinità, è la Madre di Dio.
Se voi notate, il bambino Gesù è vestito con una sottoveste d’oro e con un drappo rosso perché è il Figlio di Dio. In altre icone sopra la veste rossa v’é una veste scura che ricorda come Dio ha preso su di sé la nostra umanità.
Con Gesù: la nostra dignità di figli di Dio
L’altro aspetto: Gesù tiene in mano un cartiglio, una piccola pergamena che trascrive esattamente una citazione del vangelo secondo Luca 4,18: "Lo spirito del Signore è su di me, per questo mi ha consacrato con l’unzione". Questa pergamena che Gesù sembra mostrare alla Vergine stessa, indica a tutti noi l’identità di Gesù: chi è Lui, quale è la sua missione. Lo Spirito del Signore è su di Lui, Lo ha consacrato, Lo ha reso il Messia, il Cristo. "Consacrare" in greco si dice "rendere Cristi": anche noi siamo unti con l’olio e consacrati. Noi contempliamo la Vergine Maria, la donna divinizzata, come meta del nostro pellegrinaggio, perché tutti siamo chiamati a questa meravigliosa realtà. E per giungere a questo traguardo dobbiamo seguire Gesù, il consacrato dal Signore, il Messia, il Salvatore: dobbiamo essere suoi discepoli, suoi fratelli e vivere il Vangelo.
L’inno AKATHISTOS alla Madre di Dio è il più celebre inno mariano della Chiesa bizantina e della Chiesa di tutti i tempi.
Sbocciato più dal cuore del popolo cristiano che dalla mente di un dotto, questo inno è già conosciuto nel secolo vi. Il suo nome è ricavato dal modo in cui questo inno viene cantato: "non stando seduti", che nel greco bizantino si dice appunto akathistos. Infatti questa magnifica lode, che contempla e celebra il mistero dell’Incarnazione del Verbo di Dio nel seno immacolato della Vergine Maria, si deve cantare stando in piedi, in segno di venerazione e di attenzione per le cose meravigliose che si stanno ammirando e inneggiando.
Le melodie e le parole risalgono alla tradizione antica e appartengono alla devozione e alla pietà popolare della Chiesa d’Oriente, come per la Chiesa d’Occidente è nota e diffusa la recita del s.Rosario e il canto delle Litanie.
Il papa Giovanni Paolo II ha vivamente raccomandato la celebrazione dell’Akathistos come segno di unità tra la Chiesa d’Oriente e la Chiesa d’Occidente, entrambe figlie fedeli e devote della Madre di Dio, la Vergine Maria.
AVE VERGINE e SPOSA
Cantiamo Maria nel dono della sua verginità
e nella ricchezza della sua maternità.
Due doni così poco capiti e realizzati nel nostro mondo...
Quando si perde il valore del celibato e della verginità,
si mette in crisi anche la scelta della paternità e della maternità.
In Maria vogliamo ritrovare
la bellezza sfolgorante della verginità per il regno di Dio,
segno dell’amore di Dio che ama nel corpo e nello spirito
senza mezze misure e con un dono completo:
in Maria vogliamo ritrovare
la ricchezza della maternità e della paternità,
dono dello spirito al corpo, alla mente e al cuore
verso il compimento della carità.
RITI PREPARATORI
I ministri sacri, rivestiti dei sacri paramenti, fanno un profondo inchino all’altare e sottovoce dicono:
KYRIE, ELEISON (per 12 volte)
Venite, inchiniamoci e prostriamoci
davanti a Dio, nostro Re.
Dio Santo, Dio Forte, Dio Immortale,
abbi pietà di noi! (per 3 volte)
Mentre il sacerdote ai piedi dell’altare recita il Salmo 140 e il Salmo 22, il diacono incensa la croce, la mensa dell’altare, l’icona della Madre di Dio.
Salmo 140: Preghiera nel pericolo
Signore, a Te grido, accorri in mio aiuto:
ascolta la mia voce quando Ti invoco.
Come incenso salga a Te la mia preghiera,
le mie mani alzate come sacrificio della sera.
Poni, Signore, una custodia alla mia bocca,
sorveglia la porta delle mie labbra.
Non lasciare che il mio cuore si pieghi al male
e compia azioni inique con i peccatori:
che io non gusti i loro cibi deliziosi.
Mi percuota il giusto e il fedele mi rimproveri,
ma l’olio dell’empio non profumi il mio capo:
tra le loro malvagità continui la mia preghiera.
Dalla rupe furono gettati i loro capi,
che da me avevano udito dolci parole.
Come si fende e si apre la terra,
le loro ossa furono disperse
alla bocca degli inferi.
A Te, Signore, sono rivolti i miei occhi:
in Te mi rifugio, proteggi la mia vita.
Preservami dal laccio che mi tendono,
dagli agguati dei malfattori.
Salmo 22: Il buon Pastore
Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla!
Su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino,
per amore del suo nome.
Se dovessi camminare in una valle oscura,
non temerei alcun male,
perché Tu sei con me, Signore.
Il Tuo bastone e il Tuo vincastro
mi danno sicurezza.
Davanti a me Tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici:
cospargi di olio il mio capo,
il mio calice trabocca.
Felicità e grazia mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita
e abiterò nella casa del Signore
per lunghissimi anni.
Il sacerdote davanti all’icona della Madre di Dio proclama:
È veramente giusto chiamarti beata,
o Madre di Dio, piena di grazia,
tutta Immacolata:
Tu sei più onorabile dei Cherubini,
incomparabilmente più gloriosa dei Serafini,
perché hai partorito il Verbo di Dio
senza ombra di corruzione.
A Te cantiamo la nostra lode,
a Te, vera Madre di Dio.
Il diacono al centro dell’altare canta la Grande Litania:
In pace preghiamo il Signore:
KYRIE, ELEISON!
-Per la pace che viene dall’alto, per la salute delle nostre anime, preghiamo il Signore:
-Per la pace di tutto il mondo, per la prosperità delle sante Chiese di Dio e per l’unione di tutti, preghiamo il Signore:
-Per questa santa chiesa e per coloro che vi entrano con fede, preghiamo il Signore:
-Per il Signor nostro, il santissimo e universale Pontefice Papa di Roma e per il nostro Metropolita Arcivescovo e per il nostro Vescovo, per l’onorabile ordine dei preti, per il clero e il popolo tutto, preghiamo il Signore:
-Per questa città e per ogni città e paese, preghiamo il Signore:
-Per la salubrità dell’aria e per l’abbondanza dei frutti della terra e per tempi pacifici, preghiamo il Signore:
-Per i naviganti, per i viandanti, per i malati e i sofferenti, per i prigionieri e per la loro salvezza, preghiamo il Signore:
-Soccorrici, salvaci, abbia pietà e proteggici, o Dio con la tua grazia!
Il sacerdote conclude dicendo:
Facendo memoria della Tutta Santa, Intemerata, sopra tutte le creature Benedetta e Gloriosa Nostra Signora, la Madre di Dio e sempre Vergine Maria, con tutti i santi raccomandiamo noi stessi, gli uni e gli altri e tutta la nostra vita a Cristo Dio.
IL SALVATORE "ACHEROPITA" CIOÈ NON DIPINTO
DA MANO D’UOMO
Questa icona appartiene alla scuola di Jaroslavl. Acheròpita viene detta l’icona che cerca di rendere la misteriosa bellezza del volto di Cristo.
Il tipo canonico dell’icona è tra i più antichi e venerati: si tratta infatti del Volto Santo impresso sul lino della Veronica, come indica il panneggio della tela che circonda la testa di Cristo. Questa immagine ha un profondo significato teologico che Evdokimov spiega così: "...essa ci insegna che non c’è niente che sia fatto unicamente da mano d’uomo, che ogni realtà visibile è sempre un miracolo e che per essere rivelata nel suo mistero deve essere creduta e quindi veduta con e attraverso gli occhi dello Spirito".
L’icona è sempre una "epifania", la rivelazione dell’umanità divina e della divinità incarnata da Cristo: i colori dello sfondo, il rosso caratteristico della scuola di Jaroslavl’, il blu e l’oro sono il simbolo della maestà, dell’umanità e della divinità.
Anche dai lineamenti del volto traspare la divinoumanità del Salvatore: i grandi occhi, profondi e misericordiosi, sono la verità in cui il credente si specchia per scoprire la propria icona; la bocca piccolissima sta ad indicare il cerchio del silenzio, l’abisso che circonda il Padre, da cui emerge una voce che rivela la Presenza divina: "Tu che sei inaccessibile e indicibilmente vicino...", come canta la liturgia bizantina.
1 Il più eccelso degli angeli
fu mandato dal Cielo
per dire "Ave" alla Madre di Dio.
Al suo incorporeo saluto
vedendoti in Lei fatto uomo,
o Signore, in estasi stette
acclamando la Madre così:
Ave, per Te la gioia risplende.
Ave, per Te il dolore si estingue.
Ave, salvezza di Adamo caduto.
Ave, riscatto del pianto di Eva.
Ave, Tu vetta sublime a umano intelletto.
Ave, Tu abisso profondo agli occhi degli angeli.
Ave, in Te fu elevato il trono del Re.
Ave, Tu porti Colui che il tutto sostiene.
Ave, o stella che il Sole precorri.
Ave, o grembo del Dio che si incarna.
Ave, per Te si rinnova il creato.
Ave, per Te il Creatore è bambino.
Solista: AVE, VERGINE E SPOSA!
TUTTI: AVE, VERGINE E SPOSA!
Mentre il diacono alza il Libro del Vangelo preso dall’altare e lo porta davanti al sacerdote, TUTTI cantano:
ALLELUJA! ALLELUJA! ALLELUJA!
Quindi il sacerdote proclama solennemente il Vangelo dell’Annunciazione.
Dal Vangelo secondo Luca
1, 26-38
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: "Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te".
A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L’angelo le disse: " Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine".
Allora Maria disse all’angelo: "Come è possibile? Non conosco uomo". Le rispose l’angelo: "Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio".
Allora Maria disse: "Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto".
E l’angelo partì da lei.
Parola del Signore.
Terminata la lettura del Vangelo, il sacerdote riporta il Libro all’altare.
Si dà inizio all’inno AKATHISTOS.
TUTTI:
A Te, condottiera invincibile,
io, la tua città, liberata da terribili mali,
dedico l’inno di vittoria, Madre di Dio.
E Tu, che hai forza irresistibile,
liberami da tutti i pericoli,
che io ti possa gridare:
AVE, VERGINE E SPOSA!
Sacerdote:
L’angelo venuto a conoscenza
dell’arcana missione,
subito giunse alla casa di Giuseppe
e disse alla Vergine:
Colui che abbassandosi curva i cieli,
in Te tutto racchiude,
senza nulla cambiare di Sé.
Io vedendo, stupito,
che in Te prendeva forma di "servo",
estatico canto:
AVE, VERGINE E SPOSA!
TUTTI :
AVE, VERGINE E SPOSA!
2. Ben sapeva Maria
di essere Vergine sacra
e così a Gabriele diceva:
"Il tuo singolare saluto
all’anima mia incomprensibile appare:
da grembo di vergine
un parto predici, esclamando:
Alleluja!Alleluja!Alleluja!
3. Desiderava la Vergine
capire il mistero
e al messaggero divino chiedeva:
"Potrà il verginale mio seno
mai dare alla luce un bambino?
Dimmelo!"
Ed egli, riverente,
acclamandola, disse così:
Ave, Tu guida al supremo consiglio.
Ave, Tu prova d’arcano mistero.
Ave, Tu il primo prodigio di Cristo.
Ave, compendio di sue verità.
Ave, o scala che scese l’Eterno.
Ave, o ponte che porti gli uomini al cielo
Ave, dai cori celesti cantato portento
Ave, del buio infernale esecrato flagello.
Ave, la Luce ineffabile hai dato.
Ave, Tu il modo a nessuno hai svelato.
Ave, la scienza dei dotti trascendi.
Ave, al cuor dei fedeli risplendi.
AVE, VERGINE E SPOSA!
AVE, VERGINE E SPOSA!
4. La Virtù dell’Altissimo
adombrò e rese Madre
la Vergine ignara di nozze:
quel seno, fecondo dall’alto,
divenne qual campo rigoglioso per tutti,
che voglion raccoglier salvezza
cantando così:
Alleluja!Alleluja!Alleluja!
5. Con in grembo il Signore,
premurosa Maria
partì e visitò Elisabetta.
Il piccolo in seno alla madre
sentì il verginale saluto,
esultò e balzando di gioia
cantava alla Madre di Dio:
Ave, o tralcio di santo Germoglio.
Ave, o ramo di Frutto illibato.
Ave, coltivi il divino Cultore.
Ave, dài vita all’Autor della vita.
Ave, Tu campo che frutti ricchissime grazie.
Ave, Tu mensa che porti pienezza di doni.
Ave, un pascolo ameno Tu fai germogliare.
Ave, un pronto rifugio prepari ai fedeli.
Ave, di suppliche incenso gradito.
Ave, perdono soave del mondo.
Ave, clemenza di Dio verso l’uomo.
Ave, fiducia dell’uomo con Dio.
AVE, VERGINE E SPOSA!
AVE, VERGINE E SPOSA!
6. Con il cuore in tumulto
fra pensieri contrari
il saggio Giuseppe ondeggiava:
tuttora sapendoti intatta,
sospetta segreti sponsali,
o Illibata!
Quando Madre ti seppe
da Spirito Santo, esclamò:
Alleluja!Alleluja!Alleluja!
ODE I
Sacerdote
Aprirò la mia bocca e sarà ricolma di Spirito,
una parola griderò alla Madre Regina:
con gioia mi presenterò a celebrarla,
e canterò con giubilo le sue meraviglie.
Diacono
Il grande Arcangelo al vederti
Immacolata, sigillata dallo Spirito,
quale mistico libro animato da Cristo,
a Te acclama, cantando:
TUTTI
Salve, o coppa della gioia:
per Te sarà sciolta la maledizione di Eva.
Salve, o Vergine sposa di Dio:
tu doni la salvezza ad Adamo
e distruggi l’Inferno.
Salve, o Tutta Pura, dimora dell’unico Re.
Salve, o fulgido trono dell’Onnipotente.
Diacono
Salve, rosa sempre in germoglio.
Salve, madre del Pomo odoroso.
Salve, profumo del Re dell’universo.
Salve, Vergine Immacolata, salvezza del mondo.
TUTTI
Salve, tesoro purissimo che ci fa risorgere.
Salve, Signora, giglio fragrante.
Salve, incenso soave, preziosissimo balsamo.
Salve, profumo dei fedeli.
ODE III
Sacerdote
Madre di Dio, fonte viva e perenne,
dona forza ai tuoi figli devoti
radunati in questo giorno di festa,
rinvigorisci coloro che ti cantano
e rendili partecipi
della tua corona di gloria.
Diacono
Salve, mensa vivente
che hai germogliato la Spiga divina.
Salve, mistico paniere
che porti il Pane della vita.
Salve, sorgente inesauribile
che porti l’Acqua viva.
TUTTI
Salve, aurora splendente
che porti il Sole Cristo Signore.
Salve, dimora di luce
che hai dissipato le tenebre
e sconfitto per sempre i tenebrosi demòni.
Diacono
Salve, porta unica
che solo il Verbo fattosi uomo ha attraversato.
Salve, ingresso divino
che hai infranto le sbarre dell’Inferno
e hai aperto ai credenti
la strada che li porta a salvezza.
Sacerdote
Madre di Dio, fonte viva e perenne,
dona forza ai tuoi figli devoti
radunati in questo giorno di festa
rinvigorisci coloro che ti cantano
e rendili partecipi
della tua corona di gloria.
7. I pastori sentirono
il coro festoso degli angeli
a Cristo disceso tra noi.
Correndo a vedere il Pastore,
lo ammirano come agnellino innocente
nutrirsi alla Vergine in seno
e a Lei elevano il canto:
Ave, o Madre all’Agnello Pastore.
Ave, recinto di gregge fedele.
Ave, difendi da fiere maligne.
Ave, Tu apri le porte del cielo.
Ave, per Te con la terra esultano i cieli.
Ave, per Te con i cieli tripudia la terra.
Ave, Tu sei degli Apostoli voce perenne.
Ave, dei Martiri sei l’indòmito ardire.
Ave, sostegno possente di fede.
Ave, vessillo splendente di grazia.
Ave, per Te fu spogliato l’Inferno.
Ave, per Te ci vestimmo di gloria.
AVE, VERGINE E SPOSA!
AVE, VERGINE E SPOSA!
8. Osservando la stella
che guidava all’Eterno.
ne seguirono i Magi il fulgore.
Fu per loro luce sicura
andando a cercare il Possente Signore.
Giunti all’irraggiungibile Dio,
lo acclamano beati:
Alleluja!Alleluja!Alleluja!
9. Contemplarono i Magi
sulle braccia materne
l’Artefice sommo dell’uomo.
Sapendo che Egli era il Signore
sebbene sotto l’aspetto di servo,
premurosi gli offrirono i doni,
dicendo alla Madre beata:
NATIVITÀ DI CRISTO
La festa di Natale, la più importante dopo Pasqua nella tradizione cristiana, risale probabilmente al iv secolo, e sembra aver avuto origine a Roma.
Classicamente la Vergine è adagiata o seduta su un drappo rosso e oro ai piedi della grotta, mentre Cristo giace nella mangiatoia nella grotta, che allude alla sua sepoltura. Cristo è tra le braccia della Vergine, anch’essa all’interno della grotta, ad indicare la partecipazione della Madre alla Passione del Figlio, e riceve l’omaggio dei re Magi che rappresentano le genti tutte che si raccolgono ad adorare il Mistero presente: l’intento dell’iconografo è di sottolineare l’aspetto della manifestazione al mondo della salvezza, cioè dell’incarnazione, morte e resurrezione, attraverso i gentili oltre che il popolo ebraico (simboleggiato dai personaggi dei pastori, convocati dagli angeli, alla sinistra della Vergine).
Nella zona inferiore due scene caratteristiche dell’icona della Natività: a sinistra san Giuseppe seduto in atteggiamento pensoso mentre ascolta uno strano personaggio, tradizionalmente identificato come il tentatore che vuole insinuare in Giuseppe il dubbio che questa nascita sia realmente opera divina. A destra una scena tratta dagli Apocrifi: è il bagno del Cristo neonato, con l’assistenza di una levatrice e di un angelo.
Ave, o Madre dell’Astro perenne.
Ave, aurora di mistico giorno.
Ave, fucine d’errori Tu spegni.
Ave, splendendo conduci al Dio vero.
Ave, l’odioso tiranno sbalzasti dal trono.
Ave, Tu il Cristo ci doni clemente Signore.
Ave, sei Tu che riscatti dai riti crudeli.
Ave, sei Tu che ci salvi dall’opre di fango.
Ave, Tu il culto distruggi del fuoco.
Ave, Tu estingui la fiamma dei vizi.
Ave, Tu guida di scienza ai credenti.
Ave, Tu gioia di tutte le genti.
AVE, VERGINE E SPOSA!
AVE, VERGINE E SPOSA!
10. I Magi si fecero
araldi di Dio
sulla via del ritorno.
Compirono il tuo vaticinio
e Te predicavano a tutti, o Cristo,
noncuranti di Erode, lo stolto,
incapace a cantare:
Alleluja!Alleluja!Alleluja!
11.Irradiando all’Egitto
lo splendore della verità,
dell’errore scacciasti la tenebra:
cosicché gli idoli allora, o Signore,
fiaccati da forza divina, caddero.
E gli uomini, salvi,
acclamavan la Madre di Dio:
Ave, riscossa del genere umano.
Ave, disfatta del regno d’inferno.
Ave, Tu inganno ed errore calpesti.
Ave, degli idoli sveli la frode.
Ave, Tu mare che inghiotti il gran Faraone.
Ave, Tu roccia che effondi le Acque di Vita.
Ave, colonna di fuoco che guidi nel buio.
Ave, riparo del mondo più ampio che nube.
Ave, datrice di manna celeste.
Ave, ministra di sante delizie.
Ave, Tu mistica terra promessa.
Ave, sorgente di latte e di miele.
AVE, VERGINE E SPOSA!
AVE, VERGINE E SPOSA!
12. Non era il vecchio Simeone lontano
dal lasciare questo mondo fallace
quando pargolo a lui fosti portato,
ma in Te riconobbe il Signore
e insieme ispirato e stupito
all’eterna Sapienza esclamò:
Alleluja!Alleluja!Alleluja!
ODE IV
Sacerdote
Colui che siede glorioso
sul trono della Divinità,
il divino Gesù,
su nube leggera venne
tra le braccia immacolate
della Vergine Tuttasanta
e salvò tutti coloro che cantano:
GLORIA A CRISTO, POTENTE NEI CIELI!
TUTTI
GLORIA A CRISTO, POTENTE NEI CIELI!
Sacerdote
O gloriosissima,
con voci melodiose
ricchi di fede a Te cantiamo:
TUTTI
Salve, monte ubertoso fecondato dallo Spirito.
Salve, anfora che porti la manna dolcissima.
Salve, Immacolata Avvocata del mondo.
Salve, scala che fai salire per grazia al cielo.
Salve, ponte regale che conduci da morte a vita.
coloro che Ti cantano inni.
Diacono
Salve, o più alta dei cieli,
che hai portato senza fatica
il Fondamento della terra.
Salve, conchiglia preziosa,
che col tuo sangue tingesti
la divina porpora del Re dei Re.
Salve, Madre del Legislatore perfetto,
che gratuitamente ha cancellato
le colpe di tutti.
TUTTI:
O mistero profondo!
O incomprensibile vanto!
Per Te, Vergine Immacolata,
noi tutti siamo diventati divini!
Sacerdote
A Te, o Vergine,
che per il mondo intrecciasti una corona
non fatta da mani di uomo,
noi cantiamo:
Diacono
AVE, VERGINE E SPOSA!
TUTTI
AVE, VERGINE E SPOSA!
ODE V
Sacerdote
In estasi son tutte le cose
per la divina Tua gloria:
Tu, Vergine, che non conosci nozze
portasti nel seno il Dio
che su tutto è sovrano.
Tu, Madre, generasti un Figlio
che a tutti dona salvezza.
Diacono
Ave, o Purissima,
che hai partorito la Via della vita.
Ave, o Tuttasanta,
che dalla sciagura salvasti il mondo.
Ave, o Sposa divina,
che fai rabbrividire l’inferno.
Ave, o Dimora del nostro Sovrano,
che prepari per Lui un talamo tutto di luce.
TUTTI
Ave, fortezza e rifugio degli uomini.
Ave, luogo di santificazione della gloria.
Ave, morte dell’Inferno.
Ave, esultanza degli Angeli.
Ave, aiuto di coloro che fedelmente ti cantano inni.
Diacono
Ave, Paradiso spirituale
dove germoglia l’Albero della vita.
Ave, ramo carico di frutti dolcissimi
che danno salvezza a chi li assapora.
TUTTI
Forti della Tua forza, o Regina,
fedelmente gridiamo alla tua gloria:
Ave, santa città regale,
di Te si dicono cose stupende.
Ave, monte santo mai profanato,
di Te si raccontano cose magnifiche.
Ave, abisso smisurato e profondo
che racchiude immensi tesori.
Ave, Tempio prezioso dell’Altissimo.
Ave, carro fiammeggiante del Verbo.
Ave, conchiglia della Perla divina.
Ave, sei tutta un prodigio!
Sacerdote
Ave, riconciliazione di tutti con Dio.
Ave, ogni giorno ti diciamo: "Beata".
Ave, santissima Madre di Dio.
ODE VI
Sacerdote
O devoti alla Madre divina,
che celebrate questa santa
e popolare memoria:
venite, battiamo le mani
e cantiamo la gloria di Dio
che è nato da Lei.
GLORIA A CRISTO, POTENTE IN ETERNO!
GLORIA A CRISTO, POTENTE IN ETERNO!
Diacono
Ave, talamo illibato del Verbo,
sorgente della nostra rinascita divina.
Ave, Immacolata,
voce squillante dei profeti,
ornamento degli Apostoli.
Ave, rugiada stillante di purezza,
che spegne la fiamma del culto pagano.
TUTTI
A noi, che navighiamo nel mare dell’afflizione,
sbattuti dai venti del pericolo
e spaventati dalle insidie del male,
Tu sei porto e ormeggio sicuro
Tu sei causa della nostra gioia.
Sacerdote
O devoti alla Madre divina,
che celebrate questa santa
e popolare memoria,
venite, cantiamo alla Vergine santa:
Ave, roveto che mai si consuma.
Ave, nuvola piena di luce.
Ave, onore dei fedeli.
Ave, sicura protezione celeste.
MADRE DI DIO DELLA TENEREZZA DI KORSUN
Il tipo della Madre di Dio di Korsun (Cherson, nell’odierna Crimea) si ricollega al canone iconografico della Tenerezza per l’abbraccio che caratterizza la Madre e il Bambino, intenti in un muto ed eloquente colloquio, nel corso del quale, secondo la tradizione, Cristo rivela alla Madre il Mistero della passione, morte e resurrezione.
Rispetto alle altre icone della Tenerezza, il tipo della Madre di Dio di Korsun è caratterizzato dall’accento posto sui volti, che occupano l’intera composizione; l’abbraccio è appena accennato dalla posizione delle mani, vicinissime ai volti. Si crea in tal modo un suggestivo effetto sintetico, in cui balza tanto più evidente lo sguardo dolente e pacificato della Madre di Dio, immersa nella contemplazione del Mistero e disponibile all’offerta di sé. L’intimità affettiva del colloquio tra la Vergine e il Figlio non ha infatti nulla di naturalistico, come indica la presenza del rotolo della legge nella destra del Bambino, e della croce che si intravvede inscritta nel suo nimbo, a ricordare la sua divinoumanità. Sulla veste, sul capo e sulle spalle di Maria si trovano sempre tre stelle, simbolo della sua perpetua verginità.
GRANDE INCENSAZIONE
DELL’ICONA DELLA MADRE DI DIO
E DI TUTTO IL POPOLO SANTO DI DIO
13. Le leggi di natura
il Creatore rinnovò
apparendo tra noi suoi figli.
Fiorito da grembo di Vergine,
la custodisce qual era da sempre:
inviolata.
E noi che ammiriamo il prodigio
cantiamo alla Santa:
Ave, o fiore di vita illibata.
Ave, corona di casto contegno.
Ave, Tu mostri la sorte futura.
Ave, Tu sveli la vita degli Angeli.
Ave, magnifica pianta che nutri i fedeli.
Ave, bell’albero ombroso che tutti ripari.
Ave, Tu in grembo portasti la Guida agli erranti.
Ave, Tu desti alla luce chi affranca gli schiavi.
Ave, Tu supplica al Giudice giusto.
Ave, perdono per tutti i traviati.
Ave, Tu veste ai nudati di grazia.
Ave, Amore che vince ogni brama.
AVE, VERGINE E SPOSA!
AVE, VERGINE E SPOSA!
14. Tale parto ammirando,
ci stacchiamo dal mondo
e al cielo volgiamo la mente.
Apparve per questo tra noi
in umili umane sembianze l’Altissimo
per condurre alla vetta
coloro che lieti l’acclamano:
Alleluja! Alleluja! Alleluja!
15. Era tutto qui in terra
e di sé tutti i cieli
riempiva il Dio Verbo infinito:
non già uno scambio di luoghi,
ma un dolce abbassarsi di Dio verso l’uomo
fu il nascer da Vergine,
Madre che tutti acclamiamo:
Ave, Tu sede di Dio l’infinito.
Ave, Tu porta di sacro mistero.
Ave, dottrina insicura per gli empi.
Ave, dei pii certissimo vanto.
Ave, o trono più santo del trono cherubico.
Ave, o seggio più bello del seggio serafico.
Ave, o Tu che congiungi opposte grandezze.
Ave, o Tu che sei in una e Vergine e Madre..
Ave, per Te fu rimessa la colpa.
Ave, per Te il Paradiso fu aperto.
Ave, o chiave del Regno di Cristo.
Ave, speranza di eterni tesori.
AVE, VERGINE E SPOSA!
AVE, VERGINE E SPOSA!
16. Si stupirono gli Angeli
per l’evento sublime
della tua Incarnazione divina.
poiché il Dio inaccessibile a tutti
vedevano fatto accessibile, uomo,
dimorare fra noi
e da ognuno sentirsi acclamare:
Alleluja! Alleluja! Alleluja!
17. Gli oratori brillanti
come pesci son muti
per Te, Genitrice di Dio,
del tutto incapaci di dire
il modo in cui Vergine e Madre Tu sei.
Ma noi che ammiriamo il mistero
cantiamo con fede:
Ave, sacrario d’eterna Sapienza.
Ave, tesoro di sua Provvidenza.
Ave, Tu i dottori riveli ignoranti.
Ave, Tu ai rètori imponi il silenzio.
Ave, per Te sono stolti i sottili dottori.
Ave, per Te vengon meno gli autori di miti.
Ave, di tutti i sofisti disgreghi le trame.
Ave, Tu dei Pescatori riempi le reti.
Ave, ci innalzi da fonda ignoranza.
Ave, per tutti sei faro di scienza.
Ave, Tu barca di chi ama salvarsi.
Ave, Tu porto a chi salpa alla Vita.
AVE, VERGINE E SPOSA!
AVE, VERGINE E SPOSA!
18. Per salvare il creato
il Signore del mondo
volentieri discese quaggiù.
Qual Dio era nostro Pastore,
ma volle apparire tra noi come Agnello:
con l’umano attraeva gli umani.
Qual Dio l’acclamiamo:
Alleluja! Alleluja! Alleluja!
ODE VII
Sacerdote
O Signora,
la lingua dell’uomo
non ti può degnamente lodare.
Avendo Tu generato il Cristo Re,
fosti elevata al di sopra degli Angeli.
Per questo tutte le genti ti cantano:
Diacono
Ave, vite genuina
che hai coltivato il grappolo maturo.
Ave, vigna generosa
che produce l’ottimo Vino.
Ave, mistico ramo
che genera il fiore sempre fiorito.
TUTTI
Ave, o Tutta Benedetta,
che hai partorito al mondo la salvezza
e noi fummo elevati dalla terra al cielo.
Tu sei protezione e fortezza,
muro incrollabile e difesa sicura
di coloro che cantano:
Lodate il Signore!
ODE VIII
Sacerdote
Tutta la terra abitata
è chiamata a raccolta a inneggiare:
Inneggiate al Signore, opere tutte,
e glorificatelo per i secoli tutti!
Diacono
In seno hai accolto il Signore:
Colui che tutto porta hai portato,
con il Tuo latte hai nutrito
Colui che a ogni cosa dà vita
perché hai partorito la Salvezza.
TUTTI
Noi fummo spogliati della vita
con l'inganno del tentatore:
Tu ci ridoni, o Benedetta,
la veste dell'immortalità.
Eravamo morti e nelle tenebre:
Tu ci riporti alla luce della vita
ODE IX
Sacerdote
Esulti ogni uomo
illuminato dallo Spirito.
La natura degli esseri viventi
celebri con gioia
la sacra festa della Madre di Dio
e acclami:
Diacono
Ave, Beatissima Madre,
Immacolata e sempre Vergine!
TUTTI
Liberaci, o Madre di Dio,
dalla schiavitù del peccato,
da ogni sciagura,
dalla tentazione che sovrasta noi mortali.
E noi, tuoi devoti,
partecipi della tua gioia,
Ti acclamiamo:
AVE, VERGINE E SPOSA!
Sacerdote
Perdona, Signore, la tua eredità,
dimentica tutti i nostri peccati.
O Cristo accogli la supplica
di Colei che ti ha generato
senza opera di uomo,
quando decidesti di vestire
la nostra umana natura.
Diacono
Ave, stella senza tramonto,
che nel mondo apre la via al Sole grandioso.
Ave, o Pura,
che hai aperto l’Eden già chiuso.
Ave, colonna di fuoco,
che guidi l’uomo a vita più alta.
TUTTI
Stiamo devoti nella casa del nostro Dio
e diciamo a gran voce:
Ave, Maria, Sovrana di noi tutti.
Ave, sola illibata tra tutte le donne.
Ave, o tutta Bella!
Diacono
Ave, o sempre Vergine,
colomba che hai generato il Misericordioso.
Ave, onore di tutti i santi.
Ave, corona di tutti gli atleti.
Ave, divino ornamento dei giusti.
Ave, salvezza di tutti i fedeli.
AVE, VERGINE E SPOSA!
TUTTI
AVE, VERGINE E SPOSA!
ICONA
Icona di Cristo e di san Giovanni
L’icona di Cristo e di san Giovanni è una icona chiaramente moderna e rappresenta Gesù con l’apostolo prediletto appoggiato dolcemente sul suo petto. La scritta in francese: "Io ti fidanzerò con me nella tenerezza", rafforza, con i colori, l’intensa atmosfera di calda intimità di tutta l’immagine. Una icona dipinta deve avere inscritto il nome di ciò che rappresenta; solo così essa acquista compiutamente il suo carattere sacro, la sua dimensione spirituale. Dobbiamo tener presente l’importanza del "nome" nell’Antico Testamento; non è solo segno distintivo o titolo, ma comunicazione alla sostanza dell’originale. L’iscrizione si fa in una delle lingue liturgiche bizantine, ma sono accettate da certe Chiese ortodosse anche lingue moderne; qui appare il francese.
Normalmente le iscrizioni sono fatte con l'alfabeto cirillico; qui abbreviazioni greche indicano Gesù Cristo (IC XC) e il santo.
Nell’aureola di Cristo, in cui è disegnata una croce, si trovano tre lettere greche, per indicare "Colui che è", il nome di Dio rivelato a Mosè quando si trovava davanti al roveto ardente. Le tre lettere sono disposte una nel braccio sinistro, l’O al centro in alto, e la terza nel braccio destro
19 Tu, difesa di vergini,
Madre Vergine sei
e di quanti ricorrono a Te:
che tale ti fece il Signore
di tutta la terra e il cielo, o Illibata,
abitando il tuo grembo
e invitando noi tutti a cantare:
Ave, colonna di sacra purezza.
Ave, Tu porta d’eterna salvezza.
Ave, inizio di nuova progenie.
Ave, datrice di beni divini.
Ave, Tu vita hai ridato hai nati nell’onta.
Ave, hai reso saggezza hai privi di senno.
Ave, o Tu che annientasti il gran seduttore.
Ave, o Tu che dei casti ci doni l’Autore.
Ave, Tu grembo di nozze divine.
Ave, che unisci i fedeli al Signore.
Ave, di vergini alma nutrice.
Ave, che l’anime porti allo Sposo.
AVE, VERGINE E SPOSA!
AVE, VERGINE E SPOSA!
20. Cede invero ogni canto
che presuma eguagliare
le Tue innumerevoli grazie.
Se pure T’offrissimo inni
per quanti i granelli di sabbia,
Signore,
mai pari saremmo ai tuoi doni
che desti a chi canta:
Alleluja! Alleluja! Alleluja!
21. Come fiaccola ardente
per chi giace nell’ombra,
contempliamo la Vergine santa,
che accese la luce divina
e guida alla scienza di Dio, tutti,
splendendo alle menti,
e da ognuno è lodata col canto:
Ave, o raggio di Sole divino.
Ave, o fascio di luce perenne.
Ave, rischiari qual lampo le menti.
Ave, qual tuono i nemici spaventi.
Ave, per noi sei la fonte dei sacri Misteri.
Ave, Tu sei la sorgente dell’Acque abbondanti.
Ave, in Te raffiguri l’antica piscina.
Ave, le macchie detergi dei nostri peccati.
Ave, o fonte che l’anime mondi.
Ave, o coppa che versi letizia.
Ave, fragranza del crisma di Cristo.
Ave, Tu vita del sacro banchetto.
AVE, VERGINE E SPOSA!
AVE, VERGINE E SPOSA!
22. Condonare volendo
ogni debito antico,
fra noi il Redentore dell’uomo
discese e abitò di persona:
fra noi che avevamo perduto la grazia.
Distrusse lo scritto del debito
e tutti l’acclamano:
Alleluja! Alleluja! Alleluja!
23. Inneggiando al Tuo parto,
l’universo ti canta
qual tempio vivente, o Regina!
Ponendo in tuo grembo dimora
Chi il tutto in sua mano contiene,
il Signore,
Tutta santa Ti fece e gloriosa
e ci insegna a lodarti:
Ave, o tenda del Verbo di Dio.
Ave, più grande del Santo dei Santi.
Ave, Tu area da Spirito aurata.
Ave, tesoro inesausto di Vita.
Ave, diadema prezioso dei santi sovrani.
Ave, dei pii sacerdoti Tu nobile vanto.
Ave, Tu sei per la Chiesa qual torre possente.
Ave, Tu sei per l’Impero qual forte muraglia.
Ave, per Te innalziamo trofei.
Ave, per Te cadon vinti i nemici.
Ave, Tu farmaco delle mie membra.
Ave, salvezza dell’anima mia.
AVE, VERGINE E SPOSA!
AVE, VERGINE E SPOSA!
24. Grande ed Inclita Madre,
Genitrice del sommo tra i santi,
il santissimo Verbo,
or degnati accogliere il canto!
Preservaci da ogni sventura, tutti !
Dal castigo che incombe
Tu libera noi che gridiamo:
AVE, VERGINE E SPOSA!
AVE, VERGINE E SPOSA!
Sacerdote
Gabriele estatico
alla bellezza della Tua verginità,
allo stupore della Tua purezza,
a Te, Madre di Dio, cantò:
"Come potrò lodarti degnamente?
Come ti chiamerò?
Resto confuso ed esitante!
Come mi fu ordinato
così Ti canto:
AVE, O PIENE DI GRAZIA!"
TUTTI AVE, VERGINE E SPOSA!
Sacerdote
Per intercessione della Madre di Dio
la Beata Vergine Maria
vi benedica Dio Onnipotente
Padre+Figlio+Spirito Santo+
Diacono AVE, VERGINE SPOSA!
TUTTI AVE, VERGINE SPOSA!
Sacerdote e Diacono AVE, VERGINE SPOSA!
TUTTI AVE, VERGINE SPOSA!
In copertina:
icona della Madonna di S. Lucia
(Chiesa - Parrocchia - Bagolino)
Quando il Figlio di Dio
volle avere un corpo come il nostro
per abitare con noi
si è nascosto nel tuo seno, Maria.
Ha voluto che tu fossi bella
come il fiore più bello del suo giardino,
Ti ha voluto senza peccato
come il fiore più profumato,
Ti ha voluto piena di grazia
come un fiore baciato dal sole
del Suo amore.
Quando il mondo tornerà
ad essere un giardino,
Tu, Maria, sarai il fiore più bello
e noi ti staremo vicini.